Giorgio Dalla Costa / IO SONO VERDE _ INQUINAMENTO MENTALE

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IO SONO VERDE INQUINAMENTO MENTALE

GIORGIO DALLA COSTA

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IO SONO VERDE INQUINAMENTO MENTALE

GIORGIO DALLA COSTA

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particolare dell’opera

: Giudizio /

volontà ribelle


GIORGIO DALLA COSTA

IO SONO VERDE Cerco di vivere in sintonia con la natura delle cose, imparo la conoscenza del mio essere e la relaziono con tutto ciò che mi circonda. Coltivo un pensiero libero senza la pretesa che venga condiviso. Rispetto la vita e mi dedico ogni giorno per lasciarla migliore di quando mi è stata donata. Lotto per la libertà attraversando l’arte, per scoprirla e conoscerla nel profondo senza mai dimenticarmi la sua semplicità. Non faccio discriminazioni, sono per le capacità e le competenze. Sono per l’IO, essere, amare se stessi con il dovuto rispetto. Riesco a stare da solo, ascolto il silenzio. Giorgio Dalla Costa, settembre 2021

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INQUINAMENTO MENTALE

/ LUCE FILTRATA GIORGIO DALLA COSTA / ACRYLIC ON CANVAS / 100 X 70 CM / 2021


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DISTURBO / COSTRIZIONE PRESENTE

GIORGIO DALLA COSTA / ACRYLIC ON CANVAS / 100 X 70 CM / 2021


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VERTIGINE / PRECIPITARE NEL VUOTO

GIORGIO DALLA COSTA / ACRYLIC ON CANVAS / 100 X 70 CM / 2021


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RIFUGIO / VENTO DI TORMENTA

GIORGIO DALLA COSTA / ACRYLIC ON CANVAS / 100 X 70 CM / 2021


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SOLITUDINE / SCORCIO VELATO

GIORGIO DALLA COSTA / ACRYLIC ON CANVAS / 100 X 70 CM / 2021


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PASSAGGIO / LE STESSE COSE

GIORGIO DALLA COSTA / ACRYLIC ON CANVAS / 100 X 70 CM / 2021


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GIUDIZIO / VOLONTÀ RIBELLE

GIORGIO DALLA COSTA / ACRYLIC ON CANVAS / 100 X 70 CM / 2021


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“Image the invisible” Dietro il pensiero umano c’è l’oscurità. Dietro il pensiero umano Giorgio Dalla Costa traccia i primordi di un’arte in divenire. Nulla è scritto, nulla deriva da una progettualità precostituita. Siamo nudi, di fronte alla tela; osserviamo noi stessi in balia dell’ignoto, consci che qualcosa sta per avvenire. È la poesia dell’arte, un momento, una frazione di secondo che accende la miccia della vita, della vita vera, fatta di passione e di sincerità. Nulla nasconde una tela bianca. È una domanda, null’altro che una domanda che rivolgiamo a noi stessi. Dalla Costa è il poeta seduto in riva ad un mare silenzioso, in attesa del fragore delle onde che, un tempo lontano, si avvicina sempre più fino a divenire urlo assordante. Si alza, Giorgio, aggredisce la tela, urla le sue onde investendo la superficie di colori che richiamano l’anima. E noi osserviamo attoniti il grande spettacolo dell’arte, madre natura di un uomo che improvvisamente ha mille storie da raccontare, raccolte in un pennello, in un gesto, in un semplice, univoco, movimento. Sembra di vivere l’esperienza di una nascita, la si avverte dalle vibrazioni della tela, nell’estasi catartica di colui che parla il linguaggio del contemporaneo, eroe dei nostri tempi fatti spesso dalla superficialità dei mass media. Una meditazione interiore così profonda che spinge Dalla Costa a toccarla, la tela, mentre ancora è fradicia di colore acrilico steso con ampie volute dinamiche nel più tipico gesto informale. Alchimia? Arte o Poesia? Dalla Costa è l’insieme irrevocabile di alambicchi fumanti, pennelli grondanti e lettere ancora non scritte. È seduto ora, Giorgio. Minuti ad osservare ogni singolo passaggio, ogni singola goccia del sudore steso in quel racconto, esausto, ma ancora in cerca di un ultimo momento, un ultimo gesto, per poter considerare il suo racconto, terminato. Solo allora le luci si accendono, il palco freme, il pubblico applaude. Il suo viaggio è concluso, dietro la sua anima, ora, riusciamo a leggere un’oscurità fatta di gialli e rossi, neri acrilici e vernici nel momento in cui i nostri occhi si fondono con quelle pennellate. Un momento, che da ora, viene chiamato Arte. settembre 2015 _ Matteo Vanzan

