sostenibilità Un caso di eccellenza
■ di Silvia Grizzetti
Il “modello italiano” per la gestione integrata dei rifiuti 48
MARZO 2014
La normativa europea ha cambiato profondamente gli atteggiamenti quotidiani per la raccolta differenziata dei rifiuti e il Paese ha risposto con sistema che oggi è un vero e proprio riferimento per molti paesi europei e non.
L’
ambizioso traguardo del 65% di RD (raccolta differenziata) da raggiungere entro la fine del 2012 secondo la normativa nazionale sulla gestione
dei rifiuti, ha concentrato l’attenzione soltanto sui risultati raggiunti in termini di percentuale di RD, tanto che anche la legge di stabilità ha predisposto un provvedimento premiante per i comuni che raggiungono l’obiettivo con un pagamento del 20% del tributo regionale rispetto ai rifiuti che si conferiscono in discarica. “Occorre però dare uno sguardo anche alla sostenibilità complessiva - afferma Giorgio Ghiringhelli di Ars ambiente, società specializzata nei servizi per l’ambiente-, soprattutto valutando se l’aumento di quantitativi globali intercettati risulti superiore all’aumento di percentuali di RD dato che in questo caso, non si riuscirebbe a ridurre i quantitativi di rifiuti da avviare allo smaltimento e di conseguenza neppure costi di sistema”. L’analisi delle performances dei vari modelli di raccolta deve quindi tenere conto dei quantitativi totali di rifiuti intercettati dai vari sistemi e dalla maggiore o minore propensione dei sistemi medesimi a incoraggiare la partecipazione alla raccolta differenziata.
Le modalità di raccolta Per quanto riguarda la modalità di raccolta di Ru (rifiuti urbani) il panorama nazionale risulta ora per lo più caratterizzato da