Ispezione termografica sentinum - 2010

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Fotografia e Termografia Aerea

ISPEZIONE TERMOGRAFICA

OGGETTO: Termografia Aerea per indagine Preventiva sul sito Archeologico di Sentinum (lavoro sperimentale per tesi di specializzazione) DATA RILIEVO TERMOGRAFICO: 26-27 Agosto 2010 STRUMENTO: FLIR TAU 320

SENSIBILITA’ TERMICA: 0,08 °C

OPERATORE CERTIFICATO UNI EN 473: Mauro Migliazzi, certificato per il metodo IT/TT con Attestato di Livello 2 n° 18530/PND/C rilasciato dall’ente CICPND in conformità alla norma UNI EN 473 TECNICO ARCHEOLOGO : Fabiola Sivori, archeologa specializzata in Archeologia Classica.


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1.INTRODUZIONE Il lavoro consiste in un’analisi termografica del sito archeologico di Sentinum da piattaforma aerea a controllo remoto. La piattaforma utilizzata è rappresentata da un velivolo VTOL - FPV (Vertical Take-Off & Landing - First Person View) controllato da remoto, la termocamera montata sullo strumento è la FLIR TAU 320.


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2. AREA DI STUDIO L’area di studio è quella di Sentinum, nel territorio di Sassoferrato in provincia di Ancona. La città romana di Sentinum fu un fiorente centro di media grandezza in epoca tardo repubblicana e imperiale, come testimoniato dai rinvenimenti archeologici e scavi realizzati nel corso del tempo nella zona, nonchè da numerose epigrafi1 provenienti dall’area della città. L’interesse archeologico nei confronti dell’antica Sentinum ha le sue radici nel primo Rinascimento, con gli studi di Ciriaco d’Ancona e Biondo Flavio. A partire da questo momento, l’interesse degli studiosi si concentrò sui temi legati alla famosa battaglia ed era attirato periodicamente dai ritrovamenti, più o meno fortuiti, provenienti dalla zona. La storia dei ritrovamenti e delle ricerche moderne può esser fatta iniziare con la messa in luce, alla fine dell’Ottocento, di un’ampia porzione della città, a seguito dei lavori per la costruzione della ferrovia Fabriano-Urbino. Il tracciato, tuttora esistente, attraversa da nord a sud il sito di Sentinum, quasi tagliandolo a metà. La trincea scavata per l’alloggiamento dei binari, che corrono a una quota più bassa rispetto al piano di campagna attuale, comportò la distruzione di tutto il materiale archeologico da essa intercettato, ma contemporaneamente permise di osservare, lungo le pareti delle scarpate, due sezioni esposte della lunghezza di quasi 300 m ciascuna. L’ingegner Raniero Mengarelli, che aveva seguito i lavori, produsse una documentazione che oggi non risulta particolarmente dettagliata, ma certamente di buon livello per gli standard dell’epoca. Si tratta in particolare del rilievo, in sezione e in pianta, di tutte le strutture messe in luce lungo le due scarpate della trincea ferroviaria.

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CIL XI 5735, 5736,5737, 5738, 5743, 5745, 5748, 5749, 5760, 5761, 5762,5764, 5789.


