CORSO DI LAUREA IN PROGETTAZIONE ARTISTICA PER L’IMPRESA
TESI DI LAUREA
Progetto di immagine coordinata e strategie di comunicazione per l’associazione Piemonte Cultura Relatore
Candidato
Prof. Pasquini Stefano
Giulia Giovinazzo Tesi di laurea Triennale
Anno Accademico 2014/2015 Sessione Autunnale 1
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INDICE
Introduzione
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Immagine coordinata
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Mass Media
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Stampa
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Affissioni
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Direct Marketing
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New Media
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Internet
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Social Media
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Applicazione mobile
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Grafica di pubblica utilitĂ
25
Progetto
31
Marchio
39
Elementi di immagine coordinata
55
PubblicitĂ
61
3
Direct Marketing
75
PubblicitĂ su internet
83
Social Network
89
Altri elementi
97
Sito web
105
Newsletter
117
Applicazione
121
Conclusioni
139
Bibliografia
143
Sitografia
145
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INTRODUZIONE I beni culturali, in quanto tali, si promuovono da sé: se un bene ha un valore esplicito, basterà di per sé ad attirare l’attenzione. Nonostante ciò il mondo dei beni culturali necessita di una solida struttura che li differenzi gli uni dagli altri, creando per ognuno di essi un’identità forte e riconoscibile: questo tipo di progettualità è definibile come corporate identity. Il concetto di immagine coordinata ha, nell’immaginario comune, maggiormente a che fare con aziende o industrie, ma da diversi decenni a questa parte, anche le istituzioni non volte al profitto come enti, associazioni culturali e musei iniziano a mettere in pratica strategie di marketing e di comunicazione visiva. L’obbiettivo di ciò non è quello di arricchirsi come avviene per le aziende orientate al guadagno, ma è quello di una migliore e maggiore fruizione culturale data da una comunicazione che deve aggiornarsi per essere sempre efficace ed in grado di creare i cosiddetti “consumatori culturali”. La ricerca di un vasto pubblico culturale non è volta ad un maggiore guadagno da parte di questo tipo di istituzione, bensì all’adempimento di una missione sociale: il miglioramento di una comunità e la qualità di vita del cittadino, poiché vivere nel bello ed avere gli strumenti per apprezzarlo rende più felici. Piemonte Cultura è un’associazione culturale no profit, nata all’inizio del 2000 e finalizzata alla conservazione e diffusione dei diversi aspetti della cultura regionale. Essa promuove eventi e corsi realizzati dai suoi soci fondatori, da sempre mossi dalla passione per la cultura in tutte le sue sfaccettature. Prendendo in esame la situazione attuale di tale associazione, ho realizzato in questa tesi un progetto di restyling di tutta l’immagine coordinata, a partire dal rinnovamento del logo reso più originale e distinguibile, nonché più giovanile e attuale. Il restyling ha previsto anche un lavoro di 7
aggiornamento grafico del sito web e di maggiore omogeneità delle piattaforme social. Inoltre, ho realizzato un’applicazione per smartphone e progettato una campagna di promozione della cultura piemontese su vari media. Un ultimo obbiettivo del progetto è stato quello di ampliare la gamma dei servizi dell’associazione, facendo in modo che si possa rivolgere al pubblico anche per quanto riguarda la fruizione del patrimonio artistico, architettonico e paesaggistico della regione, poiché attualmente questo aspetto non è sufficientemente trattato. A livello teorico, oltre alla definizione di immagine coordinata e della sua storia, verranno analizzati i media ritenuti più consoni alla comunicazione culturale, introducendo gli aspetti generali della grafica di pubblica utilità.
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IMMAGINE COORDINATA L’immagine coordinata è l’identità dell’azienda, l’immagine che il pubblico percepisce di un’impresa; essa si costituisce da elementi principali, il logo, i colori e il carattere istituzionale, che vengono successivamente applicati ai vari strumenti di comunicazione: biglietto da visita, carta intestata, busta, depliant e sito internet.
Storia Testimonianze di immagine coordinata si hanno con la nascita delle prime scritture, nella cultura greca, con i monogrammi, ossia i logotipi (dal greco, logos= parola, e typos= marchio, firma) in cui un nome viene semplificato usando una o più lettere. Inoltre i greci furono i primi ad attribuire ad ogni vocale e consonante un segno singolo, dalla cui combinazione si formavano parole e frasi. Fin dall’antichità, gli appartenenti alle classi dominanti, governanti o capi spirituali, usavano firme riconoscibili per sigillare documenti o leggi; mentre nel Medioevo, i proprietari terrieri e i commercianti usavano marchi per riconoscere le proprie merci e il proprio bestiame, e le famiglie nobili crearono un complesso codice, l’araldica, basato su campiture di colore differenti e segni, che applicavano su stemmi per identificare edifici, documenti, oggetti d’uso e pietre tombali. Lo stesso capitava in estremo oriente, si usavano segni di identificazione per le famiglie nobiliari.
Peter Behrens e l’AEG La necessità di adozione di sistemi grafici di identificazione, si fa sempre più impellente dagli inizi del 1900, con l’esplosione del fenomeno industriale; se ne trovano le premesse e le basi, nell’attività 9
progettuale che va dal 1907 al 1914 per l’azienda tedesca di elettricità AEG da parte dell’architetto Peter Behrens, chiamato come direttore artistico. Egli fa un operazione ad ampio raggio: sul piano grafico definisce una serie di elementi che ricorrono nell’intera produzione dell’azienda, disegna un carattere tipografico, il Behrens-Antiqua, che si ispira alla monumentalità delle iscrizioni romane e costruisce il marchio, un esagono contenente tre esagoni nei quali sono inscritte le lettere del monogramma AEG. Mette a punto anche un sistema di impaginazione per i cataloghi, organizza simmetricamente le pagine interne, dividendo lo spazio in figure geometriche semplici, e inserisce al centro della copertina l’immagine di un prodotto che rimanda al contenuto. La gamma cromatica utilizzata è basata sul verde e sull’oro, e ricorre sia nella produzione grafica, sia in quella industriale. Behrens riformula completamente l’immagine dell’azienda, progettando anche gli edifici industriali, le case per gli operai, i padiglioni per le esposizioni e i negozi, inoltre disegna le lampade, i ventilatori, le teiere, gli orologi elettrici ed altri oggetti. Il progetto e le strategie adottate da Peter Behrens aprono le porte allo sviluppo della progettazione dell’immagine coordinata per enti e aziende.
