Efficient Blended Learning - Jan 30, 2014

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Formazione linguistica “blended�: come renderla davvero efficace English as a Business Communication Tool

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Sommario English as a Business Communication Tool

1 - Che cos’è il blended learning

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Gli strumenti per la formazione linguistica “blended”

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Le caratteristiche distintive

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2 - Quando e perché conviene

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3 - Come scegliere gli strumenti giusti

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4 - Come combinare e usare nel modo migliore gli strumenti scelti

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Progettazione dei corsi e dei contenuti

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Piattaforma unica ed integrata

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Supporto costante ai discenti

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5 - Esempi concreti

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6 - Consigli pratici

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Scegliere il fornitore

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Valutare i risultati ottenuti

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A proposito di Gianfranco Forni

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A proposito di goFLUENT

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Formazione linguistica “blended”: come renderla davvero efficace

1 - Che cos’è il blended learning “Blended” in inglese significa, letteralmente, “miscelato”: dà quindi l’idea di una combinazione armoniosa ed attentamente studiata di ingredienti. In effetti, rispetto ad appena due o tre decenni fa, la scelta di modalità e strumenti formativi si è decisamente ampliata. Vediamo innanzitutto brevemente quali sono gli strumenti e le modalità utili per la formazione linguistica; poi discuteremo come combinarli al meglio.

Gli strumenti per la formazione linguistica “blended” Per allinearci sulla terminologia più usata, cominciamo innanzitutto con una lista delle principali possibilità formative attualmente disponibili per la formazione linguistica:

Corso di gruppo in aula Modalità classica: un docente in aula con più allievi, con due varianti: i discenti si recano presso il fornitore, oppure il docente va dal cliente.

Corso individuale in presenza Come sopra, ma con un solo discente per docente.

Webinar / aula virtuale Formazione a distanza via web: tipicamente, un docente, via web, si rivolge a decine, centinaia o migliaia di utenti remoti, che seguono la sua lezione in tempo reale tramite i propri PC e possono, entro certi limiti, interagire col docente, per esempio rispondendo a domande, oppure ponendo domande per iscritto o a voce. La lezione prevede sempre, come minimo, la combinazione di audio, testi e grafica statica; se il collegamento a internet è sufficientemente veloce, si possono condividere anche video. Con “webinar” (combinazione di web + seminar) si intende di solito una lezione elettivamente frontale, tipicamente costituita da una lunga sessione iniziale di trasferimento monodirezionale di contenuti, conclusa da una breve sessione di domande. Con “aula

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virtuale” si intende di solito una modalità più orientata all’interazione con i partecipanti e al monitoraggio degli stessi, durante tutto la sessione. English as a Business Communication Tool

Molti sistemi consentono anche di registrare le sessioni, in modo che ogni discente possa sempre (ri)vedere la lezione registrata (perdendo ovviamente la possibilità di interagire col docente).

Lezioni telefoniche Di solito sono individuali; raramente di gruppo (come sa chi usa spesso conferenze telefoniche, è difficile mantenere viva la partecipazione via telefono se ci sono molti partecipanti).

Video-conferenze Possono avvenire tramite aule attrezzate dedicate (rare e costose) o tramite PC. Benché nettamente più performanti e meno costose rispetto ad alcuni anni fa, queste modalità presentano però ancora alcuni problemi residui di compatibilità, stabilità e costi. V. però la possibile (e più versatile) alternativa “webinar / aula virtuale”, più sopra.

E-learning Auto-istruzione via PC, mediante fruizione di corsi multimediali (cioè con testi, audio e video), spesso combinati con test iniziali e finali.

Mobile learning Come l’e-learning, ma fruito attraverso uno smartphone o un tablet – quindi attraverso uno schermo più piccolo rispetto a un PC, e senza una “vera” tastiera.

E-content Fruizione mediante PC di vari tipi di contenuti digitali non interattivi, quali video,

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e-books, audio, articoli. A differenza dell’e-learning, questa tipologia prevede tipicamente l’accesso a contenuti non progettati in origine per fini didattici, ma comunque utilizzabili anche a tale scopo.

