Ghiringhelli, Santi - Prima e dopo mettersi a tavola: lo spreco alimentare - Lambiente 5 2015

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Scienza & inquinamento

Prima e dopo il mettersi a tavola: Una legge per prevenire lo spreco alimentare e la valorizzazione dei rifiuti organici Giorgio Ghiringhelli, Presidente ARS ambiente Srl - Mario Santi, Rifiutologo - Email: ghiringhelli@arsambiente.it

Mettersi a tavola, a casa, al ristorante, in mensa, presuppone che del cibo sia stato prodotto, in alcuni casi confezionato e trasportato, che lo si sia acquistato e preparato, e infine consumato, del tutto o in parte. E a tavola possono prodursi scarti ed avanzi, quando non succeda che intere porzioni vengano lasciate intatte. Possiamo percepire immediatamente che fine fa quello che scartiamo e non consumiamo noi. Sappiamo che dalla nostra tavola può prendere la strada della raccolta differenziata dell’umido. Se siamo più virtuosi (e abbiamo un giardino o un balcone) lo destiniamo al compostaggio domestico. Se siamo meno attenti lo buttiamo nel rifiuto urbano residuo. Se mangiamo in mensa o al ristorante, sappiamo che scarti e porzioni non consumate diventano rifiuti, e prendono la strada della raccolta differenziata dell’umido (almeno dove questa è attiva e consolidata). Se ci pensiamo, possiamo immaginare che anche in ognuna della fasi della filiera del cibo, cioè in quelle che lo “portano a tavola”, possono crearsi eccedenze, o resti e scarti, di seguito esemplificate:

Figura 1 - Gli scarti alimentari.

 nella sua produzione, quando l’offerta supera la domanda, o per globali: l’analisi realizzata nel 2011 dalla FAO stima gli sprechi alimentari

inefficienze del sistema produttivo;  nel confezionamento e nel trasporto, e in tutti i passaggi di filiera

nel mondo in 1,3 miliardi di tonnellate all’anno, pari a circa un terzo

“dalla produzione alla cucina”, durante i quali qualcosa va perso e

della produzione totale di cibo destinato al consumo umano, mentre

una parte si deteriora;

un’altra ricerca indica che solo il 43% dell’equivalente calorico dei

 nel cucinare e preparare i piatti, con gli scarti e gli altri sfridi che

prodotti coltivati a scopo alimentare a livello globale viene direttamente consumato dall’uomo.

accompagnano queste fasi;

Istituzioni e letteratura specializzata definiscono gli sprechi alimentari in

 a fine pasto ci possono essere degli avanzi.

modi diversi, non esistendo una definizione univoca del fenomeno, né Il tema è di grande attualità, in particolare in Italia grazie a EXPO Milano

dati omogenei e confrontabili.

2015, il cui titolo è “Nutrire il pianeta, energia per la vita” e dove è stata

Il progetto comunitario FUSION offre però una definizione del Food

firmata la “Carta di Milano” che rappresenta l’eredità culturale di Expo

Waste: “Food waste is any food, and inedible parts of food, removed

Milano 2015 e che è servita da spunto per un recente e innovativa

from the food supply chain to be recovered or disposed (including

proposta di legge sul tema.

composted, crops ploughed in/not harvested, anaerobic digestion,

Il dibattito si è arricchito anche dell’Enciclica di Papa Francesco

bio-energy production, co-generation, incineration, disposal to sewer,

“Laudato si - sulla cura della casa comune” che tratta dell’equilibrio del

landfill or discarded to sea”. Limitandosi agli sprechi domestici e

pianeta, dell’economia circolare e dell’uso etico delle risorse naturali .

utilizzando diverse fonti statistiche nazionali (che non sempre sono

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del tutto comparabili) risulta che all’anno ogni persona spreca: 110

I numeri globali dello spreco alimentare

kg di cibo commestibile negli Stati Uniti, 108 in Italia, 99 in Francia,

Se passiamo dalla tavola del nostro esempio al complesso della filiera

82 in Germania e 72 in Svezia. Nei paesi in via di sviluppo, invece, lo

di produzione e consumo di cibo sono disponibili dei numeri che ci

spreco alimentare si verifica soprattutto attraverso le perdite a monte

danno la dimensione dello “spreco” in atto. Un fenomeno complesso,

della filiera. La tabella riportata di seguito illustra come un terzo della

lo spreco alimentare, che rappresenta uno dei principali paradossi

produzione mondiale di cibo finisca nella spazzatura: rapportato al

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l’Ambiente nostro paese questo significa che ognuno di noi in media “butta via 146

ambito energetico oppure finisce nella spazzatura.

kg di cibo ogni anno (2).

