San Francesco di Paola e S. Pio di Pietralcina, due Santi a confronto...

Page 1

sanpiodapietrelcina

a

due

1 8 8 7 • 1 9 6 8

confronto sanfrancescodipaola

1 4 1 6 • 1 5 0 7



d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

due

santi a

confronto a

c u r a

d i

G

sanpiodapietrelcina

1 8 8 7 • 1 9 6 8

E R A R D O

B

O N I F A T I

sanfrancescodipaola 1 4 1 6 • 1 5 0 7


Amministrazione Comunale di Castrovillari Sindaco: Franco Blaiotta Assessore al Turismo: Anna De Gaio Pro Loco di Castrovillari Presidente: Paolo Salvaggio Direttore: Gerardo Bonifati Con il contributo di: In collaborazione con: Consulenza storica: Gianluigi Trombetti Fotografie: Giovanni Amato, Pino Iazzolino Consulenza scientifica: Renato Mannarino, Minella Bloise, Luigi Troccoli

Ufficio Stampa Comune di Castrovillari - Resp. Giampiero Brunetti Pro Loco di Castrovillari - Resp. Michele Martinisi, Marianna Vetere

Grafica: Davide De Septis Stampa: Print Design

Si ringrazia: JOLLY HOTEL • COMAUTO • TORRE INFAME • SITEL COSTRUZIONI PUBBLIGAIA • NEW IMAGE • PRINT DESIGN • VIDEO GAMES COMUNE DI SAN GIOVANNI ROTONDO Assessore al Turismo: Giuseppe Siena COMUNE DI PAOLA ASSOCIAZIONE CULTURALE PAOLA MOSTRA FEDERAZIONE ITALIANA TRADIZIONI POPOLARI Presidente: Benito Ripoli

si ringraziano inoltre: I Parroci di Castrovillari Don Nicola Arcuri Chiesa SS. Trinità

Don Carmine De Franco Chiesa Sacri Cuori

Padre Adolfo della Torre Chiesa San Francesco

Don Franco Oliva Don Giovanni Maurelli Chiesa San Girolamo

Don Federico Baratta Don Norberth Setho Chiesa Santa Maria dell’Aiuto

Don Carmine De Bartolo Santuario Santa Maria del Castello


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Introduzione Franco Blaiotta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. Sindaco della Città di Castrovillari.

Paolo Salvaggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. Presidente della Pro Loco del Pollino.

Anna De Gaio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. Assessore al Turismo Città di Castrovillari

Gesualdo Panebianco. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. Presidente del Lions Club di Castrovillari.

Andrea Caparelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. Presidente del Rotary Club di Castrovillari.

Lucia Sancineto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. Presidente del Kiwanis Club di Castrovillari.

Vincenzo Elio Stabile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. Presidente Gas Pollino di Castrovillari.

Francesco di Paola e Padre Pio: due esempi di singolare santità ed umanità. . . . . . pag. di Gerardo Bonifati

L’attualità di Francesco di Paola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. di P. Giovanni Cozzolino, O.M.

Francesco di Paola: testimonianze. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.

Indice

a cura del comune di Paola.

5

6 7 8

8

9 9

10 11 13

Vita, messaggio e opere di San Francesco di Paola e dell’Ordine dei Minimi dal 1500 ad oggi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.

14

Francesco di Paola in Italia e nel Mondo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.

28

a cura del Comitato Nazionale del Quinto Centenario della Morte di San Francesco e della Curia Generalizia dell’Ordine dei Minimi a cura della rivista “La Voce del Santuario”

Francesco di Paola: “Miracoli” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. di Mario Montalto.

San Francesco di Paola e San Padre Pio da Pietrelcina, Due umiliati della carità lungo le strade degli uomini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. di Giovanni Scarale

San Francesco di Paola e San Padre Pio da Pietrelcina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. di Don Nicola Arcuri.

Il cammino di Padre Pio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. di Elia Stelluto.

La vita di San Francesco di Paola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. nelle illustrazioni del Perrimezzi a cura di Gianluigi Trombetti.

Iubilaeum Figurarum . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. di Giacomo Vercillo.

Collettiva d’arte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. a cura di Enzo Bruno e Pino Iazzolino.

Da Francesco di Paola a Padre Pio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. di Francesco Di Vasto

San Francesco di Paola alla corte dei Re di Francia, apostolo di conversione . . . . . pag. di Michele Bartelli

San Francesco di Paola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. a cura di Gianluigi Trombetti sotto l’egida dei Lions Club di Castrovillari

Frate Francesco di Paola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. di Gianluigi Trombetti

Castrovillari e le sue Radici Francescane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. a cura di Pietro De Leo

La storia dei due Santi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.

34 38

39

40 59 86 94

95

108

110 111

122

123

5



d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

È con grande gioia e con grande orgoglio che la Città di Castrovillari si appresta a vivere un altro momento di grande interesse culturale e sociale, questa volta, legato alla cultura più profonda, quella dell’anima, della fede e della carità. Con le mostre dedicate a due straordinarie figure della Cristianità, quali sono San Francesco di Paola e San Pio da Pietrelcina, esempi luminosi e profetici di fede e coerenza spirituale, che hanno scritto pagine splendide e ricche d’insegnamenti, si vuole offrire al visitatore una meditazione visiva sul messaggio e l’immagine stessa dei due Santi, che certamente può fornire stimoli e suggestioni per la crescita morale e culturale di ognuno. I santi sono come dei fari; hanno indicato agli uomini le possibilità di cui l’essere umano dispone. Per questo sono interessanti anche culturalmente, indipendentemente dall’approccio culturale, religioso e di studio con cui li si avvicini. Un grande filosofo francese del XX secolo, Henry Bergson, ha osservato che i più grandi personaggi della storia non sono i conquistatori ma i santi. In tempi più recenti il Papa ha definito i santi come coloro che traducono il divino nell’umano, l’eterno nel tempo. In sessant’anni di vita religiosa, trascorsi quasi tutti a San Giovanni Rotondo, Padre Pio si è dedicato interamente alla preghiera ed al ministero della riconciliazione e della direzione spirituale. Tutto raccolto in Dio, portando sempre nel suo corpo la passione di Gesù, la sua vita è stata un incessante combattimento spirituale, sostenuto con le armi della preghiera, centrata nei sacri gesti quotidiani della Confessione e della Messa. Le sue stimmate, come quelle di San Francesco d’Assisi, erano opera e segno della divina misericordia, che mediante la Croce di Cristo ha redento il mondo. I Gruppi di preghiera e la Casa Sollievo della Sofferenza: ecco due “doni” significativi che Padre Pio ci ha lasciato. Pensata e voluta da lui come ospedale per i malati poveri, la Casa Sollievo della Sofferenza fu progettata fin dall’inizio come struttura sanitaria aperta a tutti, ma non per questo meno attrezzata degli altri ospedali. Padre Pio la volle, anzi, dotata dei più avanzati strumenti scientifici e tecnologici, perché fosse luogo di autentica accoglienza, di amorevole rispetto e di efficace terapia verso ogni persona sofferente. Quanto, poi, ai Gruppi di preghiera, essi furono da lui voluti come baluardi di luce e d’amore nel mondo. Al contrario del Santo di Pietralcina, San Francesco di Paola ha attraversato per tutta la sua esistenza, mari e monti, portando la parola di Dio in ogni dove. La mostra iconografica dedicatagli cade nei festeggiamenti dedicati al cinquecentenario della sua morte; il Santo è il figlio più illustre della Calabria e rappresenta per tutti un simbolo di fede ma anche e soprattutto un esempio di responsabilità, altruismo ed impegno civico. San Francesco ha inciso profondamente nella storia del suo tempo e continua ad incidere grazie all’autorevole spiritualità di membri dell’Ordine dei Minimi da lui fondato; con una vita segnata da un profondo amore alla preghiera, dal desiderio di solitudine per entrare in colloquio con Dio; difensore dei poveri e degli emarginati, ha fatto sì che la devozione popolare di tutti i tempi nei suoi confronti si sviluppasse in gran parte proprio tra i ceti sociali più poveri, a testimonianza di quanto egli li abbia amati e aiutati. Dunque due momenti assolutamente unici per la nostra Città, che, speriamo, servano ad avvicinarci ancora di più al fascino e al mistero di questi “fari” immensi di spiritualità. E, forti di un passato civile e culturale ancorato profondamente nelle radici cristiane, possano essere esempi da imitare per costruire, insieme alle nuove generazioni, un domani migliore.

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Franco Blaiotta

Sindaco della Città di Castrovillari

7


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Due Santi a confronto: San Pio da Pietrelcina e San Francesco di

Paola. Il primo ha lasciato la vita terrena nel 1968 per raggiungere la

casa del Padre, il secondo ci ha lasciato cinquecento anni fa ma è sempre vivo e venerato dalle generazioni passate e presenti. San Pio e San

Francesco, due uomini dall’animo semplice e nobile, umili servi di Dio, due uomini con caratteri diametralmente opposti ma entrambi spinti ad agire dalla grande fede in nome di Dio. Animati entrambi dalla giu-

stizia sociale, l’uno, San Pio, è inserito ormai a pieno titolo, tra le più grandi ed amate personalità della Chiesa; l’altro, San Francesco di Paola, la cui vita segnata da grandi miracoli, lunghe meditazioni, ed

Paolo Salvaggio

Presidente della Pro Loco del Pollino

assoluta povertà, fa dell’amore verso Dio e verso gli uomini l’unico

scopo della propria esistenza. Il Santo calabrese, inoltre, pur vivendo

in Calabria, si caratterizzò come grande europeista. Non rimase, infatti, estraneo alle vicende dell’antico continente, tanto che si occupò di

questioni politiche a favore della Santa Sede, intervenendo, tra l’altro, presso il Re di Francia.

La Pro Loco di Castrovillari non poteva restare insensibile nell’oc-

casione del quinto centenario della morte di San Francesco ed ha volu-

to rendere omaggio al nostro Santo ed a San Pio, ricordandoli nel tra-

mite di un’importante manifestazione, quale è “Due Santi a confronto”, con proiezioni di film e documentari, collettive d’arte e personali, mostre figurative e fotografiche, e con un importante convegno che dovrà sottolineare il confronto delle due importanti figure religiose.

L’occasione è giusta per rimarcare ancora una volta che la Pro

Loco di Castrovillari, sempre vicina ai grandi eventi che hanno segna-

to la nostra terra, non è soltanto folklore, ma anche storia e cultura.

8


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

E’ sicuramente una delle iniziative più importanti che l’Amministrazione patrocina per i contenuti e la portata. In occasione dei 500 anni della morte di San Francesco di Paola, essa ha voluto unire, in un gemellaggio, tutto mediterraneo, i tratti più salienti del patrono principale della Calabria e di uno dei Santi più venerati del Mezzogiorno d’Italia: Padre Pio da Pietrelcina. L’evento è grande, pregno di significato, sia per la gente del Pollino che per la cittadinanza di San Giovanni Rotondo con cui Castrovillari ha voluto creare questa sinergia, grazie anche alla collaborazione della Pro loco, del Lions, Rotary e Kiwanis, consapevoli del messaggio che si eleva e parte dal momento che si va a creare tra enti locali per una più profonda cooperazione. Cultura, tradizione, senso religioso, devozione popolare si mescoleranno, così, nel segno della integrazione tra i popoli per la quale la nostra città ha antiche consuetudini. Queste ribadiscono il senso dell’appuntamento che vuole rimettere al centro, oltre la personalità, l’umanità e la tensione di due grandi Santi, anche l’amore dei popoli calabrese e pugliese per la propria identità, di cui Castrovillari, da sempre, è una stazione geografica spartiacque. Insomma l’iniziativa è uno strumento straordinario, d’azione interculturale fra regioni diverse, che favorisce un incontro umano , cuce le “diversità”, crea autentici legami di amicizia fra giovani e persone alla luce di quella ecumenicità di cui è intrisa e pervasa l’iniziativa “Due Santi a confronto”. Con questa consapevolezza la chiesa locale sosterrà il percorso dove tutto è stato pensato per far conoscere la storia e le antiche radici di due comunità al fine di evidenziarne non solo l’immenso valore del loro patrimonio religioso, culturale e artistico, ma anche per tracciarne la motivazione di un comune sentire in un cammino teso alla comunione e all’affetto fra le genti, quale più alto valore della nostra terra, notoriamente patria di Santi e Beati.

