Notiziario 2016 aimc besozzo pdf

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ASSOCIAZIONE ITALIANA MAESTRI CATTOLICI PROVINCIA DI VARESE

LA VOCE DELL’A.I.M.C. DI VARESE Circolare n. 16

11 dicembre 2016 1


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INDICE Pag. 5 . INTRODUZIONE DEL PRESIDENTE PROVINCIALE Pag. 6 . IL MISTERO DEL NATALE Pag. 7 . LETTERA DI DON VALENTINO VENEZIA AI MAESTRI CATTOLICI Pag. 8. DALL’A.I.M.C PROVINCIALE

Musica nei Rioni: non c’è 2 senza 3! Pag. 9. DALL’A.I.M.C REGIONE LOMBARDIA

Qualche pensiero sull’A.I.M.C. Pag. 10. SEMINARIO NAZIONALE A.I.M.C. Pag. 11. CONFERENZA NAZIONALE AIMC

“Dare valore alla professione” Pag. 12. LA SEZIONE AIMC DI BESOZZO FESTEGGIA IL 70° COMPLEANNO! Pag. 14. FESTA: 70 ANNI DELLA SEZIONE AIMC DI SARONNO Pag. 15. UDIENZA GUBILARE CONVEGNO NAZIONALE

“ Radici di futuro ”. I 70 anni dell’A.I.M.C.”

DALLE SEZIONI Pag. 16. SEZIONE DI BESOZZO Pag. 41. SEZIONE DI GALLARATE Pag. 42. SEZIONE DI SARONNO

IMPORTANTI ATTIVITA’ E RICONOSCIMENTI AI NOSTRI SOCI (che comunichiamo con piacere) Pag. 44. ULTIMA CENA DEL MAGATTI Pag. 45. MISTERO AD AZZIO

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Pag. 47. CONCORSO di POESIA “Tramontana di/versi” Associazione A.I.S.U insieme verso Itaca – Luino Pag. 47. PREMIO INTERNAZIONALE MICHELANGELO BUONARROTI Associazione Culturale “Arte per amore” Saravezza (Lucca) Pag. 48. Ricordata dall’AISU la GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE Pag. 51. CORSI di FORMAZIONE CIM UNIVERSITA’ dell’INSUBRIA di VARESE

“Un esperienza concreta ed …entusiasmante” RIFLESSIONI Pag. 52. DOCENTE, IL NUOVO INDENTIKIT Pag. 27. GRAZIE A TE CHE SEI VOLONTARIO Pag. 53. ANTE ORATIONEM Pag. 54. MARTIN LUTERO ANGELO o DEMONIO?

RICORDIAMO CON TANTO AFFETTO Pag. 58. MARIUCCIA FANTONI Pag. 59. GIUSEPPINA SAI

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Carissime amiche e amici dell’Associazione, anche quest’anno, grazie al cielo, ci ritroviamo con queste pagine del nostro Notiziario a fare la sintesi e il bilancio della nostra attività associativa in provincia. Il giudizio, nel vedere il materiale raccolto, non può che essere positivo. Un’associazione presente nel sociale e nel mondo della scuola, attiva nella proposta di iniziative che arricchiscono professionalmente, culturalmente e promuovono, questa è l’aspetto più significativo, lo stare insieme, la condivisione di momenti di studio e di vita. Oggi, più che mai, la nostra società dell’immagine della comunicazione ha bisogno di relazioni umane autentiche, vissute attraverso l’incontro reale con le persone, quello vero, quello dell’incontro degli sguardi e il contatto di una stretta di mano e non quello dei rapporti virtuali, telematici, dei social network che producono l’effetto di amplificare sempre di più la dimensione della solitudine. Vivere nella nostra Associazione è sostanzialmente questo: riscoprire ogni giorno la bellezza dello stare insieme partecipando e condividendo gioie e preoccupazioni, progetti e desideri, lavoro e svago, nella prospettiva cristiana che dà senso a tutta la nostra vita. Le molteplici attività dell’Associazione, in particolare nelle sezioni di Besozzo, Saronno e Gallarate evidenziano l’attenzione alle problematiche più attuali che vive il mondo della scuola. I relatori invitati nei diversi corsi di formazione e aggiornamento sono d’indubbio valore e attirano l’attenzione anche da parte di docenti che scoprono proprio in queste occasioni la ricchezza dell’Associazione. I viaggi, scrupolosamente preparati, alternano mete spirituali e culturali e, come si legge dagli articoli all’interno del Notiziario, suscitano sempre interesse ed entusiasmo. Proprio mentre stiamo preparando gli articoli del Notiziario ci stiamo preparando a vivere il Giubileo dell’AIMC che si svolgerà domenica 6 Novembre 2016 presso il Santuario della Madonna del Sangue di Re in Valle Vigezzo. Parteciperanno più di cento persone che avranno modo di vivere un momento d’intensa spiritualità mettendo al centro la Misericordia. E’ proprio questa Grazia del Signore la vera Forza che ci deve sostenere nel nostro lavoro d’insegnanti: la capacità di riconoscere in ogni persona che incontriamo il Volto Santo di Cristo che ci chiama ad essere attenti ai bisogni dei più piccoli. E’ con questo spirito che auguro a tutti un Natale e un Anno Nuovo ricchissimo della Misericordia di Dio perché la nostra vita, in ogni età del suo svolgimento, possa sempre essere sempre un cammino sereno e fecondo verso l’Amore di Dio. Con affetto, il vostro Presidente Provinciale Giorgio Ciccarelli

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Il mistero del Natale “Il mistero del Natale” è un breve saggio che Edith Stein scrisse nel 1932. Il Natale è un momento di grande fascino per tutti. L’attesa si fonde ad una profonda nostalgia che trova appagamento quando le campane della Messa di mezzanotte annunciano “E il verbo si fece carne”.

Guardando il Bambino nella mangiatoia che ci è donato già cogliamo il suo “Seguimi”. Infatti, davanti al Bambino si fa una scelta: o si è con Lui o contro di Lui. Non ci sono alternative. Accanto alla gioia della nascita c’è già la tenebra, nei giorni successivi la liturgia ci parla del sangue versato di Santo Stefano e dei bambini uccisi da Erode. Le mani del Bambino, se Lo scegliamo, “danno ed esigono al tempo stesso”. Se ci affidiamo a queste mani (“Venite a me voi tutti che siete stanchi e affaticati”), sperimenteremo la vita divina che penetra quella umana. Cioè Dio ci permetterà di diventare suoi figli, facendo cose che da soli non potremmo fare mai. Edith parla di tre segni di figliolanza divina: il primo è “essere una sola cosa con Dio” perché Cristo è il nostro capo e noi le sue membra. Portare in sé la vita divina vuol dire sentire la luce nelle tenebre, cioè mantenere una serenità di fondo nata dalla fiducia in Lui anche nelle vie difficili della vita. Il secondo dono che ci fa il Signore è “essere una sola cosa in Dio”: cambia il rapporto con gli altri. Se tutti insieme siamo le membra di Cristo, l’altro non si ama per simpatia o perché lo vogliamo per noi. Il prossimo è “chi sta via via davanti a noi e ha più bisogno di noi”. L’amore di Cristo che vive in noi ci aiuta ad amare anche il non amabile e a volere gli uomini per Dio e non per noi stessi. Tutto ciò che si dona a Dio lo si guadagna. Il terzo segno della figliolanza divina è la disponibilità ad accogliere qualunque cosa dalla mano di Dio. E’ “fare la volontà di Dio e non la propria, riporre nelle sue mani ogni preoccupazione e speranza, non affannarsi più per sé e per il proprio futuro”. L’unica preoccupazione del cristiano deve essere quella di fare la volontà di Dio. Tutte le altre il Signore le prende su di Sé. Se guardando il Bambino Lo scegliamo, sappiamo anche che ci chiederà di andare dietro a Lui fino alla sofferenza e alla morte. Potremo ancora affermare “sia fatta la Tua volontà”, non sapendo con certezza cosa Dio vuole da noi, quando si spegnerà la luce interiore, quando sperimenteremo la notte oscura? Edith scrive che Dio conosce la nostra debolezza e che ci dà “mezzi di salvezza” per esserGli ogni giorno accanto: l’ascolto della Parola, la preghiera liturgica ed interiore, la vita sacramentale. Scrive la Stein: “ ‘Chiedete e vi sarà dato’. E’ una sicura promessa di esaudimento. E chi recita quotidianamente di cuore il suo ‘Signore, sia fatta la Tua volontà’, può confidare di non tradire la volontà divina anche quando non ne ha più alcuna certezza soggettiva. Inoltre: Cristo non ci ha lasciati orfani. Ha inviato il suo Spirito, che insegna a tutti noi la verità”. A poco a poco questi mezzi di salvezza ci aiuteranno a sentirci piccoli e umili, vedendo la nostra miseria, e quindi più indulgenti con gli altri, ad affidarci alla Sua misericordia e a pensare meno alle nostre faccende incominciando 6


a interessarci delle faccende del Signore. Ci condurranno ad affidarci con la semplicità del bambino e l’umiltà del pubblicano. Noi sappiamo che, al termine della sofferenza, viene la risurrezione perché Gesù è risorto. Che queste non siano solo parole, Edith ce l’ha dimostrato con la propria vita, quando, seguendo le orme dell’Agnello mansueto che offrì Se stesso, andò incontro con sua sorella Rosa alla morte ad Auschwitz, dicendole: “Vieni, andiamo per il nostro popolo”. Roberta Lentà .-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

Parrocchia San Vittore Martire di Arcisate 28 novembre 2016 Cari amici, in occasione del Santo Natale, colgo l’opportunità per rivolgermi a tutti voi e a tutta l’Associazione Maestri Cattolici, raggiungendovi con il mio saluto e il mio pensiero grato. Sono stato ordinato Sacerdote lo scorso 11 giugno insieme ad altri 25 compagni di cammino e questo è il mio primo Natale da sacerdote … pensate che Grazia e quanta gioia per me! Sono stato destinato come Vicario Parrocchiale nell’Unità Pastorale di Arcisate Brenno, in provincia di Varese, ed è da questa splendida realtà che vi sto scrivendo, immerso nei tanti compiti che coinvolgono ogni prete e in modo particolare nella entusiasmante esperienza delle benedizioni alle famiglie. Mistero dell’Incarnazione che stiamo per rivivere nella Liturgia della Chiesa ci interpella e l’annuncio del Verbo che prende carne in

mezzo a noi ci dona ogni anno nuovo slancio nel cammino di vita cristiana.

I In Cristo, Dio è venuto realmente nel mondo, è entrato nella nostra storia, ha posto la sua dimora in mezzo a noi e ha condiviso la nostra umanità. Questa realtà che, tra qualche giorno, pervaderà in modo sempre rinnovato la Chiesa non può essere mai un annuncio per pochi ma, anche grazie a noi, può ridonare speranza a tanti, a tutti!

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Nel grande impegno che avete nel seguire i bambini e i ragazzi nell’immenso campo educativo lasciate sempre trasparire questa gioia. E’ la gioia cristiana… la quale non è un mero sentimento che talora c’è e ogni tanto si assopisce ma costituisce l’essenza e il dono più visibile che lo Spirito Santo concede a tutti coloro che si aprono e si concedono a Lui. Scrivendovi, mi risuona nella mente ciò che disse Papa Benedetto XVI e che anche Papa Francesco ha ripreso: la Chiesa non cresce per proselitismo ma per attrazione! Questa certezza, di cui possiamo realmente farne esperienza, diventi il nostro proposito e per voi, carissimi “maestri cattolici” sia il programma per una missione efficace, fruttuosa e … veramente cristiana! Buon cammino nella gioia di Cristo nato per noi. Buon Santo Natale a tutti!

Don Valentino Venezia


DALL’AIMC PROVINCIALE Musica nei Rioni: non c’è 2 senza 3! L’apprezzamento e l’affetto del pubblico e il successo delle due precedenti edizioni hanno dato alla sezione provinciale di Varese dell’Associazione Italiana Maestri Cattolici l’energia per poter organizzare la terza edizione di “Musica nei Rioni”: non c’è 2 senza 3! I cittadini hanno apprezzato in particolar modo, oltre all’evento musicale in sé, la presentazione dei brani musicali eseguiti e il venire a conoscenza di aspetti insoliti della vita dei compositori.

Duo Maclè Sabrina Dente e Annamaria Garibaldi pianoforte a 4 mani (concerto a S. Fermo)

Anche la prossima rassegna di lezioni-concerto si svolgerà con la collaborazione di alcune Parrocchie di Varese e il sostegno di piccoli e grandi sponsor, tra cui la Fondazione Comunitaria del Varesotto, che ha riconosciuto la valenza sociale e culturale del progetto. La disponibilità dei parroci permetterà di usufruire di spazi all’interno delle Chiese e degli oratori e di offrire, gratuitamente e vicino a casa, eventi culturali di rilievo. Anche la prossima rassegna di lezioni-concerto si svolgerà con la collaborazione di alcune Parrocchie di Varese e il sostegno di piccoli e grandi sponsor, tra cui la Fondazione Comunitaria del Varesotto, che ha riconosciuto la valenza sociale e culturale del progetto. La disponibilità dei parroci permetterà di usufruire di spazi all’interno delle Chiese e degli oratori e di offrire, gratuitamente e vicino a casa, eventi culturali di rilievo. Filo conduttore della prossima edizione sarà il pianoforte, strumento sempre molto apprezzato dal pubblico; potremo ascoltarlo sia “da solo” che insieme ad altri strumenti. Le lezioni-concerto si svolgeranno il pomeriggio di alcuni fine-settimana dei mesi di gennaio, febbraio e marzo del 2017. Novità dell’edizione del prossimo anno sarà il coinvolgimento di giovani esecutori della nostra provincia che già si sono fatti apprezzare in competizioni musicali nazionali e internazionali. L’inserimento di giovani valenti esecutori tra musicisti già affermati è una nuova sfida che Aimc si pone ed invita il pubblico al sostegno di questi futuri grandi interpreti. Chiudendo gli occhi e concentrandosi unicamente sull’ascolto sembrerà di assistere ad un mirabile evento musicale offerto da un grande concertista. Buon ascolto!

Dott.ssa Livia Rigano

Direttrice artistica e organizzativa “Musica nei Rioni”

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DALL’A.I.M.C. REGIONE LOMBARDIA QUALCHE PENSIERO SULL’AIMC Ciao a tutti. Eccoci al nostro appuntamento annuale su queste pagine del Notiziario dell’AIMC di Varese. È bello che possa entrare nelle case di tutti i soci di una provincia la raccolta di tutte le attività svolte in un anno dalle varie sezioni. Mi sembra che un’iniziativa come questa (vi assicuro, non presente ovunque) permetta, o almeno faciliti, alcuni aspetti caratteristici (o almeno lo dovrebbero essere) della nostra Associazione. - La visibilità associativa: ogni socio è messo al corrente di quanto avvenuto e può rendersi conto di come l’AIMC sia presente nel proprio territorio, anche se non ha avuto in precedenza l’occasione di conoscere le varie iniziative. - L’appartenenza: essere informati su quanto è avvenuto fa sentire partecipi di una famiglia più grande della propria singola sezione. Fa toccare con mano che si sta lavorando insieme, magari con modalità differenti, ma con lo stesso obiettivo: animare la scuola (cioè “dare un’anima”) attraverso la cura della professione docente, per avere sempre più insegnanti all’altezza del compito di educazione/istruzione richiesto. - Il collegamento: il Notiziario diventa anche strumento di collegamento tra le varie sezioni della stessa provincia, ma può anche essere diffuso a livello regionale o nazionale, diventando così collegamento tra le sezioni dell’AIMC di un territorio ben più vasto. Per cui ben vengano iniziative come questa, che capisco sia un po’ faticoso preparare, ma che fa molto bene alla vita associativa. Vorrei in questo mio breve intervento lasciarvi alcune idee sull’AIMC che, confesso, prendo “a prestito”, ma che mi sembrano molto importanti. Le esprimo come desiderio, perché abbiamo sempre del cammino da compiere per arrivare ad essere in pienezza quello che è nella nostra natura. Questi pensieri magari possono aiutare a ripensare la vita associativa locale ed aiutare a fare il punto della situazione chiedendoci: dove siamo arrivati? Cosa resta ancora da fare? Ecco dunque qualche “idea-desiderio”.  Immagino un’AIMC che ‘fa cultura’, dove sia possibile sperimentare nuovi modi di pensare e di agire. Un’AIMC che a partire da gruppi affiatati possa essere sempre più vicina ai colleghi che operano nella scuola. E perché i nostri gruppi siano veramente affiatati mi auguro un’attenzione viva alle relazioni, anzi una “cura” particolare dei rapporti interpersonali, perché non ci siano persone che si sentono escluse, o poco coinvolte, o poco “cercate”.  Immagino un’AIMC fondata sulla gratuità, sul dono, termini che oggi si fa sempre più fatica a vedere coniugati, ma che rimangono l’anima di qualsiasi atto educativo e formativo, di qualsiasi opera di volontariato. Grandi risorse sono il tempo e le competenze di ognuno di noi. 9


 Immagino un’AIMC capace di ridefinire, giorno dopo giorno, i criteri di appartenenza;

capace di inventarsi, in ogni situazione, la minima, ma più efficace organizzazione necessaria, magari anche inventandosi qualcosa di diverso, di nuovo, senza snaturare il suo essere Associazione.  Immagino un’AIMC che riesca a rinnovarsi e a stare al passo dei tempi; un’AIMC che possa essere vera ricerca per il bene comune; un’AIMC animata da persone capaci di vivere con passione ed entusiasmo il proprio essere Associazione ed il proprio lavoro nella e per la scuola. Se saremo capaci di sostenerci nel fare tutto questo, l’AIMC continuerà ad essere per molto tempo ancora, il sostegno di tanti maestri e dirigenti. Occorre il coraggio e l’impegno di tutti: insieme si può. È proprio questo il “valore aggiunto” di un’Associazione: riflettere, progettare, lavorare, sperare insieme. E in un tempo come quello attuale così spinto verso l’individualismo, un agire comune è una bella scommessa, ma anche una bella opportunità.So che posso contare su ciascuno di voi. Un caro saluto ed un augurio a voi e a tutte le vostre famiglie per l’ormai prossimo Natale.

m. Disma Vezzosi

Seminario Nazionale AIMC Il 23 Gennaio ho partecipato, presso la Sede dell'AIMC Nazionale a Roma, ad un momento interessante di formazione e confronto. Si è tenuto, infatti , un seminario nazionale sulle prospettive del sistema di valutazione delle scuole.

