Che cosa è la Poesia? Guardati allo specchio e non me lo chiedere piÚ, la Poesia sei TU! R. Benigni
Dario Sebastiano Miceli Fine del Sogno Esperienze 1984-2011
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Dario Sebastiano Miceli
Fine del Sogno 1984 – 2011
A cura di Giorgio Franco
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Introduzione Questo volume intende offrire al lettore una visione letteraria del cammino poetico di Dario Sebastiano Miceli; v‘è sempre, in ogni poeta, in modo più o meno latente un intento ideologicodidascalico o idealistico-liberatorio: si tratta - a ben vedere - di una eredità inconscia o talora consapevole che assorbe le origini della nostra poesia, sintesi certa del mondo greco e della latinità. Dario Sebastiano Miceli non fa certo eccezione e in tutta la sua produzione poetica si è manifestata sempre l'affermazione dello ethos e della gnome non arte moralisticamente ma sicuramente come esperienza umana al servizio degli altri; da uomo a uomo vivo tra gli uomini, cittadino del mondo, figlio dell'Amore, Miceli ha saputo destare nel lettore valori solitamente oggi sopiti ed obsoleti. Per altro il nostro, nella realtà in cui si è sempre mosso, ha saputo travalicare i chiusi limiti dell'esperienza individuale e quotidiana per indagare ben oltre, in un viaggio fantastico attraverso gli immensi silenzi del cosmo per avvicinarsi alla divina luce del tutto di cui egli, Miceli, ha saputo cogliere il senso dell'Eterno, della Fratellanza, della Pace, dell'Amore. Reale ed ideale si fondono cosi in questa poesia che, pur nutrendosi del contesto storico del presente, può dirsi acronica, ascrivibile ad ogni età, cogliibile sempre da chi non ha dimenticato la lacrima o il sorriso. In questa singolare raccolta, Miceli recupera un passato denso di emozioni, ricco di palpiti, pregno di sensazioni, percorso sovente da brividi oscuri quasi fosse un poeta maledetto; non è poesia della memoria, non è autobiografismo romantico, tantomeno decadente crepuscolarismo; non è calligrafismo puro tanto meno spontaneismo naïf. L’appartenenza è una scatola vuota / che si riempie di tutto / è una musica composta da quiete / In cui risuona tutta la nostra armonia .
Giorgio Franco
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Dario Sebastiano Miceli nasce a Catania giorno 11 Maggio del 1984, specializzato in Navigazione e Cartografia nel 2003 si diploma anche come Geometra nel 2009, già nel 2008 consegue il Master in Gestione e Strategia d'impresa presso la Business School del Sole 24 Ore. Fin da piccolo grazie al lavoro del padre viaggia in tutto il mondo, ha iniziato la sua attività da freelance lavorando come operatore CAD a Dublino, durante il servizio militare volontario si è occupato della gestione del personale radiotelegrafista del Comando Aviazione dell'Esercito a Viterbo, dal 2006 al 2008 lavora
all'interno dell'Ufficio Navigazione della compagnia aerea Wind Jet S.p.a. dove si occupa di cartografia, pianificazione volo e manualistica di bordo, durante questa fase collabora con vari studi tecnici come topografo, dopo di ché per qualche periodo ha lavorato anche come Offshore Surveyor per importanti imprese di servizi offshore all'industria OIL&GAS come MSS, Elettra e Petrol IEOC. Nel 2010 dopo essersi riqualificato come Tecnico delle Scienze Ingegneristiche per la Conduzione di Cantiere (ISTAT 3.1.2.5-Tecnici delle costruzioni civili ed assimilati) ha lavorato come consulente cartografo, impiantista ed assistente di cantiere presso il Consorzio C.E.M. di Augusta. Nel 2008 riceve la nomina di Socio Benemerito da parte dell'ANFOS-Associazione Nazionale Formatori della Sicurezza, dal 2009 è socio di ENERGOCLUB “Associazione di cultori, ricercatori, innovatori e appassionati di fonti energetiche rinnovabili e di tecnologie efficienti “, in qualità di Tecnico delle costruzioni civili dal 2012 a Catania lavora in una delle società di ingegneria più importanti della Sicilia per la progettazione di Infrastrutture Stradali e Ferroviarie in Italia ed all'Estero, esso assiste gli specialisti nella ricerca nel campo dell'ingegneria civile e nella progettazione di edifici, strade, ferrovie, aeroporti e porti e di altre opere civili, ovvero applica ed esegue procedure e tecniche proprie