Politecnico di Milano
Facoltà di Architettura e Società Laurea Magistrale in Architettura a.a. 2010-2011
ABITARE LA SOGLIA NUOVI SCENARI: PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA FERROVIARIA DI PIACENZA
Relatrice Prof.ssa Arch. Guya Grazia Bertelli Correlatori:
Laureande:
Prof. Arch. Juan Carlos Dall’Asta
Elisa Ascari 724920
Prof. Arch. Germano Rovetta
Ariona Bilo 724858 Giulia Prandi 725492
‘Sentieri che, sovente ricoperti di erbe, si interrompono improvvisamente nel fitto. [...] Ognuno di essi procede per conto suo, nel medesimo bosco. L’uno sembra l‘altro: ma sembra soltanto’ M. Heidegger, Sentieri interrotti, Firenze 1968
INDICE Abstract Lettura del luogo 14. Fotopiano dell’area di progetto
16. 18. 20. 22. 24.
Stratificazione del tessuto urbano Evoluzione del tessuto storico Patchwork insediativo novecentesco Interpretazione del luogo Figure di trasformazione
Strategia di progetto 30. In between – pochè
32. 42. 46. 48. 52. 54. 58. 70.
Strategia insediativa Il Parco dei parchi Il dispositivo di soglia, morfogenesi Figure ground Il dispositivo di soglia, componenti Il dispositivo di soglia, scenari possibili Kevin Lynch: percezione dello spazio urbano Il dispositivo di soglia: schema funzionale
Progetto: abitare la soglia 76. Concept
78. Frammentazione dell’isolato 80. Evoluzione del progetto 88. Masterplan: il Parco dei parchi 90. Masterplan: il dispositivo di soglia 92. Planivolumetrico 94. Planimetria 96. Sezioni trasversali 102. Sezione longitudinale 106. Biblioteca e Stazione ferroviaria 118. Residenze per studenti
Bibliografia
ABSTRACT
La città di Piacenza si colloca al confine tra Lombardia ed Emilia-Romagna, in posizione tangente alla riva destra del fiume Po. Il territorio piacentino si caratterizza per possedere un’identità complessa, animata dalla presenza di una realtà sia urbana sia agricola. Un’identità che tuttavia presenta forti caratteri conflittuali dettati dalla difficoltà relazionale e comunicativa tra le due realtà, egualmente preponderanti, che la costituiscono. Piacenza vanta una posizione strategica che la rende fulcro di una rete di infrastrutture di trasporto. E’ infatti attraversata dalla rete ferroviaria, dalle autostrade A1 e A22, dalla via Emilia e dalla via Francigena. E’ inoltre oggetto di numerosi progetti che ambiscono estendere la sua rete viaria, alcuni dei quali prevedono la prossima realizzazione di due importanti corridoi pan-europei. Tuttavia, nonostante la centralità territoriale, presenta grosse difficoltà di sviluppo dettate forse dalla mancanza di servizi in grado di garantire una progressiva crescita sia economica sia demografica della città.
Il fiume Po, se da un lato ha caratterizzato ed identificato il paesaggio piacentino, ha anche determinato un inevitabile limite nello sviluppo urbano, andando a creare una netta divisione tra il territorio urbanizzato a sud e quello rurale a nord. Già la colonia latina sorgeva su un’area delimitata delle anse dei fiumi Po e Trebbia; fino all’inizio del XX secolo la città è rimasta contenuta nella cerchia delle mura farnesiane; lo sviluppo successivo ha quindi seguito la direzione sud. Di recente il Comune di Piacenza ha ipotizzato interventi di riqualificazione urbana: dalla ricostruzione di un nuovo ponte, che andrà a sostituire quello crollato il 30 aprile scorso, alla riqualificazione delle aree militari e industriali che ora occupano una vasta superficie all’interno della città. Le proposte prevedono la riqualificazione di oltre 740.000 metri quadrati oggi occupati dalle caserme Lusignani, Niccolai e Bixio, dal Polo di mantenimento pesante, eccetera. Sono previste anche opere di restauro e manutenzione di edifici come il Casino Mandelli e la biblioteca Passerini Landi, l’edificazione di nuove strutture adibite a servizi, piste ciclabili e verde pubblico. Il nostro progetto prende in esame la zona compresa tra il
fascio dei binari e il fiume Po, al limite nordest del territorio comunale. L’area presa in esame occupa una superficie di circa 650.000 metri quadrati: 170.000 di questi sono ora dedicati alla centrale termoelettrica Edipower, altri 100.000 sono destinati allo scalo ferroviario della stazione di Piacenza, mentre i restanti sono da dividersi tra proprietà demaniale e zone agricole. Le progressive delocalizzazioni delle attività industriali e produttive e le razionalizzazioni dei collegamenti ferroviari, aprono la possibilità per un recupero di spazi urbani ora negati. Il nostro lavoro è iniziato con un primo ed indispensabile studio morfologico della città, che si è articolato in una approfondita analisi delle mappe storiche, analisi che ha permesso di identificare la stratificazione del tessuto urbano. Successivamente sono stati presi in considerazione i tracciati e le matrici strutturanti il tessuto urbano ed agricolo, ma sono anche state indagate quelle “figure di trasformazione” sovraurbana dalle quali emergono limiti, margini, recinti, intervalli, confini dell’abitato disperso, che definiscono soglie, sequenze e discontinuità propulsive del mutamento con crescente ricorso alle connessioni urbane.
