UNIVERSITA’ EUROPEA DI ROMA
by adesigna
DIDATTICA INNOVATIVA e E-LEARNING Moodle in risposta ai nuovi bisogni formativi dei nativi digitali
Corsista: Anna Maria Laghigna Corso annuale di perfezionamento 1500h 60 CFU in [Multimedialità E LIM: Idee E Soluzioni Per Una Didattica Innovativa ]
Anno Accademico 2012/2013 ______________________________________________________________
DIDATTICA INNOVATIVA e E-LEARNING Moodle in risposta ai nuovi bisogni formativi dei nativi digitali
INDICE
Nuove strategie per nuovi bisogni formativi
p. 3
Scuola dell’autonomia e Longlife Learning
p. 4
Didattica frontale vs. Apprendimento significativo
p. 5
Il modello di apprendimento significativo
p. 8
Apprendimento significativo con le tecnologie
p. 9
Cos’è l’e-learning
p. 12
Fare didattica con Moodle
p. 13
Perché usare Moodle
p. 18
Nuovi ambienti e scenari di apprendimento
p. 20
Conclusioni
p. 24
Bibliografia – Sitografia
p. 30
2
Nuove strategie per nuovi bisogni formativi La scuola come istituzione è oggi pervasa da un fervente clima di rinnovamento e modernizzazione dell’azione didattico-educativa, anche per effetto dei grandi cambiamenti che hanno interessato il mondo del sapere, della rivoluzione informatica e della domanda pubblica per una migliore qualità formativa.
Le moderne tecnologie applicate alla didattica pongono l’allievo al centro del processo di apprendimento by Dell's Official Flickr Page
Con l’avvento del digitale e delle tecnologie di comunicazione in rete, gli ambienti di apprendimento per i giovani nativi digitali si sono ampliati ben oltre i tradizionali ambiti formali dell’istituzione scolastica ed includono ormai comunità sociali e virtuali spesso transnazionali. Le informazioni non più solo contenute nei libri viaggiano veloci sul web e sono reperibili ovunque con un semplice click.
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Ambiente personale di apprendimento con l’ausilio delle moderne tecnologie
by Janson Hews
Insegnare oggi richiede pratiche, conoscenze, competenze e strategie molto diverse dai modelli puramente trasmissivi del passato. Ciò, poiché ai giovani professionisti di domani si richiedono in primo luogo competenze, ovvero la capacità di sapersi orientare e reinventare in modo autonomo con l’aiuto delle conoscenze e delle capacità acquisite. Il successo scolastico e l’apprendimento a lungo termine si realizzano a patto che l’istruzione sia per il discente un’esperienza educativa ricca, unica ed emotivamente gratificante.
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L’accompagnamento culturale della scuola ha successo quando aiuta i ragazzi a fare personale sintesi di quanto viene loro proposto, a trovare il nesso tra la propria esperienza, i propri bisogni e quanto la cultura offre, a dare senso e significato all’esperienza di apprendimento in modo autonomo. Scuola dell’autonomia e Longlife Learning La scuola ha oggi il fondamentale compito di favorire la conquista dell’autonomia dell’alunno. L‘autonomia riguarda tutte le dimensioni della persona ed il grado di autonomia della persona è in relazione al livello di competenza posseduta. “Essere autonomo significa saper fronteggiare le situazioni problematiche e possedere strategie per la risoluzione dei problemi; saper vivere con gli altri cooperando; difendere con argomentazioni il proprio punto di vista ma anche ascoltare il punto di 5
vista degli altri e, se è il caso, modificare il proprio convincimento. Autonomo è anche chi sa chiedere aiuto, avendo la consapevolezza del proprio limite e sa offrire aiuto competente. Autonomo è, in sintesi, chi di fronte ai problemi che incontra sa fronteggiarli facendo ricorso e mobilitando tutte le proprie risorse interiori: conoscenze e abilità, emozioni e impegno personale”1. La scuola che è orientata a promuovere l’imparare ad apprendere, più che a trasmettere conoscenze da memorizzare o a insegnare automatismi da applicare meccanicamente, dovrebbe finalizzare i propri programmi allo sviluppo delle competenze fondamentali. In un curricolo centrato sulle competenze, le conoscenze hanno un peso importante ma non possono essere fine a se stesse. Una concezione non nozionistica del sapere è interessata non tanto a ciò che un alunno sa, ma a quello che sa fare e sa diventare con quello che sa. In altre parole, gli allievi apprendono meglio ciò che è significativo per loro.
Saperi dinamici per imparare ad operare in contesti di confronto e collaborazione by Sharon Greenberg
1
A. Muschitiello, Pedagogia della Scuola, p. 206 6
Nella società attuale la conoscenza è una risorsa sempre più strategica per lo sviluppo. Anche la natura del sapere sta cambiando: a fianco dei saperi cosiddetti “stabili” acquistano sempre più importanza i saperi dinamici, quelli cioè che gli individui e le organizzazioni devono saper continuamente costruire e ricostruire a fronte dell’accelerazione dello sviluppo scientifico e tecnologico, della globalizzazione, delle dinamiche dei mercati e dell’emergere di nuovi bisogni sociali. I sistemi formativi devono tener conto di tutto ciò, puntando anche a sviluppare negli studenti la capacità di costruire nuovo sapere e di ristrutturare i propri schemi concettuali, per ospitare nuove idee e nuovi punti di vista e saper operare in un contesto di confronto e collaborazione. Questo tipo di competenze può essere sviluppato solo con una trasformazione profonda dei processi di apprendimento che ponga lo studente al centro di tali processi, consentendogli di prenderne gradualmente il controllo, ossia di operare scelte consapevoli in merito al come, al cosa e al perché dell’apprendere.
