Economia circolare

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Tratto dalla mia tesi " IL VALORE DEGLI SPRECHI NELL'ECONOMIA CIRCOLARE" Giuseppe Lucariello - 2014 2.5 L’Economia Circolare La McKinsey & Company, su commissione della Fondazione Ellen

MacArthur,

ha

realizzato

un

rapporto

riguardo

al

funzionamento dell’economia circolare, definita come <<un termine generico per un’economia industriale che è a scopo riparatorio e nella quale i flussi di materiali sono di due tipi: i materiali biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e i materiali tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera>>. Questo approccio ci insegna a considerare i rifiuti come delle risorse, verso un miglioramento della qualità della vita attraverso il ciclo di gestione dei rifiuti. L’interesse crescente, anche per società private, è dovuto alla quasi imminente “emergenza” di una spropositata crescita della popolazione e degli elevati standard di vita che impattano sulle risorse. Il prezzo medio delle commodity, è sempre diminuito (in termini reali) dal 1900 fino allo scorso decennio. Ciò ha screditato in un primo momento l’ipotesi del Club di Roma che aveva previsto un aumento dei prezzi, questo almeno fino a quando l’eccessivo consumo e la crescente domanda hanno fatto nascere l’esigenza di andare a cercare risorse sempre più lontane. In corrente caso, si nota nel grafico il turning point della tendenza di prezzo (Fig. 2.3) basato sulla media aritmetica di quattro commodity alimentari, non alimentari di origine agricola, metalli e energia. Il turning point è dovuto alla ormai più costosa estrazione delle risorse, sempre più lontane da raggiungere e la progressiva domanda per la crescita economica senza precedenti in tutto il

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mondo. Fig. 2.3 – TURNING POINT PREZZO DELLE COMMODITY

Fonte: Ellen MacArthur Foundation, 2013a: 18

L’economia circolare è semplificabile nello schema (Fig. 2.4). Vengono separati i nutrienti tecnici che entrano in economia dalla geosfera (lato destro) e gli elementi che vengono dalla biosfera (lato sinistro). Si tratta di reimmettere ciò che viene preso dalla biosfera nella stessa, e far in modo che i materiali tecnici vengano tenuti quanto più “puri” possibile per essere usati nuovamente come materie prime dal momento che non possono essere reimmessi nella

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geosfera. Uno dei principi base dell’economia circolare è fare distinzione tra consumo e uso delle risorse, il primo è inevitabile come nel caso del cibo, mentre nel secondo si tratta di uso dei materiali. Lo scopo è creare dei cicli quanto più possibile chiusi, per ridurre al minimo la quantità di perdite e stoccaggio in discarica, seguendo quanti più cicli possibile. Più si sta nella parte interna del cerchio più si crea valore, ciò non toglie che i cerchi possano essere compiuti più volte, almeno per quanto riguarda i prodotti tecnici differenti per natura da quelli di consumo. Facendo in sequenza più passaggi del prodotto si riduce la qualità, e quanto più i materiali vengono mantenuti puri, tanto più è elevato il loro valore. È evidente come l’economia circolare abbia impatti positivi sulla domanda di materia prima e sulla riduzione di materiale in discarica. Altro aspetto dell’economia circolare è l’elevato tasso di efficientamento di costo, e anche dal punto di vista energetico. Il che è rilevante per poter affrontare una crescente domanda nel migliore dei modi. Il problema fondamentale è sensibilizzare i consumatori, le imprese e la governance, affinché si possano raggiungere adeguate economie di scala. Fondamentale è che ci siano acquisti frequenti e i beni passino velocemente da consumatore a consumatore per il riutilizzo. Dopo l’uso a “cascata” si possono riciclare i materiali (non ancora a scopo energetico) in upcycling (processo che ne aumenta il valore) o downcycling (converte il materiale in uno di qualità inferiore).

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Fig. 2.4 SCHEMA DI ECONOMIA CIRCOLARE PROPOSTO DALLA FONDAZIONE ELLEN MACARTHUR

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Il modello economico “take-make-dispose” (lineare) si basa su grandi quantità, e facile reperimento, di risorse accessibili nonché energia. Per quanto l’economia mondiale stia puntando i propri sforzi sull’efficienza di risorse ed energia per unità di produzione, questi sono in via di un’economia sempre lineare. I fautori dell’economia circolare sostengono che bisogna focalizzarsi non solo sull’efficienza di produzione, ma per evitare disastri naturali e salvaguardare al meglio le risorse terrestri è necessario un cambiamento dell’intero sistema. L’economia circolare prende spunto dai sistemi viventi in quanto adattabili e flessibili. L’assunto è eliminare i rifiuti in fase di progettazione, ispirandosi al sistema biologico dove questi non esistono poiché vengono riassorbiti dal sistema. I materiali biologici sono atossici e possono facilmente essere restituiti al suolo mediante compostaggio o digestione anaerobica, inoltre possono essere prodotte sostanze di valore diverso prima della decomposizione. Bisogna progettare materiali tecnici in modo da poterli aggiornare, riutilizzare e riciclare, quindi mantenerli quanto più incontaminati possibile. È questa la sostanziale differenza con l’economia lineare dove i materiali possono essere riciclati ma difficilmente possono essere a servizio di una rigenerazione, il che si traduce in una rapida perdita del valore. In economia lineare si segue sempre più l’ecoefficienza, dove le tecniche sono focalizzate nel ridurre l’impatto in logica “Cradle-to-grave” (dalla culla alla tomba), quindi, rendere materiali meno tossici, rendere più veloce e agevole lo