Non è mancata un’analisi dei pieni e dei vuoti urbani, che ha permesso di mettere in relazione la città consolidata con l’area di progetto; da tale analisi è emersa un’inevitalibile prevalenza degli spazi pieni, nella zona della città consolidata, che tuttavia non esclude i vuoti ma al contrario riconosce loro un valore intrinseco. Viceversa, nell’area di progetto si assiste ad una prevalenza dei vuoti a scapito dei pieni, ma in questo caso il primo assume una valenza negativa poichè si pone semplicemente come spazio abbandonato o non edificato. Il nostro progetto pertanto si prefigge di andare a modificare il rapporto dei pieni e dei vuoti nell’area presa in cosiderazione, andando così a disegnare il tessuto urbano ora privo di qualsiasi regola o misura. Si sono quindi presi in analisi quegli edifici identificativi della citta’ di Piacenza che assumono una valenza di poli attrattivi. E’ emerso come questi ultimi si relazionino tra loro mediante percorsi viari che si articolano in sequenze di dilatazione e compressione, espandendosi quindi in piazze per ricomprimersi in strade. Il nostro lavoro prevede pertanto la connessione di questi edifici con la zona relativa all’area di progetto, proseguendo ed allungando i percorsi viari preesistenti anche
oltre il limite della ferrovia, senza tuttavia andare a modificarne la scala e la misura, ma alterandone l’orientamento e la direzione. I percosi viari tuttavia non si limitano a collegare gli edifici identificativi con l’area di progetto ma vanno a defirnire anche la stuttura della maglia urbana nella zona da noi considerata. I vuoti creati non vogliono essere colmati attraverso nuove edificazioni ma mediante l’impiego di un verde urbano. Quest’ultimo assume specifiche funzioni e destinazioni; è infatti previsto un verde inodandabile, che indifferente alle inondazioni del Po è da distribuirsi lungo i suoi argini; segue quindi un parco agroambientale costituito da orti urbani ad uso pubblico; un parco della memoria è da collorasi nella zona industriale. Qui, come in un sito archeologico dell’era postmoderna, si potranno ammirare gli edifici industriali ormai riqualificati e destinati ad altre funzioni. Infine è previsto un parco urbano che vuole ricollegarsi alla cintura verde preesistente, in modo da ampliarla ed arricchirla. Il nostro progetto prevede anche un dipositivo di soglia, che collocato in corrispondenza della ferrovia si prefigge di far comunicare la città consolidata con l’area di espansione del parco. Infatti la rete dei binari si pone come
elemento di interruzione, che limita fortemente lo sviluppo urbano e che rende necessario il progetto di un dispositivo in grado di creare un soglia che possa pertanto far relazionare le due parti, andando così anche ad eliminare quelle inevitabili tensioni dovute ad un elemento di rottura all’interno del tessuto della città. Si prevede inoltre che gli edifici di nuova edificazione risultino strettamente connessi al tessuto urbano. Infatti tutta l’area di progetto segue l’andamento della maglia urbana, che a seconda dell’epoca di edificazione presenta una maggiore o minore densità del costruito. Pertanto, l’area in corrispondenza della maglia di età romana sarà più densa, mentre in corrispondenza quella medievale godrà di un maggior respiro. La rete urbana presenta un progressivo alleggerimento del tessuto, che maggiormente concentrato a nordovest, in corrispondenza della città romana, tende a perdere progressivamente densità in direzione sud-est, cosichè superata la maglia medievale e rinascimentale si arriverà al nodo di collegamento con la cintura verde. Il dispositivo si soglia tuttavia non si pone semplicemente come strumento in grado di far relazionare le parti, ma è prevista anche la sua abitabilità. Si è infatti deciso di
collocare al suo interno edifici per la creazione di servizi dei quali la cittĂ di Piacenza ora avverte la mancanza: residenza speciali, residenze per studenti, centri sportivi, centri culturali, un parco della musica, musei e sale espositive, una biblioteca e una nuova stazione ferroviaria. Tali servizi si auspicano pertanto di colmare quelle lacune che hanno fin ora impedito alla cittĂ di sfruttare la propria centralitĂ territoriale, attirando quindi consistenti flussi di persone e ponendo altresĂŹ le basi per una ripresa dello sviluppo urbano.