Gli studenti di oggi NON SONO la generazione muta. Essi possono essere ispirati dalla tecnologia per imparare a pensare criticamente, immaginare, riflettere, impersonare e creare – ma solo se sapremo costruire un ponte fra il loro modo di usare i nuovi strumenti e ciò che noi sappiamo sulla buona didattica. by ransomtech
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Didattica frontale vs. Apprendimento significativo In passato, il docente aveva principalmente il compito di trasmettere conoscenze ed informazioni, vigilare sugli allievi assegnatigli e valutare i livelli di apprendimento raggiunti. Il modello alla base della scuola - concepito nel clima culturale e intellettuale dell’Illuminismo e nelle circostanze economiche della prima rivoluzione industriale - era analogo a quello di una linea di produzione. Come in una fabbrica, alcuni adulti remunerati con paga oraria o giornaliera avevano il compito di somministrare lezioni e test standardizzati a bambini raggruppati per età e mantenuti in strutture separate 2.
Una classe elementare degli anni ’50
Fino agli anni Sessanta, agli insegnanti veniva detto esattamente cosa insegnare, quando e come farlo. Il ruolo del docente era essenzialmente quello di educare ogni studente nello stesso modo, senza responsabilità per l’eventuale mancato apprendimento. La
2
La tesi è sostenuta dal pedagogista britannico Sir Ken Robinson, il quale ne ravvisa i tratti immutati anche nella
scuola attuale. Robinson K. “Changing the paradigm of Education” Video disponibile su u-TUBE “
8
rigidità dei programmi e la mancanza di flessibilità nella didattica obbligava molti insegnanti a lezioni di tipo esclusivamente nozionistico. A partire dagli anni Settanta e, più tardi con la scuola dell’autonomia, si è cercato di favorire l’adozione di nuove metodologie didattiche che stimolassero la partecipazione attiva degli studenti al dialogo formativo. E’ quanto si è cercato di fare in questi anni con la didattica per progetti e con metodologie didattiche di tipo maggiormente creativo e collaborativo.
Didattica creativa e collaborativa in un’aula laboratorio
by UF InfoCommons
Ciò, poiché appare chiaro che per fare assumere agli studenti un ruolo responsabile nella propria educazione personale, il curriculum deve essere vicino alla loro vita e le attività di apprendimento devono stimolare la loro naturale curiosità. Il docente dovrebbe guidare l’allievo nel processo di crescita sociale, emozionale ed intellettuale – cosicché 9
la fusione di queste dimensioni separate favorisca lo sviluppo delle capacità di ricerca autonoma, comprensione ed utilizzo delle conoscenze acquisite per un più efficace processo decisionale nella vita personale dell’allievo e nel valore del suo contributo alla società come futuro cittadino. La responsabilità più importante di un educatore è oggi quella di ricercare e costruire esperienze educative significative che permettano agli studenti di risolvere i problemi del mondo reale e dimostrare di aver imparato tanto le nozioni complesse quanto le competenze che soddisfano i moderni standard educativi. Il risultato auspicato è che l'astratto, la conoscenza inerte che gli studenti prima memorizzavano in modo meccanico solo dai libri di testo possa animarsi grazie alla partecipazione attiva alla creazione ed estensione di nuove conoscenze.
La didattica laboratoriale favorisce la partecipazione attiva
by UF InfoCommons
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Le tecnologie dell’educazione e l’E-learning si integrano con il disegno pedagogicodidattico che mira, nelle sue linee progettuali, ad orizzonti formativi permanenti (longlife learning), per aderire alle specifiche richieste del mercato del lavoro e delle professioni. Tali aspettative sono state accolte nella Raccomandazione del Parlamento e del Consiglio dell’Unione Europea che hanno individuato con chiarezza le “otto competenze chiave per l’apprendimento permanente”:3 1.
Comunicazione nella lingua madre
2.
Comunicazione nelle lingue straniere
3.
Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia
4.
Competenza digitale
5.
Imparare a imparare
6.
Competenze sociali e civiche
7.
Spirito di iniziativa e imprenditorialità
8.
Consapevolezza ed espressione culturale
Nella stessa Raccomandazione si definisce così la competenza digitale:
What is digital literacy?
3
RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 18 dicembre 2006, p.6 (2006/962/CE)
11
“La competenza digitale consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione (TSI) per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Essa è supportata da abilità di base nelle ICT: l’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni, nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite internet”4.
Principi alla base della competenza digitale?
by Cristóbal Cobo RomanÃ
In questo scenario che vede il proliferarsi di molteplici approcci di istruzione basati sul Web e di infinite risorse didattiche digitali, è bene formulare in modo chiaro gli obiettivi chiave della formazione, tenendo presente le modalità secondo le quali si attuano i processi di apprendimento. 4
ibid p.6 12
Il modello di apprendimento significativo Le pratiche didattiche sostenute dall’uso delle tecnologie trovano fondamento nel modello di apprendimento significativo messo a punto dallo psicologo cognitivista statunitense David Ausubel negli anni ’60. Tale modello ha permeato tutta la ricerca e la riflessione teorica intorno all’apprendimento di questi ultimi decenni tanto da accreditarsi come uno dei punti saldi del cognitivismo contemporaneo di stampo costruttivista. Joseph Novak, suo allievo, ha ampliato gli studi sulla tematica elaborando la metodologia delle mappe concettuali come approccio didattico volto a favorire l’apprendimento significativo. David Jonassen, anch’egli psicologo cognitivista ad orientamento costruttivista, ha messo a punto un approccio didattico basato sulle tecnologie e fondato sul concetto di apprendimento significativo5.