per disegnare, progettare, sovrintendere alla costruzione e manutenere tali opere; per controllarne gli impianti, gli apparati e i relativi sistemi tecnici e garantirne il funzionamento e la sicurezza; per rilevare dati e disegnare le relative planimetrie, prospezioni e mappe. Appassionato di storia, politica, arte, archeologia ed architettura si dedica con infatuazione non soltanto allo studio applicativo delle costruzioni civili ma anche ai temi dello sviluppo agrario e rurale, a quelli delle fonti rinnovabili di energia nonché a quelli riferiti all'Agro Energetica ed alle costruzioni in legno, perché è fortemente convinto che saranno questi i mezzi che devono essere utilizzati per risolvere il problema economico Siciliano ed è proprio per questo che è anche un simpatizzante del “C.R.I.E.A. - Centro Regionale di Informazione ed Educazione Ambientale”. 8
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Fine del Sogno [Esperienze] 1984 – 2011 Espongo i miei pensieri partendo da un punto di vista; Uno squarcio sul sistema. pubblicata da Dario Sebastiano Miceli - 22 novembre 2010 alle ore 23.42 E’ esattamente da due ore che contemplo i quadri di Fontana, squarci e tagli come se stessero a pugnalare un sistema: la monotonia del tutto uguale. Sono partito molte volte certamente non per scappare, bensì per capire, capire soprattutto me stesso; son partito per capire come va la storia del Mondo, capire per tornare ed applicare quanto imparato. Il silenzio di quei quadri è un po’ il silenzio del buio , non bisogna scappare da esso anzi bisogna ascoltarlo, guardarlo e pian piano si vedono i lineamenti di quella luce che definisce la forma di nuove cose. Ogni etichetta è inadeguata a definire l’arte e questa sensazione. E’ possibile che non vi sia nessun coetaneo o quasi che non riesce a vedere una luce su quell’ombra che si vede su quel quadro di Fontana – inutile chiedersi che relazione intercorra tra il non concepire l’Arte ed il rifiutare tutto ciò che ci appartiene ; Molti credono che sia folle, così come capita alle persone con cui mi ritrovo. Eppure cambiare la propria realtà, mutare il proprio paese non credo affatto sia una pazzia. C’è chi preferisce lasciarlo morire lentamente in agonia – ma spiegatemi voi lettori se non è una cosa ancor più pazza, se non è un’insana follia stupratrice della nostra mente. Non servono uomini o donne, non serve nemmeno essere uomini o donne, serve solo pensare e agire con buon senso; serve solo sostenere la follia, dato che la normalità sia il presente, è diventare un po’ come loro; pazzi come Falcone e Borsellino, come Saviano e Travaglio o come quel piccolo uomo che con il suo esile corpo a piazza Tienanmen fermò tre carri armati. Oggi v’è gente che si definisce gente d’onore, io li definirei discendenti di essi, desirerei tanto che mi spiegassero oggi dove sta il l’onore, l’orgoglio! I loro/nostri padri erano uomini sinceri dall’austero cortile di compagnie serali, di rispetto reciproco, credenti nella famiglia e nella comunità. Il cambiamento non è certamente cosa facile e non sempre è roba da vincitori, ma se non partiamo quanto meno a cercare di trasformare e plasmare il marcio, non riusciremo a fare grandi cose. Io come ognuno di voi ho diritti e doveri; ho il dovere di rispettare il mio paese, la mia gente ed ho il diritto di poterlo trasformare per poter cambiare la realtà, senza stravolgere quanto di bene fin oggi hanno compiuto i nostri avi. Bisogna guardare oltre quello squarcio su quel quadro perché oggi, chi è delle mia opinione non deve né andare né tanto meno tornare, ma semplicemente restare e credere. Ed ecco che allora emerge il desiderio di comunicare con la poesia, una matassa di pensieri che prendono forma, tra certezze, opinioni, amori ed angosce.
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SCORRI TEMPO E SCORRI FORTE 21 ottobre 2010
Volan notti, scorrono giorni e resti lĂŹ, nei dintorni. Vola via da me, vola insieme a te, senza me. Ti scorro accanto come un Re, ti passo avanti senza pretese e vorrei che come valli distese morissimo senza intese, ma volan inverni, scorrono estati e sempre freddi siam ristati. Adesso va via il freddo, scorre forte il calore, e l'odio ridiventa amore.. peccato io, che sono diventato il terrore.