Fotografia e Termografia Aerea Nuove ricerche sistematiche sul sito furono dirette dalla Soprintendenza Archeologica per le Marche a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso. Tra il 1954 e il 1960, L. Fabbrini2 condusse una serie di indagini di scavo in vari settori della città che misero in luce, oltre a nuovi tratti di viabilità urbana, anche importanti complessi edilizi quali le terme urbane, la fonderia, la cosiddetta “insula del pozzo” e un tratto di cinta muraria con annesso bastione nel settore nordovest della città. Successivamente, le ricerche furono riprese negli anni Settanta da L.Brecciaroli Taborelli3, con una serie di interventi di scavo e restauro, finalizzati soprattutto a una risistemazione e completamento dei dati provenienti dagli interventi precedenti. In particolare l’attenzione fu rivolta al settore delle terme urbane e di un grande edificio fuori le mura, del quale non fu però chiarita la destinazione d’uso. Solo la recente ripresa delle indagini ha permesso, grazie ad alcune campagne di scavo4 condotte dalla Soprintendenza locale e conclusesi nel 2001, di identificare con certezza la natura di impianto termale del complesso. Nell’anno 2002 un progetto di ricerca5 nato dalla collaborazione tra Università di Genova, Università di Urbino, Soprintendenza archeologica delle Marche e Comune di Sassoferrato, ha permesso una ripresa delle indagini sistematiche all’interno dell’area urbana. Nel loro complesso le suddette indagini hanno permesso di individuare almeno le prime tre fasi salienti dello sviluppo della città romana6. La prima risalente all’età repubblicana è documentato a livello monumentale solamente da alcuni tratti delle mura, ma fortemente indiziato da reperti di altro tipo; le due successive fasi di età augustea o protoimperiale e della fine del I d.C.-inizi del II secolo d.C., emergono abbastanza chiaramente dalla lettura degli edifici pubblici. In particolare per quanto riguarda la facies augustea, un forte elemento indiziario è rappresentato dal tempio tetrastilo, E6, messo in luce in prossimità dell’area forense. 2 3 4 5 6

FABBRINI 1961. BRECCIAROLI TABORELLI 1978. DE MARINIS, SILVESTRINI, PALERMO 2008 MEDRI 2008 MEDRI 2008 a


Fotografia e Termografia Aerea Tale edificio sacro infatti risulta paragonabile a livello planimetrico con i due templi augustei di Asculum, inoltre dalla stessa area proviene un frammento di cornice databile appunto all’età augustea


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3. LA TERMOGRAFIA Le riprese nella banda termica sono dedicate all’analisi dell’emissione delle radiazioni (il calore irraggiato) e all’interpretazione dei fenomeni associati. L’acquisizione del dato avviene raccogliendo la radiazione termica punto per punto dalla superficie da rilevare per dirigerla poi su un sensore che la converte in segnale elettrico. Mediante termografia da aereo è possibile realizzare rilievi di dettaglio su superfici di varia estensione, scegliendo quota e orario della ripresa per lo specifico problema posto. Risulta per questo motivo molto utile in campo archeologico per l’individuazione di resti archeologici nel sottosuolo (strutture, accumuli di materiali, ecc).

3.1. TERMOCAMERA La camera termica, o termocamera, è un sensore in grado di rilevare l’infrarosso termico (800012000 nm) e indirettamente la temperatura superficiale degli oggetti e le relative anomalie termiche. La scelta dello strumento più adatto deve essere fatta in base alle sue caratteristiche tecniche.

3.1.1 Flir Tau 320 Il modello utilizzato è di tipo compatto, di peso inferiore ai 100g legato ad un DVR per la registrazione dei dati e con prestazioni professionali, si tratta della Flir Tau 320 dotata di supporto e zoom regolabile da remoto.

La dimensione del FPA (Focal Plane Array) è di 324 x 256,

corrispondente ad un’immagine di 320 x 240 pixel effettivi, l’elevata sensibilità termica pari a 0.08°C, la lunghezza focale di 14,25mm ed il peso stand-alone di soli 72gr (228gr con supporto per l’FPV) ne fanno uno strumento assolutamente professionale ed adatto a qualsiasi tipo di lavoro.


Fotografia e Termografia Aerea Caratteristiche tecniche principali:

FOV: 34o x 26 o lunghezza focale: 14,25 mm frequenza di acquisizione: 30 frame/s MRTD: 0.08 dinamica dell’immagine termica: 14 bit

Rappresentazione della termocamera con indicazione di tutte le sue principali caratteristiche


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4. CAMPAGNA DI RILIEVO TERMOGRAFICO La campagna di rilievo si è svolta nei giorni 26 e 27 agosto 2010. Le riprese sono state effettuate in entrambi i giorni per riuscire a coprire tutta l’area di interesse sia nella fase di raffreddamento (tardo pomeriggio-sera) sia nella fase di riscaldamento (prima mattinata) e poter in tal modo a posteriori effettuare confronti se significativi, nonchè scegliere la ripresa migliore.

