POSTER GALLERY (CAREGGI)

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POSTER GALLERY CONTRIBUTI A SCIENTIFICI TEMA LIBERO DELL’AOU CAREGGI 26 NOVEMBRE Ore 10.30 - 12.30

ESPOSIZIONE CONTRIBUTI SCIENTIFICI DELL’AOU CAREGGI

Coordina Laura D’Addio

Staff della Direzione Aziendale UO Formazione, AOU Careggi, Firenze

AOU CAREGGI - Gestione dell’errore nella fase preanalitica

Erminia Macera Mascitelli [altri autori]

- Gestione dell’errore nella fase analitica

Erminia Macera Mascitelli [altri autori]

- Intervento abilitativo precoce 0-3 anni. Promuovere lo sviluppo globale del bambino con deficit visivo e la relazione con i genitori

Livia Laureti [altri autori]

- Handover: applicazione interdipartimentale in AOU Careggi in diversi setting assistenziali

Silvia Gasperoni [altri autori]

- La Peer Education come strategia di promozione dalla salute e fertilità nei giovani: dall’esperienza alla ricerca di nuovi scenari

Francesca Piazzini [altri autori]

- Uso della webmail come strumento di comunicazione con l’utenza per il monitoraggio degli esiti clinici in PMA.

Francesca Piazzini [altri autori]

- Il Perineo dopo il Parto Vaginale: Variabili Intrapartum e Outcome

Francesca Piazzini [altri autori]

- Percorso di assistenza dietetico nutrizionale per i pazienti oncologici afferenti all’azienda ospedaliera universitaria careggi (AOUC) - Ottimizzazione ed implementazione dell’handover in area di degenza medica

Giovanna Alpigiano [altri autori] Laura Doni [altri autori]

- L’impatto della presenza costante del fisioterapista respiratorio in terapia intensiva: analisi comparativa

Giulia Montigiani [altri autori]

- La gestione della tracheotomia in un paziente con slaminamento laringeo iatrogeno: un case report

Giulia Montigiani [altri autori]

1


POSTER GALLERY CONTRIBUTI A SCIENTIFICI TEMA LIBERO DELL’AOU CAREGGI

GESTIONE DELL’ERRORE NELLA FASE PREANALITICA A. Fanelli1, P. Bordonaro1, G.L. Campanile1 S. Rapi1, A. Rogolino1, B. Salvadori1, F. Cesari1, A. Mongia1, A. Carbone1, A. Bonari1, T. Biagioli1 M. Brogi1, L. Lanzilao1, A. Aldinucci1, N. Cini1, F. Luceri1, L. Cestelli2, F. Ciavarelli2, E. Milletti2; L. Morena2. 1. Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi 2. Università degli Studi di Firenze Nome del processo

INTRODUZIONE La sicurezza dei pazienti è uno dei fattori determinanti la qualità delle cure e pertanto è uno degli obiettivi prioritari che il Servizio Sanitario Nazionale si pone. Lo sviluppo di interventi efficaci è strettamente correlato alla comprensione delle criticità dell’organizzazione e dei limiti individuali. All’interno del Laboratorio la fase preanalitica rappresenta una delle fasi più importanti e vulnerabili dell’intero processo; lo scopo di questo studio è stato di analizzarla attraverso il metodo FMECA.

Methodology

Preanalitica

Data aggiornamento mappatura

Numero revisione

Direttore Laboratorio Generale

08/06/2018

2

Add your information, graphs and images to this section.

NORMATIVE, Input Risorse significative PROCEDURE, (avvio del processo) ai fini del processo REGOLAMENTI Campione trasportato in laboratorio

Persone

EVENTO CRITICO 1 (failure mode)

EVENTO CRITICO 2 (failure mode)

Output (beneficiario del processo)

IL preanalitica, IL NC, codice comportamento dipendente

Campione da analizzare

EVENTO CRITICO 3 (failure mode)

EVENTO CRITICO 4 (failure mode)

Add your information, graphs and images to this section. Attore 1 / responsabile Altri attori che attività partecipano alla fase

Attività/fasi del processo

Descrizione attività

VERIFICA ARRIVO CAMPIONI

Verifica dell'arrivo del campione in laboratorio

OSS/OTA

VERIFICA RICHIESTA

Verifica conformità della richiesta

TSLB

Infermieri e Medici e Richiesta non trasferita Dirigente di Laboratorio

Etichetta non leggibile o Infermieri e Medici e Provetta non idonea leggibile parzialmente o Rietichettatura provette Etichetta mancante Dirigente di Laboratorio all'esame richiesto mal posizionata

Tabella 1

Campioni per routine arrivati dopo orario di Provette non destinate Provette non consegnate Errata temperatura di o consegnate in ritardo trasporto al laboratorio apertura stanza smistamento

TSLB

Errata ora/data di programmazione

Non completa

VERIFICA CONTENITORE

Verifica conformità del contenitore

TSLB

VERIFICA CONFORMITA' CAMPIONE

Verifica visiva della conformità del campione

TSLB/OSS/OTA

Campione grossolanamente Infermieri e Medici e Campione insufficiente Dirigente di Laboratorio coagulato (per test da sangue intero)

Provetta vuota

VERIFICA IDONEITA' CAMPIONE

Verifica visiva e strumentale dell'idoneità del campione

TSLB/OSS/OTA

Infermieri e Medici e Coagulato (per test da Emolisato (per test con Dirigente di Laboratorio sangue intero) interferenza da emolisi)

Lipemico

TRATTAMENTO

Mantenimento del campione prima dell'analisi in base alle caratteristiche dell'analita

OSS/OTA

TSLB

CENTRIFUGAZIONE

Centrifugazione della provetta per separazione plasma o siero dalla componente cellulare del campione di sangue