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Anna De Gaio

Assessore al Turismo Città di Castrovillari

9


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

Gesualdo Panebianco

Presidente del Lions Club di Castrovillari

Andrea Caparelli

Presidente del Rotary Club di Castrovillari

10

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Il venire a conoscenza, da parte del Direttivo del Lions Club di Castrovillari, del cinquecentenario della morte di San Francesco di Paola nell’anno 2007 ed il decidere di celebrare questo evento con la manifestazione piu’importante del nostro anno sociale è stato un tutt’uno. Con la conferenza sulla figura del Santo e sulle testimonianze del suo passaggio nel territorio del Pollino, prevista per il 21 aprile p.v. e con la mostra iconografica che seguirà, fino al 29 aprile, abbiamo voluto dare testimonianza della vita e dell’opera di un grande santo, si, ma anche di un uomo coraggioso e forte, calabrese nel modo di sentire ed europeo, ante litteram, nella visione della storia. Con gioia e con orgoglio abbiamo aderito all’invito, da parte della Pro Loco del Pollino e della Amministrazione Comunale, di inserire le nostre manifestazioni nell’ambito della rassegna di eventi “Due Santi a confronto” al fine di dare maggiore spessore e visibilità al pacchetto di proposte culturali, nel loro insieme. Un ringraziamento sincero, personale ed a nome del nostro sodalizio, a chi, con la propria disponibilità e collaborazione, ha reso possibile la realizzazione delle manifestazioni: -a tutti i proprietari degli oggetti esposti, per la fiducia accordataci; -al Comando dell’Arma dei Carabinieri, per l’accoglienza offertaci; -all’impareggiabile Gianluigi Trombetti per la pazienza, la dedizione e l’amicizia dimostrataci. E’ stato con grande piacere che ho accolto l’invito rivoltami dalla locale Pro Loco e dall’ Amministrazione Comunale, a partecipare, insieme agli altri due Club di servizio presenti in Città, all’organizzazione di una così rilevante manifestazione, che nel 500° Anniversario della morte di San Francesco di Paola, vuole lasciare una traccia indelebile della presenza del Santo e del Suo ordine nella Città del Pollino. Il piacere di essere presente come CLUB ROTARY di Castrovillari, si accresce ulteriormente per la concomitanza, nelle stessa manifestazione, del tributo che si vuole ossequiare ad un altro Santo, SAN PIO da PIETRELCINA, che nella nostra popolazione ha da tempo rappresentato un costante riferimento in termini di devozione, di culto e di preghiera. Nella consapevolezza mia personale, e di tutto il C.D. del Club, che mi onoro di presiedere, di aver contribuito, se pur in minima parte, alla realizzazione di una manifestazione che avrà un sicuro successo atteso che, l’impostazione artistica –culturale che è stata data dalla Pro Loco di Castrovillari che spazia dalla mostra di pittura e di fotografia, alla proiezione di film e documentari, al convegno storico – religioso che mette a confronto la vita e l’attività svolta dai due Santi, e per finire alla realizzazione del catalogo che ci ha visti impegnati direttamente, mi piace ricordare che questo nostro intervento rientra nei canoni del dettato internazionale del Rotary, che ha voluto, in particolare per A. R. 2006/2007, porre in essere tutte le azioni possibili finalizzate alla promozione del territorio in cui ogni Club opera.


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

È con entusiasmo che il Kiwanis Club di Castrovillari ha accolto l’invito a collaborare alla manifestazione “Due Santi a Confronto”, organizzata dall’Amministrazione Comunale di Castrovillari e dalla Pro Loco, in occasione dei 500 anni dalla morte di San Francesco di Paola. L’entusiasmo nasce dalla pregevole iniziativa di mettere a “confronto” San Francesco di Paola e San Pio, due santi per i quali la popolazione di Castrovillari nutre una grande devozione. La manifestazione, ricca di avvenimenti, offre l’opportunità di avere una visione d’insieme della grandezza e, soprattutto, del forte senso religioso che ha animato e contraddistinto la vita dei due santi. La realizzazione di un catalogo per documentare parte della manifestazione, nasce dall’intento di finalizzare l’evento a scopi benefici seguendo quella “caritas” umana che i due santi celebrati ci hanno lasciato in eredità, e perseguendo quella finalità di “servizio” che anima l’esistenza di ogni Club Service. Grazie, quindi, a tutti coloro che, con il loro contributo, si renderanno parte attiva nella realizzazione della pregevole manifestazione.

Lucia Sancineto

Impossibile non sostenere un’ammirevole iniziativa che mette a confronto due frati che, per diverse situazioni, rappresentano l’orgoglio dei Calabresi. Da un lato l’Uomo della Carità, San Francesco di Paola, che ha convertito i più potenti della terra e sostenuto con forza ineguagliabile gli umili, dall’altro, Padre Pio, che con la sua carità sociale si adoperò e si impegnò per alleviare dolori e miserie di tante famiglie. Una prestigiosa iniziativa e un pensiero generoso per tutti i castrovillaresi, e non solo, ai quali si fornisce un’occasione ineguagliabile per l’approfondimento della conoscenza di due uomini di così alto valore.

Vincenzo Elio Stabile

Presidente del Kiwanis Club di Castrovillari

Presidente Gas Pollino di Castrovillari

11


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

FRANCESCO DI PAOLA E PADRE PIO: DUE ESEMPI DI SINGOLARE SANTITA ED UMANITA

Ricorre l’anniversario della morte di S. Francesco di Paola. Sono trascorsi cinquecento anni, ma il carisma del Santo Calabrese e’ ancora vivo ed operante tra la gente. Pertanto l’occasione e’ propizia per patrocinare un evento culturale che intende promuovere una riflessione a tutto campo su due eminenti figure di Santi che hanno segnato indelebilmente la spiritualità cristiana con il marchio del fuoco ardente della loro carita’ e del sentimento profondo della fede che trasforma e suggella la vita dell’uomo e della sua storia: San Francesco di Paola e San Pio da Pietrelcina. Il confronto tra questi due “campioni” della Chiesa richiama alla memoria antiche consuetudini, peraltro rammentate da Dante Alighieri, nell’XI del Paradiso, quando il domenicano S. Tommaso pronuncia il panegirico di S. Francesco d’Assisi, così come un francescano e’ chiamato a tessere gli elogi di S. Domenico. Noi, molto più umilmente rispetto alle vette raggiunte dal divin poeta, intendiamo fornire uno stimolo ed un contributo alla realizzazione di questo evento celebrativo, in cui arti come la pittura, la scultura, la fotografia, il cinema, sono chiamate ad illustrare ed a divulgare ancor più la vita e l’opera dei due Santi. Diversi anzitutto i contesti e le epoche storiche in cui vissero: età umanistico/rinascimentale per il primo, età dell’individualismo e della crisi della ragione per il secondo. Diversi anche i temperamenti: S. Francesco di Paola rivelo’ fin dall’infanzia doti di umiltà e docilità all’obbedienza, vocazione all’eremitaggio, slancio verso la preghiera e predilezione per uno stile di vita rigorosamente austero; punto di riferimento essenziale per la gente ed i poveri della Calabria, consigliere nelle necessità spirituali, ma soprattutto pratiche della vita; instancabile divulgatore del suo modello di vita Cristiana, santo taumaturgo e prediletto dai potenti della corte gallica, suo malgrado - (fu strumento di pacificazione politica tra la Francia di Luigi XI ed il papa ed il re di Napoli, favorevoli ad un accordo teso all’abolizione della Pronumatica Sanzione di Bourges – 1438 – ); apprezzato e ricercato tanto dalla gente semplice che dai dotti della Sorbona, fu santo anche flessibile e promotore dal puro eremitismo del vero e proprio cenobitismo (Giulio II approvò nuovi ordini per le suore ed i laici – 1506); famoso in vita, oggetto di culto dopo la morte. Ben altro temperamento quello di San Pio, personalità visionaria e di intrigante valenza mistica; cultore in età giovanile, di studi classici e particolarmente filosofici, oltre che teologici. Fautore, anche suo malgrado, di una popolarità del passa parola, propenso ad esperienze mistiche soprannaturali, particolarmente quelle della coronazione di spine e della flagellazione, famoso per la straordinaria capacità di intercessione per le grazie fisiche e spirituali, “fenomeno mistico”, ma altresì capace di malcelata ritrosia e netta chiusura verso l’autorità ecclesiastica, cosa che alimentò continue polemiche ed accuse di “bluff ”, psicopatologie di natura isterica, autolesionismo, persino l’etichettatura di “imbroglione” e plagiatore. Dunque, una personalità definita “istrionica”, alimentatore di forme di fede popolare ritenute arcaiche, ma proprio per questo di grande fervore passionale. In conclusione, portatore di un desiderio di serenità fatto di inquietudine ed immani lotte interne ed esterne. Due temperamenti, due diverse maniere di vivere la fede ed il fervore mistico e tuttavia entrambi, sia pure in modi diversi, presenti tra la gente, l’uno a miracolare itinerando, l’altro a scuotere e stigmatizzare risanando e travolgendo. Gerardo Bonifati 12


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

L’ATTUALITA DI FRANCESCO DI PAOLA S. Francesco è UNA PREDICA SALUTARE che fa della comunicazione, dell’azione concreta, dell’impegno morale i veicoli per la contaminazione del bene, una esemplarità che stimola l’atto di libertà personale del soggetto, di libera e cosciente adesione ai valori della vita, della libertà del bene attraverso non il verbalismo-tipico dei nostri tempi, ma mediante la concretezza dell’agire, che fa della comunicazione lo strumento per diffondere e affermare i principi della dignità e della sacralità dell’uomo. Tutta la vita di Francesco di Paola è attraversata dalla ricerca dell’ESSENZIALITÀ, di ciò che riconduce l’uomo alla verità dell’esistenza. Lontano dalla mondanità e dal consumismo l’essenzialità rappresenta per l’uomo del XXI secolo un vero e proprio richiamo a tutti quei principi vitali che possono garantire uno sviluppo sostenibile e trasmettere ai giovani quel patrimonio naturale che l’umanità del passato ci ha tramandato. Al discorso sull’essenzialità si lega quello sulla meditazione. MEDITAZIONE intesa come ritorno a se stessi, come ricerca del silenzio quale bisogno del soggetto-persona di ritrovare il senso della propria esistenza allontanandosi dal rumore caotico di una quotidianità che brucia il tempo a vantaggio del nulla, che rincorre ciò che è superficiale a discapito del vero. La meditazione è ritorno alla Natura ed ai suoi valori e in Francesco di Paola vi è una comunione spirituale con la natura e con il mare tanto da poter affermare che in Lui il pensiero ecologico è vita, è quotidianità, è ricerca di consonanze con la Natura vissuta all’insegna del dialogo, del rispetto e della tutela responsabile. IL PEREGRINARE di Francesco di Paola si intreccia anche con il suo impegno per la pace che trova nei suoi viaggi un motivo conduttore. E’ evidente che il viaggiare si lega alla speranza che costituisce per Francesco di Paola un atteggiamento fondamentale e un timbro che lo caratterizza come viaggiatore in cammino verso Dio. Inoltre, FRANCESCO È L’UOMO CHE SCEGLIE E SI LASCIA SCEGLIERE: l’impegno per la scelta della vita è il valore fondamentale che un giovane può cogliere in San Francesco di Paola. Scegliere non è facile, perché la paura di assumersi delle responsabilità fa rimandare al futuro ogni decisione. Si rischia così di non vivere, ma di lasciarsi vivere, perché non si può fare a meno di confrontarsi con gli avvenimenti, che, o si governano con intelligenza e responsabilità o si impongono a noi. La vita richiede che l’uomo ne assuma il comando, guidandola con le proprie scelte e decisioni, non lasciandosi trasportare dalle correnti come una barca alla deriva Per questo, FRANCESCO È L’UOMO TUTTO DI UN PEZZO: Su questo aspetto San Francesco di Paola può dare un’altra lezione di vita, perché, conoscendo i suoi comportamenti, lo possiamo definire un uomo tutto di un pezzo. Non ha ceduto dinanzi alla cultura dominante del tempo, incline ad una visione mondanizzata e secolarizzata della vita, scegliendo il rigore dell’austerità eremitica e quaresimale. Quando gran parte della chiesa reputava sorpassate certe forme penitenziali e i suoi stessi frati lo giudicavano un po’ esagerato nelle disposizioni penitenziale lasciate nella Regola, egli tenne ferme le sue scelte, appellandosi all’amore di Dio (A chi ama Dio tutto è possibile) e alla libera scelta dell’uomo (accettare la penitenza in spirito di libertà). FRANCESCO, poi, CI INSEGNA L’IMPREVEDIBILITÀ della vita cristiana secondo lo Spirito Santo “Con Cristo nello Spirito al Padre”: si consegna all’azione dello Spirito Santo, tanto che da eremita diventa,poi, il fondatore più giovane di un Ordine 13


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

religioso ed è in continuo dinamismo, seguendo la volontà del Signore sin dalla tenera età. Non rimane a S. Marco Argentano perché non è la volontà di Dio, compie un pellegrinaggio vocazionale per comprenderla, si ritira in una grotta a Paola, accoglie i primi compagni, fonda altri eremi in Calabria e a 67 anni per volontà del Papa va in Francia. RECUPERA LA DIMENSIONE CRISTIANA DELLA “PERICOLOSITÀ”: in una società e in una Chiesa mondanizzata, Francesco recupera la sequela autentica e radicale nel praticare il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo e, per questo, tutta la sua vita diventa pericolosa contro la comoda quiete, le false sicurezze, va controcorrente e diffonde, con il suo carisma penitenziale, voglia di vivere contro una vita insignificante . Per questo, TESTIMONIA LA DIMENSIONE CRISTIANA DEL “PORTARE SCOMPIGLIO”: egli non è innocuo per chi lo incontra, diventa problema per i potenti difendendo l’uomo da ogni ingiustizia, porta scompiglio nella vita di chi si ritiene giusto e arrivato e a tutti insegna l’esigenza fondamentale della conversione, come capacità di riconoscersi peccatore e di progredire sempre di bene in meglio sino alla fine della vita. FRANCESCO INCARNA IL DONO CRISTIANO CHE È “IL CORAGGIO DI NON AVERE PAURA”: non presenta una vita cristiana facile ma austera, è chiaro nella sua proposta penitenziale che sfocia nella carità per vivere una vita dignitosa umanamente e per seguire il Signore e, per, questo, non scende a compromessi con la mediocrità e una vita senza sogni. Francesco, pieno di Spirito Santo è UN GIGANTE D’EQUILIBRIO, che emerge nella storia della Chiesa per l’unità che ha saputo dare nel vivere in perfetto equilibro la dimensione contemplativa che è già azione e la dimensione attiva che è piena di contemplazione. Infine, Francesco è l’uomo della GIOIA che è una delle note caratteristiche della sua vita: egli ha dato serenità e gioia a quanti hanno avuto la fortuna di incontrarlo in vita. Nelle testimonianze rilasciate ai Processi di Canonizzazione è ricorrente l’osservazione: “e tutti ritornavano contenti”. La gioia che egli offriva non dipendeva solo dall’utile che la gente poteva trarre dall’incontro con lui, perché non tutti ottenevano il miracolo che chiedevano. Quanti di loro hanno dovuto accettare l’invito a prepararsi a ben morire! La gioia era frutto di una pace interiore che S. Francesco dava, prospettando i valori della vita, indicando la radice e il fondamento del senso della vita. La gioia può nascere solo quando sono chiare le motivazioni per cui vivere è il significato che dobbiamo dare alla fatica del vivere quotidiano. Era quanto San Francesco offriva invitando a vivere nel timore di Dio, a guardare verso l’eternità, a vivere nell’onestà del dovere quotidiano, ad accettare i sacrifici della vita come spazio di crescita della propria dignità. P. Giovanni Cozzolino, O. M.

