Raccolta pneumatici di bicicletta ESOsportbike - Ecomondo 2017

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Analisi di fattibilità di un sistema di raccolta e recupero di pneumatici e camere d’aria di bicicletta: il caso Esosport Bike Paolo Pipere - Consulente giuridico ambientale paolo@pipere.it; Nicolas Meletieu – ESO Srl; Giorgio Ghiringhelli, Elisa Amodeo – ARS ambiente Srl Riassunto In Italia si stima una produzione di rifiuti da copertoni e camere d’aria di bicicletta pari a 4 milioni di unità pari a circa 1.000 tonnellate/anno. Sul tema del riciclaggio degli pneumatici, è stato emanato un decreto in Italia (D.M. n. 82 dell’11 aprile 2011), che attribuisce ai produttori e agli importatori la responsabilità di raccogliere gli pneumatici usati, denominati con l’acronimo PFU, cioè “Pneumatici Fuori Uso”. Dagli obblighi del decreto sono esclusi i produttori e gli importatori di pneumatici da bicicletta. Il rifiuto costituito da pneumatici per bicicletta o da camere d’aria e flap è classificato, ai sensi dell’art. 184 del D.Lgs. 152/2003, come rifiuto urbano non pericoloso (se generato da privati cittadini) o rifiuto speciale non pericoloso (se decade dall’attività di un’impresa), assimilabile agli urbani con codice CER 160103 pneumatici fuori uso. La normale pratica quotidiana prevede che i privati quando dismettono pneumatici e camere d’aria di bicicletta (ciclisti, amatori, etc.) le destinino alla frazione indifferenziata dei rifiuti (RUR) oppure ai cassoni dei pneumatici presso le isole ecologiche, mentre la maggior parte dei produttori professionali (cicloriparatori, centri commerciali, etc.) avvia a recupero questi rifiuti come rifiuti speciali. L’istituzione di un servizio di raccolta dei rifiuti costituiti da pneumatici e camere d’aria per biciclette può quindi costituire una soluzione adeguata alle esigenze dei produttori di rifiuti, in particolare nei casi in cui il rifiuto non sia stato assimilato agli urbani dal Comune oppure, pur in presenza dell’assimilazione, il regolamento comunale imponga il conferimento alla piattaforma di raccolta, con conseguente necessità di iscrizione dei mezzi aziendali all’Albo nazionale gestori ambientali in categoria 2-bis (trasporto dei propri rifiuti). Esosport BIKE è un progetto innovativo di raccolta e riciclo dedicato ai pneumatici e alle camere d’arie delle biciclette che costituisce un potente incentivo al raggiungimento della conformità normativa nella gestione di questo genere di rifiuti. Summary The Italian production of waste from bicycles’ inner tubes and tyres is around 4 Million units equal to 1,000 tons/year. About tyres recycling , an Italian Ministerial Decree (D.M. n° 82, 11/04/2011) gives manufacturers and importers the responsibility of collecting used tires, with the acronym PFU, which means “Out-of-Use Tires”. Bicycle tyres manufacturers and importers are excluded from the Decree. Waste from bicycles’ inner tubes, flaps and tires is classified, according to Article 184 of Legislative Decree 125/2003, as non-hazardous municipal waste, if generated by a citizen, or non-hazardous