TSLB

OSS/OTA

ALIQUOTAZIONE

Preparazione aliquote figlie da provetta madre

TSLB

OSS/OTA

MATERIALI E METODI La FMECA opera l’analisi dei processi e interviene sugli outcomes indesiderati prima che essi accadano (approccio proattivo) e quantifica la severità delle conseguenze di un errore. Essa incorpora un sistema per stabilire, attraverso alcune variabili, delle priorità secondo cui pianificare e intraprendere delle misure correttive attraverso le seguenti fasi (tab 1): • Scelta del processo: verifica arrivo dei campioni, verifica richiesta, verifica contenitore, verifica conformità campione, verifica idoneità campione, trattamento, centrifugazione e aliquotazione. • Costruzione del team di lavoro • Analisi di ciascun processo • Analisi del rischio attraverso l’identificazione delle modalità di errore per ogni step e la descrizione degli effetti di ogni errore individuato • Azioni correttive e verifica dell’efficacia Attraverso l’utilizzo del metodo FMECA si è analizzato l’intero processo pre-analitico per identificare le possibili fonti di errore o di insuccesso, le loro cause e i loro effetti sulla performance di ciascuna sua fase, individuando le azioni di miglioramento da intraprendere (tab.2).

Funzione aziendale responsabile del processo

EVENTO CRITICO (failure mode)

Diluito

Errata temperatura di Mancata separazione (se necessaria) conservazione

Indice di Indice di Indice di Valore di Categoria Categoria causa probabili danno rilevabili rischio danno impatto (D) tà (P) tà (R) PxDxR

Campioni per routine arrivati dopo orario di apertura Operatore Comportamenti stanza smistamento Provette non destinate al laboratorio Operatore Comportamenti VERIFICA ARRIVO CAMPIONI Provette non consegnate o consegnate in ritardo Operatore Comportamenti Errata temperatura di trasporto Richiesta non trasferita VERIFICA RICHIESTA

Operatore Comportamenti Operatore Comportamenti

CENTRIFUGAZIONE

4

1

20

3 4

3 3

1 1

13 18

4

3

1

18

4

3

1

18

2

4

1

13

Utilizzo Etichetta non leggibile o leggibile parzialmente o mal Operatore impianti/infrastr posizionata utture Rietichettatura delle provette Etichetta mancante

Temperatura di Velocità di centrifugazione non centrifugazione non Rottura provetta in conforme agli standard conforme agli standard centrifuga in centrifuga predefiniti predefiniti Aliquote scarse Scambio di provette

RISCHIO SPECIFICO DELL'AMBITO

Azione di miglioramento

P

D

R

PxDxR

Analisi delle cause dei CNPV; condivisione coordinatori infermieristici e direttori di dipartimento

2

4

1

13

Responsabile Indicatore/Misura di del monitoraggio miglioramento

N° CNPV/N° provette totali

3

4

1

20

4 2

4 4

1 1

26 13

Operatore Comportamenti

3

3

1

13

Informazione e formazione del personale

2

4

1

13

Campione grossolanamente coagulato (per test da Operatore Comportamenti sangue intero)

2

4

1

13

Informazione e formazione del personale

2

4

1

13

Informazione e formazione del personale

1

4

2

11

N campioni Coordinatore coagulati/numero di infermieristico provette con test da sangue intero

Informazione e formazione del personale

1

4

3

14

N° di scambi Coordinatore provette/N° provette infermieristico che necessitano aliquotazioni

2

4

1

13

Operatore Comportamenti

2

4

2

21

4

3

1

18

Lipemico Diluito Operatore Comportamenti Errata temperatura di conservazione Operatore Comportamenti Mancata separazione (se necessaria) Temperatura di centrifugazione non conforme agli standard predefiniti Velocità di centrifugazione non conforme agli standard predefiniti

2 3 1 1

3 3 4 4

2 1 2 1

14 13 11 7

1

4

1

7

1

4

1

7

2

4

1

13

Emolisato (per test con interferenza da emolisi)

Rottura provetta in centrifuga in centrifuga Aliquote scarse ALIQUOTAZIONE

3

Operatore Comportamenti

Provetta vuota

TRATTAMENTO

13 13

Operatore Comportamenti

Coagulato (per test da sangue intero) VERIFICA IDONEITA' CAMPIONE

1 1

Non completa

Campione insufficiente VERIFICA CONFORMITA' CAMPIONE

3 3

Errata ora/data di programmazione Provetta non idonea all'esame richiesto

VERIFICA CONTENITORE

3 3

Scambio di provette

Operatore Comportamenti

1

4

1

7

2

4

3

27

2

Analizzando l’intera fase preanalitica si è calcolato l’Indice di Priorità di Rischio che prende in considerazione 3 variabili: severità S, probabilità P, rilevabilità R : IPR= S x P x R Tale indice consente di stabilire una scala di priorità di intervento: gli step con IPR più elevato sono quelli su cui intervenire con maggiore tempestività (tab. 2). Si è calcolato che il rischio specifico dell’ambito era di 27; dopo le azioni di miglioramento il rischio ipotetico era di 14 (tab. 3).

Tabella 2 Attività del processo

RISULTATI

N° campioni Coordinatore insufficienti/numero di infermieristico provette N° campioni grossolanamente Coordinatore coagulati/numero di infermieristico provette con test da sangue intero

27

rischio alto

RISCHIO IPOTETICO DOPO AZIONI DI MIGLIORAME NTO

14

rischio medio

Tabella 3

CONCLUSIONI È necessario sviluppare una “cultura del rischio” orientata alla prevenzione e fondata sulla convinzione che gli errori, se rilevati e analizzati in maniera metodologicamente corretta, rappresentano una preziosa opportunità di miglioramento (fig.1). D’altra parte l’approccio FMECA non si presenta scevro di inconvenienti. Vantaggi e svantaggi di questo metodo sono riassunti in figura 1.