Si ha apprendimento significativo quando idee complesse e informazioni sono combinate con le esperienze e le conoscenza precedenti dello studente per dare vita ad una comprensione unica e personale. L’apprendimento è significativo quando lo studente capisce la relazione tra ciò che sta imparando e le altre sue conoscenze. Il concetto di apprendimento significativo si contrappone al concetto di apprendimento meccanico. Si ha apprendimento meccanico quando si memorizzano le informazioni
5
David Jonassen, Meaningful Learning with Technology, pag 2, 2007 13
senza la piena comprensione e senza essere in grado di correlare le nuove informazioni con le conoscenze già possedute. La “significatività” dell’apprendimento, sempre secondo Jonassen, più che una qualità intrinseca del materiale che viene appreso è una caratteristica del processo individuale di apprendimento: ciò che è “significativo” per l’apprendimento è determinato dal soggetto che apprende. Apprendimento significativo e processi cognitivi individuali costituiscono, quindi, un binomio inscindibile. Apprendimento significativo con le tecnologie L’apprendimento significativo nella formulazione proposta da David Jonassen6 si caratterizza per essere attivo, costruttivo, intenzionale, collaborativo, autentico. L’allievo deve essere messo nelle condizioni di poter interagire con l’ambiente che lo circonda, manipolare gli oggetti presenti in quell’ambiente e osservarne gli esiti.
Didattica della scoperta supportata da docenti tutor.
6
by rache65
David Jonassen, Meaningful Learning with Technology, pag 5-6, 2007 14
La fase di scoperta e sperimentazione è seguita da una fase di analisi e riflessione sulle attività svolte per comprenderne lo scopo. Ogni attività è condotta in modo cooperativo: si negozia in gruppo una comune comprensione. Se in un simile ambiente di apprendimento integriamo le tecnologie, queste vanno usate7: • per la costruzione di conoscenza non per la sua riproduzione; • per la conversazione intorno ai contenuti non per una loro ricezione passiva; • per l’articolazione dei contenuti non per la loro ripetizione; • per la collaborazione nella costruzione di artefatti non per una competizione; • per la riflessione non per eseguire comportamenti prescritti.
by wgreller
Jonassen definisce un modello operativo di didattica con le tecnologie che dovrebbe favorire l’apprendimento significativo; gli studenti apprenderanno in modo significativo
7
ibid: p.10 15
quando hanno la possibilità di8: investigare, esplorare, scrivere, costruire modelli, costruire comunità, comunicare con altri, progettare, visualizzare, valutare. Più la didattica si conforma a tali principi, più ha buone possibilità di avere successo e portare lo studente all’apprendimento. Partendo quindi dall’assunto che apprendere è un’esperienza attiva, cognitiva ed emotiva, individuale e sociale, mediata da più risorse (audio, video, iconiche, testuali, grafiche, spaziali), si sono diffuse in questi anni pratiche didattiche innovative che si basano sui i concetti di apprendimento attivo e collaborativo, nonché strumenti multimediali a supporto dell’apprendimento che cercano di porre gli allievi al centro del processo di apprendimento.
Didattica laboratoriale: a ciascuno il proprio device
8
by jisc_infonet
ibid: p. 5 16
Tra queste tecnologie figurano le Lavagne Interattive, le piattaforme di e-learning e altri strumenti che appartengono alla logica di scambio e condivisione caratteristica del Web 2.0 e dei New Media. Cos’è l’e-learning
Per e-learning (in italiano apprendimento a distanza) s'intende "l'uso delle tecnologie multimediali e di Internet per migliorare la qualità dell’apprendimento facilitando l’accesso alle risorse e ai servizi, così come agli scambi in remoto e alla collaborazione (creazione di comunità virtuali di apprendimento). Il processo d’apprendimento per via telematica offre molteplici vantaggi, sintetizzabili con lo slogan: anywhere, anytime, anyplace. 9
Accesso alla rete anywhere, anytime, anyplace.
by Ed Yourdon
Qualsiasi corso via rete può essere seguito, tranne in alcuni (rarissimi) casi, da qualsiasi luogo geografico, infatti è sufficiente un accesso ad Internet per potervi prendere parte; 9
D. Smeriglio, Linee guida all’e-learning. Le nuove forme della didattica, Anicia, Roma, 2008 17
in qualsiasi momento e da qualsiasi posto, sia esso un ufficio, una scuola o un’abitazione, l’unico requisito indispensabile è quello di poter accedere ad Internet. Nel caso in cui si utilizzino strumenti per la gestione dei contenuti quali i CMS (Content Management System), sarà possibile intervenire in qualsiasi momento, utilizzando uno dei diffusissimi browser per la navigazione, sui documenti presenti in Internet per apportare modifiche o aggiornamenti. In ambito scolastico, l’e-learning può trovare applicazione soprattutto nella versione di blended learning ovvero mediando la formazione face to face con la formazione via rete attraverso strumenti di formazione on line a supporto di lezioni svolte in presenza.