Anche in questo caso occorre verificare l’incidenza relativa dei vari stadi della filiera. Il dato più virtuoso è di nuovo quello della trasformazione,

Le eccedenze alimentari in Italia

che riesce a recuperare il 55% delle sue eccedenze. Seguono la

Secondo una indagine del Politecnico di Milano (3), ogni anno in Italia

produzione primaria, che recupera il 12%, la ristorazione (9%) e la

vengono generate 6 milioni di tonnellate di eccedenze alimentari: 2,5

distribuzione (8%). Purtroppo per quanto riguarda i consumatori finali

milioni da parte dei consumatori, l’anello finale della filiera, 2,3 milioni

la percentuale di spreco degli scarti è stimabile nell’intorno del 100%.

dai produttori primari (gli agricoltori e allevatori, il primo anello) e il resto nella fase di trasformazione (0,18 milioni), distribuzione (0.77 milioni) e

Come si affronta lo spreco alimentare

ristorazione (0,2 milioni).

Il problema dello spreco alimentare, abbiamo visto, è un problema

Le eccedenze generate nei campi sono il 2,9% della produzione agricola

complesso che richiede soluzioni specifiche e soprattutto la modifica

totale, mentre quelle generate nella fase di distribuzione rappresentano

dei comportamenti, personali e collettivi, di persone e di categorie

il 2,5% di tutte le merci mobilitate. Ancora meglio accade nelle aziende

economiche, con un contributo al tema degli Enti pubblici che è

di trasformazione le cui eccedenze sono pari allo 0,4%, mentre sono

fondamentale.

maggiori gli impatti nella ristorazione (6,3%) e tra i consumatori (8%).

Le politiche del cibo - che possono essere sviluppate a livello locale

Questi dati evidenziano che in Italia le eccedenze alimentari sono

e regionale, in modo che tutti i soggetti della filiera alimentare di

più basse rispetto ad altri paesi e già si fa molto per ridurle. Se però

produzione e consumo del cibo siano coinvolti in un progetto sinergico

consideriamo quante di queste eccedenze si trasformano in spreco il

- parte da tre obiettivi:

quadro è meno positivo, visto che ogni anno anno vengono gettate ben

 sviluppare la qualità in tutte le sue fasi, dalla produzione alla proposta

5,5 milioni di tonnellate di cibo per un valore di 12,3 miliardi di euro.

commerciale e ristorativa e ricettiva, dall’educazione alimentare al

Di questa enorme quantità solo mezzo milione di tonnellate di quanto

consumo e al rapporto col cibo.

prodotto in più viene recuperato a scopo alimentare e donato a fini

Il nostro paese può sviluppare e valorizzare le sue eccellenze

solidaristici. Il resto viene riutilizzato per alimentazione animale o in

enogastronomiche, che nascono dalla ricchezza della agro

Figura 1 - Gli scarti alimentari.

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Scienza & inquinamento biodiversità e dalle tradizioni locali. Le buone produzioni del settore

consapevole delle risorse e la sostenibilità ambientale” (7), in questo

primario che caratterizzano ed esaltano i territori e il tessuto

momento in discussione alla Commissione affari sociali della Camera

dell’ospitalità recettiva e ristorativa ad esse legate possono essere

dei deputati, punta a “favorire il recupero e la donazione dei prodotti

parte fondante del rilancio delle economie territoriali;

invenduti a fini di solidarietà sociale”, oltre che a “contribuire ad attività di

 accorciare il più possibile i passaggi e le intermediazioni lungo la

ricerca, informazione e sensibilizzazione dei cittadini e delle istituzioni”.