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L'AMARO IN BOCCA 31 ottobre 2010
Esce lenta, dal fuoco che tormenta, dall'occhio rosso che stenta, lentamente scivola sulla candita pelle mia sulla candita guancia tua, sulle labbra si sofferma, tanto quanto basta per farti sentire attratta, da quel dolore che tanto rende te distratta. L'anima mia ti maltratta, l'anima tua mi maltratta, l'anima nostra, al corpo nostro si ci strappa.
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ERA L'AVIATORE 6 novembre 2010
Sorridendo e cavalcando nuvole dorate mi sentivo aviatore perchÊ voi ci sognavate, senza tempo e spazio correvo nel vento con fermento, come gabbiano battevo ali da maestro e come lui mi sentivo un po’ maldestro, al calar della sera. La mano mi prese forte tornai in porto senza compagno morto, persi l'impavido freddo dell'aviatore, persi il sangue caldo del navigatore, nulla potei fare se non vederlo crepare, se non poterlo solo accompagnare sotto il cielo senza mai piÚ fargli sentire il vento del maestrale. Era un aviatore come me pilota e navigatore come me un grande sognatore..
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TI AMO 17 novembre 2010
Solo tu che leggerai este parole, capirai. ti amo son solo due semplici parole scritte col cuore, ti amo vuol dire soffrire d'amore vuol dire sentir dolore, amar-si vuol dire ascoltarsi vuol dire sentirsi, in un mare di lingue infuocate che incantano come lune stralunate, e se amar vuol dire aspettarti aspetterò perchÊ solo te sempre vorrò. Solo tu che leggere hai potuto sappi che io solo in te mi son perduto, come il bacio incantato sotto un cielo stellato!
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VENTO A NORD 26 novembre 2010
Il sole viene e la luna se ne va, cade giù dietro l'orizzonte e già si vede un nuovo fronte, sembrano fiori ed invece sono emozioni, son cose nuove che sbocciano all'interno e che forse sta volta restano in eterno, forse ancora non lo so ma sta volta mi perderò, nel ricordo sincero, come un fiore che sboccia fiero, ferma, posso solo sognarla, immagino la forza della sua grande dinamicità, il suo colpo di capelli che calmano i tormenti, quel suo battere le ciglia che ti stordisce e quasi costringe, immagino la dinamicità delle sue bellissime mani, immagino il canto candido e soave del suo sorriso, e il tempo dell'andare e il tempo dell'arrivare senza naufragare in questo grande mare, guardando oltre quel vento fatale che tanto mi aiutò a camminare, che porta lacrima e sofferenza e che oggi muore senza indulgenza, non so ne perché ne per come so solo quel che sento dentro, un grido grande come un sentimento.. 16
IL DESTINO 30 novembre 2010
Se esiste lo spirito, esso saprà se la luna di sole si tingerà di nuovo più forte di prima sarà se la stella di luce ribrillerà nel suo cammino tornerà se le nuvole vanno via dal cielo per un'altra corsa si partirà se quel che sento e ciò che sembra mai più nulla accadrà e per sempre così tutto rimanrà ed il tempo lo migliorerà!
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E FÙ 2 gennaio 2011
E fu sera e così mattina le stelle caddero tutte, come la prima fu sera e poi mattina col sorriso tornò più di prima fu sera e fu mattina e l'angelo dorato si tolse il cuor spezzato fu sera e poi mattina e l‘dolore se ne andò più di prima e fu ciò che non era quella strana percezione, serena oltretutto ciò che si vedea.
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VENERE 9 febbraio 2011
Se in voi mi son perso, e perché di tornar indietro non c'è verso, fin dal primo incrocio gli occhi vostri, ciliege calamitose, mi fanno sognare ed il cielo con un dito toccare, se rubate i sogni e la mente, non è certo colpa vostra voi siete creatura innocente. in sonno v’ho trovato mostri della ragione, d’un senso ed in voi mi son perso..
perché voi siete incantevole come l'aurora dell'universo, perché non v’è parola per descrivere quale meravigliosa, fragile e maestosa creatura siete in questo universo.
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L'INCANTO 13 febbraio 2011
L'amore è ipnosi, prende i sensi e te la sposi, la senti tremar quando con la tua bocca la cominci a baciar , la senti scolpire quando con le tue orecchie la imprimi senza udire,
la tingi nell'anima, nel cuore che con tando candore, viva ed ardente tanto maestosa si sente.
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V per VENDETTA 20 febbraio 2011
Le tue modifiche sono state archiviate credevi che t'avessi perdonato? eppure sai, non m'hai mai amato credevi di riuscir a conquistarmi di nuovo? credevi di trovar sollievo nello scambiare qualche frase nel vuoto silente, io non son capace di dimenticare e non posso dimenticare ciò c‘ha fatto male.
