Giovanni Capotorto
Lungo gli argini
Youcanprint Self-Publishing
Titolo| Lungo gli argini Autore| Giovanni Capotorto Foto|Morguefile free photos - http://www.morguefile.com Ponte di Carrbridge – Scozia|Fiume Cetina, Sinj – Croazia Illustrazione di copertina rielaborata dall’autore ISBN | 978-88-91156-68-6 © Tutti i diritti riservati Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il preventivo assenso dell’Autore e dell’Editore. Edizioni Youcanprint Via Roma, 73 – 73039 Tricase (Le) – Italy Tel. +39/0833.772652 Fax. +39/0832.1836533 www.youcanprint.it info@youcanprint.it Facebook: facebook.com/youcanprint.it Twitter: twitter.com/youcanprintit
Ridi dei tuoi affanni e non farai mai danni.
Premessa Lungo gli argini di solito sostano le persone in attesa: di attraversare il fiume per andare lontano o di sprofondare fra le sue acque, gente che cerca di costruire il proprio futuro con determinazione oppure che ha ormai perso tutto e si è arresa al destino. Questo libro riunisce diversi stati d’animo: parla di fede, di amore, di voglia di ripartire, di sogni, di libertà, ma anche di disperazione, di fragilità, di sofferenza, di guerra, con uno sguardo critico, a volte impietoso, e una visione disincantata della vita, ma senza mai rinunciare alla speranza. Lungo gli argini si colloca cronologicamente subito dopo Fogli diVersi e ne rappresenta un po’ il seguito, riunendo riflessioni nate tra il 1991 e il 1998, in un periodo piuttosto complicato della mia vita. Dopo non ho praticamente più scritto poesie e anche questa raccolta è rimasta nascosta per più di quindici anni, prima di decidere di condividerla. Spero possa offrire degli utili spunti di riflessione, aiutare le persone in difficoltà a ritrovare un sorriso, una speranza, a sentirsi meno soli, a credere nel futuro. Ogni poesia è accompagnata dalla data di composizione e da un breve commento, utili per comprenderne meglio il contenuto. Buona lettura! Giovanni Capotorto
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In cammino 29/05/1991 Voglia di ripartire dopo un periodo difficile, in cui la scrittura era stata messa da parte per seguire altre priorità : la ricerca di un’occupazione stabile, il miraggio di una laurea. Il treno come metafora del desiderio di cambiamento, di riscatto.
E mi torna alla mente un sentiero lontano, il mio sogno piĂš bello, insieme a te per la mano. E rivedo una vita che pareva perduta ritrovare vigore e tornare a lottare. E ascolto una voce che credevo svanita: oggi chiama il mio nome, mi riporta alla vita. Tu lo senti il mio treno che riparte sereno: vuole andare lontano con me e te per la mano.
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Una luce di un tempo che fu 29/05/1991 Di notte una luce appare di colpo nella stanza buia: forse un fenomeno misterioso oppure solo un riflesso dall’esterno. La mente vola, cercando una spiegazione. Cominci a riflettere e lentamente una luce si riaccende anche nel tuo cuore, facendo tornare la speranza che credevi perduta e illuminando il tuo cammino.
Accadde un giorno, dirti quando non so, che dentro il buio una luce brillò. E la fiamma mia vana, che pareva ormai spenta, ha riaperto la tana e ora arde contenta.
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Un nuovo sole 12/02/1992 Torna il sole, nasce un nuovo giorno: non è più tempo di dormire, di restare nell’apatia; si può tornare a sperare, ad amare, a vivere.
Guardate nel cielo: c’è il sole. Guardatevi attorno: è ormai giorno. Svegliatevi, basta dormire. Un nuovo sole, oggi, segna il ritorno di una speranza che sembrava vana, di una forza che sembrava lontana. Non più nel buio, ma ormai nella luce cercate ancora un’eco di pace e riscaldatevi oggi a quel calore, al nuovo sole che è segno d’amore.
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La forza di gridare 12/02/1992 A volte sembra inutile denunciare i soprusi e le ingiustizie, provare a essere una voce controcorrente. Una richiesta di aiuto, una preghiera per non perdere mai la speranza, la voglia di lottare, per non arrendersi di fronte alle difficoltà della vita.
«Non serve – diceva la gente – non serve parlare per niente. Nessuno ti ascolta, nessuno ti sente; non serve gridare, non serve a niente. Son solo parole, magari anche belle, ma presto cadranno, come tenui fiammelle.» Ascolto in silenzio e penso che è vero: son solo parole, svaniscon nel cielo. Eppure quel grido lo sento nel cuore e chiedo al Signore di aiutarmi ancora a non trattenere
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quel che sento di dire, a non risparmiare quel che ancora ho da dare, ad avere ancora la forza di gridare.
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Sotto un cielo d’asfalto 22/06/1992 Una donna prigioniera di un corpo che non sente più suo e sogna un amore diverso, incompresa dalle persone che la circondano. Per riflettere sul dramma di chi, spesso faticosamente, ricerca la propria vera identità sessuale e lotta perché sia riconosciuta anche dagli altri.