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BIOGRAFIA

“Tolgo materia per riempire lo spazio …” esordisce così Giorgio Dalla Costa parlando della sua arte e questa affermazione per molti aspetti è rivelatrice del suo incalzante desiderio di liberarsi degli orpelli e protendere liricamente all’essenza dell’interiorità. Tutto il suo universo artistico infatti ruota attorno ad una forza dinamica emozionale che sottende alla silenziosa attività dello spirito. Giorgio Dalla Costa nasce nel 1970 ad Arzignano, nel 1988 si diploma Grafico Pubblicitario e due anni più tardi apre uno studio di pubblicità e comunicazione che conduce fino al 2002, quando decide di dedicarsi definitivamente all’arte. L’interesse per l’arte in Giorgio Dalla Costa scaturisce da legami ancestrali. Il suo cercare è un da sempre confidare in se stesso assecondando l’impulso di tradurre in gesti grafici e segni ciò che sente e vive, annotando il tutto in foglietti, blocchi per appunti, fogli di carta Tintoretto (quello insomma che si trova disponibile attorno a lui nell’immediato). Questo apparente disordine di supporti occasionali e sparsi contrasta con la nitidezza e la chiarezza del suo procedere progettuale: i tratti sono rapidi, asciutti e incisivi, spontaneamente esatti e conformi alla limpidità dei suoi processi mentali. La ricerca artistica di Dalla Costa rimane nell’ombra per molto tempo e viene da lui condotta segretamente in parallelo alla sua carriera di grafico finché egli decide appunto di dedicarsi a tempo pieno all’arte concedendo un maggior respiro alle sue creazioni, che invadono anche il territorio dei materiali complessi. Comincia così una intensa fase di sperimentazi-


one, acquisizione e successiva padronanza delle diverse tecniche artistiche che si dimostrano di volta in volta funzionali al suo desiderio di aggiungere tappe al percorso di conoscenza del sé e dell’esistenza. I lavori dei primi anni Duemila sono generalmente di piccolo formato ed eseguiti con medium narrativi di carattere calligrafico come pastelli, chine e pennarelli. Dalla Costa, come un miniaturista medievale, calibra nello spazio di pochi centimetri segni precisi, colori morbidamente plastici e un viavai di linee che fluidamente entrano ed escono dal supporto rigenerandosi continuamente. L’artista inizia in questo modo il viaggio introspettivo verso la scoperta della profondità della condizione psicologica e degli stati emozionali, condotti al ritmo di un segno che equilibra nella composizione la tensione tra ciò che si minimizza e ciò che si espande, tra il dato reale e il visionario, tra il fisico e lo psichico. Ne escono opere come: “Il riflesso della vita”, “Fertilità”, “Presagio”, “L’attesa”, “Virilità”, “Il confronto”, “Volontà”, “Rievocazione”. Un segno il cui valore è magnificato quando, poco più tardi, Dalla Costa abbraccia la tecnica della pirografia: l’artista di-segna a fuoco sull’anima viva del legno ritracciandone i meandri delle fibre e delle nervature, sollecita i residui di linfa per far riaffiorare la struttura originaria della vita, ma non come codice su cui meditare, ma come evidenza del sentimento, del sensibile (“La scelta”, “Limite”). Per Dalla Costa il fare arte è un vero e proprio cerimoniale che gli consente di ritrovare una comunicazione con l’abisso del tempo e della memoria collettiva. Il suo avanzare operoso non è affatto convenzionale, anzi è un’audace ripercorrere le strade remote rinsaldando i passaggi che aiutano

