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ELISABETTA ROSSI interview
interview
ELISABETTA ROSSI
Interview by Alessandra Scarci
Elisabetta Rossi modella vicentina, classe 94, bellezza disarmante, vitalità contagiosa e due impianti cocleari alle orecchie con un interruttore del suono ON/OFF. Elisabetta è una vera forza della natura e siamo felici di averla come nostra ospite.
Elisabetta Rossi, model from Vicenza, born in 1994, stunning beauty, contagious vitality and two cochlear implants in the ears with an ON/OFF sound switch. Elisabetta is a true force of nature and we are happy to have her as our guest.
Alessandra Scarci: Ciao Elisabetta e un caloroso benvenuto da GlamourAffair. Come hai trasformato la tua diversità in un punto di forza? Elisabetta Rossi: Ciao a tutti e grazie per l’invito, è per me un piacere essere qui con voi! Devo tutto ai miei impianti cocleari, ovvero due orecchi bionici, e al Dott. Riccardo D’Eredità, medico e uomo per me speciale. Trasformare la diversità in un punto di forza è difficile per ciascuno di noi e lo è stato anche per me. Inizialmente provavo invidia per chi riusciva a sentire, a parlare spontaneamente, senza dover interpretare la mimica facciale. Io invece avevo sempre il torcicollo! - sorride. I nuovi modelli di apparecchi acustici erano per me insoppor- tabili e non miglioravano affatto l’udito. Così, senza pensarci due volte, a 17 anni ho deciso di affrontare due interventi a distanza di un mese. Oltre alla paura delle persone che mi vogliono bene e la paura per me stessa, ho dovuto affrontare un’anestesia totale e 4 ore in sala operatoria. Come ne sono uscita? Da vincitrice. Posso dire che ho final- mente i 5 sensi e mi sento autonoma e indipendente. Ora per esempio, posso viaggiare senza dover chiedere dispera- tamente a qualcuno cosa fare. Uno dei vantaggi di cui godo grazie ai miei orecchi bionici è avere un interruttore ON e OFF del suono, utilissimo soprattutto dopo una giornata pesante, quando ho bisogno di staccare la spina!
Alessandra Scarci: Hi Elisabetta and a warm welcome from GlamourAffair. How did you turn your diversity into a strength? Hello everyone and thanks for the invitation, it is a pleasure for me to be here with you! I owe everything to my cochlear implants, or two bionic ears, and to Dr. Riccardo D’Eredità, doctor and man for me special. Elisabetta Rossi: Turning diversity into a strength is difficult for each of us and it has been difficult for me too. Initially I felt envy for those who could hear, to speak spontaneously, without having to interpret facial expressions. I, on the other hand, always had a stiff neck! - he smiles. The new hearing aid models were unbearable for me and did not improve hearing at all. So, without thinking twice, at 17 years old I decided to face two interventions after one month. In addition to the fear of people who love me and the fear for myself, I had to face total anesthesia and 4 hours in the operating room. How did I get out of it? As a winner. I can say that I finally have 5 senses and I feel autonomous and independent. Now for example, I can travel without having to ask someone desperately what to do. One of the advantages that I enjoy thanks to my bionic ears is having an ON and OFF sound switch, very useful especially after a heavy day, when I need to unplug!
AS: A che età hai scoperto di avere l’udito danneggiato e come hai affrontato questa situazione? ER: Ero molto piccola quindi ho dei ricordi sfocati. All’età di tre anni e mezzo iniziai a non rispondere alle domande dei miei genitori ed insegnanti e iniziai a pronunciare male le parole, storpiandole. Non sono nata con un problema all’udito, la mia è una sordità acquisita quindi ho potuto sentire per i primi anni della mia vita. Successivamente, dopo diverse visite mediche e accer- tamenti, i medici hanno scoperto la mia sordità, le cui cause rimangono, purtroppo, ancora ignote. Ho portato per un lungo periodo gli apparecchi acustici e ho fatto molta logopedia.
AS: At what age did you discover that your hearing was damaged and how did you deal with this situation? ER: I was very young so I have fuzzy memories. At the age of three and a half I started not to answer the questions of my parents and teachers and I began to mispronounce the words, distorting them. I wasn’t born with a hearing problem, mine is an acquired deafness so I was able to hear for the first years of my life. Subsequently, after several medical examinations and tests, the doctors discovered my deafness, the causes of which, unfortu- nately, still remain unknown. I wore hearing aids for a long time and did a lot of speech therapy.
AS: Ti sei laureata all’Accademia delle Belle Arti di Venezia. Quanto è importante il ruolo dell’arte nella tua vita? ER: L’arte per me è tutto. Non si tratta solo di tecnica, propensione al disegno, bisogna essere in grado di trasmettere emozioni. E non è così scontato! Vi mostro una tela disegnata nel Natale del 2011, all’età di 17 anni, dopo aver ottenuto i due impianti cocleari. Intitola “Felicità infinita”.
AS: You graduated from the Academy of Fine Arts in Venice. How important is the role of art in your life? ER: For me, art is everything. It’s not just about technique, propensity for drawing, need to be able to convey emotions. And it is not so obvious! I show you a canvas drawn on Christmas 2011, at the age of 17, after obtaining the two cochlear implants. It is titled “Infinite Happiness”.