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industrial waste, if generated by a company, similar to municipal waste with EWC 160103 Outof-use tires. In the daily practice, private citizens (cyclists, amateurs, etc.) dispose these kind of waste together with unsorted waste or in waste collectors for out-of-use tires in municipal recycling centres, while most professional manufacturers (bicycle repairers, retailers, etc.) send them to recycling as special waste. Setting up a service to collect bicycles’ out-of-use inner tubes and tyres can match the waste producers’ needs, in particular when that kind of waste has been not classified as similar to municipal waste or when the municipality’s rules oblige to throw it to the recycling centre (forcing in this way the company trucks to be enrolled to the National Register of Waste Management Companies in the Category 2-bis “Transport of its own refusals”). Esosport BIKE is an innovative project on collection and recycling of bicycles’ inner tubes and tyres representing a powerful incentive for achieving regulatory compliance in the management of this kind of waste. 1. Introduzione La ruota di bicicletta è composta da una parte metallica (mozzo, cerchione e raggi) e una in gomma formata da camera d’aria e pneumatico o da un tubolare. La camera d’aria è formata da un tubo circolare continuo molto elastico, che le permette di espandersi al momento dell’immissione del gas in modo da portare in pressione il copertone in cui è inserita, e da una valvola con un apposito sistema di chiusura che ne consente il gonfiaggio. Lo pneumatico, generalmente detto copertone o gomma, è l’elemento che viene montato sulle ruote e che permette l’aderenza del veicolo sulla strada determinando, assieme al peso complessivo del veicolo e alla tipologia di fondo, il suo attrito con il fondo stradale. Gli pneumatici si dividono in diverse categorie: quelli muniti di camera d’aria (in inglese tube) e quelli che ne sono privi (tubeless). La copertura, costituita di gomma e tele di fibra o di metallo, è costruita in modo da trasmettere e ricevere gli attriti radenti e volventi che si generano con il movimento. Nel caso dei tubeless la copertura funge anche da camera d’aria. Lo pneumatico è costituito da diverse parti, fondamentalmente: battistrada, pacco cintura o cintura radiale, fianco o spalla, carcassa o tela, diagonale (bias o tele incrociate) e tallone.

Fig. 1 – Sezione pneumatico di bicicletta (Fonte: Wikipedia)

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Per le biciclette esistono diverse convenzioni per la misura degli pneumatici di bicicletta (in pollici, marcatura francese, ETRTO), ultimamente si è cercato di uniformare tali misure con i codici ETRTO (European Tyre and Rim Technical Organisation- organizzazione tecnica europea per pneumatici e cerchi) [1]. 2. Raccolta e recupero degli pneumatici usati 2.1. Normativa vigente Sul tema del riciclaggio degli pneumatici, in Italia è stato emanato un decreto (D.M. n. 82 dell’11 aprile 2011) che attribuisce ai produttori e agli importatori, sulla base del principio di derivazione comunitaria della “responsabilità estesa del produttore”, l’obbligo di raccogliere gli pneumatici usati, denominati con l’acronimo PFU, cioè “Pneumatici Fuori Uso”. Come in altri paesi europei, i produttori e gli importatori di pneumatici sono tenuti a recuperare una quantità di pneumatici equivalente a quella che hanno immesso sul mercato l’anno precedente. Il finanziamento di questo processo è reso possibile da un sovrapprezzo, il contributo ambientale, che è riportato sulla fattura o sullo scontrino fiscale rilasciato al cliente. L’importo dell’eco-contributo dipende dal tipo di pneumatico e dalla sua dimensione. Si stima che delle circa 400.000 tonnellate di pneumatici fuori uso che vengono annualmente generati in Italia, il 50% venga utilizzato come combustibile, il 25% venga macinato e riutilizzato come materia prima per una serie di applicazioni e il 25% venga disperso in discariche abusive. Dagli obblighi del decreto sono esclusi i produttori e gli importatori di pneumatici da bicicletta. La normale pratica quotidiana prevede che i soggetti produttori privati di pneumatici e camere d’aria di bicicletta usate (ciclisti, amatori, etc.) le destinino alla frazione indifferenziata dei rifiuti (RUR) oppure gli pneumatici vengono conferiti nel cassone dei pneumatici presso le isole ecologiche, mentre la maggior parte dei produttori professionali (cicloriparatori, centri commerciali, etc.) avvia a recupero questi rifiuti come rifiuti speciali. 2.2. Il mercato delle biciclette e la stima delle quantità degli pneumatici Il fatturato complessivo del settore industriale delle biciclette italiane è pari a 1,2 miliardi di Euro (2016), con un incremento del 12% rispetto al 2015. Il mercato è composto da 3.043 imprese produzione, riparazione e noleggio con 7.815 addetti. Più di 2 imprese su 3 (69,1%) sono artigiane: 2.103 imprese artigiane, con 3.936 addetti (50,4% degli addetti) [2]. Il parco circolante di biciclette in Italia è stimato in 4 milioni di unità [3]. Non esistono dati ufficiali circa la generazione annuale di pneumatici da bicicletta usati. La sostituzione dei pneumatici di bicicletta avviene secondo le seguenti possibili tempistiche: a) uno pneumatico viene sostituito sostanzialmente per usura ogni 4.000-6.000 km dal ciclista amatoriale/cicloturista a seconda della tipologia di pneumatico utilizzato; b) uno pneumatico può essere sostituito dopo un certo periodo di tempo, se non viene usato; c) meno raramente viene sostituito per danni in strada (es. bucature). Considerando l’ipotesi prudenziale di una sostituzione media di un treno di gomme e camere d’aria una volta ogni due anni ciò equivarrebbe ad una produzione annua complessiva pari a 2 milioni di pezzi di copertoni (peso medio 400g/cad.) e 2 milioni di camere d’aria (peso medio 125g/cad.), pari a circa 1.050 tonnellate/anno. 2.3. Classificazione degli pneumatici di bicicletta come rifiuto Il rifiuto costituito da pneumatici per bicicletta o da camere d’aria e flap è classificato, ai sensi dell’art. 184 del D.Lgs. 152/2003, come: a) Rifiuto urbano non pericoloso, qualora sia stato dismesso da un nucleo domestico, da privati cittadini;