LETTURA DEL LUOGO
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fotopiano indicante l’area di progetto
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stratificazione del tessuto urbano 16
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evoluzione del tessuto storico Piacenza viene fondata nel 218 a.C. come colonia latina, su un “terrazzo” naturale delimitato a Nord dalla scarpata incisa dal fiume Po e a Est da quella del trebbia, nella posizione strategica di prima linea difensiva dai pericoli provenienti da Nord. L’impianto urbano di fondazione consiste in una matrice di 10x6 isolati di forma quadrata, di 80 metri di lato, orientati in direzione sud-est e nord-ovest. Il decumano massimo viene tracciato sull’asse della via Emilia, mentre il cardo permette l’attraversamento del Po, conducendo fino a Milano e rendendo la città un importante nodo di collegamento a scala territoriale, per la convergenza di numerosi assi viari. La centuriazione del suolo agricolo, avvenuta in epoca romana, ha origine negli assi del cardo e del decumano e, attraverso la via Emilia, si congiunge con i tracciati di centuriazione agricola delle altre principali città dell’Emilia Romagna; avviene così l’integrazione tra il sistema urbano e l’impianto agricolo. In età tardoantica Piacenza viene inclusa tra le città di pellegrinaggio attraversate dalla via francigena; la costruzione delle numerose chiese all’interno della città non altera però il tessuto 18
urbano. L’espansione rispetto al tessuto romano avviene attraverso un fascio centripeto di strade che raggiungono le porte urbane partendo dall’impianto ortogonale esistente. In epoca rinascimentale avviene un’ulteriore espansione della maglia urbana attraverso un modello bipolare imperniato sugli elementi dominanti di Palazzo Farnese e della cittadella. Sotto la famiglia Farnese, la città diviene capitale del Ducato di Parma e Piacenza, e vengono avviati importanti interventi, in particolare la ricostruzione delle mura cittadine. Il trasferimento della capitale a Parma, a seguito dell’assassinio di Pierluigi Farnese rappresenta il primo grande progetto interrotto per la città, provocandone un rapido declino, lasciandola “incompiuta”.
[a] epoca romana [b] epoca medievale [c] epoca rinascimentale [d] XX-XI secolo
epoca medioevale
[a] epoca romana
[c] epoca rinascimentale
epoca medioevale
epoca rinascimentale
[b] epoca medioevale
[d] IXX - XX secolo
epoca rinascimentale
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patchwork insediativo I secoli successivi vedono Piacenza caratterizzata da una lenta e scarsa espansione, circoscritta all’interno delle mura farnesiane; la popolazione si dedica principalmente ad attività agricole. La demolizione delle mura urbane avviene alla fine della Seconda Guerra mondiale, segnando l’inizio di un espansione urbana poco controllata e caratterizzata da uno sviluppo eterogeneo. Piacenza si espande principalmente nella parte meridionale della città. L’avvento, sebbene tradivo, dell’industrializzazione, implica la costruzione di una serie di infrastrutture di trasporto che vengono collocate nell’area compresa tra il tessuto urbano consolidato e la sponda del fiume Po; questi interventi causano un ulteriore separazione tra la città e il fiume. [a] tipologia a corte [b] tipologia a blocchi lineari [c] tipologia a edifici residenziali isolati
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[d] tipologia a blocchi isolati industriali
[a]
[b]
[c]
[d] 21
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interpretazione del luogo
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figure di trasformazione I limiti sono luoghi di incontro tra differenti realtà: il fiume separa il territorio agricolo a nord dalla città più a sud; la ferrovia e l’autostrada non permettono il collegamento dal centro verso le aree fluviali Le mura farnesiane racchiudono e proteggono la città medievale ma allo stesso tempo la escludono dal territorio esterno. Internità Urbane La città si è sviluppata gradualmente in forma di macro-aree, ciascuna delle quali è riconoscibile dal punto di vista morfologico ed è omogenea a livello funzionale. Si nota a sud-ovest la vasta area residenziale formatasi alla fine del secolo scorso, a est tutta l’area industriale che viene quasi raccolta dalle infrastrutture alle quali è connessa perpendicolarmente, a nord invece, sono le stesse infrastrutture che, tagliando il territorio vanno a formare una vasta area che ad oggi non gode di specificità significative. Soglie Ognuna di queste identità si relaziona alle altre, dove lo spazio di contatto è minimo si crea una “dialettica tra opposti fronti” che permette lo scambio di flussi. 24
[a] limiti [b] internità urbane ed intervalli [c] soglie
[a]
[b]
[c] 25
Tracciati e matrici Abbiamo riconosciuto nello sviluppo della città elementi generatori che caratterizzano ciascuna delle epoche storiche a cui appartengono. Cardo e il Decumano sono gli assi fondativi del Castrum romano che a sua volta si fa matrice dello sviluppo dell’intera città di Piacenza. Al contrario le mura farnesiane racchiudono lo sviluppo medievale. ferrovia, autostrada e fiume danno origine invece al tessuto industriale che si sviluppa perpendicolarmente ad esse. l’espansione residenziale a sud si dirama sulla prosecuzione degli assi medievali andandosi ad integrare con maglia agricola presistente.
