Giorgio Piccaia, Omaggio a Fibonacci

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In questo catalogo sono riportate alcune opere del progetto Omaggio a Fibonacci D’artista Giorgio Piccaia. Solo alcune sono esposte nello spazio di Swiss Logistics Center a Chiasso CH. (febbraio 2020-luglio 2021).


Saluto del Sindaco di Chiasso È un grande piacere per me offrire il mio contributo, con questo breve invito, alla riapertura della mostra del maestro Giorgio Piccaia in onore del matematico Fibonacci, allestita presso Swiss Logistics Center di Via Soldini a Chiasso. La mostra era stata sospesa l’8 marzo 2020 a causa della pandemia. Il Comune di Chiasso dà giustamente molta importanza alle manifestazioni culturali che vengono organizzate sul proprio territorio. Negli ultimi anni, grazie al Centro Culturale Chiasso e a numerose iniziative private, il tema della cultura a Chiasso ha raggiunto un notevole livello di qualità. Nell’ambito degli eventi privati, un posto di prim’ordine spetta a Swiss Logistics Center, che grazie all’interesse del dott. Riccardo Fuochi e di suo figlio, ha proposto negli ultimi anni mostre, conferenze e avvenimenti di grande prestigio. Fra questi si inserisce l’attuale esposizione dell’artista Giorgio Piccaia attorno al lavoro e alla figura del matematico Leonardo Pisano, detto Fibonacci. Stiamo finalmente uscendo da un periodo molto complicato. Eventi come questo contribuiscono al ritorno alla normalità, alla vita di tutti i giorni come la conoscevamo prima della pandemia, e ad apprezzare ogni singola iniziativa anche in ambito culturale. Con piacere invito quindi tutta la popolazione del Mendrisiotto - e non solo - a visitare questa mostra che pone con grande piacere degli occhi il pensiero fra arte e scienze esatte, rapporto che sta alla base del futuro della nostra società. Bruno Arrigoni, sindaco di Chiasso

Giorgio Piccaia, Fibonacci 1-0, 2020, acrilico su papiro, cm. 94x189

In copertina. Giorgio Piccaia e Fibonacci blu, 2020 olio su tela, cm 140x110


Giorgio Piccaia, Bandiera Fibonacci in rosso, 2020, acrilico su carta (Installazione al Chervò golf club, San Vigilio Pozzolengo)


Giorgio Piccaia, iper-contemporaneo Luca Beatrice, critico Per inquadrare l’artista Giorgio Piccaia è indispensabile ripercorrere alcune delle numerose tappe del processo di formazione che lo hanno condotto a diventare un personaggio davvero interessante nel panorama italiano. Nato a Ginevra, studente in architettura e in particolare di Corrado Levi a Milano, negli anni Ottanta è performer, editore e attivista nel gruppo teatrale di Jerzy Grotowski. Ci sono diversi modi di giungere alla pittura, Piccaia ha certamente scelto quello meno tradizionale e più eclettico, costruito su solide basi culturali e profonde interrogazioni. Nonostante la sua vena iper-contemporanea, nel linguaggio di Piccaia ritornano spesso parole che si rifanno alla tradizione classica: il logos, atto primario della conoscenza, sapienza, bellezza, forza, termini che sono celati, nascosti sotto la trama della sua pittura come fonte di ispirazione non dichiarata eppure sempre presente. Pur muovendosi tra installazioni e interventi tridimensionali, Giorgio Piccaia sente il bisogno, l’esigenza, la necessità periodica di tornare alla pittura dentro la dimensione del quadro. Un quadro costruito da trama, disegno, impronta, impreziosito da interventi polimaterici in grovigli che dimostrano come l’ispirazione desunta dall’informale astratto non abbia assolutamente finito la propria corsa. Rifiutando immagini troppo frontali, in un tempo dove l’abuso dell’icona è sotto gli occhi di tutti, Piccaia reinventa la pittura come uno spazio per pensare. Là dove il pensiero corrisponde alla libertà. Dal catalogo Pei’s World della mostra collaterale della Biennale di Venezia 2019

Totalità dell’artista Claudio Bonvecchio, filosofo Leonardo Pisano detto il Fibonacci (ossia figlio di Bonacci) – noto, tra l’altro, per aver introdotto i numeri arabi – è stato un ingegno versatile e cosmopolita. Grande matematico e autore della serie numerica che porta il suo nome, Fibonacci non vive il numero come, oggi, lo vive la modernità. Il numero, per lui, non è una arida conoscenza che produce altre conoscenze che, a loro volta, generano conoscenze e applicazioni. È, piuttosto, qualcosa che rispecchia la Totalità. Quella Totalità di cui è intessuta, armonicamente, l’esistenza del cosmo, della natura e dell’essere umano. Dalla disposizione delle foglie all’architettura delle conchiglie, dalle proporzioni auree dei templi classici alle raffigurazioni pittoriche o alla perfezione dei corpi, tutto può essere interpretato numericamente. E, a sua volta, il numero si rispecchia nel tutto: in una perfetta corrispondenza. Questo ingegno universale – amato e utilizzato dagli umanisti ma anche dagli studiosi di ogni tempo – non poteva non sollecitare la vena creativa di un artista attento e sensibile alla dimensione della Totalità: come Giorgio Piccaia. Attratto dalla potenza del numero e stimolato dalla sequenza di Fibonacci, ha dedicato loro una serie di grandi tele ad olio, di acrilici su papiro e di sculture in cui il numero si fonde con il colore e con la materia. E in cui il piccolo e il grande sembrano dare corpo alla convinzione di Fibonacci per cui il piccolo e il grande sono la medesima cosa vista, solamente, in una diversa prospettiva numerica. Parallelamente, il gioco simbolico dei colori – come l’oro, il bianco, il nero, il blu o il verde – accostati ai numeri rendono, perfettamente, quella sintesi del tutto nel tutto che esprime la Totalità. E che la rende comprensibile anche in questo nostro tempo. Un tempo di povertà che solo l’arte può redimere. Dal catalogo Piccaia. Omaggio a Fibonacci, Swiss Logistic Center (Chiasso 2020)