Figura 1


POSTER GALLERY CONTRIBUTI A SCIENTIFICI TEMA LIBERO DELL’AOU CAREGGI

GESTIONE DELL’ERRORE NELLA FASE ANALITICA A. Fanelli1, P. Bordonaro1, G.L. Campanile1 S. Rapi1, A. Rogolino1, B. Salvadori1, F. Cesari1, A. Mongia1, A. Carbone1, A. Bonari1 T. Biagioli1, M. Brogi1, L. Lanzilao1, A. Aldinucci1, N. Cini1, F. Luceri1, L. Cestelli2, F. Ciavarelli2, E. Milletti2; L. Morena2. 1. Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi 2. Università degli Studi di Firenze

INTRODUZIONE

Data NORMATIVE, Output Funzione aziendale responsabile del Input Risorse significative PROCEDURE, aggiornament Numero revisione (beneficiario del processo (avvio del processo) ai fini del processo REGOLAMENTI processo) o mappatura

Nome del processo

Methodology Analitica

La sicurezza dei pazienti è uno dei fattori determinanti la qualità delle cure e pertanto è uno degli obiettivi prioritari che il Servizio Sanitario Nazionale si pone. Lo sviluppo di interventi efficaci è strettamente correlato alla comprensione delle criticità dell’organizzazione e dei limiti individuali. All’interno del Laboratorio la fase analitica rappresenta una fase importante del processo; lo scopo di questo studio è stato di analizzarla attraverso il metodo FMECA.

MATERIALI E METODI La FMECA opera l’analisi dei processi e interviene sugli outcomes indesiderati prima che essi accadano (approccio proattivo) e quantifica la severità delle conseguenze di un errore. Essa incorpora un sistema per stabilire, attraverso alcune variabili, delle priorità secondo cui pianificare e intraprendere delle misure correttive attraverso le seguenti fasi: • Scelta del processo: verifica arrivo dei campioni, verifica richiesta, verifica contenitore, verifica conformità campione, verifica idoneità campione, trattamento, centrifugazione e aliquotazione. • Costruzione del team di lavoro • Analisi di ciascun processo • Analisi del rischio attraverso l’identificazione delle modalità di errore per ogni step e la descrizione degli effetti di ogni errore individuato • Azioni correttive e verifica dell’efficacia

Calibrazione e/o taratura (per campioni area siero/plasma) Esecuzione CQI Analisi e validazione CQI

Accensione strumentazione e verifica del check automatico: quantità di reagenti e consumabili a bordo, linee analitiche attive (strumenti area Procedure operative di settore analitico siero), sistema funzionante Analisi di una serie di soluzioni standard a concentrazione nota per produrre la curva di calibrazione/taratura. Si stabilisce la relazione tra Procedure operative di settore analitico reazione chimica e quantità analitica Analisi di campioni standard a concentrazione nota al fine di controllare la prescisione del sistema, cioè che questo rimanga stabile tra una Procedure operative di settore analitico calibrazione ed un'altra ove presente controllo della coerenza dei dati con i target predefiniti

procedure operative di settore analitico

Analisi strumentale

Analisi strumentale del campione di sangue intero o siero/plasma

Validazione dei risultati strumentali

Analisi dei risultati strumentali dei campioni analizzati, singolarmente o solo quelli bloccati da regole preimpostate nei middleware

Attività del processo

Allestimento strumentazione analitica

EVENTO CRITICO (failure mode)

Categoria impatto

Malfunzionamento strumentazione analitica e sistemi di allarme (mancato rispetto calendario manutenzione apparecchi)

Operatore

Comportamenti

Indice di danno (D)

Mancata esecuzione Mancato inserimento CQI target nuovo lotto Dati non coerenti con i target

Malfunzionamento sistemi di allarme

Caricamento mancato o non corretto NON conformità reagenti

Campione non aspirato

Revisione morfologica mancata o errata o incompleta Inserimento mancato o errato o incompleto

Dirigente

Indice di Valore di rischio Azione di rilevabilità (R) PxDxR miglioramento

P

D

Caricamento dei campioni su analizzatori

R

PxDxR

1

4

1

7

0

4

1

7

0

Non conformità relative a calibrazionie/o tarature Calibratori difettosi, mal conservati o scaduti

1

4

2

11

0

Non conformità relative a calibrazionie/o tarature, Mancata effettuazione della calibrazione e/o taratura

1

4

1

7

0

Non conformità CQI Materiali per CQI difettosi, mal conservati o scaduti

1

1

4

3

0

Non conformità CQI Errata interpretazione della validità del saggio

1

4

1

7

0

1

4

1

7

0

1

3

1

5

0

2

3

1

9

0

Operatore

Comportamenti

Campioni non conformi a standard predefiniti Accettazione dei campioni nel settore

Provetta non conforme (campione vuoto, provetta non conforme, anticoagulante non idonea)

2

3

1

9

0

Blocco gestionale informatico

1

4

1

7

0

NON conformità reagenti

1

4

1

7

0

Campione non aspirato Test eseguito non correttamente

2 2

3 3

1 1

9 9

0 0

Validazione dei risultati strumentali

Generazione risultati errati o incompleti per regole di validazione non adeguate o non controllate o non rispettate

2

3

1

9

0

Revisione morfologica dello striscio periferico

Revisione morfologica mancata o errata o incompleta

1

4

2

11

0

Inserimento di commenti interpretativi

Inserimento mancato o errato o incompleto

1

4

2

11

0

Risultati non attendibili

1

4

1

7

0

Blocco gestionale informatico

1

3

3

9

0

Interpretazione e validazione risultati

Operatore

Comportamenti

Rilascio risultati e refertazione

Ritardo nel rilascio del risultati

Operatore

Comportamenti

2

4

1

13

Conservazione campioni

Campione non conservato correttamente in laboratorio nelle 24h successive all'arrivo

Operatore

Comportamenti

2

3

1

9

3

1

3

Si è calcolato che il rischio specifico dell’ambito era di 13; dopo le azioni di miglioramento il rischio ipotetico era di 5.