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b) Rifiuto speciale non pericoloso, qualora sia stato dismesso da un’impresa o da un ente. Ai rifiuti costituiti da pneumatici fuori uso per biciclette e dalle relative camere d’aria non assimilati agli urbani e avviati al recupero o allo smaltimento da imprese ed enti deve essere attribuito il codice CER 16 01 03 - pneumatici fuori uso. Lo Stato, tramite la delibera del Comitato interministeriale sui rifiuti del 27 luglio 1984, ha operato l’individuazione delle tipologie di rifiuti speciali non pericolose ritenute assimilabili agli urbani. Nell’elenco dei rifiuti speciali non pericolosi assimilabili agli urbani, contenuto nella citata delibera, figurano, tra gli altri, i rifiuti costituiti da: “gomma e caucciù (polvere e ritagli) e manufatti composti prevalentemente da tali materiali, come camere d’aria e copertoni”. Alla luce di tale indicazione i rifiuti costituiti da “copertoni” (pneumatici) di bicicletta, in quanto diversi da quelli disciplinati dall’articolo 228 del D.Lgs. 152/2006 e specificatamente esclusi dall’ambito di applicazione di tale norma dal regolamento d’attuazione (D.M. 11 aprile 2011, n. 82), sono da classificare come rifiuti speciali assimilabili agli urbani. In proposito è indispensabile precisare che nel mese di febbraio 2017 il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) ha avviato un processo di consultazione delle parti interessate che condurrà a predisporre uno schema di decreto ministeriale volto a ridefinire i criteri qualitativi e quantitativi per l’assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani ai sensi dell’art. 195, comma 2, lettera e) del D.Lgs. 152/2006. 2.4. Obblighi di corretta gestione I rifiuti speciali non pericolosi per origine perché generati da attività economiche, ancorché assimilabili agli urbani, se non sono stati assimilati ai rifiuti urbani dal singolo Comune, o se per quella tipologia è stato previsto uno specifico divieto di conferimento al servizio pubblico di raccolta, rimangono tali e pertanto devono essere avviati al recupero o allo smaltimento a cura e onere del produttore. In particolare l’articolo 188, comma 1, del D.Lgs. 152/2006 dispone che: «Gli oneri relativi alle attività di smaltimento sono a carico del detentore che consegna i rifiuti ad un raccoglitore autorizzato o ad un soggetto che effettua le operazioni di smaltimento, nonché dei precedenti detentori o del produttore dei rifiuti.» Ne consegue che, fatti salvi in cui avviene l’assimilazione e i casi in cui il Comune offre all’operatore economico la possibilità di stipulare una convenzione per il ritiro dei rifiuti speciali assimilabili ma non assimilati, il produttore dei rifiuti speciali costituiti da pneumatici per biciclette è tenuto, sostenendone i relativi oneri economici, a: a) conferirli a soggetti iscritti all’Albo nazionale gestori ambientali nelle categorie 4 o 5 (in quest’ultimo caso a condizione che il trasportatore abbia ottenuto la possibilità di trasportare anche rifiuti speciali non pericolosi) e dotati di mezzi abilitati a trasportare i rifiuti ai quali è stato attribuito il pertinente codice CER al fine di avviarli a recupero o smaltimento negli impianti di trattamento autorizzati; b) trasportarli con propri mezzi aziendali debitamente iscritti alla categoria 2-bis dell’Albo nazionale gestori ambientali per lo specifico codice CER relativo agli pneumatici fuori uso ad impianti autorizzati a trattare quella specifica tipologia di rifiuti. 2.5. Possibili destini degli pneumatici di bicicletta Quando uno pneumatico non ha più le caratteristiche indispensabili per garantire una prestazione sicura ed efficiente, neanche attraverso la ricostruzione, diventa “fuori uso” – ovvero un rifiuto – e viene raccolto e recuperato, secondo le indicazioni del D.Lgs. 152/2006. Il PFU, grazie alle caratteristiche chimico-fisiche del materiale, si presta per l’utilizzo in numerose applicazioni, sotto forma di granulo di varie dimensioni. Lo pneumatico fuori uso, inoltre, è caratterizzato da un potere calorifico pari a quello del carbone e ciò lo rende una fonte

