Racconti secondaria

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RACCONTI SECONDARIA

5° CONCORSO LETTERARIO E ARTISTICO – RACCONTI SECONDARIA ASSOCIAZIONE GENITORI TANGRAM DI ARCONATE E BUSCATE


LA MUSICA E IL BALLO: LE MIE PASSIONI Bertossi Susanna Secondaria Arconate 1C

Io sono una ragazza molto vivace e mi piace tantissimo ballare, per questo motivo pratico hip hop. Ballare per me è un momento bellissimo, perché sono a contatto con la musica, che mi suscita allegria, armonia e tanti ricordi. Fin da quando ero piccola, mi piaceva tantissimo ascoltare la musica, in particolare una canzone che mi cantava mio papà, che si intitola “Mi ami davvero”. Questa canzone è di Luca Carboni ed ha uno stile melodico ; ricordo che quando veniva trasmessa alla radio la cantavo e mentre ballavo. Ora questa canzone non è più di “moda”, ma quando mi capita di sentirla mi rallegra e mi fa tornare in mente molti ricordi preziosi e piacevoli. Quando ascolto una canzone di qualsiasi genere e di qualunque cantante incomincio a ballare e mentre ballo dentro di me c’è una sensazione che non riesco a spiegare, perché è troppo forte. Ricordo che quando da piccola mentre si ascoltava musica in casa mi muovevo a casaccio, poi crescendo ho iniziato a seguire il ritmo delle canzoni con dei passi appropriati che mia mamma ha notato, così all’età di nove anni mi sono iscritta a lezioni di hip hop: qui mi diverto tantissimo in compagnia delle mie amiche che hanno la mie stessa età e anche loro quando ballano sono spinte da una sensazione indescrivibile. Io frequento hip hop ad Arconate in una scuola di nome “Star e Simon School “. Quest’anno è il più bello, perché con la mia squadra partecipo a gare di ballo e nella prima ci siamo classificate al 2° posto. Mi ricordo che quando siamo entrate in campo il cuore mi batteva tantissimo ed ero molto emozionata, ma alla fine ce l’ho fatta e ho superato la paura di esibirmi davanti ai giudici. Nella seconda gara non avevo tanta paura, perché ci siamo esibite al teatro ad Inveruno dove l’anno scorso abbiamo fatto il saggio e quindi sapevo già come era l’ambiente. In questa gara ci siamo qualificate prime, perciò ero molto contenta. In Aprile andremo a Castellanza per le regionali e credo che saremo molto brave, perché ci stiamo allenando tantissimo e cerchiamo di dare il massimo di noi stesse. Per concludere la musica per me è molto importante, visto che mi trasmette molti ricordi e voglia di ballare.

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I SETTE GNOMI MUSICALI Alessandro Gadda - Sebastiano Monticelli Secondaria Arconate 1B

C'erano una volta sette gnomi musicali di nome do-re-mi-fa-sol-la-si che un giorno furono abbandonati nel bosco dei flauti perché i loro genitori erano poveri. Vennero allevati da dei pentagrammi ed ebbero dei poteri magici: ad ogni parola che pronunceranno dalla bocca gli uscirà un suono. Allora gnomi decisero di esibirsi nella parrocchia del villaggio. Questi ebbero tanto successo e la gente malata si curava n di melodia. La gente cantando rendeva felice la giornata e da quel momento la musica ebbe successo perché esprime emozioni forti , sensazioni uniche, l'unica amica che riesce sempre a capire in ogni situazione, ad intonare la melodia esatta per ogni stato d'animo. La musica era così bella che la gente piangeva di gioia, e da quel momento la musica è la perfezione che un essere umano cerca nella bellezza. Gli gnomi morirono ma le loro anime non si perdettero e le note rimasero impresse nella testa di tutti ed è questo il motivo per cui le note sono ancora tutt' oggi conosciute.

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DO RE MI FA … LA MIA EMOZIONE Alessio Rosano’ Secondaria Arconate 1A

Fin dall’asilo mi è sempre piaciuto suonare gli strumenti musicali, come il triangolo o le maracas. La mia insegnante Maria era molto brava, accompagnandoci con la tastiera, ci insegnava delle meravigliose canzoncine che preparavamo per le numerose feste e ricorrenze. Arrivato alle elementari, abbiamo scoperto un nuovo strumento: il flauto dolce. Abbiamo purtroppo avuto l’insegnante di musica solamente dalla terza elementare e quindi siamo partiti con una base molto approssimativa. Scoprendo questo strumento mi sono appassionato e mi sono impegnato sempre di più, diventando il più bravo della classe. All’età di nove anni ho frequentato un piccolo corso per suonare la chitarra acustica, ma purtroppo, essendo un corso collettivo, non ho imparato molto. Giunto alle scuole medie, abbiamo approfondito l’uso del flauto dolce e abbiamo studiato altri strumenti: la chitarra, il trombone a tiro, la tromba, il sax, il basso, il flauto di traverso, il clarinetto. Lo scorso Settembre ho iniziato un corso di musica per riuscire a entrare nel corpo bandistico del mio paese; sto’ imparando a suonare il trombone a tiro con un insegnante per il solfeggio e uno per la pratica, Gisella e Gaetano sono molto bravi e pazienti. E’ molto faticoso suonare questo strumento, poiché il trombone è molto complicato, a seconda di come metti le labbra, esce un suono diverso; è formato dalla campana, un tubo cilindrico di ottone (il corpo dello strumento), il bocchino e le coulisse. Mi piacciono molto le musiche “rap” e “pop”, ma apprezzo anche gli altri generi musicali. I miei cantanti preferiti sono Fabri Fibra e Fedex. La musica mi rilassa e, quando ho un po’ di tempo, suono o la ascolto con l’ipod. Mi dà speranza nella vita, mi fa ripensare ai miei ricordi più belli e quando la ascolto, mi sembra di essere in Paradiso. La musica, secondo me, è alla base della vita e senza di essa il mondo sarebbe solo grigio e nero. Non potrei immaginare la mia vita senza la musica!

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IO E LA MUSICA Michela Locati Secondaria Arconate 1C

Io mi chiamo Michela e a me la musica trasmette molte emozioni. Io suono anche uno strumento musicale: la tromba. La mia migliore amica che suona anche lei la tromba e i miei genitori non se lo sarebbero mai aspettati perché dicevo che mi faceva schifo invece un anno fa ho iniziato a suonare. Ogni Giovedì sera vado a suonare. Mi diverto tantissimo e mi rilasso e non penso ad altro che alla musica. Molti pensano che suonare sia molto facile ma per riuscire ad ottenere il suono desiderato ci vuole molta pazienza e le prime volte non è facile ma quando si riesce ad ottenere il suono giusto è una grande soddisfazione. Desso suono delle canzoncine piacevoli e per Natale ho fatto la mia prima esibizione. Ero molto agitata ma alla fone tutti ci hanno fatto i complimenti . In settimana mi devo esercitare e visto che anche mia mamma suona uno strumento musicale suoniamo insieme e così passiamo anche un po’ di tempo insieme. A me piace ascoltare musica moderna. A casa l’ ascolto con l’MP3 e se sono felice canto mentre se mi voglio rilassare l’ascolto tranquillamente. A volte ascolto la musica quando non so cosa fare come un passatempo. Molte persone pensano che per fare musica servono per forza degli strumenti musicali ma in realtà bastano degli oggetti qualsiasi e mettere insieme il loro suono. La musica è tutto ciò che ci circonda perché tutti gli animali e le cose emettono un suono. La musica è una cosa fantastica perché ognuno può interpretarla come vuole secondo i propri gusti.

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LE NOTE CANTERINE Ivan Tomasoni - Roberto Dell'Aera - Samuele Turni - Davide Pisano Secondaria Arconate 2C

Questa fiaba è indirizzata a bambini che hanno tra i 2 e gli 8 anni e si incentra su alcune note musicali molto timide, ma che, una volta rotto il ghiaccio, impareranno a stare in compagnia e a condividere le cose belle. C'era una volta un villaggio di note. Queste note erano terribilmente timide e quindi non avevano amici. Un giorno due note si incontrarono per caso. Si guardarono timidamente, scambiarono un buongiorno e se ne andarono ognuno per la propria strada. Alcuni giorni dopo si rincontrarono e una disse all'altra: “Che piacere rincontrarsi!” L'altra rispose: “Sarebbe un peccato perderci e non rincontrarci più; perché non andiamo a berci qualcosa?” L'altra annuì e insieme andarono a prendersi un caffè. Arrivati, incominciarono a discutere del più e del meno e si fecero qualche risata. Appena incominciarono a ridere, dalle loro bocche uscì una specie di melodia e, stupite, si chiesero da cosa fosse provocata. Finirono di mangiare e se ne tornarono alle proprie case. Dopo di che uscirono altre volte e si accorsero che stare in compagnia era piacevole, così cominciarono a conoscere nuova gente, con la quale si divertivano sempre di più e a mano a mano che ridevano, si creavano melodie sempre più complesse e più gradevoli. Involontariamente crearono molte melodie ed ebbero la grande idea di raggrupparle in un album di canzoni che pubblicarono; dopo un po' di tempo le melodie ebbero grande successo così le note decisero di formare una band. Pubblicarono nuove canzoni ed ebbero molto successo. Così decisero di andare avanti con la carriera musicale e vissero tutti felici e contenti.

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UN CASO MOLTO RARO Roberta Frustagli – Michela Ligorio – Eleonora Russo Secondaria Arconate 2C

Nel 2014 ci fu un caso molto raro. Nelle grandi strade di Boston, si aggirava un ragazzo di 13 anni, solo, abbandonato dalla nascita, che per racimolare qualche soldo suonava una piccola chitarra costruita da sé. Egli, come tutti gli adolescenti, aveva un sogno, quello di esibirsi davanti ad una platea molto grande di gente; ma Zack aveva un problema, era muto fin dalla nascita. Per Zack la chitarra era tutta la sua vita, perché grazie ad essa poteva esprimersi. I passanti si fermavano spesso ad ascoltarlo, veniva chiamato "il ragazzo prodigio delle strade di Boston". Si potrebbe dire che fin qui questa storia può sembrare una storia comune, ma non è così. Per diversi giorni alla settimana un gruppo di coetanei di Zack, che frequentavano una scuola vicino a dove si esibiva lui, passavano e lo prendevano in giro sulla vita che conduceva, dicendo anche che era troppo codardo perché non rispondeva ai loro insulti, inconsapevoli del fatto che in realtà Zack era muto. Ma lui nonostante le ingiurie, non si scoraggiava e andava avanti, rimanendoci male, ma perdonandoli nel suo intimo. A Zack piaceva molto andare ad ascoltare sul retro di teatri e di sale concerti o esibizioni di cantanti solisti; era un altro suo passatempo. E grazie all'ascolto, Zack imparava sempre di più a conoscere la musica. Un giorno come tanti altri, il direttore di un teatro molto famoso, uno dei più belli di Boston, sbagliò treno e prese per caso quello diretto proprio nelle strade dove Zack dava spettacolo. Per il direttore fu una catastrofe, mentre per Zack fu un'enorme fortuna. Mentre era al bar per un caffè, sentendo suonare Zack, seguì la musica che lo condusse fino a lui. Una volta arrivato, si guardò intorno, pensando fosse una cosa impossibile, fuori dagli schemi, eppure era proprio così: un semplice ragazzo di strada suonava così bene da poter rimanere tutto il giorno ad ascoltarlo. Il direttore si avvicinò al ragazzo, iniziando a fargli domande del tipo: "Come ti chiami?", "Dove hai imparato a suonare?" o anche "Come si chiamano i tuoi genitori?". Come al solito passarono di lì i "famosi coetanei di Zack", che si misero a dire in coro: “Tanto non farai mai soldi, non sarai mai famoso!”. Cosa si può dire, si sbagliavano. Zack era stato scoperto finalmente, dopo tanto tempo, da un direttore famosissimo! Per il direttore all'inizio fu faticoso avere notizie sulla vita di Zack, non capiva come mai il ragazzino non aprisse bocca, finché capì che Zack non riusciva a parlare. Dopo un po' di settimane, Zack iniziò a intraprendere il suo viaggio nella musica. Molte persone lì al teatro gli impartirono lezioni di musica e di chitarra (che gli aveva donato il direttore); quando gli donò anche un letto nella propria casa, Zack poté dormire tranquillo. Fu fissato, infine, il giorno del debutto. Appena diedero la magnifica notizia a Zack, egli scappò tutto impaurito. Zack non sapeva esibirsi davanti una platea, aveva molta paura, non sapeva come comportarsi. Poi lui avrebbe voluto anche cantare. Scappò, andò lontano, iniziò a esercitarsi, a provare a emettere suoni dalla sua bocca ma erano tutti tentativi che andarono in fallimento.