13

rischio medio

1

Caricamento mancato o non corretto

Analizzando l’intera fase analitica si è calcolato l’Indice di Priorità di Rischio che prende in considerazione 3 variabili: severità S, probabilità P, rilevabilità R : IPR= S x P x R Tale indice consente di stabilire una scala di priorità di intervento: gli step con IPR più elevato sono quelli su cui intervenire con maggiore tempestività.

RISCHIO SPECIFICO DELL'AMBITO

Malfunzionamento strumentazione analitica e sistemi di allarme ( blocco strumentazione)

Non conformità CQI Mancata effettuazione del CQI previsto/Errore nella programmazione del CQI

CQI scaduto

RISULTATI

Mancata lettura codice a barre

Calibrazione e/o taratura

Esecuzione CQI

Errata ricostituzione soluzioni standard

Problemi regole validazione

Dirigente

Procedure operative di settore analitico

Indice di Categoria causa probabilità danno (P)

TSLB

TSLB

Revisione morfologica dello Revisione all'analizzatore di immagini degli strisci di sangue periferico dei striscio periferico Procedure operative di settore analitico campioni con flag qualitativi di anomalia (ematologia) Inserimento manuale di commenti interpretativi del dato analitico, standardizzati o a tema libero

Curva di calibrazione Errata ricostituzione non conforme ai limiti soluzioni standard predefiniti

dirigente

Dato analitico

EVENTO CRITICO 2 EVENTO CRITICO 3 EVENTO CRITICO 4 (failure mode) (failure mode) (failure mode)

TSLB

TSLB

Procedure operative di settore analitico

EVENTO CRITICO 1 (failure mode)

TSLB

TSLB

Procedure operative di settore analitico

IL operative strumentali, IL Persone e strumenti to this section. gestione CQI, IL NC

Malfunzionamento strumentazione analitica e sistemi di allarme

TSLB

Caricamento dei campioni su caricamento delle provette di sangue intero o centrifugate allocate negli procedure operative di settore analitico analizzatori appositi rack strumentali

Inserimento di commenti interpretativi

2

Altri attori che Attore 1 / responsabile partecipano alla attività fase

Descrizione attività

Allestimento strumentazione analitica

08/06/2018

Add your information, graphs and images

Attività/fasi del processo

Analisi strumentale

Attraverso l’utilizzo del metodo FMECA si è analizzato l’intero processo analitico per identificare le possibili modalità di errore o di insuccesso, le loro cause e i loro effetti sulla performance di ciascuna sua fase.

Direttore Laboratorio Generale

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Campione da analizzare

1

5 0

RISCHIO IPOTETICO DOPO AZIONI DI MIGLIORAMENTO

5

rischio basso

Responsabile del Indicatore/ Misura di miglioramento monitoraggio

CONCLUSIONI È necessario sviluppare una “cultura del rischio” orientata alla prevenzione e fondata sulla convinzione che gli errori, se rilevati e analizzati in maniera metodologicamente corretta, rappresentano una preziosa opportunità di miglioramento (fig.1). D’altra parte l’approccio FMECA non si presenta scevro di inconvenienti. Vantaggi e svantaggi di questo metodo sono riassunti in figura 1.


POSTER GALLERY CONTRIBUTI A SCIENTIFICI TEMA LIBERO DELL’AOU CAREGGI

Intervento abilitativo precoce 0-3 anni Promuovere lo sviluppo globale del bambino con deficit visivo e la relazione con i genitori

Centro Integrato per l’Educazione e la Riabilitazione Visiva “C. Monti “ - Modulo Età Evolutiva L. Laureti1, A. Bernabei2, V. Nucci3, M.V. Cenerini4, S.Frosini5, P. Fortunato6, E. Falchini7, L. Corsi 8, E. Franchi9 A.O.U. Meyer, 2, 3 I.Ri.Fo.R. Regionale Toscano-Onlus, 9 Biblioteca Nazionale per Ciechi Regina Margherita

1, 4, 5, 7, 8 A.O.U. Careggi Firenze, 6

Introduzione • Le ultime stime dell’OMS su cecità e ipovisione rilevano che 19 milioni di bambini siano ipovedenti • Nei paesi con economie avanzate la migliorata assistenza neonatologica ha aumentato la prevalenza di patologie legate alla prematurità, tra cui le retinopatie del pretermine e i disordini visivi di origine centrale • La compromissione visiva congenita determina rischi di sviluppo, interferisce con numerose aree di funzionamento, compromettela capacità del bambino di partecipare attivamente al proprio contesto di vita • Le minorazioni visive nella prima infanzia sono spesso associate ad altri disordini o patologie come sindromi genetiche, disturbi metabolici, encefalopatie L’accesso ai servizi di riabilitazione visiva risulta dunque indispensabile per ridurre le disabilità

Metodi e materiali

Risultati e Conclusioni

Secondo le linee guida dell’OMS e del Ministero della Salute, la complessità dei quadri clinici in età evolutiva richiede la progettazione di interventi di tipo preventivo e riabilitativo, aventi la finalità di sostenere il miglior adattamento possibile del soggetto al proprio contesto di vita, promuovendone lo sviluppo psicologico e personale. La presa in carico del bambino con disordine visivo deve essere dunque globale e non può prescindere dal comprendere, coinvolgere e mettere al centro la sua famiglia, considerandone i bisogni, le aspettative e le difficoltà

Misurazione dell’outcome

2 Oculisti, 1 Ortottista, 2 Terapiste della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, 1 Psicologo-psicoterapeuta, 1 Operatrice pedagogica di intervento precoce domiciliare, 1 Istruttrice di orientamento e mobilità, 1 Tiflologa

Percezione della qualità delle cure

Equipe

Destinatari

Bambini in età 0-3 anni con deficit visivo in quadri clinici complessi e loro genitori. Il ciclo abilitativo si attiva contemporaneamente per 5 bambini