Elementi Il progetto di immagine coordinata per qualsiasi ente, pubblico o privato, deve partire dallo studio del marchio che permette la facile riconoscibilità dell’ente in questione. Il marchio è il segno grafico che ha la funzione di stabilire un contatto sensoriale visivo con il pubblico e può avere successo se costituito da uno solo di questi elementi:
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• Fonogramma, elaborando una o più lettere con forme calligrafiche o monogrammatiche; • Pittogramma, un segno iconico riconoscibile come oggetto o serie di oggetti; • Diagramma, un segno grafico non iconico, per designare un evento o un luogo. Il marchio costituisce l’elemento primario dell’immagine coordinata, al quale vengono accostati l’alfabeto e i colori istituzionali. Alla costruzione del marchio si accompagna la scelta del carattere tipografico per l’intero progetto di immagine coordinata, il quale ne definisce il temperamento ed il tono, soprattutto se la famiglia di font viene disegnata appositamente. Vengono successivamente definiti i colori istituzionali. Per la corretta e fedele riproduzione del marchio su supporti ed in contesti differenti, viene utilizzato il manuale d’uso, strumento che contiene il sistema di norme e prescrizioni per la realizzazione di ogni singolo elemento. Definiti questi elementi principali, si progetta l’intera immagine coordinata applicandoli secondo le regole sui vari elementi. La corporate image è dunque composta principalmente dal biglietto da visita, il principale strumento di presentazione, in cui vi è il logo, i nomi e gli indirizzi principali; la carta intestata, usata per la corrispondenza, accompagnata alla busta. Ed una serie di altri strumenti che possono essere: la cartellina, i cd di presentazione, le shopper, il sito internet, ed alcuni gadget come spille, penne, matite, agende, block notes, adesivi e chiavette usb.
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MASS MEDIA I mass media, o mezzi di comunicazione di massa, costituiscono un sistema di comunicazione che trae le sue origini dal progresso tecnologico. Prima della rivoluzione industriale lo sviluppo dei media di massa è stato piuttosto lento, ma a partire dall’invenzione della stampa (1455) le notizie, prodotte con molta più facilità iniziarono a trasmettersi più velocemente. Successivamente, durante l’Ottocento si sono susseguite nuove invenzioni che hanno permesso la diffusione di contenuti a distanza. La prima fu l’invenzione del telegrafo, poi del telefono, cui seguì il cinema. Nel Novecento i media di massa sono entrati nelle case private. I media classici sono: la stampa, le affissioni, la radio, il cinema e la televisione. In questa categoria rientra anche il direct marketing, un tipo di comunicazione finalizzato all’instaurazione di un rapporto diretto con gli utenti, in cui rientrano i mezzi: telemarketing, mailing, direct response advertising e direct marketing digitale.
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STAMPA Storia L’invenzione della stampa risale alla metà del 1400, per opera di Johann Gutenberg con la stampa a caratteri mobili, che rese possibile la produzione di libri, giornali ed affissioni. Questa tecnica non si adattava però alla stampa d’immagini, che erano ancora riprodotte a mano o con vecchie tecniche di stampa. Una di queste era la xilografia, che consisteva nel realizzare una matrice da una tavoletta di legno, sulla quale si asportano parti di materiale, quelle non asportate coincidevano con il disegno da riprodurre. La riproduzione d’immagini stampate risale invece, alla metà dell’800, con la litografia, che rappresenta un importante momento nel processo evolutivo delle tecnologie di stampa. La litografia consisteva nell’utilizzo di lastre di pietra levigate, sulle quali erano eseguiti dei disegni con una speciale matita grassa. In seguito la pietra veniva bagnata, tranne le parti trattate con la matita che erano grasse ed idrorepellenti, quest’ultime assorbivano però l’inchiostro. Questa tecnica ebbe subito grande successo e diede un forte impulso alla diffusione del manifesto come mezzo d’informazione e di propaganda anche pubblicitaria. La litografia si è evoluta nel tempo prendendo il nome di “stampa offset”, con l’utilizzo di matrici in zinco.
Tipologie Sotto la voce “stampa” rientrano tre tipologie di stampati: quotidiani, periodici e rivista. I quotidiani sono stati il primo grande mezzo di diffusione dell’informazione, sono pubblicati 13
giornalmente e si possono suddividere per tipologia di testata in: provinciali, regionali, pluriregionali, nazionali, economici, sportivi e politici. Quelli che interessano la comunicazione dei beni culturali possono essere: provinciali, regionali e pluriregionali. L’unità di misura per la vendita degli spazi pubblicitari è costituita dal modulo, che permette molteplici combinazioni e formati che determinano anche il prezzo. I periodici sono a diffusione settimanale, quindicinale e mensile, ed è possibile suddividerli in due grandi categorie: i periodici di massa a grande tiratura ( di attualità, femminili, sportivi, per giovani, di programmi tv, di gossip e di scienza), e i periodici specializzati a tiratura ridotta e diffusione mirata (con interessi specifici, come computer, architettura o arte) e sono quelli che interessano la comunicazione dei beni culturali. Lo spazio pubblicitario dei periodici è venduto per colonna o per pagina.
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AFFISSIONI Storia La diffusione delle affissioni risale alla seconda metà del 1800, con la cromolitografia, tecnica che si sviluppa dalla litografia, con lo stesso processo di utilizzo di lastre di pietra e matita grassa, ma con l’impiego di differenti matrici per differenti colori; questa tecnica permette quindi di utilizzare tanti colori e più velocemente. Nei primi tempi le cromolitografie erano solo immagini ritagliate ed utilizzate per decorare oggetti, senza scritte. Dopodiché si iniziano a stampare immagini con varie scritte.
Tipologie Le affissioni si possono dividere in pubblicità esterna e interna. Per quanto riguarda la comunicazione dei beni culturali sono più utili le affissioni esterne: i manifesti incollati su appositi supporti (generalmente partono con moduli di dimensioni 70 x 100 cm, sommati fino a diventare poster di 600 x 300 cm), poster per pensiline alle fermate dei mezzi pubblici, pubblicità in movimento collocate su autobus o tram ( intorno ai 300 x 70 cm e 120 x 170 cm) e cartellonistica stradale collocata sulle strade extraurbane, della durata generalmente di sei mesi o un anno.
