Facoltà di Lettere e Filosofia Catania
A.A. 2011/2012
Beni Culturali Federica Faro Giorgio Franco Massimiliano Inì
MORTUARY PRACTICES AT TEL DAN IN THE MIDDLE BRONZE AGE: A REFLECTION OF CANAANITE SOCIETY AND IDEOLOGY Archeologia e storia dell’arte del Vicino Oriente Antico Prof.re Nicola Laneri
MORTUARY PRACTICES AT TEL DAN IN THE MIDDLE BRONZE AGE
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MORTUARY PRACTICES AT TEL DAN IN THE MIDDLE BRONZE AGE
LA PALESTINA NEL MEDIO BRONZO Geografia della Palestina La Palestina è una fascia di territorio compresa fra il mar Mediterraneo ad ovest, il deserto Siro-Arabico ad est, la valle fra il Libano e l’Hermon a nord e il deserto del Neghev a sud. I confini territoriali della regione non hanno mai avuto una precisa definizione né hanno mai racchiuso un solo popolo. Questa zona fu chiamata prima terra di Canaan, poi terra d’Israele, infine, in età greco-romana, Palestina (terra dei Philistei) . Essa può essere considerata come l’estremità sud-occidentale della mezzaluna fertile, ampio arco di terre coltivabili compreso fra il Golfo Persico, l’Assiria e il mar Mediterraneo e completamente circondato da vaste zone desertiche. La posizione geografica ha fatto della Palestina il punto di passaggio obbligato fra l’Asia e l’Africa, il ponte naturale fra la cultura e l’economia mesopotamica e quella egiziana.
Introduzione storica del MB Sicuramente ciò che caratterizza in maggior modo la seconda fase dell'età del Bronzo in Palestina è la rinascita del modello urbano. Questa fase ha inizio intorno al 1900 a.C. in simultaneità con l'arrivo della XII dinastia egiziana del Medio Regno e delle dinastie amorree di Isin, Larsa e poi della I dinastia di Babilonia in Mesopotamia. La fine di questa fase invece, viene determinata tramite due fattori: 1) la presenza di un tipo di ceramica caratteristica, databile all'epoca di Amenemhat III e IV (fine 1800 e inizio 1700 a .C), trovata nelle tombe reali di Biblo (odierna Jebel); 2) la scoperta di ceramica tipica dell'epoca di transizione MBIIa e di sigilli cilindrici attribuiti all'epoca di Hammurabi di Babilonia(1792-1750 a.C.) nelle tombe di Jericho. Secondo alcune fonti egizie, durante il regno di Amenemhat I, le terre d'Asia erano popolate per lo più da popoli nomadi. Tuttavia, i "testi di esecrazione" della XII Dinastia danno un altro resoconto. Questi testi erano delle statuette o recipienti di argilla su cui venivano scritti i nomi dei ribelli e dei nemici dell'Egitto, per poi frantumarli ritualmente. Nel primo gruppo di questi "testi", chiamato "testi di Berlino" e che venne pubblicato nel 1926, compaiono i nomi di diverse città Cananee, come Gerusalemme, Ascalon, Bet-Sean e Biblo. Il secondo gruppo dimostra che quasi tutte le principali città cananee prosperavano, facendo eccezione della città di Megiddo, forse perché legata all'Egitto. I nomi dei sovrani di queste città erano tutti semitici occidentali e nel gruppo di Berlino compare più di un sovrano per ogni città, mentre nel secondo gruppo uno solo. Questo probabilmente starebbe a indicare il passaggio avvenuto da un'organizzazione tribale a una urbana. Probabilmente il Levante fu il punto d'incontro della cultura egizia e della cultura mesopotamica, dato che furono trovate delle iscrizioni dei faraoni del Medio Regno sulle statue di Megiddo, Qatna e Ugarit, e sicuramente gli abitanti di Biblo ebbero stretti contatti con l'Egitto, in quanto i loro sovrani, oltre a scrivere il loro nome semitico in geroglifici, adottarono il titolo egizio di "governatore".
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Quindi si ipotizza che durante il Bronzo Medio, si sviluppa nella regione un forte sistema di città-stato. I centri principali furono Tell Dan(odierna Tell el-Qadi), Hazor, Acco, Meghiddo, Bet-Sean, Giaffa e Gerico.