[a] castrum in corrispondenza di cardo e decumano [b] tessuto medievale all’interno delle mura [c] industria in corrispondenza delle infrastrutture
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[d] tessuto residenziale sul tracciato agricolo
si innesta
[a]
[b]
[c]
[d]
strategia di progettO
in between-poché Il poché è una particolare tecnica, proveniente dalla cultura delle Beaux-Arts, per indicare i vuoti rispetto ai pieni. Fu utilizzata per la prima volta nella pianta di Roma disegnata da Giovanni Battista Nolli, tra il 1736 e il 1738. Lo stesso metodo verrà impiegato, sin dal 1968, per i disegni di Las Vegas di Robert Venturi, Denise Scott Brown e Steven Izenour.
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Per evidenziare il vuoto urbano, i movimenti e le attività che ne determinano i flussi, il fenomeno delle luci, le variazioni atmosferiche e tutti quegli effetti devianti ed effimeri propri dell’idea di un “buco nero” essi invertono il colore convenzionale delle mappe: ciò che è bianco diventa nero, ciò che è nero, bianco. Nel 1974, dopo la pubblicazione di Learning from Las Vegas, l’uso del poché nella determinazione degli spazi intermedi generati dai vuoti urbani, viene approfondito nell’accezione kahniana di “spazio servente” . La tecnica del poché sarà poi utilizzata da Colin Rowe che, insieme a Fred Koetter, nel 1978 con la pubblicazione di “Collage City”, si servirà del concetto venturiano per illustrare graficamente il rapporto tra oggetto e trama, tra figura e fondo, in un tessuto dove la
qualità dei vuoti interstiziali, gli spazi in-between assumono «la stessa importanza degli edifici» . Questa tecnica viene utilizzata nel caso specifico dell’area di progetto per evidenziare la relazione tra costruito e spazio aperto: nell’area tra la ferrovia e il fiume gli edifici sembrano galleggiare nello spazio aperto, lo spazio in-between è vago ed indefinito. All’interno del tessuto urbano, invece, il vuoto è regolato strettamente dal costruito, esso tesse, in negativo, una vera e propria maglia strutturale.
[a]
[c]
[b]
[d]v 31
magneti All’interno del tessuto consolidato viene riconosciuta la presenza di elementi architettonici significativi per Piacenza. 1. Porta Borghetto 2. Ospedale civile 3. Palazzo Farnese 4. Palazzo dei Mercanti 5. Palazzo Gotico 6. Chiesa di San Giovanni in Canale 7. Chiesa di San Francesco 8. Biblioteca Passerini Landi 9. Duomo di Piacenza 10. Basilica di Sant’Antonio 11. Chiesa di Sant’Agostino 12. Museo di Storia Naturale 13. Università
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volume urbano scavato Riconoscendo Piacenza come un volume costruito, le vie, le piazze, gli slarghi creano percorsi. Quelli individuati in planimetria vanno a connettere tra loro quelli che abbiamo considerato punti attrattivi urbani. Si riconosce quindi una misura che dall’isolato romano va progressivamente ad allargarsi e a creare una successione di spazi, la cui composizione riflette tipologia ed epoca storica del tessuto.
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35
nuovi
magneti
L’inserimento di nuovi punti attrattivi all’interno dell’intervallo tra la città consolidata e il fiume genera nuove connessioni non solo di tipo fisico, ma anche visivo, funzionale ed esperienziale.
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nuovo tessuto Il tessuto urbano valica il limite ferroviario mantenendo la stessa scala e la stessa misura della città. Nel raggiungere il fiume la maglia perde progressivamente rigidità, alterandosi in corrispondenza dell’esistente e andando a raggiungere visuali significative. L’intervallo tra la ferrovia e il fiume viene considerato anch’esso come un pieno, che cambia però la sua valenza, non più volume edificato ma verde, scavato e strutturato dai nuovi percorsi.
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il parco come nuova massa urbana “Anziché cercare invano di controllare la crescita delle città attraverso reti di cinture, fronti e spazi verdi, perché non costruire invece il tessuto urbano a partire dagli spazi agricoli o boschivi? Perché l’agricoltura urbana non potrebbe essere considerata dai pianificatori come uno strumento di urbanizzazione capace di organizzare durevolmente il territorio delle città?” Pierre Donadieu
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il parco dei parchi Il volume verde scavato dalla nuova maglia di percorsi non ha caratteristiche indistinte ma assume differenti connotazioni a seconda degli elementi con cui si rapporta.
[a]
[a] Parco inondabile: lingua di verde che si interfaccia direttamente con il fiume e può eventualmente subire le sue inondazioni- Pierre Donadieu [b] Parco agro-ambientale: in stretta relazione con il territorio agricolo, si compone principalmente di orti urbani. [c] Parco della memoria industriale: una quinta verde sulla quale sorgono, come reperti archeologici dell’epoca contemporanea, gli edifici industriali, dei quali si prevede il progressivo cambio di funzione d’uso. [d] Parco urbano: strettamente relazionato con il tessuto urbano, si insinua e da ossigeno al volume costruito.
