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GOLA SPECIALE DIMMI DA DOVE MANGI E TI DIRÒ CHI SEI

Dimmi da dove mangi e ti dirò chi sei

La piana fiorentina e la sostenibilità alimentare

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* I dati relativi al bilancio alimentare sono ripresi dalla tesi dottorale di Elisa Butelli, “Strategie di Food Planning per riattivare relazioni urbano-rurali nei territori bioregionali” discussa il 30 giugno 2021 all’Università di Firenze (tutor prof.ssa Daniela Poli, co-tutor prof. Giovanni Belletti) e ulteriormente precisati sul territorio della piana di Firenze.

1 Cfr. La città metropolitana di Firenze: un sistema di bioregioni urbane,policentriche, autosostenibili e resilienti 2017-18 (Dida, Università di Firenze, resp. Prof.ssa Daniela Poli). 2 Le produzioni vegetali sono state elaborate a partire dal database degli usi del suolo dell’Azienda Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura e le produzioni zootecniche sono state elaborate a partire dai dati ISTAT sulle consistenze degli allevamenti. 3 I dati riguardano l’intera superficie comunale. La famosa frase, ben nota a questa rivista, di Jean–Anthelme Brillat–Savarin “dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei” ha assunto oggi un ruolo particolare collegato al futuro delle città. L’alimentazione è infatti quel particolare anello che lega corpo e mente nella costruzione dell’habitat della vita umana. Non casualmente è proprio dalla filiera della produzione alimentare che si sta ripartendo per superare l’attuale crisi urbana.

Attorno alle città si è sviluppata una vera e propria “rivoluzione del cibo” con forme innovative di produzione-distribuzioneconsumo che collegano direttamente gli agricoltori ai consumatori.

La frase di Brillat–Savarin potrebbe essere oggi declinata in “Dimmi da dove mangi e ti dirò chi sei”. Quanto incide il tuo stile di vita nel rafforzare l’agricoltura di prossimità? Quanto sei consapevole dell’attività di presidio degli agricoltori? Molte città in Europa e nel mondo hanno definito “piani del cibo”, da Toronto, a Vancouver, New York, Portland, Amsterdam, Roma, Torino, Pisa, Livorno. La città bretone di Rennes in Francia ha lanciato negli scorsi anni un denominato Rennes ville vivrière, Rennes città dell’agricoltura di prossimità. Nel 2010-13 è stato condotto uno studio per valutare l’autonomia e il potenziale di produzione alimentare di Rennes Métropole. Verificata la mancata autonomia alimentare, sono stati definiti due scenari di proiezione al 2030:

1. dinamiche attuali insostenibili; 2. modello innovativo di produzione/distribuzione/consumo fondato su delle reti locali.

Il confronto ha mostrato come il secondo scenario consenta di dimezzare le necessità spaziali e di aumentare in modo considerevole l’autonomia alimentare di Rennes Métropole. A partire da questo studio nel quadro del Piano Strategico della Città Metropolitana di Firenze1 è stato effettuato il bilancio alimentare, precisato successivamente nella tesi di dottorato di Elisa Butelli.

Installazione di Land Art nell’azienda biologica Le salamandre di Gragnani a Vinci: “Il nido”.

Nella Città Metropolitana di Firenze, l’analisi del bilancio delle principali produzioni2 vegetali (cereali, ortaggi, frutta, vegetali, vino, olio di oliva, legumi) e zootecniche (carne bovina, suina, avicunicola) mette in luce un forte deficit. Alcuni esempi: la produzione di cereali copre solo il 3% dei consumi, quella di ortaggi il 6%, quella di carne avicunicola il 3% e suina il 1,5%. L’unico dato positivo è la produzione di vino, che grazie al Chianti, eccede del 300% rispetto al consumo. Per poter nutrire gli abitanti e i turisti di CM con agricoltura di prossimità servirebbe il suolo coltivato di due Città Metropolitana e mezzo. In particolare, emerge il peso rilevante nei comuni della piana fiorentina3 , in riva destra e sinistra d’Arno: qui si concentra più del 60% della popolazione residente (594.102 Istat 2020). A questa di aggiunge quasi l’80% dei turisti di CM (circa 16 milioni di presenze nel 2019) concentrati per lo più su Firenze. Facendo il bilancio dei comuni della piana (49.444 ettari di SAU) emerge un deficit grave su tutti i prodotti: la produzione di cereali copre poco più del 4% dei consumi, mentre per la frutta arriva solo lo 0,7% dei consumi. La situazione è ulteriormente aggravata se si considera che per Firenze fra abitanti (359.675) e turisti servirebbero i terreni coltivabili un’intera Città Metropolitana e (quasi) mezzo.

Esempio di policoltura e multifunzionalità agricola nell’azienda biologica Cuore Verde a Serpiolle (Firenze). A sinistra coltivazione di leguminose tra gli olivi; a destra attività didattiche in fattoria.

Per una Città Metropolitana che consuma ne servirebbero due e mezzo che producono

Per il comune di Firenze che consuma servirebbe un’intera Città Metropolitana e (quasi) mezzo che produce.

Altre installazioni di Land Art nell’azienda biologica Le salamandre di Gragnani a Vinci. A sinistra “Questo non è un quadro di paesaggio”; sopra “Gli spaventapasseri Flora ed Ernesto”. Facebook: @Le Salamandre di Gragnani - Podere biologico

I dati rilevati sulla CM e sulla piana mettono in luce una situazione fortemente critica riguardo a una risorsa strategica come il cibo. Come già attuato in altri contesti appare utile mettere in campo una seria politica alimentare che punti sulla tutela dei terreni agricoli, sulla messa a coltura delle terre incolte e sullo sviluppo di filiere corte di prossimità (ad es. con la ristorazione collettiva di mense scolastiche, ospedaliere, universitarie) col sostegno ad un’agricoltura di tipo multifunzionale orientata alla commercializzazione locale, alla salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, al rapporto diretto con i cittadini.

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