La Lacrimazione del SS. Crocifisso di s. Papino

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SS.Cnoctusoo,S.Pepnqo NEL Sscolroo MttAzzo tT98 ts APRTLE 1998

A CURA DI

ANTONINo MIcRTB

<<Tolvoltoi disegni dellq Provvidenza giovano si di orcqni messaggi,che scdndiscono lo Fede e lo Storis di un popolo.>> Alessandro Manzoni

O. FRATI MINORI - CHIESA DEL SS. CROCIFISSO


Consentite riprodu2ione parziali a condizione che se ne citi la fonte

O pnopnrpTÀ LETTERARTARISERvATA FRATI MINORI CONVENTO DI S. PAPINO - MILAZZO (ME) - TEL. 090-9282425 Stampo: Litografia LOMBARDO - Milazzo I EDIZIONE . FEBBRAIO 1998


COMITATO

ORG ANTZZATORE

DELLE CELEBRAZIONI

Dott. Comm. Ignazio Faranda - Presidente M.R.P. FernandoTrupia - Ministro Provincialedi Sicílio Avv. Carmelo Pino - Sindaco della Città Mons. GiuseppeCutropia - Vicario Episcopale Mons. Gaetano Modesto - Arciprete dello Città P. SalvatoreMilone - Vicario Foraneo P. Giambattista Mangione - Guardiano della fraternità P. Paolino Saia - Parroco del SS. Crocffisso in S. Papino Prof. Mimmo Di Meo Sig. Franzino Greco Aw. Nino La Malfa Prof.ssaLina Marchese Prof. Enzo Messina Dott. Antonino Micale Prof.ssaChiara Muscianisi Prof. Franco Patti Prof. Peppino Pellegrino Prof. FerruccioPicciolo Prof. Filippo Russo Sig. Antonino Salmeri Dott. SalvatoreItaliano - Segretarío P. Giorgio Catania - Coordinatore



S OMMA RI O

PERCHE HA PIANTO? I

pas. 7

- (SUL PORTENTOSOEVENTO DELLO STORICOAPRILE DEL 1789> >> 9

II - <CONSUUIO FAITO DAL REV.MO CANONICO DON PIETRO PELLEGRINO ARCIPRETE DI QUESTA SEMPRE FIDELISSIMA E LEALE CITTA DI I''4ILAZZO A SUA ECC. REV.MA MONS. ARCIVESCOVODELLA CITTA DI MESSINA SOTTOLI 23 GIUGNO 1798)

>> 12

III- ELENCO (DELLE PERSONECHE FURONO PRESENTI AL PRODIGIO IN PARTE CHIESASTICI E PARTE NOBILI CNILI E MILITARI> LE CUI TESTIMONIANZE FURONO (AITESTAIE) IN UN (SECONDO CONSUUIO> PER DOCUMENTARE (IL MIRACOI-OSOAWENIMENTO>.

>> l7

IV - DOCUMENTO EMESSODALLARCIVESCOVO DI MESSINA MONS. GAETANO GARRASI, AGOSTINIANO, IN DATA 26 LUGLIO 1798.

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V - (IL CROCIFISSODI MILAZZO>> Effigie> nella memoria e nell'arte - I-a <<Sacra - I <prodigi>>e <<l'universale devozione>> - I giorni della Storia: Episodi, personaggi,anniversari

>> 24 >> 25 >> 26

LA CHIESA DI S. PAPINO O DEL SS. CROCIFISSO

>> 29



M

Perchéha pianto?

Il mistero-chiqve del Cristianesimoè I'Incarnozionedelfiglio di Dío. Mo I'ospettodominantee caratteristicodell'Incarnozioneè I'esperienzadella Crocifissione. Perchéha voluto essereCrocifisso? Noi siamosoliti considerarels Possionee la CrocifissionecomeI'Incarnozionesolo in relazioneal nostropeccato.Peròa pensarcibeneil peccotononpuò spiegareil misterodello Croceperchénonpuò esserela cousadeterminantee proporzionatq.Non c'è proporzionetro tutti i peccatiche le creaturehsnno commesso e chepotrebberocommetteree ls "morte di Dio". Allora perchéGesùè stato Crocifisso?La beataBattista Voranoosseryava tro stuporee commozione:<<pore cheEssostessovogliamorire>>. Gesùvolevamorire e volevacosìmorireperchéomovoinfinitamenteil Padree gli uomini, anzi ogni uomo.Conlo Crocffissione Gesùha volutoduree hs dotolaprovapiù altadi amore. Questoè il misteriososegretodello suapassionee dello sus morte. Percíòquondodiciamoche il figlio di Dio si è incornatoed è morto per noi diciamounagrandeverità.Ma I'affirmszione deveesserecosìcompletata:il figlio di Dio si è incarnatoed è mortoper smoredi Dio eper amoredi ogni uomo.Allora leproporzioni si ristsbiliscono:solo Dio è degnodi un amoretanto grondeper cui possamorire I'Uomo-Dio e solo I'omoreper gli uomini può spiegoreperché il Figlio di Dio è stato Crocifisso,anzi si è fotto crocffiggere. Cosìsi spiegoperchéS. Francescosi struggesse d'omoreeprorompessein pianto davanti al Crocifisso.Cosìsi spiegoperchéfra' Umile da Petrqlia I'artisto-sonto e il santo-ortisto,scolpisseín ginocchioe tra le lagrimeil Crocifisso.E quellelagrime che il Crocffissoha versato,e continuaa versore,prima di esserelagrimedi dolore sono logrimedi amore. per il prevaleredell'affettività Non si tratto di indulgereal sentimentalismo poggia I'essenza e dell'emotività,ms di prenderecoscienza che<<nell'amore metae cheI'effetto o cui essaconduceè I'amorefisica delloIncarnazione-Redenzione curità>>. Nessunoha soffirto comeLui perchénessunocomeLui ci ha umoto.Ecco perché Tertullianodiceva:<<Gesù nocqueper poter morireper noi>>.Eccoperché la contemplazione dellaCrocenon ha nulla di empioe di truce,mu è soove,perché ispirandosial misterodel dolore è illuminsta dalla luce di un amoreinfinito che tutto risolve.nellapace, onzi nella gioia. Il Crocifissofo lucesul misterodi Dio e sul misterodell'uomo e ci ricorda che I'amore è falso quandonon si fa solidarietà,operativitàe servizio. Sopprimereil doloreè una illusione,mo abbracciarloper amoreè I'unico modo di vincerlo. In tempicomei nostri disorientstidall'ottimisto consumistico,dominati dalI'edonismoeroticoe dol permissivismomoraleper rigenerarciil rimedioè uno solo: tornare ai piedi del Crocifisso. P. Groncro CATANTA FRATI MINORI

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I <Sul portentosoeventodello storico Aprile 1798)*