4.1 IL PIANO DI VOLO Il piano di volo è una fase preparatoria molto importante e sulla base della quale si effettuano scelte di ripresa non più modificabili e che orienteranno il buon esito delle operazioni. Le scelte riguardano nel nostro caso prevalentemente la direzione di volo delle singole strisciate (riprese lineari) e il grado di sovrapposizione tra le stesse. La prima è in genere decisa in base il tipo di strumentazione utilizzata e al momento della ripresa. In questo caso la direzione di volo prescelta è quella nord-sud. La seconda scelta, ossia il grado di sovrapposizione delle strisciate è operata in base alla morfologia del territorio ( ad esempio se montagnoso richiede maggiore sovrapposizione) e in base al prodotto che si intende realizzare (ad esempio per avere immagini stereoscopiche si richiede una sovrapposizione almeno del 60%). Nel nostro caso la ridotta superficie da coprire e l’andamento pianeggiante del territorio hanno indotto ad adottare una sovrapposizione cautelare del 30%. Definite le scelte di base si è realizzato il piano di volo.


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Schematizzazione del piano di volo, con le diverse “strisciate� previste.


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5. ELABORAZIONE 5.1 GEOREFERENZIAZIONE FOTOGRAMMI Per georeferenziazione si intende l’attribuzione a un dato di un’informazione relativa alla sua dislocazione geografica; tale posizione è espressa in un particolare sistema geodetico di riferimento. La georeferenziazione è quindi la tecnica che permette di associare al dato rilevato in formato digitale, l’informazione geografica che ne fissi la posizione sulla superficie terrestre.

Mosaico dei frames a infrarosso termico di una singola strisciata (a sinistra) e mosaico complessivo delle quattro strisciate effettuate (a destra).


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5.2 ELABORAZIONE DELLE IMMAGINI Mediante tecnica degli isolivelli a colori o pseudo colori si possono piÚ facilmente interpretare le immagini termografiche e in particolare individuare anomalie termiche positive e negative, ossia di aree il cui valore di radianza (digital number) sia rispettivamente maggiore o minore dell’area circostante.

Risultato finale dell’elaborazione


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Tali anomalie sono state vettorializzate, sovrapposte ad ulteriori informazioni esistenti ed infine interpretate.

Vettorializzazione dei risultati


Fotografia e Termografia Aerea Nel caso specifico di studio i risultati dell’indagine termografica sono stati messi in relazione con quelli provenienti dalle indagini di scavo effettuate negli anni precedenti in aree adiacenti e con i risultati delle precedenti indagini magnetometriche e di resistività7.

Rappresentazione di una schermata GIS con visualizzati alcuni dei dati inseriti: ortofotocarta, risultati dell’indagine termografica elaborati e vettorializzati, evidenze documentate lungo l’adiacente trincea ferroviaria vettorializzate.

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BOTTACCHI 2008; BOTTACCHI, COLONNA, MARIANI, MANTOVANI, MEDRI 2008


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6. PRIMA INTERPRETAZIONE L’elaborazione dei dati risultanti dall’ispezione termografica ha permesso di evidenziare una serie di anomalie, calde e fredde, all’interno dell’area indagata, le quali presentano differenti livelli di evidenza. Alcune tracce sono individuabili con estrema chiarezza, mentre altre si individuano in maniera meno netta e solo a livello ipotetico sono associabili alla presenza di strutture nascoste. E’ innanzitutto necessario operare una distinzione tra i due diversi tipi di anomalie termiche. Quelle calde infatti individuano la presenza di materiale con temperatura maggiore di quella del terreno circostante, quali in archeologia pietra, laterizi, malta, materiale ceramico, ecc. e sono quindi solitamente riferibili alla presenza di un ammasso di materiale archeologico o di strutture nel sottosuolo. Le anomalie fredde derivano invece da un accumulo di terreno più freddo rispetto a quello circostante, la temperatura più bassa è dovuta all’umidità e sono quindi solitamente riferibili in archeologia alla presenza di unità stratigrafiche negative, quali fosse e simili, o comunque ad un consistente accumulo di terreno smosso ( terrapieni, ecc).