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DIRECT MARKETING Il direct marketing comprende strumenti di comunicazione volti aa raggiungere in modo diretto gli utenti: utile alla comunicazione della cultura è il mailing. Il mailing è la posta pubblicitaria inviata ad utenti selezionati che possono essere clienti effettivi o potenziali. Le forme di comunicazione utilizzate, sono: • La busta, che appartiene all’immagine coordinata base dell’azienda e costituisce una sorta di biglietto di presentazione. • La lettera personalizzata con il nome e il cognome dell’utente. • Il folder, un pieghevole utilizzato per la presentazione dell’evento/luogo. • La brochure aziendale, utilizzata per presentare l’ente ed i servizi. • Il coupon/invito, creato appositamente per offrire un servizio in modo agevolato. I vantaggi di questo tipo di comunicazione sono la possibilità di coinvolgere nuovi utenti, creare un rapporto diretto e rafforzare l’immagine dell’ente.
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NEW MEDIA I new media sono i mezzi di comunicazione di massa che si sono sviluppati in relazione alla nascita ed allo sviluppo dell’informatica, dell’elettronica e delle telecomunicazioni. Le caratteristiche dei new media sono l’interattività, la multimedialità e la personalizzazione. Fanno parte dei new media internet e la telefonia mobile. I nuovi media consentono una partecipazione maggiore degli utenti che non sono passivi destinatari di informazione, ma attivi produttori di contenuti e informazione. Questi media sono anche caratterizzati dalla digitalizzazione dell’informazione, che la rende facilmente archiviabile, conservabile e trasportabile.
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INTERNET Storia Le origini di internet partono dagli anni Sessanta, anni in cui il governo americano, chiese alla società ARPANET e alla NASA, di sviluppare un sistema di comunicazione; istituirono così la prima rete, collegando prima due, poi quattro università americane. Nel 1972 nasce la posta elettronica, e all’inizio degli anni Novanta viene sviluppato il “www” per consultare in modo intuitivo le informazioni della rete, il protocollo HTML e nel 1996 ci sono 10 milioni di computer connessi. Durante gli anni Novanta Internet si espande in tutti gli ambiti, privati e commerciali, grazie alla nascita del primo motore di ricerca, Yahoo ed allo sviluppo del browser più famoso, Internet Explorer. Per la comunicazione degli enti pubblici e privati è utile sviluppare, in modo adeguato, un sito web, tenendo in considerazione 7 elementi: 1. il contesto: l’aspetto grafico e la struttura del sito; 2. i contenuti: i testi, le immagini e i suoni inseriti; 3. la community: in modo da coinvolgere gli utenti; 4. la personalizzazione: rispondere alle esigenze del singolo utente; 5. la comunicazione: il modo in cui vengono trasmesse e raccolte le informazioni; 6. la connessione: la capacità di collegarsi ad altri siti; 7. il commercio: la capacità di attivare le transizioni commerciali. 18
Tipologie Per quanto riguarda gli strumenti pubblicitari offerti da internet, per la comunicazione dei beni culturali, sono utili i banner, la sponsorship e la newsletter. Il banner è lo strumento più usato, è un elemento grafico molto flessibile: l’azienda interessata paga per poter inserire il proprio banner sui siti di utilità e il formato del banner viene scelto dal singolo sito che mette a disposizione una serie di formati. La sponsorship è un tipo particolare di sponsorizzazione: generalmente banner molto piccoli con un periodo di minimo 3 mesi. La newsletter è un notiziario costruito in HTML costituito da testi ed immagini, inviato periodicamente per posta elettronica agli iscritti al sito. È molto vantaggioso in quanto gli utenti sono sicuramente interessati agli argomenti proposti.
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SOCIAL MEDIA Il web è sempre stato uno strumento che mette in collegamento le persone. Con la nascita del web 2.0 sono nati i social media, cioè tutte le applicazioni che consentono la creazione e lo scambio di contenuti generati dagli utenti, hanno infatti rivoluzionato il modo di fare informazione. La presenza sui social media è importante anche per gli enti culturali, basti pensare che il 92% degli utenti che accedono ad internet hanno almeno un account social, si ha la possibilità di costruire una comunità intorno ai propri luoghi e ai propri eventi, in quanto sono strumenti che consentono sia di condividere informazioni in tempo reale, sia di sfruttare al meglio le relazioni con gli utenti.
Tipologie I social media che possono essere utilizzati per la comunicazione culturale sono: •
Facebook, il social media per eccellenza, nato nel 2004 nell’università di Harvard nel
Massachusetts, Stati Uniti, diffusosi in Italia dal 2008. Oggi Facebook è disponibile in oltre 70 lingue con 1,310 miliardi di utenti attivi. È uno strumento in grado di creare una comunità. Per utilizzarlo al meglio è utile: pubblicare post almeno una volta al giorno collegandoli tramite link esterni al sito web, scrivere brevi testi con immagini, rispondere sempre ai commenti dei fan e coinvolgere il pubblico con domande, quiz e hashtag. • Twitter è un social media che si basa sulla condivisione di messaggi di testo. Nasce nel 2006 e si diffonde dall’anno successivo e oggi conta nel mondo 255 milioni di account attivi. Su Twitter sono molto usati gli hashtag, utili per raggruppare i vari tweet riguardanti un tema specifico, per 20
renderli ricercabili dagli utenti e quindi aumentarne la visibilità. È utile twittare ogni giorno, dalle 3 alle 5 volte, inoltre, secondo studi specifici, un tweet perfetto è lungo tra i 70 e i 100 caratteri. Inoltre può essere vantaggioso aggiungervi un immagine, uno o due hashtag e qualche link. •
Instagram è una piattaforma per la condivisione di foto e video che consente di pubblicarle
anche direttamente su altri social, come Facebook e Twitter. Nasce nel 2010 e successivamente, nel 2012 viene comprato da Facebook. Oggi conta 200 milioni di utenti attivi ed è uno dei social più utilizzati, soprattutto da giovani utenti. Ha la possibilità di geolocalizzare le immagini e di utilizzare gli hashtag in modo da creare una rete anche con altri social media. •
Pinterest è un social network basato sulla condivisione di immagini catalogabili in diverse
categorie ed interessi. Nasce nel 2010 e da allora è passato da 1,2 milioni di utenti registrati a 70 milioni nel 2013. Le caratteristiche principali di questo social sono l’immediatezza, la semplicità e la velocità d’uso. Per condividere le immagini che ci interessano: basta selezionarle e “pinnarle” direttamente nel nostro profilo, organizzandole secondo diverse tematiche, aggiungendovi anche una descrizione. Pinterest è molto utile nella strategia di comunicazione di un’associazione culturale, in quanto può contribuire a far conoscere le attività e gli eventi promossi. •
Google+ è un social network lanciato nel 2011 e conta 300 milioni di utenti. Questo social
gestito dalla Mountain View fa parte dei molti servizi offerti da Google, è interessante in quanto i contenuti condivisi possono apparire tra i primi risultati di ricerca su Google. Google+ è costituito dagli elementi base di social network: una foto, la biografia, immagine di copertina, le esperienze, i luoghi visitati, gli interessi e gli amici. Il social network di Google ha integrato molti utili servizi che lo rendono diverso da altri social, come le Social Google ADV: da la possibilità di promuovere i 21
propri post di Google+ fuori dal social, su siti web, forum e blog, mostrandoli come banner, questo permette di raggiungere nuovi potenziali lettori. Un altro utile servizio è il SocialSearch, ovvero una tipologia di ricerca che tiene in considerazione anche risultati provenienti da profili e pagine che seguiamo su Google+.