Fibonacci, Piccaia e il Mediterraneo Giampaolo Cantini, ambasciatore d’Italia a Il Cairo Un filo sottile ma saldo lega queste opere di Giorgio Piccaia al Mediterraneo e al mondo arabo. La storia personale di Leonardo Fibonacci, in primo luogo. Alla fine del XII secolo, un giovanissimo Leonardo accompagna infatti, per alcuni anni, il padre Guglielmo, facoltoso mercante pisano e rappresentante dei mercanti della Repubblica di Pisa, in Algeria, nell’odierna Béjaia (che gli ha dedicato un tratto di lungomare alcuni anni fa). È lì che Leonardo entra in contatto con matematici e scienziati che provengono da lontano, dalla Mesopotamia, dal Mashrek, dall’Egitto, in una straordinaria circolarità di conoscenze, che contraddistingueva quell’epoca, e il Mediterraneo in particolare. Gli scienziati arabi erano a loro volta portatori di sistemi e tecniche apprese da scienziati di altre regioni, come gli indiani. La numerazione “araba”, ma in realtà proveniente dall’India, si diffonderà in Occidente proprio grazie a queste felici contaminazioni, quando Leonardo tornerà in Italia e pubblicherà, nel 1202, il “Liber Abbaci”. Successivamente Leonardo Fibonacci viaggerà in Egitto, in Siria, fino a Costantinopoli. Più tardi, al culmine della sua fama, incontrerà Re Federico II, straordinario emblema di apertura e sintesi culturale. Giorgio Piccaia è venuto in Egitto, invitato dall’Istituto Italiano di Cultura per una residenza d’artista, nel 2019. Da quell’esperienza, ritengo, Piccaia ha sicuramente tratto ispirazione ed elementi importanti per la sua opera. Al Cairo e in particolare all’Ambasciata, ha voluto lasciare due testimonianze significative della sua attività, un graffito su una barriera di cemento armato che circonda la facciata principale dell’edificio, lungo il Nilo, e un quadro concesso in comodato. Il graffito sulla barriera di cemento è ispirato alle pitture rupestri scoperte a Porto Badisco nel 1970, con un affascinante contrasto tra l’anonimato e l’aggressiva contemporaneità del cemento armato, da un lato, e il tratto creativo dell’artista e la sua reinterpretazione dell’arte rupestre, dall’altro! Il quadro esposto nella Residenza dell’Ambasciatore richiama a sua volta scene di caccia ispirate agli affreschi L’ambasciatore Giampaolo Cantini e Piccaia in Ambasciata a Il Cairo di Porto Badisco, su un bellissimo sfondo giallo. Mi piace pensare che la luce dell’Egitto e del Mediterraneo abbiano offerto nuovi spunti e motivi di ispirazione a Giorgio Piccaia. Nelle opere ispirate a Fibonacci, che figurano in questo catalogo, non ci sono solo numeri, ma anche colori e luci, quegli stessi che un giovane matematico pisano di otto secoli fa deve avere trovato nei suoi viaggi in paesi lontani, al di là del Mediterraneo, ma in realtà vicini e uniti da rapporti e scambi profondi in tutti i campi, a partire dalla conoscenza.