AS: Come è nata la passione per la moda e quando hai capito di voler intraprendere la carriera di modella? Quale progetto è stato il più importante per te? ER: Ho sempre avuto una forte passione sia per la moda che per la fotografia. Sin da piccola amavo farmi fotografare insieme ad amici, parenti e ho avuto la fortuna di crescere fra “appassionate di cucito” – la famiglia di mamma- da cui ogni carnevale venivo trasformata in uno dei cagnolini de “La carica dei 101”, Biancaneve e altre meravigliose principesse. Diventare modella è stato un puro caso, stavo attraversando un periodo buio e non credevo in me stessa. Un noto fotografo padovano mi ha accettata come “modella per un giorno” e da lì è iniziato tutto! Per me ogni shooting e ogni brand sono unici e speciali quindi porto ogni progetto nel cuore. Mi sono sempre divertita su ogni set.. un lavoro che non sembra un lavoro! AS: How did your passion for fashion come about and when did you understand you wanted to pursue a modeling career? Which project was the most important for you? ER: I have always had a strong passion for both fashion and photography. Since I was a child I loved being photographed together with friends, relatives and I was lucky enough to grow up among “sewing enthusiasts” - the mother’s family - from which every carnival was transformed into one of the dogs of “101 Dalmatians”, Snow White and other wonderful princesses. Becoming a model was a pure accident, I was going through a dark period and I had not believed in myself. A well-known Paduan photographer accepted me as a “model for a day” and it all started from there! For me, every shooting and every brand is unique and special so I carry every project in my heart. I’ve always had fun on every set .. a job that doesn’t seem like a job!
AS: Qual è il tuo sogno nel cassetto e quali sono i tuoi progetti futuri? ER: Ho tanti sogni nel cassetto, il più grande è quello di avere i processori nuovi per gli impianti cocleari, quelli attuali purtroppo tra un po’ andranno in pensione. Inizialmente pensavo che avrei lavorato nel settore del graphic design invece le cose sono cambiate. Chi mai avrebbe pensato che sarei diventata modella?! Cerco di vivere nel presente, senza pensare troppo al futuro. La vita è così bella e imprevedibile da doverla vivere senza mai smettere di sorridere!
AS: What is your dream in the drawer and what are your future plans? ER: I have many dreams in the drawer, the biggest one is to have new processors for cochlear implants, unfortunately the current ones will retire soon. Initially I thought I would work in the graphic design sector but things have changed. Who would have thought that I would become a model?! I try to live in the present, without thinking too much about the future. Life is so beautiful and unpredictable that you have to live it without ever smiling!
AS: In una società fatta di apparenze e pregiudizi ciò che “esce dal coro” viene emarginato. Ti sei mai sentita esclusa nelle situazioni sociale o professionali? Se sì, come hai affrontato questi momenti difficili? ER: Faccio un po’ fatica a rispondere a questa domanda, perché sono sempre stata una persona molto vivace e intra- prendente. Naturalmente mi sono sentita esclusa quando portavo gli apparecchi acustici, sentivo poco e parlavo malissimo. Gli anni più difficili sono stati quelli dell’adole- scenza, mi sentivo inferiore e provavo invidia verso l’essere umano “perfetto” con 5 sensi completi. Questo è accaduto fino ai 17 anni, poi, dopo aver ottenuto i due impianti cocleari, sono rinata, mi sono sentita finalmente “umana” e non ho più avuto rapporti sociali e professionali complicati. Amo essere circondata da amici e partecipare alle feste, insomma non passo mai inosservata!
AS: In a society made up of appearances and prejudices what “comes out of the chorus” is marginalized. Have you ever felt excluded in social or professional situations? If so, how did you deal with these difficult moments? ER: I find it hard to answer this question, because I have always been a very lively and enterprising person. Of course I felt left out when I wore hearing aids, I heard little and spoke very badly. The most difficult years were those of adolescence, I felt inferior and I felt envy towards the “perfect” human being with 5 complete senses. This happened until the age of 17, then, after obtaining the two cochlear implants, I was reborn, I finally felt “human” and I no longer had complicated social and professional relation- ships. I love being surrounded by friends and attending parties, in short, I never go unnoticed!
AS: Sui social hai molto seguito, chi ti stima, chi apprezza la tua spontaneità e chi condivide con te una esperienza di vita simile. Quanto è importante per te il rapporto con i tuoi followers e quanto conta essere un esempio di coraggio e positività? ER: Sui social cerco sempre di essere me stessa condivi- dendo momenti in cui sono con il morale un po’ a terra e altri di pura felicità. Amo leggere le storie di coraggio che ricevo dai miei amici virtuali, non mi piace molto chiamarli followers. Il messaggio fondamentale che trasmetto princi- palmente è che non bisogna abbattersi se non ci si sente all’altezza. Chi potrebbe determinarlo? I limiti sono solo mentali, possiamo realizzare qualsiasi sogno! Non ho paura di essere me stessa, nonostante le mie insicurezze. Bisogna avere il coraggio di mostrarsi e amarsi per ciò che si è, siamo tutti meravigliosi a modo nostro!
AS: On social media you have a lot of followers, those who respect you, those who appreciate your spontaneity and those who share a similar life experience with you. How important is the relationship with your followers for you and how important is being an example of courage and positivity? ER: On social networks I always try to be myself by sharing moments in which I am with a little grounded morale and others of pure happiness. I love reading the stories of courage that I get from my virtual friends, I don’t really like calling them followers. The fundamental message that I mainly convey is that you don’t have to break down if you don’t feel up to it. Who could determine it? The limits are only mental, we can make any dream come true! I am not afraid of being myself, despite my insecurities. We must have the courage to show ourselves and love each other for what we are, we are all wonderful in our own way!