6.1 ANOMALIE INDIVIDUABILI CON CERTEZZA Le anomalie più nette, sia per la forte differenza di temperatura rispetto al terreno circostante, sia per la loro forma molto chiaramente individuabile, sono quelle evidenziate alle due figure seguenti.


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Immagine termografica elaborata con vettorializzazione delle anomalie fredde individuabili con certezza

Immagine termografica elaborata con vettorializzazione delle anomalie calde individuabili con certezza

- Anomalia1. Si tratta di una consistente anomalia negativa che presenta un andamento rettilineo in senso sud-nord, per poi girare ad angolo retto e assumere un andamento rettilineo in senso estovest. Poiché la sua temperatura inferiore a quella del terreno circostante non consente di interpretarla come struttura (come invece potrebbe far pensare di primo acchito il suo andamento), è possibile che si tratti della traccia di spoliazione di una precedente struttura.

- Anomalia 2. La seconda anomalia individuabile con chiarezza è di tipo positivo, e corre parallela alla precedente a est e a sud di quella, cioè sostanzialmente “all’interno” di essa. E’ possibile che si tratti dei resti di materiale da costruzione scartato riferibile al muro spogliato il cui andamento sarebbe individuato dall’Anomalia 1.


Fotografia e Termografia Aerea Nel loro complesso, le due anomalie individuano con estrema chiarezza la presenza, all’interno dell’area indagata, di un edificio di grandi dimensioni. L’area delimitata dalle strutture indiziate dalle due anomalie è approssimativamente di almeno 900 mq, senza considerare che esse non sono visibili nella loro interezza né verso sud, dove si osserva la presenza di materiale recente di riporto che costituisce un disturbo per l’analisi termografica, né verso est, dove il tracciamento della ferrovia ha distrutto ogni evidenza preesistente, documentata soltanto da rilievi ottocenteschi. Viste le sue dimensioni comunque, l’edificio individuato è da ritenersi certamente a carattere pubblico.

6.2 ANOMALIE DI INTERPRETAZIONE NON CERTA Si è individuata un’altra anomalia, la cui differenza termica rispetto al terreno circostante risulta di entità minore rispetto alle precedenti, e la cui forma presenta un andamento meno netto, e quindi meno chiaramente individuabile.

- Anomalia 3. Si tratta di una grande anomalia negativa, per la quale è stato individuato a livello ipotetico un andamento grossomodo semicircolare, ubicata nella parte est dell’area indagata, in prossimità della trincea ferroviaria. Quest’ultima potrebbe avere interrotto l’evidenza archeologica sepolta che ha originato l’anomalia suddetta, e quindi è probabile che tale evidenza si estendesse originariamente più ad est, proseguendo l’andamento di quella porzione di semicerchio che noi oggi possiamo osservare grazie alla termografia. Visto l’andamento ricostruibile, seppur con alcune riserve, è evidente la possibilità che si tratti dell’indizio della presenza in antico di una cavea teatrale, poi spogliata in maniera massiccia. Ciò potrebbe spiegare il fatto che si tratti di un’anomalia negativa, che rappresenterebbe quindi la


Fotografia e Termografia Aerea traccia di una grande spoliazione, operata allo scopo di trarre materiale da costruzione, secondo una pratica ben documentata per il sito di Sentinum8.

Immagine termografica elaborata con vettorializzazione delle anomalie fredde di interpretazione non certa.

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Un esempio emblematico sono i due templi messi in luce dagli scavi stratigrafici realizzati in anni recenti in prossimitĂ del foro della cittĂ (MEDRI 2008 b).


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6.3 ULTERIORI IPOTESI Sono state infine individuate una serie di altre piccole anomalie di cui è certa la presenza, ma le cui forme si presentano dai contorni molto sfumati e non sono quindi individuabili con chiarezza. Anomalie 4, 5, 6, 7, 8. Si tratta di piccole anomalie calde, individuabili all’interno dell’area delimitata della grande Anomalia 3. Potrebbe trattarsi di ciò che rimane delle strutture interne della cavea, dopo la spoliazione ipotizzata al paragrafo precedente. Il fatto però che i loro contorni non siano individuabili con chiarezza, permette di proporre solo a livello altamente ipotetico un loro andamento radiale, che potrebbe confermare tale ipotesi.