La bellezza della Matematica nell’Arte Daniele Cassani, matematico * Leonardo Pisano figlio di Bonacci, studioso che a distanza di otto secoli seppe incarnare le caratteristiche oggi richieste e riconosciute ad uno scienziato moderno, non solo matematico, e precisamente l’innovatività e l’impatto trasversale nelle Scienze e nella Società delle proprie ricerche. Nelle Arti figurative, la successione aurea (sequenza di numeri di cui ciascuno è somma dei due precedenti, nata per descrivere la dinamica di crescita di una popolazione, e la tradizione vuole di conigli) ha imposto un canone di armonia che oggi nell’omaggio a Fibonacci di Piccaia viene amplificato da una combinazione evocativa, tra colore, forma e numero. L’infinito trova in Matematica senso compiuto e la somma di infinite quantità positive può dar luogo a una quantità finita. L’Arte ha l’affascinante capacità di declinare la bellezza della Matematica al di là dell’estetica dimostrativa e rigore logico evocandone il senso compiuto dell’infinito. Da una parte, Arte figurativa e Matematica hanno origini in comune in risposta a problemi di natura pratica: agrimensura, astronomia e astrologia, culto, tecnica. Dall’altra manifestano una certa dinamica interna nel generalizzare strutture presenti in situazioni molto diverse, per poi procedere autonomamente nello sviluppo rispettivamente di teoremi e opere d'arte, che apparentemente nulla hanno più a che fare con la realtà che ci circonda. Arte e Matematica condividono l’universalità del linguaggio portatore di un forte senso estetico per cui nuovi risultati in Matematica sono a volte stati ottenuti solo per trovare dimostrazioni “belle" di risultati già noti. La bellezza di un cristallo di neve, di una foglia, di una conchiglia, delle dune nel deserto, di una bolla di sapone sono il risultato di una formula matematica. *Direttore Riemann International School of Mathematics Università degli Studi dell’Insubria

La Matematica diventa Estetica Francesco Cevasco, giornalista * L’impossibile che resta tale finché per la prima volta si avvera, la matematica che diventa estetica, il canto dei numeri e dei ritmi cosmici che rimbalzano dall’infinito ieri all’infinito domani... E quel Fibonacci che gira nella testa e nel cuore, nell’anima e tra le mani di Giorgio Piccaia. Una ispirazione che viene da lontano. Tempi di studi giovanili, quando il maestro di oggi era un buon allievo (ma soltanto in matematica). Gli bastava ascoltare le interrogazioni degli altri e poi la sua era da voto 9. Scritto in numeri arabi, quelli che Fibonacci aveva imposto aggiungendo lo 0. Anche adesso, anche qui, i numeri sfilano tra le opere di Piccaia. Ma si arrampicano liberi tra queste pareti. L’artista ne rispetta il segno e si precipita nel loro senso ma dà loro pure uno sguardo spirituale, un soffio esoterico. Sembra frantumarli sulle tante tele che in realtà compongono un unico segmento di una infinita sequenza. Al suo essere artista, Piccaia aggiunge – senza falsa modestia – “libero pensatore”; gli piace l’accumulo: pittore, scultore, artefice di installazioni, ceramista, architetto, allievo di Jerzy Grotowski. Dal regista polacco ha mutuato il concetto che quel che conta sono il rapporto e il dialogo con il tuo pubblico non l’orpello seduttivo che gli costruisci attorno in un teatro o negli spazi di una mostra. Onnivoro, si impadronisce di ogni materia: cucina la ceramica, fa lievitare la tela, farcisce il plexiglas, dà forma e terza dimensione al colore. E la luce esplode. *Scrive sul Corriere della Sera di cui è stato a lungo responsabile delle pagine culturali


L’intuizione del maestro Giorgio Piccaia Stefano Cordero di Montezemolo, economista * L’incontro tra me e Giorgio Piccaia ha un sapore di predestinazione per come si possano incrociare le esperienze di persone con storie ed esperienze diverse ma legate dalla passione per l'arte e tutto ciò che questo comporta secondo la mia visione delle cose: ricerca intellettuale e spirituale, senso dell'estetica e dell'etica, passione cromatica e geometrica. E questa comunione di elementi ha come baricentro l'intuizione di Giorgio di portare il messaggio di Leonardo Pisano detto Il Fibonacci in una dimensione parallela ma alla fine convergente con quella matematica e geometrica. Ebbene sì, Fibonacci ha saputo "leggere" i numeri in una prospettiva diversa e li ha saputi "vedere" in una sequenza logica e parallogica tale da generare tutta una serie di conseguenze che hanno influenzato molti settori della nostra civiltà: la ragioneria, la finanza, la fisica, l'ingegneria, la pittura, l'architettura, il design, la moda. Il pensiero di Fibonacci già al suo tempo fu così importante per come contribuì alla definizione della moderna contabilità e alle pratiche commerciali e, come tale, si deve ritenere abbia contribuito all'avvio del mercantilismo, dell'intermediazione bancaria e finanziaria tra i secoli XIII ed XIV che hanno portato alla grande crescita culturale, economica, intellettuale e artistica di quel periodo e dei due secoli successivi dove si è formata e consolidata l'idea di civiltà europea che condividiamo nel nostro continente. Ma Fibonacci è stato riferimento anche di tutta quella corrente artistica che da Giotto, passando per Brunelleschi e poi con la piena espressione di Piero della Francesca e di Leonardo da Vinci ha fatto della prospettiva, del rapporto geometrico, dell'armonia delle parti dentro l'unità del tutto la chiave di volta di una visione dell'arte come momento di sublimazione delle leggi fondamentali dell'Universo che Leonardo Pisano, con la sua "regola aurea", ha saputo leggere e codificare. E, tuttavia, nel corso dei secoli successivi Fibonacci è stato largamente negletto forse perché con l'avvento del razionalismo illuminista si è provato quasi a costruire una realtà scientifica che fosse capace di imporsi alle leggi supreme della Natura per come, invece, la cultura umanistica credeva si dovesse comprendere. E Fibonacci è ritornato in auge solo nella seconda parte del XIX secolo ma è rimasto confinato per molto tempo solo agli studiosi dei cicli economici e finanziari, per come alcuni studiosi della materia - Ralph Elliott e William Gann più di altri - hanno applicato le sue sequenze numeriGiorgio Piccaia, Torre Fibonacci che per leggere gli andamenti dei mercati finanziari. papiro, stoffa e plexiglas, h cm 42 circa Ed è da questo ambito che ho potuto avvicinarmi alla conoscenza di Fibonacci e dei suoi straordinari contributi scientifici. Per questo bisogna apprezzare il lavoro di Giorgio per come è stato capace di portare Fibonacci dentro al mondo dell'arte, perché ritengo che la sua "sequenza aurea" sia un paradigma filosofico, estetico, etico ed esoterico per come la combinazione dei numeri determina un linguaggio che va oltre la dimensione quantitativa ed entra dentro la dimensione della "casualità causale" che ci porta a dover credere che l'Universo non possa che rispondere ad un disegno intelligente che può essere compreso sapendo coniugare la forza dei numeri e delle sue combinazioni con la sensibilità dello spirito e dell'intelligenza che ci porta a cercare oltre l'apparenza e il risultato già raggiunto e calcolato dai numeri stessi.