<<Lanaturale calamità> e <da secolare fede> Il 1798 si apre per Milazzo sotto i peggiori auspici. L'ultima lieve pioggia era caduta in prossimità del Natale ed a marzo <<ilpopolo era sgomento per I'incombente flagello, per i pozzi insriditi, per le coltivozioni minacciate>>.E poiché con il persistere della siccità cresce la paura della <<ricorrentee calamitosa carestia>>,<<coralmente>> le nella Chiesa del Carmine e nei giorni dal autorità cittadine decidono di <<solennizzare>>, 30 marzo al l" aprile, un triduo per chiedere I'intercessione del Santo Profeta Elia, anche con una (general processionedi penitenza>>. <Malgrado I'intorbidimento del cielo e venti propiziatori>>, manca la <<pioggiotonto sospirota>>e <<l'oereriprese Ia pristino serenitù>>.Pertanto, <<nocquein tutti il sentimento di rivolgere le pubbliche preghiere direttamente all'Altissimo), con un secondo triduo in S. Papino, preparatorio alla processione dell'<<odorsbil Simulacro di Nostro Signore Crocifrsso>, così come era già stato fatto all'inizio del secolo ed in quello passato. L'11 aprile, <<dopopranzo>, non appena la sacra effige viene rimossa dall'altare e posta sulla vara <alla pubblica venerazione>>,<<compqrvesubito il prodigio di improvviso turbsmento dell'sere>>cui fa seguito una pioggia <placida ed ubbondante (...) in guiso tale che Io maggior parte del popolo bisognò restare in detta Chiesa, fintantoché vi fu quolche bonacciq>>. Malgrado fosse venuto meno il motivo della programmata celebrazione religiosa, si decide, tuttavia, a completamento del triduo, di <<celebrarsi una tenera e devota processionedi penitenza coll'accompagnamento di tutto il popolo>. Liturgia che viene fissata per il successivo l3 aprile. In quel primo pomeriggio <<slcondusse processionalmente il SS.Simulauo avente a'piedi tutte Ie insigni reliquie delli Ssnti Protettori della Città>>.Portato a spalla dalla <Gioventù Nobile>, il Crocefisso, coperto da un alto baldacchino di velluto color cremisi, è scortato da ufficiali militari e da nobili in armi ed in alta uniforme. Al suo seguito, tutte le autorità ed i religiosi del tempo. Con <<l'IllustrissimoMagistrato), il Sindaco, il Governatore Militare, il Regio Segreto, il Regio Castellano, il Regio Proconservatore, il Capitano di Giustizia. La processione penitenziale di ringraziamento si snoda solenne <<congrande quantità di popolo>> seguendo il secolare <<percorsostorico>>:<<largodi S. Caterina> (odiernapiazza Roma), <<stradaReale>>(via Umberto I), <<largoe via della Pietb (piazzaMazzini e via D. Piraino), <<pianodel Carmine>>e la <<stradadi S. Giacomo>. x< Questa ricostruzione - sintetica ma rigorosa - si awale fondamentalmente delle seguenti fonti inedite: <Secondo Consulto dell'Arciprete P. Pellegrino> e dettagliate testimonianze, elencate in questa monografia. <Veridica Relazione di tale accorso stesa dal Barone Giovan Battista Lucifero Regio Segreto della Città di Milazzo>>, manoscritto datato l9 giugno 1798. <<Sulportentoso evento dello storico Aprile 1798>. Ms. autografo dell'Arciprete Abate Stefano Mantineo, <alla data del 1898>, dal quale è stato mutuato il titolo di questa Cronaca. Lo storico milazzese Giuseppe Piaggia si sofferma sull' "awenimento" ("Nuovi studi sulle memorie della Città di Milazzo". Palermo, 1866) traendo "i particolari" dalle due "Relazioni" e da "vocali rapporti di cinque testimoni oculari". Di contro, inesatta e critica la riflessione inserita nelle sue memorie da Francesco Carlo Bonaccorsi in "Vita narrata da esso ai nepoti". Roma. 1899.

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<<sulpiano del Molo>>,superata di poco la chiesa di S. Giacomo, un'improwisa lddio>> costringe <<minutse continuata piosin ihe mirscòlosumente mqndò il Sommo vicina <<Parnella il Crocefisso <<ricoverare) a ed ua int"rro-pere <<l'accòmiàgnamento>> giorni', per tre custodito rimane dove C^hiesa> . ió."triut" pertanto, una Nel <dopo pranzo)) del 15 aprile (Domenica in Albis) si muove, tutto il popodi concorso numeroso <<con per riportare processione seconda solenne lo>>- <<ildetto SS. Crocffisso nells sus chiesa>>' predica <fatCollocata lavaraaicentro dell'antica Chiesa dei PP' Riformati, alla grazie>> la benedicon le Dio a <<si resero Galletti Vi""""zo ta al pópolo>>dal Sac. óÀtr Deum' Te del il canto ed zione eucaristica

<Christus lacrimatus est>> 23 e minuti dieci>- secondoil computoorario del tempoun'ora Mentrealle<<ore primaiet crepuscolo- i fedeli si apprestanoa lasciarela Chiesaspartendosidevozioiàft*"t" i" piccoli pezzile candeledi cera poste sulla vara' il Regio Proconservatore (il primo ad averepèrcezionedell'eventomiracoloso)Don FrancescoCatanzaroMupiange>! si rivolge ai presenti con voce stentorea:<Figliuoli, questo Cristo iciinisi ---salesulBasile il Saverio S-ac. sorpresa, e di concitazione l"p"tuti i irimi momenti effettiva<<vide che e Crocefisso del viso al accosta che lume-acceso ,r.t con <barà> la sulla vara Àente I'occhio destroera pieno di lacrime>.PadreSerafinoMora lo segue destra' mano della l'indice con primo lacrime per le - ioi"u " i i"à.fi ^presentii" ltti"ru e quelli ben più numerosirichiamati dallo spiazzoantigeneralesgomento> stante(<rcentinaiadi personevi stazionavano>)tra i pianti ed <<il Sacerdote,Padre ufi terzo piange>>. Mentre Iddio <<Misericordis, Étiau"ò coralmente: rienFrancescoPensabene,portatosi sulia vara iaccoglie con un-dito un'altra lacrima, della al termine allontanatisi autorità ed tano in chiesaI'Arcip'iete ed altri cittadini funzionereligiosa' recatoglidall'attiguoconvento,asctuMons. Pietro Peltegrino,con una (bombace>> che cadeoltre il femoraledal simulacrima Un gu fu purt. bagnatadelflocchiodestro. lgnazio D'Amico ed Antonino I sacerdoti Filocamo. Giuseppe íu"roè ru""olti dal Sac. Li segue <<ilfenomenomiracoloso>>. ÉarU"rasi awicendanosulla,,bataoper osservare qualche buun vi ers vedere se <<per Foraneo, I'Abbate Don Filippo La Rocca,Vicirio per dell'ocqua>> introdursi pratticata opera qualche una indicato co o segnoche ovèise esclude<<ilminimo sospettodi causaaccidentaleo procurata>>. e,' quin"di, ' partedel popoMenire si cercadi placare<leurla ed i pianti di sgomentodi buona sonoconcordi il Sindaco ed Magistrato> <l'Illustrissimo Ci"-riiriu, tor, it-òàpltanodi .o" t;er"ìprete pellegrino che <<siproceda all'uffîciale lte.rifica->. portaiisi alternat'ivamenteail'àltezzadel volto del Cristo, lo si esamina,si scruta intee si toccanole parti superiorie posterioridel capo' riscontratodel tutto asciutto'persiindaga si <circospezione>> mentatudui decenni;>.Con lio e pie.rodi polvere<isedl no sulla corona di sPine. <Sividdechiaramentechenonvipoteaesserefrodealcuna>>. ed il viso nuoFrattanto, l'occhio destrotorna ad èssere<<tumidod'ocqueumore>>' ai.piedi inginocchiato Chillemi, Paolo Don guancio destrs>>. vamentebagnato oriùo ed sedia porta una su di si bianco, lino di fazzoletto un ta"sca dalla aétta statualtrae lacrima goccia della <<una ur"i"gu, con le lacrimeche sono soprae sotto il femorale, o"t

?Íi,ttti;iù vicini osservatoriaccertanosull'antico legno della sacrascultura uno sul viso, sul costatoe sullacintura' L'occhio destrosocchiuso<y'tl di lacrime>> <<striscio -10-


veduto quosi operto con lo pupilla intieramente turgida e bagnata Io parte per dove le lqcrime svevano scolsto>>. Ed anche giorni dopo sarebbero state constatate presenti <<lemacchie sullo palpebro inferiore e sulla muscella che segnavano la lacrimszione>>. <<Caratteri che non vi erano pria del giorno 15 Aprile>>. Fatta sgomberare la chiesa dai fedeli (si era già <oltre un'ora di notte>>,un'ora dopo il crepuscolo), un <<conciliabolo>> tra I'Arciprete e le autorità civili, militari e religiose prende atto della <<csusonsturale del mirucolo>> e si decide di stendere regolare <<Processo>>, <<Questoè un fatto che io lo predicherò per tutto il Mondo, ovunque andrò tale la testuale e stupefatta affermazione di Capitan Nicolò Salvo, di Nazione Spagnola, presente al <<portento>con altri due Padroni di bastimenti - giacché io vidi positivsmente lagrimare!>> Dopo il riconoscimento ufficiale della <<lucrimazione>>, sull'antico architrave della porta maggiore della Chiesa fu posta, <<aduniversale memorio>>,una piccola lapide marmorea con epigrafe in latino. Nei radicali lavori di restauro ultimati nel 1934 il testo fu riprodotto alla sommità del nuovo portale e la lapide settecentescatrovò diversa colIocazione all'interno del tempio, in prossimità dell'ingresso sotto la cantoria.