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Una bella notte stellata, Zack si addormentò, sognò uno zio che Zack aveva all'età di 6 anni. Lo zio gli ripeteva sempre: “Zack, segui sempre i tuoi sogni e vai avanti sorridendo perché nessuno potrà mai toglierti queste due cose!”. Zack decise di provare; il giorno dell'evento andò in platea e, inaspettatamente, pensando alle parole dello zio Zack, iniziò a canticchiare e a suonare davanti a una platea enorme una canzone che sentiva canticchiare da piccolo. Ma Zack, realizzato il suo sogno, preferì tornare nelle strade a suonare e a ….. cantare perché ormai il suo posto era lì. Il messaggio che noi vorremmo trasmettere con questo testo è quello di non perdere mai la speranza, di andare avanti con le proprie convinzioni e di non mollare mai perché bisogna seguire i propri sogni, senza chiuderli in un cassetto, dimenticando quanto sia bello sognare volendo realizzare qualcosa.

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MI PIACE LA MUSICA Loris Pesavento Secondaria Arconate 2C

Mi piace la musica, ho iniziato ad ascoltarla quando mi hanno regalato l’MP3. La musica che preferisco è quella moderna come hip hop e rap, tant’è vero che frequento anche un corso di break e hip hop. I miei cantanti preferiti sono: Michael Jackson, Max Pezzali , Fabri Fibra. Michael Jackson è stato un famoso cantante, ha vinto molti premi e un Oscar, la sua canzone che preferisco è Black or White . Di Max Pezzali mi piace parecchio la canzone 50 special, è un po’ vecchiotta ma mi piace ascoltarla. Invece le canzoni di Fabri Fibra mi piacciono tutte, non ne ho una in particolare. Ascolto la musica quando ho del tempo libero, oppure sdraiato nel mio giardino. Quando vado in macchina con mia mamma ascolto musica anni 80/90 perché le piace, le vengono in mente i tempi in cui andava in discoteca da giovane. Ora poi che ho anche lo smartphone, riesco ad ascoltare musica anche da lì, specialmente quando sono in giro. Non mi piace la musica classica, la trovo noiosa. D’estate al mare di sera ci incontriamo tra amici e in spiaggia ascoltiamo musica con le casse, oppure l’ascoltiamo durante la giornata sotto l’ombrellone. La musica mi fa molta compagnia, anche nei momenti tristi.

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LISTEN Martina Malanchini - Giulia Susani - Arianna Zerba Secondaria Arconate 2C

INTRODUZIONE: noi scriveremo un testo narrativo, tratto dalla canzone "Listen-Beyonce". Il testo sarà adatto a tutti i ragazzi della nostra età (13/14). Parlerà di una ragazza di nome Maia di 14 anni dotata di una voce stupenda e con la capacità di ... Tutto iniziò così ... In quella bellissima giornata di primavera mi frullava nella testa un motivetto, accidentalmente lo cantai, ma senza accorgermene avevo lasciato la finestra aperta... Fu così che il maestro Miguel, passando sotto casa, sentì affascinato la mia voce, e così decise di chiedere ad una passante chi abitasse in quella casa: “In quella casa ci abita Maia, una ragazza di circa 14 anni. In poche parole una splendida ragazza.” Il maestro, il giorno seguente, decise di venirmi a trovare e mi propose immediatamente di provare a frequentare la scuola che da anni aveva fondato. Io in un primo momento rifiutai, ma dopo ripetuti inviti, mi decisi e accettai la proposta di Miguel. Il maestro mi lasciò l'indirizzo e la data della mia prima lezione di canto. Ricordo ancora quel giorno: le mani mi sudavano come ghiaccio secco che si scioglie; avevo un'ansia folle e una terribile paura di come potesse essere la mia voce, visto che in pubblico non avevo mai cantato per paura di stonare. Il maestro non si aspettava che io andassi alla lezione, visto il tentennamento. Dopo aver cantato, Miguel venne verso di me e mi chiese se volessi continuare a seguire le sue lezioni, e visto che ormai avevo superato la mia paura, dissi assolutamente: "Si certo!!" Iniziai così il bellissimo percorso di canto. 4 mesi dopo... Era arrivato il momento del saggio, ero eccitata come il primo giorno di lezione da Miguel. Al termine dello spettacolo, sarebbero stati assegnati i premi; ero sicura che non mi sarebbe spettato alcun premio, visto che non avevo dato il “meglio della mia voce” ma mi sbagliavo, ero al settimo cielo quando mi avvisarono che il premio era mio: una borsa di studio per la migliore accademia, "Accademia Nuovi Talenti" (ANT). Mi sentivo una tigre pronta a ruggire ogni volta che ne avevo voglia! Era arrivato il momento di partire. Salutai i miei parenti e i miei amici. Dopo un lungo viaggio arrivai incontro alla nuova avventura che mi aspettava. Il cielo era azzurro, le margherite sbocciate, il gelsomino che ricopriva la scuola profumava: era ritornata la primavera! Mancava un mese alla gara della ANT per il miglior cantante dell'anno junior, mi stavo esercitando e …...immediatamente stonai mentre la voce mi scomparve. Corsi verso la prima professoressa e scrissi subito su un foglio che avevo un mal di gola impressionante e che non avevo più la voce; mi portarono all'ospedale più vicino e quando mi

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dissero che avevo una tonsillite acuta mi ricoverarono e dopo circa due ore mi avvisarono a malincuore che avrei potuto perdere la voce. Scoppia in lacrime, però non era tempo di piangere ma di farsi coraggio e nutrire speranza per l'operazione. Quando mi svegliai, dopo l'operazione, vidi i miei genitori e la mia migliore amica Bea, se non "sorella" visto il rapporto che abbiamo ancor oggi. Arrivarono i dottori ad avvisare me ed i miei genitori che l'operazione era andata magnificamente e che quindi non avevo perso la voce: continuai a cantare e ad esercitarmi per la gara di giugno. Mi esercitai così tanto che ogni volta che parlavo quasi canticchiavo! L'ultima settimana passò più veloce della luce, fra canto e studio; arrivai all'ultimo giorno frastornata, ma prontissima ed energica per la gara... Il cuore batteva forte, il respiro più profondo che mai e come sempre le mani sudavano, tutto andava a rallentatore: ora mi giocavo il futuro da cantante! Salii sul palco, feci un respiro profondo e cominciai a cantare quella magnifica canzone :"Listen(ascolta)" di Beyonce. Dopo la canzone, ricevetti molti applausi, ma nello stesso tempo ero intimorita dalla bravura degli altri cantanti. Venne il momento delle premiazioni, primo posto: miglior cantante junior e la composizione di una canzone con un cantante italiano di fama, secondo e terzo posto : una borsa di studio per un altro anno all'ANT. Partirono dal terzo posto, ed io non c'ero, ora secondo posto ed incominciai a perdere le speranze... "E quest'anno il primo premio della Accademia Nuovi Talenti è vinto da...Maia! Da quel giorno mi costruii un futuro da cantante professionista ed ora riesco, grazie all'aiuto del maestro Miguel, a cantare davanti a chiunque.

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LA STORIA SENZA FINE I CHINA-CHINA: Giulia Ammattatelli - Gabriele Cafiero Secondaria Arconate 3C

A seguito della terza guerra mondiale, nella notte tra il 31 dicembre e il 1° gennaio 2078 sulla linea del meridiano di Greenwich le due grandi potenze Evily e Freedom si spartirono il Mondo a metà. Ad est si trovava la dittatura di Evily dove i cittadini venivano educati fin da bambini ad essere semplici macchine senza emozioni e preferenze. Per evitare che questi avessero sentimenti o idee proprie, la musica venne censurata. Al contrario, nella democrazia di Freedom la musica era padrona. Era un paese fiorente, avanzato, basato sulla libertà di pensiero e la musica regolava ogni momento della giornata: era curativa, stimolava il lavoro e lo STUDIO ed anche le attività sportive. Lulù abitava a Freedom, aveva quattordici anni ed era molto curiosa. Quasi ogni giorno al tramonto, chiedeva alla madre:-Mamma perché non posso andare dall’altra parte del muro? Voglio vedere cosa c’è!!-E la mamma come di consuetudine rispondeva:-Lo sai benissimo, oltre ad essere vietato, dall’altra parte del muro vivono delle persone cattive e spregevoli che ti farebbero solo male. Lulù ogni giorno cercava di capire qualcosa in più su coloro che vivevano aldilà del muro, ma le risposte che otteneva erano sempre meno soddisfacenti: sono cattivi, non hanno emozioni, ti farebbero del male ecc… Mark viveva ad est. Non poteva fare domande e neanche immaginare di farsi domande, doveva solo lavorare nell’industria metallurgica della città. Anche se non lo aveva detto a nessuno, Mark desiderava tanto sapere cosa ci fosse aldilà del muro e si chiedeva se fosse vero ciò dicevano i molteplici cartelloni che tappezzavano la città: ”L’ovest è un paese di nullafacenti” oppure “Nell’ovest si pensa solo al divertimento” o anche “Se voi lavorate tanto è colpa dell’ovest”. Un giorno, Lulù si stancò delle risposte poco esaurienti della madre. Prese lo zaino e partì verso il muro, intonando “Don’t worry, be happy” di Bob Marley. Dall’altra parte Mark, a causa di una domanda di troppo: “Cos’è la musica?”, si ritrovò su un treno merci che lo avrebbe portato alle miniere di carbone inglesi. Lulù camminò molto, attraversò pianure, colline, deserti e mari fino a che, un giorno, si erse in tutta la sua grandezza il muro: era grigio, spento, pieno di cartelli con divieti, il filo spinato lo avvolgeva insieme ad una rete elettrificata. Con voce fievole e tremolante Lulù disse:- Ehi, c’è nessuno?-Dall’altra parte del muro, Mark con la fronte sudata e sporca ,sentì una vocina timida ma per il momento rimase indifferente. Lulù non sapendo cosa fare, decise di ascoltare della musica e così acceso il suo stereo portatile ascoltò ”Somebody to love” dei Queen. Volendo quel misto di suoni in Mark si accese qualcosa: sentiva caldo e freddo era triste e felice. Cos’era tutto ciò? Ora sapeva cos’era la musica e voleva conoscere chi gliel’aveva donata. Attese che la guardia si coricasse e si infilò in una spaccatura del muro che aveva appositamente creato con il suo piccone. Uscito dall’angusto tunnel si ritrovò immerso in una natura sconfinata e verde. -Ciao-disse Lulù quando lo vide sbucare accanto a lei. -Grazie- rispose Mark. -Perché?- Mark non rispose, indicò solamente due punti: il suo cuore e il mini stereo da cui era scaturita la musica. Intanto i suoi compagni di lavoro tentavano di avvisare Mark del risveglio del controllore, ma lui non si mosse, chiese solamente un altro disco. Lulù lo accontentò e prese il disco giusto al momento giusto:”Another brick in the wall” dei Pink Floyd. Istintivamente tutti i ragazzi al di là del muro sentirono qualcosa dentro di loro, caldo freddo, ma 5° CONCORSO LETTERARIO E ARTISTICO – RACCONTI SECONDARIA ASSOCIAZIONE GENITORI TANGRAM DI ARCONATE E BUSCATE


soprattutto una forte rabbia per non essere mai riusciti a fare ciò che volevano, per non aver mai potuto vivere veramente, non essere mai riusciti ad ascoltare musica. Presero i picconi e incuranti della guardia abbatterono il muro. La guardia, che non aveva mai visto una scena del genere, istintivamente scappò, mentre i ragazzi diffondevano la musica in tutta Evily. In un secondo la gente capì cosa aveva perso: felicità, stupore, rabbia, tristezza, angoscia, gioia tutte le emozioni suscitate dalla musica erano tante e sono tante. Il finale non serve al lettore. Perché tu, che stai leggendo ora padroneggiavi già prima questa storia. Il piccolo stereo Mark e Lulù sono il tuo cuore e la musica la tua anima.