Job aids Detti anche “performance supports”, sono ulteriori strumenti utili per l’apprendimento; nell’ambito linguistico potrebbero essere, per esempio, liste ragionate di regole grammaticali; dizionari on-line; segmenti audio per sentire la corretta pronuncia di un termine; strumenti di correzione ortografica; ecc.

E-writing Condivisione remota di produzione scritta dei discenti: può avvenire via mail / chat / forum o altri metodi. Gli scritti vengono poi valutati da un docente.

Social learning Detto anche “content sharing, rating & commenting”: consente ai discenti (con o senza la supervisione di un docente) di condividere vari contenuti digitali (cioè testi, audio e video, propri o altrui) per arricchire le competenze linguistiche.

Tutoring “Ingrediente” fondamentale ed irrinunciabile per la formazione blended; il tutor (tipicamente remoto, raramente in presenza) aiuta i discenti a destreggiarsi fra i vari strumenti disponibili, ne suggerisce il miglior utilizzo in base alle circostanze e agli obiettivi didattici, ma soprattutto fa da costante “guida” e motivatore, per aiutare ciascuno ad apprendere al meglio e a mantenere la motivazione e l’interesse per l’apprendimento. In generale, il tutor non è necessariamente anche esperto degli argomenti oggetto dell’insegnamento, ma nel caso specifico della formazione linguistica è preferibile che lo sia: se il docente è anche tutor, può dare consigli più mirati e costituisce un singolo e costante punto di riferimento per tutta l’esperienza formativa.

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Le caratteristiche distintive English as a Business Communication Tool

Le varie modalità didattiche “blended” sopra elencate vengono spesso classificate in base ad alcune loro caratteristiche intrinseche. Anche in questo caso, sarà utile familiarizzare con la terminologia più usata, prima di passare alla discussione sull’utilizzo pratico ed i relativi vantaggi. In sintesi, i vari strumenti “blended” vengono tipicamente suddivisi in base a: numero di discenti: “uno a molti” indica uno strumento che permette di formare più discenti contemporaneamente; “uno a uno” di riferisce invece a strumenti orientati alla formazione individuale; distanza fra docente e discenti: formazione “in presenza” significa che docente e discenti sono fisicamente nello stesso luogo; formazione “remota” significa che ogni discente può apprendere senza doversi recare in un luogo dedicato; sincronia: formazione “sincrona” significa che tutti i discenti devono partecipare ad un evento formativo nello stesso momento; “asincrona” significa che ognuno può fruire dei contenuti formativi quando preferisce; competenza linguistica esercitata: orale / scritta; attiva / passiva: competenza orale attiva significa saper parlare; orale passiva significa capire il parlato altrui; competenza scritta attiva significa saper scrivere; scritta passiva significa capire gli scritti altrui. Gli strumenti “blended” sopra elencati si possono classificare, in base a queste caratteristiche, nel modo seguente (con “X” si indicherà una piena corrispondenza, con “x” una corrispondenza parziale):

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scritta passiva

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E-Learning Mobile learning E- content Job aids E- writing Social learning Tutoring

scritta attiva

Video- conferenze

orale passiva

Lezioni telefoniche

Competenza linguistica esercitata orale attiva

Corso individuale in presenza Webinar, aula virtuale

Sincronia

presenza

Corso di gruppo in aula

Distanza

molti

uno

Numero discenti

sincrona

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2 - Quando e perché conviene English as a Business Communication Tool