Al centro l'autovalutazione, come strategia "intelligente" che rende le scuole responsabili e partecipi del loro miglioramento. Relatori sono stati Paolo Mazzoli (direttore generale Invalsi), Giancarlo Cerini (membro della conferenza di coordinamento del SNV), Giuseppe Desideri (presidente dell'AIMC), che hanno messo in evidenza - pur da punti di vista diversi - il "senso" della valutazione. 10


Il dottor Cerini ha insistito sul concetto di valutazione formativa (una "mossa riflessiva" per conoscere e non per giudicare) e su come la dimensione "narrativa" e qualitativa deve prevalere su quella docimologica e misurativa, ricordandoci di porre l'attenzione ai processi e non solo ai risultati e come sia necessaria una formazione di qualità per il personale della scuola anche sui temi della valutazione, per non trasformare i docenti in meri somministratori di prove. Paterniti Bardi Giuliana

14-15 Maggio Conferenza Nazionale AIMC “Dare Valore alla Professione” Si è svolta a Roma, nei giorni 14 e 15 maggio, la Conferenza Nazionale annuale AIMC. Due giorni di ascolto e confronto così come prevede l’art 29 dello statuto, con compiti di : - discussione e definizione degli indirizzi programmatici e delle prospettive di azione, facendo sin tesi delle problematiche nazionali e delle istanze territoriali; - consultazione per l’orientamento politico-scolastico ed associativo, tenendo conto della necessaria valorizzazione delle autonomie regionali e delle esigenze specifiche del territorio associativo. I lavori della Conferenza sono stati articolati: rafforzare i legami nella comunità in momenti introduttivi: “In ascolto della professionale e associativa. parola” intercettare le posizioni laicali, l’agire Dopo queste premesse sono seguite le attività insieme ( avendo presente le parole chiave di di Lavori di Gruppo “ Il rilancio della papa Francesco ai docenti: umiltà, disinteresse, Associazione per la crescita professionale e gioia ), relatore P. Salvatore Currò; sociale, cinque vie per una nuova umanità”: “La rete associativa, Laboratorio di relazioni e uscire, abitare; annunciare, educare; crescita professionale” che ho avuto il piacere trasfigurare.” di presentare con Cristina Giuntini, segr. naz. Infine il confronto, la discussione in plenaria e AIMC. le Conclusioni e prospettive di sviluppo, lanciate da Giuseppe Desideri, presidente naz. AIMC. Tutte le riflessioni che sono state messe in campo hanno messo a fuoco i problemi centrali dell’atto educativo oggi. La ricchezza del confronto nei Lavoro di gruppo è stata riportata in plenaria ed ha contribuito agli esiti positivi di queste giornate. Giuseppe Desideri, nelle sue conclusioni, ha ripreso i temi delle discussioni presentate in plenaria e ne ha rilanciato il valore, il significato, in ordine alla capacità di “innovare – significare lo scenario educativo tra identità Durante il mio intervento ho parlato della mia e storia, tra presente e futuro pur nella esperienza alla Scuola di Formazione continuità”. associativa nazionale, percorso formativo che Punti da sottolineare, nelle sue interessanti e ha creato legame, rete in senso concreto e ha propositive conclusioni, sono stati disseminato nei territori vitalità e motivazione. particolarmente il richiamo : Ho fatto presente che con questo percorso - alla necessità, nella valorizzazione abbiamo intuito quanto sia importante dell’esistente e della esperienza pregressa, di promuovere la partecipazione attiva trasformare - dare nuova forma - al vissuto all’associazione e realizzare alleanze associative sul territorio allo scopo di 11


- al prestare attenzione, l’essere attenti nello stesso tempo, alla verifica costante, condivisa, e condivisibile, del nostro operare affinché non si cada nell’errore di una innovazione “apparente”, priva di significati umani e pedagogici; - ad innovare il coraggio! la motivazione ad esserci! l’entusiasmo e la gioia del nostro agire!

della associazione e alla professionalità dei docenti; - al dovere di porre l’attenzione, l’ascolto, alle “biografie” dei nuovi immessi in ruolo affinché siano Comunità dentro una Comunità, dentro una realtà professionale di ricerca e sapere, capace di valorizzare i comportamenti professionali ed umani, e – se necessario – orientare verso l’acquisizione di nuovi; - al bisogno di razionalizzare le modalità di relazione, di organizzazione, di perseguimento degli obiettivi al fine di promuovere, implementare le reti associative;

Paterniti Bardi Giuliana ..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..-..

LA SEZIONE A.I.M.C. DI BESOZZO (VA) FESTEGGIA IL 70° COMPLEANNO Il 70° compleanno dell’AIMC è stato ricordato in modo solenne presso la Sezione AIMC di Besozzo (VA), il 13 dicembre 2015, durante il consueto incontro di Natale. La giornata è iniziata presso l’Eremo di Santa Caterina del Sasso a Leggiuno sul Lago Maggiore, dove un numeroso gruppo di insegnanti e dirigenti scolastici della provincia, soci e simpatizzanti dell’AIMC hanno partecipato alla S. Messa celebrata da Don Giancarlo, Sacerdote Guanelliano amico dell’AIMC. A Don Giancarlo va il nostro più sentito ringraziamento per la sua disponibilità e per la bella e sentita omelia, in cui ha sottolineato l’importanza del vero associazionismo come l’A.I.M.C. sta dimostrando con una grande presenza molto attenta ed attiva, non solo alla Santa Messa del 70°, ma a tutte le iniziative, trasferendo i valori cristiani nel mondo della scuola e nella vita di tutti i giorni. Un grazie di cuore anche alle Sorelle dell’Eremo, che ci riservano sempre una calorosa accoglienza nello splendido Santuario di Santa Caterina. Con la musica ed il loro canto è stata resa più solenne la nostra celebrazione.

All’uscita dalla Santa Messa.

Prima dell’inizio della S. Messa il Presidente Provinciale AIMC, Dott. Giorgio Ciccarelli, ha sottolineato la particolare importanza che quest’anno assumeva la celebrazione, che voleva ricordare l’importante traguardo raggiunto dall’ Associazione che ha 70 anni e non li dimostra. La capacità di rispondere ai bisogni professionali più urgenti, la disponibilità ad orientare, consigliare chi si trova in difficoltà sono gli ingredienti che hanno permesso all’Associazione di essere ancora presenza significativa nella provincia. 12


Durante la S. Messa abbiamo ricordato tutti i nostri Soci e famigliari che ci hanno preceduto nella Casa del Padre ed in particolare Don Giuseppe Zocchi, indimenticabile Assistente Spirituale. L’incontro conviviale, come è ormai consuetudine, ha avuto luogo presso l’Hotel Europa di Ispra, che come al solito è stato molto apprezzato. Numerosi i presenti sia all’incontro spirituale che a quello conviviale: tra i presenti la Presidente dell’UCIIM di Bergamo Prof.ssa Anna Maria Persico, la Dott.ssa Patrizia Martino già preside dell’IC di Luino, la Prof.ssa Livia Rigano insegnante di pianoforte presso il Liceo Manzoni di Varese organizzatrice da due anni di un importante iniziativa culturale “Musica nei rioni” che ha il merito di ripresentare l’AIMC alla città di Varese, la Presidente dell’AIMC di Saronno Giuliana Paterniti Bardi, il Prof. Tommaso Piemontese, già Preside dell’IC di Besozzo, i Prof.ri Giuseppe Mangiameli e Felice Recchia già Presidi a Busto Arsizio. Invitati Il dott. Sergio Moalli Presidente dell’AISU di Luino e il Sig. Salvatore Torre del 1° club Nazionale FIAT 600 con i quali l’AIMC collabora all’organizzazione di importanti eventi. Nell’occasione sono stati premiati per la loro fedeltà all’Associazione da oltre 40 anni: Biganzoli Rosalia, Fantoni Silvana, Fioroli Regina, Ielmini Ercole, Landoni Giuseppina, Maffioli Emilia e Rosangela, Mangiameli Battistina, Marchi Enrico, Moranzoni Giuseppina, Spertini Maria Assunta.

Premiazione soci con più anzianità di iscrizione

Ispra: tramonto sul lago

Ai nuovi soci iscritti nell’anno 2015 presenti all’incontro, è stato dato un omaggio per dar loro il benvenuto nella grande famiglia dell’AIMC: Alokkaren Sr. Josina, Conti Rosanna, Maffezzoli Piera, Magnoni Federica, Novi Marina, Pedroni Carla e Marialuisa, Volpi Rita, Zarantonello Sr. Alessandra. E’ stato inoltre dato un riconoscimento a sorpresa ai soci e amici dell’AIMC presenti che hanno partecipato al maggior numero di iniziative di 4 giorni negli ultimi 10 anni. Le iniziative erano 19, primi premiati i Sigg.ri Crespi Luciana e Giancarlo di Busto Arsizio (presenti a 15 iniziative su 19); a seguire Lischetti Rosangela, Daverio Carla, Roncari Lina, Giuliani Maria Rosa, Binda Lilia, Cervini Maria Carla, Pedroni Marialuisa, i coniugi Pedroni Carla e Rossi Costante, i coniugi Spreafico Marilena e Santini Enrico, Furiga Antonietta, i coniugi Corsaro Maria e Vanoli Romano, i coniugi Rimoldi Battistina e Mangiameli Giuseppe, Sai Giuseppina. I soci della sezione di Besozzo hanno consegnato a Laura Gavazzeni una pergamena ed un omaggio floreale ringraziandola perché per prima ha creduto nell’AIMC, rendendo la sezione forte ed attiva. La sua presenza continua, assidua e generosa ha reso questi anni ricchi di iniziative a favore di tanti insegnanti che si sono avvicinati all’AIMC. Ai numerosi presenti è stato poi distribuito il Notiziario provinciale ed un omaggio: un libretto per appunti per premiare la partecipazione e presenza attiva. Durante il pranzo una gradita sorpresa: un collegamento telefonico, diffuso in tutta la sala, con Don Vincenzo Custo, grande amico dell’A.I.M.C. che non ha potuto essere presente per motivi di salute, che come sempre ci ha spronato sul cammino della fede con tanta gioia, di cui è grande comunicatore e ci ha impartito una particolare benedizione. Una ricca lotteria, molto gradita da tutti i presenti, ha contribuito a far crescere l’entusiasmo e l’amicizia. 13


Al termine tutti erano soddisfatti per aver partecipato ad una giornata che ha permesso di incontrare vecchi e nuovi amici conosciuti durante le diverse iniziative e persino compagni di scuola che da anni non rivedevano. Anche questo è merito dell’AIMC: per i giovani favorire l’incontro utile allo scambio delle molteplici esperienze e, per i meno giovani, mantenere il contatto con il mondo della scuola nel quale hanno lavorato con amore e passione per molti anni. Importantissimo è anche l’incontro tra le generazioni di insegnanti che diventa reale occasione per crescere insieme in un continuo scambio di conoscenze, occasioni che ci aiutano a cercare il meglio per noi e per gli altri. Chi è stato insegnante rimane tale per tutto l’arco della vita. La giornata, iniziata con il sole all’Eremo di Santa Caterina, davanti ad uno scorcio di lago splendente, si è conclusa con uno stupendo tramonto sul lago di Ispra, che tutti hanno potuto ammirare e fotografare. Il sorgere della luna è stato di buon auspicio all’AIMC pronta ad affrontare, a fianco degli insegnanti e operatori nel campo educativo, le nuove sfide e difficoltà che attraversa la nostra società, mantenendo sempre vivo l’entusiasmo dei primi anni d’insegnamento.

Festa : 70 Anni della Sezione AIMC di Saronno In una bellissima giornata di festa vissuta in un clima di familiarità, amicizia e condivisione, il 7 febbraio 2016 presso la parrocchia Regina Pacis di Saronno si sono svolti i festeggiamenti per i 70 anni dell’AIMC. Soci, simpatizzanti e dirigenti scolastici della sezione “A.Rosmini” di Saronno si sono incontrati per la celebrazione eucaristica e, successivamente, si sono recati nel salone dell’oratorio dove la scrivente, in qualità di presidente sezionale di Saronno, ha ricordato ai presenti quello che l’AIMC da 70 anni ha rappresentato e continua a rappresentare nella scuola italiana: un’esperienza di condivisione, confronto, formazione e cooperazione tra insegnanti. Dopo aver dato la parola al presidente provinciale di Varese Giorgio Ciccarelli, è stato proiettato un video che “racconta” l’esperienza associativa realizzata da Nord a Sud, attraverso foto scattate in occasione degli incontri avuti a livello nazionale, regionale e locale e foto inviate da varie realtà associative sparse sul territorio nazionale. Successivamente, è stato consegnato ai soci un piccolo omaggio. Presenti a condividere la gioia degli insegnanti dell’AIMC di Saronno anche la presidente provinciale di Lecco Maria Pastore e il presidente provinciale di Milano-Monza-Brianza Emanuele Verdura. A seguire, don Armando Cattaneo, prevosto della Comunità Pastorale “Crocifisso Risorto” di Saronno e don Federico Bareggi, assistente spirituale della sezione, hanno salutato i presenti prima di condividere il pranzo preparato dai soci e poi procedere al taglio di una buonissima torta. E’ stata una giornata ricca di emozioni e carica di gioia, un bellissimo momento di festa . Paterniti Bardi Giuliana

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UDIENZA GIUBILARE CONVEGNO NAZIONALE “RADICI DI FUTURO. I 70 ANNI DELL’AIMC” ROMA 12 – 13 MARZO 2016 Una quindicina di soci della nostra sezione ha raggiunto Roma l’11 marzo per partecipare all’Udienza giubilare nonché al Convegno nazionale organizzato in occasione del 70° di fondazione dell’AIMC. Tutta l’AIMC ha festeggiato i suoi primi 70 anni con una nutrita rappresentanza di oltre settecento soci provenienti da varie parti d’Italia. Il 12 marzo ha partecipato con entusiasmo all’Udienza Giubilare con Papa Francesco in Piazza San Pietro. A conclusione tutto il folto gruppo dei maestri Cattolici dell’AIMC si è recato nella chiesa di Santa Maria del Santo Rosario in Prati – poco distante dal Vaticano – per partecipare alla celebrazione eucaristica presieduta da S. Em. Il Cardinale Pietro Parolin. Hanno concelebrato l’assistente nazionale Don Salvatore Currò, Don Giulio Cirignano, già assistente nazionale e Don Antonio Bollin , assistente della sezione di Vicenza. Durante l’omelia il cardinale Parolin ha pronunciato parole di apprezzamento per l’attività svolta dall’Associazione in tutti i sett’anni di vita e ha incoraggiato a continuare con impegno l’esperienza associativa. Ha rivolto a tutti parole molto significativa dettate, come egli stesso ha ricordato, dal fatto che sua madre è stata una maestra dell’AIMC e, di conseguenza, sapeva bene cosa fosse l’impegno in Associazione e lo spendersi per i propri alunni. Alla fine della S. Messa, il Presidente Nazionale ha ringraziato a nome dei presenti e di tutta l’associazione Mons. Parolin per il “dono” della Sua presenza e per le parole di stima rivolte ai maestri dell’AIMC.