Schema esemplificativo del Blended Learning
by giulia.forsythe
L'insegnamento in linea sfrutta le potenzialità rese disponibili da Internet per fornire formazione sincrona e/o asincrona agli utenti, che possono accedere ai contenuti dei corsi in qualsiasi momento e in ogni luogo in cui esista una connessione internet. 18
Questa caratteristica, unita alla tipologia di progettazione dei materiali didattici, portano a definire alcune forme di teledidattica come "soluzioni di insegnamento centrato sullo studente". L'insegnamento in linea è un processo di formazione continua che si fonda su tre elementi principali nella progettazione di contenuti erogabili via rete: •
l'interattività, la dinamicità, la modularità.
La teledidattica può inserirsi in processi formativi definiti "misti" o blended learning in cui la componente online si affianca alla formazione di stampo tradizionale (interventi in aula, via skype, workshop, seminari ecc.). Recentemente sono stati utilizzati anche i termini web learning e cloud learning10, che accentuano l'aspetto "reticolare" dell'apprendimento, piuttosto che quello, ormai scontato, della componente "elettronica" ovvero "virtuale".
Learning from the “Cloud”
10
Letteralmente: Imparare dalla rete e imparare dalla nuvola. 19
Fare didattica con Moodle Moodle è un sistema di e-learning open source11, progettato da Martin Dougiamas, informatico e insegnante australiano, che si è ispirato al modello pedagogico del costruttivismo sociale. Il nome della web-application è l'acronimo di Modular Object-Oriented Dynamic Learning Enviroment (ossia Ambiente di apprendimento dinamico ed orientato agli oggetti)12.
Il logo di Moodle
by qperello
Ad oggi il sistema si è diffuso su scala planetaria, in istituzioni di ogni tipo ed è supportato da una vasta comunità che ne cura lo sviluppo e il supporto. Per funzionare, Moodle ha bisogno di essere installato su un web server, "in house" oppure presso una società di hosting. Moodle è tecnicamente un sistema LMS (Learning Management System, in italiano meglio noto come “piattaforma e-learning”) ovvero un sito web dinamico che consente di allestire un ambiente didattico online (o “classe virtuale”) in modo semplice e pratico, 11 12
Gratuito poiché non prevede costi per la licenza del software Dal sito ufficiale: http://docs.moodle.org/24/en/About_Moodle 20
permettendo a diverse figure (amministratori, docenti, studenti, ecc.) di gestire ed interagire in modo efficace..
Esempio di classe virtuale su Moodle
b y kerryj.com
Moodle offre il vantaggio di consentire ad utenti non specialisti di creare e modificare facilmente contenuti, senza necessità di conoscenze tecniche specifiche, le quali sono richieste soltanto in fase di installazione del sito, solitamente realizzata da specialisti ma in molti casi alla portata anche di utenti mediamente esperti. Se ormai praticamente ogni istituzione scolastica ha il proprio sito web, non sono ancora molto numerose le scuole che affiancano al sito un sistema più specificamente orientato alla didattica. E’ in questo settore che Moodle può rappresentare una soluzione. Esso infatti si può affiancare al sito web istituzionale, fornendo ulteriori 21
caratteristiche come la gestione di corsi, classi virtuali, compiti, quiz, risorse didattiche, forum e molte altre funzionalità orientate all’interazione didattica. Moodle offre la possibilità di pubblicare rapidamente i propri materiali, e i riferimenti a informazioni pubblicate in rete, ma soprattutto consente di sperimentare un diverso approccio per stimolare l’attenzione e garantire un maggiore coinvolgimento degli studenti.
Moodle favorisce la condivisione delle risorse
b y VMFoliaki
Nell’arco di pochi anni, Moodle è diventato la piattaforma e-learning Open Source più diffusa al mondo. In Italia, la diffusione di Moodle è partita da alcune università: La Sapienza, UniMoRe, Padova, Firenze e altre ancora hanno adottato Moodle dapprima come sperimentazione per qualche facoltà o dipartimento e poi come piattaforma e-learning per l’intero ateneo.
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Anche il mondo della scuola negli ultimi anni si è progressivamente avvicinato alle piattaforme e-learning e, nella maggior parte dei casi, il sistema prescelto è stato Moodle. Oggi Moodle è una realtà consolidata che può contare su una notevole massa critica di utenti, i quali hanno spesso prodotto documentazione di ogni tipo sull’uso della piattaforma, da dispense online a manuali, libri e video. E’ quindi molto semplice per un docente informarsi e acquisire competenze relative a Moodle, anche autonomamente. Naturalmente Moodle non è l’unica piattaforma e-learning con licenza Open Source disponibile sul mercato. E’ però quella che, nel corso degli ultimi anni, ha avuto la maggiore diffusione, sia in ambito universitario sia scolastico ed extra-scolastico o aziendale.
by Saad Faruque
È possibile usare Moodle in molti modi: 1.
Le caratteristiche di Moodle permettono di utilizzarlo sia in installazioni molto grandi, con centinaia di migliaia di studenti, sia per soddisfare le esigenze di una piccola scuola o di un formatore indipendente.
2.
Molte istituzioni usano Moodle come ambiente per corsi interamente on line mentre altre lo utilizzano per supportare corsi in presenza (blended learning). 23
3.
Molti utenti usano i moduli di attività di Moodle (come Forum, Wiki, Database, etc) per costruire comunità di apprendimento (nella tradizione del costruttivismo sociale) mentre altri preferiscono usare Moodle come strumento di distribuzione di contenuti e valutare l'apprendimento attraverso quiz e compiti.