*Professor and Advisor of Business Administration, Honorary President at AIMBA


I numeri parlano e prendono vita Luca Maria Gambardella, scienziato * Seguo da tempo Giorgio Piccaia e la sua capacità di far parlare i numeri e di dargli vita. Per molti i numeri sono freddi, sono distanti, sono spesso solo simboli che fanno presagire fatica, fatica mentale, di calcolo, fatica di comprensione. Giorgio ce li presenta in maniera diversa. Ci lascia lì incantati ad osservare quadri, sculture, artefatti dove i numeri prendono vita e parlano con te. E i numeri diventano fuoco, diventano cielo e mare, orme, geroglifici e persino fiori. Quasi ne senti il profumo. Numeri e sequenze che hanno sì una loro logica, ma ben oltre la logica c’è l’ammirazione del pensiero e della capacità dell’artista. E di fronte alle sue opere io penso alla sua mente, a come possa essere organizzata, a cosa vede e sente veramente un maestro così. Vede veramente numeri ovunque? La prima volta a Chiasso (Swiss Logistic Center ndr) per "Omaggio a Fibonacci" mi ha affascinato Fibonacci blu, olio su tela, 140x110. Su base blu sono dipinti numeri bianchi e di blu sfumati ordinati in un naturale rincorrersi riga per riga. Sono rimasto di fronte a questa opera per parecchi minuti socchiudendo gli occhi, come fa un bambino curioso quando cerca il senso delle cose. Ma socchiudendo gli occhi ha preso il sopravvento un pensiero recondito, ve lo confesso mi occupo di intelligenza artificiale. E proprio in quel momento ho visto gli occhi azzurri di un robot che osserva il mondo. Nella mente del robot ci sono numeri che corrono e che si inseguono e adesso sono sicuro che quel robot vedrebbe il mondo come lo presenta Giorgio. Illusioni, fantasie, dove il confine tra l'umano e la macchina si fa sottile e su questo confine mi piace pensare, capire e godere le opere di Giorgio. Ve lo posso assicurare, lui non è artificiale, ride, scherza, è empatico e simpatico ma da come guarda il mondo, realizza arte e trasmette emozioni, chissà cosa gli scorre nella testa. *Pro Rettore all'innovazione e alle relazioni aziendali, professore ordinario presso la Facoltà di Informatica e membro dell'IDSIA, Istituto Dalle Molle di studi sull'intelligenza artificiale USI-SUPSI

Giorgio Piccaia, Doppia torre Fibonacci, 2020 acrilico su plexiglas, h cm. 40 circa

Giorgio Piccaia, Fibonacci Vela, 2020 acrilico su plexiglas, h cm. 35 circa


Giorgio Piccaia, Fibonacci con numeri neri, 2021 acrilico su papiro, cm. 48x37

Giorgio Piccaia, Fibonacci numeri oro e rossi, 2021 acrilico su papiro, cm. 48x37

Giorgio Piccaia, Fibonacci con numeri rossi, 2021 olio su papiro, cm. 48x37


Giorgio Piccaia, Fibonacci con numeri bianchi, 2021, acrilico su carta giapponese, cm. 53x67

Giorgio Piccaia, Fibonacci numeri blu, 2021 acrilico su papiro, cm 48x37

Giorgio Piccaia, Fibonacci con numeri oro, 2021 olio su papiro, cm. 48x37


Giorgio Piccaia, Fiore Fibonacci 1, 2020 olio su tela, cm. 85x70

Giorgio Piccaia, Fiore Fibonacci 2, 2020 olio su tela, cm 85x70

Giorgio Piccaia, Fiore Fibonacci 3, 2020 olio su tela, cm. 85x70

Giorgio Piccaia, Fiore Fibonacci 4, 2020 olio su tela, cm. 85x70


Giorgio Piccaia, Fibonacci dance 1, 2021, acrilico su carta telata, cm. 100x80

Giorgio Piccaia, Fibonacci dance 2, 2021 acrilico su carta telata, cm. 85x80


Giorgio Piccaia, OAF, 2020, olio su tela (n. 9 cm. 85x70 cad.)