Forse sono colui che ti farà soffrire, per farti sognare senza morire.
Ed è l'ora mia, la rivincita mia ti userò, ti ammalierò e poi ti butterò via, come carta straccia userò il piacere, con pazzia. Così tu sola rimanrai, nella tua stupida e lenta agonia.
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L'ERMETA ALL'ERMETA 24 febbraio 2011
Pensi la sera alla malinconia, ed è poesia. Sai che non puoi esser mia impossibile immaginare senza le cose complicate, quante volte v'ho respinto e quante altre ancor lo farò ancor non so spero di aver sempre la forza di dir no, non credete che non piacerebbe immaginare i vostr‘occhi sognar, noi due, lì lì seduti in fondo al mar, e la mia bocca che va, comincia a baciare e la vostra lentamente che comincia a rubare, i sensi le emozioni morsi e mozziconi, noi due sempre vicini come amici a restare, silenziosamente sempre con gli occhi ci dobbiamo amare, perché io non son così coraggioso da potervi meritare da potervi rubare ed ammirare, perché spesso forse in amore non importa di ch‘è il cuore ricordate che che sempre vi aiuterò perché con il sorriso per sempre vi vorrò, ricordate che come amico sincero io sempre ci sarò.
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DOLORI D'AMORI 20 aprile 2011
Odo silente nel buio sognando le sue lacrime sul viso mi appoggio con la guancia al suo sorriso, impossibile non amare la sua poesia ti travolge come il vento che ti porta via, giù ed ancora giù dove gli occhi si incontra e diventan di color blu, sento quel vecchio calore che di tanto in tanto mi tagliava nel dolore, non vi è nulla per poterlo arrestare non vi è niente per poterlo ora placare, cosà è questo fervore che mi spacca in due il cuore e possibile che sia tornato l'amore, così impetuoso, lento e silente mi prende i sensi e porta via con sé tutti i tormenti, e inutile, inutile sperare che io possa realmente tornare a soffrire per amare, e di essa senza dubbi fidare, eppure non vi è petalo più bello che mi fa vedere l'arcobaleno ridarello, non vi è rosa più spinosa che mi fa sentire l'anima gioiosa, non vi è sogno più estroso se non quello di esser per sempre il suo moroso.
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IN MEZZO AL MARE 26 aprile 2011 E ora, che fare mi sento un uomo in mezzo al mare senza corrente e senz'amare solitudine piĂš totale, dal niente mi faccio trasportare e dal nulla mi faccio attirare, non so proprio ove andare e vorrei che l‘ vento come foglia da lei mi facesse atterrare, le sue dolci carezze tanto si fanno desiderare e le mie parole di tanto in tanto la fanno di nascosto arrossare, delle volte sembra quasi una ciliegia, rossa, lĂŹ, lĂŹ proprio in mezzo al mare, ove vi son io sempre pronto ad aspettare un suo sorriso che l'anima mia fa sospirare.
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DIO SCARLATTO HA ASCOLTATO 6 maggio 2011
Gli uomini che rinunciano all'amore non sono uomini coraggiosi
e non si meritano donne straordinarie ma che vi posso fare se il mio cuore lo fate innamorare
Tu sei e sarai sempre la pi첫 bella poesia che vi sia in ogni caso anche se non sarai mai mia !
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CHE UDITE 22 maggio 2011
Che fare, fare se non faccio altro che a voi pensare Che dire, dire se non ho il coraggio di farvi stupire che fare, fare se senza voi mi sento senza mare che dire, dire se solo voi mi potevate in questo momento sentire che pensare, se non ho la forza di lasciarvi andare se non ho la forza di lasciarla andare.
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IL CASO [volle] 15 giugno 2011
La sera vo incontrato e nella notte vo anche sognato non saprei ne i perchÊ ne i per come, so solo cosa che in quella sera mi son accorto che voi siete fascinosa; bella, bella piÚ di ogni rosa Na rosa di quella spinosa; I vostri occhi cantano giovinezza, i vostri nei son come diamanti ghiaiosi che accompagnano sorrisi luciesi La vostra chioma ribelle fa di voi una delle piÚ belle e non potete capire quanto mi catturate e l'anima accecate con volto vostro perso nel sonno del vuoto austero, bello e virtuoso Quello che non va non va è proprio la vostra dolce giovine e tenera era! Ed allora sognate sognate la mia bocca che vi possa baciare che al sol pensiero le gambe mie e le vostre comincian a tremare.