Le tecnologie abilitanti per le nuove modalità formative sopra elencate sono ormai mature, diffuse ed affidabili, hanno costi generalmente contenuti e sono ormai semplici da usare. Le barriere tecnologiche ed economiche alla loro adozione sono quindi basse. Siccome i vari strumenti offrono modalità formative ricche, efficaci e diversificate, utilizzarli al meglio costituisce un’opportunità senz’altro interessante, come vedremo in dettaglio nei prossimi capitoli, perché consente di: creare percorsi più flessibili e personalizzabili, per tener meglio conto del fatto che ogni discente ha i suoi obiettivi, le sue preferenze, le sue priorità, i suoi stili di apprendimento; ridurre i costi, cioè ottenere gli stessi risultati formativi con meno soldi, oppure ottenere risultati migliori a parità di spesa; comprimere i tempi di formazione, sia perché si moltiplicano le opportunità di fruizione, sia perché si possono usare strumenti ad alto impatto; ampliare lo spettro di competenze linguistiche, grazie alla combinazione di più strumenti mirati; mantenere alta la motivazione dei discenti, sia grazie alla varietà di strumenti proposti, sia mediante le specifiche tecniche di motivazione che vedremo in un capitolo successivo; utilizzare meglio le competenze dei docenti, rimandando la formazione ripetitiva e “orizzontale” a strumenti di autoapprendimento per consentire ai docenti di focalizzarsi invece sulle esigenze verticali dei singoli discenti, sia in termini di contenuti didattici che di aspettative personali e lavorative; monitorare con puntualità e precisione i risultati didattici ottenuti, per misurare il ritorno sull’investimento formativo e orientare meglio la spesa futura. Per ottenere davvero questi risultati non basta però avere accesso alle tecnologie abilitanti: bisogna saper scegliere gli strumenti giusti in base alle proprie esigenze e vincoli, saperli combinare in modo didatticamente efficace e riuscire a gestirli tutti in modo semplice ed integrato. Vediamo come.

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3 - Come scegliere gli strumenti giusti Nel capitolo precedente abbiamo classificato i vari strumenti in base alle loro caratteristiche “tecniche“ (in senso lato). Per scegliere gli strumenti giusti conviene però classificarli in base ai loro peculiari vantaggi rispetto agli obiettivi e ai vincoli formativi. I criteri più usati a tal fine sono i seguenti1 : bassi costi di progettazione e sviluppo bassi costi di erogazione fruibilità in qualunque luogo fruibilità in qualunque momento possibilità di costruire percorsi formativi personalizzati interazione con altre persone (docenti, tutor, discenti) miglioramento delle competenze orali attive (imparo a parlare) miglioramento delle competenze orali passive (imparo ad ascoltare e capire) miglioramento delle competenze scritte attive (imparo a scrivere) miglioramento delle competenze scritte passive (imparo a leggere e capire) Nessuno strumento soddisfa appieno tutti questi criteri, ma un’attenta combinazione di strumenti diversi consente di solito un’ottima copertura di esigenze diverse e molteplici. Molte aziende, per facilitare la transizione dalla formazione tradizionale alla formazione “blended”, si avvalgono di una matrice che confronta fra loro i pro e i contro dei vari strumenti. Forniamo di seguito una esempio di matrice, già compilata con valori tipici della media delle aziende italiane. E’ comunque consigliabile che la personalizziate a vostro piacimento, modificando sia la lista degli strumenti, sia la lista dei criteri di 1  Ulteriori criteri di valutazione, utilizzati un po’ meno spesso, che si potrebbero aggiungere a questa lista sono i seguenti: - controllo sulla qualità dei contenuti (tende ad esempio ad essere più basso nel caso del social learning) - rapidità di copertura di un numero elevato di discenti (“quanto ci metto ad insegnare l’argomento X a migliaia di persone?”) - facilità di aggiornamento - facilità di traduzione dei contenuti in altre lingue - modularità e riusabilità dei contenuti - adeguatezza delle infrastrutture tecnologiche esistenti (per esempio: “riesco ad erogare un video ad alta

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confronto in base alla vostra specifica realtà e – spesso – anche in base alle esigenze di ogni singolo progetto formativo.

Corso di gruppo in aula

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Corso individuale in presenza Webinar, aula virtuale

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Video-conferenze

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Imparo a leggere

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Lezioni telefoniche

Imparo ad ascoltare

Imparo a parlare

Interaz. con altri

Personalizzabile

Fruibile quando voglio

Fruibile dove voglio

Bassi costi erog.