Architettura Pubblica I centri maggiori, in Palestina, vengono ricostruiti nel MBIa con fortificazioni lineari in mattoni crudi, spesso arricchite con torri rettangolari o quadrate. Invece i centri sulla costa sorgono nella fase MBIb, con fortificazioni a terrapieno tipiche di questa fase di poco successiva, e mura ciclopiche. Solitamente completavano il sistema di protezione le casematte e le porte triple. Le città fondate all’inizio del MB mostrano un impianto urbanistico regolare, con perimetro rettangolare e in alcuni casi erano dotate di acropoli. Gli edifici religiosi, cioè i templi, venivano spesso eretti, insieme ai palazzi, nella zona pubblica della città. Essi erano di due tipi: 1) il tempio a sviluppo longitudinale in antis , di origine Siriaca. 2) il tempio tripartito, con vestibolo, cella e antecella, già precedentemente attestato. Ma i riti di culto venivano svolti in luoghi all'aperto, spesso adiacenti ai templi. Le installazioni più comuni nel Levante erano file di stele chiamate Massebot e piattaforme sopraelevate chiamate bamot.
Cultura Materiale La ceramica palestinese del MB illustra il raggiungimento di un nuovo standard tecnologico, con il miglioramento nella composizione e lavorazione di argille e delle tempere e un uso generalizzato del tornio veloce. Non troviamo in questo periodo solo il repertorio della ceramica comune ma anche un repertorio di produzioni ceramiche specializzate, destinate a usi specifici. Sono tipiche:
la ceramica rossa lustrata, con cui sono realizzate forme d'imitazione metallica; la ceramica tricromica (rosso, azzurro, giallo); la ceramica di "Tell el-Yahudiya", nera lustrata con decorazioni a bande e a triangoli campiti di punti stuccati in gesso; ceramica d'imitazione cipriota, caratterizzata da decorazioni plastiche e motivi dipinti a cerchi concentrici. Questa ceramica si diffonde per effetto degli scambi commerciali esistenti tra le due regioni. ceramica dipinta di rosso e nero, detta Bichrome Ware.
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Nel MB la metallurgia del bronzo stagnato raggiunge un grande consenso, grazie alle relazioni commerciali stabilite con le regioni produttrici come l'Afghanistan. Ci furono grandi richieste di toreati specialisti itineranti che si spostavano nei centri della regione. Il repertorio degli oggetti metallici in questa fase è vario, ma comunque standardizzato. In questo periodo vi è anche uno sviluppo considerevole della glittica, in particolar modo di influenza egizia. Infatti vengono prodotti sigilli cilindrici e scarabei di imitazione egizia. Gli scarabei di produzione palestinese appartengono a una classe detta Hyksos, in cui i motivi incisi sono geometrici e figurati e comprendono elementi egittizzanti, inclusi diversi geroglifici, spesso impiegati come riempitivi.
Il Sito Tel Dan ("Collina di" דן תלin ebraico), nota anche come Tel el-Qadi (Collina del Giudice ), è un sito archeologico in Israele in alta Galilea vicino alle Alture del Golan, alla fonte del fiume Giordano. Il sito è identificato quasi con certezza con la città biblica di Dan, la città più settentrionale del Regno di Israele, che secondo il Libro dei Giudici era conosciuta come Laish prima della conquista da parte della Tribù di Dan. Il sito di Tel Dan (Tel el-Qadi) è stato scavato per 28 anni circa, (attualmente da David Ilan, autore dell’articolo) rivelandoci quattro strati principali di occupazione risalenti alla media età del Bronzo (aree A + B, K,M, T e Y). Il contesto stratigrafico delle numerose tombe del MB ci offre l’opportunità di identificare i modelli di un processo diacronico in circa 400 anni. Le numerose tombe sono state distinte essenzialmente in 4 tipologie: le sepolture in vaso erano riservate ai bambini al di sotto dei due anni (con alcune eccezioni), le tombe a cista erano generalmente destinate ai bambini sotto la pubertà (talvolta solo i maschi), le tombe a camera erano per gli adulti di entrambi i sessi; in associazione con una tomba a camera è presente anche una tomba a pozzo con adulti inumati, quindi il tipo di sepoltura viene associato allo status demografico. Vi è un legame di partentela in quanto la maggiorparte delle tombe è posta sotto architetture domestiche. L’autore sostiene che queste sepolture siano una simulazione del grembo materno, vista anche la posizione fetale o flessa degli inumati, e la testa rivolta verso l’apertura della tomba. Sebbene l’autore non abbia approfondito i dettagli, sappiamo che i corredi rispecchiano i beni personali e di sostentamento coerenti con le personalità sociali, ed utili per un’altra esistenza.