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INNAMORATI 22 luglio 2011
Non vi sono e mi mancate Non ci siete e mi pensate E' arrivata l'ora del firmamento ora basta con questo dolce tormento; Queste sono notti innamorate ed ora immaginate i baci dalle note incantate.
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IL TRAMONTO ALL'ALBA NUOVA, PERCHĂˆ 19 agosto 2011
Senza saper che fare Senza saper che dire riesco solo ad udire e tremare al suon soave del canto di sirena, che come un fuoco un buco allo stomaco scatena passa il tempo e vi fate desiderare per non correre il rischio di nuovo d'inciampare eppure le braccia vostre vorrei tanto abbracciare, le guance accarezzare, il cuore tanto riscaldare, vorrei, vorrei tanto ritornare ad amare ma ora e tempo di pensare a cosa di piĂš vi posso dare anche se voglio tremendamente ed assolutamente da voi per sempre tornare!
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3 OTTOBRE 2011 3 dicembre 2011
Ciò che rimane è un cuore senza pane non vi son parole per descrivere il dolore Si dice che amare sia un dolce pazzia o una lenta e dolorosa agonia mi promisi di restare pietra, immobile come roccia nell'ombra ove non si posson udire dolci note e parole tue non vi riuscii troppo forte era l'ebrezza salina che mi saliva alle labbra; Il cuore ricominciò a pulsare a battere come il fabbro fa con un martello ogni scintillio era un'emozione vivente come sentir l'età della frivola giovinezza ora tutto passa nell'oblio ove scuro e nero mi vedo solo io cara e dolce mon ami preferiamo ucciderci in silenzi tenebrosi piuttosto che viver sentimenti amorosi.
Non volgio più scriver frasi dolci di pazzia perché non riesco a scriver più la mia poesia senza te o mia dolce, grande e folle bugia.
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GIORNI DI STORIA 12 maggio 2012 – Giorgio Franco
Di affanni e lancette guaste, campane, sorrisi e rancori. Ripetizioni di gioia, imitazioni. Bibite gassate e risate, di solitudini, superamenti e sepolture. Di qualunque liquido sia la storia, a noi non resta che scivolarci fra le lame. Tra i fraintendimenti e gli abbandoni, avremmo desiderato o dubitato. Suona un rintocco e dentro le attese, i ticchettii; poi le vertigini.
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Il Mattino ha preso splendore dai sogni del mondo e raccoglie gli eventi fumanti delle pubbliche sorti anche i gatti tornano a casa riempiti di croste per i tetti e la vita mai sazi d’amore Bécquer, ti rinnovo la domanda: cos’è la poesia?
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Ringrazio innanzi tutto un mio grande amico, nonché curatore di questa mia modesta raccolta, Giorgio Franco, per la profonda emotività e per la sensibilità che ha per il suo popolo ed il suo territorio. Inoltre voglio ringraziare vivamente tutte quelle persone che conosco e che hanno fatto di me l'esperienza civile e non, per sopravvivere in questa moderna e scomoda società . Concludo questa prima raccolta di poesie con una attenta riflessione sulla creatura più bella ed affascinante del mondo: la Donna. Senza di essa la vita sarebbe solo un mondo di emozioni senza impulso e linfa vitale. Il cuore e la mente di un uomo possono amare tante idee e rispettarne al contempo tante altre. Contraddizione? Direi di no, qui ha inizio l’aspirazione poetica dell’intera poesia. Aspirare: significante in cui si sposano, convergendo, il “trarre a sé ”, sopraelevandosi, al divino, sembra esprimersi nel sogno dell’illusione visiva: “squarcia lo spazio / riduce i pensieri / in eco / nel ribattere emozioni”. Questo mostra e produce per l’intera poesia, ancora una volta, tra il reale e il sogno, tra desiderio e azione, quel senso di malinconia e di nostalgica voglia di volare, con gli occhi e con i progetti di uno squarcio di vita. Se vi è contraddizione essa sta tra l’invenzione di mezzi, che potrebbero far toccare l’agognata “sensazione” e “consapevolezza”, e la loro stessa insita limitatezza, perché fondamentalmente incapaci di raggiungere la superiorità ambita e creduta da ciò che siamo. Infatti, in definitiva, se si considera la giustapposizione tra l’aspirazione umana e la macchina la contraddizione è forte, come dire: io voglio volare, come nei sogni stare al di sopra di tutto e sentirmi libero, voglio avvicinarmi al divino, ma non potrò farlo e la stessa mia invenzione non elimina la mia limitatezza, né tantomeno la sua perché non ha vinto sul suono, né sul tempo.
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