Le funzionalità di base di Moodle spaziano dalla creazione e all'organizzazione di corsi e lezioni on-line a strumenti per la comunità, come: forum, gestione dei contenuti, quiz, blog, wiki, chat, glossari. Moodle ha un “orientamento pedagogico” meno erogativo e più decisamente collaborativo e “costruttivista”, in quanto trae la propria forza dall’aggregazione di molteplici risorse multimediali consentendo la costruzione collaborativa di percorsi di insegnamento/ apprendimento che sfruttano i nuovi media in ogni dimensione, immagine, audio, video.
by Colorado Association of School Librarians
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Il processo di apprendimento stimolato dall’uso delle tecnologie supera i limiti delle sole conoscenze e può ambire a divenire un atto di partecipazione, un momento in cui lo studente riesce a percepire con chiarezza ciò che è significativo apprendere e cosa deve fare in una determinata situazione. E’ all’interno di queste dimensioni dell’apprendimento significativo che si collocano le attività didattiche realizzabili con Moodle13 come: • contestualizzare e problematizzare una tematica didattica, • attivare le conoscenze precedenti, • presentare contenuti, • esplorare in modo guidato il web, • insegnare in modo interdisciplinare, • discutere un argomento didattico, • riflettere sulle attività didattiche, • esporre un argomento, • discutere casi, • consolidare un argomento disciplinare, • cooperare e collaborare, • potenziare il lessico generale e tecnico professionale, • potenziare l’apprendimento della lingua straniera, • potenziare competenze trasversali (key skills), • costruire un elaborato individualmente, • costruire un elaborato collaborando, • realizzare un progetto, • dare e raccogliere feedback, • valutare.
13
Fonte: Gianni Marconato, Usare Moodle. Manuale di didattica, Guaraldi Editore, 2011 25
Metodologia di lavoro con Moodle
by thomcochrane
La piattaforma di lavoro offerta da Moodle può essere impiegata in modalità blended per portare la multimedialità in aula per lezioni di tipo interattivo/dimostrativo, cooperativo, costruttivo; per condurre dunque attività collaborative e laboratoriali, per svolgere le interrogazioni, per la navigazione e ricerca su web, per presentare in modo innovativo studi ed elaborati realizzati dagli studenti, avendo altresì la possibilità di salvare sul server i percorsi didattici proposti, per successivi utilizzi o per la distribuzione agli studenti (inclusi quelli assenti).
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Perché usare Moodle La progettazione e lo sviluppo di Moodle è guidato da una "pedagogia costruzionista sociale", sintetizzabile nei cinque principi cardine che ci vengono suggeriti dai suoi sviluppatori:14 1.
Tutti noi siamo potenziali insegnanti e anche studenti - in un vero ambiente collaborativo siamo entrambi.
2.
Impariamo particolarmente dall'atto di creare o di esprimere qualcosa da mostrare agli altri – fondamentalmente con la didattica del fare ovvero "learning by doing".
3.
Impariamo molto semplicemente osservando l'attività dei nostri coetanei .
4.
Attraverso la comprensione dei contesti degli altri, siamo in grado di insegnare in modo più trasformazionale (costruttivismo)
5.
Un ambiente di apprendimento deve essere flessibile e adattabile, in modo che possa rispondere rapidamente alle esigenze dei partecipanti al suo interno .
Progettare lezioni interattive modificando il layout dell’aula
14
by DiscoveryEducation
Dal sito ufficiale: http://docs.moodle.org/24/en/Pedagogy 27
La filosofia che sta alla base di Moodle, come spiegato dal suo originario sviluppatore, Martin Dougiamas, prevede una collaborazione tra studenti e docenti e sostiene l'idea che l'apprendimento non sia a senso unico, ma che anche gli studenti possano contribuire in una certa misura alle attività didattiche, commentando o caricando il materiale, o partecipando a forum di discussione e wiki. Ciascun partecipante può essere al contempo un insegnante e uno studente. Il lavoro come “insegnante” può trasformarsi da “fonte della conoscenza” a modello autorevole di “mediatore” in classe: il docente diventa un tutor che si rapporta con gli studenti in modo personale e risponde alle loro esigenze di apprendimento, moderando le discussioni e le attività così da condurre collettivamente gli studenti verso gli obiettivi di apprendimento della classe.
Teamwork fra pari - Foto by Paolo Margari
Moodle non impone questo tipo di comportamento, ma può rappresentare l’ambiente istituzionale per la didattica in cui vengono integrate le tecnologie, l’ambiente 28
“ufficiale” dove le scuole, le classi, gli insegnanti mantengono i propri luoghi didattici in un ambiente protetto, riservato, sicuro. Tutti aspetti non marginali quando si tratta di operare con i minori e dove sono presenti risorse ricche. Nuovi ambienti e scenari di apprendimento Da diversi anni il MIUR sostiene progetti che hanno consentito l’introduzione delle tecnologie in classe. Oltre al Piano nazionale di diffusione delle LIM, un certo numero di scuole ha recentemente cercato di aprirsi alla tecnologia in modo nuovo. Ne è un esempio il progetto Cl@ssi 2.015, la cui azione intende verificare come e quanto, attraverso l’utilizzo costante e diffuso delle tecnologie nella pratica didattica quotidiana, l’ambiente di apprendimento possa essere trasformato.
Fonte: www.majoranadigitale.it Il Majorana è stato inserito tra gli istituti italiani che sperimentano il progetto Classi 2.0.