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La stratigrafia e i resti del MB Le aree A-B e Y sono interessate dalla presenza di fortificazioni del Bronzo Antico (mura di pietre e mattoni, terrapieni e argini), distintive del MB in Palestina e indicatrici di una certa organizzazione e complessità sociale! La maggior parte delle sepolture hanno qualche relazione stratigrafica visibile con le fortificazioni. A Tel Dan (rispetto a scavi del MB come Hazor, Megiddo, Kabri ecc.), le piccole aree scavate non hanno rivelato realtà cultuali o palaziali, anche se vi è qualche evidenza che suggerisce la presenza di un edificio più monumentale sotto la piattaforma cultuale dell’età del Ferro nell’area T. Nella media età del bronzo, intorno al XVIII secolo a.C., gli occupanti di Dan costruirono un massiccio ingresso fortificato sul lato orientale della città. Costruito interamente in mattoni, il cancello è caratterizzato da tre enormi archi che incorniciano l'ingresso in città. Alcuni archeologi classici in passato sostennero che la struttura fosse di periodo e fattura romana, ora sappiamo non solo che l'arco ha origine nel Vicino Oriente, ma che la cosiddetta porta cananea a Tel Dan conserva intatto il primo arco del
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Tombe a camera L’ingresso a pozzetto sembra essere il mezzo d’accesso predominante, se non l’unico, nelle tombe di Tel Dan. Le tombe sono lunghe in media 2,83m, ampie 1,84 e alte 1,46m. Necessita di un’attenzione particolare la tomba T4663, più lunga delle altre e di forma asimmetrica, con pianta trapezoidale in contrasto con il piano consuetamente rettangolare. Alcune tombe come la T.8096 e la T187 presentano un ingresso laterale dalla trave. Sono quasi tutte costituite da grandi lastre di pietra poste sulle mura verso l’interno. Solo la T.8096 presenta una copertura curvilinea ad “alveare” con tetto a raggera. Contengono dai 4 agli 8 individui e vi si trova generalmente il maggior numero di corredi. L’autore nell’articolo non ci fornisce dettagli minuziosi sul corredo o sull’articolazione dei corpi inumati.
Tombe a cista Le tombe a cista sono la versone più piccola delle tombe a camera. Viene scavato un pozzo sotto la superficie abitativa e costruita la tomba. Per definizione le tombe a cista hanno l’ingresso dal tetto senza dromos o pozzetti, tuttavia molte dellle tombe in analisi presentano un ingresso laterale. Non sappiamo se questo fenomeno sia dato da necessità materiali o abbia una valenza ideologica. Solitamente troviamo sepolto un individuo, tranne la T.371 che conteneva quattro sepolture in cista ( più due sepolture in vaso successivamente collocate sopra il tetto). Generalmente questo tipo di sepolture conteneva gli infanti dai 3 ai 12 anni .
Tomba a pozzetto La tomba a pozzetto è associabile alla tomba a camera 1025. Il pozzetto infatti comprende probabilmente l’accesso originale della tomba a camera. La problematica di questa sepoltura è la datazione. Questa dovrebbe avvenire stabilendo se il pozzetto T.3126 si data prima del terrapieno o dopo. Almeno 4 individui con corredi funerari sono stati sepolti qui; flessi nella parte superiore e relativamente intatti. La configurazione della posizione flessa e dei corredi funebri escldue comunque una semplice disposizione.