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IL RAP È SOLO MIO Sulla musica "THE MONSTER" Luca Calcaterra - Salvatore Crapanzano -Nicolò Trubia Secondaria Arconate 2 C

Era una mattina come le altre, ero tranquillo perché ho studiato tutta musica ma tutta tutta, no non ci credo no no non ci credo credooo. Corro fuori casa, salgo sul bus tutto esaltato perché ho studiato, lo dico ad alta voce, tutti mi sentono mi gridano :"Non ti vergogni". Arrivo a scuola tutto tranquillo: sesta ora, la peggiore! Gioco tutto il tempo a nba con i mie amici finché non arrivano le tragiche parole: sono interrogato. Va bene ho studiato ma non sono pronto non sono preparato, ci penso 2 minuti è ora di decidere: farmi interrogare o prendere la nota la nota la nota. Fa mi re do si la sol mi avete tradito dopo il tempo che vi ho ascoltato mi avete tradito. Fin da bambino vi ascoltavo senza sosta davanti al computer di mio padre tutto quanto scassato perché non aveva più soldi. "Ragazzo ti muovi se no ti dò 4 o sei impreparato e tu non ci credi lo faccio subito e ti mando dal preside o chiamo a casa e lo dico forse non credi forse non credi ma lo faccio ma lo faccio". Allora mi arrabbio. Vuole sapere la verità: "io non ho studiato, non sono preparato non mi piace suonare, preferisco cantare" Attenti arriva il preside "non sono preparato è questa la verità" ."Ma come ti permetti di parlarmi cosi io ti sospendo subito". "Ma si vuole svegliare per me questa materia è molto facile se vuole le canto tutto il libro, ma lei mi vede io non sono Mozart e Beethoven ma sono un gran cantante spacco tutto con la mia musica, sono senza paura se vuole glielo dimostro subito ma questa è la verità non ci può fare più niente"." Il rap ė la mia vita non me lo può togliere nessuno, ha sentito questa è la campanella è ora di tornare a casa ciao ciao". "Ragazzo come ti permetti di parlare così al preside? lui lo fa per te infatti ti vuole bene hai capito perché ti sgrido ma non ti vergogni ma non ti vergogni lo fa per te lo fa per te". "Lo so mamma ma suonare non fa per me, io sono stufo della scuola, io voglio solo cantare se non lo hai ancora capito mi meraviglio di te, anche se mi vuoi bene mi vuoi togliere i sogni e le speranze poi mi dici a me di vergognarmi ma ti rendi conto di quello che mi vieti? di quello che mi dici ?poi io mi dovrei vergognare! Ma per favore, inizia a guardarti te. Il rap è mio non me lo toglierà nessuno ne te ne la prof ne nessuno. Intanto che ci penso oggi ho letto un volantino do re mi fa la mia emozione perché non partecipare, cambiare una canzone molto interessante ormai sono deciso nessuno mi può fermare." "Ma come puoi partecipare, ormai sei grande, adesso non puoi più ti devi rendere conto di quello che puoi fare. Sarai anche bravo ma non puoi ormai, sei grande ormai sei grande. Adesso studia se no ti ritiro computer, iPad e cellulare, ti proibisco di ascoltare la musica devi provare a cambiare, l'ho già detto l'ho già detto devi cambiare devi cambiare."

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Do Re Mi Fa... la mia emozione Camilla Ferro Secondaria Arconate 2A

“Senza la musica il mondo sarebbe un errore” parto con questa citazione di Friedrich Nietzsche perché credo sia totalmente vera e perfetta per descrivere cos’è per me la musica. Però vorrei puntualizzare una cosa: per me senza la musica la vita di ogni persona sarebbe un errore e così, di conseguenza, anche il mondo, perché la musica è importante e indispensabile per ognuno di noi, anche se magari non ce ne accorgiamo oppure non lo vogliamo ammettere. Per me la musica è come una droga, non posso farne a meno. Il motivo? Semplicemente una volta che la “provi” non puoi più smettere di ascoltarla perché ti fa star bene. La musica ti tiene compagnia in qualsiasi circostanza, ad esempio, quando sono infelice ascolto musica abbastanza triste, spesso d’amore o rap lento; mentre quando sono felice ascolto musica allegra spesso House, Pop o Rap. Per me la musica è semplicemente vita, smettere di ascoltarla sarebbe come smettere di vivere. In effetti io ascolto sempre musica, anche nei luoghi dove non c’è, o dove è vietato, infatti, nella mia testa essa esiste lo stesso perché ho sempre in mente una canzone. Io ascolto soprattutto Rap ma non perché è di moda, il rap esiste nella mia vita da anni: nel 2006, quando avevo solo cinque anni, ho iniziato ad ascoltare musica Rap in vacanza con la mia famiglia. Una ragazza mi ha fatto vedere il concerto di Fabri Fibra in TV e dal quel momento ha iniziato a piacermi. Io non ascolto solo musica ma mi piace “viverla”. Quando sono a casa, da sola, preferibilmente, canto, anche se sono molto stonata, oppure ballo con la musica della radio. Mi piace molto ballare Hip-Hop e un po’ me la cavo. Inoltre scrivo anche canzoni rap con testi che rispecchiano le mie emozioni, è il mio modo di esprimermi e di sfogare i miei sentimenti. Non riesco a descrivere le mie emozioni quando ascolto la musica, posso solo dire che mi fa star bene e che la musica è semplicemente parte di me. La mia vita senza musica sarebbe diversa, orribilmente diversa. La musica è la mia vita, per favore non fermate la musica o fermerete la mia esistenza!

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LA MIA CORNICE Alice Mezzalira Secondaria Arconate 1A

Quando ho iniziato ad ascoltare la musica? Ah, giusto…la mia mamma mi racconta, a volte un po’ troppo spesso, che già quando ero nella pancia e lei ascoltava musica (non la solita musica classica, ma musica rock) io smettevo di scalciare e mi addormentavo. Poi sono nata e per farmi addormentare lei cosa faceva? Qualcuno potrà pensare che mi cantò tante ninnenanne come tutte le altre mamme ... e invece no … mi faceva ascoltare la musica … musica rock ad alto volume!!! Anno dopo anno crescevo e dopo la fase del “coccodrillo come fa” e de “l’arca di Noè”, finalmente ho iniziato ad ascoltare musica alla radio. Come dicono spesso i miei genitori, il mio genere musicale è variabile ed è influenzato dal momento in cui l’ascolto; ad esempio quando sono nervosa per scaricare la tensione ascolto musica rock o metal; nei momenti liberi ascolto musica pop. La musica per me è un passatempo. Poi ci sono le serate musicali di famiglia: papà al computer fa partire la musica (naturalmente rock), mamma mi chiede “chi la canta?” e poi mi racconta la storia del cantante/gruppo. Mi piacciono queste serate perché la musica coinvolge tutta la famiglia. Non è l’unico momento musicale in famiglia. Ad esempio quando al pomeriggio sono dai miei nonni, il nonno Franco mi fa ascoltare la musica degli anni 60’. In questo periodo mi sta stressando con le canzoni dei Beatles. Il suo genere a me proprio non piace! Anche dagli zii, mia cugina mi fa ascoltare la musica attuale e anche questa non mi piace… Tirando le somme la musica unisce la mia famiglia e l’accompagna in diversi momenti: posso considerarla la ‘mia cornice di vita’.

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LA MIA PASSIONE PIÙ GRANDE Bonacina – Patani Secondaria Arconate 2B

La mia passione più grande è comporre canzoni ispirandomi alla natura. Stavo facendo un giro in bicicletta, cercando ispirazione; passando tra i boschi sentii il cinguettio degli uccellini. Quella dolce sinfonia mi ricordava momenti emozionanti, pieni di allegria e amore. Tornata a casa non riuscivo a dimenticare quel dolce rumore... Iniziai a scrivere alcune frasi sul vecchio diario che mi aveva regalato il nonno. Dopo aver composto alcune strofe, iniziai a pensare alle note della mia canzone ispirandomi a qual cinguettio: do sol la mi fa re ... Mentre cantavo la canzone, mi sentivo libera e facevo uscire tutto quello che mi era rimasto dentro. La musica, ormai, era diventata il mio sfogo quotidiano. In quel periodo litigavo con tutti: con le mie amiche, mia mamma ... persino con il cane e avevo trovato un modo per sfogarmi: cantando sentivo che tutti i problemi si risolvevano..., ma quando smettevo di cantare, ritornava tutto come prima quindi riprendevo... Trascorrevo ore e ore nella mia stanza a comporre canzoni, provarle e riprovarle senza fermarmi, con la paura che il pensiero mi turbasse ancora. Ma la musica mi aiutava anche per studiare, a volte, perché inventavo canzoncine su matematica e italiano. La musica era entrata a far parte della mia vita..., era diventata la mia migliore amica...

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LA FAVOLA DI PINCO PALLINO E LA MUSICA Simone Di Grande – Riccardo Mazzitelli Secondaria Arconate 2B

C’era una volta un ragazzino di nome pinco pallino di 8 anni che era spesso senza i suoi genitori. Era quasi pasqua, decise di uscire di casa di nascosto per andare in piazza con i suoi amici a comprare uno strumento con un libro di musica che era la sua materia preferita di scuola. Il venditore disse che quello strumento era di grande valore e unico al mondo. Quando prese la custodia, scoprì che era un flauto di oro massiccio. Appena arrivato a casa, incominciò a provarlo subito ma arrivato a metà canzone, le note incominciarono a prendere vita e uscirono dal libro, litigando fra loro, compreso il ragazzo. Questi, spaventato dalle note, decise di rimetterle nel libro suonando la canzone al contrario. Qualche giorno dopo decise di risuonare il flauto e capì che era magico e ancora le note uscirono dal libro ma questa volta non litigarono tra di loro ne’ con il ragazzo anzi fecero amicizia e tutte le volte che il ragazzino voleva degli amici in casa con lui, chiamava le note che solo lui era in grado di vedere perché era in possesso del flauto magico. Le note giocavano e aiutavano sempre pinco pallino, di cui diventarono grandi amici.

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COME LA MUSICA PUÒ CAMBIARTI LA VITA Alessandro Sbaraini Secondaria Arconate 2C

Partì tutto da quando avevo 4 anni, quando iniziai ad avere qualche briciola di passione per la musica: mentre i miei compagni costruivano col Lego le case (se si possono chiamare case), io mi facevo una tastiera colorata! E già lì non ero molto facile da comprendere... Avevo sei anni. Ero entusiasta, la mia prima lezione di pianoforte. A quei tempi pensavo solamente a tutta la bravura e la ricchezza che potevo ottenere col lavoro da pianista grazie a quell'insegnante. Ma mi sbagliavo. E di molto anche. La musica celava un mondo che neanche immaginavo che esistesse. Emozioni, passione, lavoro di squadra,... non saprei neanche dire ora cosa cela...talmente è grande! Comunque, ero convinto, e questa è l'unica cosa di cui sono convinto ancora, che da grande diventerò un grande pianista. Andavo dalla mia insegnante, insomma, andavo normalmente a lezione, come tutti. Ma nel giro di un mese (se non di meno) cambiavo dentro di me, ma non capivo cosa fosse a cambiare. E questo cambiamento mi fece così diverso!: giusto per dirvi, i miei compagni dicevano “bianco”, io “nero”, loro “alto”, io “basso”, loro “uguali”, io “diverso”. Continuavo a tormentarmi con questa domanda: “perché sono così diverso, ma perché?” e non trovai mai risposta, mi spremevo le meningi, ravanavo nel mio passato, ma niente. Ero ancora in seconda elementare, e già avevo fatto un grande passo nel mondo nella musica: capivo la musica classica, la base di tutta la musica. Da quando sono nato l'ascoltavo solo per divertimento, ma iniziai di già a immedesimarmi nella scena descritta dalla canzone, nell'ambiente, a dare un senso a tutto ciò. Intanto, tornando all'argomento strumento, da questo imparai che dando e capendo il senso di quello che si suona, si impara più facilmente, e si comprende meglio. Ora penserete: “Sì, va beh, servirà a lui, buon per lui che l'ha capito. Ma a noi, cosa vuoi che serva? Questo mica è un principio importantissimo come la matematica!”. A colui che pensa questo gli risponderei: - Ma sei sicuro? Io direi di no. Questa riflessione del 'dare il senso' a quello che si sta facendo, non è lo stesso ragionamento del tipo ' pensa a quello che si sta facendo'? Ora mi rivolgo ai ragazzi: non è questo lo stesso ragionamento che bisognerebbe seguire quando si studia? Capire quello che si sta facendo, metterci la logica, la testa, la voglia di mettersi in gioco. E che sia chiaro: questo non serve solo a me, a noi pazzi musicisti, ma a TUTTI, nella vita di tutti i giorni. A questo punto ero veramente fuori dalla norma: quello che ora si definirebbe “asociale”. Non bisognava fare l'impossibile per capirlo: bastava guardare come si svolgeva l'intervallo in giardino dopo il pranzo: i maschi erano a giocare a calcio, le femmine a giocare a pallavolo -o a fare le pettegole-, e c'ero io, a pensare al mio mondo, al mio futuro, o a leggere. Le maestre, che erano sedute in fondo, osservando ciò, fraintesero tutto pensando che non ero io che volevo starmene da solo, ma che fossi stato escluso, che i miei compagni non mi accettassero. Allora, non andarono dai miei compagni, ma vennero da me, e mi dissero: -Cerca in questo mese di socializzare o giocare con qualcuno, non puoi stare sempre da solo!-. Ma non feci niente in quel mese e allora il mese successivo mi vietarono di leggere (delle insegnanti che vietano ad un alunno di leggere, assurdo!), ma non socializzai comunque. Quindi mi richiamarono e mi dissero: -Perché non socializzi con