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APPLICAZIONI MOBILE Le applicazioni mobile, sono al giorno d’oggi un mezzo di comunicazione molto diffuso, in quanto, per la prima volta nella storia della tecnologia mobile, gli smartphone hanno superato il mercato dei PC e stanno diventando uno dei principali modi di accedere alle risorse della Rete. È quindi importante anche per le Istituzioni Culturali sviluppare un’applicazione per smartphone, dal momento che si tratta di uno dei canali più semplici ed immediati per avvicinarsi al pubblico ed offrire un’immagine rinnovata ed attuale. Il primo App Store è quello di IPhone nato nel 2007, in seguito nel 2008 arriva il Google Android Market. I musei, soprattutto negli Stati Uniti, hanno iniziato a sviluppare app sin dal 2009. Le applicazioni nel mondo dei beni culturali possono fornire dai tradizionali servizi di audioguida, a schede dettagliate su luoghi e opere (ad esempio utilizzando la tecnologia QR code), o proporre itinerari turistici, storico-artistici, e dare l’accesso ad archivi e notizie bibliografiche. Inoltre, grazie alla possibilità di geolocalizzare i punti d’interesse le possibilità di valorizzare le risorse culturali sul territorio sono infinite. Le app progettate dalle istituzioni culturali devono essere pensate per arrecare vantaggi agli utenti che, potendo usufruire di maggiori e migliori servizi, accresceranno il gradimento verso chi le propone. Dunque, se un’istituzione culturale intende realizzare un’app deve essere consapevole che è necessaria molta creatività e fantasia e soprattutto un’attenta analisi delle esigenze dell’utente. Deve, inoltre, fare attenzione a non proporre un doppione di un servizio già erogato via web: non è detto, infatti, che un servizio performante tramite sito lo sia altrettanto tramite app, mentre potrebbe essere utile fornire un servizio unicamente tramite app, sfruttando le caratteristiche tipiche dei dispositivi mobile. 23
Per realizzare un’applicazione utile e funzionale, è bene tener presente: • Per quale motivo realizzare l’applicazione. • A chi ci si rivolge. • Che tipo di servizio si vuole erogare. • Tenere in considerazione l’utilizzo o meno della connessione internet per la fruizione di essa. • La necessità di avere funzioni specifiche quali, geolocalizzazione, fotocamera o collegamento ai social network. Si apre dunque, un nuovo orizzonte di opportunità ed interazioni con il grande pubblico della Rete che usa lo smartphone proprio come una postazione web, con il vantaggio che con un’applicazione, il museo, la biblioteca, il luogo culturale è “sempre con te”.
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GRAFICA DI PUBBLICA UTILITÁ In Italia, a partire dagli anni ’70, si sviluppa un’area specifica della disciplina della grafica: la grafica di pubblica utilità. La sua definizione fu formalizzata per la prima volta negli anni ’60 da Albe Steiner, storico grafico italiano di origini bulgare. Essa si è sviluppata investendo tutti i campi in cui gli enti pubblici dialogano con i loro utenti, ed è fondata sull’intenzione di tradurre in un linguaggio visivo semplice e comprensibile, le informazioni. La grafica di pubblica utilità si è sviluppata prima nell’ambito più propriamente informativo e dei servizi, della segnaletica stradale e della segnaletica di orientamento, ed in seguito, in quello culturale e dell’identità visiva di comuni e regioni. Negli anni ’80 matura l’esigenza da parte dei grafici di dotarsi di un documento concordato, in cui affermare i principi fondativi e le finalità di questa disciplina; viene così firmata nel 1989 ad Aosta “La Carta del progetto grafico”, in cui vengono fissati gli elementi essenziali della grafica. I sette punti sono: 1. Noi osserviamo che il sistema della comunicazione e dell’informazione dispone oggi di una
presenza generalizzata, di una diffusione capillare, di un assetto poderoso. È l’industria della comunicazione e dell’informazione a porsi come traente nello scenario contemporaneo. Peraltro sono riscontrabili in parallelo inquietanti fenomeni di inquinamento visivo e di saturazione comunicativa, sintomi di un sistema in cui tecnologie e apparati, lontani dall’essere autosufficienti, sono bisognosi di direzioni, di scelte e orientamenti progettati. La grafica è ormai una presenza trasversale. Dove c’è comunicazione c’è grafica. Come la comunicazione essa è dappertutto. 25
La grafica è là dove la cultura si fa editoria. La grafica è là dove i sistemi di trasporto si stanno informatizzando. La grafica interviene nell’assetto multimediale della politica. La grafica è presente non solo nella divulgazione ma anche nella modellazione della scienza. La grafica è in azione là dove il prodotto industriale interagisce con l’utilizzazione. La grafica è nella grande distribuzione dove il consumatore incontra la merce. La grafica è anche nello sport, nell’immagine delle grandi manifestazioni come nella loro diffusione massmediale. 2. Noi affermiamo una volta centralità del progetto grafico. Nella cultura iperindustriale di massa,
la quantità, la frammentazione, la disomogeneità, la dislocazione nell’offerta dei dati necessari all’uomo per vivere, producono una domanda di nuove sintesi e di orientamento. E indubbiamente, l’ente, l’istituzione, l’impresa che affronta il problema di comunicare fa già un primo passo nella direzione di una qualificazione dei beni e dei servizi che produce. E ancora con la sua competenza nel pilotare l’attenzione, nell’operare distinzioni percepibili, con la sua capacità di attribuire una forma e un’identità alla comunicazione, la grafica contribuisce a conferire esistenza alle strutture della società. 3. Indichiamo la grafica come attività che colloca dunque dentro al sistema generale della
progettualità orientata alle necessità dell’uomo. Accanto all’urbanistica, all’architettura, al design industriale, al disegno ambientale, essa non solo li affianca ma interagisce con essi. La grafica è urbanistica nelle tecniche di prefigurazione, nei sistemi di visualizzazione e nei metodi di rappresentazione. La grafica è architettura non solo in quanto strumento della stesura del progetto ma anche direttamente nella presenza della scrittura nell’edificio costruito. La grafica è disegno ambientale nella segnaletica cittadina, dei trasporti ecc. La grafica è disegno industriale nella “grafica del prodotto”, nei cruscotti, nelle interfacce, nel packaging ecc. 26