Bassi costi svil.

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E- Learning Mobile learning E-content Job aids E-writing Social learning Tutoring

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Formazione linguistica “blended”: come renderla davvero efficace

4 - Come combinare e usare nel modo migliore gli strumenti scelti Scegliere gli strumenti giusti in base alle esigenze è importante, ma non basta. Occorre anche saperli combinare in modo didatticamente efficace, aiutare i discenti ad usarli al meglio e gestire i vari strumenti in modo semplice e integrato. In estrema sintesi, per combinare al meglio i vari strumenti è indispensabile: utilizzare progettisti che abbiano familiarità con i vari strumenti e che sappiano come combinarli; avere una piattaforma unica e integrata (un cosiddetto LMS, “Learning Management System”) che consenta di gestire tutti i contenuti didattici ed i relativi processi di progettazione, sviluppo, iscrizione, erogazione e consuntivazione; fornire supporto ai discenti in ogni fase del processo formativo, per aiutarli a capire che strumenti formativi hanno a disposizione e come usarli; per mantenere alta la loro motivazione; per suggerire percorsi formativi personalizzati. Vediamo in maggior dettaglio questi aspetti.

Progettazione dei corsi e dei contenuti Per erogare un corso efficace in aula o via telefono può essere sufficiente un docente abile ed esperto, in grado di improvvisare sulla scorta della propria esperienza pregressa. Per progettare (o scegliere) contenuti didattici che verranno fruiti in auto-apprendimento, invece, occorre curare molto di più la progettazione, perché se questa è debole non ci sarà nessuna possibilità di recupero, in fase di erogazione, mediante l’improvvisazione di un docente esperto. Per creare una valida offerta formativa “blended”, quindi, occorre investire molto di più (rispetto alla formazione tradizionale) nella fase progettuale, o assumendo progettisti che abbiano familiarità con le nuove tecnologie, o aggiornando i progettisti esistenti, o selezionando fornitori che dimostrino un’ottima familiarità con la formazione “blended”.

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Piattaforma unica ed integrata English as a Business Communication Tool

Siccome gli strumenti “blended” sono molteplici, è fondamentale che progettisti, docenti, discenti e manager di questi ultimi abbiano un unico “posto” in cui svolgere tutte le attività relative alla formazione, ossia progettazione, sviluppo, iscrizione, erogazione e monitoraggio dello stato di avanzamento e dei risultati conseguiti. In assenza di una piattaforma unica che gestisca tutti i contenuti e i processi, le attività dei vari attori coinvolti possono facilmente diventare troppo frammentate, complesse, frustranti e dispersive, con grave impatto sui costi e i tempi di formazione, sull’efficacia formativa e sulla motivazione di tutte le persone coinvolte. Fino a pochi anni fa, dotarsi di una piattaforma LMS era complesso, perché significava sceglierla, adattarla ai propri processi formativi1 , coinvolgere l’IT nel processo, installarla all’interno della propria infrastruttura informatica ed accollarsi i costi di gestione e aggiornamento. Ora invece è sempre più diffusa la possibilità di usare piattaforme offerte e gestite dai fornitori, con costi, complessità e tempi di adozione e gestione conseguentemente ridotti.

Supporto costante ai discenti Agli albori del blended learning si pensava che progettare bene un percorso blended e gestirlo tramite un valido LMS fosse sufficiente a garantirne il successo. Questo approccio “tecnico” si è molto spesso dimostrato fallimentare nella pratica, perché non tiene conto dei fattori psicologici che possono sostenere o affossare la motivazione dei discenti, laddove siano abbandonati a se stessi nella scelta e nella fruizione di un’offerta formativa ampia, diversificata e potenzialmente dispersiva. Va invece garantita una guida che li aiuti e li sostenga lungo tutto il percorso. Tale guida può avere varie forme: un tutor che prenda in carico un gruppo di discenti e li segua dall’inizio alla fine del percorso; meglio ancora, un corpo docente che, oltre ad insegnare, sia in grado anche di svolgere il ruolo di tutor, costituendo così un punto di riferimento unico e costante durante l’intero percorso; un’ampia gamma di contenuti modulari ben organizzati, che faciliti la costruzione (autonoma o guidata) di percorsi formativi personalizzati in base agli obiettivi e agli stili di apprendimento dei singoli individui;