14


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Francesco di Paola: testimonianze

mostra itinerante del Santo Calabrese a cura del Comune di Paola

15


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

“Vita, messaggio e opere di San Francesco di Paola e

dell’Ordine dei Minimi dal 1500 ad oggi”.

Ventisette iconografie a cura del Comitato

Nazionale del Quinto Centenario della Morte

di San Francesco e della Curia Generalizia

dell’Ordine dei Minimi

16

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

17


d u e

18

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

19


d u e

20

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

21


d u e

22

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

23


d u e

24

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

25


d u e

26

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

27


d u e

28

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

29


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

“Francesco di Paola

in Italia e nel mondo”.

Fotografie e didascalie a cura della

rivista “La Voce del Santuario” Basilica San Francesco di Paola

30

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Paola 1440-1446

Spezzano 1453

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Paterno Calabro 1444

Corigliano 1458

31


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Milazzo 1464

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

Napoli 1483

Roma 1494

32

s a n t i

a

c o n f r o n t o


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Genova 1487

Torino Via Po

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

Palermo

Cagliari

Piazza San Francesco di Paola

Parma

Via D’Azeglio

c o n f r o n t o

Via Sardegna

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Firenze

Quartiere Oltrarno

Grottaglie

Via XXV Luglio

33


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Lugo di Romagna Corso Garibaldi

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Milano

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Brasile Rio de Janeiro

Via Montenapoleone

Spagna Siviglia

34

d u e

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Messico Saltillo

Rep. Ceca Vranov

Spagna Barcellona


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

Francia Tours

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Stati Uniti Los Angeles

Chicago - Texas New York

35


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Francesco di Paola: “Miracoli�.

Dieci sculture in bronzo del maestro Mario Montalto

San Francesco fa restituire i ferri dal suo asinello al fabbro avaro.

36


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

San Francesco richiama in vita dalla fornace ardente l’agnello Martinello.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

San Francesco guarisce il barone di Belmonte da una piaga cancrenosa.

San Francesco spezza una moneta d’oro e ne fa uscire vivo sangue.

37


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

San Francesco trattiene i macigni mentre precipitano.

d u e

s a n t i

a

San Francesco resuscita il nipote Nicola.

San Francesco fa tornare in vita i pesci alla tavola di Re Ferdinando d’Aragona.

38

c o n f r o n t o


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

San Francesco attraversa lo stretto di Messina sul mantello.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

San Francesco guarisce la cieca di Paola.

San Francesco tiene tra le mani carbone acceso innanzi al legato del Papa.

39


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

SAN FRANCESCO DI PAOLA E SAN PADRE PIO DA PIETRELCINA, DUE UMILIATI DELLA CARITA LUNGO LE STRADE DEGLI UOMINI.

Una curiosità: cosa può accomunare Francesco di Paola e Padre Pio da Pietrelcina, due santi vissuti a circa mezzo millennio di distanza l’un l’altro? Il primo ha percorso quasi tutto il XV secolo in cui si conclude il medioevo e si apre l’era moderna; il secondo invece è stato testimone di due sanguinosi conflitti mondiali e di ideologie aberranti che hanno segnato profondamente l’umanità avviandola verso una trionfante mercificazione globale. Due contesti storici tanto diversi ma che ribadiscono la solitudine delle creature. Riconsiderando quanto si sa della biografia del Santo calabrese e confrontandola con quella dello Stimmatizzato del Gargano, si possono evidenziare differenze che finiscono per convergere e analogie belle e buone. San Francesco intraprende la via del Signore dopo l’esperienza traumatica del pellegrinaggio a Roma e in altri santuari. Ha dodici anni e, nauseato dal mondo, si rifugia in una grotta per vivere in penitenza e preghiera fino a quando alcuni giovani lo scovano e si uniscono a lui formando il primo nucleo degli Eremiti di San Francesco d’Assisi, che poi saranno i Frati Minimi. Con l’aiuto del popolo costruisce la prima Casa, rimanendo per umiltà frate laico. Il ragazzo Francesco Forgione, nato povero,sente naturaliter la chiamata alla regola dell’Assisiate ed entra in un convento cappuccino col nome di Fra Pio ed è ordinato sacerdote. Il suo corpo è ben presto aggredito da malanni che non l’abbandoneranno più; il suo regime alimentare ordinario richiama la penitenza quaresimale del Santo di Paola. La grotta calabrese è la cella garganica. Uguale la devozione alla Madonna e all’Arcangelo Michele, l’altissimo messaggero della Charitas che unisce i due santi quotidianamente. San Francesco raccomandava la devozione alle cinque piaghe, che Padre Pio portò visibili nel suo corpo per mezzo secolo. Ambedue meravigliarono la terra d’elezione: San Francesco con miracoli straordinari come quello del passaggio dello Stretto di Messina sul suo mantello, una soluzione attualissima che metterebbe d’accordo tutti ad eccezione degli uomini d’affari; Padre Pio trasformando un deserto di pietra in un formidabile centro di cura del corpo e dello spirito. Difesero i diseredati della dignità umana l’uno con memorabili invettive contro i signorotti e i principi, l’altro con la parola e attivando posti di lavoro. La loro popolarità ha due origini diverse: l’uno attraversò a piedi scalzi le strade del prossimo; l’altro restò nel suo convento per 52 anni. Si pensi al viaggio verso la Francia del 1483, impostogli da Papa Sisto IV, per volere di Luigi XI, alla sua permanenza nella corte nella più totale rinuncia e alle folle che accorrevano. Folle che continuano a salire su per i gradoni del Promontorio garganico. Un altro ideale li accomunava: la famiglia. La volevano serena numerosa, in armonia con gli insegnamenti di Gesù. Due uomini di preghiera assidua necessaria come l’ossigeno; due uomini che in epoche di trionfante raziocinio colsero la maestà di Dio con l’estasi, col trasfondersi nella Luce suprema. Spesso si è parlato di loro come di due attardati taumaturghi medievali, di campioni di un modo di vivere la fede tipico del Sud. Si è parlato a torto, si è usato il solito luogo comune dei superficiali. Che cosa rende unici, senza tempo e quindi attualissimi questi due protagonisti del sentire cristiano? Per ritrovare se stessi, per imporsi a se stessi, per attuare la liberazione assoluta, bisogna rinunciare a tutto per il prossimo: essere gli umiliati della carità, dove il termine umiliati richiama il suo etimo humus. Il motto dei Frati Minimi è Charitas; sulla facciata di Casa Sollievo vi è la laude francescana della Caritate. Chi si spoglia di tutto, ha tutto, perché ha la piena dignità di creatura. Ecco perché San Francesco di Paola poteva parlare con fierezza contro gli oppressori, scardinare i loro convincimenti di potenza e di violenza; ecco perché la realtà crocifissa di Padre Pio mandava in crisi i responsabili del convivere civile. Il mondo si salva abbandonando la brama mercificante. Padre Pio ha rivissuto l’ideale che fu di Francesco di Paola e del loro padre comune il serafico Francesco d’Assisi. Liberare l’opulenza dal suo carico di violenza. Giovanni Scarale 40


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

SAN FRANCESCO DI PAOLA E SAN PADRE PIO DA PIETRELCINA.

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Studiare i santi, scrutare la loro ansia d’Infinito, tentare di sollevare i veli del mistero che li avvolge, il più delle volte esprime una dolce, recondita nostalgia d’Assoluto, un inconsapevole desiderio di santità. E se la santità, tra l’altro, significa incarnare, per quanto è possibile a creatura umana, la perfezione evangelica, non contiene anche l’anelito di trasfondere in altri tale desiderio? In un momento in cui molti, malati di angoscia, lamentano una insoddisfazione interiore, un vuoto esistenziale, una vita priva di significato, quest’evento diventa una proposta: riscoprire il bisogno metafisico dell’essere umano, così ben individuato e soddisfatto dai “Due Santi a Confronto”: San Pio da Pietrelcina e San Francesco di Paola. L’unica fonte di santità è Dio. Ma per giungere alla Fonte e placare la sete di eternità che lo tormenta, lo spirito viator deve percorrere una via “stretta”, lunga, difficile, disseminata di ostacoli, in cui corre il rischio di smarrirsi, di cadere. Una via che solo i santi, cioè coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione (Ap. 9,14), avendola già battuta, possono indicare. San Pio da Pietrelcina, immagine vivente di Cristo, dopo averla percorsa ne è divenuto segno, punto di riferimento e perciò itinerario che conduce a Dio. San Francesco di Paola, dopo 500 anni, è rimasto segno tangibile di chi ha percorso la stessa strada scegliendo la libertà, la giustizia e la carità, come qualità della vita proposta da Gesù Cristo, penetrandola nel pragmatismo dell’agire per comunicare ancora al mondo contemporaneo la dignità e la sacralità dell’uomo. In queste pagine li seguiremo in tutte le loro tappe, dall’infanzia al beato transito, nell’evoluzione ascetica che sconfinerà nella più alta mistica, cercando di penetrare, in punta di piedi e per quanto ci sarà consentito dalla Grazia, gli arcani misteri di due anime immense. In genere, la scoperta di un uomo e della sua risposta ai doni trascendenti che lo Spirito effonde può e deve aiutare a vivere la santità cristiana cui sono chiamati “i figli della luce”. Posto l’assunto che la conoscenza genere l’ammirazione, l’ammirazione la devozione e la devozione l’imitazione, anch’io mi auguro, insieme a tutti i sacerdoti della città di Castrovillari - grati alla Pro Loco e all’Amministrazione Comunale, in particolare al Dott. Gerardo Bonifati e alla Prof.ssa Anna De Gaio – che la celebrazione di quest’evento con le sue belle ed armoniche iniziative, con la lettura di questo sussidio, porti tutta la nostra gente a puntare lo sguardo con fede verso la realtà escatologica. Si incammini spedita su questa via, bagnata dalla sofferenza di chi ci ha già preceduto, ma altresì cosparsa da tanto amore. Don Nicola Arcuri

41


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Il cammino di Padre Pio mostra fotografica del Santo di Pietrelcina di Elia Stelluto

42


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

ELIA STELLUTO

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

Negli anni quaranta frequentavo molto il convento di S.Giovanni Rotondo ero ragazzo e andavo spesso dai frati, sia per servire la S.Messa che per mangiare qualcosa, erano tempi duri e i frati ci aiutavano. Non potrò mai dimenticare P. Agostino da S. Marco in Lamis (il Padre spirituale di P. Pio n.d.r.) che sembrava burbero ma in realtà con noi ragazzi era tanto dolce. La prima cosa che ci insegnò fu la dottrina cristiana. Durante questi momenti ho conosciuto Padre Pio. Un giorno dopo aver servito la messa andammo in giro per il convento, ma non c’era niente da mangiare, neanche per i Padri cappuccini, era una giornata nera. Andammo verso il paese (era primavera e i mandorli già davano i frutti), ci fermammo poco lontano dal convento vicino a una bacheca dove c’era l’immagine di P. Pio e ci mettemmo a mangiare le mandorle fresche. Ad un certo momento uscì una signora che ci rimproverò perché avevamo rubato le mandorle ancora amare. Io risposi che non stavamo rubando ma mangiando. Tanta era la fame che non c’eravamo resi conto del sapore. Allora la signora ci invitò a scendere gli scalini verso il piano sottostante. Timidi e impauriti ci preoccupammo: pensavamo che la signora chiamasse i carabinieri o ci desse delle botte. Invece fu tanto gentile e ci offrì un pezzo di pane con un po’ di zucchero. Guardandoci intorno scoprimmo che quella non era una casa ma un negozio (il primo negozio di souvenir dedicato a P.Pio, n.d.r.). Abresh il titolare,aveva delle foto bagnate da fare asciugare sul tavolo. La signora disse a me personalmente: “Cosa fai durante il giorno” risposi “vagabondo per il paese”. Purtroppo a causa della guerra, le scuole servivano ad accogliere gli sfollati di Foggia duramente bombardata dagli alleati. Allora la signora mi chiese se ero disponibile a comprare qualcosa per suo conto nelle case private perché non c’erano negozi a S. Giovanni Rotondo e la casa degli Abresh era distante tre chilometri dal paese al quale era collegata da una mulattiera. Fu così che cominciai a frequentare casa Abresh e ad appassionarmi all’arte della fotografia. Poco tempo dopo comprai una modesta macchina fotografica con la quale cominciai a scattare foto a P. Pio nel convento, cosa tassativamente proibita a tutti i fotografi professionisti, compreso il mio maestro Abresh. Quando P. Pio mi vide per la prima volta con la macchina fotografica mi chiese: “Guagliò, chev’è chella macchina” (“ragazzo cosa è quell’aggeggio). Gli risposi che era una macchina fotografica e subito cominciai a scattargli le prime foto e dopo averle sviluppate e stampate, il giorno dopo le mostrai a P. Pio, il quale mi disse apertamente che alcune di esse non gli piacevano. Il mio maestro Abresh era invece contentissimo del fatto, perché le foto erano bellissime. Da allora tutti i giorni andavo al convento e scattavo tante foto, giocando con la macchina fotografica che lo stesso P. Pio prendeva spesso in mano per osservarla. Io ero un adolescente ed Abresh era contento in quanto riusciva ad arricchire, tramite le foto che io scattavo, il suo archivio fotografico.

a

c o n f r o n t o

43


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Casa natia a Pietrelcina.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Padre Pio da giovane. Padre Pio da giovane con le stimmate, ricevute il 20 settembre 1918.