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[b]
[c]
[d]
43
[a]
OMA. parco La Villette, Parigi,1983
il parco è concepito più come una strategia che come design. il progetto organizza la coesistenza dinamica di un certo numero di attività per fasce parallele e regola la loro reciproca interazione: il risultato è una “trama suscettibile capace di inglobare all’infinito altri significati, altre estensioni o iniezioni”.
[b] OMA. parco André Citroen, Parigi, 1984 il progetto propone un’arcadia artificiale in un area molto degradata, dando forza ai caratteri figurativi e alle matrici del luogo. la vegetazione è simile a un volume architettonico in dialogo diretto con il tessuto urbano circostante: la vegetazione costruisce lo spazio del parco con sembianze mtuate della città, il bosco si camuffa da isolato. [c] Bernard Tscumi. espansione della città di Chartres, 1991
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L’obiettivo è definito un “passaggio intermedio”, perchè inteso come momento dell’evoluzione del luogosufficientemente flessibile da poter essere incorporato entro assetti futuri dell’area, al momento del progetto non ancora definiti. La dimensione temporae è un tema decisivo del progetto e disegni in sequenza raccontano il paesaggio come evoluzione.
[d]
Bernard Tscumi. espansione della città di Chartres, 1991
L’area è articolata in un gran numero di lotti disposti entro un reticolo disegnato da lunghi filari di alberi la libera circolazione delle attività nei lotti e la trama delle alberature costruiscono un nuovo paesaggio, pensato come messa in scena di una strategia a scala territoriale. viene adottata un intelaiatura vegetale di un parco diffuso come matrice figurativa e spazialedi sviluppo per la città, superando ogni contrapposizione tra parco e paesaggio urbano. [e]
Petra Blaisse, OMA, Bruce Mao. Parco Downsview, Toronto,2000
il progetto denominato “tree city” è pensato come un network, formato da una complessa rete di percorsi di varia natura e dimensioni, e da nodi che accolgono al loro interno attività per il tempo libero e il commercio, senza delimitazioni o confini apparenti: ciò evita la segregazione reciproca tra parco e città
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dispositivo di soglia: morfogenesi in corrispondenza del limite infrastrutturale, rappresentato dalla ferrovia e dalla strada, avviene l’incontro tra il tessuto urbano e il nuovo sistema, equivalenti ed opposti: da una parte un pieno urbano, dall’altra un pieno verde, entrambi “scavati” dai percorsi e dagli spazi aperti della maglia (in between-pochè). La strategia consiste nel superare il limite non solo attraverso il puro collegamento ma abitandolo, dandogli vita, in un dispositivo di soglia. Ciò che prima era limite ora è soglia. Nel dispositivo i due sistemi equivalenti ed opposti si interfacciano e si confrontano lungo
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tutta l’area di soglia. Il verde e l’urbano interagiscono in questo punto in un unico sistema abitato. In corrispondenza del dispositivo di soglia il recinto urbano, formato dal sistema del tracciato delle mura antiche con la cintura verde, si apre e si congiunge con il sistema verde formato dai quattro parchi.
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figure-ground Wayne Copper sviluppò una riflessione riguardo i piani figure/ground come rappresentazione tecnica in astratto per l’analisi della forma urbana. Descrivendo il concettuale inverso degli edifici e degli spazi, l’autore dimostrò l’interdipendenza tra essi, offrendo, attraverso questi piani, la percezione del vuoto urbano. Le ricerche di Copper confermarono per il Cornell Urban Design Studio molti dei problemi formali dell’architettura moderna nel tradizionale contesto urbano.
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Applicando il figure-ground al nostro progetto manifestiamo come il vuoto funga da sistema regolatore. Come una radice, esso si insinua nel sistema urbano, ne acquisisce le forme e le traspone nell’area di progetto. I due fronti opposti ed equivalenti vengono quindi tenuti insieme e ordinati dal loro “negativo”.