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qualcuno?- Io seccato risposi ben deciso: -Perché non ce la faccio! Non ho voglia! Non posso! IO SONO DI-VER-SO!!!- Anche se non riuscivo a capire perché. Allora, qui c'è da capire il perché di questo comportamento. Essendo non diverso, ma avente un altro modo di ragionare, facevo (anzi, faccio) le cose di testa mia; mentre gli altri seguivano quello che faceva il gruppo, io invece no. Il fatto è che loro avevano all'incirca tutte le stesse passioni, gli stessi gusti, gli stessi interessi, io invece ero la “pecora nera” del gruppo, tanto per intenderci. Insomma, diciamocelo chiaro e tondo: chi è quel pazzo furioso che ha come passione preferita la musica? Classica? Nessuno dite? Sbagliato ancora: sono io. In fin dei conti guardiamoci intorno, nel nostro quotidiano: si vedono quasi tutti i bambini che hanno come passione la palla, i giocattoli, ma chi di questi ha come passione una cosa diversa come la musica? Io in seconda mi consideravo diverso perché non facevo le cose più “popolari”: io me le andavo a cercare, non facevo “quello che mi si presentava davanti”. A questo punto le maestre radunarono in cerchio tutta la classe e dissero: -Ora ci dici perché ti ritieni diverso da tutti-. Io non seppi rispondere. Ma due secondi dopo “mi” seppi sì rispondere: era perché avevo la capacità di guardare la realtà da un altro punto di vista. Da quando ho capito ciò, seppi rispondere a tutte le domande che mi tormentavano: ecco perché quando le maestre spiegavano una cosa, io la interpretavo diversamente da come la interpretavano i miei compagni, ecco perché io amavo -e amo tuttora- la solitudine, mentre altri la detestano. Perché io ragionavo con una testa diversa, quindi non potevo ragionare come gli altri. Le maestre questo messaggio dell’ “io sono diverso” l'hanno interpretato come “la mia intelligenza è superiore quindi è diversa quindi sono un MEGA-egocentrico” e invece no. Il mio quoziente intellettivo è uguale, è solo che è di un altro tipo. Gli anni passarono, e giunsi alle medie. Col passare degli anni acquisii le conoscenze, non solo quelle che mi ha dato la musica, ma anche quelle di decidere che cosa dovevo fare per continuare gli studi, e su ciò le difficoltà non mancarono. Insomma, dovetti cambiare insegnante per avere un “livello superiore” e devo dire che l'addio a questa insegnante fu assai complicato. Quando cambiai scuola, oltre all'insegnamento dello strumento, ricevetti anche quello teorico, e la mia mente si fece più elastica. Ora sto pensando all'ultimo passo da compiere: diventare un pianista con i fiocchi. Ho solo 12 anni, ma questa cura del futuro mi sta portando molto lontano. Certo, in una società come questa ti si cambiano sempre le carte in tavola, ma grazie a questi 7 anni di musica non c'è carta che non posso affrontare e, non sembra, ma grazie alla musica sto imparando che significa affrontare la vita adulta; perché già lo scegliere la scuola che andrò a frequentare è complicato come la vita, ma soprattutto sto imparando che significa affrontare la vita dal fatto che per fare il pianista da adulto bisogna già a quest'età, ma ancor prima, aver da tempo le idee chiare, perché come nella vita di tutti i giorni, non si può dire all'ultimo "No, ho cambiato idea!" o "Sì, va beh, però preferirei quell'altra cosa lì" e non si possono affrontare le cose buttandole così a caso come "Si, va bene, mica devo farlo perfettamente!" o "Basta che in qualche modo mi riesce", perché nella vita reale non si può essere indecisi o buttar le cose alla bene o meglio, come nella musica: queste ultime cose non si devono neanche ipotizzare perché o si fanno PERFETTAMENTE, o non le si fa neanche, o si ha FORZA DI VOLONTÀ o non si inizia neanche. Con la musica inoltre si comprende che cosa significa avere passione. Quando per esempio ti viene assegnato un brano, tu, anche svogliatamente, lo puoi eseguire seguendo pedissequamente le indicazioni dell'insegnante. Ma sta a te decidere COME farlo. Con passione, con stanchezza, con svogliatezza... la musica è una delle cose più libere che ci possano essere: sta a te infatti a capire come portare avanti questa passione, e sta a te decidere se scaricarla. 5° CONCORSO LETTERARIO E ARTISTICO – RACCONTI SECONDARIA ASSOCIAZIONE GENITORI TANGRAM DI ARCONATE E BUSCATE


Capisci anche perché a volte si hanno dei gusti fuori dal comune. Per esempio, prendiamo uno che ama la musica classica. Non vi è capitato di dirgli cose del tipo "sfigato!" o "ma che ascolti quello schifio lì? Ascolta la vera musica, il rap!" Francamente questo qui non ha capito nulla di cos'è la vera musica. Ma a parte questo, vi siete mai chiesti perché ci sono meno persone che ascoltano questo genere piuttosto che quelli moderni? Potreste pensare che la classica è il genere più disgustoso che esista, però ognuno ha i suoi gusti no? E perché sono meno le persone che hanno questi gusti? Perché involontariamente dalla nascita quasi tutti incontrano un tipo di musica talmente popolare che non c’è il bisogno di andarselo a cercare. E quando lo si incontra, ce ne si innamora subito perché non c'è bisogno di chissà che sforzo per capirlo. E se ci pensate, non ci vuole neanche tanta passione per apprezzarlo. La classica invece è tutta un'altra storia: certo, quasi nessuno apprezza questo genere; ma chi l'ha capito, lasciatemi dire, chi l'ha capito si gode alle vostre spalle, a voi che lo considerate uno sfigato, una delle cose più belle della vita. Perché sì, è vero, un po' di fatica mentale bisogna farla, ma mentre i generi pop si fermano lì, la classica ce l'ha un senso, si può sempre scavare a fondo di un qualsiasi brano, scoprirlo, viverlo, amarlo, capirlo, apprezzarlo, e la cosa bella è che della classica, in tutta la storia dell'uomo passata, presente e futura, coloro che hanno la passione non si sono fermati mai di scoprire, vivere, amare, capire, apprezzare. Provateci anche voi: prendete un brano classico, lo ascoltate FINO ALLA FINE, e, al posto di dire "che barba, che noia, che barba, che noia" fermatevi un momento a capirlo e vedrete che su tutti i pensieri negativi che pensavate sulla classica ne avrete da ridire. E se ci pensate, un musicista appassionato di qualsiasi età ha tantissime porte aperte, ma non solo nella musica: impara cosa significa ascoltare e seguire gli altri, perché come un'orchestra è una squadra in cui se uno sbaglia e va fuori tempo lo è anche un'azienda; e impara anche cosa significa collaborazione, perché come un'orchestra, ma anche un solista, deve erigere uno spettacolo con l'aiuto e la partecipazione di tutti, anche un'azienda o una squadra di calcio fa lo stesso. Tra due anni andrò al conservatorio, per diventare un gran maestro come si deve, andrò a laurearmi, fare concerti, insegnare la mia arte a quelli che vogliono scoprire (e vi assicuro che per un musicista non c'è cosa più bella che trasmettere e condividere le proprie conoscenze a coloro che coltivano questa passione) chissà... ma siamo veramente sicuri che sia finita lì? Rispondo io per voi: NO, NO, NO, e poi... NO! L'avventura della musica non avrà mai fine, e anche per quelli che hanno magari abbandonato lo studio di uno strumento, beh, anche a loro ha lasciato un segno. Indelebile.

Dedicato a tutti coloro che si fermano a guardare le cose come sembrano, senza andare a fondo.

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NOTALANDIA Matteo Rolfi - Luca Alberio Secondaria Arconate 2B

A Notalandia c'era una giovane nota, il valoroso RE, molto coraggioso e sempre in cerca di avventure. Un giorno seppe in giro che c'era una principessa stupenda, si diceva che chi sentiva la sua voce ne rimanesse incantato; ella si chiamava MI ed era rinchiusa in una torre altissima sorvegliata da un gigante mangia note di nome Porfirio, fortissimo e molto alto, raggiungeva la metà della torre dove teneva rinchiusa MI. Porfirio aveva giurato di sposare la principessa e farle fare una vita da serva. MI era la figlia del re di Notalandia DO basso che per salvare la figlia aveva giurato che chi l’avesse liberata sarebbe diventato principe e l'avrebbe sposata. RE intraprese il viaggio per arrivare nella lontana Ramumble; una distesa ghiacciata dove venivano confinati i più malvagi di tutta Notalandia, siccome la prigione non potevano contenerli. L'unico edificio era l'altissima torre. Il re di Ramumble, nonché l'unico guardiano della "prigione ghiacciata", era il terrificante Porfirio che, indignato per le condizioni di vita che re Do Basso gli impose per evitare le rivolte dei prigionieri, rubò la figlia del re per ricatto. Molte note valorose avevano tentato di salvare la principessa ma tutte erano finite nello stomaco del gigante. Ma RE, incurante del pericolo, iniziò la sua avventura: il viaggio non fu molto semplice, il primo ostacolo fu attraversare la Foresta delle Ombre, una foresta inquietante in cui si dice che vivano spiriti oscuri. Fu molto fortunato: ad un certo punto la foresta scomparve e si materializzò il rinomato "Deserto Terrificante". Dopo giorni vide la famosa caverna dove viveva il titano Encelado, ricordato per la sua intelligenza e l'innato piacere nell'aiutare gli eroi donando semplici strumenti musicali che nascondevano un potere speciale. A RE donò il flauto sonnifero, e la via per arrivare a Ramumble. Dopo interminabili giorni di cammino, scorse in lontananza la torre. Quando gli fu vicina, decise di scalarla; alla fine vide la principessa che aiutò a fuggire, ma all’improvviso gli piombò davanti Porfirio con una spada che scagliò con tutta la sua forza, ma lo mancò. RE con cautela estrasse il flauto sonnifero, ordinò alla principessa di tapparsi le orecchie e iniziò a suonare. Con un tonfo bestiale, il gigante finì a terra addormentato. Erano al confine di Ramumble quando sentirono i passi del gigante. All'improvviso il ghiaccio si ruppe e il gigante sprofondò nell'acqua. Il viaggio di ritorno fu più semplice perché Encelado gli venne incontro e li trasportò a casa. Quando tornarono a Notalandia re DO basso rispettò la promessa e RE e MI si sposarono, vivendo felici e contenti per l’eternità.

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LA MUSICA È EMOZIONE Elisa Torretta Secondaria Arconate 2B

Tutto nacque l'estate scorsa. Ero uscita con i miei amici in una solita, calda e bellissima giornata d'estate. L'incontro questa volta era in piscina. Delle volte sembravamo dei nomadi, una volta il ritrovo era all'oratorio, un'altra ancora in un parchetto sperduto tra i boschi e attraversato da un ruscellino limpido e pulito, e l'altra ancora in piazza a gustare un freddo gelato. Proprio quella volta accadde un fatto che mi avvicinò, non capisco ancora il perché, alla musica. Avevamo la musica al massimo volume e tutti ballavano, anzi, forse è meglio dire quasi tutti. Io no. Non perché non avessi voglia di ballare il nuovo tormentone, anzi, mi sembrava pure carino rispetto a quelli degli anni precedenti, ma perché ero attenta a vedere i miei compagni e a farmi una domanda che continuava a rimbalzarmi in testa. La mia migliore amica mi pose più volte la solita domanda: -Hey...cosa hai?...Insomma, vuoi parlare, dai, mi preoccupi, vieni a ballare con noi!!Dopo la trecentesima volta che me lo chiese glielo dissi...insomma era la mia migliore amica e aveva tutto il diritto di saperlo. -Mi continuo a fare una domanda...”che cos'è la musica”? All'inizio scoppiò a ridere. Dopo mi comprese...insomma, continuavamo ad ascoltare canzoni ma senza capire cosa stessimo ascoltando. Lo chiedemmo anche agli altri, ma ci presero per pazze e l'unica risposta che ottenemmo fu: un insieme di note, un componimento. Non ci soddisfaceva. Ma non ci pensammo più. Andammo a casa e la mia amica del cuore venne a dormire a casa mia. Successivamente, molti minuti dopo aver spento la luce per riuscire a prendere sonno, ci accorgemmo che nessuna delle due riusciva a dormire. Il motivo? Quella maledetta domanda che ancora non ci dava tregua. Non riuscivamo a togliercela dalla testa. Ne parlammo un po' per riuscirci a dare una risposta soddisfacente, ma ancora niente. Era diventata un'avventura da noi soprannominata “alla ricerca della risposta inesistente”. Questa avventura però, da come avevamo deciso, non doveva durare più di tanto e se la mattina dopo non fossimo riuscite a trovare una risposta esauriente, ci saremmo arrese, per sempre. Il giorno era nato. Avevamo uno strano mal di pancia, mai avuto prima. Subito dopo la colazione, corremmo al computer per farci aiutare un po' da internet. La nostra ultima spiaggia, non ci diede alcun risultato. La nostra gioia era morta dentro noi, e aveva fatto nascere un senso di vuoto, incurabile. Non avevamo voglia di andare a fare un giro in bicicletta con il gruppo, volevamo solo andare nel nostro posto segreto, per noi isolato dal mondo. Ascoltavamo attentamente il rumore degli uccellini, delle foglie, dell'acqua e avevamo come sottofondo una musica, ma non ci facevamo tanto caso. Eravamo tristi. Ad un certo punto sobbalzammo contemporaneamente. Avevamo trovato la risposta.