Antico convento di S. Giovanni Rotondo.

44


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Padre Pio incontra i figli spirituali.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Elia Stelluto avvisa Padre Pio che stava per scattare una foto col flash. Padre Pio benedice una statuetta della Madonna di Fatima.

Padre Pio benedice una Corona del Rosario.

45


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Padre Pio con alcuni giocatori del Foggia.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Padre Pio ammalato, 1959. Padre Pio celebra la messa nell’inaugurazione della Casa Sollievo della Sofferenza (1956).

Padre Pio benedice l’assemblea.

46


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Inaugurazione della Casa Sollievo della Sofferenza.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Inaugurazione della Casa Sollievo della Sofferenza. Inaugurazione della Casa Sollievo della Sofferenza.

Padre Pio dialoga con i bambini.

47


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Nel decennale della Casa Sollievo un figlio spirituale dialoga con P. Pio (1966).

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Padre Pio si reca al seggio elettorale. Padre Pio al seggio elettorale.

Padre Pio recita il Rosario sul matroneo.

48


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

Padre Pio celebra la Messa insieme con gli ammalati nella Casa Sollievo della Sofferenza.

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Padre Pio benedice un reparto della Casa Sollievo.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Panoramica della Casa Sollievo nel decennale dell’inaugurazione (1966).

Il Cardinale Lercaro celebra la Messa in occasione del decennale della Casa Sollievo (1966).

49


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Padre Pio recita il Rosario nella veranda.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Padre Pio confessa gli uomini. Padre Pio confessa le donne.

Padre Pio confessa un bambino.

50


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Elia Stelluto riesce a far posare Padre Pio in veranda.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Padre Pio benedice P. Antonio Gambale prima della sua missione in Africa. Padre Pio con Aldo Moro.

Padre Pio con l’attore Carlo Campanini.

51


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

I Vescovi di varie nazioni visitano P. Pio durante il Concilio Vaticano II.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

I Vescovi di varie nazioni visitano P. Pio durante il Concilio Vaticano II. Padre Pio alla Festa dei Carabinieri (5 giugno 1962).

Padre Pio a colloquio con la nipote Pia Forgione.

52


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Padre Pio riceve la corrispondenza.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Padre Pio legge ai presenti un pensiero scritto per un battesimo (anni ‘50). I volti di Padre Pio.

I volti di Padre Pio.

53


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Padre Pio si ritira nella sua stanza.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Un fedele offre alcune mentine a P. Pio. Padre Pio impartisce la prima comunione a tre ragazzi nella sua ultima messa (22 settembre 1968). Padre Pio impartisce la prima comunione a tre ragazzi nella sua ultima messa (22 settembre 1968).

54


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

Padre Pio dona la sua benedizione alla fine della sua ultima messa (22 settembre 1968).

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Padre Pio dona la sua benedizione alla fine della sua ultima messa (22 settembre 1968).

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

I volti di Padre Pio.

Padre Pio e Francesco Morcaldi, sindaco di San Giovanni Rotondo.

55


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Padre Pio dialoga con un bambino.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Padre Pio benedice una statua di GesÚ Bambino. Padre Pio celebra la Messa nell’anniversario della sua ordinazione (10 agosto 1968) quaranta giorni prima della sua morte. Padre Pio riceve un suo figlio spirituale.

56


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

Padre Pio dopo aver benedetto l’assemblea viene colto da un collasso.

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Padre Pio dopo aver benedetto l’assemblea viene colto da un collasso. Padre Pio celebra l’ultima messa (22 settembre 1968).

57


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Il corteo funebre.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Il corteo funebre. La morte di Padre Pio.

Il corteo funebre nel centro storico di San Giovanni Rotondo.

58


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

San Giovanni Rotondo, 2 maggio 1999.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Il Santo Padre Giovanni Paolo II in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo. San Giovanni Rotondo, 2 maggio 1999.

Roma, Piazza San Pietro, 16 giugno 2002.

59


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

Roma, Piazza San Pietro, 16 giugno 2002.

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

San Giovanni Rotondo, 16 giugno 2002 Roma, Piazza San Pietro, 16 giugno 2002.

60

San Giovanni Rotondo, 16 giugno 2002.

Reliquia di San Padre Pio da Pietrelcina venerata nella Chiesa di San Pietro di Fiesso Castenaso Bologna.


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

La vita di San Francesco di Paola

nelle illustrazioni del Perrimezzi a cura di Gianluigi Trombetti

61


d u e

62

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

LE 120 TAVOLE TRATTE DALLA VITA DI S. FRANCESCO DA MONS. GIUSEPPE M. PERRIMEZZI

DI

a

c o n f r o n t o

PAOLA

SCRITTA

La prima edizione della sua “ Vita di San Francesco di Paola, fondatore dell’Ordine dei Minimi” venne scritta da Giuseppe Maria Perrimezzi, dello stesso Ordine e poi Vescovo di Ravello e Scala nel 1719. Sin da allora questa biografia è stata considerata tra le più complete , una vera miniera di notizie storiche che attraverso un apparato critico e rigoroso ha permesso di risolvere i punti più controversi della vita del Santo Taumaturgo Calabrese. Certo lo stile in cui era stata compilata non era scevro da ampollosità e barocchismi tipici, però, del tempo e dello scrivere di un prelato che con il suo dire tendeva alla glorificazione e maggiore conoscenza della vita, delle opere e dei miracoli del Grande Fondatore dell’Ordine dei Minimi. Questa prima edizione in italiano faceva seguito a una più antica biografia in latino che lo stesso Perrimezzi aveva pubblicato a Roma nel 1707. Edizione mai più ripetuta. Nel corso dell’Ottocento furono diverse le riedizioni della versione del 1719 e quella di cui presentiamo le tavole illustrative, ben 120, è precisamente quella del 1841, in due volumi, editi a Napoli per i tipi della ”Reale Tipografia della Guerra”, curati da Luigi Baccigalupi. Come si diceva ben 120 tavole disegnate e incise da diversi autori: Morelli, Molino, Duglia, Mariani, Sardi, Riccio e in massima parte da un certo Recchia, che risulta disegnatore e incisore, secondo le ormai sperimentate tecniche di stampa che facevano della Capitale del Regno delle Due Sicilie, uno dei mercati librari più attivi e conosciuti d’ Italia. Esse mostrano un tratto semplice ed accattivante che ben riflette i vari episodi della vita del Santo, rappresentata in maniera completa anche negli episodi che sono da ritenersi più marginali. Significative per noi abitanti dell’area del Pollino, sono le due tavole che illustrano il miracolo delle impronte che il Paolano lasciò su Monte Sant’Angelo, posto tra Castrovillari e Morano, all’atto di benedire la Calabria durante il viaggio che lo portò alla corte di Luigi XI di Francia e il recupero della pietra da parte di un monaco dell’Ordine, che, stranamente, è del tutto simile, nelle fattezze, al Santo. Queste orme sono oggi custodite metà a Roma e metà a Morano nella chiesa della Maddalena. Gianluigi Trombetti


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

63


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

S. Francesco di Paola. Effige ritratta dall’originale che si trova nel Vaticano.

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Veduta del Monastero di Paola.

Voti che si fanno da’genitori del nostro Santo a ragion di una malsania di occhi che grandemente trafiggevalo.

64

d u e

Dice i piĂš aspri rimproveri a taluni che recitavan la prece del SS. Rosario seduti e col capo scoperto.


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

E’ veduto estatico in una Cappella della sua Chiesa quando dovea in vece essere in cucina a dispor le imbandigioni, le quali non però di meno bellamente apprestate trovaronsi.

Arrivo al Monastero di San Marco ove il Paolano vestì le lane sacrifiche del Santo di Assisi.

Con un mucchio di incesi carboni che prende con le ignude mani induce un oltramontano ad aggiustar fede ai suoi veridici detti.

Conferenza che egli tiene co PP. Cassinesi circa il suo divisamento di voler ridursi in solitudine.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Adorazione che fa il santo di conserva coi genitori al limitare della stanza di S. Francesco d’Assisi.

65


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

S. Francesco di Paola predica alle genti accorse nella grotta per ammirarlo.

66

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Apparizione dell’Eterno Padre a S. Francesco di Paola.

S. Francesco d’Assisi apparisce al Santo di Paola e segna col bastone la pianta della Chiesa.

S. Francesco di Paola fa miracolosamente alzare e trasportare da un operajo una pietra di enorme peso.

Fa addurre a tal Giovanni della Rocca due pesantissime travi, una su gli omeri, l’altra sotto il braccio.


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Entra impavido in una ardente fornace di calcina che era lĂŹ lĂŹ per ruinare, e rafferma le pietre, ed ammorza le fiamme.

Cavallo senza guida che adduce a Francesco due sacchi di bianco e caldo pane per satisfare la fame degli Operai.

I discepoli istantemente pregano Francesco per avere le regole dell’Ordine.

Un Angelo dal Cielo reca al Santo da Paola il Cappuccio.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Estasi di Francesco di cui il capo vedesi circondato di tre folgoreggiante Corone.

67


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

L’Arcangelo Michele presenta a Francesco uno splendente scudo su cui è scritto Charitas.

68

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Il Santo da Paola fa che torni miracolosamente in vita Niccolò figlio di sua sorella Brigida.

Il santo fa uscir vivo da fornace ardente di calcina un suo agnellino mangiato da taluni operai.

Il Paolano mercè di alcune frutta restituisce incontinente a perfetta sanità Polissena Marchesa di Geraci.

Convince di furto un suo operaio invitandolo a tuffare le braccia in una caldaia di bucato bollente.


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Inalzasi con la mente a Dio, mentre frigge alcuni pesci, i quali sebbene abbrustolati, pure, con le sue mani che mette nell’olio bollente li piglia ben cotti e senza danno.

Lanciasi impavido entro le fiamme, e con atto di potestà sovrumana l’estingue incontinente.

Conforta Francesco di soavi speranze il genitore presso all’ultima dipartita.

Perviene Francesco in Paterno, ed onorevole incontro riceve da quella gente.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Inteso Francesco in una valle al travaglio, gli cade addosso dall’alto della collina un carro da portar legna, per forma che, buttatolo a terra, gli sloga tutte le coste e semivivo il lascia su di quel suolo.

69


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

Ad argomento di innumerevoli guarigioni dispensa il Paolano ingente quantità di frutta miracolosamente da lui ritrovate.

70

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Arresta nel nome dell’Onnipotente uno smisurato sasso, la caduta di cui a molti arrecava irreparabil morte.

Era lì lì per ruinare giu una muraglia, e nel nome glorioso di Gesù sì la fermò il Paolano che per lunga stagione rimase in quella postura.

Al cader d’abbondosa pioggia, mentre tutti fuggono, egli solo non si move puntoi e di tanta acqua neppure una goccia videsi caduta su le vestimenta.

Niun fonte essendo, con cui ammorzar potessero gli operai l’ardente sete, con un colpo di bastone ne provvide abbondevolmente Francesco da Paola.


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Comanda ad uno smisurato sasso, che si scosta, e pronto quello ubbidisce al cenno di Lui.

A torre dall’altrui animo un mal concepito sdegno, fa crescere Francesco bellamente, ed in un attimo sette piante di castagne.

richiama dall’eterno sonno di morte un tal Giovanni di Torre, cui un gran tralcio di castagno avea spento le aure di vita.

Sana al postutto Angiola da Figlino con spedirle alcune fragole, che coglie a piè d’una quercia nella brunale stagione.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Forma il Paolano con lo sputo angelico volto da mostruoso pezzo di carne, che appiccato a simmetrico corpicciuolo erasi dato alla luce da mobilissima donna di Paterno.

71


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

Risana Francesco con una mela un fanciullo, cui si erano gravamente enfiati gli occhi ed il viso.

72

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Unge con l’olio di una lampana la pesta mano di Giovanni della Porta, cui tosto rende sana ed atta agli usitati lavori.

Con uno strumento da lavorare fa racquistare la salute a Domenico detto Minico da Paterno.

Tagliassi con un fendente il piede un legnaiolo, e Francesco applicandovi dell’erba saldò la piaga ed il fè spedito al consueto cammino.

Fa sparire il Paolano ogni cicatrice dal capo di Bernardino di Florio, che era stato segno a contusioni, e ad ammaccature.


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Con un bagno di acqua tiepida risana il Paolano il braccio di Antonio d’Alessio suo congiunto, cui ostinata enfiagione apportava indicibile sommo dolore.

Travagliate eran due femmine dalle scrofole orribilmente; ed il Santo da Paola sol il toccandovi disperse quella cagion morbosa.

Un Casentino racquista il ben dell’intelletto mercè di Francesco, sendo vana tornata ogni cura igienica.

Il Santo arresta l’incendio di una selva e salva i suoi legnami a questa vicini.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Invia una candela di bianca cera a giovinetta, che travagliata veniva da atroci dolori di parto, e tosto quella da in luce leggiadro e vezzoso bimbo.

73


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

Il Paolano fa ad un tratto inverminire la carne portata da un Secolare al suo refettorio.

74

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Ripiegato il pio Paolano a misericordia rende libero un villico dal diabolico invasamento.

Fa cenno ad una pianta di moro, che si dividesse per mezzo, con che attuta gli adirati animi di due nobili germani.

Sovrumana virtĂš del Santo di Paola nel soffrire e domare la insolenza del principe delle tenebre.