smaltimento

“disaccoppiando”

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la

crescita

economica


dall’ecologia. L’economia circolare si preoccupa di allungare la durata del ciclo, mantenendo gli input ancora utilizzabili, quindi progettati in ecoefficacia. Progettare in ecoefficacia vuol dire seguire una logica attiva dei flussi di materiali, “cradle-to-cradle” (dalla culla alla culla). In ecoefficacia si creano sistemi che generano un “riaccoppiamento” positivo tra economia ed ecologia, poiché tutti i materiali, dopo uso o consumo, possono ritornare ad essere materie prime. Sostanzialmente i pilastri dell’economia circolare sono: - Costruire resilienza attraverso la diversificazione: i sistemi di produzione devono tener conto degli input utilizzati al fine di poter dare una seconda vita (ma anche di più) ai prodotti, già piazzati all’interno di potenziali nuovi business. - Passare a fonti di energia rinnovabile: i sistemi di produzione devono essere progettati per finire puntando alla creazione di energia rinnovabile.

Ad

esempio

in

agricoltura

vengono

utilizzati

combustibili fossili, fertilizzanti chimici e altri input non sempre eco-compatibili. Un sistema ben integrato tra cibo ed agricoltura può favorire l’utilizzo di materiali di scarto come fonti di energia, potrebbe essere utile spostare la tassazione dal lavoro al consumo di energia e materia non rinnovabili. - Pensare nel sistema: l’abilità di capire il proprio ruolo nelle interazioni del sistema porterebbe notevoli benefici, poiché le relazioni possono incentivare nuovi modelli di business e rendere più efficiente quelli esistenti con costi minori e meno rischi. - Pensare in cascata: per i materiali biologici l’essenza della creazione del valore è nell’opportunità di essere riutilizzati in altri

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processi. Un esempio è dato dai processi naturali di fermentazione, nei quali i microorganismi come i batteri e i funghi estraggono energia dai carboidrati, grassi e proteine nei materiali facendo riflettere ai possibili utilizzi prima dell’incenerimento. Inoltre, parte degli scarti dell’agricoltura possono anche essere usati come cibo per il bestiame. Le scuole di pensiero a cui si ispira il pensiero circolare sono: - Regenerative Design: riutilizzo di materiali e costruzione di qualcosa senza degradare altre risorse - Performance Economy: visione di un'economia a basso impatto ambientale, prevenzione dei rfiuti, ciclo di vita del prodotto. - Blue Economy: insiste su soluzioni determinate dall'ambiente fisico/ecologico, movimento open source che usa il sistema

a

cascata - Permaculture: terreni progettati coscientemente in modo da riprodurre gli schemi e le relazioni presenti in natura, in grado di produrre abbondanza di cibo, fibre ed energia al fine di provvedere ai bisogni locali - Biomimetica: apprendimento e innovazione ispirate dalla natura per risolvere i problemi umani. Natura come modello, mentore, elemento di misurazione per le innovazioni - Cradle-to-cradle: concetto che vede i materiali di scarto come nutrienti per un altro progetto, facendoli ritornare come materie prime

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Fig. 2.5 CIRCOLARE

CREAZIONE DI VALORE IN ECONOMIA

The power of inner circle (più stretto): il cerchio più vicino all'utilizzo diretto porta un maggior risparmio in termini di materiali, lavoro, energia, capitale e esternalità associate come l'emissione dei GHG. Equiparabile all'utilizzo di materiale vergine.

Power of circling longer: utilizzare quanto più a lungo possibile il prodotto, componenti o materiali. Un esempio può essere utilizzare materiali più resistenti. Non applicabile ai beni consumabili

Power of cascaed use across industries: utilizzo arbitrario di sottoprodotti tra industrie e aziende, intra‐aziendale e inter‐aziendale. catturando le possibili aree di valore

Power of pure, non toxic or easier‐to‐ separate inputs and design: quanto più si mantiene puro il materiale, tanto più elevato sarà il suo valore, più facile sarà il riutilizzo

le informazioni sono stare reperita dal materiale fornito dalla Ellen MacArthur Faundation 47


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