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Non l'avevamo cercata. Mi immedesimavo nel solito detto della mia saggia nonna che quando sono disperata mi dice la sua consueta frase “quando non la cercherai la troverai, perché lei deve cercare te”. Era un'altra prova concreta che dimostra la sua saggezza. La mia migliore amica ed io incominciammo ad abbracciarci, a saltare qua e là, a correre mentre urlavamo la risposta. Eravamo felicissime. Eravamo a conoscenza del mistero. Era incredibilmente fantastico. La canzone era felice, noi eravamo felicissime.

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DO RE MI FA … LA MIA EMOZIONE Ghelfi Riccardo - Monolo Pietro - Rolfi Giovanni – Vairo Simone Secondaria Arconate 2A

La musica nel mondo è sempre esistita, forse anche da prima che se ne avesse una conoscenza. Ogni popolazione ha sempre avuto una sua forma di musica che si è ascoltata fino ai giorni nostri. Esistono moltissimi generi musicali, dalla musica pop a quella rock, dalla musica metal a quella classica, tutte esprimono qualche cosa di importante e trasmettono grandissime emozioni che dipendono certamente dal proprio gusto personale ma anche dallo stato d’animo in cui ci si avvicina ad un brano musicale. Grazie alla musica, quando canto o suono, non penso a tutti i miei problemi, mi lascio andare ed è come se sognassi ad occhi aperti; mi lascio trasportare da tutte le sue note “Do Re Mi Fa la mia emozione”. La musica mi accompagna nei momenti più belli, intensi, spensierati e gioiosi della mia vita, così come in quelli più tristi, difficili. Ogni canzone mi ricorda un momento preciso e, in un attimo, mi riporta indietro nel tempo e mi pare di rivivere quell’istante passato. Tante volte mi capita di piangere ascoltando la musica, sempre mi aiuta a sfogarmi, a scaricare la tensione... si può dire che la musica rappresenti la medicina migliore contro la tristezza, la rabbia. Il mondo è “governato” dalla musica, basti pensare a quanti film si ricordano per la loro colonna sonora, a quante immagini sono evocate nella nostra mente grazie alla musica, a quanti inni e quante canzoni ci rammentano precisi momenti storici. Io sono dell’opinione che la musica sia un po’ come la libertà, a una persona si può levare tutto ma non la musica! Tutti possono comporre musica ma spesso per comprenderla ci vuole tempo. Quando io sento una canzone per la prima volta ascolto prima di tutto la melodia e successivamente le parole. Spesso mi ci ritrovo nei testi delle canzoni, è come se li avessero scritti sulla mia storia, sui momenti che io vivo. Ecco perché io vivo la musica. Essa è la mia grande passione che niente e nessuno potrà mai togliermi e, come dice una famosa canzone, io la musica non l’ho mai tradita e... mai lo farò.

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CHI HA RUBATO LA MUSICA?!? Silvia Mombelli Secondaria Arconate 2A

In un pomeriggio di primavera, nella città di Musicalandia, il sole riscaldava qualsiasi cosa, l’aria rendeva il respiro leggero. A Musicalandia la musica era come l’aria per respirare, lì dovevi saper cantare ballare suonare per forza, le uniche materie che ti servivano per saper cantare, comporre, suonare, erano musica, storia della musica, italiano, inglese, francese, spagnolo. La musica era custodita nella banca più importante della città, the Central Bank of Music. Lì nessuno poteva entrare tranne il sindaco della città, Andrew James Alexander Smith, lui ci era entrato solo una volta in 27 anni di carriera. Withney, Lucio e Michel stavano ascoltando la loro canzone preferita alla radio, ma smisero subito di mandarla in onda, Jessica Carles, la giornalista di Musicalandia, iniziò improvvisamente a parlare. La notizia era molto grave, si capiva dal tono della sig.ra Carles, ma i tre amici inseparabili rimasero lì ad ascoltare: qualcuno aveva rubato la musica a Musicalandia. Una notizia come questa nessuno se l’aspettava. Il problema grosso era che i, o il ladro non avevano lasciato tracce. Ai carabinieri del RIS non era mai capitato un furto così pulito. Withney, Lucio e Michel ne discussero subito, l’unico modo per aiutare Musicalandia e per aiutare se stessi era indagare di nascosto. Poche ore dopo il sindaco di Musicalandia, il sig Smith, diede un annuncio al telegiornale, diceva ai cittadini di non agitarsi, chiedeva a chi avesse visto qualcosa di andare subito dai carabinieri a raccontare tutto. Il primo ad andare dai carabinieri fu John, un compagno di classe di Withney, Lucio e Michel. Ma John raccontava sempre frottole, poi, pensavano i ragazzi, se il furto non lo aveva visto nessuno, voleva dire che era stato fatto di notte e naturalmente John non stava fuori da solo alle 3 di notte. La cosa che pareva più strana ai ragazzi era che, quando c’era un furto, i bulletti della città erano sempre in mezzo, mentre questa volta no. Withney, Lucio e Michel pensarono immediatamente che erano stati loro a rubare la musica, ma, talmente erano imbranati, i tre ragazzi ne erano certi, i bulli avrebbero lasciato mille tracce. Per un paio di giorni non si parlò d’altro, ma la persona più agitata era la sig.ra Carles e non si capiva il perché. Il sig Smith dovette sostituirla con il sig. Loter, lui era molto amico del sig. Smith, era un uomo che era stato in politica fino a 4 anni prima. Venne assunto perché il sig. Smith era in debito con lui. Il sig. Loter diede una notizia molto interessante al telegiornale, nella banca era stata trovata un’impronta digitale. I carabinieri l’analizzarono, ma non apparteneva ad un pregiudicato. A quel punto Withney confermò la loro opinione, cioè che questa volta non c’entravano i bulli, perché le loro impronte erano già schedate e non corrispondevano con quella trovata. I tre ragazzi cominciarono a riflettere, e Lucio pensò che sicuramente a commettere il furto era stata più di una persona, perché la banca da ripulire tutta per una sola persona era praticamente impossibile. Michel si chiese perché il sig. Smith avesse assunto il sig. Loter, così fecero un’accurata ricerca.

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Scoprirono che il sig. Loter fino a 4 anni prima era in politica come acerrimo avversario del sig. Smith. A quel punto pensarono, perché il sig. Smith aveva assunto una persona che era stata contro di lui? Continuarono ad indagare … Avevano scoperto che anche il sig. Smith secondo il sig. Loter commesso un furto. Ma invece di dirlo ai carabinieri, il sig. Loter lo aveva ricattato, insieme ad altri politici che ora erano ancora in politica. Dopo 7 anni da questo fatto il sig. Smith era diventato sindaco di Musicalandia, e il sig. Loter aveva ammesso di esserne geloso, perché il capo dello stato aveva diritto di possedere una lauta percentuale della musica che si trovava nella Central Bank of Music. I ragazzi capirono al volo che a rubare la musica era stato il sig. Loter. Andarono immediatamente dai carabinieri e gli raccontarono tutto quello che avevano scoperto cioè che il sig. Loter fino a 4 anni prima era in politica ecc. ecc. ed espressero con molta chiarezza la conclusione alla quale erano giunti: Per vendicarsi, il sig. Loter aveva rubato la musica insieme ai sui amici politici, ecco perché erano riusciti ad entrare nella banca senza lasciare una traccia, perché i politici avevano rubato le chiavi della Central Bank Of Music al sig. Smith, e avevano detto alle donne delle pulizie che il sig. Smith aveva loro ordinato di prendere la musica e di portarla a casa sua, ma poi le donne delle pulizie erano state colpite alla testa e portate fuori, intanto avevano rubato la musica e avevano pulito tutto tranne quei centimetri di porta. Il sig. Loter continuava a ricattare il sig. Smith, così aveva ottenuto il posto della sig.ra Carles. Se il sig. Smith non lo avesse assunto, il sig. Loter avrebbe raccontato tutto ai carabinieri .” I carabinieri credettero ai ragazzi, scoprirono che le impronte erano proprio quelle del sig. Loter, che venne arrestato con i suoi amici politici complici. Il sig. Smith non doveva più preoccuparsi e la musica tornò per sempre nell’aria di Musicalandia. Ai tre amici assegnarono un premio musicale!!!

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LA MUSICA, CHE COS’È LA MUSICA? Chiara Mascazzini Secondaria Buscate 2B

E’ un’arte, quella di combinare più suoni in base a regole definite, diverse a seconda dei luoghi, delle culture e delle epoche. La musica è tutto ciò che ascoltiamo con l’intenzione di ascoltare musica… tutto può diventare musica. Ha sempre fatto parte di me, sempre. Fin da piccola adoravo ascoltare la musica, ricordo ancora quando papà accendeva lo stereo, così io e mio fratello iniziavamo a ballare ininterrottamente, quando poi la canzone finiva eravamo stremati e con il fiatone, ma eravamo talmente contenti che ci bastava un attimo per riprendere le forze ed essere pronti per un’altra sessione di ballo. Già a Novembre iniziavamo ad ascoltare le canzoni di Natale e a manifestare la nostra voglia di vacanze e di quell’atmosfera che avvolgeva la casa durante il periodo natalizio, eravamo sempre felici. Quando ero piccola la musica per me un gioco, infatti, non mi dedicavo mai ad un vero e proprio ascolto, ma preferivo scatenarmi e consumare le mie energie con essa. Crescendo però, la musica ha assunto un valore diverso per me. All’età di sei anni, appena iniziata la scuola elementare, la musica è diventata il sottofondo dei miei pomeriggi, ascoltavo i miei CD con le canzoncine degli animali e allo stesso tempo disegnavo oppure giocavo con le bambole. Siccome una parte della mia famiglia vive in Friuli, sono sempre stata costretta ad affrontare quattro ore di viaggio in macchina per recarmi dai miei parenti, così, da piccola,ho avuto la musica come piacevole compagna con cui trascorrere le pesanti ore seduta sul sedile dell’auto senza quasi potermi muovere, Ricordo che quelle lunghe ore erano alleggerite ,per fortuna,dalle canzoncine delle Barbie o da altre che mi piacevano secondo il periodo. All’inizio conoscevo solo la musica che si avvicinava di più ai miei gusti, ma crescendo ho imparato a conoscere altri generi musicali, grazie a mio papà ho conosciuto la musica classica e quella jazz,che sono molto particolari a mio parere; mentre mio fratello, mi ha fatto conoscere la musica rap, ma non solo quella italiana , anche quella inglese che, sinceramente, preferisco. La musica per me ora ha un significato particolare, mi accompagna nei momenti di tristezza e di felicità. Quando sono triste mi rannicchio in un angolo della mia stanza, ed una volta messe le cuffiette e come se fossi isolata da tutto il resto del mondo, è un’emozione indescrivibile, riempie il silenzio che mi circonda quando mi isolo per pensare. La musica, secondo me, è la migliore medicina che sia mai stata inventata, agisce come un antidolorifico sul mio , sui miei stati d’animo.

