iMag 54 marzo

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mappa

n° 54 marzo 2011

riflessi Simona Roveda

scatti YouImpact

calamite Note dal mondo Note da LifeGate

incontro Dominique Lapierre

incontro Stefano Accorsi e Pierfrancesco Favino

Terra Ora è caccia alle baleniere


mappa

n° 54 marzo 2011

germogli urbani Speciale case sugli alberi

segnali di stile Eco mobilitĂ

segnali di stile Eco tech

segnali di stile Eco design

segnali di stile Eco cose

fermo immagine Argentina. La terra di tutte le terre


mappa

n째 54 marzo 2011

dolce vivere Contro i ladri di giovent첫

dolce vivere Semplicemente giovani!

dolce vivere Ricetta. Riso freddo agli agrumi

suoni e parole Verdena

suoni e parole Playlist LifeGate Radio

suoni e parole Shane Jones, Francesca Melandri, Luca Scarlini



riflessi

Simona Roveda

S

tiamo assistendo a una situazione drammatica in Libia. La soppressione di ogni diritto umano. I recenti scontri hanno dimostrato la gravità di una vera carneficina allo scopo di porre fine alla ribellione di un popolo represso per lungo tempo da un regime di sofferenze fisiche e mentali. Molti uomini mettono a repentaglio la propria vita per la loro libertà e quella del loro paese. In nome di interessi economici e finanziari spesso si stringono amicizie pericolose, senza pensare alle possibili conseguenze. E’ facile ignorarle e più conveniente non vedere la verità. Ora si biasima tutto, siamo bravi a stupirci, inorridiamo di fronte a tale scempio. Siamo anche commossi e pensiamo di rimediare con aiuti umanitari. C’è da chiedersi se non era prevedibile. E nel mondo, quanta altra malvagità. I paesi sono sempre più interdipendenti e diventa indispensabile considerare per prima cosa le azioni nell’interesse comune. Ma ciò che avviene intorno è il riflesso di noi stessi, della parte egoista e opportunista della nostra personalità. Un male oscuro che divora l’anima e i sentimenti. Perché tutto questo non accada più è doveroso che ognuno si confronti in profondità con la propria coscienza. Un percorso che richiede coraggio e impegno, ma è la via della rinascita. È necessario capire per cambiare, perché il ruolo dell’uomo sul pianeta è creare e non distruggere. È amare per vivere. L’obiettivo è la coesistenza pacifica e solidale tra nazioni e popoli. La speranza di ritrovare la dignità, assaporare l’onestà e il rispetto per guardare a un futuro che unisce e non divide. Per una società e una politica che lavori per tutti. m riflessi su lifegate.it


scatti

Danza delle streghe sui trampoli


scatti

Saggio in bianco e nero


scatti

Ronda mattutina


scatti

Scolpiti nel tempo


scatti

Gossip


scatti

Tra natura e colori


calamite Tommaso Perrone

Note dal mondo Rubbia va in India Una centrale solare termodinamica (a concentrazione) sarà costruita nel deserto del Rajasthan sulla base della tecnologia ideata dal premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia. Analoghi impianti sono già in funzione in Spagna e in California, ed è appena stata costituita una joint-venture spagnola-cinese per costruirli in Cina. In Italia l’unico impianto sperimentale è in Sicilia, ed è chiuso. m leggi l’approfondimento su lifegate.it

L’Italia è (quasi) in linea con gli obiettivi di Kyoto Nel 2010 le emissioni nazionali di CO2 si sono ridotte di circa il sei per cento rispetto ai livelli del 1990. È quanto emerge dallo studio della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile presieduta da Edo Ronchi che, ai tempi dell’adesione dell’Italia al Protocollo di Kyoto, era ministro dell’Ambiente. L’obiettivo finale è di ridurre le emissioni del 6,5 per cento entro il 2012. m leggi lo speciale per Kyoto su lifegate.it


dal mondo • calamite

Eco-city 2020, una città in un cratere Un chilometro di diametro, 500 metri di profondità e un’enorme cupola fotovoltaica come tetto. Sono le dimensioni della città che si vuole costruire per risanare una ex cava nella zona industriale di Mirni, in Siberia. L’idea degli architetti russi dello studio AB Elis è creare una città in armonia con la natura e al riparo dalle rigide condizioni ambientali. Ospiterà centomila persone su tre livelli: zone residenziali, fattorie e foreste. mwww.ansa.it

Un satellite che prevede i terremoti È stato presentato a Mosca “Twin Sat”, un progetto scientifico anglo-russo per prevedere il verificarsi dei terremoti. Si tratta di due satelliti che entro il 2015 verranno lanciati nello spazio con il compito di captare i segnali – come l’accumulo di tensione elettromagnetica all’interno della Terra – che precedono lo scatenarsi di un sisma. L’invenzione potrebbe salvare la vita di migliaia di persone e rendere più sicure alcune aree del nostro pianeta. mwww.corriere.it


calamite Chiara Boracchi

Note da LifeGate Classica, benefica, per tutte le tasche Buone nuove per gli amanti della musica classica. Fino a fine maggio le Prove Aperte della Filarmonica della Scala consentono a tutti di assistere a concerti di qualità al teatro alla Scala di Milano pagando un biglietto ridotto, da 5 a 50 euro. I proventi vanno in beneficenza ad associazioni e Onlus. Main partner dell’iniziativa è Unicredit, con il sostegno di Unicredit Foundation, in collaborazione con LifeGate Radio. m leggi l’articolo su lifegate.it

Diplomazia a Impatto Zero® Per festeggiare il sesto compleanno del Protocollo di Kyoto LifeGate e Ortuño Victory, ambasciatore del Costa Rica, hanno lanciato un’iniziativa: regalare a tutte le altre ambasciate in Italia il calcolo delle loro emissioni di CO2. Chi aderirà al progetto sarà coinvolto in un programma più ampio di riduzione e compensazione dell’impatto ambientale. m leggi l’articolo su lifegate.it


da lifegate • calamite

È nato prima l’uovo o… l’albero? A mangiare uova di Pasqua, quest’anno, si fa bene al pianeta. Bauli aderisce al progetto Impatto Zero® per ridurre e compensare l’impatto ambientale della produzione delle uova di cioccolato Koccibella e Kucciolotti family. Lo studio ha considerato l’intero ciclo di vita dei due prodotti: dall’approvvigionamento delle materie prime alle fasi produttive, dal trasporto fino allo smaltimento del packaging.

Alla salute. Dell’ambiente Distillerie Francoli ha da anni intrapreso un percorso volto alla sostenibilità. Con Impatto Zero® l’azienda ha già contribuito alla tutela di venti ettari di aree boschive in crescita. Nel processo produttivo delle prelibate grappe impiega energia proveniente dalla combustione della vinaccia essiccata e il ricircolo delle acque. A tutto ciò si aggiunge ora un grande impianto fotovoltaico sull’azienda. Prosit!

m www.bauli.it

mL’intervista ad Alessandro Francoli


incontro

Incontri, viaggi e progetti umanitari. Una luce straordinaria brilla negli occhi di questo grande viaggiatore, scrittore, giornalista, autore di “India mon amour”, quando ci racconta di sé e del suo rapporto con questa terra.