Finalità generali

Obiettivi specifici

Per il bambino • Promuovere la maturazione delle competenze visive di base all’interno di una finestra temporale ritenuta “critica” per il bambino • Promuovere l’integrazione sensoriale, le competenze motorie e comunicative Per il genitore • Aiutare a comprendere aspetti specifici del comportamento visivo e globale del bambino, rafforzando le risposte sensibili ai suoi segnali • Promuovere relazioni di attaccamento sicuro • Favorire la sintonizzazione e le competenze comunicative valorizzando le capacità di cura possedute • Condividere modalità interattive efficaci, azioni e giochi per sollecitare l’esercizio della funzionalità visiva anche nel contesto familiare

Razionale deil’intervento

Ø Efficacia degli interventi a breve termine sulla sensibilità genitoriale (3) Una meta-analisi degli interventi focalizzati sulla sensibilità genitoriale e sulla qualità delle relazioni di attaccamento genitore-figlio ha indicato che interventi a breve termine focalizzati sulla genitorialità sensibile sono più efficaci di quelli a lungo termine (più di 16 sedute) con un ampio focus (1) Karmiloff-Smith 2009 Nativism versus neuroconstructivism: rethinking the study of developmental

disorders (2) Bowlby, J. 1982 Costruzione e rottura dei legami affettivi; Ainsworth M,D.S.. Blehar M.C., Waters E. e Walls S. 1978 Patterns of attachment: A psychological study of the strange situation, Lawrence Erlbaum Associates Publishers, Hilldale (3) Bakermans-Kranenburg et al., 2003 Less is more: meta-analyses of sensitivity and attachment interventions in early childhood Psychol Bull. 2003 Mar;129(2):195-215.

Questionario OSS-Cam Orbetello Satisfaction Scale for child and adolescent mental health services - Gigantesco, Camuffo, Mirabella, & Morosini, 2005 Punteggi rilevati dal questionario - Scala da 1 a 10 QUESTIONARIO OSS-CAM

• Promuovere lo sviluppo globale e prevenire le conseguenze secondarie dovute alla mancata integrità della funzione visiva • Offrire ai genitori un supporto puntuale per promuovere la relazione con il proprio bambino, la cui positività costituisce un fattore protettivo dello sviluppo • Favorire la condivisione dell’esperienza con altri genitori al fine di creare un vissuto comune in cui potersi confrontare, sentirsi meno soli e più fiduciosi nelle proprie capacità genitoriali • Integrare l’attività svolta dai servizi ospedalieri e territoriali nel delicato post-diagnosi e nei primi anni di crescita del bambino

Totale punteggi

Orbetello Satisfaction Scale for child and adolescent mental health services 1. L’ACCESSO AL SERVIZIO 9 9 7 10 2. GLI AMBIENTI DEL SERVIZIO 8 9 8 10 3. LO STILE DI LAVORO DEGLI OPERATORI 10 10 10 10

10 10 10

45 su 50 45 su 50 59 su 60

4 L’ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO 5. IL VOSTRO COINVOLGIMENTO 6. IL RISULTATO DELL’INTERVENTO 7. CONCLUSIONI GENERALI

57 su 60 57 su 60 57 su 60 58 su 60

TOTALE PUNTEGGIO PER OGNI FAMIGLIA

9 10 10 10

10 9 9 9

10 10 10 10

10 10 10 10

10 10 10 10

66/ 70

65/ 70

65/ 70

70/ 70

70/ 70

PENSIERI IN LIBERTÀ SCRITTI DAI GENITORI

«C’è un “insieme” a cui abbiamo sentito di appartenere; professionisti che si sono spesi per il bene della nostra bambina, che si sono interrogati e hanno pensato al meglio per lei insieme a noi, ascoltandoci e supportando anche le nostre difficoltà, i dubbi e le fatiche» «Gli incontri sono stati un momento di scambio di idee, di esperienze, ma anche inevitabilmente un momento di condivisione delle paure e delle tristezze» «Consiglierei questo percorso di crescita, di condivisione, di motivazione…. non ti senti solo e quel buio che circonda il nostro bambino non è più così spaventoso come noi vedenti possiamo immaginarci» «Con voi ho iniziato a vedere la mia bambina per come è, senza paragoni» «Quando abbiamo tutti insieme capito ch e fissava la luce per qualche secondo… è stata un’emozione fortissima, una voce da dentro che ci ha detto: dai, insieme ce la possiamo fare!»

Macro rete toscana per le disabilità visive in età evolutiva

Ø Prospettiva neurocostruttivista (1) • Sviluppo inteso come reciproca e continua interazione tra geni, maturazione cerebrale, corpo, ambiente fisico e sociale • Agire in un momento nel quale il cervello ha una fortissima interconnessione e plasticità influisce in modo più fruttuoso sulle atipie delle traiettorie evolutive Ø Teoria dell’attaccamento (2) • I genitori di bambini con disabilità possono sperimentare più stress e sentirsi meno competenti nel loro ruolo genitoriale. • La tensione sulla relazione genitore-figlio può manifestarsi in una reattività sensibile parentale ridotta e in un attaccamento insicuro

• Visita oculistica a inizio e fine ciclo • Videoregistrazioni • Scheda di osservazione neuropsicomotoria S.O.N. di G. Gison, E. Minghelli, V. Di Matteo in entrata e uscita

Servizi sanitari di 3° livello A.O.U. Stamperia Braille Scuola Nazionale Cani Guida Regione Toscana

