Intervista a G. Ghiringhelli - Il modello italiano per gestione rifiuti - Logistica 4/2014

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sostenibilità Un caso di eccellenza

■ di Silvia Grizzetti

Il “modello italiano” per la gestione integrata dei rifiuti 48

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La normativa europea ha cambiato profondamente gli atteggiamenti quotidiani per la raccolta differenziata dei rifiuti e il Paese ha risposto con sistema che oggi è un vero e proprio riferimento per molti paesi europei e non.

L’

ambizioso traguardo del 65% di RD (raccolta differenziata) da raggiungere entro la fine del 2012 secondo la normativa nazionale sulla gestione

dei rifiuti, ha concentrato l’attenzione soltanto sui risultati raggiunti in termini di percentuale di RD, tanto che anche la legge di stabilità ha predisposto un provvedimento premiante per i comuni che raggiungono l’obiettivo con un pagamento del 20% del tributo regionale rispetto ai rifiuti che si conferiscono in discarica. “Occorre però dare uno sguardo anche alla sostenibilità complessiva - afferma Giorgio Ghiringhelli di Ars ambiente, società specializzata nei servizi per l’ambiente-, soprattutto valutando se l’aumento di quantitativi globali intercettati risulti superiore all’aumento di percentuali di RD dato che in questo caso, non si riuscirebbe a ridurre i quantitativi di rifiuti da avviare allo smaltimento e di conseguenza neppure costi di sistema”. L’analisi delle performances dei vari modelli di raccolta deve quindi tenere conto dei quantitativi totali di rifiuti intercettati dai vari sistemi e dalla maggiore o minore propensione dei sistemi medesimi a incoraggiare la partecipazione alla raccolta differenziata.

Le modalità di raccolta Per quanto riguarda la modalità di raccolta di Ru (rifiuti urbani) il panorama nazionale risulta ora per lo più caratterizzato da


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Il sistema integrato Per ‘sistema integrato’ di gestione dei rifiuti s’intende un modello di raccolta dei RU in cui l’intercettazione delle frazioni differenziate è pianificata integralmente, riorganizzando anche la raccolta dei rifiuti indifferenziati e personalizzando i servizi di raccolta per le diverse categorie dei produttori di rifiuti. In questo modo i sistemi di raccolta differenziata sono passati da elementi accessori

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a elementi fondamentali del sistema. La tipologia del servizio secco-umido più frequente è di norma caratterizzata dalla raccolta dell’umido in sacchetti biodegradabili (con frequenza di due/tre passaggi a settimana) mediante l’esposizione di mastelli da 25-30 litri o bidoni carrellabili da 120/240 litri.

La raccolta della frazione organica domestica La raccolta differenziata della FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Urbano) è la frazione più “rilevante” nell’insieme dei rifiuti urbani sia dal punto di vista quantitativo, sia dal punto di vista gestionale (a causa delle sue caratteristiche di putrescibilità), ha seguito in Italia un andamento pressochè lineare di crescita, consolidatosi a partire dalla metà degli anni ’90. “ Le prime esperienze furono avviate a livello pioneristico in Lombardia - ci spiega Michele Giavini di Ars ambiente -, nell’estate del lontano 1992 il Consorzio CEM (oggi CEM Ambiente SpA) si trovava

in piena emergenza rifiuti in seguito al riempimento anticipato della discarica di Cavenago di Brianza dovuto al conferimento dei Rifiuti Urbani da Milano e dall’Hinterland. Il CEM si mise subito all’opera e insieme a comuni consorziati avviò innovativi circuiti di raccolta che oggi sono uno standard per le raccolte differenziate di tipo integrato in tutto il Paese”. Le prime raccolte differenziate porta a porta sono state testate nel Comune di Bellusco (MI), e si sono poi diffuse nelle altre province della Regione Lombardia, e in parallelo nel Veneto, Piemonte e via via anche nel centro-sud Italia. E’ interessante notare (figura 1) come nel periodo 2006 - 2011 si sia verificato un incremento significativo del numero di province che intercettano un elevato quantitativo di frazione organica pro capite, (dove la media provinciale è superiore ai 60 kg/abitante * anno di FORSU, si considera che il sistema di raccolta sia a regime e con la modalità intensiva porta a porta).

“Modello italiano” di eccellenza internazionale Fin dalle prime esperienze, si è potuto riscontrare come il “modello italiano” fosse in grado di garantire un’intercettazione elevata di scarti di cucina, assicurando al contempo un’alta qualità alla raccolta e un sufficiente comfort per il cittadino. Di fatto era basato sulla raccolta porta a porta e sull’utilizzo di sacchetti compostabili, con cestelli di piccole dimensioni di uso domestico. Tale modello ha in seguito preso piede anche a livello internazionale (es. Regno Unito, Catalunya). Attualmente, la diffusione di questo modello è così ampia da far risultare l’Italia molto probabilmente il paese con la più elevata intercettazione pro capite di scarto di cucina, inviato a recupero tramite compostaggio e digestione anaerobica (Figura 2). Recenti statistiche presentate al Congresso Internazionale ISWA a Vienna 2013 mostrano, infatti, come in Italia il sistema porta a porta italiano permetta di intercettare l’umido da cucina indipendentemente

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Figura 1 - Intercettazione pro capite media provinciale di FORSU, 2006 - 2011. Elaborazione ARS ambiente Srl su dati ISPRA, 2013.