Dominique Lapierre

Innamorarsi dell’India

Silvia Passini


Dominique Lapierre • incontro

“India mon amour” è un vero e proprio inno d’amore all’India. Altri scrittori, Moravia e Pasolini, ne hanno sottolineato il fascino enorme ma nel contempo un’inevitabile repulsione. È una contraddizione? Per me l’India è un paese sconvolgente, ma affascinante. Ho passato cinquant’anni nelle sue strade scoprendo la vita di un paesecontinente di un miliardo e duecento milioni di abitanti, dove si parlano settecento lingue, dove adorano 20 milioni di divinità. “India mon amour” è realmente un inno d’amore al paese che mi ha dato i più bei ricordi di tutta la mia vita. Ho incontrato persone che non potrò mai dimenticare. Ho passato due anni in una bidonville della grande città di Calcutta per incontrare gente che non ha niente, ma che sembra avere tutto perché ha la capacità di rimanere in piedi per continuare a confrontarsi con una vita… infernale. Gente che sa come condividere con i più poveri, gente che può

ringraziare Dio per il più piccolo beneficio. È un inno alla capacità dell’umanità d’essere grande. Un paese con così tante dimensioni, colori, rumori. Non è possibile rimenere indifferenti di fronte a una sua città, alle campagne, al delta del Gange. Ogni volta che ritorno scopro nuove cose, nuovi paesaggi, nuova gente. Un microcosmo infinito, magico. C’è un luogo in particolare che le è rimasto nel cuore? La città di Calcutta e la sua bidonville, che in un altro mio libro chiamo “La città della gioia”. Ma l’India è tutta piena di sorprese! Il sud è assolutamente fantastico, mi piacciono molto il calore, i templi. Mi piacciono anche l’architettura musulmana del nord e le isole del delta del Gange: cinquantaquattro isole che non esistono sulle mappe geografiche, dove più di un milione di persone sopravvive in condizioni inumane. Con la mia associazione ho creato quattro battelli-ospedale per portare aiuto medico


Dominique Lapierre • incontro

a questa gente. Un’avventura fantastica. L’associazione di cui parliamo è “Action pour les enfants des lépreux de Calcutta”. Esatto. L’ho fondata con mia moglie Dominique. Grazie ai diritti d’autore dei miei libri e i doni dei lettori abbiamo oggi quattordici centri in India, in Africa, nell’America del Sud per cambiare la vita dei più poveri e dei bambini. Abbiamo realizzato scuole, rifugi, ospedali, settecento pozzi d’acqua potabile, abbiamo concesso microcrediti alla gente povera dei villaggi. Ringrazio anche l’Italia, potrei dire anche “Italia mon amour” per la generosità che ho riscontrato. Inoltre, nei miei viaggi umanitari ho incontrato più medici, professori, infermieri di nazionalità italiana che di ogni altro paese. Ma questo gli italiani non lo sanno, specialmente oggi. In India ha avuto modo di conoscere Madre Teresa di Calcutta… Per me è stato assolutamente determinante

conoscerla, era un’onda d’amore nelle bidonvilles di Calcutta! Me la ricordo come una santa: quando arrivai per la prima volta con 50 mila dollari dei diritti d’autore del mio libro “Stanotte la libertà” e volevo far qualcosa per i più poveri, lei mi disse con i suoi occhi pieni d’amore e col suo accento albanese: “È Dio che vi manda!”. C’è una canzone che le ricorda i suoi viaggi in India? Sì, “La vie en rose” di Édith Piaf: in un paese come l’India la vita può essere orrenda, ma è tanto piena di generosità, di gentilezza e di solidarietà che si dimentica l’aspetto brutto. Per me la vita in rosa può essere anche in India, nelle bidonvilles di Calcutta, dove ho imparato questo proverbio: “Tutto ciò che non è donato, va perduto”. E questo viene detto da gente che non ha trenta centesimi di euro ogni giorno per sopravvivere! m India mon amour m La fondazione m protagonisti su lifegate.it


incontro

Un’intervista on the road. Tra risate e punzecchiature, battute al vetriolo e complicità goliardica, Pierfrancesco Favino e Stefano Accorsi ci parlano del loro ultimo film “La vita facile”, del regista Lucio Pellegrini. E poi di amicizia, amore, musica. D’Africa e di mal d’Africa (in tutti i sensi).

Stefano Accorsi e Pierfrancesco Favino

A ruota libera!

Silvia Passini


Accorsi e Favino • incontro

Gran parte del film è stato girato in Africa. Qual è stato l’impatto emotivo con questa terra? P.F. - L’Africa ti mette in condizioni straordinarie nel senso che è talmente grande, vasta, e hai talmente la sensazione che la natura ti sovrasti che comunque ti senti “messo a posto” nella catena di importanza, nelle gerarchie naturali. Avere di fronte quei panorami è una cosa meravigliosa, ma fortunatamente il film di questo si arricchisce enormemente, perché veramente è un quarto personaggio. E poi essere stati lì, noi, con la nostra amicizia, è stato come fare una vacanza insieme. Era la prima volta nell’ Africa nera? P.F. - Io sono stato nell’Africa del nord. Il mal d’Africa l’ho provato al ritorno. Accorsi l’ha provato lì perché è stato spesso purtroppo chiuso all’interno di un bungalow con dei crampi allo stomaco. Io ho sentito la nostalgia appena tornato. Si potrebbe dire che dall’Africa mi ci hanno levato a forza. Lui invece voleva andare via subito perché

è pauroso e soprattutto… soffre di dissenteria! S.A. - Per me era la primissima volta in Africa. L’impatto con quel paese è incredibile, è fortissimo. Soprattutto dal punto di vista… epatico (ripetendo un suggerimento di Favino, ndr). …Epatico? S.A. - Sì (con tono fintamente scocciato), è una battuta che io ho già sentito 5000 volte. Magari a voi fa ridere, ma io non ne posso più. Mi annoia, Favino! Perché lui, vedete, non è che le fa le battute, lui ha un libricino, gliele scrivono e poi sta lì a spulciare il libricino e se le legge: “il bigino di Favino”! (ridono, ndr) Il film parla di amicizia. Voi siete amici anche nella vita reale? P.F. - No, noi ci conosciamo blandamente e soprattutto non abbiamo nessun interesse a frequentarci, tant’è vero che anche pagando una piccola cifra mensile io ho fatto in modo che lui si trasferisse all’estero.


Accorsi e Favino • incontro

S.A. - Abbiamo fatto cinque film insieme e questo è l’ultimo (ride, ndr). Non c’è nessuna possibilità, nessuna speranza, è stato veramente noioso girare questo film con Favino, anche se il film è molto divertente, ma insomma, ho dovuto veramente tirare la carretta. Seriamente, come è stato lavorare con un amico? S.A. - È stato difficile, ma grazie alla presenza di questo vecchio furbacchione di Favino è stato anche molto divertente. Il progetto nasce proprio dal desiderio di fare una commedia insieme perché ci si diverte molto insieme e avevamo voglia di trasporre questo divertimento sullo schermo. Domenico Procacci ci ha proposto questo soggetto, che poi è diventato questo film, che era già divertente dalle prime quattro pagine. Cosa pensate dei personaggi di questo film? S.A. - La cosa divertente è che rappresentano

tipologie umane che si incontrano nella vita reale. Non è una commedia dove ci sono solo buoni sentimenti o finali lieti. È un film nel quale si mostra anche l’egoismo, il cinismo. Però c’è l’onestà intellettuale di raccontarli e di raccontare l’Africa in modo assolutamente antiretorico. Il mio personaggio, Luca, all’inizio sembra buono, e sembra che sia andato in Africa per nobili sentimenti. Ma in questo film niente è come sembra. Piano piano si scoprirà che i motivi erano altri. Luca era estremamente, profondamente amico di Mario, il personaggio di Favino. Poi nella nostra vita entra questa donna bellissima, interpretata da Vittoria Puccini, e ce ne innamoriamo tutti e due, ma lei sceglie Favino. Non solo, il personaggio di Favino si mette a lavorare nella clinica di mio padre. Per questa profonda delusione d’amicizia, d’amore, il mio personaggio scappa e resta in Africa 12 anni. Ma è solo l’inizio: dopo un po’ anche Favino, apparentemente per motivi umanitari, mi raggiunge. Sembra che ci sia un riavvicinamento