Una donna piangeva sotto un cielo d’asfalto. Lei sognava una casa, un amore e un gatto. Non aveva paura di viaggiare da sola, di cercare nel vento l’eco di una parola. Lei sentiva il suo istinto che gridava nel cuore, lei sentiva il suo corpo che cercava un amore, un amore diverso, forse senza calore. Lei amava il suo sogno, la sua amica migliore, ma nessuno oramai la poteva capire, chiusa dentro il suo guscio, sola col suo dolore. C’era un uomo in lei, 12
lo poteva sentire, che gridava, recluso in quel corpo di donna. Si sentiva smarrita, non aveva pi첫 voglia di gridare alla vita, magari senza vergogna.
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Sabbia 24/06/1992 Spesso il mondo che ci circonda ci appare assurdo, incomprensibile e ci sembra inutile ogni nostro tentativo per cambiare le cose. Dio ci dona la speranza, rappresentata qui come un piccolo granello di sabbia, apparentemente inutile, e ci chiede di diffonderla nel mondo.
Guardo tra la sabbia, il mare più non c’è e sento questa rabbia che cresce dentro me. Vedo uno strano mondo morire attorno a me e gente che fugge, senza sapere perché. Tutto sembra crollare, sparire ogni valore e senza esitazione cadere ogni nazione. Perduta è ogni speranza anche dentro di me, ma certo questo mondo non cambierà da sé. Per questo con fatica dovremo trasformare ogni speranza vana in un segno d’amore. Usciamo dal deserto, 14
da questa nostra gabbia e doniamo a ogni uomo un granello di sabbia. Un piccolo granello, forse senza valore, segno del mondo nuovo che andiamo a costruire. E donando ciascuno il suo triste fardello restituiremo al mondo quel che c’è di più bello: la gioia, l’amore, l’eco del suo Creatore.
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Ditemelo voi 22/09/1994 Una riflessione sull’inutilità della guerra, sulle facili critiche al pacifismo in nome di un presunto realismo politico. Ma le parole contano poco di fronte alla morte, alle sofferenze di un altro essere umano, colpevole solo di indossare un’altra divisa.
Ditemelo voi, voi che siete sulla Terra quelli che comandano, i signori della guerra. Voi dite che un conflitto è una grande occasione per l’economia della nazione. E ridete di noi che parliamo di pace, noi siam solo illusi, che non hanno voce. Ma ditemi voi, voi che siete convinti che occorre infierire persino sui vinti. Ditemi voi se avete mai visto un uomo che muore perché è stato ucciso.
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Morire a vent’anni senza una ragione gridando nel vento rabbia e dolore. Qualcuno l’ha fatto, ma le sue parole non sono servite a far nascere amore. Ditemi voi per quale ragione si debba ammazzare quell’altra divisa. Contiene un uomo e questo lo giuro, lui è come me, ne sono sicuro.
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Armonia 22/09/1994 Il suono della campana, spesso inascoltato, ricorda agli uomini che Dio li ama e li chiama ogni giorno. Purtroppo spesso solo i timidi uccelli sanno unirsi alla sua voce di speranza e ne comprendono il valore.
Nel canto degli uccelli rintocca una campana. Tacciono i lieti amici, solo per un istante. Ascoltano quella voce, che si fa pi첫 insistente. Chiama a raccolta gli uomini e li richiama a Dio. In volo le rispondono gloriando il nome Suo.
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Lungo gli argini 06/10/1994 Gente senza speranza, ammassata lungo le rive di un fiume, in cerca di una risposta ai suoi perché, timorosa e desiderosa di perdersi nelle sue acque tumultuose oppure pronta a lottare contro le avversità e a ripartire con coraggio.
Risalendo lungo gli argini di un fiume e cercando qualche cosa che non c’è, ho veduto tanta gente che cercava, come me, di dare una risposta ai suoi perché. E nel fiume galleggiava tutta quella gente che si era arresa, annegata nei perché. Qualche volta l’ho temuto di caderci dentro anch’io, ma ogni volta mi ha preso per mano Dio. E io spero che ogni uomo che cammina accanto a me trovi presto la risposta ai suoi perché.
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A volte 06/10/1994 Ci sono momenti in cui il cammino sembra troppo duro e quasi impossibile raggiungere la nostra meta. Non bisogna mai perdere la speranza e cercare sempre una luce che ci guidi nel nostro cammino e ci ridoni la forza di andare avanti.
A volte la strada non sembra sicura, a volte la vita sembra davvero dura, a volte tu credi che sia lungo il cammino che ti porterà incontro al tuo destino. Ma stai sicuro che lungo la strada tu vedrai una luce che ti guida il cammino. Sentirai una voce che ti è sempre vicino; non sarai mai solo con il tuo destino. A volte la vita fa strane sorprese e quando tu credi di essere a terra, vedrai nel cielo 20
brillar la tua stella. E ti alzi di colpo, ti senti più forte pronto ad affrontare anche la mala sorte e non hai paura più di sbagliare perché l’importante è comunque provare.
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