Ramarro, supermasohero, in Moscow

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Arrivo a Mosca e tutt’intorno betulle. come se non ci fosse posto per altro. Mi dicono che le chiamano “le ragazze”... sarà perché sono belle e alte, con la pelle pallida e le chiome che brillano.

E allora mi immagino le foreste di ragazze che tutti ti dicono incontrerai. E Di donne belle e di uomini persi di vodka o di kvas ne sarà pure piena la russia, ma per me non fa differenza: io voglio il caos. è per questo che sono qui ed è per questo che qui mi sento a casa. Io sono Ramarro, il primo supereroe masochista.

Dal tetto di un orgoglioso palazzo in stile assirosovietico, guardo Mosca, capitale globalizzata: la più grande distesa di pannelli pubblicitari che abbia mai visto ottunde le teste, genera masochismo. Produci, consuma, crepa: qui e ora più che mai.

MOSCOW NIGHTS

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LIMOUSINE DA RAPPER INFOIATO SFRECCIANO VICINO LA PIAZZA ROSSA. GENTE PIENA DI SOLDI E DI VODKA E DI CHISSà QUANTO ALTRO SVENTOLA PAZZIA DAL TETTUCCIO APERTO.

POCO PIù IN Là, SU UN VIALE A SCORRIMENTO VELOCISSIMO, ALCUNE DONNE OFFRONO UN APPARTAMENTO PER LA NOTTE. PER ARROTONDARE...

IN UNA STRADINA LATERALE UN TIPO SI CURA LA SBORNIA DORMENDO IN MEZZO ALLA STRADA. SI GIRA SU SE STESSO COME SE VOLESSE RIMBOCCARSI L’ASFALTO. BEATO.

ENORMI TUBATURE ATTRAVERSANO ALLO SCOPERTO TUTTA LA CITTà: ARTERIE PIENE DI COMBUSTIBILE, IL SANGUE NERO DELLA TERRA RUSSA. CI SCALDa TUTTI E DI SICURO HA RESO BOLLENTI LE TASCHE DI MOLTI NUOVI RICCHI. QUELLI DELLA LIMOUSINE PER ESEMPIO...

E INTANTO SUI MEGASCHERMI SPARSI PER IL CENTRO, SCORRONO LE IMMAGINI DELLA LIBERAZIONE DAI TEDESCHI, IL 9 MAGGIO 1945. VOLTI SCOLPITI DAL SOVIETICO ORGOGLIO, CAMPEGGIANO TRA I SIMBOLI DEL NEOLIBERISMO. MERCEDES E NIKON ESPONGONO ENORMI INSEGNE LUMINOSE MENTRE VECCHI FILM RACCONTANO LA SCONFITTA DELL’ASSE... QUANTO SI DIVERTE LA STORIA.

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ECCO. ORA SO CHE DEVO FARE...

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PER COMINCIARE, M’INFILTRO. TRAVESTIRMI DA GIUSEPPE PALUMBO, NOTO DISEGNATORE DI DIABOLIK, DI SOLITO, MI VIENE FACILE. NE APPROFITTO PERCHé L’HANNO INVITATO A ESPORRE I SUOI FUMETTI AL FESTIVAL KOMMISSIA.

IN RUSSIA I FUMETTI DI PROPAGANDA SONO ESISTITI FINO ALLA CADUTA DEL REGIME SOVIETICO; POI ERANO SCOMPARSI E SOLO DA QUALCHE ANNO, UNA PATTUGLIA DI AUTORI E DI PICCOLI EDITORI (COME COMIX E GREEN CAT), CI STA PROVANDO A PRODURRE E DIFFONDERE OPERE NUOVE E TRADUZIONI NEL CIRCUITO DELLE LIBRERIE. AL M’ARS, CENTRO D’ARTE CONTEMPORANEA, PALUMBO SE LA GODE A FARE LA STAR E INTaNTO IO RACCOLGO INFORMAZIONI E PREPARO IL MIO GRAN FINALE. XYXUS (ICHUS) è L’ANIMA SCATENATA CHE MUOVE IL FESTIVAL E LA SCENA MOSCOVITA. OSPITI POLACCHI, FRANCESI, SPAGNOLI; ORGANIZZATORI DI FESTIVAL (COME QUELLO DI SAN PIETROBURGO) E AUTORI ALL’OPERA SUL MERCATO FRANCO-BELGA... UNA BELLA BARAONDA BABELICA.

mi diverto a far parlare a Palumbo un esperanto misto di inglese balordo, francese spastico, spagnolo dislessico e barese. Ce la mettono tutta a cercare di capirlo, poi per fortuna c’è sempre qualcuno che traduce...

nottetempo muovo palumbo per la città: Mosca sembra paralizzata per i festeggiamenti e l’unico mezzo per muoversi che riesce a beccare è un taxi abusivo guidato da due uzbeki: la versione cafona di due comparse di un film di bruce lee. palumbo si cala la coppola sugli occhi per incutere mafioso timore...

Ogni taxi puzza di benzina, gasolio, sangue nero della terra russa. un effetto dell’antigelo che corrode lentamente le meccaniche... una presenza costante, come l’alito di un gigantesco mostro che dimori nel suolo russo e aspetti l’occasione per uscire...

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l’ultimo giorno Palumbo vuole fare il turista e io me lo porto dove più fa male. il museo Mayakovsky, piccolo, scenografico spaccato della vita e dell’opera dell’immenso artista.

L’emozione più grossa è questa stanza, il suo studio, dove si tolse la vita: c’è un odore di decomposizione che trapassa narici e cervello. sa di morte vecchia. un balsamo.

e poi il gran finale: portano Palumbo nella Piazza rossa! alla vista di san basilio, chiesa lisergica, e di una delle sue cupole, verde smeraldo trafitta da mille punte rosso sangue, palumbo, che mai l’aveva vista prima, la ribattezza cupola ramarro. e così evocato, io svicolo dalle ciccie e dai peli palumbici e faccio scattare il mio piano.

E poi l’orrore: la gigantesca statua di pietro il grande. pare sia stata pensata come omaggio agli u.s.a. per il columbus day, i 500 anni dalla scoperta dell’america. rispedita indietro dagli americani, decapitato colombo, fu consacrata allo zar (mica tanto amato dai moscoviti). un gruppo di studenti si organizzò invano per farla saltare in aria. ma in fondo, perchè PRIVARSI DI TANTO ABOMINIO?

durante le mie peregrinazioni nelle innocue vesti del fumettaro, avevo messo mano ai nodi del sistema di condutture del gas. e ora BOOM, la piazza rossa va in mille pezzi!

IL GIGANTESCO MOSTRO, KAZPROM, EMERGE TRA LE FIAMME E MI STRITOLA, MI STRINA, MI SPALMA SULLE PUNTE DELLA MIA CUPOLA.

MOSCA: QUANTO SEI BELLA!

DEDICATO A MOSCA, AGLI AMICI DI KOMMISSIA, AD ALBERTO DI MAURO DELL’ISTITUTO DI CULTURA ITALIANA, E SOPRATTUTTO ALLA TOMATO FARM.

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