Accorsi e Favino • incontro

tra noi due, finché rientra in scena il personaggio di Vittoria e da lì tutti gli scheletri nell’armadio vengono fuori. Tutti piano piano si rivelano per ciò che sono. Non è che imparino chissà che, è che si rivelano per la loro natura più profonda. P.F. - Penso che nella vita reale ci siano tante persone come il mio personaggio, Mario Tirelli. Penso che sia una mentalità molto spesso associata all’italiano o all’italianità, cosa di cui non sempre sono orgoglioso. Nella storia della nostra commedia l’hanno fatta sempre da padrone: se pensiamo agli anni ‘60 fino ad andare alla commedia dell’arte il furbacchione che però faceva ridere ha sempre trovato posto. Io sinceramente, pur essendo attratto dalla sua simpatia, non perdono fino in fondo la furbizia di quest’uomo. E mi pare che anche il film lo faccia capire. Pierfrancesco, tu sei testimonial di Oxfam Italia, un’associazione dedicata ad alleviare i problemi della povertà nel terzo mondo.

P.F. - Sì, sia io che Vittoria Puccini eravamo sostenitori di Oxfam già da prima. È un’organizzazione che ho conosciuto tramite Colin Firth. La cosa che mi ha convinto più di tutte è che Oxfam tenta di sviluppare le energie delle popolazioni, di aiutarle in loco, dando loro la possibilità di salvare se stessi puntando sulle proprie capacità di sviluppo; e non portando aiuti senza poi far sì che siano in grado di sostenersi da sé. Cos’è la “vita facile”? S.A. - La vita facile è una chimera, non esiste per nessuno di questi tre personaggi. Questa falsa immagine è un po’ anche nello spirito di oggi, dei tempi. Sembra che la vita facile esista, sia a portata di mano, che la si possa raggiungere con metodi anche abbastanza semplici. Sembra che tutti oggi potenzialmente possano avere una vita facile. Invece la vita facile non esiste. Secondo me la bellezza del film parte proprio dal titolo, che evoca le ambizioni dei personaggi, e nessuno di loro riesce a realizzarle.


Accorsi e Favino • incontro

Ma se la vita facile è irreale, cosa fa sentire davvero vivi? S.A.- Tante cose. Chiaramente i sentimenti, l’amore, l’amicizia sono cose che ti fanno sentire più vivo. Ogni qualvolta ci si diverte, ogni qualvolta si è emozionati, ogni qualvolta si vuole bene a una persona, a un figlio, alla donna che ami, già è un motore incredibile. E poi anche i progetti. I progetti professionali ti aiutano tanto a trovare quel senso di vitalità. P.F.- Tutto quello che faccio, i miei affetti, i miei amici, il mio lavoro, le sfide quotidiane che mi prefiggo di affrontare, progettare il mio futuro con la mia famiglia. La musica fa sentire vivi? S.A.- La musica… tantissimo! Ne ascolto tantissima, sono veramente onnivoro. Magari una giornata comincia male, ascolti un bel pezzo e ti dà energia. Lo stesso effetto può averlo anche un film, una commedia a teatro, un libro. La cultura in generale può dare tanta energia e tanta forza.

Una bella canzone, poi, quante volte la si può ascoltare nella vita? Come un bel libro, quante volte lo si può rileggere? Perché ti dà proprio forza, ti fa relativizzare certe cose. P.F.- La musica è una benzina costante, accompagna le mie giornate, le mie stagioni, i miei tempi, i miei ricordi. Ha la capacità di sintetizzare le emozioni talmente tanto che… comunque non si può vivere senza musica. Oppure, si può, ma molto peggio. Ascolto veramente di tutto a seconda di come mi sento, di quello di cui ho voglia: se ho voglia di essere accompagnato, tirato su, o semplicemente incuriosito. O piuttosto di conoscere nuovi gruppi (intonano “La stagione dell’amore” di Franco Battiato, colonna sonora del film, ndr).

link utili m www.fandango.it m visualizza il trailer del film m www.oxfamitalia.org


terra Stefano Carnazzi

ambiente

Ora è caccia alle baleniere Vittoria storica per chi ama la natura, per la politica internazionale e… per i più grandi mammiferi del mondo. Il Giappone non ucciderà più le balene. Quali sono le vere ragioni?


ambiente • terra

G

li attivisti che con i loro gommoni si frappongono tra gli arpioni e le balene hanno colpito l’immaginario collettivo. Ma stavolta hanno anche colpito nel segno. “Le navi baleniere hanno sospeso la caccia a fini scientifici. Ora stiamo valutando cosa fare”, annunciava il 16 febbraio 2011 Tatsuya Nakaoku dell’Agenzia della pesca nipponica. Pochi giorni dopo la flotta nell’Antartico composta da 180 pescatori su quattro navi è stata richiamata a un rientro anticipato. Il Giappone è (era) uno dei tre paesi al mondo che consentiva la caccia alle balene. La caccia per scopi “commerciali” è vietata dal 1986. Tuttavia lo scorso anno le navi giapponesi hanno potuto arpionare 506 balene. La quota prefissata da Tokyo “per ricerca scientifica” era addirittura maggiore. Questo perché, per aggirare la moratoria internazionale del 1986, è stato coniato il concetto

di “caccia a fini scientifici”, sostenendo la necessità di valutare l’impatto dei cetacei sull’industria della pesca. Il Giappone ha sempre affermato che pratica è parte integrante della cultura nipponica, senza preoccuparsi di nascondere che, nonostante i propalati fini di ricerca, le balene finiscano sulla tavola dei giapponesi. Con questa scusa il Giappone è riuscito a cacciare, bombardare con arpioni esplosivi e squartare ancora vive un numero di balene in costante aumento, da 440 a 850 l’anno – provando a includere dal 2006 nelle quote del suo programma “scientifico” anche 50 megattere e 50 balenottere azzurre: tutte specie in via di estinzione. Il paese s’è anche dato molto da fare, in occasione dei summit dell’IWC – la Commissione baleniera internazionale - per i continui tentativi di corrompere piccoli stati come quelli caraibici e guadagnare voti di supporto per per proseguire nella caccia. Tutto questo nonostante uno studio dell’università di Auckland


ambiente • terra

in Nuova Zelanda abbia mostrato quanto anche la caccia “scientifica”, con l’uccisione di numeri definiti di animali e solo di alcune specie, fosse preoccupantemente dannosa. Secondo il rapporto 2008 della stessa IWC la popolazione di balenottere Minke dopo la moratoria si era ripresa fino a raggiungere i 750 mila individui, ma recenti ricognizioni del Pacifico meridionale rivelano che non supera i 250 mila: tre volte meno. Le balene gibbose, o megattere, sono ancora più scarse, con una popolazione attorno alle isole Fiji descritta come “prossima alla scomparsa”. Quelle al largo delle coste orientale ed occidentale dell’Australia, poi, dovevano essere intorno a 16 mila, ma il numero sarebbe di molto inferiore. Un film dagli investigatori della World Society for Protection of Animals (WSPA) e della Environmental Investigation Agency divulgato nel 2006 in occasione di un summit IWC mostra l’uccisione di uno di questi esseri in violazione dell’accordo internazionale che imporrebbe

uccisioni “in tempo accettabile”. Nonostante una “granata esplosiva dell’ultima generazione”, la balena impiega oltre tre minuti per perdere conoscenza, in preda a spasmi che non possiamo immaginare. Leah Garcés, direttore della WSPA, si chiede: “Come si fa ad affermare che c’è un ‘tempo accettabile di morte’ per una balena?”. Ma il 10 febbraio 2011 la nave-simbolo della mattanza, il peschereccio Nisshin Maru, è stata fermata, dopo giorni di inseguimento da parte delle imbarcazioni degli agguerriti volontari di Sea Shepherd. Ufficialmente, dicono i funzionari giapponesi, “per ragioni di sicurezza”. “Credo che non abbiano arpionato più di 30 balene quest’anno, su una quota originale di oltre 1.000 – dichiara orgoglioso Paul Watson, comandante dei battaglioni ambientalisti di Sea Shepherd – li abbiamo trovati prima che cominciassero a ucciderle e li abbiamo inseguiti da allora. Siamo riusciti a manovrare in modo