1  o, viceversa, adattare i propri processi formativi alla nuova piattaforma

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una serie di iniziative di comunicazione e supporto ben pianificate che accompagni i discenti nelle varie fasi dell’apprendimento: avvio del percorso; istruzioni per l’uso della piattaforma; scelta dei contenuti; pianificazione delle attività; valutazioni intermedie; prosecuzione del percorso; conclusione del percorso e identificazione di ulteriori opportunità di apprendimento future.

5 - Esempi concreti Immaginate di avere a disposizione un grande e ricco archivio di testi, filmati, corsi multimediali, esercizi, note grammaticali e lessici verticali; un pool di docenti madrelingua con molti anni di esperienza alle spalle; un’infrastruttura informatica di prim’ordine; un numero elevato di colleghi che hanno bisogno di imparare meglio le lingue straniere, in primis l’inglese. Gli ingredienti ci sono tutti, ma come combinarli? Lasciando la scelta ad ogni singolo discente? Pianificando centralmente i possibili percorsi? Lasciando ad ogni docente la libertà di scelta (senza però alcuna garanzia che adottino criteri omogenei fra loro)? L’ideale è spesso il giusto mix di questi criteri. Vediamo come. Partiamo da alcune linee guida generali: in base all’argomento:

per le informazioni di base, conviene di solito l’autoformazione

per simulazioni, studio di casi, giochi di ruolo: meglio l’aula in base ai discenti:

se sono numerosi e geograficamente dispersi, conviene l’e-learning

se sono spesso in viaggio, è utile il mobile learning

se hanno competenze iniziali e competenze target molto diverse, usate test di ingresso e percorsi personalizzati per uniformare i livelli di partenza, sui cui costruire poi percorsi più standardizzati Linee-guida generali come queste vengono di solito definite centralmente. Come step successivo, assicuratevi che i docenti adottino criteri didattici standard (imposti da voi, o dal vostro fornitore), e lasciate che siano inizialmente i docenti a gui-

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dare i discenti nella valutazione delle competenze iniziali e nella scelta preliminare dei conseguenti percorsi formativi. English as a Business Communication Tool

Infine, verificate che i contenuti didattici siano abbastanza diversificati – ma anche ben organizzati – da consentire ai discenti un buon margine di manovra nella scelta autonoma di contenuti di approfondimento adatti alle loro specifiche esigenze. Un tipico percorso così concepito potrebbe svolgersi come segue: il prossimo pool di discenti da formare fa un test iniziale (in remoto, in aula, o con assistenza individuale, a seconda dei casi); risultato: tutti – committente, discenti e docenti – conoscono il livello di partenza dei discenti; un docente-tutor contatta un sotto-gruppo di discenti, ragionevolmente omogeneo rispetto ai risultati dei test iniziali, e lo guida (individualmente o in team, da remoto o in presenza) nella scelta di un percorso formativo personalizzato; tale percorso sarà costituito da un mix di auto-apprendimento (con e-learning, mobile learning, e-content ecc.) e di frequenti interazioni – per telefono, mail o in presenza – con il docente-tutor; ad ogni interazione con i discenti (almeno due volte al mese, o anche più spesso), il docente-tutor fornirà feedback individuali sui risultati finora conseguiti e consiglierà ulteriori contenuti ed esercizi specifici, da verificare alla prossima interazione; ove possibile ed appropriato, si organizzeranno momenti di condivisione dell’esperienza di apprendimento che coinvolgano più discenti – in aula, via webinar e/o mediante social learning; al raggiungimento del primo obiettivo didattico (dopo poche settimane), si procederà ad una nuova verifica delle competenze correnti e ad un nuovo suggerimento di percorso formativo personalizzato, ripetendo lo schema fin qui illustrato; tutte le attività saranno erogate e tracciate con il supporto di una piattaforma LMS integrata; il percorso formativo si concluderà tipicamente, dopo alcuni mesi, con una certificazione delle competenze acquisite e con una serie di suggerimenti su come approfondire ulteriormente la propria formazione, in maniera autonoma o guidata.