HIC LACRYIUETUS EST CHRISTUS CRUCIFIXUS. DIE 15: MENSIS APLÎS 1798

<Lacrime d'amore>>- I <<segni>> del miracolo Parte del batuffolo di cotone idrofilo (il <bombace>>) con cui Mons. Pietro Pellegrino aveva (asciuttato) alcune lacrime fu donata al Sacerdote palermitano Don Marco Antonio Vico Ricca che fu protagonista e testimone del <<celeste prodigio>> awenuto quella stessasera in casa Lo Miglio. Episodio meglio descritto nell'ultimo capitolo. Il fazzolettodi lino di Don fu diviso in due parti tra i Padri del Convento di S. Papino ed il Chillemi. "-" "Orr*mi Questa secondaparte, rimasta per volontà del padre alla figlia Marianna, monaca Benedettina, fu trasferita dalla stessaall'Arciprete Mons. Stefano Martineo (circa 1893). Ignota la destinazione successivaalla morte di questi, awenuta nel 1907. La prima metà del fazzoletto fu consegnata nel 1888 dal P. Guardiano francescano del tempo al sac. P. Pietro Marullo, chiamato a reggèrela chiesa di s. papino subentrando ai Frati allontanati dalle leggi eversive - per incarico del Comune, nuovo proprietario degli immobili religiosi. Morto Padre Marullo, restò depositato per qualche decennio presso I'archivio del Comune diMilazzo. Nel 1922<<ilsucro linò> fitrasferito dall'allora Segretario comunale Cav. Francesco Lo Duca al nuovo Superiore del Convento di S. Papino, tornato ai Frati Minori, Padre Teofito Conti. Ed è, questo piccolo venerato tessuto, quello in atto custodito in una teca dai Padri Minori Francescani di Milazzo. A . M. -

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il <<Consultofatto del Rev.mo Canonico Don Pietro Pellegrino

Arcipretedi questasemprefidelissimae lealeCittà di Milazzo a sua Ecc. Rev.maMons. Arcivescovodella Città di Messina sotto li 23 Giugno 1798)

Ecc.mo Rev.mo Sig.re Signore tn-ubbidienza all'indossatomi comando vengo di acchiudere aII'E.V. Rev.ma le carte da lei richieste intorno al sorprendente avvenimento delle lagrime vedute scorrere dall'occhio destro di una Sacra Immagine del Redentore Crocifisso, che si venera in q[uesta Chiesa di S. Papino dei RR.PP. Riformati con riferirle nel tempo stesso quello che in tale circostanza è caduto sotto gli-occhi miei unitamente àd.r.t pt".î.o raggrraglio delle cose accadute prima del suddetto portento di quanto erassi già quì praticato. Coít".rànri {uasi tre mesi, dacchè Dio sospesa avea la-pioggia a questa-Città e sue campagp"fte qo"li erano in sì misero stato ridotte, che non pur ci togli-er]-ano la sperian-zadi soìnministrare le produzioni destinate al sostentamento della vita, ma davano anche a temere che le stesse piante- seccassero' in così fatta universal calamità fummo d'accordo io ed il Magistrato con tutti insieme gli altri Capi doversi ricorrere all'intercessione del Santo Profeta Elia, e si stabilì*tli sollennîzzarsi un triduo nella Chiesa dei PP. Carmelitani, aI quale di diè compimento con una generale processione di penitenza-' In qúesto frattempo s'avanzavano delle nubi di maniera dense che promette.rrno dimomento in momento di volere scendere sulla terra disciolte in pioggia. Si vedevano di quando in quando cadere dal cielo alcune stille di acqua, ma indi in un tratto si scatenavano dei venti, i quali, dissipando le nuvole' facevano venir meno la pioggia tanto sosPirata. poi lascia le comuni aspe^teuesta altérnativa è durata parecchio giorni, fi1ché pristina serenità. Questa fu la ripigliava quando I'aere tativé totalmente deluse, la causa di una maggiore Jffliriott" che si sparse sopra tutto il popolo e che fece nascere in tutti il Jentimento di rivolgersi (con nuove preghiere) direttamente all,Altissimo e di celebrarsi un secondo triduo nell'anzidetta Chiesa di S. Papino con essere portato l'ultimo giorno in processione l'adorabile simulacro di nostro Signore Crócifisso, che erasi benignato sempr_edi accordare la desiata pio_ggia,ogni vo"lta che i nostri Padri avevano invocato il di lui soccorso in altri casi di estrema siccità. Si delibera duque darsi cominciamento in detta Chiesa il dì,11 Aprile dopo al pranzo, in cui Ia serenità era nella sua maggiore costan-za. Si è dovuta in {uesta ocàasione'staccare dall'altare la sacra effige per essere allogata in una base di legno onde, dopo il restare in detta Chiesa con intorno le più insigni reliquie, che si conducesse in giro processional[uì si venerairo, nell'ultimo giorno del triduo mente per la Chiesa.

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Appena fu rimosso dar.sacro parete-comparue subito il prodigio con essersi turbato l'aere e come. sidiè princìpio alre saàre fr;;i;;,;"minciò a tuonare ir cieto, venne ra pio.qsia, h qúale plr"iJ;;d;T;;à."i." p". morti giorni. "ràd" ottenutasi quindi ra grazia deil'acqua pareva essere cessato 1 motivo di più farsi la processiòne nell'riltimo p""""rr" ,"ndimeno 6"r""=a"tìriduo. l,opinione.... garentita dalla magg:iorparte della popolazion", di;;i;;t"ffi;"ffii": ri io mi prestai. venuto aunQue il rs aprile, "l si dispose una silrnr; diì"ì"rai, tenera e divota processione coll'accornpagnamelto di tutto il popolo. Ma euando essa era in giro, soprawenne una minitipiog.gia p;*;ài;;a copiosa e dirotta, onde gi'dicossi non procedere innanzi, dí;t-ii;;"Til;gil" nela vicina chiesa di s. dovd stiede conservata "con molta divozioie fino a domenica 15 -Giacomo, Aprile. I'appunto il dì memorabile delle lagrime vedute , .Q"":I".fu uscire dall,occhio destro di sì venerando Simulacro. Eccone la serie à"i Aià.' in prima trasportato dalla Filiare di s. ci;;;;;-nella Y"".1"sua chiesa di s. Papino il dopo pra,"zo didetto giorno con ugtral r"r"trn" p."lessiorre, e colla stessa folla di genté, onde il v"tr".ài pr""eìente era stato acóompaglrato, ed ivi fatta al popolo.una predica, si resero à di.l" ;;i;; dig.;";à'""Jt"".rto der re Deum. Terminati euesti atti di.religione, io in compagniídi atcuni preti mi era già in_ camminato per ritirarmi in càsa. Frattanto veìgóno con fretta a raggiungermi nel piano del Molo il regio segreto Barone D. Giovú n"tiiri"-i"lffero con altre persone circospette, le quali ripiene di stupore mi narrano che la sacra Immagine versava lacrime dall'oìchio.àestro, e che'essi, e tantissimi stati testimoni g:yll.i di questo pr9gig". Laforzadel lorparlare ed il tr"*o.", "tiJ"."ro onde li vidi assalati, fecero che io mi deliberassi di ritornarè insieme con loro alla du chiesa e nello istante medesimo mandai a chiamareì capi aerra ciitÀ peiissistere meco nella osservazione che doveasi fare. verso re ore 23 e tre gy.+i grurtq a pgcl distanza del convento di suddetti P'P' Riformati odo i gemiÎi e le loci che ^si il ói"r.à, uomini e donne abbandonate ad un inienso duolo, e Íial;indirtirrt.;dtidd#", ^lz^u^no o""rrprva quel_ I'esteso piano, scor.qo innocenti a""i"rii^prost_rati "h" al suolo, í quari piangendo a singhiozzi invocavino il santo Nome aioìo."r t"""ro roil" ai n.dr", di che ne rimasi altamente commosso. fèricemente col floseguqnd_o piu ortremiì;;;;;r" sig. Depui cap.no comand. oer corp-o-near"ài À.tìgù;;;-;;;; di spirito e di *i_ terio. Gli chiedo subito se erasi trovato presente,r ai"úrgrioJ prodigio delle la_ crime, e a dirmi ancora qual giudizio ne^avesse formato. -sis.;Ar"iprete E;;;rr" specie di smar_ rimento. che ben ali si le^ggev"ain volto *i .irpor" l,ho veduto cogl'occhi miei, noí vi è dffibio trasitda; "à "i, àió,ro ,on saprei dirgtieto. Appena divisomi da costui"h";lC;ri; m'imbatto nel sig."o^" n. rrancÀco catanzaro Regio Proconservatore, s,ggg_etto anch'egri di i;;ì" ben niontato;;i;"" discernimento dotato: come duello che era statò il primo_ad-osr"."r."i portàrrto, ebbe a .etrado di rarmene unìi rconst;i il;";;;ì;;