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che le navi arpionatrici non potessero avvicinarsi alla Nisshin Maru, e abbiamo bloccato le loro operazioni. Ogni balena salvata è per noi una vittoria. L’opinione pubblica è con noi. Abbiamo la legge internazionale dalla nostra parte, ed è solo questione di tempo prima di poter vedere la fine delle loro operazioni illegali”.

Zelanda che hanno recentemente denunciato il Giappone al tribunale internazionale dell’Aja” aggiunge Ilaria Ferri, direttore scientifico e responsabile campagne internazionali Enpa.

Giuseppe Notarbartolo di Sciara, del comitato scientifico dell’Accordo Accobams per la protezione dei cetacei, il migliore conoscitore italiano delle vicende legate all’IWC (International Whale Commission), spiega: “Lo stop alla caccia alle balene è allora anche frutto di una mancanza di supporto della popolazione, oltre a poter essere anche il segnale di uno sgretolamento politico”.

Ma ci sono anche ragioni economiche: “La carne di balena non ha mercato e i congelatori sono stracolmi. La spesa per le spedizioni antartiche grava su bilanci aggravati dalla crisi. La lobby internazionale che cerca consensi tra i paesi che compongono la Commissione baleniera internazionale per cercare di rimettere in moto gli arpioni è costosa. E il processo a Tokyo ai due militanti di Greenpeace che hanno rivelato i retroscena del contrabbando di carne di balena ha reso pubblico uno scandalo che il resto del mondo conosceva meglio del Giappone” conclude Antonio Cianciullo, decano degli ecogiornalisti italiani, notista di La Repubblica.

“La vittoria è stata possibile grazie all’impegno pressante dai governi di Australia e Nuova

Le balene non sono ancora al sicuro. Sono esseri longevi (anche 200 anni), e per la bassa

Gli esperti spiegano le vere ragioni alla base di questa svolta storica.


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attività riproduttiva sono altamente soggetti ai mutamenti dell’ambiente indotti da inquinamento e cambiamenti climatici. Norvegia e Islanda proseguono (in misura ridotta) la caccia nei loro mari. I continui spiaggiamenti di cetacei sono indice di qualcosa che non va, forse i sonar militari, o le prospezioni geologiche o petrolifere. Anche la scarsità di plancton e cibo dovuto alla pesca eccessiva è un’ulteriore minaccia alla loro sopravvivenza. A questo s’aggiunge anche il pericolo del bycatch, cioè delle catture accidentali che avvengono a causa dell’uso delle reti da pesca. In tutto il mondo sono almeno 30 mila i cetacei che finiscono intrappolati nelle reti ogni anno. La storica vittoria di quest’anno è il momento culminante di decenni di battaglie e progressi, di trattive e conquiste. La moratoria mondiale del 1986 ha fermato la caccia commerciale, la convenzione di Monaco del 1996 ha condotto i governi a cercare una linea comune di salvaguardia per queste specie e ha riconosciuto i

cetacei parte integrante degli ecosistemi marini. Il riconoscimento di aree protette sempre più estese è una nuova fonte di incentivazione turistica, scientifica e ovviamente ambientale. Il whale-watching è in costante espansione e ha una ricaduta importante per ogni economia locale dedita al turismo. Un’escursione in barca per avvistare e fotografare balene in mare aperto è un avvenimento unico, indimenticabile. In tutti gli oceani e i mari del mondo si stanno delimitando nuovi santuari marini, riserve in cui le balene, indisturbate perfino dal traffico di navi, possano sbuffare, nuotare, cantare. Per sempre. link utili m Perché le balene sono a rischio estinzione m 2006, si riparla di caccia alle balene m www.seashepherd.org m www.tethys.org m www.enpa.it


germogli urbani

speciale

Marta Tripodi

Case sugli alberi Vivere stabilmente tra le fronde non solo è possibile, ma è anche una tendenza sempre più diffusa nel mondo. Abitazioni private, alberghi, ristoranti e perfino teatri si trasferiscono tra i rami più alti, diventando parte integrante di un ecosistema. Baumraum [Brema, in Germania]

È il più importante studio di architettura specializzato in case sugli alberi. Ad oggi ha già realizzato decine di case in tutto il mondo: l’unica situata in Italia si trova in una pineta del Salento. Lo studio lavora soprattutto per privati e crea soluzioni abitative a misura del cliente, ma anche (e soprattutto) a misura di albero: il rispetto delle esigenze della pianta e dell’ambiente circostante è la prima preoccupazione. La casa della foto è sospesa a 5 metri di altezza in un parco privato della Carinzia, Austria.


case sugli alberi • germogli urbani

Free Spirit Spheres [Vancouver, Canada]

Questo resort di lusso si trova in una foresta di sequoie secolari. I bungalow sferici sono fabbricati con la stessa tecnica delle barche a vela e sono letteralmente appesi agli alberi, dai 2 ai 30 metri dal suolo. Dotati di tutti i comfort moderni, elettrodomestici compresi, hanno un sistema di riscaldamento ecologico che permette di soggiornarvi anche con -20°C. Le Free Spirit Spheres, inoltre, possono essere acquistate, trasportate a domicilio e installate su un albero privato al prezzo di 125.000 dollari.


case sugli alberi • germogli urbani

Reedwoods Treehouse Restaurant [Awkland, Nuova Zelanda]

Vincitore di numerosi premi, il Redwoods Treehouse Restaurant è aggrappato al tronco di una conifera a 10 metri di altezza e può contenere fino a 50 persone. Inizialmente parte di una campagna pubblicitaria, il ristorante è stato costruito da un team di architetti, arboristi, designer e esperti della luce che hanno poi rilevato la proprietà. Al momento è temporaneamente chiuso, ma presto sarà trasformato dai suoi creatori in una location per eventi speciali, come spettacoli teatrali e proiezioni cinematografiche.


eco mobilitÀ • segnali di stile Rudi Bressa

La spider che ha elettrizzato l’America Tesla Roadster Sport

[100 km/h in 3,7 sec. Zero emissioni. 340 km con una carica]