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Sepolture in vaso L’orientamento delle sepolture in vaso è principalmente, ma non sempre, dettato dall’orientamento dell’architettura. Questo è evidenziato dal fatto che i vasi sono spesso posti accanto e allineati alle mura. L’orientamento dominante delle sepolture in vaso (nonché delle tombe) è nord-sud, est-ovest. Pochi sono i vasi volutamente posti sotto le mura, molti sono stati inseriti dal piano di calpestio obliquamente o sotto le fondazioni dei muri. Solitamente il vaso è privo della spalla e del collo per rendere possibile l’inserimento del cadavere, talvolta richiuso con un grosso frammento di un altro vaso. La testa è spesso posta in apertura del vaso e il cadavere flesso o contratto. La posizione del cadavere nel lato destro del vaso è teorizzata come conseguenza del fatto che la maggioranza della popolazione sistemasse il cadavere con la mano destra, si escludono quindi cause ideologiche o sociali. Alcuni di questi vasi sono posti dentro (o gli viene costruito intorno) un cerchio di pietre che non avendo un riscontro pratico, deve avere un significato simbolico. In queste sepolture troviamo oggetti di accompagnamento e molto probabilmente contenevano liquidi. I resti umani sono prevalentemente appartenenti a bamibini al di sotto dei 2 anni. Ci sono tuttavia delle eccezioni: sepoltura 368, un phitos contenente 5 bambini di un anno circa; e sepoltura 4648, un phitos contenente due bambini, di cui uno appena nato e uno intorno ai tre anni. Entrambe le eccezioni sono in pithoi, questo potrebbe avere una valenza ideologica o sociale.
Interpretazioni Le prime tombe a cista contengono sepolture singole. Quelle più tarde contenevano sepolture multiple successive. Questo si nota maggiormente nelle tombe 1025, 187b e 8096 dove i resti scheletri sono stati spinti contro le pareti per far posto alle sepolture successive. Il passaggio dalla sepoltura singola a quella multipla viene interpretato dall’autore dell’articolo come un indicatore dell’aumento della complessità sociale. Il ritrovamento di offerte di sepoltura fa pensare che l’interazione della società con il defunto non si è conclusa con la sepoltura.
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Il rito funerario e la società di Tel Dan Il rituale funerario prevede l’inumazione in tombe singole e/o familiari a camera o a pozzo scavate nella roccia. Vi sono, inoltre, anche sepolture in fosse o in giara, nonché l’uso di urne fittili con coperchio. Questo studio legato ai resti funerari ed alla tipologia di sepoltura del MB a Tel Dan, è stato effettuato tenendo conto diverse ipotesi, è comunque lecito pensare che le pratiche funerarie riflettono una organizzazione sociale interna con dei valori culturali. Il culto degli avi, è frequente in Palestina e potrebbe essere sorto in connessione con la nascita delle strutture patriarcali. Tenendo conto delle poche testimonianze del MB ricavate dagli studi condotti negli ultimi anni da David Ilan ed altri studiosi, è opportuno precisare che le basi non sono sufficienti per capire precisamente i caratteri cultuali e societari di Tel Dan. Da un lato, come spiega David Ilan, è stata effettuata un attenta analisi per discernere i fenomeni sociali, della social persona e della parentela di appartenenza, mentre dall'altra è stato cercato il comportamento rituale nel suo contesto cosmologico.