; rl ú;; tta,,""it''"i r tremoso feci concetto che"da non lieve .rig"iii*Ltri"-"*"rì"t,"' I dal di rui raÉera internamente compreso. Invitato dalle reiterate premure dei circostanti ad entrare in chiesa, mi diriggo a quella volta, mache? ai.primogiungere avanti ra porta maggrore, mi si offre una scena la più lusubre insième e l"apiù"com*,"y"îtg_. vegg-o una carca di gente, che ri do-ndari", e .tít".,ara s;;ì; f.;ili*lìo""""hio dalre cohfuse lament evori eTida,e dallo strepitoso

tempestara"i rr"Jaìi coi quarinon pochi;;ffi.#;;"o"il;: vasi. A questavista, mi arresto,e ricu"sodt;;;il;;i;ifi;;" che yavrei farto

al momento che ra chiesa fosse divenuta sgombra da tanta affollatasi mor_ titudine. Già l'aria cominciava ad imbrunire, e considerando che non era ben fatto di più lasciare in balìa di quel sacro entusi"r-o il i"-ù-àì ,à.." una parte non "d

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rawisano^eTft:*:l*Ì in tante gocciole a color rossiccio-lurido' Insomma vi si penetrato cla proronoa rim_ane accosta si vi fo.ti ,".rìitttenti patetici e chiunq[ue pure di legno che, tieAngioletto un stassi Cioce poi della In cima commozione. di alta costernaricolmo che e ,r" .o" ambe le mani ii titolo colle lettere I.N.R.I. chiunque piangere a muove che vivo, al così pianto p."""mpe in rmL*."o "i"rr" mira. lo -- -òorrf"r come la salda ragione la descritta Immagine è gjala sempre riputata dai nonoi tramandato primo Il calamità. sacra àncora nelle *iggi;"i _prodigio.a 1636 circa' nel essa di làvoro al padri appresso poco aiiémpi rimonta stri a saccheggiare-in ogni anno le.nostre Torme infestissime diioJuste.tèii-rttto espedienti adoperatesi per riparare gli umani inutili camDasne: essendo riusciti all'aiuto del cielo. si pensò rióorso ebbe ;i;#;;?',il;;;h; "iupp"rtq'anà,.si e al primo dilei ap-parieffigie, ,ttE.. di condurre ai flr"'gti infestatíIa portentosa sgombrando afdevastatori, qy"Al animaletti re si videro tosto fuggir! r ""*Ui ritorno' fatto più mai avervi senza trrol.-ò, f"tit aA nostro qual volta rtei In ispecial modo óoi si è sperimentatà prodigiosamente -ogpi accordata sempre avendo la Città, per giro in siccitàè stata mènata casi di nello proceslionil di ammirare noi a tocco "Jtr"*" come delle stesso corso r, pi"sgi" nel prosimili tre grazia,dgPo^dtri qrr-1*" a compier^si 1t in ,."'arr6'aprile, oggi Palazzata ".,i.t"tttt" Casa della riell'enirata fatti tiascorsi t"Àpi ."""nuti,^di ligi si venera un portone il vicino ""i interno mur-o nel Proto, Marchàse abitata dal Sig. fanale, che si accende ogni ó.o"inrro culodito a. rr"u vetrata, e col lume d'una allora che Baeli, gT.1î possesso di d.a casa famigtia i" q"esto inalzato a"u" il più volte enunciato siquel luo$o ""it", in trattenuto essersi di memoria in devota nell'atto che processopravvenuta p"; la dirotia pioggia all'improwisó ;ri;.; fu premufin-d'allora farniglia ta divisatì tnolfre conduceasì irrfiro. ri"nrf.tt"irte esistente nella crocifisso ss. del cappella della oGius Padionatuso il rosa di ottenere annua di onze ventiChiesa di S. papino, p.".ri. I'assignazio.t" ài una rendita, quattro. ^ ottenutesi p$ D,"Itronde è stato irrefragabile la tradizione delle piogge -qlÎ^ cioèt E usctto proverbio volgareseguente tt" ói"i" Mezzo, che già è piassataaI di Sa'n iàpko, ailudendosi g{n queste parolé ad, uno che mettendosi i"Cririfloo sopraggiunto da copiosl lioggta' abbia perío pir: ta disgru?{veàire i., ."rrr-i' è degnato ultimamente I'amoroso Gesù libeper colmo di t"rta b!"ài""ní^si prt"cchi infermi dii loro malori alla semplice.app\ic3z;t9ne rare istantan".-"r.t" ciglio e palpebra del Rinodel bambaóe con cui si asterse l'inumidito "1."1àti" mato Crocifisso. persona Il più sienificante ed appurato fra tutti è stato l'occorso nella distinta segretam-enterisconRev.ma I'E.v. potrà Ídvtigtio, d"1" $&;"d:;èil;pp" "he Chieric-o Regolare M' trare nei due attestaii'àel Rev.-P.'D. Mìrco Antonio Vico, e che insieme coSignora riferita della figlio e del nev. S. n. francesco Lo Miglio, q.o Magistrato, di Rappresentanza una a*parte-di trentatrè, di numero nflfi.i "r Ie comPi-ego. óriginalmente il noto zelo e l'alta Soero che duanto le ho estesamente detto possa interessare

I'ardentebramaS 9""n.v.n"ì.;; t" manierada restarappagata i"t"ffitii"if di sì prodigioso monument-o un'autentióó nopol"rione .or u".o"dtrle ri"i"i"t" con invi-

.À""ittt"ttto] fttntt" pto.ttitti*o a' suoi veneratissimi comandamenti gloria. di protedl"Uit" osseq[uioe risietto baciando lorlo della sacraveste mi fo' di Messina' Arciv. Monsig.r Rev.mo e Eco.mo Rev.ma starmi. Di Vostra Eccèlenza Pietro Pelservo osseQuiosissimo ed Umilissimo 1798. ciugno za Da]MilazzoD legrino ArciPrete. " Consulto^fattodal Rev.mo Can.coD. Pietro Pellegrino Arcip.te qi qY".tJt t^gT: pt" iia-*" e Leale Città di Milazzo a Sua E. Rev.ma Monsig. Arciv. della L:rtta ài Messinasotto li 23 giugno 1798' -16-


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personechefurono presential prodigio in parte Elenco<<delle parte chiesasticie nobili civili e militarb> le cui testimonianze furono <<attestate>> in un (secondoconsulto>> per documenta., re <il miracoloso awenimento>>.

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Barone Giovan Battista Lucifero, <<RegioSegreto>> Don Saverio D'Amico Impallomeni Sacerdote D. Francesco Impallomeni Sac. D. Ignazio D'Amico dei Minimi Sac. D. Antonino Barbera Sac. D. Eutichio La Motta Sac. D. Francesco Antonino Lo Miglio Amico Don Francesco Yentimiglia Don Giuseppe Magnisi Don Antonino Pellegúno Don Giuseppe Salmeri Clerico D. Francesco Antonuccio Don Francesco Catanzato Muscianisi, <<RegioProconservutore di questa Città>> Sac. D. Vincenzo Galletti Abbate D. Fitippo La Rocca, <<VicsrioForaneo dello Sempre Fedelissima e Leole Città di Milazzo>> Marchesino Felice Antonio D'Amico Capitano Andrea Depuy, Comandante del <Reggimento Regina Corpo Reale>>nells Piazza di Milazzo. Attestato <<suggelloto col suggello delle mie ormi>>o Giuseppe Anselmo e Gabriele Salerno, artiglieri del Reggimento del Cap. Depuy testimoni citati dall' ufficiale comandante Don Cesarino Proto Don Antonino Cumbo Don Antonino Proto Siragusa Barone Don Antonino Bonaccorsi Maggiore Giorgio Favalli, della <<RealPiazza e Castello di Mitazzo> Sac. D. Marco Antonio Vico Ricca, <<ChiericoRegolare M. detla Città di Pslermo>>,presente s Milazzo quale Predicotore quadragesimale I)on Saverio Lisbino Padre Serafino (Mora) ùaMilazzo, Riformato Don Antonio Moscaccio

(r)(Vidi con matura riflessione - così dichiarò, tra I'altro, l'ufficiale - che l'occhio destro del ripetuto Crocifisso era tutto pieno di lagrime al naturale e che una di esseera cascata sulla ferita del Cosiato (...) ed altra simile lagrima sulla finta cintura che mostra tenerlo legato alla Croce>>.

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La teca contenente il "sacro lino" della lacrimazione'


L'a lt ar e m aggior e s or m ont at o dall 'i m p o n e n t e b a l d a c c h i n o l i g n e o .