Apre a Milano il primo store italiano di Tesla Motors, la casa automobilistica americana fondata con i soldi di Google da Elon Musk. Lo showroom è il diciasettesimo nel mondo, e darà modo a tutti di provare su strada la prima supercar elettrica. Cruscotto e comandi sono assolutamente spartani, se si esclude il navigatore integrato. È nel cofano che si nascondono i veri segreti della Roadster: il pacco batterie, composto da 6.831 celle al litio (simili a quelle dei computer portatili) e il “cervello”

dell’auto, quello che controlla carica, potenza erogata, raffreddamento delle batterie. Rimane solo lo spazio per una borsa da viaggio o, come sottolineato da uno dei dipendenti americani presenti all’inaugurazione: “Fatto apposta per la borsa da golf, ferri inclusi”. La Tesla può essere caricata con le uscite di corrente convenzionali di tutto il mondo, incluse le prese da 120 e 240 volt americane, europee ed asiatiche. La durata di una carica è certificata in 340 km.


eco mobilitÀ • segnali di stile

luci e ombre LUCI Alla guida, sembra di stare in un videogame. Niente rombo del motore, solo un sibilo, e un’accelerazione costante, che toglie letteralmente il fiato. Arriva a 100 km/h in 3,7 secondi e fa i 400 metri in 12,6 secondi. Un record assoluto per un’elettrica, che qui compete con Porsche e Ferrari.

link utili m www.teslamotors.com

m motori su lifegate.it

ombre Putroppo compete anche nel prezzo. Quello consigliato dalla casa madre è di 99.000 euro esclusi IVA, altre imposte (ma senza tener conto di eventuali, probabili incentivi). Non certo alla portata di tutti, ma un sicuro investimento per la mobilità di domani.


eco tech • segnali di stile Rudi Bressa

Kit vivavoce a carica solare PowerSun 200 e 300 [Prezzo 44 / 65]

Grazie al suo pannello fotovoltaico non c’è alcun antiestetico e scomodo cavetto da infilare nell’accendisigari. Lo si attacca al parabrezza, dove tra l’altro il sole batte sempre forte. Si connette via bluetooth al proprio telefono cellulare e, con speaker e microfono incorporati, permette di rispondere alle chiamate senza staccare le mani dal volante. m www.nilox.com


Gabriella Poggioli

Dall’auto al salotto 959 – X³ [2200 euro]

Originale idea di riciclo per una produzione tutta made in Italy: il divano dormeuse modulare del designer Paolo Ferrari nasce dal recupero di cinture di sicurezza dismesse. Una volta lavate, igienizzate e divise in base alle tipologie di superficie, le strisce sono tagliate a mano, assemblate e cucite sopra interni in gomma piuma, anch’essa riciclata. m www.959.it

eco design • segnali di stile


eco cose • segnali di stile Gabriella Poggioli

Souvenir di luce Fil Rouge [250,00 euro]

I paralumi Fil Rouge nascono dal desiderio di riaccendere le suggestioni di viaggio nella luce soffice di casa. Le creazioni di Ines Porrino invitano alla scoperta di terre lontane senza dimenticare atmosfere piÚ vicine. Come la lampada I Sassi di Camogli, che riproduce le forme dei ciottoli dell’arenile ligure su un paralume in tessuto stampato con base riciclata in legno. m www.interiordecorator.it


fermo immagine

La Patagonia e la Penisola Valdés, i grandiosi Fitz Roy e il Cerro Torre, l’impressionante Ghiacciaio Perito Moreno. Buenos Aires, ricca d’arte, storia, vita, allegria, dove è bello soffermarsi a guardare un popolo “vivo” che sembra procedere sulle note di un tango sensuale.

Argentina

La terra di tutte le terre


argentina • fermo immagine Sonia Di Gregorio

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uenos Aires, una città viva 24 ore su 24 La città è in continuo fermento culturale; lezioni e spettacoli di tango, musei, gallerie, l’incanto del quartiere di San Telmo, i docks di Puerto Madero, i colori della Boca e la mitica Piazza de Mayo sono alcuni degli angoli da scoprire. Così come Palermo Viejo, il quartiere più bohème della città, un sodalizio fra passato e presente in cui gallerie di design convivono con ville antiche e negozi d’antiquariato. Subito fuori da Buenos Aires entriamo ne “la pampa”: è l’Argentina delle estancias (fattorie). La campagna, le abitudini del gaucho e il sapore unico della carne alla brace. El Calafate, capitale nazionale dei ghiacciai La città è il punto nevralgico di tutte le attività della regione. Il Parco Nazionale dei Ghiacciai ospita il maestoso Perito Moreno, dichiarato Patrimonio dell’Umanità Unesco, e famoso per il suo inesorabile movimento con spettacolari rotture di blocchi di ghiaccio dal fronte. Le cime granitiche delle montagne Torre e Fitz Roy creano un meraviglioso panorama insieme

ai ghiacciai Viedma e Upsala. Puerto Natales è la porta del Parco Nazionale Torres del Paine (Cile), dichiarato Riserva della Biosfera dall’Unesco. E’ qui che si trovano Torres del Paine e Cuernos del Paine, montagne che si ergono prepotentemente dalla pianura creando uno spettacolo mozzafiato. Ushuaia, la fine del mondo Avvolta da leggende e fantasie, Ushuaia, è adagiata su una baia del Canal Beagle ed è ricca di boschi e ghiacciai. Grazie alla sua posizione, è la porta attraverso cui accedere all’Antartide. La città racconta la propria storia attraverso i musei che la popolano e che percorrono gli avvenimenti e le tradizioni dei suoi primi abitanti, raccontando le storie e lo spirito dei suoi pionieri. Penisola Valdés, il luogo delle balene Il canto delle balene, i leoni marini che si riscaldano al sole e la chiassosa colonia di pinguini invitano il viaggiatore alla celebrazione naturale più incredibile del Paese. La balena franca australe sorprende i viaggiatori


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tra giugno e settembre quando si avvicinano alla costa per dare alla luce i propri piccoli. Le orche si avvicinano alle spiagge tra febbraio e maggio, mentre delfini, leoni ed elefanti marini sono abbondanti in qualsiasi stagione. Nella riserva di Punta Tombo tra agosto e aprile i pinguini di Magellano nidificano, si accoppiano, covano le uova e accudiscono i cuccioli offrendo uno spettacolo unico al mondo. Bariloche, i grandi specchi d’acqua Nel cuore del Parco Nazionale Nahuel Huapi e in piena Cordigliera delle Ande, la città di San Carlos de Bariloche accoglie i visitatori. L’immensità del lago Nahuel Huapi è contemplabile da qualsiasi punto della città e camminare fra sentieri e colline, boschi e montagne innevate, laghi e fiumi permette di vivere in piena armonia con la natura. Durante i mesi estivi si possono praticare sport quali canottaggio, trekking, rafting, cavalcate e pesca, mentre nella stagione fredda il Cerro Catedral è gettonato per lo sci e altri sport invernali.

Salta, caleidoscopio della natura La prima cosa che colpisce è l’incredibile varietà di colori del paesaggio. Salta riflette l’influenza spagnola nell’architettura e nelle tradizioni ed è la culla di numerosi popoli indigeni. E’ il punto nevralgico per chi decide di scoprire i desolati spettacoli della Puna e le sue immense saline, le montagne cangianti di Quebrada de Humahuaca. In Cafayate, il microclima, la bassa umidità e il paesaggio collinare hanno creato i presupposti per la produzione del vino bianco “Torrontés” di fama mondiale. La città è famosa per il Treno per le Nuvole che raggiunge i 4.200 m di altezza. Mendoza, il diamante delle Ande Le Ande hanno dato origine a una valle perfetta in cui è nata una città da sogno: Mendoza. Aconcaua, la montagna più alta d’America (6.000 m.), fa parte della sua ricchezza. I vini di Mendoza sorprendono per varietà e aroma. Culla del Malbec argentino, la città è famosa per i suoi vigneti e per le cantine dove ogni anno arrivano sommelier da tutto il mondo.