Giorgio Piccaia, Fibonacci tra cielo e mare, 2020, olio su tela, cm. 110x140, collezione Cav. Chiappini


Giorgio Piccaia, Fibonacci oro chiaro e scuro, 2020, acrilico su tela, cm. 156x184


Due domande a Giorgio Piccaia Perché Fibonacci? Sono stato sempre attratto dalla matematica, a scuola era, con il disegno, la mia materia preferita. Il mio progetto artistico su Fibonacci è nato nel 2018, quando ho conosciuto nel monastero di Santa Caterina sul Sinai Gregory Sinaite, monaco greco-ortodosso. Con Gregory sono rimasto in contatto, ci scambiamo spesso opinioni ed è con lui che ho riscoperto il matematico pisano. La Matematica e l’Arte come convivono? L’Arte è Matematica. Il numero irrazionale phi 1,6180339887…. o costante di Fidia o sezione aurea è nella natura. L’uomo ha da sempre cercato di riprodurre il mondo che lo circonda per arrivare al divino e per la ricerca del sé. L’Arte utilizza per le sue composizioni quello che la natura dà: la perGiorgio Piccaia nel suo atelier, ©Roberto Pellegrini 2020 fezione delle proporzioni. Il rapporto aureo è la semplicità della vita. La sequenza di Fibonacci che è un susseguirsi di numeri non casuali, ma ben precisi, è un’ode alla proporzione divina, è il ritmo del rapporto aureo. Nelle mie opere riproduco i numeri della sequenza disegnandoli in maniera ripetitiva, utilizzando supporti diversi dal papiro alla tela, dalla carta al plexiglas. La ripetizione è il mio metodo per scoprire, per conoscere, per arrivare al logos, è il mio mantra. Conoscere è ricordare e il ricordo avviene per lampi improvvisi, dove l’esperienza ha un ruolo di presentazione e di comprensione, e cerco il più possibile di mantenere la luce accesa. La conoscenza dei numeri nella loro perfezione non sono riscontrabili immediatamente nella realtà. I numeri sono nel processo di reminiscenza della forza vitale che molti chiamano anima in cui sono sempre stati presenti. Sono natura e sono parte di ogni cosa. Il mio lavoro artistico è un rituale, è recupero della memoria, utilizzo i numeri della sequenza come via per arrivare alla proporzione divina interiore e all’essenza della conoscenza. Oggi, anche con la pandemia, il bombardamento di numeri a cui siamo soggetti è il tutto, la materia informe, il caos da cui attingere per la formazione del Cosmo. “Tutto è numero. Il numero è in tutto. Il numero è nell'individuo. L'ebbrezza è un numero." (cit. Charles Baudelaire). Ecco io questo dipingo.


Giorgio Piccaia, Non è una provocazione, 2021, olio su tela, cm. 127,5x200. Collezione F.F.

Giorgio Piccaia, Fibonacci blu su giallo, 2020 acrilico su tela, cm. 40x30

Giorgio Piccaia, Fibonacci 8, 2020, olio su tela, cm. 80x60 collezione Schnappenberger


Chiasso. Piccaia. Omaggio a Fibonacci, Swiss Logistic Center, 2020/21


Venezia, Arsenale Spazio Thetis Fibonacci-Logos è l’installazione situata dal settembre 2019 nei Giardini Spazio Thetis dell’Arsenale Novissimo. L’opera di Giorgio Piccaia si è unita alla collezione permanente che comprende fra gli altri: “Il Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto, “Le Sentinelle” di Beverly Pepper, “L’uomo che misura le nuvole” di Jean Fabre. Come diceva Plotino ‘il Logos è principio ed è tutto’. Partendo da questa affermazione l’artista ha scomposto la parola e ha realizzato, seguendo la regola della sezione aurea, una serie di cubi in ceramica e in plexiglas (con gli spigoli di cm 13, 34, 55, numeri della famosa sequenza) per la costruzione del Tempio interiore”. Così scrive il filosofo Claudio Bonvecchio. “Il Logos è la pietra fondativa su cui si regge l’intera creazione: non a caso l’inizio del Vangelo Giovanneo ha la sua perfetta corrispondenza nell’inizio del testo biblico: “Bereshit (o Barishonà) barà Elo-him”ossia “All’inizio, Dio creò”. Creare è costruire e costruire è un atto divino, in cui il disegno creativo diventa visibile: la pietra rimane pietra ma, nel contempo, diventa visibile. La creazione si rivela per quello che è. Se la pietra non fosse visibile, l’uomo non potrebbe comprendere la creazione e neppure potrebbe farne parte. Ma chi rende visibile la pietra? Non è l’artefice materiale perché è troppo impegnato a costruire e questo gli impedisce di rendere visibile la pietra o, meglio, le diverse pietre della costruzione: costruzione del mondo e costruzione dell’uomo. Solo l’artista, il musicista, il poeta o il filosofo possono rendere visibile la pietra. Nello specifico, Giorgio Piccaia ha voluto – impresa spiritualmente titanica – rendere visibile la pietra con un gioco plastico. Un gioco spirituale, dove la materia (i cubi) diventano visibili nella pietra invisibile (il cubo di plexiglas): nella pietra spirituale. Ma questo è possibile solo perché la materia è visibile su di un cubo spirituale: rappresentato dal plexiglas su cui poggiano. Fuor di metafora, Piccaia vuol dire che senza la spiritualità – la dimensione spirituale, qualunque essa sia – la materia sola non è in grado di far comprendere il suo vero significato: quello in cui si manifesta la divinità e l’umanità. E viceversa. Infatti, senza la materia (i cubi materiali), lo spirituale (i cubi di plexiglas) non vorrebbero dire nulla: sarebbero invisibili. Così la materia necessita dello spirito e lo spirito della materia. Allo stesso modo, l’uomo si può comprendere come spirituale nella materia e materiale nello spirituale: questo è l’insegnamento, magistrale, dell’opera di Giorgio Piccaia”.

