STRAW
s i s t e m a d i i l lu m i n a z i o n e p e r b i b l i ot e c h e
CdL / Design del Prodotto Industriale A.A/ 2015/2016 Candidato / Giorgia Rossi Relatore / Lorenzo Antonioni Correlatore / Mario Nanni
contenuti 8
30
50
ME TA PROGE T TO
CO N CE P T
VERI FI CA
10
31
51 Manutenzione
Lo spazio Target 15
33 33 34 35
Caratteristiche del prodotto Lo snodo Luce versatile Una base condivisa I materiali
53
Analisi dei costi
4
16
36
54
BR IEF ING
RICE RCA
SVILU PP O
COM UNI CAZI ONE
5 Abstract
19
37 Straw
55 Naming
6
7
PerchĂŠ la biblioteca? Requisiti e vincoli
La luce 2 2 Case histories Ispirazioni 2 8 9 La cannuccia 2
38
Dimensioni e ingombri
Componenti 39
56 Varianti
Packaging 57
Materiali 40
Bibliografia 59 Ringraziamenti 61
3
BRIEFIN G
ABSTRACT Progettazione di un sistema di illuminazione da tavolo per biblioteche: ideazione, sviluppo del concept e prototipazione di una lampada per ambienti interni, in grado al contempo di suddividere lo spazio individuale e creare un ambiente di condivisione tra gli utilizzatori.
PERCHÉ L A B IBLIOTECA? La biblioteca è il portale di tutta l’informazione in ogni sua forma e permette a persone di qualsiasi livello sociale di attingervi e, all’occasione, di prenderla in prestito, aiutando ad innalzare i livelli di cultura dell’intera società. La biblioteca, inoltre, ha assunto negli ultimi tempi sempre più la funzione di luogo di studio anche tra ragazzi di licei ed università ed è considerato un vero e proprio stile di vita in forte espansione.
R EQUISITI E VINCOLI Integrazione
Rispetto degli elementi costruttivi e dell’ambiente circostante
architettonica
L O S PA ZIO
Gestione delle distanze tra gli individui Intimità vs condivisione
Qualità e intensità
L A LUCE
Integrazione con la luce
Possibilità di suddivisione dello spazio in base alle esigenze personali Flessibilità nell’utilizzo del sistema d’illuminazione
Progettazione di un’illuminazione soddisfacente e adeguata
Corretto bilanciamento tra luce naturale ed artificiale
naturale Manutenibilità
Facilità di intervento e riparazione in caso di guasto
7
METAPROGETTO
“
la biblioteca è uno spazio pubblico destinato all’uso privato, in bilico tra volontà di condivisione e ricerca di intimità. la biblioteca è uno spazio comunitario, la lettura un atto individuale: la biblioteca è uno spazio pubblico di solitudine. “architettura
mar c o m u s c o g i u r i
della biblioteca”
-
cap.9
-
il progetto della luce
9
L O SPAZIO Antonella Agnoli ne “Le piazze del sapere. Biblioteche e libertà”, afferma che la biblioteca è un luogo in cui bisogna sentirsi a casa. La percezione dello spazio in presenza di altri non è qualcosa di oggettivo, ma dipende da abitudini culturali per lo più incoscienti e la distanza tra le persone è di fatto il problema chiave. Edward T. Hall, antropologo americano studioso della prossemica, ne “La dimensione nascosta” affronta questo tema, suddividendo la distanza in intima, personale, sociale e pubblica.
Intima tra 0 e 0,5 m
Sociale tra 1,2 e 3,6 m
Personale tra 0,5 e 1,2 m
Pubblica più di 3,6 m
Queste immagini mostrano diverse modalità di gestione dello spazio nell’ambiente bibliotecario. Le situazioni raffigurate sono ordinate dalla più intima alla più condivisa.
Le immagini piccole rappresentano carrel di studio nella Biblioteca Pubblica di Taipei, Taiwan e nella Staats e l’Und Universitatsbibliothek di Gottingen. A destra, uno studente si rilassa in un loculo della Biblioteca Universitaria Rostock di Rotterdam.
11
Nella biblioteca Openbare di Amsterdam, si possono occupare personalmente o in coppia i divani nella sala computer. Questo tipo di seduta rende la situazione piĂš informale e meno intima.
A destra: StadtbĂźcherei, Munster, posizioni di seduta nella sezione a scaffale aperto.
A sinistra, Det Kongelige Bibliotek di Copenhagen e Staats- und Universitätsbibliothek, di Göttingen. Si nota come gli spazi vengono impegnati occupando per primi uno o due posti per tavolo.