Dopo la pausa pranzo tutti i partecipanti all’evento giubilare si sono dati appuntamento in Via della Conciliazione e, accompagnati dall’assistente nazionale Don Salvatore, si sono incamminati verso la Porta Santa della Basilica di San Pietro. Guidati dalla croce del Giubileo in testa alla processione, con canti e preghiere, tutti hanno compiuto il gesto più significativo del Giubileo – varcare la porta della misericordia – portando nel cuore le proprie speranze e tutti coloro che per diversi motivi, non erano presenti (ammalati, anziani, defunti…). Una volta in basilica la processione si è conclusa sulla tomba dell’apostolo Pietro. Nella mattinata del 13 marzo si svolto il Convegno nazionale “Radici di futuro. I 70 anni dell’AIMC. Nella sala gremita dell’Hotel Midas, oltre 300 convegnisti hanno seguito i lavori. Coordinati da Paolo Centomani del Gruppo operativo nazionale sono intervenuti la Prof. Luigina Mortari, il Presidente Nazionale Giuseppe Desideri, Giancarlo Boccardi ”memoria storica” dell’esperienza associativa e Mariella Cagnetta , responsabile della comunicazione AIMC, i quali hanno illustrato a grandi linee il contenuto del libro “Radici di futuro. I 70 anni dell’AIMC”. Ad allietare la mattinata, l’esibizione della Corale Polifonica Cingolana di Macerata che ha presentato alcuni brani del proprio repertorio e ha cantato per la prima volta l’Inno dell’AIMC. Da Notes n. 5 marzo 2016 15


DALLE SEZIONI SEZIONE DI BESOZZO PROGRAMMA ATTIVITA’ ANNO SCOLASTICO 2016/2017

INCONTRI di CARATTERE RELIGIOSO Domenica 11 dicembre 2016 S. Messa Natalizia della Sezione celebrata da Don Vincenzo Custo. ore 10,30 presso il Santuario di Santa Caterina del Sasso a Leggiuno. ore 12.30 pranzo all’Hotel Europa di Ispra con una simpatica lotteria e il tradizionale scambio degli auguri. Avremo il piacere di presentare i filmati che la collega Furiga Manuela ha fatto preparare dal figlio Andrea sul viaggio di fine estate ai Castelli Romani - Ciociaria e il pellegrinaggio a Lourdes. Nel mese di giugno – Giornata di Spiritualità con gli amici dell’AIMC di Novara e Arona ed il loro Assistente Spirituale Don Natale Allegra. PROSECUZIONE INIZIATIVA “ADOZIONI A DISTANZA” Si decide di continuare l’iniziativa delle Adozioni a distanza dei bambini poveri tra i più poveri, che le Suore della Congregazione “PICCOLE FIGLIE DEL SACRO CUORE DI GESU’ “(Casa S. Cuore di Bogno) assistono nel Madagascar, Romania e Perù, offrendo vitto ed istruzione scolastica. 16


QUOTA PER UNA SINGOLA ADOZIONE: € 150,00.= L’offerta è libera e non vincolata nel tempo. Tutte le singole offerte vengono unite per formare più quote di adozione. Chi intende aderire o rinnovare l’adesione lo deve fare entro domenica 11 dicembre 2016. CORSI DI AGGIORNAMENTO 1 – CONOSCERE L’ALUNNO ATTRAVERSO L’ANALISI DELL’ESPRESSIONE DELLE VARIE FORME GRAFICHE Corso di formazione per docenti della scuola dell’Infanzia e Primaria n. 2 corsi di n. 2 incontri per un tot. di n. 3 ore cad. sabato mattina; 12 e 26 novembre 2016 BOGNO di BESOZZO Casa Sacro Cuore Relatore: Prof. Tommaso PIEMONTESE Dirigente Scolastico diplomato in grafoanalisi presso la scuola di grafologia “Crotti Pagliughi” di Milano nel 1982. Autore del manuale “La grafoanalisi….va a scuola” 1984. 2 – LA DOCUMENTAZIONE DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA: RAV, PTOF, PAI. ASPETTI E INDICAZIONI PER LA COMPILAZIONE Corso di formazione per docenti della scuola dell’infanzia. n. 3 incontri per un tot. di 9 ore sabato mattina: 21 gennaio – 4 febbraio – 11 marzo 2017 BOGNO di BESOZZO Casa Sacro Cuore Relatore: Dott. Giorgio CICCARELLI. Dirigente Scolastico – Presidente provinciale AIMC 3 – LA SVOLTA DELL’ARTE EUROPEA: IMPRESSIONISMO E POSTIMPRESSIONISMO Proposte didattiche di lettura delle immagini per insegnanti di ogni ordine di scuola, studenti e amanti della storia dell’arte non insegnanti. n. 4 incontri: per un totale di 10 ore sabato pomeriggio: 18 - 25 marzo – 1 – 8 aprile 2017 BOGNO di BESOZZO Casa Sacro Cuore Relatrice: Prof.ssa Paola VIOTTO – Docente di Storia dell’arte Autrice di diverse pubblicazioni IL CORSO E’ GRATUITO per gli studenti di scuola media superiore, gli universitari e le suore. 2 aprile 2017 - Lezione itinerante inerente gli argomenti trattati durante il corso di aggiornamento. 4 – L’ASCOLTO per insegnanti della scuola materna - primaria e secondaria di primo grado. Periodo: 7 – 14 ottobre 2017 – sabato mattino IL CORSO E’ GRATUITO per i soci AIMC e le suore insegnanti. 17


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n. 2 incontri per un totale di 6 ore 1 - Come educare all’ascolto 2 – La tecnica dell’ascolto attivo Relatrice: Prof.ssa Anna Maria Persico, Formatrice, Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo Bergamo

VISITE GUIDATE a MOSTRE, CITTA’ D’ARTE e SPETTACOLI TEATRALI TEATRO DONIZETTI DI BERGAMO domenica 5 marzo 2017 Nel pomeriggio si assisterà allo spettacolo “LA BAJADERA” Operetta in due atti di Emmerich Kalman. Regia di Alessandro Branchetti. Per la mattinata verrà organizzata una visita guidata in una località artistica. Nel mese di aprile /maggio – domenica pomeriggio - Visita guidata alla chiesa romanica di San Biagio di Cittiglio e agli scavi archeologici in corso. La visita sarà guidata dall’Ing. Antonio Cellina, Presidente del “Gruppo Amici di San Biagio” e collaboratore delle due testate: “Il Settimanale della diocesi di Como” e “l’Eco del Varesotto”. Nel mese di maggio – domenica pomeriggio – Visita guidata alla Chiesa di Santo Stefano di Bizzozero di Varese. E’ un edificio religioso risalente al VII – VIII secolo e successivamente modificato. 1 – 5 luglio 2017 – Pellegrinaggio a Fatima e Santiago de Compostela Gita di fine agosto: Al ritorno dalla gita di fine estate di quest’anno è stato proposto un questionario sulla gita del prossimo anno. Sono state espresse le seguenti preferenze in ordine di scelta 1 - In pullman Francia: Perigord 5 giorni/4 notti LIONE - AURILLAC - CAHORS - ROCAMADOUR - VALLE DEL DORDOGNE - PERIGUEUX LE PUY EN VELAY - ANNECY

2 – In aereo Russia San Pietroburgo (4 giorni/3 notti 3 – In pullman (3 giorni/2 notti) Ferrara – Valli di Comacchio – Abbazia di Pomposa 4 – In pullman (3 giorni/2 notti) Isola D’Elba 5 – Marche tra arte e natura Si comunica che i soci della Sezione di Besozzo al 31/12/16 sono 177, di cui 15 del Gruppo Territoriale di Varese.

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ATTIVITA’ SVOLTE DURANTE L’ANNO 2016 Adozioni a distanza Articolo di Madre Anna Maria Draghi LA NOSTRA MISSIONE : L’ISOLA ROSSA Il Madagascar viene spesso denominato ”La Grande Isola Rossa” per il colore rosso dei suoi terreni, generalmente inadatti all’agricoltura. Il Madagascar è la quarta isola al mondo per superficie dopo la Groenlandia, la Nuova Guinea, e il Borneo. E’ un’isola situata al largo della costa sud - orientale dell’Africa, nell’Oceano Indiano. L’isola si è separata dell’Africa circa 150 milioni di anni fa. Per questa ragione, la maggior parte delle piante e degli animali scoperti sull’isola non esistono in nessuna altra parte del pianeta. L’isola ospita animali curiosi, tra cui lemori, tenrec, (simili a porcospini), camaleonti dai colori sgargianti e una varietà di altre bellissime creature. Purtroppo a causa della distruzione dell’habitat e della caccia, molti di questi animali esclusivi del Madagascar rischiano l’estinzione. Il Madagascar è uno dei paesi più poveri del mondo

minimo due anni per far crescere i baccelli di vaniglia, questi sono un prodotto piuttosto costoso. Nonostante i prezzi relativamente alti della vaniglia, il malgascio medio guadagna circa un dollaro americano al giorno, mentre il 70% della popolazione vive al di sotto della soglia della povertà mondiale. Quasi la metà dei bambini del Madagascar sotto i 5 anni è malnutrita. La carenza di infrastrutture, specialmente di strade, rende difficile agli agricoltori portare i propri prodotti sui mercati, e l’isolamento geografico del Madagascar dal resto del mondo accresce i costi dei commerci. Tutto ciò che l’isola produce o vuole acquistare da altri paesi, deve essere spedito per via aerea o marittima.

Un sistema di istruzione debole rende difficoltoso ai giovani malgasci trovare un lavoro fuori dal settore agricolo; i danni arrecati al territorio hanno ridotto la capacità degli agricoltori dell’isola di produrre grandi quantità di cibo. Questi fattori contribuiscono alla povertà del Madagascar. Qui entra l’arte dell’arrangiarsi

L’economia del paese è basata principalmente sull’agricoltura, estrazione, pesca. Uno dei prodotti più conosciuti del Madagascar è la Vaniglia che viene ricavata da un’orchidea e si utilizza come aroma. Poiché ci vogliono 19


cuore e la vita della gente dei poveri soprattutto. Le nostre sorelle missionarie, come tutti i missionari, si prendono cura dei piccoli e degli ultimi. Gesù per mezzo dei missionari e di tutti noi che siamo, per il battesimo, tutti missionari è desideroso di migliorare le condizioni dell’umanità e per realizzare quanto desidera dona il suo cuore. Questo è un dono da accogliere. Aprirsi a questa grazia è l’unico modo per permettere a Gesù di entrare nelle nostre vite e trasformarle in esistenze vissute sotto il suo sguardo, significa percepire la potenza di un amore grande che ci investe e attraversa le nostre vite orientandole sempre per il meglio. Senza Gesù, solo fame, buio, fatica e reti vuote; con Lui, Pane spezzato, fuoco, gioia e reti piene.

Nei quartieri poveri si comincia a lavorare già da piccoli, 6 - 7 anni e il lavoro più frequente è quello di strada: vendere per strada quanto racimoli: fazzoletti, sacchetti, pezzi di stoffa…Sono varie le ragioni che spingono i ragazzi verso un lavoro di strada: pagarsi le spese per la scuola, libri, quaderni e relativa retta mensile, comprare telefonino e scheda di ricarica, aiutare un fratello o una sorella più piccoli, aiutare i genitori impossibilitati a lavorare per malattia. Un lavoro tipicamente femminile e la vendita ambulante, trasportando sulla testa, in una bacinella o in una scatola i propri prodotti. Ecco le nostre missionarie presenti in questa isola con una carica di umanità, di accoglienza, di comprensione, di ascolto, di gratuità come insegna Gesù ancora oggi. La missione nasce dalla dinamicità della fede e la storia immerge volti e racconti nel cuore dei missionari e questo è un po’ lo scrigno da cui i missionari attingono per impegnarsi senza limiti nelle opere e nella pastorale, nell’intento di proporre a tanti fratelli una parola concreta, calata nella storia, capace di raggiungere il Grazie di cuore per quanto fate per le nostre missioni, grazie per quanto ho potuto dirvi ancora della nostra Isola Rossa.

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Assicuriamo a tutti il nostro ricordo affettuoso, riconoscente e di preghiera. Auguri a tutti di un sereno e santo Natale vissuto con cuore e il pensiero a tutti i fratelli del mondo. Suor Anna Maria Draghi e comunità. Bogno, 3 novembre 2016

Corso di aggiornamento per insegnanti di scuola dell’infanzia DALLA SCUOLA DELL’INFANZIA ALLA SCUOLA PRIMARIA: COSTRUIRE UNA CONTINUITA’ DIDATTICA DALLA PARTE DEL BAMBINO

“COSTRUIRE PONTI” Pre-grafismo, pre-lettura, pre-calcolo. A questi termini, ben noti alle insegnanti di scuola dell’infanzia, si affianca una gran quantità di proposte immaginate per “preparare” al meglio i bambini delle proprie sezioni all’ingresso nel nuovo ordine di scuola: schede didattiche, esercizi di completamento grafico e ancora filastrocche, giochi corporei, canzoncine…ma quali tra questi sono veramente validi e

dell’infanzia deve mantenere la propria

soprattutto quali obiettivi è utile porsi per

specificità puntando alla valorizzazione delle

rendere le proposte ricche e varie evitando

esperienze, al dialogo ed all’ascolto evitando la

inutili anticipazionismi scolastici? Giorgio

sterile trappola del precocismo. Alla luce delle

Ciccarelli nei suoi interventi, presso il corso di

recenti normative scolastiche nazionali ed

aggiornamento tenutosi nell’anno 2016, ha

europee ha senso affermare che, come ha

fatto chiarezza sulla tematica della continuità

suggerito il Dott. Ciccarelli, apprendere

fra ordini di scuola sottolineando la necessità

significa per il bambino odierno avventurarsi

di una ragionata e condivisa coerenza fra le agenzie

educative.

Nell’orizzonte

in una strada che lo farà sentire sempre più

della

ricco, la scuola di oggi a tal proposito,

polarità esistente fra bambino e sapere in cui il

prendendo decisamente le distanze dallo

docente si fa da mediatore attento alle esigenze

stampo

ed ai bisogni del singolo, senza perdere di vista la

dimensione

del

gruppo,

la

adulto-centrico

e

nozionistico-

trasmissivo, dovrebbe operare nella direzione

scuola 21


dello sviluppo di competenze. Tutto ciò che

situazioni di ascolto, ipotizzare fatti e scenari o

alla scuola dell’infanzia sta dietro al giocare,

costruire schemi narrativi è altresì necessario

manipolare, muoversi, domandare, curiosare,

quando si tratta di dare forma, ordine e

imparare a riflettere sull’esperienza, ascoltare

organizzazione

e comprendere, raccontare e rievocare azioni

I quattro incontri formativi hanno dato spazio

ed esperienze e tradurle in tracce personali e

a due campi di esperienza in particolare: I

condivise, essere in grado di descrivere,

discorsi e le parole e La conoscenza del mondo

rappresentare e immaginare eventi e situazioni

che rimandano ad apprendimenti e competenze

per mezzo di una pluralità di linguaggi è

direttamente

competenza,

di

alfabetizzazione funzionale riservata, nella

conoscenze, abilità e caratteristiche personali e

scuola primaria, all’Italiano e nella capacità di

sociali e caratterizzata da responsabilità e

mettere in relazione il pensare ed il fare tipica

autonomia rispetto allo sviluppo personale e

della Matematica e delle Scienze. Per quel che

professionale.

riguarda l’ambito letterario e dunque le azioni

intesa

come

somma

alle

pre-conoscenze.

riscontrabili

nell’opera

di

significative di pre-scrittura e la pre-lettura che la scuola dell’infanzia può attuare, il Dott. Ciccarelli ha messo in evidenza i giochi con le parole (rime, contrari, sinonimi, indovinelli), la lettura di immagini o simboli, l’ascolto di letture e racconti, la formulazione di ipotesi sulla lingua scritta a partire da immagini significative (cartelli stradali, segnali) o da situazioni note, l’utilizzo di giochi in scatola

I traguardi per lo sviluppo delle competenze a

quali domino, puzzle, memory e l’impiego di

cui fanno riferimento le Indicazioni Nazionali

canti, filastrocche e poesie che scandiscono i

suggeriscono all’insegnante piste culturali e

ritmi della giornata e dell’anno scolastico.

didattiche da percorrere per organizzare

Riferendosi invece al campo scientifico-

attività ed esperienze che valorizzino ed

matematico quel che risulta importante è

estendano le curiosità, le esplorazioni, le

favorire

proposte dei bambini, per creare occasioni di

esperimenti

ciò che i bambini vanno scoprendo. Partire da i

bambini

pensano,

l’esplorazione

e

l’indagine del bambino anche attraverso

apprendimento e favorire l’organizzazione di

quanto

l’osservazione,

e

rilevazioni

di

fenomeni

(calendario) stimolando il confronto continuo

conoscono,

di idee ed i processi di simbolizzazione e

immaginano è un buon modo per favorire

rappresentazione grafica. Il conteggio, 22


promosso in tutte le situazioni possibili e sostenuto anche nella sua espressione spontanea da parte del bambino, la proposta di situazioni problema così come i giochi che coinvolgono i numeri (tombola, campana), il conteggio (nascondino) e l’ordinalità (disporsi in fila, suddividere secondo un criterio, classificare per colore, forma, dimensione) sono solo alcune delle attività utili allo sviluppo della competenza matematica che ogni insegnante può far proprie e, adattandole alla situazione concreta in cui si trova ad operare, determinare i modi ed i tempi per presentarle ai bambini. Silvia Imperiale Insegnante di Scuola dell’infanzia

AL TERMINE DEL CORSO DI AGGIORNAMENTO “Scoprire il disagio attraverso la grafia” Il corso “Scoprire il disagio attraverso la grafia”, tenuto dal Dirigente scolastico prof. Tommaso Piemontese, presso l’istituto “Adamoli” di Besozzo, organizzato dall’AIMC nel periodo febbraioaprile 2016, è stata un’importante opportunità per i docenti delle scuole primarie e secondarie che hanno potuto avvicinarsi ai primi rudimenti delle tecniche e delle simbologie legate alla scrittura. E’ stato utile scoprire l’importanza della grafologia come chiave di lettura della personalità attraverso la grafia. Il relatore, dopo un’ampia esposizione dei segni e del loro significato, si è soffermato su quelli che permettono all’insegnante di cogliere il disagio degli allievi. La partecipazione è stata numerosa e viva, con docenti provenienti da varie scuole del circondario. Per i prossimi corsi sarebbe interessante cogliere attitudini, qualità, propensioni degli allievi attraverso l’interpretazione dei segni grafici.

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VISITA GUIDATA A CITTIGLIO E BRENTA

Una bellissima giornata di sole ha fatto da cornice alla visita guidata che l’Associazione Italiana Maestri Cattolici di Besozzo ha organizzato e svolto domenica 10 aprile 2016 a Cittiglio e Brenta alla scoperta della storia dei due dipinti dedicati alla Madonna delle Grazie conservati uno nella parrocchiale cittigliese e l’altro nel Santuario di S. Quirico a Brenta.

Brenta

Cittiglio

La visita è stata, poi, anche occasione per venire a conoscenza delle altre opere d’arte custodite nelle due chiese: gli intarsi e le sculture (Organo, pulpito, ecc.) attribuite a Bernardino Castelli (Velate 1646 – Varese 1725) a Cittiglio e i dipinti di Virgilio Mascioni (Cuvio 1877 - Azzio 1946. È il nonno materno dello scultore Floriano Bodini) a Brenta. A guidare i maestri nella visita la Prof.ssa Raffaella Bardelli, l’Ing. Antonio Cellina e da Arianna Meregalli. Un’occasione apprezzata dal nutrito gruppo di visitatori (29 presenze) perché ha permesso di conoscere opere artistiche e di devozione legate al territorio valcuviano, poco note, ma meritevoli di attenzione. A.C.

