G. Ghiringhelli e M. Giavini - I Comuni sono il perno dell'Economia Circolare - GDC n.3 2016

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I Comuni sono il perno

dell’economia circolare In ogni Regione italiana ci sono Comuni che hanno raggiunto gli obiettivi di raccolta differenziata di Giorgio Ghiringhelli* e Michele Giavini**

I servizi di igiene urbana hanno assunto un importante ruolo per la qualità della vita e dell’ambiente, e la raccolta dei rifiuti rappresenta uno dei più importanti servizi pubblici gestiti dai Comuni con diverse modalità tecniche e amministrative. Il ruolo della raccolta rifiuti si è accresciuto con l’introduzione dei concetti di Economia Circolare, Green Economy e Zero Waste, che con diverso accento e modalità puntano ad una riduzione e migliore utilizzo delle risorse naturali per far fonte alle più importanti sfide ambientali del nuovo millennio. La gestione dei rifiuti urbani è sempre in cerca di soluzioni concrete che permettano di introdurre sistemi di gestione ove vengano considerate congiuntamente le problematiche di produzione, raccolta, riciclo e smaltimento. Il sistema di raccolta è il punto nodale della gestione integrata in quanto reale anello di congiunzione tra gestore del servizio e cittadini e principale sistema di azione sul territorio per una corretta generazione dei flussi. Il d.lgs. n. 152/2006 e la legge 27 dicembre 2006, n. 296 individuavano i seguenti obiettivi di raccolta differenziata: almeno il 65% entro il 31 dicembre 2012. La direttiva quadro sui rifiuti 2008/98/CE, recepita nell’ordinamento nazionale dal d.lgs. n. 205/2010, affianca, agli obiettivi di raccolta previsti dalla normativa italiana, target di preparazione per il riutilizzo e riciclaggio e prevede che, entro il 2020 si raggiunga complessivamente almeno al 50% in termini di peso. Per promuovere il riciclaggio di alta qualità gli Stati membri “istituiscono la raccolta differenziata dei rifiuti, ove essa sia fattibile sul piano tecnico, ambientale ed economico e al fine di soddisfare i necessari criteri qualitativi per i settori di riciclaggio pertinenti”. Per quanto riguarda le modalità di raccolta delle principali frazioni dei rifiuti urbani (frazione organica, carta, vetro, plastica, lattine e frazione residuale) il panorama nazionale risulta attualmente per lo più caratterizzato da 3 macro tipologie:

1. sistemi basati su contenitori stradali o di prossimità per tutte le frazioni di rifiuto; 2. sistemi “aggiuntivi” con alcune raccolte domiciliari (porta a porta) abbinate ad altre con contenitori stradali o di prossimità; la raccolta domiciliare si compone di operazioni di prelievo dei rifiuti ad orari prefissati presso le singole utenze, all’esterno della proprietà; 3. sistemi di raccolta differenziata “integrate” seccoumido attraverso l’introduzione della raccolta domiciliare per tutte le frazioni principali; per “sistema integrato” di gestione dei rifiuti si intende un modello di raccolta dei RU in cui l’intercettazione delle frazioni differenziate viene pianificata integralmente, riorganizzando anche la

raccolta dei rifiuti indifferenziati e personalizzando i servizi di raccolta per le diverse categorie dei produttori di rifiuti. La raccolta separata degli scarti organici umidi (scarto alimentare) rappresenta un elemento fondamentale per il raggiungimento di elevate percentuali di raccolta differenziata unitamente ad una riduzione dei costi di

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gestione complessivi e ad un incremento della quota di effettivo recupero dei rifiuti stessi. Un ulteriore contributo allo sviluppo e all’incremento delle performance di raccolta differenziata sta giungendo dall’applicazione di sistemi di tariffazione puntuale o corrispettiva, ovvero del principio UE “chi inquina paga” declinato sulla gestione dei rifiuti urbani. La tariffa puntuale consiste nel quantificare i rifiuti prodotti dalla singola utenza e parametrare quindi una parte dei costi sostenuti sull’effettiva fruizione del servizio da parte dell’utenza stessa, così come accade per gli altri servizi a rete (ad esempio acqua, telefonia, energia elettrica). Se si valutano le esperienze di raccolta differenziata che sono state sviluppate in Italia si può giungere alla conclusione che non esistano due esperienze assolutamente confrontabili tra di loro. Questa mancanza di confrontabilità può certamente essere dovuta ad una progettazione del sistema che ha tenuto conto della specificità del contesto con l’obiettivo di adeguare il progetto di raccolta differenziata alla realtà locale in cui si opera e alle variabili di scenario (demografiche, le socio-economiche, quelle urbanistiche e geografiche, oltre che politiche) e a quelle operative (contenitori, automezzi, personale). Nella costruzione di un sistema di raccolta differenziata uno degli obiettivi

primari è il raggiungimento del migliore compromesso tra efficacia quali-quantitativa delle raccolte differenziate e costi di esercizio da esse generati e sono proprio le variabili operative quelle da cui dipende il raggiungimento di questo compromesso (che si può definire anche massima efficienza tecnica ed economica). Nel 2014, la percentuale di raccolta differenziata a livello nazionale si è attestata al 45,2% della produzione nazionale. Con sei anni di ritardo viene, pertanto, conseguito l’obiettivo fissato dalla normativa per il 2008 (45%). Nel Nord la raccolta differenziata raggiunge il 56,7%, nel Centro il 40,8% e nel Sud 31,3%. I sistemi integrati hanno però consentito di far raggiungere in breve tempo, ai Comuni che li hanno applicati e promossi attivamente, percentuali di raccolta differenziata molto elevate e, soprattutto nei contesti dove il costo di smaltimento ha valori elevati, di ridurre i costi complessivi del servizio. La carta dell’Italia permette

di mostrare che in ogni regione italiana ci sia almeno un Comune che abbia raggiunto o superato il 65% di raccolta differenziata dimostrando quindi che le specificità locali non possano costituire un freno assoluto allo sviluppo della raccolta differenziata.

*Giorgio Ghiringhelli - È dottore agronomo e ha conseguito un master in management e gestione delle imprese. È professore a contratto presso la Università Carlo Cattaneo - LIUC sui temi della sostenibilità. Dal 2009 è coordinatore tecnico-scientifico dell’Osservatorio rifiuti della Regione Valle d’Aosta. Ha pubblicato un libro sul littering, numerosi articoli e ha partecipato in qualità di relatore a seminari tecnici. **Michele Giavini - Laurea con lode in Scienze Ambientali e consulente esterno dell’Istituto per Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano su tematiche ambientali. Dal 2002 è responsabile dell’Osservatorio rifiuti della Provincia di Varese. Svolge attività di ricerca e sperimentazione collaborando con istituti di ricerca e università italiane e straniere. vicepresidente del CAST onlus che sviluppa progetti di cooperazione internazionale. Ha pubblicato numerosi articoli su riviste nazionali ed ha partecipato in qualità di relatore a numerosi corsi, convegni e seminari nazionali ed europei.

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