Nella Biblioteca de Catalunya (a destra), a Barcellona, le postazioni possono essere condivise da gruppi di persone conoscenti o da sconosciuti, i quali condividono non solo lo spazio, ma anche l’illuminazione, che non è regolabile.
13
TARGET
progettisti e installatori
produttori
{
Facilità di assemblaggio Facilità di intervento di riparazione Versatilità di utilizzo
comunità studenti designers
bibliotecari
utenti della biblioteca
lettori
{
città
Spazio di concentrazione Buona illuminazione durante tutto l’arco della giornata Possibilità di isolarsi dai disturbi (inquinamento luminoso) dell’ambiente circostante
manutentori
stakeholders indiretti
{
Prezzi di vendita contenuti Rispetto del contesto architettonico di installazione Buona rendita d’utilizzo
15
RICERCA
“
a man with a book goes to the light: a library begins that way. l o u i s k ah n
“
l’illuminazione è un materiale di costruzione, come i mattoni, il vetro, la malta e così via... k e y e s d e w i t t m e t c alf
“library
lighting”
(1970)
L A LUCE Una biblioteca dovrebbe essere un luogo funzionale, attraente e confortevole destinato
Q UAL ITÀ E INTEN SITÀ
G ES TIONE DEL LO S PA ZIO
R I F L E SS I O N I
COLLOCAZI ONE
CO N T R AS TO I M P R OPRIO
DEFINIZIONE DEGLI SPAZI
OMBRE
INCLINAZIONE
S FA R FAL L I O
FLESSIBILITÀ
ad ogni tipo di utilizzo inerente la cultura e i suoi utenti la scelgono per la sua atmosfera di calma e concentrazione: la luce è il requisito basilare perché organizza e costruisce gli spazi e determina e influenza i comportamenti dei visitatori. L’illuminazione naturale ha soprattutto una funzione biologica e fisiologica e deve essere opportunamente integrata da quella artificiale.
19
QUALITÀ E INTENSITÀ Ogni singolo utilizzatore è coinvolto nella gestione della luce e deve avere il potere ultimo di decidere come utilizzare l’illuminazione presente. Spesso, tuttavia, effettua questo passaggio nel modo sbagliato: la ragazza, ad esempio, riceve dai raggi solari un forte riflesso sul foglio, così potente da illuminarle il viso e impedirle di vedere correttamente l’ambiente circostante; il ragazzo, invece, ha acceso la lampada da tavolo, ma non l’ha inclinata nel modo corretto per illuminare il libro.
GESTIONE DELLO SPAZIO A seconda di forma e dimensioni delle postazioni presenti nelle diverse aree, vi sono numerose tipologie di illuminazione possibili.
21
CAS E HISTORIES
BANKERS L AMP e m e ral i t e 1909
Si tratta di una lampada da tavolo elettrica caratterizzata dal braccio in ottone e la testa in vetro verde (da qui il nome Emeralite dell’azienda che ne produsse il primo modello, brevettato da Harrison D. McFaddin).
Sono tipicamente associate alle biblioteche e si sono diffuse in numerose delcinazioni e forme, mantendendo sempre il colore verde per la testa: è considerato un colore che non affatica la vista e trasmette serenità ai lettori.
23
TOLOMEO ar t e m i d e 1987
Disegnata da Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina per Artemide, che si ispirò direttamente alla Naska Loris del 1933 (prodotta tutt’ora da FontanaArte), una lampada a braccio con una molla esterna. Allo stesso modo, la Tolomeo nasconde la molla nel tubo, tenuta in tensione da un piccolo cavo. De Lucchi è convinto che una lampada a braccio funzioni solo se la si può posizionare in ogni posto dello spazio con una mano sola.
La testa che maschera l’ingegneria della lampada è semplice e comune: un vasetto rovesciato, il cui foro superiore permette la dissipazione del calore della lampadina.
Z UFALL T i n g o ma u r e r 2008
Zufall in tedesco vuol dire “caso”: la lampada infatti è una vera e propria scultura modellabile dall’utente, che la può orientare in ogni direzione o, annodare.
E’ composta da una base in Corian nero sulla quale è poggiato un braccio in silicone flessibile. La luce è garantita da delle lampade a LED.
25
ACRI LICA j o e c o l o mb o 1962
Primo progetto di Joe Colombo per Oluce, il modello 281, realizzato nel 1962, verrà immediatamente soprannominato ‘’Acrilica’’ per la sorprendente evidenza e per l’eccezionale novità dell’importante curva in metacrilato curvato. Questo materiale ermette, grazie alle proprietà di conduzione, che la luce di una lampadina fluorescente contenuta all’interno della base in acciaio risalga lungo il corpo trasparente arrivando ad illuminare la testa.