[a]
[b]
[a] costruito [b] spazi di relazione
[c]
[c] strategia 49
dispositivo di soglia morfogenesi Ai lati della ferrovia abbiamo, come appena detto, due sistemi: da una parte un pieno urbano, dall’altra un pieno verde, entrambi “scavati” dai vuoti della maglia urbana (come evidenziato dal pochè). Sono proprio gli spazi di relazione che vanno a costituire la rete di connessioni tra unità diverse. Sulla soglia il pochè si solleva e prende forma, volume, si dilata, diventa abitato, accoglie spazi. Da semplice percorso o piazza (bidimensionale e a livello zero) diventa dispositivo di solgia. Abbiamo operato quindi con il suolo utilizzando tre azioni: parliamo di “tensione” quando due opposti fronti si guardano senza mai toccarsi e quando tra essi vi è una perfetta corrispondenza. “connessione” quando questi lembi arrivano a toccarsi e permettono il passaggio. “sollevamento” quando il suolo viene modificato in corrispondenza di queste connessioni. [a] tensione [b] connessione 50
[c] sollevamento
[a]
[b]
[c] 51
dispositivo di soglia: componenti [a] dispositivo “la strategia consiste nell’agire sui bordi urbani, nell’intenzione di calare nella città un sistema di nuovi limiti visibili, segni identitari sospesi tra continuità e discontinuità” F. Purini Il superamento del limite e la connessione dei i tessuti tra le due parti del limite individuato avviene attraverso un dispositivo di soglia. [b] apertura del recinto “ periferie come nuovi centri storici non solo fisicamente ma anche con le proprie realtà sociali” F. Purini Il nucleo storico consolidato si apre
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verso la periferia e la riconosce come nuova identità sociale. [c] muro abitato “Estesi spazi aperti, quindi, ed improvvise concentrazioni di materia definiscono il peculiare carattere del luogo. Potenziando questa combinazione, il progetto scaturisce dal disegno di una sorta di topografia artificiale che organizzare regola la casa”. F.Purini Elemento di separazione diventa ragione identificativa di ciò che va a dividere; rigido ma allo stesso tempo permeabile.
[a]
[b]
[c]
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dispositivo di soglia: scenari possibili [a] sistema di ponti abitati Proseguono solamente gli spazi di relazione, i quali acquistano volume e accolgono funzioni. [b] suolo abitato La connessione è garantita da un suolo verde sopraelevato, il quale accoglie al suo interno spazi e funzioni. [c] città sospesa Il limite viene valicato da un suolo continuo sul quale si poggiano i nuovi edifici. [d] volume scavato le due parti di città si relazionano attraverso un volume edificato scavato come un cretto.
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[a]
[b]
[c]
[d] 55
[a] Peter Eisenman. Chiesa del 2000,concorso, Roma 1996
[b] Peter Eisenman. CittĂ della cultura della Galizia Santiago de Compostela, Spagna, 2000
56
[c]
Cibic&Partners. Microrealities Design Research,2004
[d]
Steven Holl. Sliced Porosity Block Chengdu, China, 2007-2012
[e]
Zaha Hadid. Progetto vincitore per la stazione ferroviaria di Afragola, NA
[f] Steven Holl. Hangzhou Trixial Field, Hangzhou, China, 2008
[g]
MVRDV. Performa A+U. CittĂ sospesa, Bologna
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Kevin Lynch: percezione dello spazio urbano Il libro più famoso di Lynch, L’immagine della città, pubblicato nel 1960, è il risultato di una indagine durata cinque anni sul modo in cui i frequentatori delle città percepiscono lo spazio urbano ed organizzano le informazioni spaziali che ricevono ed elaborano durante le loro esperienze. Usando come caso di studio tre città statunitensi (Boston, Jersey City, e Los Angeles), Lynch mostrò che le persone percepiscono lo spazio urbano che frequentano o nel quale vivono attraverso elementi e schemi mentali comuni, creando le loro mappe mentali attraverso l’utilizzo di cinque categorie: percorsi, strade, camminate, passaggi, ed altri canali utilizzati dalla gente per spostarsi; margini, confini e limiti ben percepiti come mura, edifici, spiagge; quartieri, sezioni relativamente larghe della città contraddistinte da caratteri specifici e da una propria identità; nodi, punti focali della città, intersezioni tra vie di comunicazione, punti d’incontro; riferimenti, oggetti dello spazio identificabili, anche a distanza, che funzionano come punto di riferimento ed orientamento. 58
Abbiamo realizzato quindi schemi personali per ricostruire la successione degli spazi progettati. Abbiamo annotato schematicamente i percorsi che dall’interno della città conducono alle rive del fiume e rivolgendo l’attenzione verso specifici elementi: le visuali,gli elementi che questi percorsi attraversano, il rapporto tra l’osservatore e l’oggetto d’interesse, le dlatazioni e le compressioni che il percorso subisce.