5° CONCORSO LETTERARIO E ARTISTICO – RACCONTI SECONDARIA ASSOCIAZIONE GENITORI TANGRAM DI ARCONATE E BUSCATE


CARO DIARIO Edilene Sarini Secondaria Buscate 2B

7 aprile 2014 Caro diario, oggi sono nella mia stanza, in uno dei rari momenti in cui rimango da sola .. Ed è in questi momenti che mi piace lasciarmi trasportare dall’ascolto della musica. Mi piacciono tutti i generi, anche se naturalmente sono più attratta dalla musica moderna. Mentre le note corrono nell’ascolto di una stazione radio, mi colpisce una musica arrivata quasi per caso. Ascoltandola, senza volere, le lacrime iniziano a scorrere sul mio viso come quando piove e le gocce d’acqua scorrono sulla finestra; è una musica che mi rende felice e non so perché piango: forse la felicità e la tristezza non sono poi così distanti. Mi fa sentire speciale per quello che sono e non per quello che la gente vorrebbe che fossi; è una musica che mi fa pensare al futuro che vorrei , e all’amore che provo per le persone che mi vogliono bene e che se anche non sono molto brave nel dimostrarlo io so che se mai avessi bisogno del loro aiuto, esse ci sarebbero sempre. Così adesso sono qui stesa sul mio letto cercando di contenere le lacrime e la gioia che provo dentro di me. Mi riesce un po’ difficile scrivere tutte le emozioni che provo, perché faccio fatica a dare un nome ad ognuna di esse. L’unica cosa che riesco a fare è concentrarmi su tutti i pensieri che mi affollano la mente quando ascolto questa musica. Decido di scaricare il testo della canzone per poterlo leggere, rifletterci e cercare di capire cosa l’autore ha cercato di trasmettere attraverso una canzone così armoniosa e toccante allo stesso tempo. Arrivo alla conclusione che tanti ragazzi sprecano il loro tempo cercando di dimostrare ad altri ragazzi di essere grandi e per questo compiono atti sbagliati, scimmiottando gli aspetti più negativi degli adulti (forse neanche rendersene conto). A volte anch’ io rischio di cadere in un comportamento simile, evitando di pensare a tutte quelle persone che soffrono sdraiate su un lettino d’ospedale aspettando …. Così ho pensato che non vale la pena di sprecare il tempo e la vita con atteggiamenti superficiali , occupandola con attività inutili. Forse può sembrare strano pensare che abbia riflettuto così attraverso una canzone, ma a volte le canzoni possono far sparire quella nebbia che si ha in testa e far sì che la bellezza ricominci ad avere la meglio.

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QUANDO ASCOLTO LA MUSICA PROVO… Francesca Carollo Secondaria Buscate 2B

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marzo ‘14 Caro diario,

oggi è il giorno più triste della mia vita! Oggi il mio lettore Mp4 mi ha lasciato: ebbene sì, si è rotto. Mi sono sentita persa, perché la musica, per me, è importantissima. Mi aiuta ad allontanarmi dai problemi della vita quotidiana. Spesso quando sono triste, mi chiudo nella mia camera e, preso il lettore Mp4 e un paio di cuffiette, e tutto intorno a me si trasforma: la tristezza sparisce, e se fuori piove, per me è come se ci fosse ilo sole! Se invece sono felice, diventa la melodia delle mie giornate, e mi accompagna. Oppure adoro ascoltare le colonne sonore dei film, le sigle dei programmi televisivi; ma il mio vero passatempo è ascoltare gli effetti sonori: sono le mie parti preferite dei film, perché sottolineano le azioni, i sentimenti dei personaggi; a volte sono buffe, altre drammatiche e altre ancora sono lugubri e spaventose. Quando ero piccola ascoltavo spesso, un CD che conteneva tutte le sigle e le varie canzoni dei cartoni animati che ormai non trasmettono più. Io le cantavo e ballavo, ma sembravano delle danze tribali o quelle che i giocatori di rugby fanno come riti scaramantici prima di ogni partita. Forse la mia passione per la musica è dovuta anche al fatto che mio padre suoni molti strumenti musicali, e che me l'abbia trasmessa lui. Solo che mio papà desidera molto che io impari a suonarne uno: infatti tra poco comincerò a prendere lezioni di pianoforte. Quando gli ho comunicato questa mia scelta lui mi ha detto:<<Non hai neppure la minima idea, di quanto tu mi stia rendendo orgoglioso>>. Spesso io e mio padre cantavamo delle canzoni insieme: io mi divertivo moltissimo. La musica è anche molto educativa: infatti, quando ascolto delle canzoni in inglese, imparo parole nuove e rafforzo quelle già imparate. Non voglio nemmeno immaginare come sarebbe il nostro pianeta, senza musica: sarebbe come se perdesse tutti i colori, i profumi, non sentiremmo più le voci gioiose dei bambini che giocano, o le urla di un bambino appena nato, che impara per la prima volta a vedere il mondo da un altro aspetto, differente dal grembo della madre, che vede nuovi colori, nuove forme e nuovi suoni. Spesso si pensa alla musica, come qualcosa che esiste da molto tempo, qualcosa di vecchio, di già vissuto; ma in realtà, è qualcosa che si rigenera ogni giorno, ogni ora; la musica rinasce e cresce grazie alla nostra immaginazione. Anche il ticchettio dei tasti di una tastiera di computer, il suono del battito d'ali di una farfalla, il fruscio dei capelli di una ragazza, anche i rumori della vita di tutti i giorni, è musica, in modo diverso, ma è sempre tale. Caro diario, anche per oggi ti ho raccontato qualcosa di me. Ora devi solo aspettare domani, per scoprire altro. Ciao, diario.

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DO, RE, MI, FA … La Mia emozione Riccardo Battioli Secondaria Buscate 3B Terminato l’ultimo giorno di scuola mi incammino verso casa, che non dista molto dall’edificio scolastico. Cammino lentamente per poter godere della bellezza della primavera che tra non molto diventerà estate. Gli alberi, ai lati della strada, sono punteggiati da fiori dei più svariati colori; cammino osservando il cielo, limpido, di un azzurro intenso, senza alcuna nuvola. Sono le tre del pomeriggio, il sole si trova dietro di me, me ne sono accorto perché sento i suoi raggi scaldare il mio collo, fa molto caldo. Poi il mio sguardo si abbassa, guardo la mia ombra muoversi sul terreno. Sono triste. Quest’anno non potrò andare in vacanza perché all’ultimo momento, per una ragione a me non nota, il volo è stato annullato. Senza accorgermene, poiché immerso nei miei pensieri, arrivo a casa. Dopo aver salutato i miei genitori, mi reco nella mia stanza, prendo l’MP3, ascolto la musica. C’è musica dei più svariati generi musicali, da quella classica a quelle moderna. Io amo ascoltare la musica, che accompagna molti istanti della mia giornata e per me rappresenta uno strumento capace di dare conforto. Le canzoni iniziano in modo casuale, così mi piace ascoltare la musica, in libertà; la musica è libertà, nessuno può imporre cosa ascoltare, e trasmette libertà, ascoltandola infatti riesco ad estraniarmi dalla concretezza quotidiana, fuggire dalla gabbia della realtà e volare nel cielo, libero. La prima canzone che inizio a sentire, della quale non ricordo il titolo, così come per la maggior parte delle canzoni sul mio MP3, (reputo più importante comprendere il significato di una canzone piuttosto che ricordarne il titolo), è di carattere dolce e sereno. Lentamente i miei occhi si chiudono per la stanchezza della scuola, ma non sto dormendo, inizio a sognare. Immagino una spiaggia infinita, il mare è calmo e le onde si infrangono delicatamente sugli scogli. Sull’ acqua volano dei gabbiani che si divertono e fanno a gara nel cielo. La musica fa sognare, è come una matita magica che disegna nella mente di ogni persona i suoi desideri così da portare allegria. Osservando quello splendido disegno, ricordo le belle estati trascorse al mare, insieme con la mia famiglia con la quale mi divertivo molto. La musica, infatti, permette di mantenere vivo un ricordo che io spesso associo ad una canzone. Ogni anno riuscivo facilmente a costruire amicizie, talvolta anche accomunati dalla passione musicale. Con questa immagine impressa nella mia mente, rimpiango di non poter vivere anche quest’ anno l’esperienza della vacanza. Intanto divento sempre più triste. Mentre sono immerso nei miei pensieri sono già passate alcune canzoni. Ad un tratto quella nota segna l’inizio della mia canzone preferita, della quale ricordo il titolo. L’immagine di quel sogno non è svanita nella mia mente, questa canzone l’ha solo modificata, ora c’è un po’ di colore, di allegria, vedo infatti alcuni ragazzi giocare sulla spiaggia. Ciò che mancava in quel disegno immaginario era proprio l’allegria e questa canzone è riuscita a trasmetterla. La musica è allegria, felicità, che ora ha sostituito nel mio animo la tristezza. Il mio sogno, grazie alla musica, è perfetto, servirebbe solo una bacchetta magica per tramutarlo in realtà. Sono ormai consapevole che quest’anno non potrò andare in vacanza, ma so che la musica mi accompagnerà durante il periodo estivo, amica consolatrice. La musica crea conforto e rende felici le persone, la musica aiuta a superare le difficoltà. 5° CONCORSO LETTERARIO E ARTISTICO – RACCONTI SECONDARIA ASSOCIAZIONE GENITORI TANGRAM DI ARCONATE E BUSCATE


DO, RE, MI, FA … La Mia emozione Melissa Colombo Secondaria Buscate 3B La musica per me è fondamentale. La si ascolta da quando siamo piccoli, fino ad arrivare a quando ne hai veramente bisogno. La musica aiuta in tutti i momenti: in quelli tristi e noiosi ti da una carica di energia, ma ci sono anche i momenti in cui ti fa riflettere e ti fa commuovere. La musica mi ha salato la vita, come ad altre milioni di persone, perché è quella medicina che non ti fa cadere in depressione. La musica deve averla creata un uomo che non ne poteva più di ascoltare il mondo. Poi dipende molto dal genere di musica ascolti: per esempio, io odio la musica commerciale, è inutile e serve solo per le discoteche ed i centri commerciali. Se vuoi ascoltare una vera canzone in macchina, non potrai, a meno che non abbia dei tuoi cd o trovi dei canali radio originali. Io sono contro la musica commerciale perché è sempre formata dalle stesse parole e su una base senza senso, che serve solo a fare soldi. Per me la musica deve trasmettere un messaggio, ed è per questo che il mio idolo è Michael Jackson e non solo per la sua musica; se dovessi spiegare tutti i motivi per cui mi piace, tra un anno sarei ancora qui a scrivere. Per esempio, un verso della canzone “Man In The Mirror” dice: “If you wanna make the world a better place take a look at yourself and then make make a change” ovvero: “Se vuoi rendere il mondo un posto migliore, guarda te stesso e fai un cambiamento”. Per questo amo le sue canzoni. Cantare, ballare e suonare il pianoforte sono le cose più belle al mondo. Quando canti, il mondo si annulla, ci sei solo tu. Le tue lacrime si trasformano in farfalle che volano via. È come una purificazione interiore. Quando balli, invece, tiri fuori tutta la tua grinta, la tua rabbia e alla fine ti senti meglio con te stesso. Ti esprimi attraverso il corpo, i sentimenti che provi sono una cosa “sovrannaturale”. Ti senti felice, hai voglia di spaccare tutto, ti sembra che stai per tuffarti in un mare di bollicine frizzanti: un misto tra allegria ed espressione del tuo coraggio di affrontare la vita. Quando balli o canti dimentichi tutto e tutti. Suonare il piano è per esempi una cosa indescrivibile. Ti siedi sullo sgabello e la magia ha inizio. Dimentichi tutti i tuoi problemi ed inizi a suonare. Io mi emoziono sempre quando suono al pianoforte. Nasce una combinazione perfetta tra voce e suono. Senti dentro di te un fuoco d’artificio pieno di emozioni pronto a scoppiare. E scoppi sul serio. Senti che tutte le cose che hai fatto nella tua vita hanno un senso, senti colmare il vuoto che tante persone hanno lasciato dentro di te. La musica mi ha salvato la vita, e continuerà a farlo. Per questo noi adolescenti abbiamo bisogno che ci accompagni, giorno per giorno. Che sia musica rock, pop o classica, è la nostra vita. E la nostra vita non si può fermare, mai.