Giorgio Piccaia, Fibonacci Logos, 2019, ceramica e plexiglas Arsenale Novo, Giardini Spazio Thetis


A Erba una scultura per il Pisano 50 anni fa il Presidente della Repubblica decreta al Comune di Erba il titolo di Città. Per l’occasione Il sindaco di Città Veronica Airoldi inaugurerà, appena la situazione sanitaria lo permetterà, la scultura di Giorgio Piccaia dedicata a Leonardo Pisano detto Fibonacci. L’opera artistica è stata realizzata grazie al contributo di due collezionisti.

Studio per la scultura di Erba


Elenco principali mostre 2020. Piccaia. Omaggio a Fibonacci. Spazio Arte - Swiss Logistics Center, Chiasso, Svizzera. p 2020. Art Spreads Hope. Mostra di artisti internazionali su internet. c 2019. Pei’s World. Padiglione Modelli. Spazio Thetis. Arsenale Novissimo. Mostra Collaterale Biennale (maggio/novembre). Venezia, Italia. c 2019. Vittorio Sgarbi presenta San Agnese del Guercino. (Presente con due opere). Swiss Logistic Center. Chiasso, Svizzera. c 2019. Carte, incisioni e ceramiche. Atelier Capricorno. Cocquio Treviso (Va), Italia. p 2019. Seolseong International Art Festival. Eumseong. Corea del Sud 2019. Logos, scultura. Giardini di Thetis. Arsenale Novissimo. Venezia, Italia 2019. Wopart Fair. Lugano, Svizzera (Curatore Mostra “Origine della carta: cinque papiri del Museo egizio di Firenze”) e mostra in stand Omaggio a Fibonacci 2019. CointainerLab. Piazza Battaglini. Lugano, Svizzera. c 2019. CointainerLab. Salone Nautico. Genova, Italia. c 2019. Art Tales. Ambasciata repubblica araba d‘Egitto. Roma, Italia. c 2019. I sensi di Leo. Contaminafro. Fabbrica del Vapore. Milano, Italia. c 2019. Carte e ceramiche (Salone del Mobile). Ma-Ec gallery. Milano, Italia. c 2019. Tre Artisti. Istituto italiano per la Cultura. Il Cairo, Egitto. c 2019. La grotta dei Cervi, murale. Ambasciata d’Italia. Il Cairo, Egitto. 2018. Simposio internazionale d’Arte Biross – Il Cairo e Sharm El Sheikh, Egitto. 2018. Wopart Fair. Lugano, Svizzera. 2018. Iside e il Nilo. Villa Pezzoli Canevari Ghezzi. Sedriano (Mi), Italia. p 2018. I segni. Ma-Ec gallery. Milano, Italia. p 2018. Obiettivo/soggettivo. Sala Veratti. Varese, Italia. c 2018. Residenza d’artista. Antibes. Francia 2018. Collettiva. Espace Les Arcades. Antibes Francia. c 2017. Iside: segni e sogni. Spazio Mater. Roma, Italia. p 2017. Residenza d’artista. Antibes. Francia 2016. Kaleido. Ma-Ec gallery. Milano, Italia. p 2016. Dipinti e carte. Collegio Rotondi. Gorla Min. (Va), Italia. p 2016. Dipinti e carte. Municipio. Marnate (Va), Italia. p 2016. Monologues. Galleri Munken. Lokken. Danimarca. c 2016. Piccaia: dipinti, carte e ceramiche. Dune. Lido di Camaiore, Italia. p 2015. I Piccaia. Banca Mediolanum. Busto Arsizio, Italia. p 2015. Tobeornotobe#aquae. Fondazione L’Arsenale. Iseo (Bs), Italia. p 2015. Piccaia#aquae. Villa Pomini. Castellanza, Italia. p 2015. Water fish. Società Umanitaria. Milano, Italia. p 2014. Due mondi. Hotel San Rocco. Orta San Giulio, Italia. p 2014. LBSIM. Omaggio a Caravaggio. Broletto. Novara, Italia. p 2014. Arcana terra. Spazio Libero. Milano, Italia. p 2014. Umano troppo umano. Società Umanitaria. Milano, Italia. p 2014. Il mondo. Palazzo della Comunità. Orta San Giulio, Italia. p 2013. Gocce. Il Sole 24 ore. Milano, Italia. p 2013. I Piccaia. Banca Generali. Milano, Italia. p 2013. I Piccaia. Spazio Festival Baff. Busto Arsizio. p 2013. Opera romantica. Palazzo della Comunità. Orta San Giulio (No), Italia. p 2013. Simposio internazionale d’arte. Karatay University. Konya Turchia 2013. Mandala, l’essenza del possedere. Chiesa di Santa Marta. Venezia, Italia. c 2013. Due artisti lo stesso Dna. Golf Club Luvinate. Varese, Italia. c 2013. Essenza del possedere. Palazzo Perabò MIDEC. Cerro di Laveno, Italia. p 2013. I Piccaia. Biblioteca di Laveno Mombello, Italia. p