Immagine termografica elaborata con vettorializzazione delle anomalie calde di interpretazione non certa.


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7. RISULTATI CONCLUSIVI. IPOTESI RICOSTRUTTIVA. Sulla base delle tracce individuate e dell’interpretazione che ne è stata fornita, è quindi possibile ipotizzare una cavea con un diametro ricostruibile di circa 49 m . Il fatto che la traccia semicircolare interpretabile come cavea si presenti come anomalia fredda, e quindi indicativa dell’accumulo di terreno di riporto, potrebbe essere spiegabile con una massiccia spoliazione allo scopo di riutilizzare il materiale da costruzione, pratica ampiamente testimoniata per Sentinum ad esempio nello scavo dei due templi rinvenuti in prossimità del foro. Dell’edificio scenico non è rimasta oggi alcuna traccia, poiché doveva ricadere proprio nell’area occupata dalla trincea ferroviaria. Tuttavia, ve ne sarebbe testimonianza nei disegni realizzati nell'Ottocento, al momento della costruzione della ferrovia, in cui si osserva la presenza di un lungo edificio rettilineo che andrebbe grossomodo a chiudere verso ovest la parte settentrionale dell’area corrispondente all’ubicazione delle tracce termografiche interpretabili come i resti di una cavea teatrale. Una particolarità planimetrica piuttosto notevole sembra essere rappresentata dalle due anomalie, calda e fredda, interpretate come tracce di muri che andrebbero a circondare su tre lati la cavea, in maniera tale che quest’ultima risulti inserita in una sorta di “recinto” rettilineo. Una soluzione di questo tipo non è ignota nel mondo degli edifici scenici romani, con esempi come quello del teatro di Torino9 (primi decenni del I sec. a.C.), chiuso sin dalla sua prima fase entro un recinto rettangolare che ne consente l’inquadramento entro la maglia urbana, analogamente a quanto avviene ad Aosta10, il cui teatro è attribuibile ad età augustea o

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PAPOTTI 1994 MOLLO MEZZENA 1994


Fotografia e Termografia Aerea immediatamente successiva. Le dimensioni di entrambi gli edifici (diametro cavea di circa 60 m per il teatro di Aosta e di circa 70 per quello di Torino) sono maggiori rispetto a quelle ricostruibili per il teatro di Sentinum in base ai dati finora noti, ma esiste un ulteriore confronto dimensionalmente più vicino, rappresentato dal teatro di Luni11, databile all’età giulio-claudia, che presenta una cavea del diametro di 44 m, iscritta in una struttura rettangolare cui si addossano corpi laterali, che sono stati interpretati come elementi di sostegno di una copertura stabile. Ipotesi simili sono state avanzate anche per gli altri due edifici già citati presentanti questa particolarità planimetrica. Se tale ricostruzione è stata rigettata per il teatro di Torino a motivo delle troppo considerevoli dimensioni della cavea, l’ipotesi rimane in piedi per quello di Aosta, anche se da alcuni autorevolmente confutata12 a motivo dello scarso spessore delle murature che inquadrano l’edificio. L’ipotesi della presenza di una copertura stabile ha condotto in certi casi a definire questi teatri come “odeia”, ma come è stato notato13 si tratta di una definizione non sempre pertinente, se si intendono come tali gli edifici destinati alle audizioni musicali. Esistono infatti molti odeia che sembrano essere stati solo parzialmente coperti, e viceversa gli esempi sopra citati, seppure è possibile che fossero almeno in parte coperti, rientrano appieno nelle funzioni tipiche del vero e proprio edificio teatrale. Si ricorda inoltre che anche per il teatro di Balbo a Roma è stata ipotizzata la presenza di una facciata rettangolare per la cavea, sulla base della notizia del rinvenimento di un tratto di muro rettilineo visto in passato14.