Organizzazione del ciclo trimestrale

12 incontri individuali ambulatoriali 1 incontro domiciliare: osservare il bambino nel suo ambiente, suggerire e condividere con il genitore adattamenti per giochi, posture, luminosità, contrasti 1 incontro presso nido/scuola materna: osservare il bambino nelle routine e nella relazione con i coetanei, confrontarsi con educatori e insegnanti 2 incontri di gruppo di sensibilizzazione al massaggio infantile, forma di comunicazione profonda basata sul dialogo tonico e su sollecitazioni tattili e propriocettive che aiutano la sintonizzazione genitore-bambino e la percezione del corpo 3 incontri di gruppo per i genitori • presentazione del ciclo e conoscenza reciproca • laboratorio di costruzione giochi incentrato sul riconoscimento dei bisogni e degli interessi dei propri figli • confronto sull’esperienza vissuta per dare voce alle emozioni provate, condividere timori, segnalare agli operatori criticità e/o miglioramenti

4

Meyer, Careggi, Pisa, Siena

Servizi sanitari di 2° livello C.E.R.V.Fi-Pi-Si IRCCS Stella Maris

Bambino Famiglia Associazioni

Servizi Territoriali

U.I.C.I. I.RI.FO.R I.A.P.B.

neuropsichiatria infantile e riabilitazione

Servizi Educativi

Centro Consulenza Tiflodidattica


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Handover: applicazione interdipartimentale in AOU Careggi in diversi setting assistenziali Gasperoni Silvia, Graziani Paola, Signorini Patrizia DAI Oncologico e Chirurgia ad indirizzo robotico, ADO testa collo Dai NMS e OS, DAI Anestesia e rianimazione INTRODUZIONE

METODOLOGIA

Dalla mappatura dei processi alle check di autovalutazione per il processo di accreditamento è emerso un piano di miglioramento comune interdipartimentale volto a implementare l’handover INTERNO-ESTERNO in diversi setting assistenziali

La rilevazione delle criticità con incontri strutturati di equipe ha condotto ad AUDIT proattivi di processo con piano di miglioramento comune integrato

RISULTATI

HANDOVER Ambulatori chemioterapici

Conclusioni L’implementazione dell’Handover nei diversi setting assistenziali condivide come comune denominatore:

• L’INFORMATIZZAZIONE DELL’HANDOVER • La valutazione di INDICATORI DI RISULTATO

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La Peer Education come strategia di promozione dalla salute e fertilità nei giovani: dall’esperienza alla ricerca di nuovi scenari Valentina Basile Irene Graziani Francesca Piazzini Paola Stiberc Introduzione La salute riproduttiva nei giovani ricopre un ruolo centrale nella collettività. Nell’ambito specifico della tutela della fertilità lo Studio Nazionale Fertilità del Ministero della Salute ha messo in luce la frequente sovrastima delle proprie conoscenze e l’importanza della scuola come luogo strategico per la corretta informazione. Fra le strategie educative scolastiche di promozione della salute presenti sul territorio vediamo promossa e utilizzata con successo la Peer Education focalizzata sullo sviluppo fra pari delle competenze. Nell’ambito di due Tesi di Laurea in Ostetricia è stata possibile la partecipazione di due laureande al progetto 'Cittadini della Salute: la Peer education per la promozione dell‘ affettività e della sessualità consapevole‘ attivo nelle

scuole di Prato dal 2004.

Materiali e Metodi

Conclusioni

Sono state condotte due indagini in ambiti specifici: S1))La figura del Peer Educator S2)Le conoscenze dei giovani nello specifico ambito della fertilità. Disegno di Studio: S1:Osservazionale retrospettivo S2: Trasversale Strumento Questionario anonimo (scala Likert + single item) Diffusione e campione: S1)Direttamente ai peer educator (41 interviste) S2) Su piattaforme social (343 interviste) età 18 – 25 aa

I risultati evidenziano conoscenze inadeguate sul tema della fertilità e scarsa diffusione dei corsi di educazione alla salute sessuale: non sembra esserci tuttavia correlazione significativa fra corsi svolti e lacune: ciò suggerisce non solo la necessità di diffondere cultura e formazione sulla salute ma anche l’ importanza di proporre attivamente argomenti strategici a lungo termine come la fertilità. Per quanto riguarda la Peer Education I dati mostrano un ottimo gradimento del metodo e suggeriscono che può essere positivo ampliare l’offerta dei percorsi Peer . I giovani mostrano interesse sia alla prevenzione delle IST che a vari ambiti trasversali come la fiducia , l’immagine di sè e la genitorialità

Quali di questi fattori possono influenzare la fertilità?

200

Quali di questi argomenti vorresti che fossero maggiormente trattati nei corsi ?

Quando pensi che possa esserci una riduzione della fertilità nella donna?

185

180

165

160 142

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140 120 100 80 80 60 40 20 0

51

58

Per niente Poco Abbastanza Molto

14,2% 15,7%

2,9% 2,9%

26,2%

11,6%

26,5%

< 30 anni 30 - 34 35 -39 40 - 44 45 - 49 > 50 Non so

Bibliografia ISS, Ministero della Salute (2019). Principali risultati del Progetto “Studio Nazionale Fertilità” “Salute e benessere a scuola. Programma di attività per la promozione ed educazione salute 2018 – 2019.” Azienda USL Toscana Centro, UFC Promozione della Salute. .