15
Il Progetto Cl@ssi 2.0 è partito nell’ anno scolastico 2009/2010 con 156 classi di Scuola Secondaria di primo grado. Gli istituti sono stati selezionati tramite un bando, ripartiti regionalmente in base al numero di classi attive nell'a.s. 2008/09 ed al numero medio di classi per regione. Per l’anno scolastico 20101011, è prevista l’estensione dell’azione Cl@ssi 2.0 alle scuole primarie e secondarie di secondo grado. 29
Alcune tra le tendenze diffuse16 rivelano che i modelli pedagogici costruttivista e sociocostruttivista, includono le ICT come strumenti per potenziare la didattica tradizionale che privilegi un approccio attivo, compiti aperti che mirino alla riflessione sul processo ed alla personalizzazione dei percorsi di apprendimento, nonché spazi più aperti e flessibili che avvicino la scuola ad un laboratorio. La didattica digitale con Moodle risponde pienamente al modello della scuolalaboratorio. Si tratta di una prospettiva di lavoro in cui il dire e il fare, il momento teorico della lezione e quello pratico dell'applicazione, perdono la loro abituale scansione.
Un aula laboratorio
by Dan Zen
Nella scuola-laboratorio non si studia prima per applicare poi: lo spazio del fare è lo spazio stesso dell'apprendere. In questo modello di scuola la lezione diventa "a posteriori". La lezione è a posteriori quando essa non è più il momento dell'acquisizione 16
EU Digital Agenda, Marzo 2010, 2020 Vision - Report of the Teaching and Learning in 2020 Review Group 30
di informazioni. L'informazione viene fatta acquisire dallo studente in fase preparatoria, cosicché a lezione si possa valorizzare il momento del Problem solving. Si inverte in questo modo la logica delle cose rispetto alla didattica tradizionale: in quel caso si ricevono informazioni in classe e si studia a casa; nella lezione a posteriori si ricevono informazioni a casa e si studia in classe. Oggi si parla spesso di flipped lessons, o lezioni sfogliabili17, facendo riferimento alle possibilità che il digitale offre di preparare materiali didattici che lo studente possa navigare individualmente, sul modello dei video disponibili in Khan Academy 18.
Homepage della Khan Academy
La trasmissione di informazioni può infatti essere supportata dai mezzi multimediali, lezioni videoregistrate, simulazioni al computer e quant’altro. E’ l’applicazione, la riflessione critica, la cooperazione che deve essere guidata in modo opportuno attraverso il fattore umano. In questo modo, invece di perdere tempo in classe a fornire informazioni che il videoclip didattico già fornisce, si lascia che le informazioni vengano acquisite dagli studenti e che la lezione incominci dai loro dubbi e richieste di approfondimento. La formazione diventa quindi un allargamento delle proprie 17
18
Dal sito: Flippedclassroom: http://flippedclassroom.org/profile/AlbertoPian In internet, URL: http://www.khanacademy.org/about 31
competenze acquisite, ottenute per assimilazione di nuove esperienze e nuovi stimoli, filtrate attraverso le attitudini individuali. La didattica digitale si costruisce sulle attività dello studente. La scuola-laboratorio è la scuola del fare. Così disporre su ogni banco di un PC o tablet consente non solo di accedere ma anche di produrre immagini, video, testi, ecc., che pongono al centro dell’attività didattica proprio il momento della produzione dello studente.
Tablets per ogni allievo in una classe digitale
by kokeshi
L’attività didattica si può così strutturare in micro-moduli costituiti da tre momenti19: • una introduzione, in cui l'insegnante accenna alla cornice concettuale che si dovrà tenere presente e assegna un compito da svolgere; • una parte centrale, in cui il compito viene svolto attraverso una produzione multimediale (analisi di un testo, realizzazione di un video, fotografie, ecc.);
19
A. Pian, i-Pad in Classe – Il Metodo, Il nuovo modo di insegnare ed Apprendere, E-Book 32
• un parte conclusiva, nella quale l'insegnante aiuta la classe a comprendere cosa si è imparato. L'impatto sulla didattica è ovviamente molto forte, in quanto si rende necessario: -
ridefinire la progettazione e gli spazi di lavoro;
-
cambiare le logiche della valutazione (in quanto di fatto l'insegnante dovrà valutare un prodotto dello studente),
-
riconsiderare completamente la tempistica, in quanto la didattica digitale richiede ritmi di assimilazione più lenti.
Nuovi spazi di apprendimento pensati per favorire la collaborazione
by derekbruff
Con Moodle è possibile somministrare diverse attività in grado di essere valutate in modo automatico, come ad esempio i test. Maggiore velocità, rapidità e oggettività di risposta mette in grado il docente di ottenere valutazioni sommative più frequenti, e paradossalmente meglio accettate dagli studenti. I ragazzi sono abituati a compiti in classe che si accavallano e a interrogazioni che li spingono a cercare la via più breve, 33
che non è quella dell’apprendimento significativo, ma quello più rassicurante della pura memorizzazione.
Moodle consente test e verifiche su supporto elettronico
by MyTudut
Avere più tempo a disposizione per attività coinvolgenti che consentano di affrontare in classe problemi e situazioni realistiche è fattibile solo con l’utilizzo di un mezzo che consenta di estrarre da queste attività valutazioni in itinere, frutto di un’analisi dei processi di apprendimento, nel momento stesso in cui si svolgono e vengono condivise in un ambiente di apprendimento flessibile e stimolante. Il momento di incontro in presenza tra docente e allievi assume perciò un significato opposto alle pratiche didattiche attuali, attraverso lo sviluppo di attività coordinate e assistite che possono continuare a casa, proprio perché vissute a scuola come un processo di crescita.