Con volto sereno tollera Francesco che due demoni si fan bersaglio dell’innocente suo corpo.


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Ritrae in nulla offeso da calcinosa voragine un suo fraticello, ed alcuni giovinastri ivi miseramente caduti per divina disposizione.

Fassi il pio Paolano a riconfortare un idropico; e non si tosto il segna di croce che sano lo rende nel corpo e migliore nel cuore.

Fa tornare a coscienza e ravvedimento una iniqua maliarda con averle discoperte le occulte sue ribalderie.

I seguaci di Maometto invano cercano di dar l’assalto al monistero di Corigliano, chè a sua difesa vegliava dall’alto il Santo Paolano.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Predizione di Francesco nel gittare le fondamenta del suo Monistero in Corigliano.

75


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

Patrocinio di Francesco del suo monistero in Corigliano con liberarlo dall’invasione de Turchi.

76

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Dona tre fichi a Giovanni Magrino, cui predice improvviso incendio (come al postutto avverassi) tosto che divisi quei venissero.

Mirabile portento! Comandava Francesco ad un rivoletto di seguire la traccia segnata dal suo bastone ed il rivoletto ubbidiente il seguiva.

Assicura il ben della vista a suo professo che ciechi ed in pericolo evidente di perderla affatto.

Rende al pristino stato una paralitica con imporle che ne gisse a portar pietre per la sua fabbrica.


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Egli lo vide da lungi l’uomo tormentato dalla paralisìa, lo vide ed il risanò.

Fa uscire miracolosamente dagli orecchi di Giovanni Cadurio puzzolente verme per rimettergli in sesto il senno smarrito.

Valica l’onde del fortunoso Faro di Messina sovra d’un logoro di molto rattoppato mantello.

Il cadavere d’uno impiccato ritrova sua vita nelle braccia del buon Francesco.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Con un pane, che tragge fuora di bisaccia satolla una folta di persone, che seco viaggiavano.

77


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

Fa sopra dell’acqua salsa il segno della Croce, e tantosto quella dolce si trova, ed acconcia al palato.

78

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Attacca alle corna di due giovenchi una scritta; di poi senz’altro da Milazzo alla volta di Palermo gli spedisce.

I torelli al cenno di Lui passano a nuoto il mare, e pervenuti al monistero inginocchio si presentano al Superiore con lo scritto in testa.

A meglio, che a trecento persone in un giorno solo apporta spediente acconcio, e secondo la bisogna.

All’ombra di una cuercia rincora, e sana rende la mano a Roberto di Borgo.


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Il Paolano torna in salute Gregorio – Massa affetto da 17 anni da una piaga cancrenosa.

Il Paolano fa dono di quattro candelette di cera a Pierangelo da Nicastro, che datone una alla moglie costei si trovò sceverata da invecchiato malore.

Due corvi cavano gli occhi ad un caparbio Romito spregiatore di Francesco che ricusò ammetterlo nel suo ordine.

Un grosso becco, il demonio si tragge seco nell’oceano lo sciagurato, cipria cavò gli occhi dall’orbita.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Il Paolano risana un prete da una piaga che avea nel naso.

79


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

Francesco con due pani, ed un boccaletto di vino diede lautissimo pasto a molti rigunati nel refettorio.

80

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Dona al Conte d’Arena e ai suoi delle candele benedette impromettendo loro prosperità di ovento.

Il Paolano cavassi di bocca un dente molare, e donollo per ricordo a Brigida sua sorella.

Una straniera di male affare spacciandosi per Dama volle baciare le reliquie di Francesco, ma il dente si franse, ed essa si convertĂŹ.

Parte il Paolano e per ricordo lascia un miracoloso pane a Paolo della Porta.


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Il Paolano messosi nell’alto di un monte benedisse i campi delle Calabrie.

Un religioso del suo ordine toglie dal monte la venerata pietra, ove rimasero le piante del Paolano impresse.

Ad argomento di sua memoria il Paolano dipinge la sua immagine su d’una porta.

Impromette numerosa discendenza, dipoi, con un pomo rende la smarrita sanitĂ .

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Comanda al suo asinello che restituisca i ferri allo scortese artigiano.

81


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

E’ ricevuto in Salerno dall’Inviato di Francia e da due nobili Napoletani_Vaticinio d’una casa appartenente al suo istituto.

82

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Ferdinando il Cattolico, il Baronaggio Napoletano, il Sindaco una col popolo rendono onore alla virtù e Santità di Francesco da Paola.

La Regina Isabella e l’Infante sua figliuola nel Castello-nuovo prestano omaggio al Santo Paolano.

E’ veduto dal Re Ferdinando in estasi, mentre Iddio dolcemente lo accarezzava con angelica melodia.

Ad istanza di Francesco, che avea data la vita a’ morti pesci il Re concede la libertà ai detenuti nelle prigioni.


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Un paggio da parte del Re gli presenta alcuni pesci fritti, ed egli col segno di Croce fa ritornarli vivi e guizzanti.

Vedi maraviglia! Parla Francesco e tosto una botte vuota è ripiena di vino.

Il Paolano ricusa un bacino pieno di monete d’oro, e d’argento offertogli dal Re Ferdinando per far prova di sua virtù.

Promette ad una madre la guarigione di sua figlia dal mal di S. Lazzaro tosto che restituita avesse la fama ingiustamente tolta a suo marito.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Per ordine sovrano fassi un pittore, che nol consentiva il Santo, a ritrarre le di lui fattezze per le fissure di sua stanza.

83


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

E’ accolto dal Sommo Pontefice Sisto, che benignamente abbracciollo e gl’impresse nella fronte il bacio di pace.

84

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Predice il Papato a Lion X, essendo questi fanciullo di anni 7.

Il Papa Sisto impartisce la pontificia benedizione al Santo da Paola e suoi compagni nel dipartirsi da Roma.

Al suon delle parole di Francesco si spalancano le porte di Borme, ritrovate chiuse a ragion di contagioso malore.

Si porta al Lazzaretto e benedicendo gli appestati, fa che avesse fine il contagioso infestamento.


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Assalito dalla divota avidità de’ Dormesi gli vien tagliato l’abito il quale (vedi maraviglia!) si rattrova del postutto integro.

Nel montare Francesco sulla Galea per andare a Roma, il Re inginocchio gli bacia l’abito, e da lui si divide con espressione di tenerezza e di dolore.

Fastoso ricevimento con cui è onorato dal Delfino di Francia presso il fiume Loira.

Con decorosa e maestevol pompa è accolto da Luigi XI non altrimenti qua legato a latere del Papa.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Incagliata la galea in un banco d’arena appo la foce del Tevere, la spinge colle spalle il Paolano, e la rimette in mare.

85


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

Vita che visse nell’antro del Real Palagio di Tours.

86

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Irrefragabile santità di Francesco superiore ad ogni umana lusinga.

Morte di Luigi XI, a cui lietamente apparecchiollo il Santo Paolano.

Carlo VIII fa’ dono al Paolano del Monistero d’Ambuosa da lui eretto in memoria d’aver ivi ricevuto il Santo.

Il Santo per lunga pezza s’intertiene con Luigi XII in dimestici e spirituali ragionamenti.


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

Illuminato dallo Spirito Santo scrive le regole per lo suo Istituto, e quelle per le persone secolari.

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Ad esempio del Redentore pria di morire lavar vuole a dodici suoi religiosi i piedi.

Di anni 91 in venerdi di Parasceve dell’anno 1507 rende Francesco da Paola lo spirito al suo Creatore.

87


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Iubilaeum Figurarum

San Francesco di Paola acquerelli di Giacomo Vercillo

88


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

ACQUERELLI

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Dalle pagine ingiallite di un antico libro dedicato alla vita di San Francesco di Paola, il maestro Giacomo Vercillo estrapola le immagini che Lo raccontano nei suoi momenti più significativi e suggestivi così da dare nuova vita alle stesse ma soprattutto regalandole ad un pubblico più numeroso, un pubblico che spesso della vita del Santo conosce solo gli episodi più noti, un pubblico che così diventa partecipe di quello che è stato un evento storico e religioso del quale, spesso, ha solo passivamente colto gli echi fastosi. Gli episodi sono riproposti al pubblico con un raffinato uso del colore, velato e sfumato così da creare effetti suggestivi, in una atmosfera pacata e rasserenante. Il colore è fluido, trasparente, etereo.. .perciò l’uso della tecnica dell’acquerello, tra le più complesse ma dalla resa finale più affascinante, la scelta sicuramente più difficile ma anche quella più giusta per la tematica prescelta. Eleganti e suggestivi acquerelli nascono, così, dall’abilità artistica del maestro Vercillo e quelle stesse immagini pubblicate sul libro che per caso il maestro Vercillo si è trovato tra le mani, o forse non proprio per caso ma per “disegno divino” diventano immagini “nuove” immagini che si vestono di nuova forza e rinnovato vigore, immagini che ridanno emozione così come può fare una foto facendo rivivere un ricordo ormai lontano. Con la “rivisitazione” di immagini già edite che il maestro Vercillo ci propone siamo dinnanzi a quello che nel linguaggio specifico dell’arte contemporanea è definita “Cover”; di cover siamo più abituati a sentirne parlare come “rielaborazione” di un brano musicale famoso, in realtà il termine è ormai consueto anche in ambito pittorico, così si parla di “cover” come “re-interpretazione” di famose opere d’arte del passato. E’ però opportuno riflettere che la novità è solo nell’uso lessicale, quindi nel termine ‘cover’ ma non nell’essenza di una tecnica già da svariato tempo esistente, quella della reinterpretazione, infatti, annovera già dai tempi della pop art grandi nomi, come non ricordare le “reinterpretazioni” che Andy Warhol che operò su medesimi soggetti e oggetti, o la “reinterpretazione” della Monnalisa ad opera di Duchamp, la stessa Monnalisa è stata più volte oggetto di cover, ricordiamo famosi spots pubblicitari...; Interrogarsi sul perchè di una tecnica che appare impersonale sembra automatico, e pure a chi si chiede che senso abbia rielaborare qualcosa di già esistente si possono dare infinite spiegazioni: il “reinterpretare” un’immagine è un atto che implica la capacità di cogliere le mille sfaccettature che la stessa identica cosa può avere, cogliere quel senso effimero, fugace, e pur pregnante, della relatività di ogni cosa ed ogni essere, implica la curiosità e la capacità di cogliere l’essenza di una immagine per poi rielaborarla e ricostruirla in modo del tutto personale ed unico, innalzarla ad “idea” di un concetto che si toglie il peso del concreto per assurgere ad ideale astratto. In fondo ognuno di noi opera quotidianamente delle “cover” magari inconsapevolmente ma lo fa...lo fa usando il codice più naturale ed immediato: quello della parola, verbalmente nel momento stesso in cui si esprime un giudizio, un’opinione, in effetti si effettua una in-terpretazione personale, e quanto più il giudizio è supportato da una intelligenza creativa e dinamica, capace di utilizzare diversi codici e linguaggi tanto più si può parlare di re-interpretazione; un artista adopera, per esprimere una personale interpretazione, il suo linguaggio specifico e cioè la pittura, in questo modo è già ad un livello superiore, quello della re-intrpretazione. E’ così che dietro alla cover di un’opera già nota possiamo leggere il personale punto di vista del pittore, la sua capacità di adottare uno schema già esistente per poi renderlo nuovamente unico ed irripetibile,così come la natura inventa e crea mille fiori uguali ma mai identici, mille esseri umani simili e pur diversi, è tutto un abilissimo gioco che presuppone, però, una profonda capacità di dominare l’oggetto, l’idea, il messaggio sul quale operare il proprio intervento artistico. Altra importante riflessione deve nascere dall’analisi della scelta dell’opera che il pittore decide di re-interpretare, dobbiamo cogliere, nella scelta operata, le finalità poichè è evidente che la ricerca del soggetto è nata sicuramente dall’intento dell’artista che potrebbe essere quella di “provocare’; di “rivalutare’; di “pubblicizzare”...nel caso del maestro Vercillo la finalità è sicuramente quella della “diffusione”: fare, cioè, in modo che in tanti possano cogliere attraverso il linguaggio nuovo l’antica grandezza del Santo. La mostra, itinerante dall’anno 2000, anno del Giubileo, è perciò testimonianza non solo di una innegabile capacità artistica, della quale tra l’altro il maestro Vercillo ci ha dato più volte la prova, ma anche di una profonda spiritualità e religiosità del maestro stesso,di una grandezza artistica e umana, là dove il messaggio religioso parla di un messaggio da estendere, un messaggio da amplificare in ogni modo, con ogni linguaggio e in ogni forma in modo che tutti possano cogliere la suggestione e il carisma di un evento che smuova realmente gli animi e la collettività. Paola Posteraro 89


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

Uomo ridato alla vita a Milazzo.

90

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Dona da mangiare ad un mendicante.

Le pietre del miracolo.

Le impronte.

Richiama alla ragione un uomo.


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Richiama in vita Martinello.

Incontro con un altro frate.

Invita una malata ad avere fede.

Ogni contrada che il Santo attraversa beneficia del suo potere taumaturgico.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Incontra due viandanti.

91


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Ritorno a Paterno del bue.

92

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Il bimbo deforme.

Negli occhi spenti di due ciechi torna la luce.

Francesco e i suoi fedeli.

A Paterno.


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

La cucchiarella.

Francesco a Napoli.

La morte del Re.

Pianta “Le sette castagne�.

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Francesco in estasi.

93


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

L’architrave di Paterno.

94

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

La traversata dello stretto.

Francesco e i suoi fedeli.

Allegerisce due tronchi ad un operaio.

Il miracolo della canna.


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Saluta la Calabria.

Il dente molare alla sorella Brigida.