filiera alimentare. Lo sviluppo ad esempio di Gruppi di acquisto

Questa proposta di legge, che pare il testo su cui stiano convergendo

solidale (GAS), dei mercati locali a km 0 (di vendita diretta da parte

le principali forze politiche anche se vi sono altre proposte alternative

dei produttori), e dell’ospitalità agrituristica che parte dall’offerta dei

(ad esempio basate su proposte di leggi in altri paesi UE), è nata anche

propri prodotti, i loro legami con il turismo culturale e sostenibile

grazie ad un meccanismo partito dal basso (bottom-up), ovvero grazie

sono la prova dell’attualità di questa ipotesi economica e culturale;

agli stimoli provenienti dalla società civile e dal volontariato sul tema

 limitare la produzione di eccedenze (e più in generale di scarti

della riduzione e reimpiego sociale delle eccedenze alimentari. La

che diventeranno rifiuti) in tutte le fasi (della produzione primaria,

proposta vuole dare attuazione alle indicazioni contenute nella Direttiva

della lavorazione e distribuzione del cibo, del suo utilizzo), puntare

2008/98/CE, nel Programma nazionale di prevenzione Rifiuti (PNPR) e

comunque al loro recupero e all’immediato avvio al consumo

nel Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare (Pinpas),

nell’alimentazione sociale. Qui la donazione delle eccedenze

promuovendo una transizione verso un’economia circolare, con una

delle aziende produttive si unisce all’attenzione alla limitazione

nuova organizzazione della produzione.

degli imballaggi e degli sfridi di lavorazione in fase di lavorazione

Al fine di promuovere una transizione verso un’economia circolare, il

e commercializzazione dei prodotti, alla consegna al cliente del

provvedimento persegue i seguenti obiettivi:

non consumato al ristorante o in mensa, alla capacità di cucinare

 contribuire alla riduzione degli impatti negativi sull’ambiente e sulle

(creativamente) con gli avanzi, e via dicendo.

risorse naturali, riducendo la quantità di rifiuti;  incentivare cambiamenti nei modelli di produzione industriale

Fondamentali, soprattutto in Italia, sono le azioni del volontariato, del terzo settore e degli esercizi pubblici e commerciali che convogliano il cibo in eccesso alla “ristorazione sociale”, dalla mense ai pacchi di sostegno all’alimentazione dei meno abbienti, sono potenti strumenti di riduzione degli sprechi alimentari.

mediante l’adozione di nuove modalità organizzative e produttive e le innovazioni nel design dei prodotti;  favorire il recupero e la donazione dei prodotti invenduti a fini di solidarietà sociale;  contribuire al raggiungimento degli obiettivi generali stabiliti dal

Il “Programma nazionale per la prevenzione dei rifiuti” (PNPR) (4) si è dato

Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti e dal Piano nazionale

un piano attuativo definendo il “Programma nazionale contro lo spreco

di prevenzione dello spreco alimentare e degli obiettivi di riduzione

alimentare” (PINPAS) dedicato a sviluppare e ottimizzare le innumerevoli

dello smaltimento in discarica dei rifiuti biodegradabili;

iniziative oggi attive nel tessuto locale per mettere in comunicazione

 contribuire ad attività di ricerca, informazione e sensibilizzazione

donatori di eccedenze ed enti che le utilizzano, migliorando la dieta

dei cittadini e delle istituzioni sulla limitazione degli sprechi e l’uso

dei non abbienti (come ad esempio il Last Minute market e il Banco

consapevole delle risorse.

Alimentare). Tra le misure di semplificazione e di implementazione per la limitazione

La proposta di legge per ridurre gli sprechi alimentari in Italia

degli sprechi, prevede alcune norme di semplificazione della cessione,

La già citata Carta di Milano (5) prevede tra l’altro l’impegno a “individuare

invenduti e detta disposizioni per definire in maniera univoca gli

e denunciare le principali criticità nelle varie legislazioni che disciplinano

standard e le condizioni utili a consentire l’ulteriore trasformazione dei

la donazione degli alimenti invenduti per poi impegnarci attivamente

prodotti alimentari ad alta deperibilità ritirati dal mercato o invendibili

al fine di recuperare e ridistribuire le eccedenze” e “creare strumenti

per destinarli al consumo umano o animale.