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alla


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USO DELLA WEBMAIL COME STRUMENTO DI COMUNICAZIONE CON L’UTENZA PER IL MONITORAGGIO DEGLI ESITI CLINICI IN PMA. Basile Valentina ; Panunzio Loriana; Piazzini Francesca; M.E. Coccia AAA Ambulatori fisiopatologia della riproduzione e SODc PMA - AOU Careggi

Introduzione

Materiali e Metodi

Risultati

I percorsi di PMA si caratterizzano per l’impatto dal punto di vista biologico, sociale, psicologico ed organizzativo su individuo e coppia. L’eterogeneità della provenienza e la complessità del percorso possono essere fattori critici qualora si rendano necessari contatti urgenti . Per favorire una comunicazione più snella e immediata con l’utenza il Centro PMA dell’AOU Careggi ha attivato, oltre a recapiti telefonici dedicati, alcuni indirizzi mail specifici per percorso di cura. A tal fine nel Gennaio 2016 è stata attivata casella e- mail dedicata al monitoraggio degli esiti clinici (invio risposte test di gravidanza ed ecografia ostetrica di conferma di gravidanza clinica): PMAgravidanza@aou-careggi.toscana.it L’Ostetrica/o è responsabile dell’apertura della e-mail prendendo in carico le richieste della coppia e si interfaccia con l’equipe multidisciplinare al fine di dare all’utenza una risposta appropriata in relazione al quesito posto

Sono state prese in considerazione le mail giunte alla mail dal 01/10/2018 al 25/09/2019, cioè dalla migrazione della mail sul server attuale. Nel periodo analizzato sono state ricevute 2000 mail, con una media di 38 a settimana. Di queste, sono state selezionate casualmente 100 mail e sono state raggruppate per tipologia di richiesta.

Dall’analisi dei dati emerge che ü il 47 % comunicazione dell’‘esito di gravidanza ü il 19% follow up gravidanze e nati concepiti da tecniche di PMA ü il 13% a quesiti clinici o terapeutici(13%) unitamente a problematiche inattese o accessi al pronto soccorso comunicati(2%) ü 14% si divide fra gestione del percorso e informazioni di carattere generale. ü Una parte (5%) resta dedicata alle richieste di scheda dati relative alla donazione per le coppie del percorso eterologa.

dal 01.10.18 al 25.09.19 Numero mail ricevute :2000 N. campione: 100

Conclusioni L’elevata affluenza delle richieste mostra l’utilità e la compliance per l’utenza nell’uso della web mail. Fra i vantaggi vediamo la facilità di utilizzo e l’opportunità di ricevere documenti e poterli allegare direttamente nella cartella clinica informatizzata. Ciò snellisce sicuramente la procedura di raccolta delle informazioni utili al follow up delle gravidanze e alla successiva trasmissione dei dati al Registro Nazionale PMA dell’Istituto Superiore di Sanità, come da obbligo di legge per i centri PMA nazionali. Essa ha inoltre assunto nel tempo funzione di richiesta informazioni, di comunicazione, di primo contatto in casi critici e,al bisogno, di sostegno. Questo fenomeno suggerisce inoltre la necessità di elaborare ed implementare strategie di presa in carico della coppia nel percorso.

Lo scopo di questo studio è quantificare e classificare le richieste pervenute alla mail con l’obiettivo di comprendere l’effettiva utilità ed il possibile impatto dello strumento sia sull’utenza sia in termini organizzativi.

La figura dell’Ostetrica/o può rivelarsi un punto di riferimento per la trasversalità di competenze in ambito clinico, nell’accoglienza e nel sostegno alle coppie che affrontano questo momento delicato del percorso di Procreazione Medicalmente Assistita.

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Il Perineo dopo il Parto Vaginale: Variabili Intrapartum e Outcome Francesca Piazzini e Giulia Piccardi Ostetriche AOU Careggi

Background e Razionale

Risultati

Conclusioni

La letteratura scientifica ha dimostrato grande interesse riguardo le problematiche inerenti il perineo femminile nel post partum. Esse sono fenomeni che interessano la qualità di vita delle donne, sia per quanto riguarda la sfera funzionale che sessuale. È dimostrata l’efficacia di trattamenti adeguati; ciononostante il fenomeno resta spesso sottostimato e di conseguenza poco trattato a causa della scarsa manifestazione del problema da parte delle donne stesse.

. Materiali e metodi

Obiettivo dello studio: Indagare la prevalenza di problematiche perineali e il relativo atteggiamento delle donne .Popolazione: Donne maggiorenni con parto vaginale a termine in assenza di complicazioni specifiche Campione 92 Donne T0 77 Donne T2(Perse al follow up 24,5%) Disegno di Studio: Osservazionale Prospettico Strumento: Intervista in presenza T0 Intervista telefonica T1 e T2 Fattori indagati: • Anamnesi ostetrica • Dolore perineale • Incontinenza • Attività sessuale • Compliance • Accesso ai servizi.

E’ stata condotta un’analisi distinta per presenza o assenza di fattori di rischio specifici; tuttavia , anche data la limitata numerosità del campione, nei due gruppi non sono emerse differenze statisticamente significative

Accesso ai Servizi in Donne con Problematiche Perineali a T2 No; 33; 92%

Sì; 3; 8%

A fronte delle problematiche percepite e riferite dal 53% delle donne a due mesi dal parto, si nota che solo il 6% si è rivolta ai servizi sanitari.; l 37% del campione dichiara di non avere ancora ripreso l’attività sessuale. Ciò ribadisce quanto emerge dalla letteratura e delinea l’importanza di creare una cultura specifica e di offrire servizi adeguati. così come i contatti con i servizi territoriali preparto possono essere due momenti strategici di contatto fra i professionisti e la donna per fornire informazioni corrette sul perineo, sui servizi disponibili, la prevenzione delle complicanze a lungo termine e per rafforzare una cultura di salute psicofisica e sessuale. Bibliografia Vasanth Andrews, Ranee Thakar, Abdul H. Sultan, Peter W. Jones Evaluation of postpartum perineal pain and dyspareunia — A prospective study European Journal of Obstetrics & Gynecology and Reproductive Biology 137 (2008) 152–156 Elharmeel SMA, Chaudhary Y, Tan S, Scheermeyer E, Hanafy A, van Driel ML Surgical repair of spontaneous perineal tears that occur during childbirth versus no intervention (Review) Cochrane Database of Systematic Reviews 2011 Torrisi, Minini,Bernasconi, Perrone, Trezza, Guardabasso, Ettore A prospective study of pelvic floor dysfunctions related to delivery EJ of Obstetrics & Gynecology and Reproductive Biology 160 (2012)

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Ottimizzazione ed implementazione dell’handover in area di degenza medica