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tre diversi sistemi a seconda delle aree urbane cui si riferiscono. “Nelle grandi aree urbane per contenere i costi del personale impiegato nel servizio di raccolta dei RU indifferenziati, è preferibile l’utilizzo di compattatori a caricamento laterale e mono - operatore - prosegue Giorgio Ghiringhelli -. Nelle regioni caratterizzate dai maggiori costi di smaltimento invece, si tende a utilizzare sistemi di raccolta differenziata ‘integrate’ secco-umido attraverso la riorganizzazione della raccolta con l’eliminazione dei contenitori stradali e la contestuale adozione della raccolta domiciliare per il residuo secco e della frazione umida e delle principali frazioni recuperabili”. Da ultimo un sistema più recente caratterizzato da sistemi di raccolta differenziata “integrata” per mezzo dell’utilizzo di bidoni assegnati in comodato d’uso gratuito per la raccolta del rifiuto secco residuo, in sostituzione delle precedenti raccolta con sacchi. Tali contenitori, insieme a quelli utilizzati per l’umido, la carta e il vetro, devono essere posti nelle pertinenze condominiali ed esposti solo nei giorni di raccolta.

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sostenibilità Un caso di eccellenza da stagionalità e densità urbanistica del territorio, con pari efficacia nelle zone rurali e in quelle urbane a elevata densità abitativa, con una media di 70-80 kg/ abitante*anno raccolti. Nel 2011 in Italia il sistema compostaggio, la cui qualità e sviluppo è garantito anche dalla presenza del Consorzio Italiano Compostatori (CIC) ha permesso grazie ai suoi 250 impianti il recupero di 4,4 milioni di tonnellate di matrici organiche, di cui 2,2 di FORSU, con la produzione di 1,7 milioni di tonnellate di compost di qualità destinato all’agricoltura o al florovivaismo.

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Il sistema domiciliarizzato Un elemento fondamentale del ‘modello italiano’ è la raccolta porta a porta o domiciliare (PP) che si compone di operazioni di prelievo dei rifiuti a orari prefissati presso le singole utenze, all’esterno della proprietà. Nei giorni diversi da quello di raccolta gli eventuali bidoni rimangono collocati all’interno della proprietà. La raccolta è caratterizzata dall’affidamento dei contenitori in comodato d’uso gratuito a ogni singolo condominio. Dall’analisi dei sistemi di raccolta, il porta a

porta rappresenta il sistema più efficiente per raggiungere qualità elevate nella raccolta dell’organico domestico. La raccolta porta a porta è basata sulla distribuzione di piccoli bidoni e secchielli (in genere 6/10 litri) alle famiglie, che devono comunque conferire presso un bidone condominiale o presso un bidone o cassonetto stradale. L’utilizzo dei sacchetti, unitamente alla distribuzione di bidoni di piccola capienza è perciò una condizione necessaria e indispensabile per la raccolta porta a porta. “Una vera e propria svolta per la gestione della frazione organica è rappresentata dal sistema aerato- specifica Giorgio Ghirngelli-, Il sistema areato composto da una pattumierina ventilata con fori in tutta la superficie e sacchetto in Mater-Bi o in carta traspirante e biodegradabile/compostabile, incrementa i vantaggi a favore del cittadino in termini di performance del prodotto e della tutela ambientale. Il sistema areato offre maggiore comodità agli utenti nella fase della gestione domestica e permette un’ottimizzazione per gli operatori incaricati della raccolta e avvio al compostaggio”. Tale sistema, infatti, consente la riduzione

Figura 2 - confronto tra il modello italiano di raccolta intensiva della FORSU (sinistra, centro) e il modello centroeuropeo di raccolta mista verde + umido (destra)

Il caso studio di Milano La città più grande al mondo con la raccolta della frazione organica Nel 2013 la vera eccellenza nazionale è stata espressa dalla città di Milano che ha deciso di implementare la raccolta dell’umido su tutte le utenze domestiche in quattro fasi successive (figura 3). La terza delle quattro macroaree è stata coperta a inizio 2014, quindi Milano si appresta a diventare la prima metropoli a livello mondiale in cui gli scarti di cucina sono tolti efficacemente dallo smaltimento con il flusso del rifiuto indifferenziato, per essere recuperati come materia in un impianto di compostaggio con abbinata digestione anaerobica per la produzione di biogas. I risultati dei primi mesi di avvio di questo tipo di raccolta sono molto confortanti, anche significativa dei cattivi odori e del percolato grazie all’evaporazione del vapore acqueo e alla continua areazione. Il sacchetto incrementa la propria resistenza meccanica, riducendo le lacerazioni e le rotture, mentre aumenta l’intercettazione della matrice organica, in quanto la raccolta dell’umido diventa più semplice e comoda. Il rifiuto, continuamente areato,

di là dalle aspettative. Nei quartieri attivati, il tasso d’intercettazione pro capite è pari a circa 90 kg/abitante * anno, e la qualità della FORSU raccolta, analizzata con una serie di analisi merceologiche è molto alta (impurezze intorno al 5%). Questo dato è molto importante nel confrontare questi risultati con altre metropoli europee come ad esempio Barcellona, dove i quantitativi intercettati sono abbastanza elevati, ma la qualità dell’organico raccolto è molto bassa (impurezze pari al 15-20%) proprio a causa del sistema di raccolta adottato ancora basato su grandi cassonetti stradali che non permettono un controllo efficace dei conferimenti incontrollati. perde in media il 20% del proprio peso in cinque giorni senza intaccare le percentuali di raccolta differenziata in quanto i conferimenti sono maggiori. Inoltre, laddove sia possibile, il sistema areato permette di riorganizzare i turni di raccolta della frazione organica, passando da quelli trisettimanali a quelli bisettimanali. K © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Attivazione giugno 2014

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Zone dove la raccolta è già stata avviata Attivazione 9 dicembre

Figura 3 - Estensione della raccolta della FORSU a Milano e dotazione domestica (sito AMSA - Gruppo A2A)


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