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IV Documentoemessodall'ArcivescovodiMessina Agostiniano,in data 26 luglio 1798 Mons. Gaetanoó;;ri,

NOS F. CAJETANUS M. GARRASIUS ORDINIS EREMITARUM S. AUGUSTINI' MISERATIoNEDIVINAARCHIEPISCOPUSMESSANENSIS,COMES REGALBUTI,DOMINUSALCARIAE,BAROBOLI'REGIUSQUEALATERE CONSILIARIUS ETC.

Adperpetuamreimemoriam,universisetsingulisnotumsit,cunctisquepategex N'M'D' testimonio nec non ex plurimorum probataeÍidei Civium Civitutis.Mylarum nobis consti tisse,decimo eiusdem relstione sdmodum nLv.lrcnrpresbiteri civitstis vespertina,maiorempo' hora 1798, anni currentis iurnto die praeteriti MensisAprilis opportunè è coelo Missa, puli partem pro ftuvio-piiiol, ìo*aiil enixèpetita tandem gratias Deo actursm confluxisse, ibiad remplum patrum ie\ormotórum s. Franiisci publicam ipsius ò*rn*t ex ligno confectamquae.per que Imaginem christi ói*iii ducts, iam, in idem Templum relsta civitatis loco sd exoptatsmpluviam obtinenilam modere,cernentibuscunctis, atque stupentibusvisam fuerat, ocwlo dextero lacrymis non casu,nec ullis humanisarRequerrauto priiiísa compertumlacrymas illas esse. tibus, sid miraculosofere modo excidisse' ut per hss igitur Amiris lacrymasRedemptoremnostrum humillime deprecemur, morquatriduo ut quem diligebat' quemadmodu* portqi,io* laciymatus estLazarum' ingentes,quibus undiqueobruimusserutuum revocavitaa vitii; ita cúm, ipsevidens mnas,fleverit, nos sb iisdemperamanter eripiat' Mensis Julii 1798' Dutum Messanaedie Vigàsimasexta MESSANENSIS FRATER CAJETANUS ARCHIEPISCOPUS Mag' Not' Pro' Perciabosco SacerdosD. Antoninus Caracciolo' & T. Vitus Zancla; PERCIABOSCO.

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(versione italiana dell'Atto arcivescovile)

Per perpetua memoria dell'avvenimento, sia noto a tutti quanti ed ai singoli e sia manifesto ad ognuno a seguito della testimonianza di moltissimi di provata fede dei Cittadini della Molto Devota Città di Milazzo, e non solamente dalla esatta relazione del Rev. Arciprete della Città che il medesimo ci ha notificato, come nel giorno l5 dello scorso mesedi Aprile, del corrente anno 1798, e nell'ora vespertina, la maggior parte del popolo, per preghiere invocanti la pioggia ripetutamente e con fervore richiesta, e finalmente così opportunamente inviata dal Cielo, affluisse alla Chiesa dei padri Riformati di S. Francescoper rendere grazie aDio, e che ivi I'Immagine di Cristo Signore Crocifisso, eseguitasu legno, la quale era stata condotta in pubblica processioneattraverso la stessaCittà al fine d'ottenere la tanto desideratapioggia, già era stata ricondotta nello medesimo Tempio, che, vedendo tutti i presenti bagnarsi I'occhio destro con lacrime a tutti quanti i presenti, stupefatti, fu dato di assistereal prodigio. Essendostato esaminato il fatto con diligenza, si poté constatarecon esartezzacome quelle lacrime non fossero frutto del caso, né di alcun artificio umano, ma scaturissero per manifestazione miracolosa. Pertanto, per questelacrime d'Amore, invochiamo umilmente il nostro Redentore che, allo stessomodo di come, dopo aver pianto Lazzaro, che gli era caro, lo richiamò ìn vita dopo quattro giorni; così egli stesso,vedendo le ingenti calamità alle quali siamo quotidianamente esposti, mosso al pianto ci allontani da essecon tanta amorevolezza. In Messina il 26 di Luglio 1798.

Frater CajetanusArcivescovodi Messina SacerdosD. Antoninus Perciaboscopro. Mag. Not. T. Vitus Zancla.& Caracciolo. Perciabosco.

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v (IL CROCIFISSODI MIL AZZO>>

storica sui FrancePadre Pietro Tognoletto, autore della più antica monografia posto tra quelli alterzo Milazzo di convento del iristo> scaniin sicilia(r),eterróa.,il delle cronologico però, I'ordine petralia, non rispettando, realizzatidaFrate u-ir" dà staè lacuna Tale datazione(2)' un'esatta artistale[gioso, nó fornendb G;; d"l Micale Antonino (1968) dal dottnoto reso e rinvenuto -irti"o da un documento ta colmata autore di una.pregevolebioe che ha consentitod é;;i;u Prof. Guido Macaluso in un predi S. Papino>> immagine sull'artista(Jr- di collocarela <<sacra gràiiu risposta una contempo al dando Umile, "iili"u Frate Eiro Ào*""to della viia e dell'attività di di s' con'to venr'le 75 al <<onze 1632-1633. Milazzo: itt pr"r"-u esaustivasulla sua Francedi I'annotazione Questa iiiiro p", tafabrica ils. t**osine di N.S. Cr.sso>>. <cartedi Famigliu alla data sco Baele,Barone di S. Ni;lò, i"nrrtu filza contabiledi 1 "-' - 635. p 45 del suo lavoro irÈ da supporre, ci sembra,- così Padre Guido Macalusoa ' per le spesesostenute' a saldo _ che le onzé75 donatenel 1635,sieno comecompenso - aggiungelo InÍstti súecbdentemente. per l,opera murariu e icultoreu giàeseguite ("') ci semCalvaruso di I'Ec9e-Homo (Ori"a"xo) studioso- se net tOSiTi icolpíto a Milazzo' Papino di s' bra ovvioallorafar risalire la suapresenzapressoil convento poco scolpito Convento detto fu nin oltre I'anno rch; il Crocifisso di liiiio*rit" 'tempo 1632>>' prima dell'Ecce Homo, cioè nel

insigni memorialisti Le prime e piir antiche citazioni storiche sono quelle di due milazzeslcoevi alla nascitadell'operad'arte' di Ponentelvi è nuova <<...Nelts taiS, pupi"o Martire postain la Marina (Padre F'sco Napoli' popoli> ii-iloi pl"ta e'devozioneprèssoi un Cristo sù la Croce"il;;; S' Papino] è di Chiesa <...&tla [la Memorie della Città iifrit^tLo, Ms., circa 1670). ivi manufatto cro^cefisso, de.l csppella ls vi è posta sula riva det *;;;;lp;;"nte.... (Padre Baeli>>' paironata dalla quale è famiglia la da un ríformato ai milla-àtíozion, F.sco Perdichizzi,MelazzoSagro,ms', 1696)' del 1798,ci offre L,Arciprete pietro pifeglno, net già considerato<<Consulto>> legnodi cipresso' in maestria più ben'intesa la seguenteàescrizione:<intigtiato conla (l)P. Tognoletto, Paradiso Serafico del Regno di Sicilia..,, Palermo, 1687. l'abito dei Mi(z)Frafe Umile da Petralia.soprana (1600-1639),al secolo Giovan Francesco Pintorno' vestì tra le attribuiti' sono sacro'--Gli scultore di artistica ed spiriiuale nori nel 1623 conducend" I"t"*à "it" c'ui quelto di Milazzo. Morto in odore di santità, è in corso il protante sue opere, trentarrè"ci".iii*iii" cesso di canonizzazione. ( 3 ) G . M a c a l u so ,F fa te u m ile d a Pe tr a lia so p r a n a , scul toredel secol oX V l l 'P al ermo,1968'

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RappresentailRedentoreMortosullaCrocechepiegailVenerandoCapodallatodemorte che o-i"isa socchiisi ,i""urn si vedeil velo della stro. (...) Gli occhi,ró'iriil ui':: solo piaghe e I" osse'le lividure 'le li copre.In tutto il Corpo si possonon'*"'oi e cosi copia' largu in sangue il cui sbocca sime. È mirabile qurtú aiiío"ro Costato.da naturalechepardiusciredalCorpoagonizzatod'uomoecheraggruppasiintantegocciole u color rossiccio'lurido"'>> Incisivoedefficaceilgiudizioartisticotracciatonellg3gdaPadreDamianoNeri qnl tipiopotto nelle sue linee essenziali(a): alcunofra le statuepiù perrette <<...i1crocifisso ir-uitouo, che è senzadubbio "' è unvero usciteduttennni a"tiíii":iili.'..1 è itfruttolo !ett!.pieryy:::i:9?rtistica gli oc' maestria"' e sapienza ritrae con capolavorodellapietà i'a"U;ort"'...t'àrtista chisvelati,laboccosemiaperta,ilca4tglievementei""li:"t?:1:::!:snounaespressioun paterno sorriso anchefra gli strane di inJinitu t"nrrrrro,,"'i'tiiirinro ài intrav,edere zi dell'agoniadel supremoabbandono"'>>!