2013. Simposio internazionale d’arte. Počitelj. Bosnia Erzegovina 2013. Artisti internazionali. Museum Alija Izetbegovic. Sarajevo. Bosnia Erzegovina. c 2013. La Musa Terra. Arte Ceramica in Provincia di Varese. Midec. Cerro di Laveno, Italia. c 2012. Percorso d’arte. Agrate Conturbia. c 2012. Pesci. Spazio Zero. Gallarate, Italia. p 2012. Piccaia omaggia Cage. Loopingstar Video Festival. Saarbrucken e Forbach (Francia e Germania) 2011. Artisti in movimento. Brebbia (Va), Italia. c 2011. Ieri, oggi e domani. Spazio Arte Barriera Albertina. Novara, Italia. p 2011. Passions Devoies. Villa Dutoit. Genève. Svizzera. c 2011. 30x30. Galleria L’Acanto. Milano, Italia. c 2011. Cromie espressive. Sala Civica. Vicolungo, Italia. c 2011. Essere o non essere. LivingLab. Varese, Italia. c 2011. Riusciremo ancora a sognare. Galleria Maccagnani. Lecce, Italia. c 2011. Artediffusione a Tornaco. Villa Marzoni. Tornaco (No), Italia. c 2011. Ritratto a Riki Cellini. Teatro Santino. Varese, Italia 2011. Inevitabilmente... donna! Galleria Rotaros. Novara, Italia. c 2010. Il senso del tempo. Archivio di Stato. Novara, Italia. c 2010. Marilyn Monroe. L’arte della bellezza. Villa Ponti. Arona, Italia. c 2009. Antologica. Sala Veratti. Varese, Italia. c 2009. FolKlore. Villa Dutoit. Genève, Svizzera. c 2009. Gioco di squadra. Cascina dell’Arte. Busto Arsizio, Italia. c 2009. I due San Francesco. Chiesa San Giorgio. Agrate Conturbia, Italia. p Anno, titolo, luogo, città, p (personale), c (collettiva)

Alcuni video di mostre e notizie di Giorgio Piccaia video mostra Ma-Ec Milano 2016. Milano, Ma-Ec. Mostra personale Piccaia, Kaleido https://www.youtube.com/watch? v=VX0hTMNbFqc&t=43s 2015. Iseo, Fondazione L’Arsenale. Mostra personale Piccaia #Tobeornotobe https://www.youtube.com/watch? v=mXLu_DNd4A4&t=45s 2014. Novara, Broletto. Mostra personale Piccaia, LBSIM. Omaggio a Caravaggio. https://arteinstudio.com/tag/giorgio-piccaia/ www.giorgiopiccaia.it

Piccaia a Venezia con Iside (Arsenale Novo, Spazio Thetis, 2019)


Giorgio Piccaia, Fibonacci nero, 2020, olio su tela, cm. 140x110


Giorgio Piccaia, Fibonacci bianco, 2020, olio su tela, cm. 140x110


Giorgio Piccaia, Fibonacci fuoco, 2019, olio su tela, cm. 100x150

Giorgio Piccaia, Logos e zero, 2020, acrilico su papiro, cm. 37x48


Giorgio Piccaia, Myosotis Fibonacci, 2020/2021, olio su tela, cm. 215x160


Giorgio Piccaia, Fibonacci 5, 2020, acrilico su tela, cm. 60x80

Giorgio Piccaia, Fibonacci azzurro, 2020 acrilico su tela, cm. 40x30


Giorgio Piccaia, Omaggio a Fibonacci, 2019, acrilico su tela, cm. 190x140


Biografia Giorgio Piccaia nasce nel 1955 in Svizzera a Ginevra. Frequenta sin da piccolo con il padre pittore l’ambiente artistico di Ginevra e di Milano. Studia architettura al Politecnico di Milano, è allievo di Corrado Levi. A Milano realizza performance e happening. Fonda nel 1981 con amici poeti, attori, pittori e registi il giornale artistico Anastasia. Tra il 1975 e il 1982 studia in Polonia e in Italia con Jerzy Grotowski, grande drammaturgo del teatro contemporaneo. Dopo un periodo come giornalista ed editore riprende il suo lavoro artistico. Numerose le sue personali e collettive in Italia e all’estero, in musei e in gallerie. Il suo atelier è in Piemonte ad Agrate Conturbia in provincia di Novara.