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SANTUARIO DI SAN QUIRICO

VISITA GUIDATA A BOBBIO e Castello di RIVALTA domenica 22 maggio 2016 articolo dell’Ing. Antonio Cellina La storica cittadina di Bobbio e il castello di Rivalta entrambi sull’Appennino alle spalle di Piacenza, in val Trebbia sono state le due mete visitate da una comitiva di circa 40 insegnanti e amici organizzata dall’associazione Maestri Cattolici (AIMC) sezione Maria Beltramini di Besozzo nella giornata di domenica scorsa 22 maggio.

conserva, tra altri, anche il polittico dell’Assunzione di Bernardino Luini datato 1522, sia a visitare la collezione Mazzolini che raccoglie centinaia di opere di pittori e scultori italiani del ‘900.

Una bella giornata ha fatto da sfondo all’escursione che ha permesso di apprezzare i bellissimi scorci sull’Appennino e visitare monumenti storici con oltre mille anni di storia. In particolare a Bobbio il gruppo si è soffermato nell’antica Abazia - fondata nel 612 dal monaco irlandese S. Colombano approfondendone la storia, l’architettura, gli aspetti artistici e devozionali, riuscendo sia a visitare il museo dei reperti antichi che 25


Dopo un passaggio nella cattedrale, e una visita al celebre e lungo “ponte gobbo” che attraversa la Trebbia, il gruppo si è spostato a sud, nella pianura verso Piacenza per visitare il

castello di Rivalta, caratteristico per l’architettura della sua torre e per la posizione a picco sul greto del fiume. In questo castello, ottimamente conservato e arredato con mobili d’epoca, per diversi anni ha passato le sue vacanze la Principessa Margaret d’Inghilterra. La visita guidata ha permesso di scoprire le sale del castello e ammirare i reperti che compongono l’importante collezione d’armi in esso conservata, tra cui anche tre delle bandiere che sventolarono su altrettante navi durante la battaglia di Lepanto. A.C. Colgo l’occasione per ringraziare la Dott.ssa Laura Ziliani per la competenza e la disponibilità con la quale ha guidato la visita e la Sig.ra Ornella Roncari che ha proposto e organizzato questa gita molto apprezzata da tutti i partecipanti.

Laura

Nella foto il gruppo durante la visita.

PELLEGRINAGGIO A LOURDES 24 – 27 GIUGNO 2016

La Madre. La Benedetta tra tutte le donne. Del Figlio si dice “che ben conosce il patire” e di lei non si può dire diversamente. L’Amata, a cui non è stato risparmiato il dolore, tra cui quello incommensurabile di stringere nelle braccia il corpo martoriato del Figlio (e noi che ci sentiamo abbandonati da Dio dinnanzi alle più piccole croci…). L’umile, la confidente, la Mamma davanti a cui ci si può sciogliere con tutte le nostre miserie. La donna fortissima che sta sotto la croce quando gli altri fuggono via. La donna pratica, affondata in una vita semplice, normale. Colei che ancora oggi non si mette al centro, che ripete, riferendosi al Figlio: “Fate quello che vi dirà”.

Andiamo a trovarla anche se lei è ovunque, lei che i Padri chiamavano “la tutta ascolto”, perché in tutto ha fatto spazio alla volontà di Dio. Pensiamo la grotta, dove la sua veste scendendo ha toccato la roccia. Le consegniamo pesi, ferite che si riaprono per 26


essere rimarginate, andiamo per ringraziarla o per chiederle una grazia, offrirle interamente noi stessi. E con noi portiamo tanti volti, le persone con cui condividiamo la vita, alcune con cui si è incrociata, intrecciata. Mettiamo ogni cosa sotto il suo manto, e questo ci basta.

Difficile sintetizzare questi tre giorni che da lontano sembrano essere stati un solo unico giorno: dalla suggestiva Processione con le fiaccole, alle Messe, la Via Crucis, l’attraversamento della Porta Sacra per lucrare le indulgenze, la Processione Eucaristica, la visita ai luoghi in cui è vissuta Bernadette. Ci resti semplicemente la sua presenza materna che ci chiede di fare qualcosa per lei e, in definitiva, per noi stessi, chiamandoci anche alla missionarietà. Il suo aiuto di Madre delicata e forte. Qualcosa come una terra, un cielo, in cui poter riposare, sapendo nel cuore che non ci abbandonerà mai.

Il clima tra le persone è come sempre informale. Laura e Giampaolo riescono a creare un’atmosfera semplice, di famiglia, di casa. Giacomo, la guida dei “Pellegrinaggi Rusconi”, ci fa addentrare non solo nelle vie di Lourdes dove si è svolta la vita di Bernadette, ma anche e soprattutto in ciò che la Madonna ha detto e in ciò che, in definitiva, se ci ha portato lì, ci chiede: la preghiera e la penitenza. Maria domanda in particolare di pregare e di offrire sacrifici per i peccatori: gli atti penitenziali che ha chiesto a Bernadette, come baciare la terra o mangiare l’erba, non erano chiaramente fini a se stessi, ma offerti per la salvezza delle anime. Siamo sempre stupiti di come lei ci domanda di collaborare, in tutta la nostra piccolezza: al resto garantisce che penserà lei.

Lentà Roberta

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GRAZIE A TE CHE SEI VOLONTARIO! Sono tantissimi gli anni trascorsi a Lourdes per il servizio ai pellegrini, quante persone incontrate, quanti sofferenti nel corpo e nello spirito. Una volta mi sono chiesto perché uno sceglie di fare il volontario. Io credo che ciascuno faccia questa scelta per un personale ed intimo motivo. Qualunque poi possa essere questo motivo, è certo che regala ciò che più ha valore in questi tempi così caotici nei quali viviamo, ossia regala un po’ del suo tempo. Un’ altra cosa è certa, che qualsiasi cosa dia, riceve comunque sempre molto di più in termini di relazioni che si intrecciano e si sostengono vicendevolmente, dando e ricevendo affetto.

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Don Vincenzo a Lourdes

Ho sempre notato che il volontario è l’operatore che può dedicare più tempo di tutti accanto al malato, accogliere le sue richieste di aiuto, di sostegno, di semplice compagnia o vicinanza, può percepire l’ansia, la sofferenza inespressa, può dedicarsi alla cura di quegli aspetti che possono sembrare meno importanti come l’aspetto fisico, ma che invece riescono a far spuntare sorrisi sui volti provati dalla malattia. Si il volontario è un compagno di viaggio, discreto e silenzioso, che ti tiene la mano mentre dormi per farti sentire meno solo, che prega con te, ti racconta delle storie o ascolta le tue, raccoglie le tue confidenze e le conserva nel suo cuore. Che non dimentica il tuo nome anche quando non ci sei più, perché ogni persona che accompagna lascia dentro di lui il seme di un fiore che depone nel suo giardino. Man mano che gli anni passano, i volti e i nomi aumentano e i semi diventano fiori bellissimi, che lui cura e custodisce nel suo cuore. Quante volte si arriva a Lourdes con tanti problemi e preoccupazioni personali, ma nel momento in cui si entra a far parte del servizio di volontario, questi spariscono come per incanto, come se fuori dalla porta ci fosse un grosso sacco dove depositare i nostri fardelli. Un sacco che ce li custodisce e ce li rende alleggeriti quando usciamo nuovamente dal nostro impegno.

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Ho visto volontari versare tante lacrime tenute represse dietro ai sorrisi che hanno mostrato per alleggerire il dolore di chi accompagnavano. Lacrime che talvolta non hanno un motivo preciso, ma solo lo sfogo di una fatica dell’anima che ogni volta prova a stare di fronte al dolore degli altri, cercando di essere un sostegno, una carezza, un bacio. “Stare” sembra qualcosa di statico e semplice, mentre il loro “stare” è colmo di tantissime cose, emozioni, sentimenti, fatiche; ma anche di senso, quel senso che ciascuno di noi cerca per una vita intera e nel fare il volontario a Lourdes, o ovunque, sperimenta ogni volta con una sfaccettatura diversa e preziosissima. Tante volte ho chiesto perché hanno scelto di fare il volontario a Lourdes, mi hanno sempre risposto perché la vita ha messo sul loro cammino tanti ostacoli, tanti sassi aguzzi su cui i loro piedi nudi si sono lacerati fino a farli traballare e temere di non farcela a continuare il cammino. Ma in questo sentiero hanno incontrato anche molte mani che li hanno sorretti, sorrisi che hanno acceso una luce, e nel sollevarli da terra ogni volta hanno trovato il loro senso. Io lo chiamo: ”passa il favore”. Hanno ricevuto tanto aiuto, e il loro vivere trova senso e si compie nel donare aiuto. Mi piace pensare al volontario come una pagina bianca di un libro su cui possono essere scritte infinite cose; non è lui che le scrive, ma senza di lui tanto andrebbe perduto. Grazie a te volontario della misericordia e dell’amore. Don Vincenzo Custo

Gita di fine estate in Ciociaria e Castelli Romani “Ciociaria e Castelli romani” sono stati quest’anno la meta del consueto appuntamento di fine estate della sezione AIMC di Besozzo. Oltre cinquanta i partecipanti tra soci, famigliari e simpatizzanti che dal 19 al 22 agosto hanno condiviso questa piacevole esperienza, arrivata ormai alla sua ventonivesima edizione a conferma di una tradizione ormai irrinunciabile per gli habitués, ma ricca di interesse e attrattive tali da catturare anche chi vi si avvicina per la prima volta. Il merito va innanzi tutto all’ impegno profuso con grande disponibilità da Laura nell’organizzazione e nella gestione dell’evento, alla insostituibile collaborazione di suo marito Gianpaolo in tutte le necessità pratiche e, perché no, allo spirito di cordiale

amicizia e cameratesca solidarietà che ogni volta si crea e si rinnova con grande spontaneità nel gruppo, condizione molto importante per dare vita ad un clima sereno per tutti. Tante le immagini indimenticabili, tanti i momenti emozionanti, tanti gli scorci che resteranno negli occhi e nel cuore, tante le cose viste o sentite che ci segneranno a lungo. Ognuno di noi conserverà impressioni diverse e differenti ricordi di questo viaggio, come è giusto che sia, anche se le emozioni provate in certi momenti e in alcuni luoghi sono state di così palpabile intensità da percepirne il potere accomunante. Lo stupore provato nel varcare la soglia della cripta della cattedrale di Anagni, il fascino ammaliante dello scorcio stagliatosi 30


davanti a noi al varco dell’ingresso dell’abbazia di Casamari, il turbamento profondo suscitato dal piacere di poter passeggiare nel sito archeologico di villa Adriana, la gradevole piacevolezza dei giochi d’acqua nei sontuosi giardini di villa d’Este non hanno lasciato nessuno di noi insensibile. In tutto questo un ruolo importante va riconosciuto alle due eccellenti guide, il dott. Gabriele Quaranta per la provincia di Roma e la dott.ssa Alessandra Leo per la provincia di Frosinone, professionisti di cui abbiamo potuto ammirare la preparazione e la competenza, sempre disponibili ad assecondare, quando non addirittura a prevenire, i nostri desiderata.

Foto di gruppo a Tivoli - Villa D’Este

Ma adesso lasciamo un po’ di spazio alla cronaca. La partenza da Besozzo, il 19 di prima mattina, è stata salutata da una pioggia scrosciante proprio nel momento del carico bagagli, però, nello spirito positivo del vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, abbiamo parafrasato il famoso detto consolante che si riserva alle spose e ci siamo detti “partenza bagnata…..gita di fine estate fortunata!”. E così è stato. Tra l’altro incontri di buon auspicio con sposi ne abbiamo avuti ripetutamente nel corso del viaggio: dalla radiosa sposa incontrata nei giardini di villa d’Este a Tivoli, a quella attesa con tanto di drone nella cattedrale di Anagni per passare al corteo nuziale con gli sposi su Ape rossa a Ferentino e per finire con la celebrazione del Cinquantesimo di matrimonio dei due coniugi di Genzano la sera prima della partenza. Maggiore frequenza di buoni auspici non si poteva sperare.

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Il giorno successivo l’appuntamento con la seconda guida, la dott.ssa Leo, che ci ha accompagnato nel tour ciociaro, è stato alle porte del centro storico di Anagni. Oltrepassati i resti della cinta muraria in opus quadratum ci siamo trovati in pieno Medio Evo, diretti verso la Cattedrale di Santa Maria/San Magno, la cui austera e possente facciata tripartita in pietra arenaria ci è apparsa alla fine di una scalinata molto dolce. Di fronte sorge isolato il bellissimo campanile di stile lombardo con monofore, bifore e trifore, la cui base è aperta sui quattro lati da alte arcate a tutto sesto. La nostra visita è cominciata dal Museo della Cattedrale che ci ha permesso un realistico tuffo nel passato, attraverso gli ambienti ben conservati della Biblioteca, della Sala Capitolare, della Sacrestia e alla fine ci aspettava la vera sorpresa della mattinata: il gioiello della cripta di San Magno, nota come “la Cappella Sistina del Duecento”, uno scrigno meraviglioso, in cui, in un intreccio di archi romanici, su un pavimento cosmatesco originale, si succedono senza soluzione di continuità 540 mq di affreschi, che ricoprono volte e pareti. Usciti all’aperto ancora abbagliati da questa meraviglia ci siamo diretti verso il lato sud ovest della cattedrale dove troneggia la maestosa statua di Bonifacio VIII e poi verso quello ancor più suggestivo di nord ovest con l’aggetto del battistero e delle tre absidi semicircolari dietro le quali curva una scenografica scalinata. Dopo un veloce

Lasciamo ora le note di colore per tornare alle note di viaggio. Prima tappa Tivoli, dove ci aspettava il dottor Quaranta per visitare quel capolavoro del Rinascimento italiano, patrimonio dell’umanità dell’Unesco, che è villa d’Este. Esempio meraviglioso di giardino italiano, che tanti giardini europei del manierismo e del barocco hanno preso a modello, ci ha incantato con la grandiosità delle sue fontane, il susseguirsi di anfratti, grotte e ninfei, la ricchezza e l’abbondanza dei giochi d’acqua. Ovviamente non siamo mancati all’appuntamento delle 16.30 con il concertino alla fontana dell’Organo, non ci siamo sottratti alla foto di gruppo alla fontana dell’Ovato, abbiamo goduto della frescura delle Cento Fontane e decodificato, con il sapiente aiuto della nostra guida, la simbologia della fontana della Rometta. Conclusa la visita ci siamo diretti verso Nemi, la città delle fragole e dei fiori sull’omonimo lago, dove, immerso nel verde, fuori dal centro storico, ci aspettava il nostro albergo.

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Ferentino riattraversamento del centro storico ci siamo diretti verso la seconda tappa della nostra giornata: Ferentino, anch’essa arroccata su un colle che domina la vallata del Sacco, in posizione strategica dal punto di vista delle comunicazioni. Entrati dalla Porta Montana abbiamo iniziato a salire verso la Cattedrale, in cima all’acropoli, con una sosta lungo la via Consolare davanti al suggestivo e intatto Mercato Romano. Il sole a picco del mezzogiorno, la salita non sempre agevole, le numerose porte e finestre chiuse che lasciavano presupporre la scelta degli indigeni di andare a trascorrere una bella giornata al mare, uniti all’apparente assenza di bar e ristoranti aperti, preoccupante per chi sentiva i primi stimoli della fame, ha reso particolarmente difficoltoso il raggiungimento della cattedrale dei santi Giovanni e Paolo degli inizi del 1100, purtroppo chiusa. La discesa e la pausa pranzo, con la disperata ricerca di luoghi ombrosi e freschi, ci ha permesso di rianimarci prima dell’uscita dal centro storico, non senza aver visto la porta più importante e meglio conservata della città, che conserva nel nome echi di cruenti combattimenti o forse vuole solo ricordare che sotto di essa passavano i condannati a morte prima di essere giustiziati: la porta

sanguinaria. E poi via verso l’altra “chicca” della giornata: l’abbazia di Casamari. Una strategica sosta per le spiegazioni di rito all’esterno del cancello ha acuito la curiosità e l’aspettativa, per cui, una volta varcata la porta a doppio arco, l’apparizione dell’elegante facciata della chiesa con il suo portico a tre archi in posizione dominante in cima a un’alta gradinata, mentre lo sguardo si allargava verso la foresteria e il resto del complesso abbaziale, è stata di grande impatto

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fitta vegetazione. Lasciata Ariccia, grazie alla paziente disponibilità del nostro autista Angelo, abbiamo provato anche l’emozione di sfidare la legge di gravità con una magica “salita in discesa”, un curioso fenomeno per cui sono state avanzate le ipotesi più disparate, tirando in ballo il geomagnetismo e forze ignote, ma che sembra sia da attribuirsi ad una semplice illusione ottica. E alla fine Castel Gandolfo ci ha accolto in tutto il suo splendore, al termine di una breve salita a piedi e da questo momento si è intensificata la spasmodica “caccia” ai coni d’ombra, ove fermarci per i momenti di spiegazione. Non possiamo esimerci dal ringraziare la nostra guida dell’attenzione costantemente mostrata nella ricerca di punti favorevoli alla sosta per permetterci una fruizione gradevole e rilassata dell’esperienza di

emotivo. La nostra visita è cominciata dall’interno della chiesa a tre navate con pianta a croce latina e proseguita, dopo l’attraversamento del magnifico chiostro quadrato con le sue aiuole fiorite e le eleganti bifore dell’ambulacro, nel Refettorio e nella sala Capitolare, bellissimo esempio di gotico cistercense. E per concludere non potevano mancare la foto ricordo e un passaggio attraverso il negozio dell’abbazia dove un frate efficiente, anche se di pochissime parole, ci ha permesso di rifornire i più seri di guide, documentazione, immagini e cartoline e i più goderecci di liquori, grappe, confetture, mieli, creme et similia.