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DO, RE, MI, FA … La Mia emozione Claudia Comerio Secondaria Buscate 3B

La musica per noi ragazzi è una parte fondamentale della vita. Fin da quando eravamo piccoli ascoltavamo canzoni, dalla ninna nanna che ci cantava la mamma fino alla sigla preferita dei cartoni animati; ora ascoltiamo musica di tutti i tipi. La musica soprattutto per i ragazzi è un’ispirazione. Io canto quando sono a casa mia o mi metto allo specchio facendo pose imbarazzanti o quando sono sotto la doccia, usando il primo oggetto che mi capita in mano come microfono. Con la musica una giornata triste può diventare una fantastica giornata se ascolto musica da mattino a sera. La musica è un mezzo per comunicare emozioni, per esempio se un ragazzo non riesce con le parole a esprimere i propri sentimenti ad una ragazza, può dedicarle una canzone d’amore. La musica è un suono dolce ma diretto allo stesso tempo. Secondo me gli adulti, quando hanno un momento di pausa, dovrebbero ascoltare la musica perché li rilasserebbe e renderebbe una brutta giornata diversa, più bella. Io amo la musica, ma non tutti i generi; per esempio a me non piace il rock perché non riesco a comprenderne il senso. La musica mi arriva in modi diversi: dalla ninna nanna alla sigla di un film, fino alla musica che ascolto mentre viaggio. Io canto moltissimo, ovviamente le canzoni che so, peccato che ho una buona memoria ma non una bella voce. Non canto in pubblico per due motivi: primo proprio perché sono molto stonata e secondo perché ho paura di esibirmi davanti a tante persone che guardano solo me. No, no, non ci tengo, grazie. La musica è la passione nascosta di ogni ragazzo. Per me ogni tipo di musica corrisponde a un sentimento preciso. La musica classica ti trasmette dolcezza, sincerità e libertà. La musica pop è esplosiva. A me piace ascoltare la musica quando sto andando in qualche posto, sempre meglio in compagnia. Canto in compagnia perché non mi vergogno più della mia voce stonata e non mi interessa ciò che potrebbero dire gli altri di me, l’importante è cantare. La musica è l’opportunità di ascoltare in modo diverso delle parole che, legate insieme, formano una perfetta armonia di suoni pieni di energia positiva.

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DO, RE, MI, FA … La Mia emozione Giorgia Grassi Secondaria Buscate 3B

Aah la musica, quanto mi piace! Come sappiamo tutti essa fa parte di noi e della nostra vita sin da quando eravamo piccoli; mi ricordo che quando ero bambina, prima di andare a dormire, mio padre mi cantava due canzoni completamente diverse una dall'altra, solo per farmi giocare e divertire. A quell'età per me la musica era un gioco. Crescendo, i gusti musicali dei bambini vengono influenzati anche dalla televisione: sapevamo le sigle dei cartoni animati, le canzoni delle telenovelas... Ora, ricordando quei tempi, ci scappa qualche risata ma, pensandoci seriamente, a quell'età eravamo tutti dei 'cloni' che ascoltavano le stesse canzoni perché, come diremmo oggi, andava di moda. Finalmente, nell'adolescenza, la musica assume un significato più profondo per ciascuno di noi; non siamo più una massa di ragazzini tutti uguali ma siamo come una tavolozza di colori dove non ce ne sono due uguali. Il genere che ascolto io, il rock, è come una carica di energia che mi fa sentire la persona più potente del mondo, come se nessuno potesse distruggermi. Se dovessi scegliere una parola per descrivere ciò che mi trasmette il rock, userei 'determinazione': ogni volta che voglio o devo fare qualcosa nella quale so di non essere la persona più adatta, ascoltando le mie canzoni, mi sento sicura e so che ce la posso fare. Ci sono volte in cui il sentirmi onnipotente non è ciò che voglio; quelle volte in cui la giornata non è andata come speravo o c'è stata qualche delusione d'amore... In quei momenti, la musica è come una medicina: ascolto più attentamente le parole e inizio a capire il vero significato del testo (che spesso sottovalutiamo) nel quale cerco dei consigli. Spesso mi capita di seguire ciò che mi comunica la musica che quello che mi dicono i miei genitori! Ma che cos'è realmente la musica penso che nessuno lo sappia... la musica è uno o più sentimenti diversi per ciascuno, ci distingue l'uno dall'altro, è un rifugio nel quale ci nascondiamo per sfuggire alla vita reale, che a volte si rivela come un percorso difficile e duro da seguire. La musica è uno stile di vita, è amore, sì, amore: si ricorda la canzone del proprio matrimonio, la canzone che ti hanno dedicato o quella preferita della persona che ti piace. La musica è divertimento, è passione, è danza. Ci unisce tutti nei momenti in cui non si ha niente da fare se non cantare a squarciagola anche le canzoni più stupide che si conoscono. La musica è una compagna di vita: nei momenti più critici essa ci rianima un po'; come i canti di trincea accompagnavano i soldati in guerra. E' un vizio che ci a associare canzoni a persone: per questo ci sono canzoni che non ascolto da tempo. La musica è vita stessa, è il nostro modo di pensare e il nostro più grande amore. La musica è sognare; influenza il nostro modo di essere e di vestire: le maglie dei gruppi, creste colorate per i punk e i cappellini per i rapper. La musica è relax, la musica è disperazione, è felicità, è cantare sotto la doccia anche se i vicini di casa ti sentono. La musica è cibo: nei ristoranti, nei bar, nei carretti del gelato si sentono canzoni su canzoni. La musica serve per trasmettere alle altre persone i nostri sentimenti, cosa che magari con le parole diventa più difficile. Insomma, la musica è, per ognuno di noi, qualcosa di molto speciale e unico: ci sono milioni di espressioni che si possono usare per dire cos'è, ma la mia favorita è 'la musica è la mia droga preferita'.

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DO, RE, MI, FA … La Mia emozione Alberto Guerriero Secondaria Buscate 3B

E' indecifrabile quanto la musica in questi quattordici anni abbia accompagnato la mia vita e soprattutto quanto mi abbia aiutato a superare i problemi. In questi anni di "sopravvivenza" sulla terra la musica ha avuto un ruolo molto importante sia come amica consolatrice sia compagna "dei gentili anni". Da bambino mia madre mi faceva ascoltare Battisti e Dalla, due grandi della musica leggera italiana e praticamente sono cresciuto con le loro canzoni; Battisti è morto prima che io nascessi, ma le sue canzoni lo mantengono sempre vivo e presente e anche se ora ascolto altri generi musicali, Battisti per me rimane sempre il migliore. Ormai ascolto così tanta musica che la mia vita ha un sottofondo musicale continuo, ascolto musica sempre, sia quando sono felice sia quando sono triste o nervoso. Per me la musica è un tranquillante, se non ci fosse nelle situazioni nelle quali sono arrabbiato agirei di istinto e potrei pentirmi delle mie azioni ed è anche una medicina ed è capace di tirarmi su il morale quando sono triste. Quando non sono a scuola, o a casa o fuori con i miei amici, per buona parte del tempo ho le cuffie nelle orecchie e la musica a tutto volume. Quando ho le cuffie è come se uscissi dal mondo reale per naufragare in un mondo dove sono solo con i miei pensieri, dove non esistono motivi per cui arrabbiarsi e oltre ame, il niente, solo il mare e il calar della sera. Non riesco ad immaginare una vita senza musica anche perché a parer mio senza musica non sarebbe vita ma solo una permanenza su questo pianeta. La musica da un senso ai nostri giorni, ogni giorno trascorso senza musica è un giorno infelice. Penso nessuna persona riuscirebbe a vivere bene e pienamente senza la musica.

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DO, RE, MI, FA … La Mia emozione Erika India Secondaria Buscate 3B

La musica la ascolto da quando ero piccina, quando mia mamma e, talvolta, mio papà mi cantavano la ninna nanna per farmi addormentare. Quando sentivo quelle dolci parole mi veniva facile prepararmi per un sonno tranquillo; beh… credo che ad ogni bambino piaccia essere cullato tra le braccia del proprio genitore mentre canta una canzoncina per farci addormentare. Poi crescendo le canzoni cambiano, ad esempio all' età di quattro anni si ascoltano tanto le canzoni dei cartoni animati, facili da imparare e con una bella musicalità. Mi ricordo che quando tornavo dall' asilo mi piaceva sedermi sul divano a guardare i miei cartoni animati preferiti e mi divertivo molto a cantare le sigle a squarciagola. Durante gli anni delle scuole elementari, è un classico guardare i cartoni animati e ripetere le sigle, ma già verso la quarta o quinta elementare si passa anche ad ascoltare nuovi generi musicali: quelli che sentiamo da amici, fratelli o sorelle più grandi... A quell' età si inizia anche ad usare il computer dove si può ascoltare tutta la musica che si vuole. Inoltre ricordo che quando ero agli ultimi anni di scuola elementare, sia a scuola che all' oratorio, dove mi ritrovavo con le mie amiche, mi piaceva cantare in gruppo perché in quel momento mi sentivo più vicina alle persone che avevo intorno; penso che la musica unisca dal punto di vista emotivo e leghi di più alle persone. Arrivati alle medie si cambia completamente, o quasi, perché anche la nostra vita cambia, radicalmente. Si cambiano compagni di classe che, magari, hanno modi di pensare diversi e quindi alcuni aspetti della loro personalità ci incuriosiscono e cerchiamo di seguirli. Cambiamo sia esteticamente, perché cresciamo, sia psicologicamente perché questi sono gli anni in cui entriamo pienamente nell'adolescenza. Io in questi anni penso di essere cresciuta molto perché anche i miei gusti musicali sono cambiati radicalmente. Io ascolto la musica spesso, tutti i giorni, perché mi rilassa e mi porta a riflettere... Ad esempio quando sono triste o è una giornata "no", ascolto musica perché credo rispecchi tutti i sentimenti che provo in quel momento; mi sento più sicura e forte una volta che ho le cuffie nelle orecchie e ascolto la mia musica preferita. La musica per me è come una migliore amica, ma non come quella che vedi tutti i giorni a scuola e che ti da consigli e aiuti, ma quella che ti consola e che ti dice di ascoltare bene le sue parole perché nascondono un grande significato. Quando mi sento sola, quando penso che il mondo e le persone non mi capiscano, trovo nella musica un grande conforto ed è come se in quel momento ci fossimo solo io e lei; mi sento avvolta dalle sue parole, come se volesse proteggermi. La musica serve a noi ragazzi per consolarci quando ci sentiamo esclusi dal mondo reale perché appena parte la canzone è come se ci trasferissimo in un mondo immaginario dove siamo accolti e dove troviamo conforto e sicurezza, quindi rinunciare alla musica sarebbe come rinunciare ad una parte di noi stessi.

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DO, RE, MI, FA … La Mia emozione Erika Landini Secondaria Buscate 3B

La musica? Certe persone la ritengono una distrazione, certe un intrattenimento in una sala d'attesa ed altre invece neanche l'ascoltano... E poi ci sono io una ragazza di quindici anni che pensa che la musica sia una sorta di ossigeno! Ascolto, tutte le volte che mi è possibile farlo, canzoni su canzoni, quando faccio la doccia, quando mi preparo per uscire; alle volte, se non sono in ritardo, l'ascolto anche mentre mi lavo i denti prima di venire a scuola, insomma in ogni mio momento libero è presente la musica. Nella mia mente associo una band oppure un cantante ad ogni mio stato d'animo: quando mi sento su di giri ed ho bisogno di carica ci sono i miei Green Day, quando mi sento triste c'è Carter Borwell. Poi c'è una canzone speciale, la più importante per me, ed è la ''NOSTRA'' canzone, quella che condivido con ''lui'' da dieci mesi, quella canzone che mi commuove ogni volta che la sento, quella canzone che mi porta alla mente emozioni uniche ed incredibile, quella canzone che è in grado di farmi sognare, insomma la canzone perfetta. Personalmente penso che la musica sia un linguaggio meraviglioso ed universale. La musica è parte integrante della nostra vita ,di tutti intendo; per i più piccoli è presente in ogni cartone animato, per i più grandi la musica diventa anche un'importante materia scolastica. Per gli adulti in macchina c'è la radio, ti siedi, avvii il motore e parte la radio e inizi a cantare per mettere un po’ da parte i problemi del lavoro e lo stress quotidiano. La musica è colonna sonora anche in un lungo viaggio, canti con la famiglia e fai passare più velocemente il tempo. La musica volendo può occupare un piccolo spazio, quello di un MP3, metti le tue cuffiette e ti catapulti in un altro mondo, un mondo meraviglioso ed immune dai problemi della vita. La musica mi aiuta sempre, non mi lascia mai sola, sono felice quando l'ascolto perché mi isolo dagli altri, lei ''mi capisce'', riesco a condividerla con persone che hanno i miei stessi gusti musicali, insomma la musica è TUTTO. La musica è bella non solo perché ascoltiamo quella che piace a noi ma è bella perché è varia. Gli artisti quando scrivono testi riescono a comunicare le loro emozioni più intime e quindi, se rispecchiano almeno un po’ i nostri gusti musicali, è fatta iniziamo ad ascoltare quella musica e quel determinato artista. Concludendo la musica fa parte di me e questo mi piace!