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da non perdere

Valle della Luna

link utili m viaggi su lifegate.it

- le cascate dell’Iguazù (conviene attraversare la frontiera con il Brasile); - la Valle della Luna con i suoi fossili di vegetali, di dinosauri e di altri animali; - la città di Salta; - l’Aconcagua con le sue nevi; - la pampa sconfinata;

il Parco Nazionale dei Ghiacciai e il Perito Moreno; - il Parco nazionale delle Torri del Paine; - lo spettacolo delle balene che all’inizio dell’inverno australe giungono al Golfo San Josè; - la Penisola Valdés. m www.kel12.com


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Buono a sapersi Passaporto individuale in corso di validità, niente visto d’ingresso, non c’è obbligo di alcuna vaccinazione. L’Argentina ha un clima opposto al nostro data la sua posizione nell’emisfero australe. La parte nord ovest è caratterizzata da un clima secco e freddo in inverno, fresco e in alcune parti umido in estate. Tra maggio e ottobre è indispensabile portare con sé una giacca pesante per l’escursione termica dovuta all’altitudine. L’Argentina centrale ha estati calde con temporali e inverni freschi; le regioni meridionali presentano estati calde e inverni freddi con pesanti nevicate, specialmente nelle zone montagnose. L’estremo sud è interessato da lunghi periodi di luce solare da novembre a febbraio (fino a diciannove ore) e notti lunghe da maggio ad agosto.

cosa ci piace I paesaggi descritti da Chatwin non sono così mutati negli anni, è possibile rendersene conto affrontando uno dei viaggi più amati dagli esploratori di questi ultimi decenni. Percorreremo la strada voluta da Pinochet per scopi bellici, ma ritenuta da molti come

la lingua d’asfalto con il più bel contorno al mondo. Transiteremo in terra cilena fra fiordi e ghiacciai, fra montagne e riserve. Torneremo in Argentina per sentire con le nostre orecchie lo stridere delle masse di ghiaccio che si

sfiorano, si muovono rompendo il silenzio di una natura che sembra assorta in contemplazione di se stessa. Giganteschi specchi d’acqua formano laghi fra i più grandi del continente. La Terra del Fuoco, la propaggine estrema e

selvaggia del continente sudamericano, isole montuose ed ostili, ma da sempre abitate. L’impressione, tornando a casa, sarà quella d’aver perso l’orientamento e di aver visto posti i cui ricordi faranno una eco che si ripercuoterà nei nostri sogni.


dolce vivere

Stefania Piloni

Contro i ladri di gioventù Il killer si chiama radicale libero: libero di rubare nutrienti, giovinezza, memoria, prestanza fisica, leggerezza, sessualità. Il giustiziere è l’antiossidante: paladino di salute, risorsa di vita, principio nutriente. L’arena sono le cellule: quelle cerebrali innanzitutto ma anche quelle operose fatte per il lavoro metabolico. L’invecchiamento è una catena, o meglio una reazione a catena. Il radicale è una cellula instabile e monca, un prodotto di scarto destinato allo smaltimento poichè privo di un elettrone. Pertanto lo ruba a una cellula nobile rendendola a sua volta instabile e danneggiata, trasformandola in una cellula svigorita in deperimento, che pur di salvarsi attaccherà un’altra cellula per sottrarre un nuovo elettrone . E’ antiossidante chi spezza la catena, chi crea stabilità, chi impedisce il furto: la dieta, lo sport, il normopeso, il riposo, la felicità. E la medicina naturale, che andiamo a scoprire. Resveratrolo: questo “radical scavenger” della pelle è contenuto nell’uva rossa, nelle noccioline e nei pinoli. La sua azione è il blocco dei radicali liberi in una forma stabile e innocua, pertanto non pericolosa. Il suo potere è superiore a quello di vitamina C, E e di beta carotene. Usato in loro associazione ne amplifica l’azione antiossidante. Insieme allungano la vita! Curcuma: una spezia giallo-oro, preziosa per il fegato e per la digestione poichè stimola il deflusso della


salute • dolce vivere

bile e previene la formazione dei calcoli favorendo la digestione dei grassi. Le sue proprietà antitumorali sono dimostrate contro il melanoma, il tumore della pelle, ma anche contro i tumori intestinali. La sua azione contro i radicali liberi si associa al potere infiammatorio per i dolori articolari, soprattutto verso l’artrite. La curcuma va in profondità: è un vero progetto di salute e di prevenzione. Acido alfa lipoico: nell’officina cellulare questo acido accende l’energia dei mitocondri e provoca un guizzo metabolico. La massa grassa è la prima a esserne colpita e le prestazioni di resistenza ne traggono giovamento. Pertanto è uno scudo contro i radicali liberi di chi si misura con stress pesante e deve alleggerirsi di qualche chilo di troppo. Chiodo di garofano: nella cucina mediterranea è il primo antiossidante che lascia a distanza il potente origano, la salvia fitoestrogenica, il rosmarino carminativo. Niente scuse di budget per l’antiossidante per tutte le tasche, vero alleato anti età contro i radicali liberi: i suoi polifenoli reggono il confronto con i cocktail antiossidanti più famosi. Premiato e riconosciuto presso l’università di Alicante poichè combatte colesterolo, obesità e ipertensione.

açai ROX Dal Brasile con passione Açai è una bacca che richiama l’eco del suo paese: l’aspetto giovanile, la pelle distesa desideratissima, il corpo mostrato tonico e seducente. E’ la bacca

dei surfisti, degli atleti, di chi misura la riserva fisica nel fiato, nel tono muscolare e nel battito cardiaco. I nativi lo conoscevano perchè Açai è un tonico cardiaco, un potente

rivitalizzante; gli studi hanno confermato che contiene vitamine, steroli e molti minerali. Perdita di peso: le bacche aiutano la combustione di grasso e il controllo dell’appetito.

Accelerano la peristalsi intestinale, promuovendo il transito e consentendo di eliminare l’eccesso di cibo in corpo, invece di convertirlo in grasso. m salute su lifegate.it



dolce vivere

Una tavola ricca di alimenti antiossidanti e alcune sane abitudini possono aiutare a proteggere l’organismo dai danni dei radicali liberi. Scopriamo come fare.

alimentazione naturale

Semplicemente giovani!

Paola Magni


alimentazione • dolce vivere

S

i sente spesso parlare di dieta antiradicali, ma cosa sono i radicali liberi? Si tratta di frammenti instabili di molecole che si formano naturalmente nell’organismo come prodotto dei processi metabolici e per difenderci da virus e batteri. Nelle situazioni di stress, ma anche a causa di un’alimentazione sbagliata, radiazioni, eccessiva esposizione al sole, inquinamento, fumo di sigaretta, farmaci o alcol, si possono formare quantità pericolose di radicali liberi, con il rischio che possano danneggiare il DNA delle cellule e favorire malattie e invecchiamento. Abbiamo chiesto a Nico Valerio, studioso di alimentazione e scrittore scientifico, di svelarci le dieci regole alimentari di base per difendersi dai radicali: 01 Cereali integrali: grani interi con il rivestimento da cucinare come il riso, partendo dall’acqua fredda, fiocchi ovvero grani pestati, farine integrali al 100 per cento. Il che significa riscoprire pizze, spaghetti, torte rustiche, pane