L,artisticaseicentesca<<cappella>>delsS.Crocifissorimonta,'trannemo-destiinfinanziatadai nobili Baele' Il veneratoe mtterventi postumi, uff i"iriuf" i"àfizzazione racolososimulacro_sottopostoadgel"'t.11''inegliannilg80e^1997_ècircondato Santa OiS' B,',itiu"o' S' Costanzo'SantaBeatrice' <ab antiquo>datle t".àttíiq"it Corona Martire e Santa Fortunata' nelle cellettecon vetro. Rimossi di recentealcuni ((ex voto>, collocati

della scultura'il<<primoproo Risaleall,estatedel 1636,tre anni dopo larealizzazione Per contrastareI'invasione piìr fonti. t;;;unéuto"i da digio det venerutocr;;if"+;; aistruzionedelle colture fu deci ,r"1. cavalletre di "u-p'u'grr""i11u;i;;;;ìiincipiente portentosa effigie>>. ,à-li iro"a"rre ai tuàgli infestati ta au Porta Messinatoccò il villaggio immagin"" oiíiiotririma tu Non appena "r.itula fuga <<a delle locustelibe-nembi>>e più anni, altra di S. Giovan ni, <<alsuo primo apparire>>provocò non sonó da due secoli rando del tutto anchelJaltre cóntrade;<...e volta riaPParse>>. <perniciosasiccità>- fu registraa Il secondo(portento) - il primo riferito ad una il crocefisso nefa costanteprovaiio t**on"obile tradizione to nel 16gg.<<siccome giunse improwisa Nei<<pian9q:|g^":ft^Y fu condotto in pro""irià)L ailii"it*io>' nel grandeportone riparo trovare dovere a." e <dirorta> la ranto d;;ilfielr" !"1t MarcheseProto)' famiglia delpalazzobaronale;;iB;J"-ai3: ùicolò @[gip9ry1n^del e la quale protrasse Ctottfisso SS' che aveva finanziato"1i ;"]|ii;; " fu "uppèffàlèl rendita annua(s)' una di à"-i'".ogu'ione seóóto iiiVttt tale patrociniosino "i"ti" (4)D. Neri,

Le sculture

francescane

F rr-:r^ di'. Frate- Umile

r^ Petralia da

' nel terzo centenan( I della sua morte'

Roma'

efogato dalla città sin dal affiancava a',<obolo>_ann-uale lnjir"un" de'a famiglia Baeredi onze24si fu elevatoad onzeT'25' 1811 nel che conùib,rto ", seicenroper la <festiviàlàiislòià"iiirsor.

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Gio. vincenzo Baelecreò nello <<Aduniversolememoris>di tale everto, il barone perennementeilluminato da l*pi."olo crocefisso ligneo stessoportone un,icona palazzoa "o" è andata^distruttanel parziale crollo del f .ifù. un fanale. Nel luglio ré+i marmoedicola I'artistica fortunatamente, seguitodei bombardur*rrii uir"-rlri ini.gru, Baelecon riferimento Francesco barone a"l rea in bassorilievof"ro "pp"tt"";;{iih alla storicità e sacralità del luogo' .Lecronacheregistranoancoraunmiracololegatoall'ennesimasiccitàawenutanel de-ttuttó ascíutti cisternee pozzi>>(a1'1ilazzo ti48. <<Arsete vesets;à"niiàliiitra", ài settembre<<fucondotto processionalnon pioveva daf feUUiaio"d;q";ll'"""o1 il.3 aétideratapioggis ... non appens uscìla veneromente,e sene orr"nnrf,ioiioiliiiiti bile immagine>>. del 15 aprile 1798 fatto>>connessocon la lacrimazione o Eccezionale 1l<<sorprendente dell'Arciprete Pietro Pelle' <<Consulti>> ed attestaton"l oproírirri>-.olpotto dai due Ricca - <ChiericoRegoYico p"Ati Don Marco Antonio eúno. Il quadragesimuiiriu non appenaquella stessa Miglio Lo ospite di casa lare M. della Città di;;ú;t; <asciu!r"."i-:":l]:, aveva quale I'Arciprete il seraapplicò un poco di;À;;6";"o, per lo spaziodi quattro mesr "o., <<che Amico Migtio ío e sopraciglior, ,u ooirrìb-i"r"pp" segnochesvevadellegrandi conpativa da un dolor fir* *i iiiii ed attralione, a tal a migliorare e non ebbepiù niencominciò vulsioni, né ritrovava ifto' ("') <gll'i1tgn!9 da ogni dolore>>{6). te da quet momento;;" p"i-à'ia iasctatlibera di Fedetributato al crocefisso o Infine, nell,ottocento, eccezionaleil coraleattestato morbo colerico di Messina dal città> preservlto la dall,intera cittadinanza pef <<syer ,reita citta capoluogo <cagion9 strageorrenda>>(7)' lue>) del1iil; (<<l,asiatica dalts cappetla\ Ît espostoda "h; <<Ilsimulacro di Nostrosignore crorrrtito dilceso diede celebrazionedi solenne si quella in domenica l. dicembreli" t""?"ttiva. <Eé discorsodel SindacoBarone con tríduo, del ,,Te Deum,, ai ringraliirnenio a ctri"s"ra Lucifero>>.

del Regnoannunciavaper il giorno Il27 marzo1806un dispacciodel Protonotaro il principe ereditarioFrancesco con 4 del prossimomese r"ìàio"ndo rII di Borbone poi raggiungereMessina' Milazzoper a "rr" ed il fratello principer,""prr.ir r"i.ubero_giunti con la giornata coincideva il 4 aprile Febbrili i preparatìvi'à"it" urrtorità. E poiché del processione tradizionale la ai solennizzare liturgica del Venerdì é;;il^f;;"ito Papino S' di Crocirtsso SS' il per strade le Legno della Santa Cró|" .ón il <<trsdurre appenaottounnidopoitmiracolosoevento>>'Ilreedilsuoseguitosbarcaronoilgior,"ortuto da due legni da guerra napoletani{8)' no 3 dal vascelloinglese<<vanguard>> miracolata' Sac' D' Francesco Antonio Lo Midichiarazione ufficiale resa dal figlio della a*t** <<ocularetestimonio> dell'awenimento' ;ìì; ffii."; o ) P o c o m e n o d i2 0 m ila d e ce ssia M e ssin a .In fe r io ri al sOi contagi ati di Mi l azzo<<conl amortedi meno della metà>. I'impeto, delle armate napoleoniche tor(8)Ferdinando di Borbone era al suo secondo esilio in 'sicilia sotto Milazzó nel maggio 1802 dopo la concessa gia uiiltuto À;;"t tiii;[. nate ad impadro"i.ri O"irlJn.;ì deil'antico piivileeio del civico senato' ;;;;;;ú;;