Lava i piedi ai suoi frati.

La morte del Padre.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Giacomo Vercillo, miracolo di San Francesco.

95


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Collettiva d’arte

a cura di Enzo Bruno e Giuseppe Iazzolino presentazione di Francesco Di Vasto

allestimento mostra di Carmine Zicari

96

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

DA FRANCESCO DI PAOLA A PADRE PIO

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

La figura di San Francesco di Paola (ivi 1416 - Tours 1507) riemerge in tutta la sua complessità dalle celebrazioni per il quinto centenario della sua morte (1507-2007). Nel febbraio del 1483, durante il suo viaggio dalla Calabria a Parigi per recarsi dal re Luigi XI, che lo attendeva con impazienza perché infermo, il santo faceva sosta a Napoli, dove veniva accolto alla corte aragonese. La tradizione secondo la quale San Francesco sarebbe stato ospitato da re Ferrante nel Castelnuovo di Napoli, in una delle sale più belle per eleganza d’apparati, quale si presenta quella della volta stellare, di stile catalano-aragonese, perde di credibilità. Non dimentichiamo che ci troviamo di fronte alla personalità di un santo incline per fama al raccoglimento in una modestissima cella piuttosto che in una reggia, oltremodo sontuosa. I biografi lo ricordano intrepido e autorevole, temerario di fronte alla maestà di Ferrante: - Ecco il sangue dei tuoi sudditi, che grida vendetta al cospetto di Dio! Il sovrano aragonese sarebbe rimasto atterrito alla vista delle gocce di sangue, stillanti da una moneta d’oro spezzata dal frate. Qui, nella chiesa di Santa Barbara in Castelnuovo, per una scaletta a chiocciola, si sale alla cappella di San Francesco, portata a termine nel XVII secolo. Essa comportò discutibili trasformazioni, specie per quanto attiene alla volta lignea quattrocentesca, espressione della corrente artistica del momento, in auge a Napoli perché favorita dalla casa d’Aragona. Il grandioso convento con la sua chiesa, fondato nella capitale partenopea in pieno Rinascimento nel 1483, si deve alla magnanimità di Ferrante. Di poco posteriori sono quelli di Trinità dei Monti a Roma (1494), dove nel 1483 fu accolto da papa Sisto IV, e di Genova (1487), sorti anch’essi, per quanto si dice, in luoghi indicati dal santo. In Sicilia, il convento di Milazzo fu fondato nel 1464. In Calabria, il convento di Paola, sorto nella selvosa gola del torrente Isca, sulla piccola chiesa fondata dal santo nel 1435, fu ultimato sotto Alfonso Il Magnanimo nel 1446. Qui, l’ardito ponte, che scavalca il torrente con un ampio arco, sostiene parte dell’edificio con il suo bel chiostro, improntato a leggiadria; qui, nel santuario, si custodiscono alcune testimonianze della vita miracolosa di Francesco, che opera all’insegna della charitas. Dopo quello paolano, sono da ricordare i conventi di Paterno (1444), di Spezzano della Sila (1453) e di Corigliano (1458), realizzati sotto lo stesso cattolicissimo monarca. Il chiostro del convento di Corigliano ricordo che si apriva al mio sguardo, nella sua sobrietà di stile, dalla finestra della scuola dove insegnavo alla fine degli anni Settanta. A Corigliano, per la venuta di Francesco, era stata apparecchiata ospitalità principesca, nel proprio palazzo, da Bernardino Sanseverino, all’epoca solo conte di Chiaromonte. Anche qui le magnifiche stanze si rivelarono inadatte all’indole del frate, umile e solitario, tanto che egli non volle rimanervi un solo giorno, preferendo dimorare in un piccolo romitorio, da lui stesso apprestato a valle del palazzo. In un sito un poco più a monte del romitorio, che è quello attuale, il frate indicò la costruzione del convento di Corigliano. I Paolotti fondarono a Castrovillari il loro convento nel 1666, con il lascito di Marsio La Monica e il concorso di altri cittadini, in un sito, oggi al centro della città, ma a quel tempo, come altri monasteri, poco distante dall’abitato. Tuttavia un ospizio dei Minimi, come ricorda il Pepe, era sorto precedentemente non lontano dalla chiesa di Santa Maria del Castello. Dopo l’eversione della feudalità nel 1806 e la soppressione degli ordini religiosi attuata dai Francesi, il convento dei Paolotti di Castrovillari, soppresso tra il 1808 e il 1809 come già quello di Corigliano, ebbe diversa destinazione sotto la restaurazione borbonica, fino a divenire, all’indomani dell’Unità d’Italia, Palazzo della Sottoprefettura e caserma dei carabinieri. Nel 1997, nel corso dei lavori di restauro dell’edificio, per la prima volta ebbi modo di osservare dall’esterno l’ornato del chiostro, con a fianco le tracce delle decorazioni parietali barocche riferibili a quella che era stata la chiesa del convento (vidi 22. 1. 97). Qui, a Castrovillari, si può tranquillamente affermare che il congruo numero dei monasteri, tra i quali il grandioso ‘Protoconvento’ di San Francesco d’Assisi, con i suoi due chiostri e la ricca biblioteca andata purtroppo dispersa, testimonia del grado di cultura del centro. Tutti questi edifici religiosi attestano la vita di fede e di forza di un santo, la cui figura leggendaria ha oltrepassato i modesti confini della Calabria, impressionando l’Europa occidentale. La devozione popolare conserva ovunque ricordi della capacità taumaturgica di Francesco: la traversata miracolosa dello Stretto di Messina con i due compagni lo fa assurgere a patrono della gente di mare. Con questa iconografia lo commemora un francobollo della Repubblica Italiana nel 450° anniversario della morte (1507-1957) ed un ultimo del 2007 in occasione del quinto centenario della sua morte. 97


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

La vicenda umana di Padre Pio (Pietrelcina 1887 - San Giovanni Rotondo 1968), al secolo Francesco Forgione, è cronologicamente più vicina a noi ed è comprensibile come la vita spirituale del frate non possa essere ancora valutata nella sua pienezza e la sua storia scritta con la massima obiettività. Il silenzio di papa Giovanni XXIII riguardo a Padre Pio è sconcertante. Il frate di Pietrelcina, diversamente dal fondatore dell’Ordine dei Minimi, subisce umilianti episodi, che riesce a superare con la sua vita vissuta all’insegna del francescanesimo, accettando sempre la volontà di Dio. La beatificazione di Padre Pio, proclamata il 2 maggio 1999 da Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro, a Roma, rappresenta un atto d’amore ufficiale da parte della Chiesa, che riconosce finalmente nella faticosa vita terrena del frate la sua instancabile missione sacerdotale. In tale occasione la Città del Vaticano ha dedicato a Padre Pio una busta filatelica con medaglia, francobollo e annullo postale. Riguardo al santo anche l’Italia ne ha commemorato filatelicamente l’opera (si pensi alla ‘Casa Sollievo della Sofferenza’, diventata uno dei migliori ospedali d’Europa) in due emissioni: l’una nel 1998, nella ricorrenza del trentennale della sua morte, l’altra nel 2002 per la sua santificazione. Per la celebrazione del quinto centenario della morte di San Francesco e per San Pio, artisti diversi concorrono alla realizzazione di questa rassegna d’arte, che s’inserisce in una serie di celebrazioni paolane di ampia risonanza, anche d’oltralpe. I nostri artisti si adoperano per interpretare, ciascuno secondo la propria sensibilità e gusto estetico, non solo attraverso il ritratto noto dagli originali, ma spesso anche con inventiva iconografica, l’opera compiuta da questi due grandi protagonisti della Chiesa, lontani nel tempo e diversi tra loro, ma entrambi in cammino lungo la via indicata da Cristo. Francesco Di Vasto

Nota bibliografica La bibliografia sul santo di Paola è sterminata: cito a titolo esemplificativo: G. M. Perrimezzi, Vita S. Francisci de Paula notis et dissertationibus illustrata, Roma 1707; Id., La vita di S. Francesco di Paola, Napoli 1713; Venezia - Milano 1764; Napoli 1841; Roma 1855; Cosenza 1856; M. Rolland, Histoire de St. François de Paule, Paris 1874; G. N. Dabert, Histoire de Saint François de Paule et de l’Ordre des Minimes, Paris 1875; N. Misasi, La mente e il cuore di Francesco di Paola, Lanciano 1907; G. M. Roberti, S. Francesco di Paola. Breve storia della vita, Genova 1923; G. Minozzi, San Francesco di Paola, Milano 1957; P. F. Russo, Bibliografia di S. Francesco di Paola, “Bollettino Ufficiale dell’Ordine dei Minimi”, 3, 1957, pp. 1-137; Id., S. Francesco di Paola era poeta?, ibid., 3, 1957, n. 3, pp. 268-274; Id., S. Francesco di Paola nella luce di S. Francesco di Assisi, “Luce Serafica”, 31, 1958, pp. 154-161; I. Giordani, Francesco di Paola. Un eremita in una reggia, Napoli 1958; R. Fiot, Jean Bourdichon et Saint François de Paule, Tours 1961; P. G. Roberti, S. Francesco di Paola, fondatore dell’Ordine dei Minimi (1416-1507). Storia della sua vita, Roma 19632, con altra bibl.; P. F. Russo, Sulle reliquie di S. Francesco di Paola, “Minimum”, 1, 1964, n. 8, pp. 310-316; Id., Bibliografia di S. Francesco di Paola, vol. II, “Bollettino Ufficiale dell’Ordine dei Minimi”, 12, 1966, pp. 200-329; Id., S. Francesco di Paola, il Santo dei Calabresi, Quaderni del “Brutium”, Roma 1967; Id., Conferma archivistica ad una lettera di S. Francesco di Paola, “Magna Graecia”, 2, 1967, n. 1, p. 4; Anonimo, Vita S. Francisci de Paula, Paola 1967; P. A. Galluzzi, Origini dell’ordine dei Minimi, Roma 1967; P. F. Russo, Ritorna alla luce la primitiva Chiesa di S. Francesco di Paola, “La Voce del Santuario di Paola”, 40, 1968, nrr. 7-8, pp. 105-110; Id., Concistori e solennità della canonizzazione di San Francesco di Paola, ibid., 41, 1969, n. 4, pp. 64-66; Id., Sul V centenario dell’approvazione dell’Ordine dei Minimi, “Studi Meridionali”, 9, 1976, pp. 446-451; Id., I codici autografi per i processi della canonizzazione di S. Francesco di Paola [Atti dei due primi convegni del Santo di Paola (1979-1980)], Milazzo 1981, pp. 28-44; P. A. Galluzzi, Chi era S. Francesco di Paola [Atti del 3° e 4° congresso milazzese], Milazzo 1981-1982; AA. VV., S. Francesco di Paola. Chiesa e società del suo tempo [Atti del Convegno internazionale di studio, Paola 20-24 maggio 1983], Roma 1984; M. M. Minervino, Rappresentazioni della santità. I protocolli di canonizzazione di San Francesco di Paola. Teorie, metodi e problemi per una storia etnografica, “Daedalus”, 2, 1989, pp. 152-179 (= “Rivista Storica Calabrese”, n. s., 9, 1988, nrr. 1-4, pp. 115133); AA. VV., San Francesco di Paola. 500 anni nella Fede e nella Storia, “La Provincia di Cosenza”, marzo 2007. Per alcuni accenni nel testo rinvio a: P. T. Pugliesi, Istoria apologetica dell’antica Ausonia oggi detta Corigliano, Napoli 1707, Cosenza 19782, pp. 111-127; G. Amato, Crono-istoria di Corigliano Calabro, ivi 1884, pp. 80-81; C. Pepe, Memorie storiche della Città di Castrovillari, ivi 1880, 19302, p. 31; Roberti, op. cit., p. 348 ss.; A. Venturi, Storia dell’arte italiana, vol. VIII-2, L’architettura del Quattrocento, Milano 1924, Nendel, Liechtenstein 1967, p. 29; R. Pane, Il Rinascimento nell’Italia meridionale, vol. II, Milano 1977, p. 309. Anche la bibliografia sul santo di Pietrelcina è diventata copiosa. Sempre a titolo esemplificativo, ricordo: R. Allegri, Padre Pio: l’uomo della speranza, Mondadori, Milano 1974; A. Da Ripabottoni, Padre Pio da Pietrelcina, Foggia 1974; A. Da Ripabottoni - G. e C. Micheli, L’umanità di Padre Pio. Testimonianze, S. Giovanni Rotondo 1975; A. Gallo, Omaggio a P. Pio, Napoli 1975; P. Pellegrino Funicelli, Sofferenze firmate da Padre Pio, “Voce di Padre Pio”, giugno 1976; P. G. Di Flumeri, Il richiamo di Padre Pio su Gabriele D’Annunzio, ibid., maggio 1977, p. 16; Id., I carismi di P. Pio, in Padre Pio da Pietrelcina, S. Giovanni Rotondo 1981; G. Leone, Padre Pio e la sua opera, S. Giovanni Rotondo 1981; A. D’Apolito, Padre Pio da Pietrelcina. Ricordi, esperienze, testimonianze, S. Giovanni Rotondo 1983; F. D’Ariese, Padre Pio da Pietrelcina: crocifisso senza croce, S. Giovanni Rotondo 1984; G. Preziuso, Padre Pio, un martire, Lucera 1985; D. M. Gaudiose, Maria l’«americana». La vita di Mary Pyle all’ombra di padre Pio, ed. San Paolo, 1995; P. C. Durante, Padre Pio, uomo santo di Dio, Martina Franca 2002; R. Fabiano, Una biografia di Padre Pio incompiuta e il suo autore, in Studi su Padre Pio, 3, sett. - dic. 2002; G. Leone, Giorni di quaresima nello spirito di Padre Pio, “La Casa Sollievo della Sofferenza”, 54, 2003, n. 5-6; P. M. IasenzaNiro, “Il Padre” San Pio da Pietrelcina, parte I-II, S. Giovanni Rotondo 2004, 2006; E. Stelluto, il cammino di Padre Pio, Bologna 2006.