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GERVASINI 1994 GROS 1996 GROS 1996 Si tratta però di un dato non più controllabile. RUGGIERO 1994


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Planimetria del teatro di Torino (da PAPOTTI 1994)

Planimetria del teatro di Aosta (da MOLLO MEZZENA 1994)

Fig. 22: planimetria del teatro di Luni ( da GERVASINI 1994)

LUNI


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Fig. 23: planimetria del teatro di Balbo a Roma ( da RUGGIERO 1994)

In definitiva, per Sentinum sembra ammissibile l’ipotesi di un teatro con cavea del diametro di circa 50 m, circondata su tre lati da muro perimetrale rettilineo, il quale potrebbe essere motivato dall’esigenza di inserire l’edificio nella maglia urbana ortogonale o da quella di sostenere una copertura, anche parziale, del tetto. Un’ulteriore spiegazione della presenza di tale muro rettilineo di delimitazione della cavea potrebbe infine essere di tipo funzionale, come contenimento di un terrapieno di sostegno alla cavea. La presenza del terrapieno spiegherebbe anche il fatto che l’anomalia termografica risultante sia fredda poichè, una volta asportati i gradini della cavea per farne materiale da costruzione, ne rimarrebbe appunto solo il terrapieno sottostante.


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9. CONCLUSIONI Il lavoro effettuato ha permesso di ottenere importanti risultati nell’area prescelta, che hanno in primo luogo permesso di dimostrare l’utilità dell’ispezione termografica, abbinata ad altri metodi, nel campo dell’analisi archeologica predittiva. Nel caso qui proposto l’indagine termografica, andandosi ad affiancare a quelle magnetometriche e di resistività da altri realizzata sulla stessa area, ha permesso di integrare quei dati, in parte confermandoli e in parte aprendo nuove problematiche che necessiteranno di essere analizzate più approfonditamente in maniera congiunta. Da un altro punto di vista, l’interesse dei risultati risiede nelle nuove informazioni che essi hanno fornito per aggiungere un tassello alla conoscenza dell’assetto urbano di Sentinum. L’interpretazione delle anomalie infatti ha in linea generale confermato i risultati già espressi dalle indagini di resistività. In particolare, sembra ormai di poter affermare con ragionevole certezza la presenza di un edificio di grandi dimensioni, e dunque certamente con funzione pubblica, ubicato nella zona centro-occidentale della città. La ricostruzione, che rimane necessariamente ipotetica, di tali tracce come pertinenti a un edificio teatrale, risulta al momento confermata da entrambi i tipi di indagine, seppure manchi una perfetta coincidenza delle restituzioni ottenute per quanto riguarda l’aspetto dimensionale e il posizionamento planimetrico preciso all’interno dell’area d’interesse. L’ubicazione stessa dell’ipotizzato edificio teatrale, in prossimità del centro della città e non lontano dall’area forense, risulta assolutamente verosimile dal punto di vista urbanistico15, in particolare se si pensa a una costruzione dell’edificio in quella fase di riorganizzazione urbana di età augustea o proto-imperiale

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Come già rilevato da M. Medri, la quale precedentemente alle indagini di resistività e termografiche, aveva indicato l’area in questione come la più probabile per la collocazione di un eventuale edificio teatrale (MEDRI 2008 a)


Fotografia e Termografia Aerea che caratterizza tanti centri urbani di tutto l’Impero e che è testimoniata anche per Sentinum dai risultati delle indagini di scavo più recenti16. In particolare questa facies deve essere stata connotata, analogamente a quanto si registra in altri centri urbani della regione, da una riorganizzazione e forse nuova edificazione di edifici e spazi pubblici che assumono, nell’ideologia augustea, un forte valore nell’ambito del contesto urbano. Tra questi sicuramente l’edificio teatrale assumeva un forte valore semantico. A Roma il princeps stesso si era messo in luce come fondatore di teatri, primo tra tutti quello di Marcello, che avrà una grande influenza sull’architettura dell’Italia e delle province occidentali. Nuovi e splendidi teatri, spesso in posizione centrale all’interno della città, sorgeranno in quell’epoca un po’ ovunque nelle città romane, per esprimere le ambizioni culturali della nuova era ma soprattutto assumendo il ruolo di edifici civici per antonomasia, luoghi di riunione in cui i cittadini potessero incontrarsi e godere di un’atmosfera di festa, davanti alle statue imperiali e a quelle dei loro protettori divini, spesso collocate in posizione enfatica sulla scaenae frons. Il teatro veniva così ad assumere un ruolo sociale e politico che andava ben al di là di quello di un semplice edificio per spettacoli, tanto che con l’età augustea sarà proprio la presenza del teatro a caratterizzare una città, distinguendola dai centri minori sparsi sul territorio, divenendo quindi uno dei componenti monumentali atti a definire l’urbanitas, elemento che fa parte della dotazione di base di qualsiasi insediamento urbano degno di questo nome17. Nel caso di Sentinum quindi, sebbene non sia possibile in alcun modo stabilire in base alle indagini effettuate, per la loro stessa natura, a quale delle fasi di edificazione della città possa essere ascritta l’edificazione dell’ipotizzato edificio teatrale, è evidente sulla base delle considerazioni sopra esposte come l’individuazione all’interno del tessuto urbano di una fase costruttiva di età augustea o proto-imperiale sia un forte elemento di supporto all’interpretazione del grande edificio pubblico 16 17