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Dopo il ricevimentonella sedemunicipale diPalazzo Carrozza- presentidue ambasciatoridi Messinagiunti il giorno prima, i SenatoriD. ColonnaRomanoe G. M. Cardillo - (gli augustiospiti>raggiunseroilpalazzodel marchesepaolo proto <<ch'era appositamentepreparato per reale abitazione>. Nel primo pomeriggio del giorno dopo la solenneprocessione,che <<discendeva - - Duomo>>, dal incontrò sul <largodi S. Caterina>il simùlacrodel óocifisso e 4; q"ì - accompagnatadal Senatocittadino e dalle altre massimeautorità religiosee militari - si porto nel <<pianodel Carmine>> sostandodinnanzi al balconecentiale dei proto sul qualeFerdinandodi Borboneera affiancato dai familiari, dal SindacoSaverioD,Amico Impallomeni e dal marcheseProto. L'Arciprete Pietro Petlegtino<<asceso alla tribuna e nelpiù assolutosilgTtzlod'una piazza gremita di popolo>,'invocò il Crocefisso, rievocò lo storico motto di Costantinò e benèdisseil sóvràno. Ferdinando, ,,"orlitio e commosso>>, <<siumilia e piange al cospettodel popolo muto ed attoniío>>o. Mons.-Giuseppe Guarino,Arcivescovo* l^rrr"u(ro), giunsein visita pastoralea Milazzo il6 dicembre1890per la consacrazione dellanuòrraChiesadellimmacolata da lui donata,con l'annessoconventocostruitoex novo, ai Padri Cappuccini{lr). Reggeva I'arcipretura,qualeCurato Econonio,Mons. StefanoMantineo,che sarebbesiàto nominatoArcipretenell'ottobresuccessivo. Mons. Guarino ebbeospitalitànella casa del Mantineo - ubicata nel piano Baele(r2) - nella grande sala prospicientela piaiza e che da allora fu denominatacome <la stanzadel Vescovo>.tiomenica 7 dicembre, dopo la solennecelebrazione nel tempio dei pp. cappuccini, I'Arcivescov;;ú;.td <<devozionalmente)) a visitareil SS. Crocefisso. Mons. StefanoMantineo, il Sac.Pietro Marullo Rettoredelf-o accompagnavano - chiesa la sin dalla cacciatadei Frati Minori (1888)e PadreFrancescoda S. pier Niceto, P. Guardianodell'Immacolatae futuro Provincialedei Cappuccini(1892)pioprió Convento diMilazzo, elevatoa sededel Provincialato di Mèssina,e-taleíino ài primi ".i anni di questosecolo. a lungo in preghiera ed in umile raccoglimento . Mglrr GiuseppeGuarino <<so1!ò ai piedidell'altare del miracolosoN.S. Crocefissó>>, è, prima di lasciarervttl"iró,iil"vette da Mons. Mantineo il dono del <bombace>con-il qualel'Arciprete fellegiino aveva <<asciuttato> alcune lacrime del <<mentovato miracolo>. Operadelloscultoremilazzese Francesco Greco(1894)il bustomarmoreodi Mons. Guarino scolpito dopo la sua elevazionealla porpora cardinaliziaeche tutt'oggi campeggianella sacrestiadella Chiesadi S. Giacomo. Una significativatestimonia-nza dei particolari legami tra I'illustre presulee la città di}y'rilalzo. Il primo <<Centenario della Lacrim*r"ri, fu organizzato da un Comitato di sedici componentipresiedutoda Paolo Piraino Aricò. i'anniversario fu rievocato- su invito dell'Arciprete Mantineo e del Vicario Sac.GioacchinoAntonuccio - dal quaresimalistaCanonicoGiuseppeCarusoil qualesabato15 apriletenneun <<Discorso pa(s)Partito il 5 aprile, via terra,. alla volta di Messina, il re avrebbe fatto ritorno a Milazzo il successivo mercoledì dopoPasqua,,9 apllle,.per <veleggiare veiso Palermo>>aòpó curt.tto ed una rivista m i l i t a r e s u l I i t o r ale d i S. e a p in o . ""1"ìiiia"i (r0)Il Cardinale Arcivescovo,Guarino.(1827-1897) res_se la diocesi di Messina dat 1875 alla sua morte. (Uomo di Dio>, fu certamente uno dei piir grandí.prelati detu crrlèÀa aiiìuo teÀil. Le sue <virtù eroiche> sono oggetto di esame nel processo di ianoni2zazione rn corso. (rr)L'iniziativa di Mons. Guarino si collocava nella sua politica di rinnovamento spirituale impresso all,intera diocesi e di rinascita degli ordini monastici e delie congreg-ió"i iàììiiór. àopo te teggi eversive seguite all'unità nazionale. (12)Un edificio settecentesco a due piani, abbattuto negli anni Sessanta per una moderna ed alta edificazione fuori tono.

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crocifisso recitato trio in occasionedella centenaria solennitò detleLagrime-d!Gesù ProlusionedaCaltagirone>>' da Carusó Giuseppe in Milazzo il 15 aprile rcgAaat Can. ta alla stampa. Domenica16aprile<liturgiaprocessionale>>lungolo<<storicopercorsodellT98> daGioacchinoBonaccorsi<<resa>> e solennizzatada una uffo"""io"" àel SindacoCav. vanti alla Chiesa di S. Giacomo' QUÍ IL XV APRILE MDCCCXCVIII IL PRIMO CENTENARIO zu- CEiEBRATO -PSLLN MIRACOLOSELACRIME Oei slltaurAcRo DI QUE Tq-cRocEFISSO PIANTE -TNA T-BPREGHIEREDI UN POPOL-O. sóovrBNro DA PUBBLIcA cALAMITA cESSAVA cnÉiN -- _E òÚBL GIoRNo MEDESIMo AUÌ NEL PERPETUORICORDO RESTI -_ CbNSACNATALA PIA TRADIZIONE DI UN'ANTICA FEDE MILAZZESE G. CHINIGÒ Scrisse sul lato destro dell'inapposta comitato il componenti dei nomi i (Lapidecommemorativa- con oressoall'internodella Chiesa) * * :É

festeggiamnetiper <<laguerra venti anni dopo, il 3l dicembre1918,sulla scia dei straordinario al comune di Milazzo cav. NatalePuvittorioso> il Regioc;;;is;;rio nel corDeum-patriottico> glisi, milazzer",pro-"orJ" n.ffu ótti"tu di S' Papinoun <<Te Ancrocefisso>>. ss. al ringraziamento di <<epistota i"" àl,ii""r. r, dilil;;;-oiunu uti;"tptessione di Fede scanditadalla Storia' "ó* A GESÙ CROCIFISSO QUESTO TEMPIO CHE RACÒOLSE LE SUE LACRIME INiERAMENTE RIFATTO E DECORATO =TN PrcTN DEI FIGLI DI FRANCESCO E LA PIA MUNIFICENZA PEPPINA PROTO VCd.TRACUZZI SIG.RA DELLA "NÉl xif òENTENARIo DELLA REDENZIoNE OFFRONO APRILE 1934 Architetto Ing. G. Mallandrino ( Ep ig r a fe a ll' in g r e sso d e ll a C hi esa' sotto l a cantori a)

ft celedelta <<Lacrimazione>> Infine, giovedì 15 aprile 1948il ,ri))r,*r-sa.ri9 Lucia S' di vescovo cammarata brato, con la tradizionali sàlennità,da Mons. Luigi commemota Paino' Angelo Mons. di Messina à.i"r"rli"-, p.i delegaaèit-'Àrciuescovo protosionedi PadreBonaventuraPistorio (O'f 'M')' razioneufficialef" rc;;;l;una assenteper elavg.ilfermità A chiusura,it Vice SinAa"oIir. GiuseppeFogfia$ a nome della Civica Amlettura, diùe il SindacoOn.le Franclr* iu"f" Lo Presti al SS' Crocefisso>' Milazzo di Città della ministrazione,di un ,iàtto af consacrszione papino, composeun <<InS. di p,f;;i;fuo convento del co"ii, In quella occasione G. Crisostomod'Antonio' no al ss. crocffisso>>,"p-ór. a.r confratelloP. A. M. -28-


La Chiesa di S. Papino o del SS. CrocifÍsso

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Fu ricostruita dai Frati Minori Riformati nel 1620sullefondamentadi una chiesettarinascimentale (donatadalla città con atto del 16lg a padre Benigno da Genova, Generaledell'ordine Francescano)dedicataal Martire orientàle: Papino - o secondoaltre antichefonti, pappiano - vittima della persecuzione di Dioclezianoe nel "Martirologio Romano" riportato al 2g giugno. eui avrebbetrovato sepolturail "sacro corpo del santol' la cui ,,arcal' gettata=in mare dai pagani zoroastriani della nativa Armenia sarebbeapprodata nel 264 sul vicino lido per "le onde guidateda divino portento',: il-nuovo e vigente calendarioreca al 29 gennaioun S. pappia martire. Il tempiettofu ingranditotra il 162l ed il 1629in concomitanzacon I'am_ pliamento del convento che, comela chiesa, fu interessatoda munifici finan_ ziamenti cittadini: nel 1650è documentatal,artiva presenzadi 14 conventuali in una struttura definitiva già dotata di 32 cellee chJsino al settecenroera pro_ prietaria, e si circondava,di una vastaestensionedi giardini e di orti. L'attuale impianto .dellachiesarisale ai radicali lavori operati tra il l72o ed,il 1725dopo i gravi danni dell'assediospagnolodel li-lg-lg. Più recenti e considerevolirestauri ed abbellimenti effettuati tra il l93l ed il 1934a cura del messinese ing. GiuseppeMallandrino - allievo dell,arch. ErnestoBasile- checonferì al prospettodi stile tardo rinascimentalel,attuale architetturabaroccarimarcata per il movimento di massadel suo disegnocon_ cavo' La pesanteed artisticaporta ligneaprovienedall'antica chiesafrancescana di S. Maria degli Angeli in Messinadistrutta nel terremotodel 190g. L'interno è ad un'unicanavecon seialtari laterali.La primitiva chiesasei_ centesca- improntata ad austerasemplicità francescana- avevai due soli altari della Madonna e del crocefisso. Nel Settecentofurono aggiunti quelli prossimiall'ingressoe nei lavori realizzatinelprimo ventennioai liesto secolo quelli del cuore di Gesùe di S. Francescod'Assisi Sullaparetedi sinistra,nell'ordine,gli altari sonodedicati:a ..s. pasqua(artisticopaliotto marmoreosèttecentesco con stemmagentilizio dei !.B.g,i.lon" zirilli, antichi patrocinatori e statua lignea del santo dello stesso-secolo); alla "Madonno della Provvidefizo", realizzato dai Baroni Di Blasi - c. 1660-, con effigie lignea parzialmenterestaurata,con cartapesta,nel 1723ed,alterata da altre tiirteggiatureimproprie nel 1913,che hannó copertoI'antica e pregevole decorazione;ed al "sacro Cuore"o). Sul lato opposto si succedonogli altari di,"s. Antonio da padova", d,el "ss. crocefisso" e di "s. Francescod'Assisi" sul sito dell'antico pulpito dal qualesi accedeva dal chiostro.Al tardo Settecento risalela ,,MadonnqAddo_ lorata" in paglia e ceragià collocatain una vetrina angolaredi fondo, opposta al pulpito. rr)S. Pasquaìe è scultura Pglicroma di FrancescoAntonio Dg Ma{ nel 1750. Le statue di S. Antonio. S.Francesco