di sostegno in favore delle fasce più deboli della popolazione, anche

Inoltre la legge dovrà stabilire le linee guida nazionali sui requisiti minimi

attraverso il coordinamento tra gli attori che operano nel settore del

igienico-sanitari necessari per la cessione gratuita dei prodotti di cui

recupero e della distribuzione gratuita delle eccedenze alimentari”.

alla legge 155/2003, dei prodotti ancora edibili e dei prodotti invenduti

Sullo stimolo della Carta di Milano e di spunti provenienti dalla società

e prevedere semplificazioni in materia fiscale, con alcune modifiche alla

civile e dal volontariato, il Governo Italiano ha presentato un Piano (6)

disciplina degli adempimenti connessi alla cessione dei prodotti a fini

per ridurre gli sprechi e potenziare le donazioni agli indigenti: l’obiettivo

benefici, affinché si possa godere delle agevolazioni fiscali relative ad

è raggiungere un milione di tonnellate di alimenti donati nel 2016, per

IVA e imposte dirette.

poter arrivare a distribuire da 65 a 100 mila tonnellate di cibo attraverso

Il Ministero della salute è impegnato a produrre un Regolamento per

le strutture degli enti caritativi in tutto il territorio. Il piano prevede misure

la definizione univoca degli standard e delle condizioni migliori per

per rendere più semplice e conveniente la donazione di cibo, progetti di

trasformare i prodotti alimentari ad alta deperibilità ritirati dal mercato

filiera contro gli sprechi in agricoltura, e l’approvazione della cosiddetta

o invendibili in prodotti destinati all’alimentazione umana o animale, e

“legge antispreco”.

“Linee Guida” nazionali sui requisiti minimi igienico-sanitari necessari

La proposta di legge “Norme per la limitazione degli sprechi, l’uso

per la cessione gratuita dei prodotti di cui alla legge 155/2003, dei

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a fini di beneficenza, dei prodotti non più adatti alla vendita o rimasti

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l’Ambiente

Figura 3 - Intercettazione pro capite media provinciale di FORSU, 2006 - 2011. (Elaborazione ARS ambiente su dati ISPRA). prodotti ancora edibili e dei prodotti invenduti.

La raccolta differenziata degli scarti di cibo (Frazione Organica del

Vi sono altri temi che potrebbero trovare posto nella discussione

Rifiuto Urbano o FORSU) ha seguito in Italia un andamento praticamente

parlamentare e anche tra gli attori della filiera virtuosa del recupero

lineare di crescita, consolidatosi a partire dalla metà degli anni ’90. Le

delle eccedenze, come ad esempio quello della tariffazione puntuale

prime esperienze furono avviate a livello pioneristico all’inizio di quella

e l’effetto delle iniziative di devoluzione sul sistema di gestione rifiuti

decade in Lombardia e si è potuto riscontrare come il modello chiave

e i relativi costi evitati che si devono poter tradurre in incentivi per i

per garantire una intercettazione elevata di scarti di cucina, garantendo

soggetti virtuosi oppure l’obbligatorietà delle iniziative di devoluzione

al contempo un’alta qualità alla raccolta ed un sufficiente comfort per

con l’introduzione di sanzioni.

il cittadino, era quello basato sulla raccolta porta a porta e sull’utilizzo di sacchetti compostabili, con cestelli di piccole dimensioni di uso

La valorizzazione degli scarti “irriducibili”

domestico. Tale modello ha successivamente preso piede anche a

Quanto fino ad ora descritto (proposta di legge contro gli sprechi

livello internazionale (ad esempio Regno Unito, Catalunya). Attualmente,

alimentari e iniziative operative di riduzione delle eccedenze) rappresenta

la diffusione di questo modello è così ampia da far risultare l’Italia molto

ciò che si può attuare per la prevenzione del fenomeno della produzione

probabilmente il paese con la più elevata intercettazione pro capite di

di rifiuti alimentari dati dalle eccedenze, in ossequio al primo punto

scarto di cucina, inviato a recupero tramite compostaggio e digestione

e più importante, della “Gerarchia dei rifiuti” prevista nella Direttiva

anaerobica.