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DO, RE, MI, FA … La Mia emozione Sophie Pane Secondaria Buscate 3B

La musica fa parte di me sin da piccola. Io la musica l'ascolto sempre, infatti in casa mia non manca mai. Fortunatamente la musica la si può ascoltare dappertutto e questo è un bene perché il nostro mondo sarebbe nero e grigio e non di mille colori come quando la si ascolta; sì esatto, la musica da colore alla nostra vita come i condimenti danno sapore ad una pietanza insipida. La musica mi ha sempre accompagnata, dalle sigle dei cartoni animati che preferivo, alla musica che si ascolta alla radio, alla televisione o su internet. Per me è un toccasana; per esempio quando sono triste la ascolto e mi tira su il morale. La lingua delle canzoni che ascolto è rigorosamente inglese perché è un mix di durezza e dolcezza che forma un cocktail fantastico. Se devo proprio definire il genere di musica che ascolto e che preferisco, non posso che riferirmi a quella che crea Avril Lavigne perché il significato della maggior parte delle sue canzoni riprendono alcuni pezzi della mia vita. Penso anche che la musica, qualsiasi essa sia, abbia un significato e l'artista che la crea cerca di trasmettere i propri sentimenti. Sinceramente io passo molto del mio tempo ad ascoltare musica: quando studio, faccio i compiti, mentre mangio con la radio accesa. Gli unici momenti in cui non l'ascolto sono a scuola, per ovvi motivi, e quando dormo; fa niente, mi consolo con il fatto che l'ascolto durante tutto il resto del giorno! La musica va ascoltata in compagnia con gli amici perché così ci si può confrontare sui vari generi; è un modo per fare nuove amicizie e per incontrare persone che hanno gusti musicali diversi e quindi sentire differenti pareri. Mi capita spesso in estate di uscire con le amiche e la prima cosa che facciamo è mettere la musica. Quando ascolto la musica, provo molti sentimenti tra cui felicità, allegria, qualche volta serenità e tranquillità, spensieratezza perché libero la mente da qualsiasi pensiero. I due strumenti musicali che più mi rappresentano sono il pianoforte e la chitarra elettrica. Il primo perché sono una persona molto romantica e tranquilla. Le musiche da pianoforte che preferisco sono di musica classica; questa parte di me non la mostro facilmente perché ho paura di essere giudicata o presa in giro. Il secondo, la chitarra elettrica, perché so essere anche molto trasgressiva ed esce fuori un'altra persona: quella che fa la matta per casa a ballare e a cantare. Il rock penso che sia più spontaneo e quindi non definito; ecco io, quando ascolto questa musica, mi sento come un'erba selvatica che cresce senza l'aiuto di qualcuno. La musica è qualcosa di geniale, perché tutte le emozioni o sentimenti che mi suscita sono indescrivibili, non hanno una definizione . A parole non sarei capace di dire che cosa mi provoca la musica perché è una ''bomba'' di sensazioni fantastiche. Si provano dei sentimenti contrastanti, che però insieme ti fanno star bene. Ci si può sentire leggeri e liberi come una piuma perché ci si immerge in un ''mondo a parte'', ma contemporaneamente ci si può sentire con i piedi ben piantati nella realtà perché la musica ci fa riflettere su molte cose. Io penso che chi non ascolta musica non vive pienamente.

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DO, RE, MI, FA … La Mia emozione Daniele Rappo Secondaria Buscate 3B

10 aprile 2014 Buscate Caro Francesco, è da molto tempo che non mi contatti, quindi ti scrivo io. Mentre ti scrivo ascolto la mia musica preferita e a pensarci bene la musica mi accompagna quasi sempre, specie nel tempo libero. Io penso che la musica sia molto importante, soprattutto per noi ragazzi, perché è uno “strumento” che può essere utilizzato in diversi modi. Per esempio, nel mio caso, quando ascolto la musica che mi piace, mi tornano in mente tutti quei momenti felici e infelici che ho passato, da quando ero molto piccolo fino ad adesso e dentro di me sento una sensazione molto strana che mi fa stare bene. Inoltre, quando ascolto della musica, ho una voglia pazzesca di cantare a voce molto alta tra le strade del mio paesino. Quando sento quelle canzoni rock, mi viene una carica incredibile e mi immagino, insieme ai miei migliori amici, su un palco a cantare a squarciagola quei brani musicali e vedo un mare di gente davanti a me che ci applaudono e ci sorridono, chiedendoci di ripetere l’ esibizione. Quando poi sento delle canzoni “romantiche” per così dire, provo una profonda nostalgia; queste mi fanno venire in mente tutti i momenti che ho passato in vacanza al mare con la mia famiglia e i miei amici: i bagni nel mare, le partite di beach volley, di bocce, la sabbia della spiaggia, il sole raggiante nel cielo… Certe volte mi viene anche una gran voglia di piangere quando penso a certe cose, perché desidererei che tutto questo ci fosse anche a Buscate, ma purtroppo non è così. Per me la musica è anche un importante mezzo per poter diffondere messaggi che magari a volte potrebbero riguardarti personalmente e allora, quasi spontaneamente, rifletti su questi argomenti e ti interroghi facendo riferimento alla tua vita personale. Per esempio, quando io ascolto canzoni di cantanti italiani, specialmente gli 883, nella mia mente ci sono le immagini che rappresentano la scena in cui io mi sono comportato in un certo modo, oppure quando ho sentito dentro di me il sentimento che viene esaltato in quel brano musicale. Io considero la musica indispensabile per aiutare moralmente le persone. Se per esempio è successo qualcosa di doloroso in famiglia oppure hai vissuto un’ esperienza in cui qualcuno ti ha “distrutto” spiritualmente, la musica potrà aiutarti a tranquillizzarti e rilassarti. Un altro aspetto “positivo” della musica è che ti aiuta a comprendere la realtà; in alcune canzoni si parla di avvenimenti accaduti realmente che si cerca di far conoscere attraverso la musica. Mi accorgo di aver parlato solo di musica ma in fondo è stato un modo per parlarti di me e delle mie emozioni , anche quelle più profonde. Mi piacerebbe che anche tu mi facessi entrare nel tuo mondo musicale, sarebbe un modo per conoscerci meglio. Per favore, scrivimi presto. Il tuo amico Daniele 5° CONCORSO LETTERARIO E ARTISTICO – RACCONTI SECONDARIA ASSOCIAZIONE GENITORI TANGRAM DI ARCONATE E BUSCATE


DO, RE, MI, FA … La Mia emozione Shah Baneen Raza Secondaria Buscate 3B

La musica da sempre ha fatto parte della vita dell’uomo: nell’antichità veniva usata nelle cerimonie religiose; nell’età moderna e contemporanea rappresenta un momento di riunione e allegria. La musica ci accompagna dappertutto: nei centri commerciali, alla radio, alla televisione, nelle feste, sotto la doccia e in tanti altri posti. Ormai la musica e l’uomo sono due cose inseparabili, ci segue nel corso della nostra vita: dalla canzone per farci addormentare, alla sigla dei nostri cartoni animati preferiti, alle prime canzoni cantate in lingua straniera, alla canzone cantata in gruppo ,dalle canzoni che accompagnano dei ricordi importanti e alla colonna sonora del nostro film preferito. La musica ci trasmette un numero infinito di emozioni (allegria ,tristezza, delusione, coraggio ,affetto, tranquillità),e oltre a questo, la musica ci insegna anche a non smettere di sognare ,ad amare se stessi, ad essere forti, ad essere se stessi e a essere felici .La musica ci fa sognare, ridere, piangere, ballare, pensare, riflettere, divertire, socializzare, realizzare i sogni, amare. Io sono molto legata alla musica .La musica per me è la soluzione della maggior parte dei miei problemi : mi annoio ,ascolto la musica; sono triste ,ascolto la musica; sono felice ,ascolto la musica; sono sotto la doccia, canto e faccio finta di essere una cantante famosa. Metti le cuffie e ti ritrovi in un’altra dimensione ,senza problemi o preoccupazioni. Per alcuni la musica è divertimento, per altri miglior amico ,o felicità e per altri ancora una professione. Secondo me, ciò che la musica trasmette dipende anche dal cantante, d alla sua capacità di esprimere le sue emozioni e, le sue esperienze di vita. La musica inoltre ci da la possibilità di avere degli idoli; la mia è Demi Lovato che ci insegna ad essere forti nonostante tutto e che siamo belle oltre l’ aspetto fisico. La musica è qualcosa di infinito, qualcosa di libero. Dai testi delle canzoni spesso si possono ricavare frasi piene di significato, come questa: “Life is a game made for everyone, and love is the price”. La vita è un gioco creato per tutti e l’amore è il premio. Ecco perché si dice: “La musica è vita.”

5° CONCORSO LETTERARIO E ARTISTICO – RACCONTI SECONDARIA ASSOCIAZIONE GENITORI TANGRAM DI ARCONATE E BUSCATE


DO, RE, MI, FA … La Mia emozione Takif Amina Secondaria Buscate 3B

Non riesco più a separarmi dalla musica, svolge un ruolo troppo importante nella mia vita. Ho iniziato ad ascoltarla consapevolmente all’ età di nove anni e da quel momento non l’ho più abbandonata. La musica per me è come una sorella che sa comprendermi, una madre che sa consigliarmi, un’amica che sa consolarmi e una nemica che sa farmi arrabbiare. Mi trasmette emozioni che nella vita reale a volte non ho e soprattutto mi trasmette l’emozione più forte, la speranza di vivere, di lottare per un domani migliore e di credere in me stessa. A volte esagero nell’ascoltarla, ma è più forte di me, è la mia droga, ormai non posso più farne a meno, è un sentimento reciproco e infinito che non finisce mai. In qualsiasi luogo io sia, camera mia, in giro in pullman, in treno, in macchina, e prima di andare a dormire, l’ascolto senza pensarci più di tanto. Se ascolto canzoni o melodie tristi, allora preferisco essere da sola in quel momento, perché mi capita di ricordare momenti indimenticabili per poi rimpiangerli, e questo guardando il cielo con i suoi colori meravigliosamente unici per la sua naturalezza. Invece se ascolto canzoni o melodie ritmiche, preferisco essere in compagnia per condividere la gioia e la voglia di ballare che mi nasce dentro, senza più fermarmi. Anche quando ascolto canzoni piene di rabbia, preferisco restare da sola, perché la rabbia che c’è in me la sfogo ascoltando questo tipo di musica. È il mio passatempo preferito, passerei ore e ore ad ascoltare la musica senza mai annoiarmi. Non so perché, ma la musica non mi basta mai, ha quella dolcezza in sé che non smetterei mai di gustarmi, le mie orecchie non si stancherebbero mai di ascoltare la sua dolce sinfonia e le mie dita vorrebbero solo scrivere la parola più vera di questo nostro mondo: “MUSICA”. La musica mi da queste sensazioni ogni giorno e quando vado a correre, con i roller o in bici, seguendo il suo ritmo mi trovo a fare acrobazie pericolose. Mi piacciono molto le canzoni straniere, per esempio quelle marocchine, spagnole, inglesi, indiane e cinesi. Non mi piace ascoltare canzoni in cui non riesco a trovare un significato, ho sempre ascoltato canzoni che trovo abbiano un parallelo con le mie esperienze e che quindi sento mie. Anche per questo motivo, per me, il testo ha molto più valore del ritmo da solo. In questo momento ascolto spesso “Coming home” di Diddy perché ha la capacità di farmi ricordare la realtà attuale attraverso dei ricordi tristi e mi spinge ad andare oltre; allo stesso tempo mi ricorda ogni giorno qual è il mio obiettivo: concludere bene questo anno scolastico. Sono ormai quattro anni che scrivo canzoni: tristi, arrabbiate, orgogliose, in base al mio stato d’ animo. Questo mi aiuta perché, rileggendo ciò che ho scritto, riesco a capire cosa mi sta succedendo e affrontarlo diventa più facile. Scrivere canzoni è gemello dell’ascolto di pezzi di altri; il primo mi aiuta a pensare al mio passato, l’ altro ad immaginarmi nel futuro. Vorrei che anche tra molti anni il rapporto tra me e la musica fosse sempre lo stesso: amiche, sorelle, compagne, sempre unite per farsi forza.

5° CONCORSO LETTERARIO E ARTISTICO – RACCONTI SECONDARIA ASSOCIAZIONE GENITORI TANGRAM DI ARCONATE E BUSCATE


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