LOUIS L AMPSHA DE mat t h i as d e c k e r 1962
Questo prodotto, disegnato da uno studente della Fachhochschule Nordwestschweiz, è un sistema di illuminazione LED flessibile, che permette di essere impiegato come luce concentrata da un solo utilizzatore o come luce diffusa da piÚ persone contemporaneamente.
Definisce bene l’idea di passaggio da un utilizzo personale ad uno condiviso di un prodotto, concetto alla base della mia ricerca.
27
ISPIRAZIONI In questo lavoro sono state riportate
L’aspetto intimo, viceversa, può essere
Infine, in ogni ambiente esposto alla
situazioni completamente diverse tra di loro
rappresentato da un divisorio fisico, come
luce solare, ci troviamo a cambiare in
dove si ritrova il concetto di condivisione. Per
una siepe di bamboo che, pur lasciando
continuazione la nostra posizione (o la
esempio, in uno spazio come l’aereo, pur non
intravedere al di là, permette di proteggere il
posizione dell’oggetto con cui interagiamo)
essendo possibile estraniarsi completamente
proprio spazio.
per potere usufruire della migliore
dagli altri passeggeri, la luce permette
illuminazione. Per estensione del concetto, è
di creare un isolamento e una maggiore
come quando seguiamo la direzione del sole
concentrazione individuale.
spostando lo sdraio sulla spiaggia.
L A CANNUCCIA E’ l’oggetto da cui è stata tratta la maggior parte delle ispirazioni per la realizzazione del prodotto. La cannuccia è: - Leggera - Flessibile - Mobile - Direzionabile - Condivisibile
In particolare, è risultato determinante nello studio, il modo in cui lo snodo permetta di piegare la cannuccia in qualsiasi posizione con una sola mano.
29
CONCEP T
CARATTER ISTIC HE DI PRODOTTO
divisione fisica d e ll o spaz i o
fl e ss i b i l i tà
m o l t e pl i c i tà
co e r e n za ar c h i t e t to n i c a
d i r e z i o n ab i l i tà m o b i l i tà
l o s n o do
vs
l u c e d i ff u sa l u c e co n c e n t rata
l u c e v e r s at i l e
i n t e n s i tà var i ab i l e
una base condivisa
discrezione
i m at e r i a l i
31
LO S NODO Un giunto flessibile o cardine garantisce la flessibilità e mobilità necessarie a rivolgere il fascio luminoso al punto di interesse, agevolando la lettura del supporto.
LUCE VERSATI LE Per poter fare della luce un reale elemento costruttivo, è essenziale poterne plasmare il più possibile la direzione, così da suddividere gli ambienti circostanti. Modificando la forma della lampada, l’utilizzatore ne modifica la funzione, da luce ambientale a singolo punto focale e viceversa.
33
360°
UN A BASE CONDIV ISA Installando il prodotto in gruppi di 4 elementi, la configurazione ottenuta, ripetuta centralmente rispetto alle sedute, permette ad ogni utilizzatore di usufruire
m at e r i a l e r i f l e t t e n t e per direzionare la luce
individualmente della lampada.
Quest’ultima consente la regolazione i n l i n e a l u n g o i l tav o l o
dell’intensità luminosa, per adeguarsi ai cambiamenti di luce naturale nell’arco della giornata e ottenere un’illuminazione sempre
f i s s e c e n t r at e n e l tav o l o
soddisfacente.
p l a s t i c a o pa c a ,
s e m i s t r a s pa r e n t e , leggera
I MATERIALI L’idea generale è stata quella di utilizzare
pvc, alluminio
materiali già presenti all’interno della maggioranza delle biblioteche moderne: legno e vetro nel loro essere materiali poveri, si
biblioteca san giorgio in poggiale, bologna
sposano con qualsiasi stile di progettazione
legno,
bamboo,
architettonica per la loro leggerezza ed
faggio, eco
essenzialità. Betulla, acero e faggio in quanto legni chiari e delicati, sono i più utilizzati in questo ambiente.
biblioteca hertziana, roma
r o ya l d a n i s h l i b r a r y , c o p e n h a g e n
35
35
SVILUPPO
STRAW Il concept si traduce nella realizzazione di un gruppo di lampade vicine tra loro come a formare una palizzata, ma dove ogni stelo permette una fruizione personale della luce. L’insieme degli steli contribuisce inoltre a separare fisicamente gli ambienti. Ogni elemento è in grado di produrre un’illuminazione modificabile in intensità e in direzione tale da soddisfare l’esigenza del singolo utilizzatore, senza invadere gli spazi luminosi altrui. Una corretta scelta dei materiali ed un opportuno utilizzo delle corrette leve fisiche permette di spostare ogni singolo elemento con una piccola pressione. Anche in fase di standby, nella sua configurazione verticale, Straw offre una luce ambientale per un utilizzo diffuso e condiviso.