4. Come negli anni Trenta si avvertiva quello dell’architettura come ruolo guida delle discipline del
progetto, e negli anni Sessanta, nella transizione della produzione al consumo, il design industriale assumeva un ruolo di coordinamento concettuale, negli anni Novanta è il progetto grafico a collocarsi in posizione strategica dentro la cultura del progetto. 5. Per quanto articolata in numerosi settori e pur mostrando facce anche molto diverse, noi,
che possiamo preferire di chiamarci autori o planner, designer o creativi, fotografi o illustratori, riconosciamo la nostra professione come un’attività unitaria. Così come ribadiamo l’unità della disciplina cui fa riferimento la cultura del grafico. Sul versante della pratica mentre osserviamo la transizione del mestiere alle specializzazioni, constatiamo anche che per poco ci si trovi ad affrontare un progetto complesso, il problema diventa quello del governo di processi e il ruolo assume i tratti di una regia. D’altronde, cioè sul piano teorico, in tutte le diversissime procedure metodologiche dei singoli settori non è difficile ritrovare connotati comuni nella maniera di strutturare i problemi e di risolverli. Ad entrambi questi aspetti, alla prassi e alla teoria, leghiamo il problema della formazione, che va ripensata e organizzata sulla base di questa identità rinnovata. In Italia registriamo, da questo punto di vista, un grande vuoto istituzionale. Ad esempio non esiste una facoltà universitaria dedicata al progetto di comunicazione. Ma, nelle indagini analitiche dei linguaggi, delle culture e delle società, in un programma di studi di storia e teoria della grafica, in una elaborazione sistemica e metodologica, e ancora nelle ricerche specificamente disciplinari del basic design, senza infine dimenticare l’esplorazione e lo sviluppo delle potenzialità informatiche, noi intendiamo identificare i principali filoni di lavoro e i possibili riferimenti per un nuovo iter formativo. 6. Nei confronti dell’inquinamento prodotto da una comunicativa pletorica e da una complementare
indifferenza per la cultura dell’immagine (risultato di una forma dell’industrializzazione dei 27
processi comunicativi, dove l’industria massmediale e informazionale, prigioniera dell’ideologia dell’orientamento al mercato, produce vulcanicamente informazione), noi sottolineiamo le nuove responsabilità del progettista grafico. Difendiamo il progetto della qualità nel campo della comunicazione visiva. Rivendichiamo nostre le responsabilità nei confronti dell’utenza. Competenza questa che è peraltro ciò che ci viene richiesto dalla committenza più avanzata. Noi dichiariamo pertanto il punto di vista dell’utenza fondamento costante del nostro operare. Poniamo, inoltre, il massimo dell’attenzione, oltre che al risultato finale della comunicazione, anche a una presenza dei momenti strutturali e organizzativi della macchina della sua produzione. Consideriamo tra i nostri compiti principali quello di agire dentro ai sistemi che producono standard (dal design di caratteri ai progetti di simbologie segnaletiche, dai programmi di immagine coordinata alle strategie di comunicazione, dai software grafici a tutte quelle elaborazioni che serviranno in seconda istanza per produrre risultati finali). 7. Ci impegniamo a mettere in atto tutte le iniziative che promuovano il riconoscimento della
nostra identità professionale sia sul versante della società in generale che presso la vasta gamma della nostra committenza. Con questa “carta” ci impegniamo a lavorare in prospettiva, come sta avvenendo in altri paesi e in assonanza con gli intenti delle organizzazioni internazionali e delle associazioni nazionali, ad una costituente della progettualità. Ci impegniamo inoltre a costruire un calendario delle iniziative per la divulgazione dei vari aspetti della professione e della disciplina. La grafica rappresenta quindi, una grande opportunità per comunicare correttamente la vita e le attività delle istituzioni.
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La comunicazione per i beni culturali All’interno della sfera della grafica di pubblica utilità abbiamo la comunicazione specifica per gli enti culturali. Gli strumenti di comunicazione culturale si possono dividere in quattro gruppi: strumenti di base, ambientali, prodotti e servizi; un ente come un’associazione culturale devono tenere in considerazione l’importanza dell’orientamento sui luoghi culturali o agli eventi e alla fruizione di quest’ultimi, ed è opportuno tener conto dei supporti informatici. Il ruolo della cultura nella società è progressivamente mutato e con esso le istituzioni e le organizzazioni ad essa connesse, i luoghi culturali stanno diventando nuove forme di svago aperti a tutti, è quindi necessario comunicare la cultura in modo più accessibile. La comunicazione della cultura si può suddividere in cinque grandi aree che interessano la progettazione della comunicazione visiva: • La comunicazione con il pubblico: con manifesti, guide, pieghevoli, integrati anche con i nuovi media, quindi sito web e app. • La comunicazione oggetto-utente: con descrizioni di luoghi, eventi e opere attraverso didascalie, schede o pannelli. •
La comunicazione come orientamento per l’utente: la segnaletica e il materiale cartaceo per
indicare i percorsi da seguire. • La comunicazione didattica: con sale dedicate, lezioni ed esercitazioni. • La comunicazione mediatizzata a reti: i supporti multimediali di facile accesso o archivi virtuali. 29
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PROGETTO
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CONCEPT L’idea di costruzione del logo parte dalla necessità dell’associazione culturale di apparire più accattivante per un target giovanile, e dalla volontà di sintetizzare il patrimonio paesaggistico ed architettonico con una linea moderna.
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SITUAZIONE ATTUALE PIEMONTE CULTURA La situazione attuale dell’immagine coordinata dell’associazione vede la presenza di un logo graficamente obsoleto, troppo generico, in quanto si tratta solo di un segmento della bandiera del Piemonte, e con testi impaginati in modo confuso.
LOGO ATTUALE
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IL SITO Il sito web pur apparendo abbastanza moderno, ad un indagine piĂš approfondita risulta incompleto, caotico e senza uno stile grafico ben preciso.