a capire il processo di continuità tra presente, passato e futuro e delineare possibili traiettorie reali. Nella decorazione delle pelli e delle anfore a cui si dedica tra il 2004 e il 2006 trova la sublimazione dei suoi intenti: la pelle ricorda la superficie e l’immanenza del corpo umano, mentre le particolari forme dell’anfora (mitico contenitore ed emblema di raccolta e custodia della vita), rimandano all’unione di tutti i reciproci, all’incontro tra maschile e femminile, tra contenitore e contenuto, oltre a evocare l’infinito dualismo dello svelare mascherando, tanto caro all’artista. Egli catalizza i ritmi dello spazio rivestendo le sue anfore con una silenziosa danza di segni e una gioiosa armonia di colori e li coordina in uno snodo preciso del tempo, che è quello della loro origine. I titoli: “Vita”, “Conflitto d’amore”, “La passione”, “Nell’animo”, come sempre esprimono la sua poetica e potenziano l’energia dei suoi lavori. A questi oggetti seguono nel 2008 delle piccole sculture in terracotta dipinta e in pietra. Qui il gesto di Dalla Costa si fa a tutto tondo, l’autore estrae l’architettura dello spazio tridimensionale intrecciando il segno con il vuoto, non il vuoto come assenza, ma come possibilità di altro. Uno spazio dunque in cui l’opera e l’osservatore, nel loro incontro, possano espandere i limiti dello spazio disponibile, anche nel senso. Ne è un esempio evidente “Destino”, la monumentale scultura iniziata nel 2009 in pietra bianca di Vicenza, un materiale rivelatosi ottimale per l’artista per la sua plasmabilità e la sua caratteristica di possedere la memoria di milioni di anni di stratificazione di organismi fossili. Sembra infatti che nel momento in cui ci troviamo dinnanzi all’opera, questa scateni la sua mitologia latente attirandoci nella sua orbita di

atemporalità, in un luogo remoto in cui le nostre specifiche singolarità si annullano e riaffiorano le immagini del nostro inconscio nella matrice dell’universo. Giunti al 2010, risulta difficile fare il punto della ricerca artistica che in questo momento sta conducendo Giorgio Dalla Costa perché la sensazione è che, mentre si sta parlando, lui sia già oltre, verso nuovi orizzonti linguistici. Le sue opere più recenti sono delle incisioni a puntasecca, in alcuni casi anche di grandi dimensioni, eseguite su una lastra di plexiglass. Ancora una volta il protagonista assoluto è il segno, inferto con una padronanza incisiva calibrando armonicamente i tratti in sospeso tra una presenza e un’assenza, in un ritmo ascensionale che decodifica il percorso verso l’essenza più pura. Giorgio Dalla Costa avanza così, possedendo la consapevolezza dell’istante giusto nel momento giusto, nello spazio e nel tempo. Sicuro come un funambolo in bilico sull’abisso dell’Io, persegue il senso più alto delle cose scandagliando il tempo dell’eternità. Vicenza, 25 Novembre 2010

Martina Gecchelin

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INQUINAMENTO MENTALE / LUCE FILTRATA ACRYLIC ON CANVAS / 100 X 70 CM / 2021

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DISTURBO / COSTRIZIONE PRESENTE ACRYLIC ON CANVAS / 100 X 70 CM / 2021

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VERTIGINE / PRECIPITARE NEL VUOTO ACRYLIC ON CANVAS / 100 X 70 CM / 2021

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RIFUGIO / VENTO DI TORMENTA ACRYLIC ON CANVAS / 100 X 70 CM / 2021

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SOLITUDINE / SCORCIO VELATO ACRYLIC ON CANVAS / 100 X 70 CM / 2021

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PASSAGGIO / LE STESSE COSE ACRYLIC ON CANVAS / 100 X 70 CM / 2021

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GIUDIZIO / VOLONTÀ RIBELLE

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GIORGIO DALLA COSTA VIA CAPPELLETTO, 63 36045 LONIGO - VI - ITALIA +39.347 1633832

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