98


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

AINO AINO BETTARINI BIANCHINI BIANCINI CASTAGNARO CHERILLO DE FRANCO DI GAETANI DIODATI DONI FALCONE FERRARI GALEANDRO GIANGRANDE GRISOLIA LAUZZANA

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

E L E N C O PA RT E C I PA N T I

DAVIDE LOREDANA PIETRO MARIA MAURA VENANZIO PIETRO GIANNI GIUSEPPE GIUSEPPE GIUSEPPE SALVATORE CLAUDIA MARCELLO ROSA ALBA LUCIA MATTEO GIAMPAOLO

MAGARO’ MORRONE PRANTERA PUGLIESE PUGNO REGINA RINALDI ROTONDARO SANTANDREA SCILLONE STASI VERCILLO ZACCARO ZICARI ZICARI ZUCCARELLI

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

RICCARDO LUCIA FRANCESCO MAURIZIO LUIGI ROCCO FRANCO SALVATORE SAVERIO MICHELANGELO MENA GIACOMO FRANCESCO CARMINE LEONARDO DOMENICO

99


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

Bettarini Pietro Maria, Francesco di Paola, olio su tela, cm 50 x 70.

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Bianchini Maura, Padre Pio, pastello su cartoncino, cm 33 x 48.

d u e

a

c o n f r o n t o

Biancini Venanzio, Padre Pio, olio su tela, cm 30 x 40.

Castagnaro Pietro, Miracoli di San Francesco, serigrafia colorata, cm 33 x 24.

100

s a n t i


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Castagnaro Pietro, Padre Pio giovane, terracotta, cm 15 x 20.

Castagnaro Pietro, Padre Pio anziano, terracotta colorata, cm 14 x 19.

Castagnaro Pietro, Padre Pio vecchio, terracotta, cm 19 x 25.

Cherillo Gianni, Matrice in gesso utilizzata per la statua di Padre Pio.

Cherillo Gianni, Padre Pio, olio su tela, cm 50 x 70.

De Franco Giuseppe, L'incontro, spatola e pennello, cm 50 x 70.

101


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

Diodati Giuseppe, Charitas, tecnica mista, cm 50 x 70.

Falcone Claudia, Francesco di Paola, olio su tela, cm 50 x 50.

102

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Doni Salvatore, Francesco di Paola, olio su tela, cm 30 x 40.

Ferrari Marcello, Padre Pio, matita contĂŠ, cm 35 x 50.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Doni Salvatore, Padre Pio, olio su tela, cm 40 x 50.

Ferrari Marcello, Francesco di Paola, patrono dei marittimi, mista su cartoncino, cm 50 x 70.


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

Galeandro Rosa Alba, Francesco di Paola, olio su tela, cm 35 x 50.

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

Giangrande Lucia, Francesco di Paola, olio su tela, cm 35 x 50.

Grisolia Matteo, Le tentazioni di San Francesco, pastello su carta, cm 33 x 48.

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Giangrande Lucia, Padre Pio, olio su tela cm 40 x 50.

Lauzzana Giampaolo, Padre Pio, matita su cartoncino, cm 33 x 24.

103


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Magarò Riccardo, la grotta di Paterno.

Magarò Riccardo, il passaggio sullo stretto.

Magarò Riccardo, nel deserto di Paola.

Magarò Riccardo, braci ardenti nelle mani davanti a padre Antonio Scozzetta.

Magarò Riccardo, il gelso diviso in due parti.

Magarò Riccardo, le pietre del miracolo.

104


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Morrone Lucia, Il giovane Francesco, olio su tela, cm 24 x 30.

Pugliese Maurizio, Padre Pio, olio su tavola, cm 29 x 35.

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Prantera Francesco, Sullo stretto, acrilico su tela, cm 50 x 70.

Pugno Luigi, Padre Pio, matita su cartoncino, cm 34 x 47.

105


d u e

106

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Regina Rocco, Il novizio Francesco, olio su tela, cm 50 x 70.

Rinaldi Francesco, Francesco di Paola, pastello e acquerello, cm 24 x 30.

Regina Rocco, La potenza della fede, olio su tela, cm 50 x 70.

Rinaldi Francesco, Padre Pio, olio su tela, cm 24 x 30.


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Rotondaro Salvatore, Padre Pio, tempera e pastelli, cm 50 x 70.

Santandrea Saverio, tecnica mista, cm 50 x 70.

Scillone Michelangelo, Francesco di Paola, olio su cartone telato, cm 40 x 50.

Scillone Michelangelo, Padre Pio, olio su cartone telato, cm 40 x 50.

Vercillo Giacomo, miracolo di San Francesco.

Zaccaro Francesco, Padre Pio, matita colorata su cartoncino, cm 23 x 32.

107


s a n t i

d u e

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Zicari Carmine, Francesco di Paola, grafite su cartoncino, cm 27 x 27.

Zicari Leonardo, Beato Santo Pio, pastello su carta, cm 20 x 30.

108

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Zicari Carmine, Padre Pio, grafite su cartoncino, cm 27 x 27.

Zuccarelli Domenico, Padre Pio, scultura su pietra.


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Statue votive

S. Francesco di Paola, terracotta, alt. cm 36. Fine sec. XIX. Santuario di Santa Maria del Castello.

S. Francesco di Paola, statua votiva in cartapesta, alt. cm 55. Fine sec. XIX. Coll. Giuseppe Di Gaetani.

S. Francesco di Paola, statua votiva, alt. cm 60. Fine sec. XIX. Coll. Giampaolo Lauzzana.

S. Francesco di Paola, gesso, alt. cm 18. Arte popolare della prima metĂ del XX sec. Coll. Giampaolo Lauzzana.

109


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

IL TEATRO PER CONOSCERE SAN FRANCESCO DI PAOLA due testi teatrali di Michele Bartelli “ SAN FRANCESCO DI PAOLA ALLA CORTE DEI RE DI FRANCIA, APOSTOLO DI CONVERSIONE”. Lo scopo di un autore di teatro è in fondo quello di generare, attraverso la rappresentazione scenica, che è verosimiglianza della realtà, “scuotimento d’animo” negli spettatori. Non è stato certamente questo, però, l’obiettivo da proporsi con la composizione di due opere su San Francesco di Paola. Con questo gigante della santità, come è stato giustamente definito, nell’arco di questi cinque secoli trascorsi dalla sua morte, si sono confrontati diversi scrittori che hanno contribuito a scuotere gli animi e a tenere viva la fama di taumaturgo alimentata dalla fede e dalla pietà popolare. Dalla seconda metà dell’ Ottocento e via via rafforzandosi fino ai giorni nostri, l’opera meritoria dell’ ordine dei Minimi, a partire da padre Giuseppe Roberti, ci ha fornito gli strumenti per una lettura più completa della figura di questo Santo, scandagliandone la personalità e procedendo parallelamente, attraverso interessanti indagini storiografiche, con la ricerca di nuovi documenti, a un approfondimento sulla spiritualità del grande eremita paolano. Nella ricorrenza del V Centenario della morte tra le tante altre iniziative che in ogni parte della Calabria e non solo si vanno registrando si inserisce l’ allestimento teatrale “Un eremita alla corte di Francia”, la cui prima è avvenuta a Paola il 2 marzo 2007 al cinema - teatro Odeon con la regia di Antonello Lombardo. Il testo è stato pubblicato per i tipi dell’ Editoriale Progetto 2000 di Cosenza, insieme all’altro lavoro “Esodo” avente per argomento la partenza del santo paolano per la Francia nel 1483. In queste due opere ho voluto far tesoro dei risultati finora raggiunti dagli studi recenti per uscire fuori dal cliché convenzionale del santo burbero e zirrusu o soltanto taumaturgo che la tradizione popolare, ma anche le opere letterarie, poetiche e teatrali, nel passato hanno descritto e divulgato. Attraverso l’azione scenica del teatro, attraverso i dialoghi serrati e verosimili dei personaggi che vivono intorno a Francesco, ho cercato di far emergere il ruolo di riformatore e di uomo di pace e di grande spiritualità, rivestito dal paolano nella sua lunga vita, svoltasi a cavallo del XV e XVI secolo, tra il Medioevo e il Rinascimento sia in Italia che in Francia, in un periodo quindi di grandi fermenti culturali, spirituali e artistici, ma anche di grande ansia di rinnovamento e di ritorno alla purezza evangelica, riscontrabili in movimenti riformatori sviluppatisi all’interno della stessa Chiesa e che troveranno compimento nel Concilio di Trento. Per quanto riguarda il primo lavoro “Esodo”, padre Giuseppe Fiorini Morosini nell’introduzione tra l’altro scrive: “L’azione teatrale vuole cogliere di questo viaggio il lato umano e sociale, il distacco di Francesco dalla sua gente di Calabria, umile, povera ed oppressa, della quale era diventato voce di libertà e di giustizia. Una missione quella di Francesco, maturata con un lungo processo di liberazione da lui compiuto attraverso la scelta di una vita penitente…. Il lamento corale delle donne di Paola, semplici ma forti, è il presagio che altri esodi la gente di Calabria avrebbe conosciuto, e che solo il ricordo e l’esempio di Francesco ne avrebbero mitigato l’ amarezza e irrobustito la tempra”. Nel secondo lavoro teatrale, “Un eremita alla corte di Francia”, ho mirato soprattutto a fare emergere attraverso un dialogo forte, quasi biblico, ma nello stesso tempo semplice e che va dritto al cuore, la figura di Francesco, Santo d’Europa. In fondo, Francesco, vivendo per 24 anni alla corte di Francia svolgendo in pratica funzione di consigliere, con il suo 110


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

essenziale stile di vita, con il suo messaggio penitenziale e di conversione delle coscienze, ha additato ai regnanti di Francia e, quindi, a quanti frequentavano la corte di Francia, dignitari, nobili, ambasciatori, quale deve essere la missione dei re. Conservando sempre il suo stile di vita umile e penitente, vivendo in mezzo alla gente semplice e povera, sia in Calabria e sia in Francia, ne ha incarnato i bisogni e ne ha difeso la dignità, in base ai principi della carità e della giustizia, intese nel senso evangelico, senza assumere atteggiamenti di ribellione. Il dialogo tra il re Luigi XI e Francesco si snoda così attraverso un’analisi psicologica durante la quale la superbia del re si confonde e si prostra davanti all’umiltà del frate. Al potente re di Francia alla fine non resta che dire “…Mentre pensavo di stabilire a mio piacimento la durata della mia vita, questa è già finita, è passata come il bagliore di un fulmine. Così mi ritrovo con la testa appesantita dal dolore che non sopporta più la corona, e le mani… non più capaci di stringere né la spada, né lo scettro… Francesco, aiutami almeno a morire”. L’azione teatrale si protrae oltre la morte di Luigi XI proprio con l’intento di sottolineare il ruolo svolto da Francesco alla corte di Francia che ha consentito l’approvazione definitiva dell’ Ordine dei Minimi da parte della Santa Sede, il suo conseguente consolidamento e la sua rapida diffusione in Italia e nell’ Europa. Il lettore dei due testi, o lo spettatore della rappresentazione degli stessi, alla fine, sarà indotto a ripensare la figura di san Francesco alla luce dei grandi valori che ancora oggi interpellano ciascun uomo. Michele Bartelli

111


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

San Francesco di Paola

Dipinti, sculture, stampe e reliquie dal XVII al XIX secolo a cura di Gianluigi Trombetti fotografie di Giovanni Amato sotto l’egida del Lions Club di Castrovillari

112


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

FRATE FRANCESCO DI PAOLA

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Correva l’anno del Signore 1483 quando il Santo Paolano intraprese il lungo viaggio che lo avrebbe portato dal povero e spesso selvaggio, territorio calabrese alla più raffinata corte di Luigi XI re di Francia, che lo aveva richiesto con insistenza per ottenere la guarigione da una grave malattia. Dopo un ultimo giro nei suoi conventi di Paterno e Corigliano, il Santo si diresse verso i confini della regione e, naturalmente, passò per Castrovillari e Morano ultimi centri prima della Basilicata, dove transiterà, facendo dei miracoli, per gli abitati di Castelluccio e Lauria. Non si sa se il Santo avesse gia visitato l’area del Pollino, ma si crede di no in quanto non se ne trova traccia in nessun antico documento né nelle numerose biografie che lo riguardano. San Francesco giunse sotto Saracena dove incontrò alcuni membri della nobile famiglia Mastromarchi che gli recava un bimbo morente, prontamente guarito dal Santo il quale lasciò in ricordo una lettera e alcune noci delle quali ne sopravvive una gelosamente conservata dagli eredi di quella famiglia. Giunto a Castrovillari, allora scossa da continue ribellioni alla corona aragonese, in quel tempo regnante sul trono di Napoli, predisse, secondo una tradizione locale, che di li a cent’anni un monastero del suo Ordine sarebbe stato fondato nella Città. In verità il primo convento venne fondato nel 1595 nelle vicinanze della Madonna del Castello, convento che piccolo e disagiato venne abbandonato verso il 1610 quando se ne iniziò uno nuovo grande e elegante nel Piano dei Peri, nelle vicinanze della cappella di San Marco. Il convento venne portato a temine nel 1666 e restò in vita fino al 1809, quando venne soppresso dai francesi insieme a tutte le altre istituzioni religiose. Il grande fabbricato fu adibito prima a caserma della Guardia Nazionale e dopo il 1860 dei Carabinieri. La chiesa, a navata unica con cappelle laterali, fu adibita da prima a scuderia e, dopo un inutile tentativo di Ferdinando II di riattivarla (1852), definitivamente annessa alla sede della Sottointendenza borbonica, poi Sottoprefettura, soppressa sotto il Fascismo e in seguito adibita a sede del Circolo Cittadino. Una parte degli arredi, compresa la statua lignea del Taumaturgo, vennero trasferiti nella vicina chiesa di S. Chiara che, dopo la soppressione del convento delle Clarisse, prese il titolo di S. Francesco di Paola. Ma torniamo al viaggio. Tra Castrovillari e Morano si erge un colle di circa 800 m. conosciuto come Monte Sant’Angelo per via di una cappella, allora esistente, dedicata a S. Michele Arcangelo, figura divina molto venerata dall’Ordine dei Minimi e spesso raffigurata mentre sorregge lo scudo dorato con il motto “CHARITAS” . Su questo monte il Santo salì e ai suoi occhi apparve un vasto panorama che andava dai monti della Sila, al Mar Ionio, alle aspre vette del Pollino e da lì, presagendo che non sarebbe più tornato in Calabria, benedisse e diede l’addio alla sua amata patria, lasciando come imperitura testimonianza le orme dei suoi piedi impresse in una roccia che dopo molti anni furono recuperate da un frate minimo e in seguito divise tra la chiesa del santo a Roma e la chiesa di S. Bernardino a Morano dalla quale passarono alla Maddalena, dove oggi si venerano. Disceso dal monte si recò a Morano e si fermò nella locanda di una certa Bianca, dove operò un miracolo che fece diventare Bianca sua grande devota. La donna fece dipingere l’immagine del Santo nella chiesa della Sanità e sulla stra113