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I SOCIAL NETWORK L’immagine grafica dell’azienda non è coerente nei diversi social network, in quanto vi sono loghi e nomi diversi.
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GOOGLE+ 37
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IL MARCHIO
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IL SIMBOLO Il simbolo rappresenta elementi tipici del paesaggio piemontese, quali, la sagoma del Monviso, il fiume Po e le linee ondulate della collina, ed elementi emblematici della regione, la Sacra di San Michele e lo storico ponte di Torino sul Po. Lo stile grafico del simbolo corrisponde al flat design, ovvero uno stile molto moderno sempre piĂš utilizzato negli ultimi anni. I colori sono tenui e corrispondono realisticamente agli elementi rappresentati. 41
IL LOGOTIPO Il logotipo è costituito da due parole con due font diversi: Jaapokki per la parola “piemonte” con caratteristiche san serif, rigido ma molto moderno, e la parola “cultura” con il font Armonioso, che si contrappone per essere molto curvilineo e giocoso. I colori si rifanno a due dei sei del simbolo, ovvero il rosso del ponte per “piemonte” e l’azzurro del fiume per “cultura”. 42
dimensioni minime 1 cm
MARCHIO A COLORI POSITIVA E NEGATIVA Il marchio è applicato a colori in positivo, e può essere applicato a colori anche in negativo, con sfondo più scuro. 43
MARCHIO NEI TONI DEL GRIGIO POSITIVA E NEGATIVA Il marchio può essere applicato in una versione cromatica che riproduce in bianco e nero le varie tonalità del simbolo a colori. Esso trova applicazione anche in negativo. Il risultato è una versione composta da diversi toni di grigio. 44
CMYK 12/85/99/2 RGB 214/73/49 HTML # D64931 PANTONE 180 M
CMYK 36/0/42/0 RGB 163/214/175 HTML #A3D6AF PANTONE 359 M
CMYK 0 /10/30/50 RGB 148/133/112 HTML #948570 PANTONE 7531 M
CMYK 42/9/0/0 RGB 136/198/232 HTML #88C6E8 PANTONE 543 M
CMYK 0 /10/30/30 RGB 190/170/143 HTML #BEAA8F PANTONE 7530 M
CMYK 0 /10/30/90 RGB 65/55/44 HTML #41372C PANTONE 440 M
CMYK 8 /2/0/0 RGB 229/240/249 HTML #E5F0F9 PANTONE 7541 M
I COLORI ISTITUZIONALI Si elencano di seguito le varie definizioni cromatiche degli elementi del marchio quando compare nella sua versione preferenziale a colori, per la stampa tipolitografica, serigrafica e da computer. I colori non possono essere cambiati o anche solo parzialmente modificati. 45
Jaapokki
ABCDEFGHKIJLMNOPQRSTUVWXYZ 0123456789 abcdefghkijlmnopqrstuvwxyz ,.;:!? Armonioso
ABCDEFGHKIJLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghkijlmnopqrstuvwxyz ,.;:!? CARATTERI PREFERENZIALI PRIMARI: JAAPOKKI E ARMONIOSO I caratteri preferenziali primari devono essere usati per: - il logotipo -i testi del sito e dell’applicazione - i titoli di eventi e/o progetti sui vettori di immagine (depliant, inviti, cataloghi, libri, etc.). 46
Helvetica35-Thin
ABCDEFGHKIJLMNOPQRSTUVWXYZ 0123456789 abcdefghkijlmnopqrstuvwxyz ,.;:!?
CARATTERE PREFERENZIALE SECONDARIO: HELVETICA35-THIN Il carattere preferenziale deve essere adoperato per tutti i testi che sono prodotti e stampati dalle strutture dell’associazione come ad esempio: relazioni, lettere, brochures, fax. 47
10x
3x
1x
1x 8x 10x
GRIGLIA DI COSTRUZIONE DEL MARCHIO Nella sua rappresentazione il marchio deve rispettare le seguenti proporzioni e distanze. 48
UTILIZZO DEL MARCHIO Il marchio non è modificabile né smembrabile nei suoi elementi per esigenze grafiche o tipografiche. 49
10x 14x
2x
2x
AREA DI RISPETTO E PROPORZIONI In qualsiasi dimensione si utilizzi il marchio, nel caso sia affiancato da altri marchi o da testo, sia orizzontalmente sia verticalmente, è necessario mantenere una distanza minima definita come “area di rispetto”. 50
2 cm
MISURE MINIME La misura minima consigliata di riduzione del marchio per la stampa su supporti cartacei è a base 2 cm. 51
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1.
2.
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3.