Il comportamento cerimoniale, le credenze religiose e il sistema sociale sono chiaramente associati l’uno con l’altro e non dovrebbero essere contrari fra loro. Il contesto di Tel Dan ci porta ad ipotizzare che si tratti di una società tribale priva di classi sociali, con un potere centrale e con capacità di decisione, di controllo e di coercizione nei confronti dei gruppi di discendenza che la costituiscono (sistemi riscontrabili spesso nelle popolazioni agricole o pastorali)
Huntington e Metcalf hanno posto particolare attenzione alla combinazione di contesti simbolici e sociologici dei rinvenimenti dei cadaveri, la spiegazione più profonda per quanto riguarda il significato della morte e della vita in molte società. In alcune città, è difficile arrivare a capire gli antichi concetti di morte interamente su una base artefatta. Per questa ragione, è da scartare momentaneamente una possibile comparazione con Tel Dan. Molti nuovi studiosi tendono ad appoggiarsi pesantemente sull'orientamento sociale con un po’ di enfasi sulla religione. Sia Ilan che Huntington e Metcalf adottano un approccio integrativo; il loro lavoro si occupa di contemporaneità, osservabili nelle comunità analizzate. Le peculiarità della deposizione funeraria diversa da un caso all’altro, evidenziano distinzioni per età e sesso. Certamente dal punto di vista culturale il Medio Bronzo rappresenta una grande svolta, in cui il mondo simbolico religioso viene a configurarsi in modo più complesso ed organico. Del resto anche i riti funerari sono sicuramente più numerosi e significativi. Il senso dell’aldilà, assume significati precisi nel mondo terreno. Nelle varie risposte date al post morte c’è il filo conduttore delle ideologie funerarie, sempre legate al desiderio di permanenza, continuità, conservazione del corpo e dell’anima.
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Interpretazioni Molti metodi di sepoltura rappresentano dei legami genealogici. Questa ipotesi trova supporto dal fatto che la sepoltura era eseguita sotto il piano abitativo od all'interno delle strutture abitative. Gli individui che abitano la casa e gli inumati contenuti in queste sepolture, si presume che appartenessero alla stessa famiglia ( il rapporto casa-tomba proposto da Saller per le tombe a camera intramurali di Ugarit). Un caso simile è stato riscontrato in sepolture contemporanee, a Larsa ed Ur, dove alcune tombe sono state costruite per gli individui della famiglia sotto le cappelle o i cortili di alcune case. Molti dei dati etnografici mostrano che le tombe a camera contenevano sepolture multiple successive, questo porta a credere che il parente defunto proteggesse la famiglia e che continuasse a vivere con essi. In un area non precisata da David Ilan si sono riscontrati casi che mostrano ulteriori dati etnografici. Trattasi di tombe a camera e sepolture in vaso, interpretate ragionevolmente come simulazione degli organi riproduttivi femminili. La sepoltura a camera e/od in vaso è stato paragonato al grembo; così come l’entrata alla cervice uterina ed il corridoio, pozzo o dromos al canale del parto. Quasi una comparazione nascita-morte un ritorno alla terra e quindi un modo di considerare la terrà come entità femminile divina. L’evoluzione culturale della società, nella specie fatta dell’individuo, ha conosciuto momenti di discontinuità e di accelerazione; l’attitudine dell’uomo al pensiero simbolico della sepoltura deve ritenersi connaturale a sé stesso. Il senso del sacro appare piuttosto una dimensione costitutiva dell’essere umano nel suo atteggiamento di fronte a realtà e forze più grandi di esso. Così si ricollega alla capacità di pensiero e comunicazione.
Conclusioni Il presente studio ha inteso esaminare i complessi cultuali che l’esplorazione archeologica in Palestina, precisamente a Tel Dan, ha finora restituito per la fase del Medio Bronzo e che mostrano la prima seria codificazione di un carattere di culto nella società palestinese di età pre-classica. Tel Dan rappresenta un complesso cultuale preservato ancora da comprendere, per la sua suggestiva ubicazione. La posizione scelta per la sua erezione, sembrano chiaramente indicare la natura di questo complesso cultuale quale possibile santuario e luogo periodico di pellegrinaggio ad uso della popolazione stanziata nella regione circostante. Quanto ipotizzato e scoperto fin oggi da David Ilan , infine, suggerisce nello specifico l’esistenza di un nesso tra lo sviluppo di una maggiore complessità sociale ed insediamentale e la comparsa dei primi complessi cultuali di carattere .
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Bibliografia Jack M. Sasson " Civilizations in the ancient near east" in Chief edition "The archaeology of ancient Israel" edited by Ammon ben tor Archeologia della morte, Nicola Laneri - Carocci editore Liverani, M. (2009). Antico Oriente: Storia, società, economia. Roma: Laterza Roaf, M., (1992). Atlante della Mesopotamia e dell'antico Vicino Oriente. Novara: Istituto geografico De Agostini Sasson, J. M. (a cura di, 1995). Civilizations of the ancient Near East. 2 Vol. New York, NY: Scribner
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