Laura Doni*, Sergio Generini1, Carlotta Ottanelli1, Giacomo Laffi1, Silvia Gasperoni2 *Correspoding author, S.C. Oncologia Medica; 1 S.C. Medicina Interna ed Epatologia; 2 CRM Dipartimento Oncologico AOU Careggi Firenze (Italy)

Introduzione

Materiali e Metodi

Risultati

Conclusioni

L’handover è un momento delicato del processo assistenziale, associato a potenziale rischio per il paziente.1 Si stima che il deficit di comunicazione durante l’handover sia responsabile del 30% dei contenziosi per malpractice, per un costo di 1,7 miliardi di dollari all’anno.2 L’entità del rischio dipende da vari fattori: caratteristiche del paziente, turnover, numero dei letti, numero di équipe mediche, numero di specialistiche. Il presente lavoro descrive il processo di ottimizzazione e di implementazione dell’handover tra medici in un’area di degenza dell’A.O.U. Careggi in cui insistono 4 specialistiche, tra le quali il Centro di Riferimento Regionale per le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali e quello per la Celiachia. Le caratteristiche dei pazienti sono molto variabili. I team medici sono costituiti da personale con diverse conoscenze e diverso profilo di responsabilità (medici specialisti affiancati da medici in formazione specialistica). Ogni giorno, ad esclusione dei giorni festivi, sono almeno 3 i momenti codificati in cui avviene il passaggio delle consegne.

La prima fase del processo ha analizzato il contesto rilevando le variabili presenti come possibili fattori di rischio. Poi è stata esaminata la modalità di handover in uso , strutturata sia verbalmente che con modalità scritta, ma ridondante, con trasferimento di informazioni irrilevanti, non standardizzata e non tracciabile. Si sono poi definite le informazioni rilevanti e sufficienti, strutturandole secondo l’acronimo: S: situazione A: anamnesi D: decorso D. da fare I: indice gravità Per consentire la tracciabilità è stata ottimizzata una sezione della cartella elettronica in uso. Infine è stata redatta un’istruzione di lavoro condivisa collegialmente.

Il processo di ottimizzazione illustrato ha consentito di raggiungere dei primi importanti risultati: - Coinvolgimento attivo di tutto il personale medico con conseguente sensibilizzazione, responsabilizzazione e formazione sul tema dell’handover - Standardizzazione - Immediata tracciabilità attraverso un supporto elettronico con conseguente impatto positivo anche a livello economico ed ambientale (completa abolizione del supporto cartaceo)

La Regione Toscana con decreto n.913 del 2016 ha attestato l’handover tra le buone pratiche per la sicurezza del paziente. Tuttavia, la cultura dell’handover deve essere implementata. Il lavoro ha rappresentato un’esperienza positiva con immediati riscontri pratici che dovranno essere meglio quantificati (tempo impiegato nell’handover, numero di interventi medici non congruenti con le consegne, impatto culturale) Un elemento di debolezza del modello adottato, che meriterà una riflessione futura, riguarda la comprensione delle informazioni da parte del ricevente

Bibliografia 1. Regione Toscana: “Handover- Passaggio di consegne tra équipe medico assistenziali all’interno di un percorso clinico” 2. CRICO Strategies. Malpractice risk in communication failures; 2015 Annual Benchmarking Report. Boston

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L’IMPATTO DELLA PRESENZA COSTANTE DEL FISIOTERAPISTA RESPIRATORIO IN TERAPIA INTENSIVA: ANALISI COMPARATIVA Giulia Montigiani, Davide Papi Fisioterapisti SodNeuroanestesia e Rianimazione AOUC Luca Bucciardini Dirigente medico Sod Neuroanestesia e Rianimazione AOUC

OBIETTIVO: L’utilità del fisioterapista (FT) inserito nell’equipe multidisciplinare in Terapia Intensiva (TI) è già nota e fortemente raccomandata in letteratura. Tuttavia non tutte le realtà italiane hanno disponibilità di questa figura in modo costante in questi reparti. L’Azienda Ospedaliera di Careggi dal 2017 ha deciso di investire sulla presenza costante del FT in TI per ridurre i tempi di immobilizzazione e quindi di degenza dei pazienti. Questo lavoro nasce dall’esigenza di misurare l’efficienza e l’efficacia dell’inserimento di due FT specializzati nell’ambito respiratorio, in modo costante, in TI. MATERIALI E METODI: In questo studio retrospettivo, effettuato presso la TI neuro anestesia e rianimazione dell’Ospedale di Careggi a Firenze, si confrontano tre periodi di nove mesi ciascuno, in tre anni consecutivi: nel 2016 i fisioterapisti sono chiamati solo su consulenza e su richieste random dei medici; nel 2017 e nel 2018

sono presenti in modo costante due FT che hanno effettuato e ultimato la specializzazione universitaria in fisioterapia respiratoria. Gli indicatori presi in considerazione sono prevalentemente: numero di pazienti decannulati e grado di disabilità alla dimissione.

la mortalità, ma le evidenze scientifiche asseriscono che riduce i tempi di degenza e migliora l’outcome funzionale dei pazienti ricoverati in terapia intensiva. La nostra osservazione si pone in sintonia con questa tendenza della letteratura.

RISULTATI: E’ stato osservato che, rispetto al 2016, negli anni 2017 e 2018 l'inserimeto di due unità specializzate ha permesso di aumentare il numero di pazienti svezzati dal ventilatore e dalla cannula tracheotomica passando in quest'ultimo caso dal 9% ad oltre il 40% del totale dei pazienti tracheotomizzati.

200

CONCLUSIONI: I dati indicano che la presenza costante del FT in TI specializzato nell’ambito respiratorio ha inciso significativamente sull’aumento dell’autonomia respiratoria. Come ci indica la letteratura, non è stato ancora dimostrato che la fisioterapia possa ridurre

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