edelSacro cuoresonoopere in ca.taièJta aùù itì"i vèfi' a.ìist"-r,iieiAi"ói ili;il:

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Il..Crocifisso,,ligneopostosull'altarecentraledidestra(Monumento Umile da Petrslia (1600-1639) nazionale)è operain,ig"* a"ii*\"?ltyo.!:ote il 1633.Scolpito in legno di cipresso reatizzatoinloco auu'liìiJu t. ait t632e èespressionedella-*,iou.isticadiGiovanFrancescoPintorno.Labellisdella scultura siciliana di quel secolo sima effige - .r"*prui" pì"r"""ilrrimo indied un realismoraffigurativo vibranti di - possiedeunup,'""i*tittit" plaper la anche perfette sueoperepiù cibile spiritualità. certamenteuna delle e Pietà della definita "un vero capolavoro sticità dell'incisione J^;;;;;"" dell'Arte". Lamirabilesculturaelacappellafuronofinanziatedalnobileml|azzese documentazionedi tale patrocinio la Barone onofrio saete ;-aotbiamo alla dell'altare(1635)che preceiu ,u"..rriva sistemazione datazionedell,opera" ;,nri*" immagine.L'artistica capsacra n-aigio" della dettedi un solo urrrro,t voto" e da sacrerelique: "ex pella è costellata,nei vani u u"t'o' da numerosi Martire e SantaForCorona Santa S. Emiliano, S. cortuttlo, i""i" É*'rice' ,*ulSrru del tempio e la cui epigrafeè lapide del tempo, appostaall,ingresso portentosalacrimazionedel venerato .iportutu ,oì portur".ttià"to,^iico'du la simulacro avvenutail 15 aprile t7?8' - . ligneo dell'altaremaggioreincorniL,imponentee uetiissimobaldacchino (alquanto degradata)raffigrrrante "Ls Mscia una maestosatefa Jef Seicento onofrio Gabrieli ai pénnello dàl messinese donna degti Anget,:;;b;il S' Papino con raffigurato è e nella q";ú;;; i Santi francescani (1619-1706) àrmaturadi cavaliereromano'(2)' .:^ ^r+^-^i- legno, ra Trrazroio i"gno mancadell'originario altare-in Il pregevole "inoiio nalmentesostituitonellg34conunoinmarmo:sinoalsecoloscorsoquattro altari del tempo erano tutti in legno' ;;i;iùt" è a due ordini con cupola a tre Il ciborio, bellissimoper linea e fattura' lucernacon croce.Nelsemplice da una spicchidecorata J;'i;";;Ino"tutu a cassettoni,le effigi intagliato " botte a la bella cappelletta*'"ir"r.; ."" tetto di S' Chiara' di S' Bonaventura'e dellaVergine,di S. Pasquale,di S' Francesco' - sono evidenziatealcunecaNel baldaccrrino] Jaí'intaglio vigoroso del ciborio: coppia di colonne aggetratteristichearchitet"tonichee decórative e baseintagliati od intarsiati' tanti, capitetti compJJi, i*ottu-po Lu' sono dell'intagliatore dell'ordine Frate Le due uellissiil oú;ii;;"" dovicoCalascibettada-Petrgliasopranacheviiavoròtrail|72oedi]l|724' raffigurano S. Bernardino,S. PieLe piccole tele adotio iignoto delsettecento) tombe patrizie sono del XVIII secotro, S. Bonaventura Sl Fuofo' Tre belle " nobile e notabile cittadino Alberto lo. La prima, prorriirl'uirli"lesso, è del Vincenzo Zirilli (1730-1769)' Patti Lucifero (1750)e del marLe altre orr" ,orro aJiu turorr"rru caterina (1691-1774)fattarealizzaredallo stesso cheseAntonio o'amico ai s. norote a nellT6l.Tutteetreportanol,improntadell'artescultoreadelmessinese ;r*.rr"_" ,*.rficiale da Biancavilla.

nel 1922 da Titta Sangiorgio della grande pala d,altare è stato opefato

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Giuseppe Buceti, che nel 1762 realizzò I'antica fonta monumentale del Mela di piazza Caio Duilio. Gli affreschi ed i decori del soffitto sono di Salvatore Gregorietti (1934)G), collaborato dal fratello Guido. Raffigurano "l'Apoteosi di s. Fluncesco,,. scene della vito del ssnto di Assisi e medaglioni con s. Bonaventurs, s. Etisabetta d'ungherio, s. Ludovico IX di Francia, s. Antonio da pqdovla, s. chisra e s. Bernsrdino ds sienq. Le sei lunette con scene di angeli e motivi decorativi con putti e festoni di gusto settecentesco.In stile quelle della zona absidale e della cantoria. Le recenti e bellissime vetrate policrome istoriate (1995-96)raffigurano mo_ menti della vita di S. Francesco d'Assisi. Ne è autore I'artista siciliano padre Alberto Farina, dei Frati Minori, che da anni opera a Firenze. Altra sua opera il pregevolecrocifisso astalein bronzo, che rinvia ad esemplari del classiciimo toscano. Dirimpetto alla chiesa - elevata a parrocchia nel febbraio 1965- un basamento, restaurato nel 1981, reggeuna colonnina in marmo sormontata dalla croce eretta nel l'120 al posto di una più antica e considerevole croce lignea con i simboli della Passione, collocata nel rispetto della tradizione francescana. L'austero chiostro del convento (venti colonne in arenaria) è stato interessato da recenti restauri (1986-87).Al suo ingresso superstiti, iabili testimo_ nianze degli affreschi che sino all'800 lo adornavano pe. intero (episodi del vangelo e scenedi storia francescana) realizzati da Frate Emmonuele ds como dei Minori Osservanti (1625-t1-0l). Già sede di numerosi capitoli provinciali dell'ordine e di una scuola Serafica ripristinata nel 1922 ed attiva sino agli anni cinquanta, il convento (1620-30)fu espropriato nel 1888e trasferito al comune. concesso ai pp. Francescaniin enfiteusi nel 1910, fu definitivamente ceduto loro in proprietà nel 1945. Nell'antico refettorio un olio su tela'lunettata (ignoto aìt tarao Seicento) restaurata nel 1993)ripete I'iconografia dell,ultims cenq. Tra i numerosi illu_ stri ospiti, da ricordare lo scienziato Lazzaro spallanzani, aMilazzo (ottobre 1788) per indagini geografiche e geologiche estesealle vicine Isole Eolie.

A. M.

(3)Salvafore GREGORIETTI @alermo,_1870-1953),allievo di Enrico Cavallaro, segnò una stagione significativa dell'arte decorativa siciliana del primo Novecento. Ai numerosi lavori in città della Sicilia, della Òalabria e della puglia, affiancò realizzazioni di prestigio a Palermo (Palaz.zoReale, Villa lgea,PalazzinaCinese, T-eatio gió"io, Èarrca d'Italia, è palazzi gentilizi); a Messina (Duomo); a vìlle e vetrate, porcellane ed arar.i calle"ori e disegni del Liberty fiorito. Il suo pennello realizzò anche i perduti dipinti dei saloniàei transatlantici "Giulio Cesare", "Duilio,, ed ,,Esoeria".

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