Info. giorgiopiccaia@gmail.com www.giorgiopiccaia.com

Matteo e Giorgio Piccaia, padre e figlio uniti nell’Arte


1202/2021, l’Arte ai confini della conoscenza

Carla Tocchetti, curatrice della prossima mostra Piccaia/Fibonacci (Varese, Italia, Ottobre 2021) Nonostante lo scenario volatile legato alla pandemia, l’Arte non si ferma. Prosegue tra aperture su invito e al pubblico la fortunata esposizione di Chiasso, e nella seicentesca location del Battistero di Velate a Varese siamo al lavoro per preparare la prima, attesissima, tappa di “Omaggio a Fibonacci, la vita è un numero” di Giorgio Piccaia, première italiana del tour 2021. La mostra, prevista a Ottobre 2021, sarà fiore all’occhiello di “Immaginari: Arte e Scienza”, testimonianza diretta dell’impegno dell’Associazione Beautiful Varese nel divulgare, attraverso l’Arte, la conoscenza delle nuove istanze sociali, soprattutto scientifiche e tecnologiche, dalle quali può dipendere il nostro stesso futuro. La mostra di Piccaia rimette al centro delle priorità un ragionamento sul nostro essere in questo mondo, sulle possibilità offerte dalla Scienza, che non sarebbe come la conosciamo oggi, se nel 1202 Fibonacci non avesse cercato e studiato oltre i propri confini, se non si fosse convinto della utilità di sistemi numerici basati sullo zero, che allora non esistevano nel vecchio continente, ma erano già adottati in India e in Arabia. La sequenza di Fibonacci, e la sua forma in geometria detta “proporzione aurea”, governa con estrema precisione il riferimento universale della bellezza, dell’armonia, della verità. Alla base della natura, della vita, e di ciò che possiamo conoscere del futuro stesso, vi è un numero. La vita dunque è un numero. A distanza di nove secoli, la fascinazione per questi numeri torna nell’Arte con Piccaia. Attraverso colore e segno matematico l’Artista restituisce, agli occhi più attenti, il senso della ricerca, il battito dell’universo, quella visione di infinito che rende in qualche modo trascendente la nostra stessa Umanità. I numeri di Fibonacci hanno influenzato le discipline più diverse: in Matematica sono legati in qualche modo alla sezione aurea, alle frazioni continue, alla zeta di Riemann, ai frattali. In Fisica sussiste il legame con la teoria delle stringhe; altri legami impattano la Biologia, la Cristallografia, l’Economia, l’Elettrotecnica, l’Informatica. Nella Musica la sequenza di Fibonacci ha lasciato un segno importante: nel ventesimo secolo molti compositori, tra cui Stravinsky, Stockhausen, Nono, Bartok, Debussy si ispirano al “divino numero”. Giorgio Piccaia, ginevrino di origine ma orgogliosamente italiano e cittadino del mondo, ha lavorato per mesi intorno al tema di Fibonacci. Dopo una felice anticipazione a Wopart (ultima edizione a Lugano 2019) e l'esposizione a Chiasso allo Swiss Logistic Center fruibile da Febbraio 2020, nella prèmiere italiana confluiranno nuovi elementi e nuove forme. Per Piccaia è una dichiarazione programmatica, abbracciata con intensità soprattutto nel periodo “meditativo” dei lockdown. Tra le varie riflessioni, tradotte su vari supporti dalla carta intelata al plexiglas, Piccaia ha inserito anche il “nontiscordardime”, simbolo di un tema centrale nella sua vita, fin dai tempi dei seminari teatrali con Jerzy Grotowsky. Sono passati quarant’anni ma il focus è sempre quello, la ricerca di sè. Punte d’oro e petali bianchi sono come numeri e segni nella matematica indo-araba: possono trasportarci all’infinito, dice l’Artista, verso un futuro che noi possiamo costruire. I numeri possono però anche riportarci indietro, alle origini dell’Uomo, all’origine di noi stessi. Il myosotis è un omaggio agli esclusi, ai vulnerabili. Nella regolarità della forma dei fiori e dei minuscoli petali, piccoli tocchi di pennello o assenza di tocchi, simboleggiano pieni e spazi, ma anche silenzi e risposte. Il ritmo regolare di un respiro che muove l’intero universo e che continuerà a fluire nonostante tutto, anche se non conosciamo pienamente le sue dinamiche. Uomini come petali dunque, ma anche cittadini che partecipano alla vita di una Nazione o comunità aiutandosi: un piccolo fiore per un modello sociale fatto di inclusione, giustizia e solidarietà. Con l’essenzialità espressiva del myosotis, Piccaia riconosce e valorizza l’identità stessa dell’Uomo.


Giorgio Piccaia, Fibonacci blu, 2020, olio su tela, 140x110 Giorgio Piccaia, Fibonacci blu, 2020, olio su tela, cm 140x110



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