visita. La cittadina, dai più conosciuta perché residenza estiva dei pontefici, fino alla diversa scelta di papa Francesco, fa meritatamente parte del circuito de “I borghi più belli d’Italia”, con il suo elegante centro racchiuso nelle mura, il palazzo pontificio, la bella fontana berniniana di piazza della Liberta e la chiesa di S. Tommaso da Villanova pure

Meta del terzo giorno: i Castelli Romani. Partiti da Nemi, passando per Genzano, Ariccia e Albano abbiamo raggiunto la prima tappa: Castel Gandolfo. Lungo il percorso il dott. Quaranta ci ha illustrato le caratteristiche del territorio attraversato, appartenente all’area naturale protetta del Parco Regionale dei Castelli Romani, che si estende sulla superficie dell’antico Vulcano Laziale. La zona ci è apparsa subito molto piacevole: bacini lacustri di origine vulcanica, piccoli, ma pittoreschi, borghi di antica origine immersi nel verde con le loro interessanti testimonianze architettoniche, ville signorili e residenze gentilizie, che fanno capolino in mezzo alla 34


del Bernini. Un’ultima curiosità: Castel Gandolfo ha l’onore di essere stata la patria della prima cassetta postale del mondo e una targa in bronzo affissa sul muro dell’ufficio postale ce lo ha puntualmente ricordato. Via Marino, con la sua fontana dei Quattro Mori, che compie, in occasione della Sagra dell’uva, il “miracolo” di purtroppo non più in funzione. Ultima tappa della giornata l’abbazia greca di Santa Maria di Grottaferrata, detta anche di San Nilo, dove risiede, unico caso sopravvissuto in Italia, una comunità di monaci cattolici di rito bizantino-greco. Il complesso ci è apparso più simile a una fortezza che a un monastero, con la sua massiccia cinta muraria e le quattro imponenti torri, che racchiudono la chiesa abbaziale in mattoni rossi con un pronao a quattro colonne, affiancata da un bel campanile romanico a trifore. Tra le unicità di questa abbazia va assolutamente ricordato che dal 1931 è sede del “Laboratorio di restauro del libro antico”, cui si deve il prestigioso restauro di oltre mille carte del Codice Atlantico di Leonardo.

versare vino, siamo giunti a Frascati, che a molti, vista anche l’ora, cominciava ad evocare l’immagine di ombrose e ristoratrici fraschette, dove gustare i prodotti tipici, annaffiati magari da un buon bicchiere di vino doc. Ma prima di assecondare le esigenze del palato, abbiamo effettuato la prima parte della visita, culminata davanti alla cattedrale barocca di San Pietro, con la singolare facciata affiancata da due campanili, ciascuno dei quali dotato di un orologio, uno a dodici e uno a sei ore. Nel pomeriggio, con una breve passeggiata postprandiale, ci siamo spinti nel cuore del quartiere medievale fino all’antica chiesa di S. Maria in Vivario, o di San Rocco, dietro la quale svetta un campanile romanico tripartito, alleggerito da eleganti trifore e abbellito da maioliche policrome. Abbiamo poi fatto ritorno verso la piazza principale, sopra la quale si erge in posizione panoramica Villa Aldobrandini, la più monumentale delle Ville Tuscolane e i più coraggiosi, quasi tutti in verità, sono saliti ad ammirare il suo vasto parco, che costituisce una sorta di “anticamera” alla stessa villa ed è ricco di verde, fontane, vasche, un tempo scenograficamente ravvivate da giochi d’acqua, oggi

Siamo così arrivati all’ultimo giorno e agli sgoccioli del nostro breve tour, che ci ha riportato sul “luogo del delitto” da dove eravamo partiti tre giorni prima, per riservarci, per l’ultima mattinata, un vero gioiello mozzafiato: la villa Adriana a Tivoli. Opera colossale edificata agli inizi del II sec., fermamente voluta dall’imperatore Adriano, che, amante dell’architettura qual era, sicuramente si

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dedicò alla sua progettazione e realizzazione, costituisce un complesso davvero grandioso, che meriterebbe molto di più di una visita veloce. Ma il tempo è tiranno ed è giunto velocemente il momento di congedarci dalla nostra guida e di concludere, come è ormai tradizione, la nostra esperienza di viaggio in modo conviviale.

Durante il viaggio di ritorno, allietato, giusto per restare in tema, dall’ascolto di canti e canzoni della tradizione romana, già si pensava a nuovi progetti e a come festeggiare l’anno prossimo i 30 anni: Perigord, San Pietroburgo, isola d’Elba, Marche? Tante le proposte, numerose le possibilità prospettate, nella consapevolezza che, affidandoci a Laura e Gianpaolo, qualsiasi scelta verrà fatta, sarà l’occasione per una esperienza positiva, quindi il commiato è stato, per la maggior parte di noi, un arrivederci! Anelli Donatella

Foto di gruppo ad Anagni

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Giubileo della Misericordia dei Maestri Cattolici al Santuario di Re

Domenica 6 novembre 2016, per favorire la partecipazione al Giubileo della Misericordia, l’Associazione Italiana Maestri Cattolici di Besozzo ha organizzato un pellegrinaggio al Santuario di Re (108 partecipanti!!) La visita ha dato anche occasione di ammirare altre zone vicine con le loro relative belle chiese ricche di opere d’arte.

Secondo la dottrina cristiana, il peccato grave priva della comunione con Dio con la pena eterna dell’inferno. Al peccatore pentito Dio concede attraverso la confessione il perdono dei peccati e la remissione della pena eterna. Con l’indulgenza, la misericordia di Dio toglie anche la pena temporale per i peccati confessati.

Per ottenere l’indulgenza giubilare si può andare pellegrini a Roma e recarsi in una delle quattro basiliche maggiori (San 37

Pietro; San Giovanni in Laterano; Santa Maria Maggiore; San Paolo fuori le Mura). In questo Giubileo straordinario della Misericordia, si può acquistare l’indulgenza recandosi anche in altre chiese e santuari dove è stata concessa la Porta Santa. Dobbiamo ringraziare in modo particolare Don Giancarlo, Rettore del Santuario, che ci ha fatto vivere il Giubileo in modo autentico. Ci ha accolto con grande cordialità e ci ha accompagnato passo passo durante tutto il tempo fino al bacio della reliquia del sangue Significativo è stato il passaggio della Porta Santa in processione cantando le litanie dei Santi in un Santuario gremito di fedeli. Sono stati momenti forti e commoventi che ci hanno arricchito e che porteremo sempre con noi. Don Giancarlo ha ribadito proprio l’importanza di ricordare che il Signore è Misericordioso e ci ama e che questo Giubileo ha puntato proprio sul conservare nel cuore quella che è la principale caratteristica di Dio.


Dopo aver contemplato quella che è chiamata la Madonna del Sangue, abbiamo visitato la bella Chiesa di Santa Maria Assunta in Santa Maria Maggiore, la prima eretta in Val Vigezzo, costituita da una sola navata e considerata una delle più grandiose dell’Ossola. E’ seguita poi la passeggiata a Craveggia, di cui ricordiamo la bella Chiesa parrocchiale dei Santi Giacomo e Cristoforo, il battistero e l’Oratorio di Santa Marta e qualche importante oggetto del Tesoro di Craveggia. Il clima è stato come sempre informale, ricco di familiare ospitalità.

Foto di gruppo a Craveggia sulla scalinata che porta alla Parrocchiale

Il miracolo del sangue Il 29 aprile del 1494, un’ora prima del tramonto, un certo Giovanni Zucono (soprannominato poi “Zuccone”) stava giocando con l’amico Comolo alla “piodella” sulla piazzetta antistante la chiesetta del paese, dedicata a San Maurizio. Furioso per aver perso, lo Zuccone scagliò la piodella (una scheggia di sasso rotondeggiante) contro l’immagine della Madonna, allora dipinta sulla facciata della Chiesa (ora l’affresco si trova all’interno), e la colpì sulla fronte. Subito però si pentì, si inginocchiò davanti all’immagine e chiese scusa a Maria. In seguito l’affresco iniziò a sanguinare. Mentre il sagrestano si accingeva ad aprire la chiesa il mattino dopo, trovò inginocchiata davanti all’immagine una donna vestita di bianco. Ma fu un anziano di nome Bartolomeo a scoprire per primo questo sanguinamento: nel gesto affettuoso di toccare l’immagine della Madonna e di baciarsi la mano, vide con stupore che la sua mano era bagnata di sangue. Il sangue aveva un profumo “impossibile a descriversi”. Il rigagnolo scese per una ventina di giorni e poi la ferita col tempo si rimarginò. 38


Re panorama

Ciò che è accaduto non può ritenersi una leggenda, perché è ben documentato in due pergamene autentiche di quell’epoca, firmate dai podestà della Valle, Daniele Crespi e Angelo Romano, e controfirmata, la prima, da quattro notai. Scrive il podestà Angelo Romano: “Ella è comparsa in Lombardia, dove il flagello appare tanto grande che non so quando finirà. Lo spargimento del Suo sangue è segno di quello che noi versiamo e della nostra miseria. Non si può sudar sangue senza un grave dolore; Ella sparge il suo per salvare il nostro”. Ecco, la sua vicinanza tangibile che ci aiuta e che non ci abbandona. Roberta Lentà Mi sento in dovere di ringraziare tutti i partecipanti al Giubileo della Misericordia; è stata una giornata straordinaria che ci ha permesso di sentirci uniti nel ricevere tutti insieme questo grande dono. Ringrazio in particolar modo per la loro presenza Madre Anna Maria Draghi che è intervenuta con due suore e insegnanti della scuola dell’infanzia e Primaria Casa Sacro Cuore di Bogno, Suor Teresa Kannampilli della Scuola d’Infanzia di Travedona con due suore, Suor Sumaya Jeseca della Scuola Materna Scotti di Laveno, con quattro insegnanti della stessa scuola, Suor Celina dell’Istituto Rosetum di Besozzo, il Presidente Provinciale AIMC Dott. Giorgio Ciccarelli, il dott. Sergio Moalli Presidente dell’AISU di Luino e la Dott. Patrizia Martino sempre attiva e presente nell’organizzazione di iniziative culturali e benefiche. Ringrazio inoltre la nostra Elena per la guida e l’accompagnamento nella Val Vigezzo e la Sig.ra Liliana di Craveggia per la sua gentile disponibilità ad illustrarci le principali chiese di Craveggia. Laura 39


Corso d'aggiornamento per docenti di Scuola dell'Infanzia e di Scuola Primaria 12 e 26 novembre 2016

“Conoscere l'alunno attraverso l'analisi dell'espressione delle varie forme grafiche” RELATORE: Tommaso Piemontese

Il corso, alla sua seconda edizione, è stato proposto in due incontri tenuti di sabato mattina. Per il successo riscontrato l’anno scorso e per la grande richiesta di partecipazione da parte di insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria, sono stati organizzati due turni di incontri nella stessa giornata. Il relatore Tommaso Piemontese, ex Dirigente Scolastico, diplomato in grafoanalisi presso la scuola di grafologia “Crotti Pagliughi” di Milano nel 1982 ed autore del manuale “La grafoanalisi….va a scuola” del 1984, ha proposto un breve excursus di alcune principali tematiche della Grafoanalisi per poter analizzare e comprendere le diverse forme grafiche tipiche dell’età infantile.

divengono rappresentativi e significativi per il bambino. Inoltre, sono stati presentati i diversi mezzi grafici e le loro principali implicazioni tra cui la matita, la gomma, il pennarello, la penna a sfera e i pastelli a cera. Oltre a ciò è stato affrontato lo spazio grafico. Quest’ultimo rappresenta per il bambino ciò che lo circonda, per cui gli oggetti vengono disposti così come egli li intende. Successivamente sono stati esaminati i diversi meccanismi di difesa per scoprire aspetti della personalità nell’attività grafica per cogliere lo sviluppo di dinamiche affettive e di situazioni conflittuali tra cui la razionalizzazione, la soppressione, lo spostamento, la svalutazione, la proporzione ecc…

Come premessa è stata affrontata l’importanza del linguaggio grafico. Quest’ultimo oltre ad essere per il bambino un momento di gioco prezioso, è anche un potente strumento dell’espressione della creatività e permette anche la comunicazione di sentimenti e di esperienze difficili da esprimere verbalmente. In seguito, sono tati analizzati i vari stadi della produzione grafica. Dallo stadio dello scarabocchio, che appare verso il 18° mese di vita e dura fino al terzo anno, allo stadio preschematico con la comparsa del “testa-piede”, fino allo stadio schematico in cui i segni grafici

In un secondo tempo sono stati proposti anche alcuni aspetti importati che gli insegnanti possono “osservare” e porre attenzione. Tra cui il tratto, la dimensione, la pressione, la figura umana, il sole/l'acqua/la casa, l'albero, la famiglia e il colore. 40


In ultima analisi è stato affrontato il simbolismo spaziale. Esso rappresenta una tappa insopprimibile nel processo evolutivo dei bambini, lo spazio rappresenta la collocazione dell’Io nell’ambiente. In conclusione sono stati presentati alcuni cenni storici sulla grafologia e sull’analisi

della scrittura. Si ricorda che il fondatore della Grafologia italiana è il frate francescano padre Girolamo Moretti. Questo corso ha permesso agli insegnanti di scoprire l’importanza e l’utilità che può assumere l’osservazione delle varie manifestazioni grafiche nel processo di crescita del bambino. Federica Traetta

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SEZIONE DI GALLARATE LA SEZIONE A.I.M.C. di GALLARATE

Dice di lei:

ha organizzato due incontri con la d.ssa

” Nel 2000 ho cambiato strada: sono stata supervisore

DANIELA NOTARBARTOLO

del tirocinio per due anni e fino al 2008 ho

esperta

tenuto laboratori

nell’insegnamento della GRAMMATICA

italiana: uno il 16 novembre .

Incoraggiata

giugno e uno il 4

da

come formatore

di

“didattica

alcune per

dell’italiano”.

prime

esperienze

l’associazione

Diesse

sull’insegnamento del latino, ho cominciato a mettere

L’argomento ha suscitato

in comune con altri insegnanti quanto avevo maturato

interesse e un record di iscrizioni al corso:

negli anni di insegnamento. Dal 2002 al 2005 ho

hanno frequentato ben 106 insegnanti!

coordinato una ricerca nel campo della valutazione, e

Daniela Notarbartolo, abita a Milano e ha

dal 2005 al 2012 ho lavorato all’ IRRE Lombardia. Qui

insegnato italiano e latino,

ho

con entusiasmo: racconta che

sempre

attivato

corsi

di

formazione

soprattutto

sull’ insegnamento della grammatica (dalle elementari

i suoi

alle superiori) e ho seguito alcune sperimentazioni sul

alunni l’ hanno costretta a porsi domande

campo.

nuove tutti i giorni e a “inventare sempre

perché non scrivi? Ed ecco anche le pubblicazioni. ( puoi

Alla fine qualche collega mi chiedeva: ma

trovarle nel suo sito)

qualcosa”…. 41


italiana e per rendere accattivante la famigerata GRAMMATICA con le sue regole. Ha spiegato con chiarezza a cosa servono le prove Invalsi che molti di noi non amano perchè spesso se ne fa una lettura distorta dei risultati. ( vedi grammatica nel nuovo Quadro di riferimento Invalsi ) Negli ultimi due anni di carriera sono tornata a scuola (sempre con entusiasmo!) a coronare un percorso sempre pieno di sfide: la LIM, gli strumenti multimediali, e soprattutto il desiderio degli studenti di essere presi sul serio … Ora cerco di modernizzarmi nella forma: curo questo sito e per l’associazione professionale Diesse (Didattica

e

innovazione

scolastica) faccio formazione via webconference.

Daniela è una persona molto disponibile. L’arricchimento , oltre che professionale è stato anche personale. Non si finirebbe mai di ascoltarla...Speriamo di poter continuare a collaborare con lei anche attraverso le nuove tecnologie che ci permettono di mantenere contatti anche a distanza!