legenda
[a] fiume [b] pilastri [c] ferrovia [d] elemento notevole [e] elementi di recupero [f] tessuto urbano [g] tessuto verde
[h] dilatazione [i] compressione [l] rotazione
[m] vista a tutto campo [n] vista parziale [n] vista indiretta
[g] rapporto osservatore- ambiente
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percorso 1
sezioni
elementi
visuali
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percorso 2
sezioni
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elementi
visuali
percorso 3
sezioni
elementi
visuali
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percorso 4
sezioni
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elementi
visuali
percorso 5
sezioni
elementi
visuali
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percorso 6
sezioni
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elementi
visuali
percorso 7
sezioni
elementi
visuali
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percorso 8
sezioni
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elementi
visuali
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il dispositivo di soglia: schema funzionale Il dispositivo di soglia presenta una successione di funzioni che nasce dalla lettura delle principali attività riconosciute nella città consolidata e nel nuovo sistema dei parchi, ponendo queste ultime in relazione tra loro. In corrispondenza del castrum romano contraddistinto da emergenze di tipo storico culturale, il dispositivo accoglierà strutture ricettive di co-housing e di residenza speciale. In relazione al tessuto residenziale e in corrispondenza degli edifici industriali che ci proponiamo di riqualificare introduciamo servizi di tipo culturale. Dall’altro lato della ferrovia, il dispositivo alloggerà attività di tipo sportivo. Successivamente, in corrispondenza del polo universitario si introdurrà una nuova biblioteca. Nelle strette vicinanze, in stretto rapporto con la vecchia stazione ed il centro commerciale adiacente sorgerà la nuova stazione ferroviaria. Infine, nel punto in cui la cintura verde urbana si apre, il dispositivo prende le forme di un suolo sopraelevato che connette il parco urbano con il sistema dei parchi al di là della ferrovia. 70
[a] tessuto consolidato [b] area industriale [c] punto notevole [d] parco [e] fiume [f] piazza [g] ferrovia [h] arena sportiva [i] università
ostello della giovent첫 residenze speciali studentato centro sportivo parco della musica polo culturale
biblioteca
stazione ferroviaria
cintura verde
71
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progetto: abitare la soglia
73
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75
concept il dispositivo di soglia si caratterizza per alcuni punti cardine che sono stati alla base del percorso progettuale.
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il primo: riprendendo la misura dell’isolato romano, tutta l’area in corrispondenza del castrum ha seguito le stesse direzioni e misure. Essendo il nucleo residenziale più compatto, il suo corrispettivo all’interno del dispositivo è stato pensato per essere una successione di piazze delimitate da edifici a corte. il secondo schema va a significare la volontà di rendere il verde progettato un continuum con il costruito. il parco scavalca la ferrovia e dà forma a una successione di spazi fruibili e terrazze verdi in prossimità della ferrovia, a fianco e sopra di essa. Il terzo schema rappresenta la volontà progettuale di prolungare il sistema di compressioni e dilatazioni di vie e piazze presenti nel centro urbano e di proseguirle non solo al di là della ferrovia ma anche in corrispondenza del suo percorso. l’ultimo punto cardine è il trattamento della cintura verde esistente. il progetto prevede che l’anello che delimita il centro città si apra e scavalchi la ferrovia mantenendo le caratteristiche di parco urbano che le sono proprie.
[a] l’isolato romano si riflette nel dispositivo di soglia [b] il sistema di terrazze scavalca la ferrovia [c] compressioni e dilatazioni dei percorsi [d] la cintura verde si apre verso il fiume
[a]
[b]
[c]
[d] 77
rarefazione del costruito Il tessuto urbano compatto e il sistema dei parchi trovano il loro punto di incontro nel dispositivo di soglia. Sono due realtà che vengono a scontrarsi, e l’una prevalica sull’altra andando a creare un’interessante gioco di spazi. L’isolato viene progressivamente attaccato e frammentato dal sistema del verde il quale a sua volta diventa spazio abitato, acquista volume e accoglie funzioni al suo interno.
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[a]
[b]
[c]
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evoluzione del progetto STEP1: il dispositivo è continuo e omogeneo lungo tutto l’intervallo, è un volume unico e che riprende il sistema urbano compatto. STEP2: in corrispondenza del castrum romano il dispositivo continua il sistema urbano compatto. lo stesso, nel rapportarsi con la città rinascimentale, si trasforma in una cerniera verde, che accoglie al suo interno spazi di relazione. STEP3: i due sistemi non sono più distinti ma iniziano a fondersi tra loro, il verde si insinua all’interno dell’isolato e questo si apre fino a perdere la propria conformazione. STEP4: avviene la completa ibridazione dei due sistemi, urbano e verde, l’edificato e le fasce verdi interagiscono tra loro in un sistema unico.
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STEP 1
STEP 2
STEP 3
STEP 4
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STEP 1
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STEP 2
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STEP 3
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sezioni trasversali
c.c.
d.d.
e.e
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sezioni trasversali
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sezioni trasversali
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sezione longitudinale
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bibliotca e stazione ferroviaria La biblioteca funge da elemento conclusivo del complesso di fasce verdi che ospitano la cittadella della gioventù, mentre l’edificio della vecchia stazione diviene sede dell’archivio storico di Piacenza. Esso rappresenta un elemento di giunzione tra la nuova stazione e la biblioteca nuova. L’edificio si organizza su più livelli coordinati tra loro per stabilire delle gerarchie spaziali e suddividere aree più pubbliche, dedicate alla socializzazione e l’incontro, da zone più intime destinate allo studio e la lettura. La testa del sistema, costituita dalla nuova stazione ferroviaria, consiste in un volume vetrato, dal carattere effimero, che si affianca e si contrappone alla solidità materica del corpo del centro commerciale. I due volumi, accostati, generano la forma pura del quadrato, in antitesi con la configurazione discontinua e frammentata del dispositivo di soglia. Tale forma, viene però contaminata e interferita dalla presenza di un’incisione nella copertura che prosegue in un impronta nel terreno fino alla
biblioteca e lega idealmente le due. La ricca vegetazione introdotta all’interno del cubo vetrato gli conferisce il carattere di grande giardino botanico.