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

da percorsa da Francesco lungo la gola dell’Ospedaletto, la Dirupata e Campotenese fece costruire due cappelle votive dedicate una al Santo detta di S. Francesco alla Pirrupata , dalla quale prese anche il nome la sorgente di fresche acque che ancora disseta gli abitanti di quelle contrade e attraverso un antico acquedotto fornisce le antiche fontane di S. Nicola e della Maddalena, l’altra venne dedicata alla Madonna della Neve, titolo poi passato ad una chiesetta moderna che ne tramanda il ricordo. La mostra che si è voluta allestire vuole ricordare il passaggio del grande Calabrese nelle nostre zone nelle celebrazioni dei 500 anni dalla sua morte avvenuta il 2 aprile 1507. Le opere presenti provengono per la maggioranza da collezioni private e tra esse sono rimarchevoli diversi dipinti su tela dei secoli XVII, XVIII e XIX. Le sculture sono dominate dalla bella statua in legno del Santo del ‘600 a cui fanno seguito statuette in terracotta, cartapesta, cera che, anche se di estrazione più popolare, ben rappresentano una sempre tenace devozione. Sono presenti un certo numero di stampe ottocentesche di produzione napoletana e un numero discreto di reliquie contenute anche in preziosi supporti. La mostra si completa con una buona quantità di libri antichi, contenenti le più accreditate biografie e i libri di devozione al Taumaturgo, pubblicati a Napoli e Venezia. Sono presenti anche due rarissimi libri scritti dal padre Antonio Costantini, castrovillarese e appartenente all’Ordine dei Minimi, sul finire del ‘600. Un posto d’onore occupa il dipinto del 1750 che rappresenta il Patrocinio del Santo su Castrovillari del quale è in mostra il testo redatto in una copia coeva. La benevolenza del Paolano, come terzo patrono della Città fu dimostrata anche in occasione di una alluvione nel 1896, durante la quale fu visto placare le acque impetuose. In ricordo di questo avvenimento il 26 maggio di ogni anno si alleste una solenne processione in cui sono presenti i tre simulacri dei santi protettori: La Madonna del Castello, San, Giuliano e, appunto San Francesco di Paola. Gianluigi Trombetti

Il Lions Club di Castrovillari, nella persona del suo Presidente Dott. Gesualdo Panebianco ringrazia tutti coloro che mettendo a disposizione le loro opere, gelosamente conservate, hanno permesso l’allestimento della mostra

114


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

Dipinto Ignoto pittore meridionale Sec. XVIII-XIX Palazzo Grandinetti –Aloe, Paterno

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Dipinto Ignoto pittore meridionale Sec. XVII-XVIII Villa Manco

F. Apicella incisore – Napoli XIX secolo Serie di piccole incisioni Coll. Gianluigi Trombetti

115


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

F. Apicella incisore – Napoli XIX secolo Serie di piccole incisioni Coll. Gianluigi Trombetti

116

Incisione F. Apicella incisore – Napoli XIX secolo Coll. Gianluigi Trombetti

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Santino dipinto Napoli sec. XIX Coll. Gianluigi Trombetti

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Tavole del Perrimezzi Napoli 1841 Biblioteca Gianluigi Trombetti

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Tavole del Perrimezzi Napoli 1841 Biblioteca Gianluigi Trombetti

Padre Antonio Costantini Castrovillari 16.96 Provinciale dell’Ordine dei Minimi Opere Coll. Gianluigi Trombetti

117


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

I Tredici VenerdĂŹ, la Regola dei Minimi e la Vita del Santo Edizioni del XVIII Coll. Gianluigi Trombetti

118

Dipinto Ignoto pittore locale del 1750 Patrocinio di S. Francesco Chiesa di S. Francesco di Paola

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Custodia per reliquie Argentiere napoletano Fine sec. XVIII Coll. Gianluigi Trombetti

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Progetto per il Monumento di Monte S. Angelo ideato da Peppino Bellizzi (1956)

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Evoluzione architettonica del Convento dei Paolotti di Castrovillari Anni 1666-1900 Elaborati grafici arch. Ileana Manco

119


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Statuetta in pastiglia Sec. XIX Coll. Pietro Castagnaro

120

Stampa oleografica 1870 - 1880 Chiesa di S. Maria delle Armi Saracena

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Reliquie di S. Francesco Sec. XIX Coll. Giuseppe Maradei

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Placca in metallo Sec. XX coll. privata.

Busto in pastiglia Sec. XIX Coll. Angelo Cherillo

Statuetta in terracotta e stoffa Sec. XIX Coll. Giuseppe Maradei

121


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Statuetta in cera Sec. XVIII-XIX Coll. Leonardo Di Maio

122

Statua Ignoto scultore meridionale Fine del XVII secolo Chiesa di S. Francesco di Paola

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Reliquiario a ostensorio Sec. XIX Coll. Giuseppe Maradei


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

Dipinto Ignoto pittore meridionale Sec. XIX Chiesa di S. Francesco di Paola

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Dipinto Ignoto pittore meridionale Fine sec, XVIII Propr. n.d. Maria Cappelli

Statuetta in gesso Inizi sec. XX Associazione “Suor Semplice� Teca inizi sec. XX coll. Rocco Russo

123


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

CASTROVILLARI E LE SUE RADICI FRANCESCANE

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Castrovillari è la prima città in Calabria che già nel sec. XIII accolse il messaggio di Francesco d’Assisi rendendolo percettibile e visibile nel suo “protoconvento”. A quell’ideale, rimodulato da gioachiniti e fraticelli, si ispirò Francesco di Paola (1416 –1507) allorché fondò, alle falde dell’Appennino Paolano, il protocenobio dei Minimi. È noto che l’eremita paolano si allontanò dalla propria terra unicamente per ubbidire a papa Sisto IV, che accogliendo una supplica di Luigi XI, re di Francia, bisognoso di cure, ordinò a frate Francesco di raggiungerlo. Alcuni biografi ricostruendo il tragitto via terra del Santo, lungo la sconnessa e dissestata Popilia hanno immaginato che egli, raggiunto il Pollino e guardando Castrovillari, abbia in lacrime dato addio alla sua patria, ma di ciò non v’è riscontro nel Processo di Beatificazione, in cui né la città del Pollino né alcun suo cittadino vengono menzionati. Legami certi si sarebbero stabiliti più tardi. Come è noto il 2 luglio 1555 la città di Paola subì una pesante incursione da parte della pirateria turca guidata da Dragut Rais. Se insieme al castello e ad altri edifici ecclesiastici e laici - compreso il convento e la chiesa edificati da Francesco da Paola – vennero distrutti, non così la fede e la pietà dei paolani, che si prodigarono subito a porre in atto una intelligente ricostruzione. A guidarli e a sostenerli fu Isabella di Toledo, figlia di don Pedro viceré di Napoli, che alcuni anni prima, nel 1546, aveva ricevuto in dono la terra di Paola dal marito Giovanbattista Spinelli, duca di Castrovillari, morto poi nel 1551. Questi nel 1529 aveva autorizzato un mercato, che si trasformò poi nella importante fiera di San Francesco, che si tenne nella città tirrenica agli inizi del mese di aprile, frequentata da moltissimi mercanti. La famiglia dei duchi Spinelli si adoperò moltissimo non solo per la ricostruzione del Santuario di San Francesco ma anche per la elargizione di beni mobili e immobili, come terre, case, mulini. I frati Minimi le furono riconoscenti con una serie di suffragi che la comunità ogni anno riservava ai suoi membri defunti. E non mancarono castrovillaresi che in segno della loro devozione all’Eremita paolano contribuirono a sostenere la diffusione dell’Ordine. Nel V Centenario della morte di san Francesco di Paola Castrovillari ha inteso ripercorrere i sentieri che svelano “tra passato e futuro le profonde radici cristiane e in particolar modo francescane”, collegando il Protettore della Calabria al Santo francescano Pio da Pietralcina, che - come affermò Giovanni Paolo II - in tutta la sua esistenza, cercò una sempre maggiore conformità al Crocifisso, avendo ben chiara coscienza di essere stato chiamato a collaborare in modo peculiare all’opera della redenzione. Lo ha fatto con una bellissima mostra, che si commenta da sé e aggiunge un nuovo tassello alle notevoli iniziative che grazie alla Pro-Loco ha prodotto negli ultimi decenni. Pietro De Leo

124


d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Francesco, nato a Paola, in Calabria, nel 1416, è uno dei più giovani fondatori di Ordini religiosi che la storia registri. All'età di tredici anni aveva vestito l'abito francescano, ma due anni più tardi era letteralmente sparito dalla circolazione. Trascorsero alcuni anni prima che un cacciatore, guidato da un capriolo, ne scoprisse il rifugio tra le aspre montagne nei pressi di Cosenza. La fama della sua santità e dei suoi miracoli attirò al suo seguito uno stuolo di giovani desiderosi di seguirne l'esempio. Ai suoi seguaci, gli Eremiti di S. Francesco di Paola o Minimi, lasciò un eccezionale invito alla penitenza, riducendo il loro menù per 365 giorni all'anno a pane, pesce, acqua e verdura. Tuttavia le sue dure penitenze non accorciarono affatto la sua vita, tanto che visse fino alla bella età di 91 anni. Morì in un venerdì santo, il 2 aprile 1507, durante il suo soggiorno in Francia, a Plessis-les-Tours. Fu canonizzato nel 1519, a soli dodici anni dalla morte e viene proposto ancora oggi non solo come modello di penitenza, ma anche di coraggio nel denunciare "le malversazioni dei potenti" (Paolo VI, 27 maggio 1977).

la storia dei due santi

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

d u e

s a n t i

a

c o n f r o n t o

Padre Pio, al secolo Francesco Forgione, nasce a Pietrelcina, piccolo borgo del Sannio in provincia di Benevento, il 25 maggio del 1887 da Grazio Forgione e Maria Giuseppa Di Nunzio. All'età di sedici anni in una visione vede il futuro della sua vita e decide di entrare nel noviziato cappuccino di Morcone, dove il successivo 22 gennaio veste l'abito francescano assumendo il nome di fra Pio. Il 10 agosto 1910, nel duomo di Benevento fra Pio è consacrato sacerdote nelle mani di monsignor Paolo Schinosi, arcivescovo di Marcianapoli; il 14 agosto celebra a Pietrelcina la prima messa solenne. In una lettera a padre Benedetto confessa di avere le stimmate invisibili e più tardi dirà di subire la coronazione di spine e la flagellazione. Il mese di agosto del 1918 un misterioso Personaggio celeste trapassa il suo cuore con una lancia lasciandogli una ferita che sanguina sempre: è la trasverberazione. Il successivo 20 settembre rivede il misterioso Personaggio grondante di sangue e si ritrova piagato alle mani, ai piedi e al costato. Padre Pio inizia da questo giorno a portare nel corpo i segni visibili della Passione di Cristo, stimmate che scompariranno misteriosamente alla sua morte, il 23 settembre del 1968. La notizia della stimmatizzazione si diffonde in tutta Italia e migliaia di pellegrini salgono sul Gargano richiamati dai suoi numerosi carismi. Il 16 maggio 1947 viene posata la prima pietra benedetta da Padre Pio ed iniziano i lavori di spiano per la costruzione della Casa Sollievo della Sofferenza. Il 5 maggio 1956 si inaugura la Casa Sollievo della Sofferenza. Alla grandiosa manifestazioni intervengono autorità della Chiesa e dello Stato e circa quindicimila fedeli. Successivamente nel discorso tenuto in occasione del primo anniversario dell'Ospedale, Padre Pio traccia le linee programmatiche della sua opera che definisce "tempio di preghiera e di scienza" e profetizza un centro di studi internazionale, una casa per anziani, un cenacolo per gli esercizi spirituali e la costituzione di "una nuova milizia" al servizio dell'ammalato. Il 22 settembre alle cinque del mattino Padre Pio celebra la sua ultima messa, per poi morire serenamente alle 2,30 del 23 settembre 1968 pronunciando le parole "Gesù e Maria". 125


Finito di stampare nel marzo 2007 presso la Print Design di Castrovillari




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.