e biscotti con i veri sapori d’una volta. Trovare il vero pane integrale non è facile. Quello del fornaio sotto casa è spesso finto: leggero, con farina normale e un pizzico di crusca, insapore, pieno di additivi, grassi aggiunti, conservanti. Solo le botteghe naturali lo hanno. Provatelo in mano: deve pesare molto. E deve essere molto scuro all’interno. Ricercatori dell’università di Nagasaki hanno dimostrato che gli antiossidanti contenuti nel grano integrale, ricchi in vitamina E, vitamine del complesso B, carotenoidi, zinco, rame, selenio ed altri oligominerali, distruggono i radicali liberi 50 volte di più delle vitamine C ed E da sole. 02 Legumi il più spesso possibile: anche ogni giorno. Naturalmente con la buccia, ricchissima di polifenoli antiossidanti, saponine, fitati anticancro. 03 Verdure e frutta ogni giorno in almeno 6 porzioni: 250 g per le verdure da cuocere, 100


alimentazione • dolce vivere

g per quelle da mangiare crude, 1 frutto grande come l’arancia o la mela, o 150 g di frutta piccola. Il bicchiere di eventuali succhi freschi di frutta va considerato 1 porzione. Le verdure più antiossidanti sono le più verdi, colorate o piccanti. Alto potere anti-radicali ha la verdura di colore verde scuro, tenendo conto che quella piccante e solforata è la più efficace (anche se bianca, come aglio e cipolla). Ottimi anche gli ortaggi colorati: peperoni rossi e gialli, cavolo rosso, carote arancione scuro, zucca gialla carica, pomodoro rosso fuoco, barbabietola rossa. La frutta deve essere, a maturazione, la più acidula o colorata (giallo-rosso-bluastro-nero): arance, albicocche, pompelmo, mandarini, more, mirtilli, uva nera, prugne nere, fragole, ciliegie, meglio pesche a polpa gialla che bianca, ananas, kiwi, cachi. La buccia contiene la maggior parte degli antiossidanti. Mangiare anche un po’ di scorza di agrumi, ricca di potenti antiossidanti, ma solo se “biologica”.

04 Oli vegetali crudi: soprattutto extra vergine d’oliva e soia spremuto a freddo al posto di grassi animali. Uno studio dimostra che l’olio di oliva perde più antiossidanti (steroli e polifenoli) in bottiglie di vetro chiaro. L’ideale sarebbero bottiglie di vetro scuro. Semi oleosi (noci, nocciole, mandorle, pinoli, sesamo, girasole), purché freschi. Germe di grano: cospargerne qualche cucchiaino sulle pietanze. 05 Cucina antiossidante: cuocere poco, e il più brevemente possibile a pressione di vapore, così vitamina C, antiossidanti e glucosinolati restano quasi intatti. Consumare ad ogni pasto molti alimenti crudi o appena scottati. Non lasciare mai il cibo a temperatura ambiente, ma metterlo in frigorifero. Evitare l’eccessiva esposizione degli alimenti all’aria e alla luce. Le verdure vanno prima lavate e poi tagliate o affettate. Non usate le fritture, specie di carne e pesce. Evitare di bruciare o brunire i cibi arrosto. Imparare a condire tutto “a crudo”: per esempio


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condire i cereali in piatto (pasta, minestre ecc) con vegetali crudi o scottati. L’olio si aggiunge crudo sui piatti già pronti.

10 Succhi naturali integrali di frutta o verdura: per potenziare il valore antiossidante della dieta.

06 Meglio il pesce della carne: i pesci di acque fredde (sgombro, sardine, aringhe, tonno, trota, salmone, merluzzo, acciuga ecc), di cui però è bene consumare anche il fegato, sono ricchi di due acidi grassi essenziali omega-3: EPA e DHA. Va bene anche l’olio di fegato di merluzzo.

Tra le altre abitudini utili a combattere i radicali liberi possiamo citare: non fumare; dormire e riposare il più possibile; moderare il consumo di alcolici, di caffè, di alimenti poco sani e in generale di calorie; fare ginnastica senza esagerare (durante gli sforzi fisici eccessivi i radicali liberi aumentano); fare qualche puntatina fuori città per respirare aria “buona”; cercare di arrabbiarsi il meno possibile; accontentarsi di una tintarella moderata, ovvero quanto basta a diventare più sexy, senza stressare troppo la pelle.

07 Vino rosso meglio del bianco (solo un bicchiere a pasto): ha più del doppio di potere antiossidante. Bere molta acqua durante il giorno 08 Tè e caffè (se il cuore lo permette): il tè verde è più efficace del tè nero. Ma anche il caffè e il cacao sono antiossidanti. 09 Spezie ed erbe aromatiche: soprattutto zenzero, curcuma, timo, salvia, rosmarino e origano, tutti ottimi antiossidanti.

su lifegate.it m un’abbuffata di licopene m la dieta per avere capelli belli m un piatto di bellezza m alimentazione su lifegate.it


dolce vivere

ricetta

Riso freddo agli agrumi


ricetta • dolce vivere

ricetta a cura dello Chef Giuliano Baldini foto: Maria Spanò

Tempo di preparazione: 1 ora circa (varia a seconda del tipo di pentola usata per la cottura del riso) DifficoltĂ : bassa

ingredienti bio [per 4 persone]

320 g di riso integrale 1 pompelmo rosa 1 pompelmo giallo 2 limoni 2 carote prezzemolo tritato olio extravergine d’oliva sale pepe


ricetta • dolce vivere

preparazione Sciacquare il riso integrale sotto l’acqua corrente. Versare il riso con abbondante acqua in una pentola, aggiungere poco sale coprire e portare ad ebollizione. Abbassare il fuoco e lasciar cuocere per circa 40 minuti in pentola normale, oppure in 20 min in pentola a pressione. Spremere un limone. Sbucciare tutti gli agrumi e ridurre a fettine gli spicchi. Se si vuole si può lasciare qualche fetta non sbucciata di agrumi per la decorazione dei piatti. Lavare le carote, tagliarle a cubetti e cuocere al vapore per circa 10 minuti. Fare raffreddare. In una ciotola emulsionare con una forchetta l’olio, il succo di un limone, il sale e il pepe. Tritare finemente il prezzemolo. Scolare il riso al dente e raffreddare sotto l’acqua corrente, verificare che dopo questa operazione il riso abbia mantenuto la giusta salinità altrimenti aggiustare il sale mettendone una quantità maggiore nell’emulsione prima di usarlo per condire il riso. Mettere il riso freddo in una terrina

e condirlo con l’emulsione preparata. Mescolare accuratamente. Aggiungere le carote, gli agrumi il prezzemolo. Servire i piatti decorati con le fette di agrumi e qualche fogliolina di prezzemolo.

notizie e consigli Il metodo di cottura del riso integrale conserva intatto il contenuto di sali minerali e di vitamine, perché l’acqua viene tutta assorbita e non si getta via. Anche le verdure cotte al vapore mantengono intatte le loro proprietà nutrizionali.

il vino Accompagnare al riso freddo agli agrumi un Merlot rosato Pernone bio, vino dal colore rosato dal delicato profumo di vaniglia, sapore leggermente asciutto, morbido e fine, dal retrogusto amarognolo se invecchiato. Si può servire sia freddo 12°C sia fresco a 18°C.


ricetta • dolce vivere Paola Magni

Pompelmo rosa

Ibrida con l’arancio, la varietà rosa del pompelmo è più dolce di quella a polpa gialla e si differenzia per la minore presenza di vitamina C e per un contenuto maggiore di fruttosio. Il pompelmo rosa contiene licopene, soprattutto nella scorza, un pigmento naturale con spiccate proprietà antiossidanti già conosciuto per la sua attività antitumorale e in grado di neutralizzare i radicali liberi. Il frutto rosa, inoltre, è particolarmente depurativo del

sangue e fortemente diuretico. Per fare il pieno delle sue pectine anticolesterolo berne il succo fresco non basta: meglio mangiarlo a spicchi comprese le pellicine e la parte bianca della scorza! Al di là del colore, il pompelmo ha tutte le caratteristiche benefiche degli agrumi, a fronte però di un minor contenuto di zuccheri. Da ricordare che il suo consumo può interferire con l’assunzione di alcuni farmaci.