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6 - Consigli pratici Scegliere il fornitore Per scegliere uno o più fornitori di formazione linguistica, accertatevi che vi possa offrire la combinazione più moderna ed efficace di strumenti formativi, per consentirvi di scegliere il giusto mix in base alle vostre esigenze e ai vostri vincoli di budget e di tempo: quali degli strumenti formativi blended vengono proposti? Come minimo, dovranno essere:

e-learning, e-content e vari job aids

lezioni individuali via telefono e/o aule virtuali / webinar

stessi)

tutoring dall’inizio alla fine del percorso (possibilmente a cura dei docenti

opzionalmente, a seconda delle vostre esigenze, potranno essere utili anche:

corsi di gruppo in aula e/o corsi individuali in presenza

mobile learning

social learning piattaforma LMS integrata per gestire e tracciare tutte le modalità formative

corpo docente omogeneo, che segua una stessa metodologia didattica ed abbia comprovata esperienza pluriennale di docenza in contesti “blended”

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Valutare i risultati ottenuti English as a Business Communication Tool

Quanto sopra può guidarvi nella scelta del fornitore di formazione linguistica “blended”, ma poi come farete a valutare se la scelta è stata giusta? Preparatevi in anticipo: prima di abbandonare la modalità formativa attuale, raccogliete alcune metriche sulla sua attuale efficacia (essenzialmente, “quante persone hanno progredito di quanti livelli su quali competenze in quanto tempo e a quale costo nel passato?”), poi confrontate, dopo un semestre o un anno, i risultati conseguiti con la nuova formazione blended: se avrete ridotto tempi e /o costi a parità di risultato – o avrete ottenuto migliori risultati a parità di tempi e/o costi – ne sarà valsa la pena.

A proposito di Gianfranco Forni Gianfranco, autore di questo documento, è un esperto che da oltre vent’anni si occupa di eLearning, blended learning e knowledge management, prima in società di consulenza come Price Waterhouse e Xerox Professional Services, poi come libero professionista, occupandosi sia di progettazione di percorsi didattici, sia di implementazione di infrastrutture software (LMS – Learning Management Systems). Di recente ha progettato ed erogato seminari sull’utilizzo ottimale del blended learning per progettisti e formatori di diverse aziende italiane ed internazionali. Da anni è impegnato in progetti volti a ottimizzare l’uso delle tecnologie al servizio di contenuti e metodi formativi che coinvolgono il professionista motivandolo a lavorare per la sua crescita e arricchire il suo percorso professionale durante la permanenza in azienda.

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A proposito di goFLUENT goFLUENT offre soluzioni di apprendimento blended per l’Inglese business che combinano elearning , coaching scritto e docenza madrelingua via telefono. Ogni anno oltre 100.000 dipendenti in più di 2.000 aziende in tutto il mondo seguono i corsi per essere più efficienti mentre lavorano in lingua inglese. goFLUENT è presente in 10 paesi con 600 dipendenti, di cui 400 docenti distribuiti tra Filippine, Regno Unito e Nord America per garantire lezioni 24 ore su 24, 7 giorni su 7. NTT Communications, il colosso giapponese delle telecomunicazioni, è il nostro partner tecnologico; New York Times, Harvard Business Review e AFP sono i nostri tre provider di contenuti.

Contatti goFLUENT Italia +39 02 33 94 91 11 italia@gofluent.com

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