ALLINEAMENTO CON TESTI In caso di abbinamento del marchio con del testo gli allineamenti consigliati sono i seguenti: 1. allineamento con una riga di testo 2. allineamento con righe di testo multiple 3. allineamento a bandiera del testo 52
UTILIZZO DEL MARCHIO: USO IMPROPRIO Il marchio non deve essere utilizzato in forme alterate (tramite deformazioni, inclinazioni, estrusioni, ecc.) rispetto a quelle originali. 53
54
ELEMENTI DI IMMAGINE COORDINATA
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CARTA INTESTATA La carta intestata rappresenta il vettore d’immagine più diretto. Bisogna mantenere l’uniformità nel trattare e impaginare il testo, l’uso dei medesimi caratteri e corpi, l’attenersi scrupolosamente alle norme di scrittura riportate come esemplificazione e tutte le procedure di seguito riportate. 57
BIGLIETTO DA VISITA Il biglietto da visita misura mm 55x55. Riporta il marchio a colori. Il biglietto contiene nel retro: l’indirizzo, i numeri di telefono e fax, l’indirizzo e-mail e del sito web. Il retro del biglietto può essere stampato nei tre diversi colori principali. Il carattere da utilizzare è il Jaapokki per tutti i testi. Si raccomanda per la stampa di utilizzare un cartoncino per biglietti bianco da 300 g. 58
Contrada San Paolo | Via Costigliole Saluzzo 2, 10141 Torino Tel +39 011 0437012 | Cell. 338 6271206 info@piemontecultura.it | www.piemontecultura.it
BUSTA UNIVERSALE La busta formato universale, con finestra, misura mm 230x110 e viene usata per spedire la normale corrispondenza, comunicazioni e stampati come, ad esmepio, inviti o depliant. Il marchio è posizionato in alto a sinistra affiancato dai dati. Si raccomanda di confezionare la busta con carta uso mano per lettera da 120 e/o 90 g. 59
60
PUBBLICITÀ
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PUBBLICITÀ VARIANTE 1 PER AFFISSIONI E STAMPA Pubblicità realizzata adoperabile per stampa di manifesti, affissioni esterne, quotidiani e periodici. 63
PUBBLICITÀ VARIANTE 2 PER AFFISSIONI E STAMPA 64
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MANIFESTO ESTERNO 66
MANIFESTO FERMATA AUTOBUS 67
PUBBLICITÀ AUTOBUS 68
MANIFESTO INTERNO METROPOLITANA 69
PUBBLICITÀ MAGAZINES MEZZA PAGINA 70
PUBBLICITÀ MAGAZINES PAGINA INTERA 71
PUBBLICITÀ QUOTIDIANO 1 72
PUBBLICITÀ QUOTIDIANO 2 73
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DIRECT MARKETING
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MAILING Corrispondenza costituita dagli elementi: busta, carta intestata, brochure, flyer e coupon. 77
BUSTA E CARTA INTESTATA Carta intestata personalizzata con il nome del destinatario. 78
BROCHURE Brochure di presentazione dell’associazione con gli eventi del momento. 79
FLYER CON TESSERA Flyer formato A5 con tessera dell’Associazione in formato 85x55 mm. 80
COUPON Formato 21x10 cm, sul fronte vi è la pubblicità dei corsi dell’Associazione, sul retro vi è l’offerta regalo della chiavetta usb. 81
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PUBBLICITÀ SU INTERNET
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BANNER Banner pubblicitario applicabile su vari siti web. 85
SPONSORIZZAZIONE Piccoli banner di sponsorizzazione applicabile a vari siti web. 86
SPONSORIZZAZIONE FACEBOOK Link di sponsorizzazione su Facebook. 87
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SOCIAL NETWORK
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FACEBOOK 91
TWITTER 92
GOOGLE + 93
INSTAGRAM 94
PINTEREST 95
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ALTRI ELEMENTI
97
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TESSERA PIEMONTE CULTURA nome e cognome
VALIDA DAL
1.
AL
Questa tessera permette di usufruire di sconti per luoghi eventi ed attività nella Regione Piemonte.
TESSERA SCONTI PER EVENTI PIEMONTE CULTURA Questa tessera permette di usufruire di sconti per gli eventi dell’associazione, nella Regione Piemonte.
2.
EVENTI
nome e cognome
VALIDA DAL
AL
TESSERA SCONTI PER I CORSI PIEMONTE CULTURA
3.
CORSI
Questa tessera permette di usufruire di sconti per i corsi dell’associazione, nella Regione Piemonte.
nome e cognome
VALIDA DAL
AL
TESSERE Tessere gratuite di iscrizione all’Associazione: 1. Generale 2. Sconti ed offerte per eventi 3. Sconti ed offerte per partecipazione ai corsi 99
BLOCK NOTES 100
CARTELLINA 101
AGENDA A5 102
MATITE E CHIAVETTA USB 103
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SITO WEB
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IL SITO WEB Il sito web è realizzato in stile flat con i colori che riprendono quelli istituzionali del logo. É costruito con l’idea di rendere facile e funzionale la navigazione, senza tralasciare l’aspetto estetico e grafico. Nella home page vi sono le ultime novità: eventi e mostre in corso, nella pagina dell’associazione c’è una breve storia che descrive la nascita e il compito di Piemonte Cultura. La pagina contatti ha la mappa della sede, con l’indirizzo e i recapiti e i link dei vari social network, il collegamento all’applicazione scaricabile gratuitamente e la barra per iscriversi alla newsletter e al sito. La pagina eventi è strutturata con un calendario del mese in corso in cui vi sono segnati gli eventi per ogni giorno, cliccandoli vi è il diretto collegamento alle pagine web del sito dell’evento, dopo il calendario ci sono descritti gli eventi che durano per più giorni, con il collegamento diretto al sito web corrispondente. Vi è poi la pagina corsi, in cui sono elencati i corsi che partiranno a breve e l’indirizzo mail per contattare l’associazione in caso di informazioni ed iscrizioni. L’ultima pagina è quella delle pubblicazioni, con l’elenco dei libri e dei cd realizzati dall’associazione che sono acquistabili in sede.
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HOME PAGE 110
PAGINA ASSOCIAZIONE 111
PAGINA CONTATTI 112
PAGINA EVENTI 113
PAGINA CORSI 114
PAGINA PUBBLICAZIONI 115
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NEWSLETTER
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APPLICAZIONE
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APPLICAZIONE La grafica dell’applicazione riprende quella del sito e dell’immagine dell’ associazione, in stile flat e con i colori istituzionali. La funzione dell’applicazione non è quella di replicare il sito, bensì quella di poter avere sempre a portata di mano gli eventi in corso e gli itinerari della regione Piemonte. Scaricando l’applicazione vi si può iscrivere o accedere tramite facebook o google+. Oltre alla pagina account con i dati utente vi sono le pagine eventi e itinerari. Nella pagina eventi sono elencati in ordine cronologico dal più vicino al più lontano in linea temporale gli eventi nella regione, con la possibilità di cercare gli eventi per data. Scegliendo un evento vi è la descrizione, la possibiltà di visitare il sito dell’evento e la possibilità di condividerlo nei vari social network. Nella pagina itinerari invece si può scegliere quale seguire, vi è la descrizione dell’itinerario, la visualizzazione di una mappa illustrata con la descrizione dei luoghi principali, e la possibilità di scrivere e leggere le recensioni dell’itinerario scelto.
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125
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HOME 127
ACCEDI 128
PRINCIPALE 129
ACCOUNT 130
ELENCO EVENTI 131
EVENTO 132
LINK DELL’EVENTO Possibilità di visitare sito web e di condividere sui social network.