La sostanza però è sempre quella di lanciare una provocazione:

può

la

grammatica

essere

una palestra per la ragione dei ragazzi invece che la noia mortale di definizioni aride e spesso fallaci? Questa possibilità non dipende solo dalle attitudini più o

meno comunicative

del

prof.,

ma

proprio

dall’oggetto-grammatica, che può essere riscoperto

Grazie Daniela!

sotto una luce nuova. Il resto … puoi scoprirlo! “

Alla prossima……

La prof.ssa Notarbartolo ci ha guidati nel favorire nuovi modi per riflettere sulla lingua Paola Delle Curti

.-.-.-.-.-.-..-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-..-.-.-.-.-.-.-.-.SEZIONE DI SARONNO Grande fermento in casa AIMC durante questo anno associativo. Numerose sono le attività che si sono susseguite e che hanno portato l’associazione saronnese nonostante i suoi 70 anni a una crescita impressionante che ha visto le iscrizioni dell’annuale tesseramento associativo, tra rinnovi e nuove iscrizioni, raggiungere i 67 iscritti. Un motivo di gioia e grande speranza che ripaga del grandissimo lavoro svolto. Varie sono state le iniziative che hanno visto coinvolta la sezione saronnese. A Febbraio ad apertura del nuovo anno la bellissima festa per i 70 anni della nostra sezione e successivamente il corso con il Prof. Camillo Bortolato “Apprendere al Volo con il metodo analogico” . A Marzo con un gruppo di soci della sezione ci siamo recati a Roma per i festeggiamenti per i 70 anni dell’AIMC Nazionale e dal 22 al 25 Aprile a San Marino per il Convegno “Educare al Bene Comune nella scuola e nel contesto europeo” organizzato dalla sezione AIMC di Modena con Jenny Sinclair. 42


A Maggio è stato presentato presso l’Auditorium “A.Moro” di Saronno il nuovo progetto didattico “Voglio un mondo favoloso” un momento di formazione e stimolo che come presidente dell’AIMC di Saronno ho voluto offrire a tutti i docenti della Scuola dell’Infanzia e della Scuola Primaria e con mia grande gioia ha visto la partecipazione di un bel gruppo di ragazzi del quinto anno del Socio Sanitario delle Orsoline di Saronno. All’incontro sono intervenuti anche tre rappresentanti di croce Rossa Italiana capitanati da Gianmarco Palladino, poiché durante l’ anno scolastico con le classi quinte della Scuola Primaria “I.Militi” di Saronno ho partecipato al progetto di educazione alla pace promosso da croce rossa “Siamo Favolosi”. L’incontro si è poi concluso con la presentazione del libro scritto da Annamaria Cecchetto, una socia AIMC della sezione di Saronno, “La Parola Ritrovata cammini di ricerca poetica nell’opera di Mario Luzi e di Vittorio Sereni”. A Giugno il corso presso l’Auditorium della Scuola A. Moro di Saronno “Comunicazione efficace e relazione positiva” tenuta dal Dott. Giacomo Zampella responsabile nazionale per la Formazione AIMC che ha visto una grande partecipazione di docenti. Dopo la pausa estiva a Ottobre presso il salone dell'oratorio Regina Pacis si è tenuto un incontro di formazione dal titolo "Scuola e Intercultura". Il corso pensato e organizzato dalla sottoscritta aveva come obiettivo quello di promuovere nei partecipanti conoscenze culturali, pedagogiche, metodologiche e didattiche, per attivare processi d'interazione interculturali nell'ambiente scolastico. L'idea è nata dal Master "Educazione, inclusione e interazione nei contesti interculturali" da me frequentato lo scorso anno accademico presso l'università europea di Roma. Relatori dell'incontro sono stati: Giuseppe Desideri (Presidente Nazionale AIMC e Docente di Pedagogia presso l'Università Europea di_Roma). Renata Salvarani (Docente di Storia del Cristianesimo e Storia delle Religioni presso l'Università Europea_di_Roma). Nicola Lupoli (Docente di Pedagogia Interculturale presso l'Università di Bressanone). Giacomo Zampella (Psicologo, psicoterapeuta e responsabile nazionale della formazione AIMC). La sottoscritta e l'Insegnante Carmela Bisicchia che hanno condiviso le buone pratiche d'insegnamento illustrando i progetti realizzati nelle rispettive scuole lo scorso anno scolastico, in quanto il master seguito richiedeva uno stage-tirocinio con progettazione da effettuare nel proprio ambito_lavorativo. Moderatore: Prof. Anna Maria Rossato (Dirigente Scolastica presso l'Istituto Comprensivo di Saronno). Al corso hanno preso parte un numero cospicuo di insegnanti e tra i presenti anche 11 ragazzi dell'ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado Orsoline di Saronno. E' stata una giornata molto bella, interessante, ricca di spunti e di grande qualità per le competenze messe in campo dai relatori. E per concludere a Novembre l’incontro di formazione “Educare al Bene Comune nella Scuola” relatori oltre alla sottoscritta l’insegnante Bizzarri Arcangela (Presidente sezione AIMC di Modena) e Franca Gambari (Presidente Provinciale AIMC di Modena). E’ stato un anno meraviglioso e a tutti i soci e simpatizzanti AIMC va il mio grazie e l’augurio che questa Associazione continui ad essere luogo in cui docenti e dirigenti possano coltivare, nel loro essere umano e professionale, la vocazione di servizio alla persona che si realizza attraverso la cultura e i contesti relazionali. A presto Giuliana Paterniti Bardi Presidente sezione AIMC Saronno

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IMPORTANTI ATTIVITA’ E RICONOSCIMENTI AI NOSTRI SOCI (che comunichiamo con piacere)

Da RMFonline.it ULTIMA CENA DEL MAGATTI PAOLA VIOTTO - 12/02/2016

“In questo anno 1725 nel refettorio de’ PP riformati dell’Annunciata il sig. Pietro Antonio Magatti ha dipinto il Cenacolo ed il sig. Baroffio ha fatto l’architettura intorno al pulpitino”. Così la Cronaca di Varese dell’Adamollo segnala i lavori fatti all’antico convento dei Cappuccini da due dei maggiori pittori varesini del Settecento. L’Ultima Cena, che si credeva irrimediabilmente perduta, è riemersa nei mesi scorsi durante i lavori di ristrutturazione di uno stabile in via Medaglie d’Oro, restituendoci così, per quanto appaia oggi frammentaria e in cattive condizioni, un’importante testimonianza del patrimonio artistico della città. Il convento francescano dell’Annunciata, uno dei più grandi di Varese, sorgeva nell’area compresa tra l’attuale caserma Garibaldi e la stazione delle Ferrovie dello Stato. Era stato fondato nel Quattrocento, quando i cittadini di Varese, mossi dalla predicazione di San Bernardino da Siena, offrirono il terreno per costruirlo, in una zona che allora era ai margini del borgo. La prima pietra fu posta il 15 agosto 1468, su iniziativa del padre Cristoforo Piccinelli; l’anno successivo venne donato ai francescani dell’Osservanza di Milano, a cui subentrarono alla fine del Cinquecento i francescani riformati. La chiesa era ornata di affreschi quattrocenteschi sulla parete del tramezzo che separava il coro dai fedeli, con una soluzione del tipo di quella che si può ancora vedere oggi in Santa Maria degli Angeli a Lugano o in San Bernardino di Ivrea. Negli anni si arricchì di quadri e di sculture dei più importanti artisti varesini. Ai primi del Settecento era in fase di ristrutturazione: lo stesso Adamollo ricorda che nel 1725 si stava anche modificando il coro della chiesa, mentre Baroffio e Magatti oltre a lavorare nel refettorio stavano anche affrescando il chiostro. Come loro abitudine il primo si occupava delle architetture illusionistiche e il secondo delle figure. Evidentemente la loro opera piacque ai frati, che nel 1727 li chiamarono nuovamente per affrescare le cappelle della Via Crucis. Fu questo l’ultimo momento di splendore del glorioso complesso: meno di un secolo dopo, nel 1810, il convento venne soppresso in seguito alla leggi napoleoniche e venduto a Vincenzo Dandolo. La chiesa

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fu demolita e le opere d’arte mobili vennero disperse, approdando in parte in altre chiese di Varese. Il convento venne trasformato in villa, demolendo gran parte del chiostro e modificando radicalmente gli ambienti; gli affreschi furono coperti da nuove decorazioni. Finita la stagione dei Dandolo la villa fu più volte modificata, rialzata, trasformata in scuola, occupata in parte da un’officina meccanica. Negli ultimi anni si era ridotta a un rudere coperto di vegetazione, sulla cui importanza storica, dimenticata dalla città, si era anche svolto nel 2011 un convegno organizzato dall’International Research Center for Local Histories and Cultural Diversities dell’Università dell’Insubria e dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Milano. Iniziata la ristrutturazione, un poco alla volta sono venute alla luce tracce insperate dell’antico complesso. In quello che era il braccio del chiostro addossato al corpo del convento sono emersi soltanto alcuni brani degli affreschi segnalati dall’Adamollo. Non c’è più traccia del pulpitino del Baroffio, da cui durante i pasti un frate a turno leggeva ai confratelli i testi biblici. Ma i saggi compiuti dal restauratore Piero Lotti su quella che era la parete di fondo del refettorio hanno fatto riemergere da sotto uno strato informe di pittura beige parti significative dell’Ultima Cena di Magatti. Il volto di Cristo, innanzitutto, al centro della composizione di cui costituiva il fulcro. La sua figura, in parte rovinata dall’inserimento di un camino, era seduta dietro una lunga tavola, coperta da una tovaglia bordata di rosso. Proprio su questo bordo il pittore ha firmato e datato l’opera ed è ancora possibile leggere con chiarezza ANNO SANTO, a ricordo del Giubileo del 1725. All’estrema sinistra si vede un altro volto molto bello, con tutte le caratteristiche di un ritratto: quello di un Apostolo barbuto, che guarda in direzione di Cristo con un misto di preoccupazione e sorpresa. Degli altri si vedono soltanto alcuni particolari: un piede in primo piano, una mano alzata in un gesto di stupore. Ben visibile invece la figura di un giovane cameriere, un ragazzo rappresentato di spalle in primo piano, con un largo vassoio sotto braccio. Difficile al momento capire come fosse strutturata la composizione, e se il pittore avesse voluto focalizzare il momento dell’istituzione del Eucarestia, o piuttosto quello del tradimento di Giuda, soggetto più adatto ad un refettorio. Può essere utile un confronto con L’Ultima Cena dipinta sempre da Magatti nel 1726 per le Romite Ambrosiane del Sacro Monte, dove gli Apostoli si affollano intorno alla tavola alzandosi anche in piedi per essere più vicini al gruppo centrale, dove Giuda mette la mano nel piatto comune, mostrando così di essere il traditore. Molte sono le somiglianze, in particolare nel volto di Cristo, ma molte anche le differenze, perché manca ad esempio la figura del servitore. Occorrerà quindi aspettare la conclusione del restauro e il nuovo convegno con cui nei prossimi mesi la nuova scoperta verrà presentata al pubblico.

Mistero ad Azzio Il contesto archeologico della cripta di Azzio cela, forse, la testimonianza diretta di un crimine? Ci offre un caso forense? Il "giallo" è ancora da risolvere. Solamente le indagini future, il recupero e le analisi dei resti ossei di uno scheletro all'interno dell'ossario, apparentemente di epoca molto più recente rispetto ai resti scheletrici dei frati francescani, potranno svelarne l'identità.

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Durante un incontro organizzato dagli Amici della chiesa del convento, dalla parrocchia B.V. Annunziata, con il contributo dell'Insubria, della Fondazione Comunitaria del Varesotto, della Fondazione Cariplo e del Centro Studi e Documentazione per la Valcuvia e Alto Varesotto "Giancarlo Peregalli" - è stata di grande interesse, grazie all'intervento della dottoressa Marta Licata dell'Insubria e dell'architetto Gianni Pozzi. L'antropologa e peleopatologa ha illustrato le conclusioni sulle prime indagini riguardanti i resti ossei recuperati all'interno della cripta, ambiente straordinario, una camera funeraria elittica che presenta ai lati 16 nicchie dove i cadaveri dei frati, (che, dalle indagini si è scoperto, avevano sofferto tutti di artrosi ed avevano problemi alla dentatura), erano stati murati e sostenuti, come si è potuto capire dalle tracce dei chiodi e dai frammenti lignei. La canaletta, scolpita sul pavimento, serviva per raccogliere i liquami cadaverici. "Il rituale funebre ha spiegato - rappresenta l'aspetto più interessante del sepolcreto ed è evidente che non può essere indagato se non ponendo confronti con le altre documentazioni funebri della doppia sepoltura, soprattutto nel Nord Italia (Cairate, Cuvio, Valenza Po)". Infatti l'ossario sottostante ne è la testimonianza e porta la scritta "sepulcrum fratrum". La studiosa non ha celato la sorpresa, scoprendo l'ossario, dello scheletro in completa connessione e più recente. Secondo le ipotesi iniziali potrebbe appartenere ad uno dei soldati cecoslovacchi che, verso la fine del primo conflitto mondiale, furono ospitati per un certo periodo all'interno della chiesa. Le indagini potranno proseguire grazie ai futuri interventi di scavo archeologico. I prossimi interventi si focalizzeranno anche sulle analisi dei cocci in muratura recanti le iscrizioni dei frati francescani sepolti nelle nicchie. Operazione, questa, che vedrà senz'altro l'apporto degli Amici della chiesa del convento con il presidente Alberto Scanni, della parrocchia, rappresentata da don Emanuele, e dal comune rappresentato dal sindaco Vicenti. Federica Lucchini

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Nipotina e nonno hanno partecipato al concorso di poesia “Tramontana di/Versi” organizzato dall’Associazione AISU DI Luino ottenendo un importante riconoscimento. Le poesie sono state esposte il 25 giugno 2016 sul lungolago di Luino, appese in modo singolare agli alberelli.

IL NOSTRO CUORE (di Beatrice Merizzi) Il nostro cuore è un valore, il nostro cuore è un vantaggio, nel nostro cuore c’è tanto amore che ci guida anche nel dolore. Ma se nel nostro cuore c’è l’amore, formiamo una famiglia unita ma talmente unita che nessuno mai ci staccherà e per sempre insieme sarà. La famiglia fa molti suoni e uno di questi è il battito del nostro cuore. Tutti ci vogliamo bene e questo nessuno lo impedirà.

ANCORA UN GIRO (di Tommaso Piemontese) Avviene a volte a tutti, nella vita, d’incontrare un momento senza tempo e di cavalcare l’onda e il proprio spazio intimo di pace e perdersi e ritrovarsi, puntando sempre verso il centro, vuoto come il cielo senza nuvole, o raccogliere su spiagge assolate 47


un sassolino con l’occhio antico, fare un cerchio attorno alla vita, e rivedere il gabbiano l’anima il ricordo di sé, alla luce del cuore. La morte non conta, ancora, voglio saziare la sete che divora e vederla che invada l’anima mia. Ancora un giro, un altro, un altro, un altro, un altro, e poi … l'altra vita riporta antiche presenze. La poesia di Beatrice Merizzi è stata già pubblicata nel volume "I Germogli - Autori in divenire" (Concorso internazionale "Il Federiciano 2013") e che successivamente è stata inserita nel volume L'Anneide (una poesia al giorno) pubblicato dal prof. Tommaso Piemontese, dove è presente anche la poesia "Ancora un giro".

“Nessuno meglio di voi artisti, geniali costruttori di bellezza, può intuire qualcosa del pathos in cui Dio, all’alba della creazione, guardò all’opera delle sue mani.” S. Giovanni Paolo II Con queste parole di profondo ed universale respiro si apre il bando relativo alla Seconda Edizione del Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti promosso dall’Associazione Culturale “Arte per Amore” di Seravezza (Lucca). La rassegna è nata con l’intento di valorizzare talenti artistici già affermati e di scoprirne di nuovi in una cornice paesaggistico-culturale di estrema suggestione e di lunga tradizione, che vide a suo tempo Michelangelo come sommo protagonista. Le scintille sprigionate dal carisma di questo inimitabile genio hanno dato origine, in un autentico climax, a una vera e propria esplosione di creatività, che si è espressa ad altissimi livelli in varie forme (poesia, racconto, narrativa, pittura, scultura, fotografia) con opere provenienti anche da altri continenti, che hanno reso arduo il compito della prestigiosa giuria. In questo contesto mi sono trovata coinvolta (lo devo ammettere) quasi per caso e senza una piena consapevolezza iniziale della portata dell’evento. Quando ho appreso la notizia di rientrare tra i premiati nell’ambito della narrativa per ragazzi con il mio volume “Nella luce delle Dolomiti”, lo stupore e l’incredulità iniziali sono stati via via sostituiti da una scintillante ed impagabile emozione, che è sicuramente destinata ad avere echi sempre più solidi, appaganti e creativi nel tempo. Il 26 novembre scorso, giorno della cerimonia di premiazione, le pareti delle superbe Apuane e le crode delle magiche Dolomiti hanno per me annullato la distanza geografica, riconoscendosi “sorelle” e dialogando nella mia fantasia nella solare luce dell’autunno versiliese. Del resto il libro è nato anche dalla volontà di creare “ponti” fra ambienti e culture, riconoscendo, sulla scorta di Rodari, la portata universale e l’utilità del testo fiabesco. L’affascinante e ricca mitologia ladina unita all’eco di 48


esperienze vissute ha dato origine, come opportunamente scrive il critico cadorino Ennio Rossignoli nella sua preziosa prefazione, a un “mondo ciarliero” popolato da “fanciulle bellissime, streghe dispettose e nanetti benefici, api enciclopediche e alberi sentenziosi, magiche cascate e aquile regine, anguane e vivane seducenti” che attraverso “piccole storie” invitano con leggerezza grandi e piccini a riflettere sugli eterni valori della vita. Le belle illustrazioni di Jessica Marino, dirette, ma nel contempo evocative, guidano perfettamente il lettore all’intuizione dei messaggi che ciascun testo del volumetto vuole comunicare. Un sogno dunque, che trova pure le sue radici nella mia collaborazione con l’AIMC di Besozzo per quanto concerne progetti di scrittura creativa, ha preso corpo ed è divenuto una fantastica realtà. Marina Daverio N. B. Nel sito di “Radio Missione Francescana” alla voce “Segnaliamo” in data 18 ottobre è presente la registrazione della trasmissione di Annalisa Motta in cui Marina Daverio parla del suo libro.