37
scala 1:5 u.m mm
DIMENSIONI E INGOMBRI Dalla forma slanciata, presenta un ingombro totale molto ridotto: in un sistema di 4 lampade, infatti, non supera un quadrato di 15 cm, e la piastra metallica dove vanno ad appoggiarsi è di spessore 0,5 mm, cosÏ sottile da nascondersi nel tavolo.
tappo e lastra
COMPONENTI
tubo in pmma
Straw è concepita in modo tale che ogni singolo componente si attacchi all’altro per semplice incastro o rotazione. E’ quindi molto semplice da scomporre e ricomporre in qualsiasi occasione.
led dissipatore
snodo in silicone
Vediamo qui a fianco le singole parti che la costituiscono, cominciando dalla base
snodo metallico
metallica dove la lampada si appoggia e rimane stabile grazie ad un magnete posto all’interno del cilindro di base.
cilindro di base
base di appoggio
39
pvc
MATERIALI
alluminio
“ inled �
sacla
ottone
pmma
dissipatore metallico silicone
legno di faggio
41
CILINDRO DI BASE La colonna portante della lampada è un cilindro in legno cavo, lungo il quale passa il cavo elettrico e la cui estremità superiore è filettata per collegarsi allo snodo successivo. Le lavorazioni più comuni per questo tipo di componente sono la tornitura e la foratura.
Il pezzo risultante è quindi molto leggero, e ha bisogno di una base solida per mantenere in piedi il resto della lampada, che pesa quasi il doppio. Per questo motivo, alla base di questo cilindro, è inserito un magnete circolare, il quale assicura l’intera lampada alla base metallica posta sul tavolo.
SNODO METALLICO Questo è l’elemento principale a consentire la mobilità e la flessibilità della lampada Si tratta di uno snodo metallico (in ottone) detto “a cardano” o “albero cardanico” che può ruotare di 360° lungo il suo asse centrale e inclinarsi di 180°.
Il pezzo viene tipicamente fornito da un’azienda esterna, poiché sono presenti in commercio delle misure e forme standard, quindi è molto facile da sostituire per necessità di manutenzione.
Il componente meccanico è usualmente ottenuto tramite tornitura.
43
SNODO IN POLIPROPILENE Per ricoprire lo snodo cardanico viene utilizzato un materiale flessibile ed elastico, che assecondi qualsiasi tipo di movimento si voglia compiere.
Per il prototipo p stati scelto un elemento idraulico: un sifone flessibile in polipropilene (PP), che permette di essere piegato in qualsiasi direzione e mantiene la posizione stabilita.
Si collega alla base in legno e al cilindro in plexiglas semplicemente ad incastro, per corrispondenza dei diametri.
Nell’ottica di una produzione in massa, si produce economicamente il pezzo tramite stampaggio ad iniezione.
LED Anche per quanto riguarda il LED, la produzione viene affidata ad un’azienda esterna.
Nello specifico, abbiamo scelto un LED composto da dissipatore, piastra di alloggio del LED, e circuito LED con innesto a slitta (brevetto Sacla INLED Technology), in modo tale da potere essere cambiato e sostituito facilmente.
Il dissipatore si ottiene tramite trafila, partendo da un profilo estruso.
45
TUBO IN PMMA La testa della lampada il Plexiglas (PMMA - Polimetilmetacrilato), si ottiene tramite estrusione (1) e successiva tornitura esterna ed interna (2 e 3).
1
2
3
Successivamente il tubo viene sabbiato internamente per favorire la diffusione della luce e la sua riflessione lungo la parte orizzontale.
TAPPO E LASTRA La diffusione della luce avviene verticalmente lungo il tubo in plexiglas, e si rifrange nella sabbiatura di quest’ultimo. Per impedire che parte della luce si disperda ed esca dall’altra estremità, un tappo la chiude e ad esso è collegata una lastra metallica che segue la forma della circonferenza interna dell’estruso acrilico. Anch’essa risulta ausiliare alla riflessione e soprattutto alla capacità di indirizzamento corretto della luce stessa. Il tappo/riflettore, infatti, può ruotare e quindi indirizzare il raggio luminoso a 360°.