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Conclusioni Il mondo contemporaneo è inondato da informazioni accessibili attraverso una moltitudine di fonti scritte ed elettroniche. Il compito fondamentale del docente non è più quello di diffondere conoscenze, bensì quello di aiutare i giovani ad orientarsi in modo autonomo per imparare ad usarle, sviluppando la loro capacità di pensare in modo critico, risolvere problemi, formulare giudizi informati e costruire conoscenza a beneficio di sé stessi e della società.
Nel nuovo paradigma dell’educazione il docente non è più al centro del processo di apprendimento, bensì ne facilità la dinamica in una rete collaborativa che integra tutte le risorse disponibili.
L’autonomia è una delle competenze per la vita sempre più difficili da padroneggiare. Il lavoro nel mondo delle professioni, delle imprese, dei servizi richiede autonomia, autodisciplina e pensiero creativo. Una scuola che enfatizzi queste competenze può ambire a formare ragazzi capaci di cogliere le numerose opportunità offerte dalla società occidentale. Una scuola che continua ad ossessionare con la rigidità, l’autoritarismo e i compiti di routine produrrà giovani meno attrezzati a districarsi in un mondo del lavoro caratterizzato da maggiore flessibilità e precarietà. 35
Creare nuove opportunità di apprendimento e crescita
Il modo di insegnare ai ragazzi non può essere distaccato dalla vita reale. In un’epoca in cui l’informazione e la conoscenza sono accessibili ovunque ed in tempo reale, sarebbe anacronistico pensare che i ragazzi continuino ad apprendere solo all’interno dello spazio confinato di un’aula scolastica. Internet offre la possibilità di connettersi ovunque ci si trovi con qualsiasi altro posto nel mondo. Google, Yahoo e gli altri motori di ricerca hanno contribuito a costruire una piattaforma globale di condivisione delle informazioni disponibile sempre e ovunque. I bisogni di apprendimento dei "nativi digitali" sono conseguentemente nuovi e connessi con la possibilità di accedere a flussi di dati multipli. L’innovazione tecnologica può cambiare radicalmente e in positivo il modo di far scuola, di insegnare e di apprendere, facendo da supporto a nuovi modi per sviluppare e incrementare modelli pedagogici e pratici fondati sull’apprendimento sociale, sull’apertura e la trasparenza, capaci di attrarre velocemente i nativi digitali.
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by Kathy Cassidy
Imparare giocando con i tablet è più facile
Al di là dei luoghi comuni sui nativi digitali, sono ancora troppo numerosi gli studenti italiani che possiedono sì le competenze per navigare in internet ed usare i social network, ma non sanno usufruire dei nuovi linguaggi dei canali d’informazione, indispensabili
per
essere
cittadini
consapevoli
e
responsabili
della
società
contemporanea e per accedere agli sbocchi occupazionali del mercato nazionale e internazionale del lavoro. La scuola è oggi chiamata a formulare nuove proposte che si distacchino dal paradigma tradizionale e pongano i giovani al centro del processo educativo. E’ necessario domandarsi quali possono essere le risposte più adeguate della scuola e degli insegnanti alle nuove esigenze formative che la società digitale pone in essere e riflettere su come evitare il gap generazionale spesso presente nel nostro contesto culturale tra scuola, insegnanti e studenti. 37
La didattica innovativa può creare spazi intermedi all’interno dei quali è possibile costruire nuove forme di apprendimento non contrapposte alla didattica frontale tradizionale, ma mediate tecnologicamente ed emotivamente più coinvolgenti. L’ausilio delle tecnologie è familiare alle giovani generazioni che essendo nate in un’epoca in cui i mezzi informatici caratterizzano buona parte delle attività formative e di svago, si trovano in piena sintonia sia con l’utilizzo degli strumenti tecnologici, sia con i cambiamenti e l’inserimento di eventuali nuovi supporti mediatici.
Devices multimediali di uso normale per i teenagers di oggi
by adesigna
L’impiego delle tecnologie multimediali incentiva processi di apprendimento metacognitivi, in quanto permette di sfruttare e attivare i processi di riflessione negli alunni. Molti strumenti di software sono di supporto alla didattica metacognitiva, in quanto consentono di superare la pura analisi del testo e la costruzione di mappe mentali e concettuali costituite di sole parole, favorendo 38
anche l’analisi di immagini e video per la costruzione di mappe visive, ampliate anche da collegamenti ipertestuali. Le moderne tendenze della didattica si orientano sempre più verso metodologie che favoriscono l’apprendimento significativo all’interno di una scuola di tipo laboratoriale, dove l’apprendimento solo mnemonico cede il passo alla didattica del fare.