La spesa di marzo Verdura: barbabietola, broccolo, carciofo, cardo, catalogna, carota, cavolfiore, cavoli, cavolini di Bruxelles, cicoria e cicorino, cima di rapa, cipollotti, coste, crauti, crescione, erbette, finocchio, indivia, lattuga, luppolo, porro, radicchio rosso, rapa, ravanello, scorzonera, scorzobianca, spinaci, tarassaco, valerianella, zucca. Frutta: kiwi, arancio, mandarino, mandarancio, limone, pompelmo, cedro, mela, pera, frutta secca. m alimentazione su lifegate.it


suoni e parole Tommaso Perrone con Silvia Passini

musica

Verdena “Wow”. È il loro ultimo disco. Ma è anche quello che avrà esclamato il gruppo bergamasco di fronte a questo successo, dopo tre anni di silenzio. La bassista Roberta Sammarelli racconta il legame con le proprie origini, e con l’ambiente.


MUSICA • suoni e parole

L

’ultimo album dei Verdena, Wow, ha riscosso un successo sia di critica che di pubblico, entrando direttamente ai vertici delle classifiche. Quando vi siete resi conto di aver composto un album così importante? È stata una grande sorpresa perché anche se da un lato sappiamo di avere un pubblico molto fedele che nella settimana di uscita dell’album corre subito a comprarlo (infatti gli ultimi due dischi sono sempre entrati nella top ten) dall’altro è stato un bel salto. Ce ne siamo resi conto solo poco prima dell’uscita, quando abbiamo iniziato ad avere i primi contatti con i giornalisti. Sì, quello è stato il primo riscontro con il mondo esterno. Quando passi tanto tempo in studio perdi la lucidità rispetto a quello che stai facendo. Siamo piacevolmente sorpresi da come è stato accolto “Wow”, anche perché ci siamo dedicati a produrre un disco che piacesse a noi prima che al pubblico. Il fatto che piaccia anche agli altri ci rende veramente contenti.

E’ vero che provate e registrate ancora nella stessa sala prove dove avete cominciato, un ex pollaio? Esatto, registriamo ad Albino, in provincia di Bergamo, in una valle fuori dalla “civiltà”. Essere rimasti esattamente nel luogo da dove siete partiti incide nel processo di composizione? Non posso dire come sarebbe stato scrivere in un altro posto. Forse avremmo scritto le stesse canzoni perché una volta imbracciati gli strumenti, il luogo diventa qualcosa di esterno, a sé. In ogni caso abbiamo bisogno della nostra routine, soprattutto perché l’album è stato scritto in tre anni. Facciamo un salto indietro nel tempo. Nel 2007, all’uscita di Requiem, avete avviato una collaborazione con Greenpeace. Da cosa nasce questo amore per l’ambiente? Viene dal fatto che abbiamo vissuto in prima


MUSICA • suoni e parole

persona un contrasto abbastanza forte. Quello della cementificazione proprio della valle dove abbiamo la nostra sala prove. È una valle che negli ultimi sei – sette anni è stata deturpata. Noi eravamo abituati al colore verde, mentre adesso c’è molto più cemento e molto spesso sono costruzioni inutili perché tante non sono state ancora vendute. È stato un impatto emotivo, visivo ed ambientale molto forte. Pensate di ripetere collaborazioni con organizzazioni di questo tipo? Sì, assolutamente. Non lo escludiamo, anzi, ne saremmo molto felici. Avete mai usato il testo di una vostra canzone per trasmettere un messaggio? Non credo, o almeno non consapevolmente. Ce ne possono essere a livello inconscio. Alberto (Alberto Ferrari, cantante e chitarrista dei Verdena, ndr) non ama definire i suoi messaggi. I suoi testi si rifanno a immagini proprio per lasciare la libertà

all’ascoltatore di interpretarli. Sono passati più di dieci anni dal vostro debutto. C’è stata una crescita sia dal punto di vista artistico che personale, una crescita che vi ha reso più consapevoli? Lo scorrere del tempo dovrebbe portare saggezza, anche se ovviamente ci sono delle eccezioni. Gli anni sono passati anche per noi e ormai possiamo definirci delle persone adulte. Siamo arrivati al quinto disco, abbiamo fatto tanta gavetta, ma non si smette mai di crescere, soprattutto a livello artistico. Non bisogna mai pensare di essere arrivati, altrimenti non avrebbe più senso andare avanti. in onda su lifegate radio lombardia milano varese como 105.1 - bergamo lodi cremona 105.1 pavia 88.7 - 105.1 - 102.2 - lecco 105.2 - lazio roma 90.9 bracciano 90.7 - piemonte verbania 105.2 vercelli alessandria novara biella ivrea 105.1 m interviste su lifegateradio.it


suoni e parole

playlist LifeGate Radio

Giacomo De Poli

Colonna sonora marzo 2011 m www.lifegateradio.it

Dustin O’Halloran

Sara Lov

Alexander

Pj Harvey

The Secret Sisters

We Move Lightly

La Bambola

Truth

The Words That Maketh

Why Don’t You Love Me

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Murder

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Radiohead

Bibio

Jamie XX & Gil

Young Galaxy

Under Cover Of

Codex

Excuses

Scott-Heron

Cover Your Tracks

Darkness

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My Cloud

m ascolta

The Strokes

m ascolta

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libro • suoni e parole Silvia Passini

Shane Jones

Io sono febbraio ISBN Edizioni, 2011, [13,50 euro]

Febbraio non vuole finire. Fa freddo, continua a nevicare e a un certo punto i bambini iniziano a sparire. Gli abitanti del villaggio sono uniti e decisi: muoveranno guerra a Febbraio. Una favola moderna dalle atmosfere oniriche. Pagine di poesia, eterea ed allegorica. Pagine che sanno di fumo e di miele che portano in una dimensione surreale. Un libro bellissimo, da leggere, da guardare e da toccare. Magico. m www.isbnedizioni.it m libri su lifegate.it


libro • suoni e parole Silvia Passini

Francesca Melandri

Eva dorme IMondadori, 2010, [19 euro]

Nella notte una telefonata per Eva: è Vito, colui che lei considerava un padre, che la vorrebbe vedere per l’ultima volta. Inizia cosĂŹ il viaggio di Eva dalle vette dolomitiche, al mare della Calabria. Un viaggio a nervi scoperti che intreccia le vicende storico-politiche del Sudtirolo con vicende personali. Una bella occasione per approfondire la storia italiana leggendo un romanzo decisamente emozionante. m www.librimondadori.it m libri su lifegate.it


libro • suoni e parole Silvia Passini

Luca Scarlini

Ladri di immagini Edizioni Ambiente, 2010, [14 euro]

C’è chi vuole condividere l’arte perché è conoscenza. C’è chi vuole meramente impossessarsene. Per alcuni è un valore emotivo. Per altri un valore economico. Sotto i nostri occhi c’è un business che si avvale di professionisti dell’illegalità: è l’ “archeomafia”, il mercato dell’arte rubata in Italia. Questo libro-inchiesta ce ne parla. Per indignarsi. Per apprezzare e tutelare la bellezza. m www.edizioniambiente.it m libri su lifegate.it



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