Ricordata dall’AISU la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne Il 25 novembre di ogni anno si celebra la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita dall’ assemblea Generale dell’ ONU nel 1999, per porre l’attenzione su questo fenomeno, purtroppo ancora molto diffuso . La ricorrenza ha come scopo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica. Secondo i dati ISTAT riferiti al 2014, la violenza sulle donne in Italia è un fenomeno ancora "ampio e diffuso ". In questi anni sembra aver assunto un aspetto di recrudescenza. Tante, troppe sono ancora oggi le donne che sono vittime di violenza fisica, sessuale, psicologica. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, nella maggior parte dei casi, gli abusi vengono vissuti all’ interno delle mura di casa. Spesso gli abusi sono di tipo psicologico e possono arrivare allo stalking. Un numero davvero altissimo di donne, quasi 3 milioni e mezzo secondo dati ISTAT, giugno 2015, hanno subito stalking da parte di sconosciuti o di ex partners. Il problema tocca aspetti psicologici, sociali e culturali al tempo stesso. Occorre agire in ambito educativo e operare socialmente per incidere sulla mentalità comune, utilizzando strumenti culturali e di comunicazione. L’obiettivo è promuovere il rispetto reciproco, far comprendere la sacralità della vita, così come si manifesta in ogni persona umana e in ogni essere vivente. Per celebrare questa ricorrenza, trasformandola in occasione di crescita e testimonianza, si è pensato di proporre esempi di donne che si sono distinte per coraggio, capacità e forza morale. Lo scorso anno i Maestri Cattolici di Besozzo hanno risposto all’invito dell’associazione Aisu ed hanno aderito all’evento del 25 novembre, partecipando all’ incontro con l’ambasciatore Mohammed Sheriff, per parlare della Presidente della Liberia, Ellen Johns, premio Nobel per la pace.

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Questo anno è stato dedicato a Grazia Deledda, nel 90mo anniversario della attribuzione del premio Nobel per la letteratura: prima donna ad averlo conseguito, unica donna italiana fino ad ora. Deledda, donna e scrittrice è raccontata magistralmente da Neria Di Giovanni nel libretto che fa parte della collana "Italiane " , dedicata "all’universo femminile italiano , per conoscere e scoprire le donne che nei secoli hanno fatto grande l’Italia, per celebrare l’intelligenza femminile, la creatività, il pensiero, le passioni e i sentimenti". Nel suo saggio la Di Giovanni riporta sopra al titolo, la frase che c è in un libro della Deledda :"Siamo canne, la sorte è il vento " Sotto:" una sfida al destino "a significare che la scrittrice nella sua vita andrà oltre , correrà nel vento. Abbiamo avuto l’onore e la fortuna di avere tra noi la sera del 25 novembre, Neria Di Giovanni . Presidente della associazione Internazionale dei Critici Letterari, con sede a Parigi, docente universitaria di lettere, direttrice del portale www.portaleletterario.net, coordinatrice degli incontri " venerdì di propaganda "presso la libreria Internazionale Paolo VI a Roma, è una donna di grande levatura culturale e nello stesso tempo di grande umanità. Ha presentato la Deledda nella sua determinazione a realizzare il sogno di diventare scrittrice, superando ogni ostacolo. Ha mostrato la sua forza e il suo coraggio nel combattere la violenza psicologica di una mentalità che, in quel tempo non accettava la scelta di una donna che voleva diventare scrittrice e che ha saputo compiere il proprio destino artistico accanto a quello di moglie e madre . È stata una occasione per ricordare la grande scrittrice, ma anche per riflettere su questo esempio, come essere donna Continuerà il nostro impegno a presentare esperienze di vita e situazioni che aiutino a valorizzare l’importante contributo delle donne alla vita di ogni giorno. Dott.ssa Patrizia Martino

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“CORSI DI FORMAZIONE CIM: UN’ESPERIENZA CONCRETA ED… ENTUSIASMANTE” L’Università degli Studi dell’Insubria e il Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate dall’A.A. 2016/2017 l’Università si arricchisce di un’offerta formativa che incontra e sostiene l’attenzione per coloro che sono il nostro futuro: i bambini. Il Corso di Alta Formazione per “Assistenti d’Infanzia” e il Corso di Alta Formazione “Coordinamento e direzione delle strutture educative per l’età scolare” intendono analizzare i meccanismi dell’interazione tra bambino ed adulto e tra adulti con funzione educativa. I corsi intendono creare figure professionali in grado di lavorare in contesti educativi e prescolastici (Asili Nido, Scuole dell’Infanzia, Ludoteche, Baby Parking, ecc.) e di trasmettere ai discenti conoscenze e competenze comunicative, linguistiche, pedagogiche, psicologiche e pediatriche atte a facilitare l'interazione con i minori e con le loro figure educative di riferimento, il tutto con una visione attuale e concreta. I corsi sono stati attivati a fine ottobre e si sono rivelati da subito un’esperienza molto positiva non solo per gli studenti, ma anche per i docenti. Personalmente, è davvero molto piacevole trovarsi di fronte a tante persone motivate desiderose di apprendere e migliorare. Questo tipo di formazione aiuta e sostiene anche la pratica del docente che vuole essere soprattutto un ulteriore elemento di motivazione e di passione per queste importanti professioni in via di sviluppo. Ma non finisce qui. E per i docenti? Work in progress… Nella prossima primavera saranno organizzati corsi specifici per docenti ed educatori non solo del settore prima infanzia ma anche della scuola primaria. Nello specifico riguarderanno l’ideazione e la creazione di laboratori educativo - didattici e riflessioni sulla comunicazione in tema di disabilità. L’Università degli Studi dell’Insubria si rinnova e desidera aprirsi agli utenti con nuove proposte dedicate all’ambiente sociale, educativo e psicopedagogico. Mai come ora l’Università è stata attenta al settore dell’educazione, della pedagogia e della psicologia, l’Università degli Studi dell’Insubria si sta piacevolmente evolvendo sul territorio e punta a sviluppare un settore che fino a ieri non c’era. L’augurio è di continuare sulla strada intrapresa con nuove entusiasmanti proposte. Per informazioni: atenew@uninsubria.it www.uninsubria.it Haidi Segrada Dott.ssa in Scienze della Comunicazione Esperta in Glottodidattica Infantile – Formatrice

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RIFLESSIONI DOCENTE, IL NUOVO IDENTIKIT “Il nostro è il mestiere più bello del mondo, anche se a volte il Paese non lo riconosce” (Rettore Università di Bergamo prof. Stefano Paleani). E’ un’affermazione forte che stimola a riflessioni profonde per trovare spazi nuovi e dare voce a motivazioni importanti sul profilo del docente nella scuola di oggi. Già abbiamo giustificato come, accanto alla competenza disciplinare, il docente debba possedere una competenza personale per essere in grado di costruire con l’alunno relazioni interpersonali efficaci. Non basta dire:” fa l’insegnante” centrando più l’attenzione sull’aspetto operativo e funzionalistico, trascurando la dimensione etica che invece richiede scelte di senso e di significato educativo e vocazionale, tali da modificare la connotazione della funzione docente: dal “fare l’insegnante” all’ “ESSERE INSEGNANTE. E “l’essere insegnante” richiede la presenza costante di una dimensione vocazionale che anima e guida l’operato del docente, volto a realizzare, in primis, il proprio progetto di vita. Alla dimensione vocazionale si accompagna: - la conoscenza del pensiero pedagogico e metodologico che aiuta a tradurre le discipline in proposte apprenditive accessibili alla mente dello studente; - la disponibilità alla riflessione e all’autoanalisi per monitorare i processi e modificare i percorsi in base ai risultati raggiunti; - la tenuta psicologica che aiuta l’insegnante a mantenere in equilibrio le relazioni interpersonali e a garantirsi la credibilità di fronte all’alunno. Ne deriva un profilo di alto livello che però è poco riconosciuto dalla società attuale. Come ha affermato il Rettore dell’Università di Bergamo, prof. Stefano Paleari ,in un incontro rivolto ai docenti appena nominati in ruolo, “il nostro è il mestiere più bello del mondo, anche se a volte il Paese non lo riconosce”. Certamente i cambiamenti avvenuti in Italia, in questi ultimi decenni, hanno spostato il baricentro dalle dimensioni valoriali a quelle consumistiche, sottolineando maggiormente la quantità rispetto alla qualità, esaltando, a volte, solo gli aspetti contrattuali della funzione docente, piuttosto che quelli etici e deontologici. In ogni caso, vogliamo pensare in prospettiva e quindi collocarci nel futuro con fiducia e propositività. Condividiamo pienamente l’invito che il Rettore ha rivolto ai docenti neo immessi in ruolo:” Essere insegnanti vuol dire sfuggire ai luoghi comuni, pensare, documentarsi, chiedersi se si pensa alla collettività o solo a se stessi, se si agisce per costruire o semplicemente per distruggere. Bisogna riscoprire l’orgoglio di una professione che pone fra i suoi obiettivi la più grande delle sfide: far convivere le differenze”. In questo clima si colloca l’iniziativa pensata dall’Associazione UCIIM di chiedere ai docenti la compilazione di un questionario che intende raccogliere dati e risposte direttamente loro. Già il titolo del questionario evidenzia le questioni aperte: DALL’EMERGENZA ALLA SFIDA EDUCATIVA. I quesiti riguardano tematiche importanti quali le cause dell’emergenza educativa, le possibilità di superamento della stessa, il compito della scuola nella società attuale e le richieste del docente per svolgere al meglio la sua missione. La tabulazione dei risultati ci permetterà di elaborare altre riflessioni costruite sulle risposte dei diretti interessati e quindi creare un’occasione di confronto e scambio incisiva e profondamente vera. prof.ssa Anna Maria Persico Presidente Provinciale UCIIM Bergamo

Bergamo, 4/11/2016

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ANTE ORATIONEM Ti’ è capitato qualche volta di non riuscire a pregare, se non con devozione almeno con un po’ di raccoglimento? A me capita…anche ai Santi capitava. Ma che cosa possiamo fare per prepararci a vivere bene l’incontro col Signore? Quando noi eravamo piccoli, molti anni prima del Concilio Ecumenico, ci insegnavano per esempio che per la S. Comunione bisogna fare il preparamento e il ringraziamento, né più né meno che i “preatletici” prima dell’impegno agonistico e gli esercizi di rilassamento dopo l’evento sportivo. Non puoi disputare una partita di calcio con i muscoli freddi, rischi come minimo di subire uno strappo, uno stiramento, se non qualcosa di peggio. La saggezza dei Padri spirituali infatti insegnava : Ante orationem praepara animan tuam et noli esse quasi homo qui tentat Deum. Prima della preghiera prepara il tuo cuore e non essere come quel tale che tenta Dio…che tende un’imboscata al Signore.

Certamente alludeva a partite senza “fallacci” da cartellino rosso, partite truccate, funestate da bestemmie, risse tra i calciatori, scontri fra i tifosi…. Il gioco di squadra che rende bella una partita mi fa pensare al gioco di squadra che si produce anche nella preghiera: tu preghi, fai fatica a pregare, ma sai che “quel Salmo” l’ha recitato anche Gesù, magari proprio sulla Croce, sai che la Madonna “ conservava nel suo intimo tutti questi avvenimenti (dell’infanzia di Gesù) e li andava meditando nel profondo del suo cuore”. Maria ti incoraggia a meditare, sai che il Card. Martini ha condotto la sua esistenza alla luce della Parola di Dio, questa indicazione è scritta anche sulla sua tomba nel Duomo di Milano.

E come prepararci alla preghiera? Ognuno ha i suoi accorgimenti e deve ricordarseli, non basta averli imparati se non si mettono in pratica. Molto originale il procedimento di Roberta che all’epoca dei fatti era un’arzilla novantenne, un po’ sorda ma vispa. Nel suo caso i due livelli, lo spirituale e lo sportivo, si intersecavano in grande armonia. “Io riesco a recitare molto bene il Rosario mentre guardo una partita di calcio alla televisione”. Non mi ha spiegato a fondo il suo stratagemma, però ne era convinta.

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Auguro a chi legge fino in fondo queste righe di non sentirsi mai solo nella preghiera ma di attivare un gioco di squadra che fa rimbalzare il pallone dalla terra al cielo e viceversa. Grazie Roberta, adesso in Paradiso preghi mentre tutti gli Angeli e i Santi gridano “Goal” e non ti disturbano nel tuo raccoglimento, perché, anche se ormai sei arrivata, sei rimasta sorda alle distrazioni terrestri e celesti.

Don Luigi Milan

Articolo di Mons. Giovanni Giavini

MARTIN LUTERO ANGELO O DEMONIO ? Due date: 1517 – 2017

Parlare di Lutero non è facile, per vari motivi, ma forse soprattutto per tanti pregiudizi su di lui, benevoli o meno. Proviamo a ignorarli per un momento e lasciamoci guidare dalla storia, benché sommaria. 54


Nel 2017 si celebrerà il V centenario dell’inizio della Riforma luterana, essendo il 1517 l’anno della pubblicazione a Wittenberg (a sud di Berlino) delle famose 95 tesi dedicate da Lutero soprattutto alla critica della predicazione sulle indulgenze nella sua Germania: “Fate belle offerte – gridavano i predicatori a nome di Papi e vescovi a volte indegni e affaristi; v. Alessandro VI Borgia e Leone X de’Medici - e salverete l’anima vostra e dei defunti”. Le 95 tesi furono come il fiammifero in una polveriera. La polveriera era la Germania e l’Europa del 1500, ancora abbastanza unite (pur zoppicante ma c’era ancora anche il Sacro Romano Impero di nazione germanica), benché ormai sull’orlo della frammentazione in tanti piccoli Stati e in diverse Chiese; intanto i Turchi premevano da oriente. Lutero, all’inizio, non vuole creare un’altra Chiesa, ma solo riformare evangelicamente quella del suo tempo; come non vuole eliminare il papato né la gerarchia ecclesiastica o imperiale: intende solo, appunto, riformare. E ne aveva certamente tante ragioni, più o meno note da qualsiasi seria storia della Chiesa. La sua riforma ha motivi storici molto concreti, come il peso enorme di tasse ecclesiastiche soprattutto sulle chiese tedesche e sui principi cattolici, anche perché si stava costruendo la nuova basilica di san Pietro a Roma. Ma la riforma si basa innanzitutto su motivi religiosi, di fede. Nemmeno questi in verità erano una novità, essendoci già stati nei secoli precedenti cattolici di diverso livello assai critici sulla vita di ecclesiastici e sulla fede piuttosto superficiale di religiosi e di laici: sembra a Lutero (magari esagerando) che tutta la religiosità cristiana abbia ben poco di… cristiano, ben poco dipenda da una fede profonda in Gesù Cristo; gli sembra che tutto o quasi dipenda da parole e opere umane ritenute per se stesse meritorie e salvifiche: offerte in denaro (specialmente per lucrare facili indulgenze), penitenze esteriori, devozioni a Madonne e reliquie, processioni e feste, pellegrinaggi, accumulo di Messe, ubbidienze a superiori e a voti espressi come da schiavi a strutture giuridiche, ecc. Insomma: sono io che mi salvo o è Gesù il mio salvatore? Sono le mie opere che contano o è la fede nell’opera da Dio compiuta in Cristo morto e risorto? Questa la domanda di Lutero, tra l’altro ossessionato dalla paura dell’inferno anche per lui peccatore. Opere umane o opera di Dio? Lutero sempre più decisamente e polemicamente (la polemica vale ma offusca le idee) sposta l’accento della sua vita di severo religioso agostiniano e della sua predicazione orale e scritta, rivolta alla gerarchia ecclesiastica ai principi e al popolo, dalle opere umane all’Opera graziosa di Dio in Cristo, alla quale mi apre solo la fede: questa sola basta per la mia “giustificazione” davanti a Dio, ossia per potermi mettere davanti a Lui come “giusto pur peccatore”. Lutero afferma questo specialmente sulla base del suo sant’Agostino (il dottore della Grazia!) e dello studio di san Paolo, in particolare della lettera ai Romani, cui dedica anni di ricerca appassionata e di insegnamento. Ovviamente questo suo accento sulla Grazia e sulla fede giustificante suscita subito la domanda: e le opere umane non contano per niente? Posso quindi agire come voglio e come mi piace, senza alcuna preoccupazione morale e senza alcuna attenzione a leggi ecclesiastiche o civili (comprese quelle sulle tasse!), ad autorità esterne alla mia fede? Non per niente anche i contadini tedeschi osanneranno Lutero, che però poi li deluderà amaramente. Il problema fede-opere viene subito avvertito a tutti livelli e continuerà ad angustiare gli stessi protestanti per molto tempo, ma, ovviamente, innanzitutto i cattolici. Anzi, di fatto, sembra sia stata soprattutto questa messa in discussione dell’obbedienza a leggi e gerarchie a provocare la scomunica di Lutero, avvenuta nel 1520 da parte di papa Leone X, pur dopo tentativi di dialogo. Il problema, oltre che contingente e economico, era ed è davvero cruciale e Lutero stesso lo sa. Qual è allora il suo vero pensiero al riguardo? Ascoltiamo una sua pagina, scritta nel 1522, nella introduzione al suo commento alla lettera di san Paolo ai Romani; è una pagina non facile, ma merita attenzione per la sua sostanza, una volta accostata con libertà di spirito. Ve la trascrivo quasi tutta, prendendola da V. Vinay, Scritti religiosi di Lutero, ed. Utet Torino 1967, pag. 520. Fede e giustizia davanti a Dio 55