La nuova sala workshop dell’università di Oxford
by jisc_infonet
Mentre la didattica tradizionale pone l’accento esclusivo sull’insegnamento come trasmissione di informazioni e sulla valutazione sommativa dei risultati, senza preoccuparsi della comprensione del processo di apprendimento, la didattica laboratoriale che integra gli strumenti multimediali e le piattaforme di e-learning privilegia la dimensione del fare e promuove la costruzione di conoscenze e competenze significative per l’allievo. In molti paesi europei ed ormai - anche se più timidamente - in Italia si stanno attuando progetti per la connessione a Internet delle classi, per la dotazione di netbook computer e/o tablets o di altre tipologie di dispositivi interattivi a basso costo, basati su logiche open. In futuro gli strumenti di accesso a Internet diventeranno sempre più contestuali e libereranno il computer dal bisogno di essere collocato in un posto fisso. Il cosiddetto cloud learning, ovvero l’apprendimento basato sul web, realizzato con uno strumento 39
mobile abbina la possibilità di attingere risorse distribuite con l’informazione contestuale, accessibile cioè in qualsiasi posto e in qualsiasi momento. Innovare la didattica non significa semplicemente usare la tecnologia per la sola trasmissione di nozioni disciplinari più o meno interattive e multimediali. Utilizzare gli ausili multimediali solamente per mostrare agli studenti delle risorse, dei video, delle animazioni o per confezionare in maniera più appetibile e ordinata gli stessi materiali fino a ieri utilizzati con la lavagna di ardesia non significa fare innovazione, ma riproporre in modo solo leggermente più moderno uno stile trasmissivo e nozionistico di insegnamento e di apprendimento.
Innovare la didattica: Come?
Ogni innovazione tecnologica può trasformarsi in una reale innovazione didattica solo se si sviluppano metodologie e strategie di insegnamento che mettano al centro del processo di apprendimento l’alunno e il gruppo classe. Il focus dell’attuale dibattito che coinvolge la scuola come istituzione non ruota dunque attorno alla tecnologia in senso stretto, ma alle dinamiche di innovazione che essa può innescare.
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21st century education: What is it about?
by Kathy Cassidy
Nel corso di questi anni, gli insegnanti si sono confrontati con temi come l’organizzazione dello spazio, la flessibilità del tempo-scuola e la personalizzazione dei percorsi. La presenza spesso ingombrante delle tecnologie ha incoraggiato molti insegnanti a ripensare l’impostazione metodologica della lezione sin dal curricolo e dai contenuti didattici che hanno cominciato ad assumere una forma sempre più digitale. La collaborazione e l’apprendimento diventeranno sempre più distribuiti digitalmente su reti decentralizzate di applicazioni - come per esempio Moodle - che consentono di rendere i contenuti condivisibili e disponibili per gli studenti e le famiglie su piattaforme di e-learning. Le esperienze maturate con il progetto Classi 2.0 cominciano a contaminare anche le altre scuole, tanto che sembra delinearsi all’orizzonte la fisionomia di una scuola aperta, 41
senza classi o con classi diffuse in cui le occasioni di apprendimento si realizzano anche in contesti non formali. Siamo solo all’inizio di un diverso modo di fare scuola e molte delle potenzialità che le moderne tecnologie possono offrire sono ancora da individuare. È del resto noto che non esistono rapporti di causalità diretta tra l’uso delle nuove tecnologie e il miglioramento dei processi cognitivi. Prevale, su tutto, il modo con cui gli strumenti vengono impiegati, l’intelligenza e l’attenzione con cui i materiali didattici vengono selezionati e offerti e, in particolare, il tipo di attività tese a favorire nell’alunno momenti di riflessione e rielaborazione autonoma e personale.
Imparare oggi - Foto by opensourceway
La didattica laboratoriale supportata dalle moderne piattaforme di e-learning – come Moodle - può rappresentare un modo diverso di apprendere. Mentre la didattica tradizionale pone l’accento esclusivo sull’insegnamento come trasmissione di informazione e sulla valutazione sommativa dei risultati, senza preoccuparsi della comprensione del processo di apprendimento, la didattica laboratoriale privilegia la
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dimensione del fare e promuove la costruzione di conoscenze e competenze significative per l’allievo. Apprendere significa imparare ad orientarsi autonomamente in scenari dinamici e complessi, mostrando nello stesso tempo conoscenza, precisione e creatività. Oggi più che mai è importante stimolare nei giovani la consapevolezza che la formazione è un percorso continuo e stimolante, che deve adattarsi alle proprie attitudini e curiosità e che può fornire quella capacità di crescita fondamentale per affrontare le sfide future.
Knowledge, precision and creativity to reach for the sky! Let’s take the challenge!
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BIBLIOGRAFIA: RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 18 dicembre 2006 relativa a competenze chiave per l'apprendimento permanente – Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (2006/962/CE) P. Ferri, La scuola digitale. Come le nuove tecnologie cambiano la formazione, Bruno Mondadori, 2008 G.Marconato, Usare Moodle – Manuale di didattica, Guaraldi Edizioni, 2011 A. Pian, i-Pad in Classe – Il Metodo, Il nuovo modo di insegnare ed Apprendere, E-Book scaricabile dal Blog: “iPad in classe” http://didanext.blogspot.it - Torino 2012 D. Smeriglio, Linee guida all’e-learning. Le nuove forme della didattica, Anicia, Roma, 2008
SITOGRAFIA: http://ec.europa.eu/information_society/digital-agenda/documents/digital-agendacommunication-en.pdf www.scuola-digitale.it www.edutopia.org http://www.imparadigitale.it Moodle: http://docs.moodle.org/24/en/About_Moodle
Per maggiori informazioni su Moodle, vedere http://moodle.org , e in particolare la principale comunità "corso" chiamato Using Moodle .
• Flippedclassroom: http://flippedclassroom.org/profile/AlbertoPian • Accademia.edu: http://unitus.academia.edu/AlbertoPian • ADI risorse: http://www.adirisorse.it/members/albertopian/
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