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ELENCO ITINERARI 134
ITINERARIO 135
RECENSIONI PossiblitĂ di scrivere la propria recensione. 136
MAPPA ILLUSTRATA 137
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CONCLUSIONI In questa tesi ho sviluppato una strategia di comunicazione per il restyling dell’immagine coordinata dell’associazione Piemonte Cultura. Inizialmente ho lavorato alla riprogettazione del marchio per renderlo più attuale e di maggior carattere: la marca rappresenta un insieme di sensazioni e di valori, uno stile di vita e un modo di pensare e di essere. Ho costruito poi l’intera immagine coordinata in linea con lo stile grafico del logo. La strategia di comunicazione ideata è di tipo estensivo: rivolta verso un nuovo mercato. Gli obiettivi di questa strategia sono legati a far conoscere a più persone l’associazione e le sue attività, sottolineando i particolari vantaggi offerti, attraverso i canali della stampa e delle affissioni. Per quanto riguarda la stampa ho pensato ad una diffusione su quotidiani provinciali e regionali e su periodici specifici di settore (ad esempio “Lettera dai musei”); le affissioni invece, sono da collocare esternamente su tutto il territorio regionale, concentrandosi nei centri delle città e nelle stazioni principali. Le campagne pubblicitarie che si avvalgono del manifesto sono spesso legate al luogo è sono quindi molto efficaci. Sfruttando le tecniche del direct marketing, ovvero l’insieme di strumenti finalizzati a creare un rapporto diretto tra azienda e utente, ho scelto di utilizzare il mailing per arrivare direttamente nelle case dei nuovi iscritti con: lettera di benvenuto personalizzata, brochure di presentazione con gli eventi del momento, flyer con tessera personalizzata dell’associazione e coupon che consente di avere in regalo una chiavetta usb. Sempre di più, negli ultimi anni, un ente culturale o un’associazione ha bisogno di avere una 139
buona visibilità su internet e su i social network, per questo in una strategia di comunicazione è opportuno tener conto di tale aspetto. La pubblicità infatti, va anche realizzata per il web: con banner pubblicitari e sponsorizzazioni da inserire in siti web che trattano argomenti affini, e post pubblicitari su i social network. Sempre relativamente al web, la strategia di comunicazione deve puntare ad una coerenza di immagine e alla presenza costante su i vari social; in questo modo è possibile raggiungere un target giovanile dai diciott’anni in su, e creare un rapporto diretto ed informale con i possibili utenti. Il sito web è uno strumento essenziale per un’associazione, e in questo caso particolare servirà ad aggiornare costantemente gli utenti sull’offerta interna e su quella esterna. Tramite il sito è possibile iscriversi alla newsletter, che permette di rimanere sempre aggiornati attraverso la propria casella di posta elettronica. Per completare la strategia di comunicazione in modo che risponda a tutte le necessità tecnologiche, ho pensato allo sviluppo di un’applicazione gratuita per smartphone e tablet, che permette di avere sempre a portata di mano gli eventi e gli itinerari promossi dall’associazione.
Flat Design Tutto il progetto è caratterizzato dall’utilizzo dello stile grafico flat, in quanto moderno e utile per aumentare la chiarezza dei contenuti realizzati. Il flat design è un approccio, uno stile di design, basato su sagome geometriche che si diffonde dal 2013; la traduzione letterale di flat design è “design piatto”. E’ uno stile semplice, le immagini sono spesso minimal, con tinte piatte, senza tessiture, effetti 3D e simulazione di profondità, il risultato è una visualizzazione semplice e di facile comprensione. 140
Le caratteristiche principali di questo stile, sono: - La semplicità degli elementi: vi è una chiara distinzione tra i piani (testi, immagini ed altri elementi), non sono utilizzate sfumature e trasparenze; gli elementi più utilizzati sono rettangoli, cerchi o quadrati, quasi sempre separati tra loro, accanto i quali si possono trovare icone ed illustrazioni vettoriali. Nonostante non siano propriamente flat, vengono utilizzate anche le foto, che spesso in un sito sono adoperate come sfondi panoramici sopra i quali vengono inserite le frasi chiave, con un forte impatto visivo; in alcuni casi per non distrarre troppo l’occhio dall’elemento principale, vengono sfocate oppure rese monocromatiche. Tutti questi elementi sono disposti in modo molto preciso all’interno di una rigida griglia, non vi sono mai testi disposti in verticale o in obliquo. -
Vi è una particolare attenzione al lettering: si prediligono font semplici, senza grazie, usati
nella loro declinazione bold, così da assumere più facilmente una forte consistenza visiva ed una maggiore leggibilità. Nel flat design non si usano blocchi di testo lunghi ma frasi semplici e dirette. -
Molto importante è la scelta dei colori: che sono solitamente più luminosi e pieni rispetto
agli altri approcci visivi e vengono utilizzati senza sfumature, cosicché gli elementi più importanti vengono messi in risalto. Inoltre le palette tradizionali si distinguono per l’utilizzo di 2 massimo 3 colori, mentre nel flat design si può arrivare tranquillamente a 6/8. Sono più utilizzati i colori primari e secondari e vi è una particolare propensione per i colori retrò sempre vivaci ma meno saturi mescolati con toni chiari. Tra i più utilizzati ci sono i colori caldi come l’arancio, il giallo e il rosso, ma anche il blu, verde e viola.
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BIBLIOGRAFIA
Harris P., Ambrose G., Il manuale del graphic design, ZANICHELLI, 2009 Caldarelli F., N.B. I linguaggi della comunicazione, FAUSTO LUPETTI EDITORE, 2009 Hodgson M., Recycling and Redesigning Logos: A Designer’s Guide to Refreshing & Rethinking
Design, ROCKPORT, 2010 Tibelius A., The map design toolborx, GESTALTEN, 2014
Grafica Utile. La comunicazione di Pubblica Utilità dal 1998 al 2004, AIAP, 2004 Ferrara C., La comunicazione dei beni culturali. Il progetto dell’identità visiva di musei, siti
archeologici, luoghi della cultura, LUPETTI, 2007 Russo D., Corporate image, LUPETTI, 2005 Munari B., Da cosa nasce cosa, EDITORI LATERZA, 2010 Tibelius A., The map design toolborx, GESTALTEN, 2014 143
Dorfles G. Pinotti A., Comunicazione visiva, ATLAS, 2005 Tubaro A. Tubaro I., Lettering, HOEPLI, 2002 Legnani S., Pianificazione pubblicitaria tra old economy e new economy, CLITT, 2009 Fibbi G., Il segno grafico, HOEPLI, 2003
DigItalia Rivista del digitale nei beni culturali (Anno VII - Numero 2), ICCU - ROMA, 2012 Vignelli M., Il segno grafico, 2012
Carta del progetto grafico, 1989 SvegliaMuseo: comunicare la cultura online, 2014 Guida F., Comunicazione coordinata per i beni culturali: 4 progetti italiani, AIAP, 2003
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SITOGRAFIA
www.aiap.it www.fizz.it www.svegliamuseo.com www.musei-it.com www.compubblica.it www.regione.piemonte.it www.piemonte-turismo.it www.algoritma.it www.blog.zooppa.it www.grafigata.com www.webhouseit.com 145