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biblioteca e stazione , pianta piano primo
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biblioteca e stazione , pianta piano secondo
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biblioteca e stazione , pianta coperture
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biblioteca e stazione , pianta piano interrato
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biblioteca e stazione ,sezioni e prospetti
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biblioteca e stazione ,sezioni e prospetti
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residenza per studenti Gli edifici che compongono la testa del sistema accolgono residenze speciali, destinate a differenti tipologie di utenza come studenti, lavoratori fuori sede e nuclei familiari non tradizionali; le tipologie abitative sono pensate al fine di incentivare l’interazione tra gli individui. Qui gli spazi costruiti si fondono con le fasce verdi che si insinuano tra gli edifici, confluendo in un piano sopraelevato che mette in relazione le due parti ai lati della ferrovia.
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residenza per studenti, pianta piano terra
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residenza per studenti, pianta piano primo
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residenza per studenti, prospetti e sezioni
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BIBLIOGAFIA AAVV. Total Housig,alternative to urban sprowl,Barcellona, Actar,2010 Roberta Albiero , Valter Tronchin , Francesco Purini, Città e luoghi, Materiali per la “città rimossa”, Gangemi, 2004 Donald Appleyard, Kevin Lynch and John R. Myer, The View from the Road, Massachusetts Institute of Tecnology, Cambridge (Massachusetts) 1964. Bertelli Guya, Frammenti.Scritti di architettura, Milano, Maggioli Editore,collana Politecnica,2008 Bertelli Guya, Roda Michele, Architettura e disegno urbano. Materiali per il progetto,Milano,Maggioli Editore,collana Politecnica,2008 Gilles Clément, Manifesto del Terzo paesaggio, a cura di F. De Pieri,Macerata, Quodlibet, 2005 Sergio Crotti, Guya Bertelli, Madì Reggio, Abaco degli edifici nel parco del ticino costruzioni non connesse all’attivita’ agricola. linee guida per l’esame paesistico dei progetti, Firenze, Alinea Editore, 2009 Sergio Crotti, Figure architettoniche: soglia, Milano,UNICOPLI, 2000 Desvigne M., Dalnoky C., Il ritorno del paesaggio, Milano, Federico Motta, Milano 1996 Eisenmann Architects, Blurred Zones: Investigation of the interstitial 1988-1998, Monacelli 2003 Steven Holl,Urbanisms. Lavorare con il dubbio, cura di M. Polignano, Melfi, Libria, 2010 Steven Holl,Parallax. Architettura e percezione, TPosmedia Books, 2004 Charles Jencks, Karl Kropf, Theories and Manifestoes of Contemporary Architecture, UK, 2005 Wolfgang KÖhler, La psicologia della Gestalt, Milano, Feltrinelli, 1992 Rem Koolhaas, Junkspace. Per un ripensamento radicale dello spazio urbano, a cura di G. Mastrigli, Macerata, Quodlibet 2006 Kevin Lynch, L’immagine della città, Venezia, Marsilio, 2008 Pagliani Maria Luigia, PIACENZA. Forma e urbanistica, L’Erma di Bretschneider, 1991 Franco Purini, Comporre l’architettura, Bari, Editori Laterza, 2000 Colin Rowe & Fred Koetter, Collage city, Londra, The MIT Press, 1978 Giovanni Santamaria, New York – Milano. Disegno della Città per la Regione Urbana, Milano, Alinea,2007 Bernardo Secchi, Prima lezione di urbanistica, Bari-Roma, Laterza, 2000 Camillo Sitte, L’Arte di Costruire la Città- Der Städtebau nach seinen
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RINGRAZIAMENTI Ai professori Guya Bertelli, Carlos Dall’Asta e Germano Rovetta, per averci guidato in questo importante percorso e per averci fornito preziosi insegnamenti; un particolare ringraziamento per la loro infinita pazienza (specialmente a causa dei nostri innumerevoli ritardi). Un grazie di cuore ai nostri amici, per esserci stati sempre vicini e per essere stati sempre pronti in caso di necessità. In particolare grazie a Riccardo, Hugo, Laura e Massimo per il preziosissimo aiuto. Grazie alle nostre famiglie per averci supportato psicologicamente, economicamente e per così tanto tempo! Grazie ai nostri rispettivi coinquilini, che hanno dovuto accettare occupazioni temporanee dei propri spazi vitali e particolari situazioni di disagio. Grazie ai locali milanesi per averci accolto nei nostri momenti di svago: un ringraziamento particolare al Tunnel per aver segnato il nostro percorso di laurea specialistica. Infine grazie alla “clio-taxi” e a tutte le componenti dell’equipaggio.