La lastra metallica si ottiene per estrusione e si incastra meccanicamente al tappo in PVC stampato ad iniezione e tornito.
47
straw
-
render
49
50
straw
-
san giorgio in poggiale ,
fotografia ambientata
51
VERIFICA DEL PRODOTTO
MANUTENZIONE Siccome il prodotto è composto da un numero di pezzi limitato, il tempo di assemblaggio non supera i 5 minuti e le riparazioni sul prodotto sono piuttosto semplici da effettuare, non si
produzione assemblaggio i n s ta l l a z i o n e
prevede l’implementazione di alcun piano di manutenzione preventiva.
Va anche ricordato che la vita utile di un
manutenzione
LED è di circa 80.000 ore, ossia 25 anni,
c o r r e t t i va
considerando un utilizzo medio di 10 ore al giorno (orario di apertura di una biblioteca).
s m a l t i m e n to
53
ANALISI DEI COSTI L’analisi dei costi è stata condotta considerando la produzione dei componenti
co s to d e i co m p o n e n t i
affidata ad aziende eserne (in outsourcing) e
Base in legno
3,80€
che il produttore si occupi esclusivamente della
Cavo elettrico
1,5€
fase finale di assemblaggio.
LED
5€
Il relativo costo di montaggio del prodotto è
Tubo in plexiglass sabbiato
4,80€
Tappo con lastra metallica
1,50€
Snodo in ottone
5,20€
Snodo in silicone
4€
Pulsante di accensione
7€
stato calcolato supponendo un costo orario di manodopera di 25€/h ed una produttività misurata realisticamente in 20pz/h.
I costi riportati in tabella sono indicativi per la produzione di una singola lampada, in
costo della manodopera
un’ottica di produzione di un lotto di 500 pezzi
Costi di assemblaggio
2€
e, considerando un moltiplicatore di 5 volte
costo del packaging
0,20€
to ta l e
35€
il costo di produzione, il prezzo di vendita stimato è di 175€,
55
COMUNICAZIONE
NAMING Il nome “Straw” (“Cannuccia”, in inglese)
logo
deriva certamente dalla sua forma, ma non solo. La cannuccia nasce, infatti, come strumento per attingere dallo stesso recipiente, condividendo la medesima bevanda tra più persone. Così, Straw, nasce con l’idea di condividere la luce come elemento di piacere (o necessità) personale, ma in maniera conviviale. La sua intriseca flessibilità, fa di Straw
Nexa Light ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz 1234567890 ,.-[]@#§?!
un elemento di arredo ed uno strumento customizzbile in ogni direzione e volendo in intensità, esattamente come da una cannuccia si possa aspirare piu’ o meno forte
C=0 M=0 Y=0 K=60 C=0 M=0 Y=0 K=100
e da qualsiasi posizione.
57
VARIANTI Come è comune in tanti altri oggetti industriali, è stata concepita per Straw una gamma di varianti del prodotto:
- Il prodotto singolo: venduto in un unico elemento e destinato ad un uso domestico - La variante trasportabile: all’interno della parte in legno sono contenute due batterie al litio ricarciabili con tecnologia wireless, tramite l’utilizzo di bobine attraverso l’alimentatore posto nella base metallica. - Straw Terra: la base in legno raggiunge un’altezza di 150 cm e il LED più potente.
PACK AGING Il parallelepipedo risulta facilmente maneggiabile, trasportabile ed impilabile. Per ridurre l’ingombro, la testa in plexiglas della lampada non viene assemblata, lasciando quest’ultimo semplice incastro all’installatore.
Le dimensioni finali sono di 16x8x38cm.
Sul fondo della scatola sono riportate le specifiche tecniche e le ultime linee guida per l’installazione.
59
BIBLIOGRAFIA Le piazze del sapere. Biblioteche e libertà (2009) a n to n e l l a ag n o l i
Architettura della biblioteca (2004) marco muscogiuri
Library lighting (1970) k e y e s d e w i t t m e tc a l f
SITOGRAFIA Archiproducts Artemide FontanaArte Viabizzuno Sacla INLED Oluce Ingo Maurer Emeralite
Un ringraziamento a Mario Nanni, per l’opportunità, la grande fiducia e il sostegno nel realizzare questo progetto e all’azienda SACLA srl, per la prontezza nell’avermi fornito competenze e materiale di grande utilità per il mio prodotto. 61
A papà , per la colonna sonora di ogni mia pagina Alla mamma e a Caterina, per supportarmi - e sopportarmi- sempre A Lucia, per l’intuizione e per aver dato avvio al mio percorso A Marco, il mio sole Grazie infinite
63