2008/98/CE. Tra le iniziative possono essere annoverati anche i sistemi

Recenti statistiche mostrano infatti come in Italia il sistema porta a

di Tariffazione Puntuale o Corrispettiva rifiuti, ovvero l’applicazione del

porta permetta di intercettare l’umido da cucina indipendentemente da

principio comunitario “chi inquina paga”, che prevede una riduzione

stagionalità e densità urbanistica del territorio, con pari efficacia nelle

della tariffa per la gestione dei rifiuti per le utenze virtuose che riducano

zone rurali e in quelle urbane ad elevata densità abitativa, con una

la produzione di rifiuti, che deve essere misurata puntualmente per

media di 70-80 kg/abitante*anno raccolti.

ciascuna utenza . Infine tra le iniziative di prevenzione/riduzione della (8)

produzione rifiuti da scarti alimentari più efficaci occorre ricordare il

Nel 2011 in Italia il sistema compostaggio - la cui qualità e sviluppo

compostaggio domestico e/o di comunità, ovvero la possibilità per le

è garantito anche dalla presenza del Consorzio Italiano Compostatori

utenze domestiche singole o aggregate di trasformare autonomamente i

(CIC) - ha permesso, grazie ai suoi 250 impianti il recupero di 4,4 milioni

propri scarti in compost da rimpiegare direttamente nell’orto o giardino.

di tonnellate di matrici organiche (di cui 2,2 di FORSU), la produzione

Come evidente dall’esperienza quotidiana e dai dati precedentemente

di 1,7 milioni di tonnellate di compost di qualità destinato all’agricoltura

illustrati, ogni passaggio della catena di utilizzo delle derrate alimentari

o al florovivaismo (9). Un ulteriore spinta al settore si è avuta con

(dalla produzione al consumo) genera, anche nelle condizioni ottimali,

la possibilità di produrre energia attraverso impianti di digestione

degli scarti che possono e devono essere correttamente gestiti, secondo

anaerobica della Forsu, attività che subirà ulteriore incremento grazie

i principi dell’”economia circolare” al fine di contribuire agli obiettivi di

alla recente approvazione delle norme per la produzione ed immissione

recupero di materia e riduzione della produzione di gas climalteranti.

in rete del biometano (10).

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Scienza & inquinamento Bibliografia [1] M.Santi “L’Enciclica laudato si – sulla cura della casa comune - di

e l’agricoltura italiana”, luglio 2014;

papa Francesco e l’’economia circolare ”, Finestra sulla prevenzione dei

[7] Camera dei deputati, Norme per la limitazione degli sprechi, l’uso

rifiuti, Newsetter Rifiuti Lab n. 356, 1 settembre 2015”;

consapevole delle risorse e la sostenibilità ambientale, Proposta di legge

[2] Barilla Center for Food and Nutrition, “Lo spreco alimentare: cause,

presentata il 17 aprile 2015.

impatti e proposte”, 2012;

Per i commenti qui riportati ci si rifà allo stato dei lavori parlamentari sulla

[3] P. Garrone, M. Melacini e A. Perego, “Dar da mangiare agli affamati.

legge a metà settembre 2015.

Le eccedenze alimentari come opportunità”, Politecnico di Milano,

[8] M. Santi, “Qualcosa si muove nella lotta contro contro lo spreco

Fondazione per la Sussidiarietà e Nielsen Italia, Edizioni Guerini e

alimentare nel nostro paese. verso una legge”, Finestra sulla prevenzione

Associati;

dei rifiuti, Newsetter Rifiuti Lab n. 55, 4 agosto 2015;

[4] “Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti” adottato con

[9] G. Ghiringhelli, S. Astuti, G. Riggi, “Applicazione della tariffa puntuale

Decreto Direttoriale del 7 ottobre 2013 del Ministero dell’Ambiente e

con sistema Rfid: un caso di successo, il Comune di Malnate”, L’Ambiente

della Tutela del Territorio e del Mare;

5-2004, Ranieri Ed.

[5] “Carta di Milano”, Expo Milano 2015;

[10] M. Giavini, G. Ghiringhelli, “L’Italia leader globale nella gestione

[6] MiPAF, “Piano di Settore per le Bioenergie. Le filiere bioenergetiche

della frazione organica di qualità”, L’Ambiente 1-2004, Ranieri Ed.

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