MEDRI 2008 b GROS 1996; ZANCHER 1993; BEJOR 1979


Fotografia e Termografia Aerea individuato dal presente lavoro come teatro, che a quell’epoca potrebbe essere stato costruito, ricostruito o semplicemente restaurato.


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BIBLIOGRAFIA

BEJOR 1979 = C. Beyor, L’edificio teatrale nell’urbanizzazione augustea, in Athenaeum 57, 1979

BOTTACCHI 2008 = M. Bottacchi, Prospezioni nella zona centro-orientale della città, settembre 2003 e agosto 2004, in M. Medri, Sentinum. Ricerche in corso I, Roma 2008.

BOTTACCHI, COLONNA, MARIANI, MANTOVANI, MEDRI 2008 = M. Bottacchi, T. Colonna, S. Mariani, F. Mantovani, M. Medri, Study of the effectiveness of the Ohmmapper resistivitymeter for 3d investigation in Sentinum Roman Town, comunicazione presso International Geological Congress, Oslo 2008

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DE MARINIS, SILVESTRINI, PALERMO 2008 = G. De Marinis, M. Silvestrini, L. Palermo, Lo scavo e il restauro delle terme di Santa Lucia (Sassoferrato-AN), in M. Medri, Sentinum 295 a.C. Sassoferrato 2006. 2300 anni dopo la battaglia. Una città romana tra storia e archeologia (Sassoferrato 2006), Roma 2008

FABBRINI 1961 = L. Fabbrini, Sentinum, in Atti del settimo Congresso Internazionale di Archeologia Classica (Roma 1958), Roma 1961.


Fotografia e Termografia Aerea GERVASINI 1994 = L. Gervasini, Italia. Luni. Regio VII, Etruria, in Teatri greci e romani. Alle origini del linguaggio rappresentato, Roma 1994

GROS 1996 = P. Gros, L’architecture romaine dù debut du IIIe siècle av. J.C. à la fin du HautEmpire, vol. I e II, Paris 1996.

MEDRI 2008 a = M. Medri, Materiali per una nuova forma urbis di Sentinum, in Sentinum. Ricerche in corso I, Roma 2008

MEDRI 2008 b = M. Medri, Nuovi scavi in corso a Sentinum: una prima interpretazione del contesto, in M. Medri, Sentinum 295 a. C. – Sassoferrato 2006, 2300 anni dopo la battaglia. Una città romana tra storia e archeologia, Roma 2008

MOLLO MEZZENA 1994 = R. Mollo Mezzena, Italia. Aosta. Regio VII, Transpadana, in Teatri greci e romani. Alle origini del linguaggio rappresentato, Roma 1994

PAPOTTI 1994 = L. Papotti, Italia. Torino. Regio XI, Transpadana, in Teatri greci e romani. Alle origini del linguaggio rappresentato, Roma 1994

RUGGIERO 1994 = I. Ruggiero, Italia. Roma. Regio I, Latium et Campania, in Teatri greci e romani. Alle origini del linguaggio rappresentato, Roma 1994

ZANCHER 1993 = P. Zancher, Pompei, Torino 1993


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