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energetica largamente usata in tutto il mondo per soddisfare la domanda di settori industriali altamente “energivori”, come cementifici o centrali di produzione di energie/vapore, che lo utilizzano sotto vari formati (intero, ciabatta, cippato). Il processo di recupero si compone di diverse fasi: stoccaggio, stallonatura, prima frantumazione, seconda frantumazione e recupero del materiale triturato. Il materiale finale può essere avviato a un duplice percorso di recupero: a) recupero di materiale; b) recupero di energia [4].

Fig. 2 – Schema recupero pneumatici usati (Fonte: Ecopneus)

3. Il progetto ESObike Il progetto ESOsport BIKE è un’iniziativa nata all’interno del più ampio programma ESOsport: nasce per la raccolta e il riciclo di pneumatici e camere d’aria di biciclette che, opportunamente riciclate, potranno essere riutilizzate per creare materia prima seconda per realizzare pavimentazioni antitrauma per parchi giochi e piste d’atletica nell’ambito dei progetti senza scopo di lucro “Il giardino di Betty” e “La pista di Pietro”. L’iniziativa è rivolta ai riparatori e rivenditori di biciclette che vogliono provvedere alla corretta gestione di questi rifiuti, contribuendo a ridurne l’invio a smaltimento. L’adesione all’iniziativa prevede il montaggio nel punto vendita dello Starter kit ESOsport BIKE dove potranno essere raccolte le camere d’aria ed i copertoni esausti sostituiti dal negoziante. Lo Starter kit è composto da: a) ESObox BIKE per la raccolta delle camere d’aria; b) Una piantana con palo colorato in ferro e crowner esplicativo nella parte superiore per la raccolta dei copertoni; c) Materiale promozionale. Il servizio ESOsport BIKE trasportare garantisce la raccolta e il trasporto delle camere d’aria e degli pneumatici di biciclette dal negozio o dal laboratorio di riparazione al centro di stoccaggio, per il successivo recupero della materia. La raccolta ha come fine ultimo, grazie ad un accurato procedimento di triturazione della gomma delle camere d’aria e dei copertoni di bicicletta, la generazione di materia prima seconda, che, attraverso l’Associazione GOGREEN Onlus, viene donata gratuitamente alle

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amministrazioni pubbliche per la costruzione dei Giardini di Betty, dedicati ad Elisabetta Salvioni Meletiou, e della Pista di Pietro, progetto dedicato a Pietro Mennea.

Fig. 3 – Inaugurazione nel Comune di Savigliano del primo punto ESO BIKE

4. Conclusioni L’istituzione di un servizio di raccolta dei rifiuti costituiti da pneumatici e camere d’aria per biciclette può costituire una soluzione adeguata alle esigenze dei produttori di rifiuti, in particolare nei casi in cui: a) il rifiuto non sia stato assimilato agli urbani dal Comune; b) pur in presenza dell’assimilazione, il regolamento comunale imponga il conferimento alla piattaforma di raccolta, con conseguente necessità di iscrizione dei mezzi aziendali all’Albo nazionale gestori ambientali in categoria 2-bis (trasporto dei propri rifiuti). Ciò significa che un servizio di raccolta differenziata e avvio a recupero degli pneumatici e delle camere d’aria può costituire un potente incentivo al raggiungimento della conformità normativa nella gestione di questo genere di rifiuti. Bibliografia

[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Bicicletta; [2] Rapporto ARTIBICI 2016, Confartigianato; [3] Rapporto Fiab 2013; [4] http://www.ecopneus.it/it/il-pneumatico-fuori-uso-pfu/Cos-e-e-come-si-recupera.html.

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