“Fede non è quell’umana illusione e quel sogno che alcuni pensano essere fede…La fede invece è un’opera divina in noi, che ci trasforma e ci fa nascere di nuovo da Dio. Essa uccide il vecchio Adamo, trasforma noi uomini completamente nel cuore, nell’animo, nel sentire e in tutte le energie e reca con sé lo Spirito santo. Oh la fede è cosa viva, attiva, operante, potente, per cui è impossibile che non operi continuamente il bene… Fede è una fiducia viva e audace nella Grazia di Dio, tanto certa di questa che morrebbe mille volte piuttosto che dubitarne. E tale fiducia e conoscenza della Grazia divina ci rende lieti, baldanzosi e giocondi dinanzi a Dio e a tutte le creature per l’opera dello Spirito santo nella fede. Perciò l’uomo diventa volonteroso, senza costrizione, e lieto nel fare il bene a ognuno, nel servire ognuno, nel sopportare ogni cosa, nell’amore e nella lode a Dio che ha manifestato in lui tale Grazia. E’ quindi impossibile separare le opere dalla fede, come è impossibile separare dal fuoco calore e splendore. Perciò guardati dai tuoi falsi pensieri e dalle chiacchere vane che vogliono essere intelligenti e dare giudizi sulla fede e sulle opere buone, mentre sono sommamente stolti. Chiedi che Dio operi in te la fede, altrimenti qualunque cosa tu possa immaginare o fare, rimarrai sempre senza la fede. Giustizia (nei riguardi di Dio) è soltanto questa fede e si chiama giustizia di Dio, ossia giustizia che vale davanti a Dio, perché Dio la dona e la mette in conto di giustizia per amore di Cristo nostro mediatore, e spinge l’uomo a dare a ciascuno ciò che gli deve. Mediante la fede l’uomo è purificato dal peccato e trova piacere nei comandamenti di Dio. In tal modo dà gloria a Dio e gli rende quello che gli deve. Serve volonterosamente gli uomini in quello che può e così rende anche a ciascuno il dovuto. Natura, libera volontà e le nostre forze non possono attuare questa giustizia… Perciò è ipocrisia e peccato tutto ciò che avviene all’infuori della fede o nell’incredulità, sia pur splendido quanto si voglia” (magari come la basilica di san Pietro in costruzione). Splendori e limiti Più volte m’è capitato di leggere questa pagina, senza dirne l’autore, anche a gruppi di preti. Reazione: “Pagina bellissima, l’avrà scritta il Papa!” Sorpresa e incredulità dopo averne conosciuto l’autore. Effettivamente è una pagina molto bella, frutto di una grande fede in Cristo e nel suo Dio, aperta a immensa speranza anche per contadini e poveri peccatori di ogni categoria, chiara sulla connessione quasi immediata tra fede e opere buone. Queste sono viste non come meriti, ma solo come frutto della fede. Di quale fede? Non di quella della Chiesa (benchè Lutero non abbia mai voluto escluderla), ma soltanto o quasi della “mia”. Per lui questa è determinante e basta, senza alcun bisogno di autorità diverse a insegnarmi il Credo e la morale. D’altra parte questa “mia” fede in Cristo – nello “scandalo” del Crocifisso risorto - si nutre “solo” della Parola di Dio presente nella Bibbia; tutti possono e devono leggerla e accoglierla con mente e cuore. Per favorire tale lettura di tutti Lutero dedica anni e fatiche per una nuova traduzione della sacra Scrittura dall’ebraico e dal greco nella lingua popolare tedesca; così relegava in disparte la traduzione ufficiale cattolica dal latino, la Vulgata, mentre la sua otteneva enorme ascolto. Sacrosanti l’appello alla Bibbia e il rilievo messo sulla fede personale (sulla scia delll’Umanesimo e delle varie forme già esistenti di “devotio moderna”). Però, ed è probabilmente questo l’errore più grave di Lutero, tutto o quasi finisce chiuso nell’individualismo, un individualismo ancora credente, biblico e cristiano, però non più catto-romano, anzi la polemica anti-romana arriverà alla rottura; ma poi quell’individualismo verrà sostituito, circa 100 anni dopo, da quello cartesiano del “io penso, io ragiono (non più credo) quindi io sono” e da quello moderno del “secondo me la verità e la giustizia è…”. Colpa anche di Lutero? Forse in parte sì. Insieme con quell’individualismo si intravvede in quella pagina il pessimismo luterano (pur corretto in altre pagine): io, da solo, non posso fare nulla di buono, anzi sono sempre e per sempre un peccatore destinato alla perdizione e alla maledizione. Unica leva di giustificazione e di salvezza la Grazia di 56


Dio e la fede in Cristo. In verità Lutero riconosce che ognuno, pur impastato di peccato, può almeno “chiedere che Dio operi in lui la fede” e quindi, dopo e senza mai vero merito, saper “dare a ciascuno il dovuto”. E’ noto che il cattolicesimo sottolineava e sottolinea ancora l’importanza, accanto e dopo la Grazia, della libertà umana, fino a una eccessiva enfasi sui “meriti” personali (nonostante che già il Concilio di Trento negasse l’esistenza di veri meriti). Dalle lotte al dialogo Purtroppo e nonostante tentativi di dialogo anche al concilio di Trento (1545-63), per quasi 5 secoli, non ci si intese e ci si combattè anche sanguinosamente (cfr la guerra dei 30 anni in Germana, 160848), Lutero venne anche calunniato da cattolici e mal compreso da molti protestanti, anzi addirittura alquanto rifiutato da loro. Solo da circa un secolo Lutero è rivalutato (forse più da noi che da loro) e più capito. Pur con i suoi limiti, oscurità, contraddizioni, errori e peccati, Lutero (morto nel 1546) appare innanzitutto come un forte credente nel Crocifisso risorto, uno ancora legato al Credo tradizionale di tutte le Chiese. Tra l’altro Lutero crede nella presenza “reale e pur misteriosa” di Cristo nell’Eucaristia e ha un lungo e bel commento al Magnificat di Maria. Uno dei più vistosi segni di questo nuovo clima è la sorprendente “Dichiarazione congiunta sulla giustificazione”!, sottoscritta nel 1999 da due commissioni ufficiali, una pontificia e l’altra di pastori e teologi protestanti: cattolici e luterani sostanzialmente d’accordo proprio su quel cruciale tema! Un altro segno è l’intervento di papa Francesco in Svezia (31/X/2016) per l’inaugurazione ufficiale del V centenario dell’inizio della Riforma luterana. Sarebbe bello se, anche ricuperando i valori fondamentali di Lutero, tutti insieme riusciamo a far riscoprire a tutte le Chiese – classiche o moderne - e all’umanità intera la splendida luce della persona e del messaggio di Gesù. Non ne abbiamo bisogno? Il resto, ossia altri aspetti più o meno importanti del dialogo catto-luterano, possono attendere un prossimo futuro. Per ora l’essenziale. Ed è appunto ciò che papa Francesco ha rilanciato con i suoi discorsi a Lund in Svezia: riscoprire la comune fede in Gesù e da lì ripartire per un comune servizio all’uomo (attenti a non ridurre tali discorsi solo all’impegno sociale). Per saperne un po’ di più: card. Walter Kasper, Martin Lutero. Una prospettiva ecumenica, ed. Queriniana 2016, pagg.80; Franco Buzzi, La Bibbia di Lutero. ed. Claudiana-Emi 2016, pagg. 94; Stefano Cavallotto, Lutero e la riforma tedesca, in AA.VV., Storia religiosa della Germania, ed. Centro ambrosiano 2016, vol. I, pagg. 241-282; Margot Kaesemann, Sul giubileo della riforma (una vescova luterana aiuta cattolici e protestanti a vivere con reciproca simpatia l’evento del 2017), in “Il regno documenti” 2016, n°11, 381-390; Michel Lemonnier, Storia della Chiesa, ed. Isg 2013, pagg. 307-322. don Giovanni Giavini, Milano email: giavinigiovanni@libero.it

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Ricordiamo con tanto affetto….. Mariuccia Fantoni. (- 2016) Quello che andrò scrivendo - ed è poca cosa - è solo un accenno a quello che Mariuccia, la prof. Mariuccia Fantoni è stata, alla ricchezza e complessità, pur nella linearità, della sua vita, e mi auguro che qualcun altro aggiunga parole sulla Mariuccia che io non ho conosciuto, quella della adolescenza, della giovinezza, dei viaggi esotici, della ricerca e frequentazione di affetti e persone, di figlia e sorella, e della formazione della sua personalità. A questo punto il mio ritratto metominico avrebbe il suo spazio significativo in un contesto più ampio ed un suo valore. Io ho conosciuto M.F. da collega, insegnante di lettere- Letteratura italiana e storia-, non più giovane, che dopo aver insegnato per molti anni a Varese, si era trasferita a Gavirate, quando l’istituto di scuola media superiore per ragionieri e geometri di Gavirate era diventato autonomo col preside L. Zanzi. Una collega: di lunga esperienza, di sicura preparazione, con interessi culturali precisi: il teatro, il cinema, l’arte. Mariuccia Fantoni con il Sig. Papaveri, papà di Maria Antonia, durante una nostra festa di Carnevale

A lei si ricorreva per un consiglio per strutturare il piano di aggiornamento culturale dell’istituto. La si incontrava, sempre disponibile, nelle riunioni per materie oltre che per i consueti impegni sociali: consigli di classe, aggiornamenti professionali, collegio docenti, ecc.. Ma la chiave del suo interesse scolastico era l’insegnamento, il rapporto quotidiano con gli alunni, cui si dedicava con partecipazione, interesse, amore per le materie che insegnava e attenzione per le caratteristiche umane degli studenti che le erano stati affidati. Poi il suo pensionamento, a lungo rimandato, quasi temesse le venisse a mancare il centro strutturante della sua vita intellettuale. Continuò invece, più ricco di prima. La si incontrava a mostre, concerti, associazioni culturali di arte e letteratura, gite culturali, spettacoli teatrali…Io la rividi con frequenza oltre che presso i Maestri Cattolici, dove seguivo come lei il corso di Storia dell’Arte, a gite sociali, e al caffè Godot di Gavirate. Il caffè Godot di Gavirate è stato per vent’anni una palestra di incontri di persone interessate alla cultura e alla letteratura in particolare. Io vi ho lavorato a lungo, tenendo moltissime serate. Mariuccia mi ritrovò in questa sede, prima stupita, curiosa, da collega, e iniziò ad essere regolarmente presente: e lei che era stata una fine divulgatrice della letteratura italiana, seguendo il canone (maschile) delle proposte letterarie, cominciò ad interessarsi intensamente, quasi riscoprendole, a nuove espressioni letterarie: la letteratura femminile nelle sue varianze, che io andavo presentando nelle serate gaviratesi. 58


Mi aprì la sua casa e la sua bella e ricca biblioteca, che presentava anche opere di difficile reperimento come i romanzi di Enrica Gnemmi, che fu sua collega nei primi anni di insegnamento o i romanzi futuristi, difficili da ritrovare se non nelle librerie specializzate o i cataloghi del pittore-incisore Viviani di cui possedeva originali acqueforti… Diventammo amiche. Iniziò anche a essere lettrice partecipe dei miei scritti, dei miei racconti, dei miei articoli, che andavo pubblicando su Menta e Rosmarino, che lei appoggiò, attenta alla cultura locale, fin dal primo numero. Da allora fu la prima lettrice di tutte le mie pubblicazioni ed insieme compagna colta e competente nella visita di vari musei: in Toscana, in Sicilia a Berlino…. L’8 agosto ho partecipato al suo funerale, nella sua Sangiano: chiesa affollata e partecipe nonostante il mese estivo. I nipoti l’hanno accompagnata e ricordata come si accompagna una madre e i pronipoti parimenti commossi dicono quanto la sua attenzione agli affetti familiari sia stata costante nel tempo, il perno della sua vita. Un malinconico ed affettuoso ricordo, carissima Mariuccia. Che la terra ti sia leggera… Prof.ssa M.Grazia Ferraris

Ricordi di Giuseppina Sai Ho molti ricordi personali di Giuseppina che conserverò sempre nel mio cuore, ma ritengo che sia più significativo far conoscere ai soci a agli amici AIMC Besozzo, quegli episodi che hanno contraddistinto la sua figura di maestra ed educatrice. Ero rimasta particolarmente colpita dai racconti dei suoi inizi, quando, da giovane maestra, aveva accettato, senza battere ciglio (erano tempi in cui non si metteva assolutamente in discussione la nomina , anzi si riteneva una fortuna essere chiamate per una supplenza !), un incarico presso la scuola elementare di Monteviasco ( Va ) , scuola di montagna con pluriclasse . All’epoca quel piccolissimo paese era collegato al capoluogo Curiglia dalla solo e caratteristica scalinata di 1000 e passa gradini; non esisteva la funivia e a Monteviasco si arrivava solo ed esclusivamente a piedi, attraverso bosco fitti e pendii scoscesi. Giuseppina accompagnata dal cugino, vi giungeva il lunedì di buon ‘ora e poi per tutta la settimana rimaneva a vivere lì, nell’abitazione attigua alla scuola, dedicandosi all’insegnamento con il senso del dovere che la contraddistingueva. Il sabato, al termine delle lezioni, come anche quando doveva recarsi presso la Direzione Didattica di Maccagno per le riunioni collegiali , percorreva a ritroso la famigerata scalinata , quasi correndo perchè, se avesse indugiato , avrebbe perso l’unica “ corriera” che , da Curiglia, collegava quei paesini a Luino ! Per non rischiare di rimanere “con un palmo di naso “, mangiava in fretta un panino e … via di corsa! Conoscendola, credo che Giuseppina abbia svolto, anche lì , , tra i monti e con pochi bambini , il suo lavoro con coscienziosità e impegno e sono certa che abbia fatto tesoro di quell’esperienza che , ai giorni nostri , le nuove leve considererebbero durissima . Di lei ricordo anche le sue doti artistiche: era veramente brava in cucina, nelle attività manuali e nell’utilizzo creativo di materiali di recupero. Una volta, con la sua classe , in occasione del Natale , realizzò , con i legni e i materiali portati dal lago , un presepe così bello e particolare da vincere il 1^ premio in un concorso a Casalzuigno .

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Giuseppina, oltre ad essere molto apprezzata dai suoi scolari che ne riconoscevano le doti e l’autorevolezza, era molto benvoluta anche dai genitori che, per salutarla e ringraziarla, in occasione del suo pensionamento , le organizzarono una meravigliosa e, per lei, inaspettata, festa a sorpresa che volle illustrarmi nei minimi dettagli e con dovizia di particolari. Nel farlo aveva le lacrime agli occhi: non ho mai visto collega così grata e felice per la sua festa di pensionamento! Un’amica e collega che non la dimenticherà mai! Anna Maria Zanini

Non avrei mai immaginato di dover scrivere un ricordo in memoria della mia cara amica Giuseppina. Ancora non riesco a crederci. . . Durante i nostri primi incontri, avvenuti grazie all’AIMC, abbiamo condiviso insieme uno stato d’animo contradditorio: il piacere di aver raggiunto l’età pensionabile e il dispiacere di lasciare l’esperienza scolastica intensamente vissuta da entrambe ma in scuole differenti. Allora, appena possibile, libere da impegni scolastici e familiari, ci si accordava per una passeggiata tra i boschi, una gita sul lago, un viaggio culturale, una crociera nel Mediterraneo.

Sicilia la Valle dei templi, durante un viaggio con Francesca

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Giuseppina mi ha fatto apprezzare Luino e dintorni con i suoi scorci autunnali, i borghi sul lago al risveglio primaverile e, ricordo, in una fredda giornata invernale, mi ha guidato a visitare i presepi più caratteristici nelle chiese della valle. In ogni circostanza si evidenziava in lei la sua incrollabile fede religiosa e il suo amore per l’arte: la fede e l’arte che aiutano a scoprire il vero senso della vita! Tra noi ricordo sorrisi, battute, chiacchiere e progetti. . . alcuni siamo riuscite a realizzarli, altri sono rimasti per sempre nel cassetto.. . Ma la tristezza al pensiero della sua scomparsa è momentanea perché lascia il posto al ricordo vivissimo della sua gioiosa presenza, le persone che non si possono più tenere tra le mani sono nel cuore più strette e vicine di prima perché vivranno in noi per sempre. Grazie Giuseppina!!!!!!! Francesca Perrone Capano La triste notizia è giunta inaspettata anche se già si conosceva il suo stato di salute: Giuseppina è tornata alla Casa del Padre. Quante preghiere avevo recitato per Lei! I miracoli esistono e speravo che potesse capitare anche a Lei, così buona e con tanta fede! Resta il suo ricordo indelebile, il suo sorriso, la sua gioia di vivere, il suo amore per l’arte, il suo desiderio di visitare luoghi sempre nuovi. Iscritta all’AIMC dal 1995 si era avvicinata all’Associazione seguendo i corsi di storia dell’arte che ogni anno tiene la Prof.ssa Paola Viotto e partecipando a numerose iniziative culturali. All’incontro di Natale ha portato sempre in omaggio lavoretti artistici fatti da lei con tanta cura, abilità e gusto artistico. Il ricordo più lontano di lei è del 1998, quando durante un week end a St. Moritz, abbiamo avuto modo di parlare più a lungo di noi e delle iniziative dell’AIMC, passeggiando dopo cena lungo le rive del laghetto. In entrambi è rimasto un ricordo vivo, indelebile che sembra non così lontano nel tempo Poco tempo fa avevamo parlato di quell’incontro che ci aveva fatto conoscere e far nascere una simpatia e un affetto che non sono mai venuti meno, anzi sono accresciuti. Grazie Giuseppina, la tua amicizia che è stata particolarmente cara a me e a tutta la mia famiglia, durerà per sempre. Laura Gavazzeni

Natale 2015: Premiazione degli insegnanti che hanno partecipato ad un maggior numero di iniziative negli ultimi 10 anni. La prima da sinistra è Giuseppina

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LA PRESIDENZA AIMC DELLA PROVINCIA di VARESE continua a fornire uno sportello telefonico e telematico al fine di offrire agli insegnanti un servizio di informazione e collaborazione, per facilitare la risoluzione di problemi di carattere professionale e scolastico in generale. TEL e FAX n. 0332 –970.761 E-mail: giorgio.ciccarelli @libero.it aimcbesozzo@libero.it

Recapiti delle Sezioni della provincia:

BESOZZO

0332 - 970.761 lauragavazzeni@libero.it

BUSTO ARSIZIO

0331 – 433.043 mariaangela.gaspari@alice.it

GALLARATE

0331 - 779.147 enricabassani@virgilio.it

SARONNO

373-8691325 fabio.scavo@fastwebnet.it

VARESE

0331 – 958.132 orbavo@alice.it aimc.varese@libero.it

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