Ritratti Antichi

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Ritratti antichi Ritratti antichi

GrandTour Collection


Gioielli contemporanei 2


GrandTour Collection si ispira dalla stessa passione per l’arte, che nel 1700 spinse persone di tutto il mondo a intraprendere un lungo viaggio in Italia per ammirarne la bellezza. Il GrandTour, così fu chiamato, segnò un’epoca fiorente e di grande fermento artistico e culturale e i viaggiatori che lo intraprendevano si portavano a casa un ricordo indelebile e il desiderio di tornare. Anche ogni singolo gioiello da noi creato artigianalmente rappresenta un tour attraverso la bellezza, le opere d’arte che custodiamo da secoli, la storia che ci rappresenta, lo stile italiano, riconoscibile in tutto il mondo, simbolo di eleganza e qualità e che ci rende unici nel design e nell’artigianalità. La collezione GrandTour nasce dall’esperienza generazionale della Famiglia Borrazzi D’eramo, artigiani e antiquari romani, da sempre immersi nella bellezza: arte, antichità, storia e tradizioni culturali, nel magico contorno della città eterna, Roma. Nel 1947 nasce il laboratorio orafo e orologiaio, dove si forma la tradizione della manualità artigianale. Dopo aver venduto per anni, nella loro galleria in Via dei Coronari, oggetti unici e rari, selezionati in giro per il mondo, Michela e Roberto hanno creato una nuova collezione di gioielli, GrandTour, che racchiude le immagini e i rimandi all’immenso patrimonio culturale e storico dell’Italia, presentati in una veste moderna, attuale, di grande attrazione.

con un’anima antica.


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Amore e Psiche - Love and Psiche (5-600)

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Antinoo - Antinous (8-404-900)

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Baccante - Bacchante (437)

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Cavallino - Horse (17-438-904)

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Colombe di Plinio - Pliny’s doves (22-602)

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Cupido - Cupid (207-408-906)

10 Cupido e Bacco - Cupid and Bacchus (511-905) 10 Dioniso - Dionysus (409) 11 Ercole - Hercules (31-410-519-520-541) 12 Ercole e il serpente - Hercules and the Snake (907) 12 Esculapio e Igea - Aesculapius and Hygieia (912) 13 Euripide - Euripides (414) 14 Fauno e Baccante - Faun and Manead (909) 14 Fetonte - Phaeton (607) 15 Galata - Galata (44) 16 Genio delle Belle Arti - Genius of fine Arts (523-910) 16 Giove Serapide - Jupiter Serapis (911)


SOGGETTI / SUBJECTS 17 Giulio Cesare - Julius Caesar (439) 18 La forza vinta da Cupido - Strength won by Cupid (47) 18 Leda e il cigno - Leda and the swan (50-203) 19 Leone - Lion (55-913) 20 Lupa Capitolina - She wolf (60-422-531-610-915) 20 Minerva - Minerva (427-428-917-918) 21 Medusa Rondanini - Medusa (61-425-532-916) 22 Nerone - Nero (535) 22 Pegaso - Pegasus (210-407-919) 23 Polluce - Pollux (432-920) 24 Profilo virile - Virile profile (69) 24 Rana - The frog (434) 25 Roma - Rome (67-536) 26 Toro dionisiaco - Dionysian bull (72) 26 Triumvirato - Triumvirate (74) 27 Venditrice di amorini - The Cupid seller (419) 28 Venere - Venus (77-200)


Amore e Psiche Psiche, principessa dalla incredibile bellezza divina, fu destinata dall’invidia di Venere a un matrimonio infelice, a cui la sottrasse Cupido, invaghitosi di lei. Cupido (Eros-Amore per i Greci) pose come condizione che Psiche non cercasse mai di vedere il suo volto; lei mancò alla promessa e fu colpita da un sonno senza fine. Cupido la trovò e la risvegliò con il tocco delle sue frecce e la portò sull’Olimpo, dove la rese immortale con una coppa di nettare d’ambrosia. Sala di Amore e psiche Castel Sant’Angelo Roma

Antinoo Antinoo (anche Antinoüs o Antinoös) era un giovane di grande bellezza, vissuto nel secondo secolo d.C. proveniente dalla Bitinia, un’antica regione dell’Asia minore che fu provincia dell’impero romano. Adriano, allora imperatore colto e appassionato, lo portò a Roma con sé e ne fece il suo favorito nonché amante. Alla sua morte fu divinizzato e l’imperatore fece erigere in Egitto una città a suo nome: Antinopoli. Sono numerose le statue che lo raffigurano anche nella vesti di altre divinità, ad esempio l’Antinoo Braschi al Vaticano. Venne adorato sia nell’Oriente egizio che nell’Occidente greco-latino, a volte come Theos, una vera e propria divinità̀. Splendido il racconto della vita dell’imperatore e del suo amore per il giovane Antinoo nel libro Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar. 6


Baccante Le Baccanti, dette anche Menadi, Tiadi o Mimallonidi, erano le sacerdotesse di Dioniso (Bacco per i Romani), che celebravano il dio cantando, danzando e vagando come animali per monti e foreste agitando il tirso, attributo di Dioniso e dei suoi seguaci. Nell’iconografia classica le baccanti vengono associate ai satiri - come oggetto del loro desiderio - tra le braccia dei quali vengono spesso raffigurate. Le Baccanti e i misteri bacchici sono celebrati in una delle piÚ̀ importanti tragedie di Euripide, Le Baccanti. Roma, Musei Capitolini

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Cavallino Il cavallo da sempre fa parte della vita dell’uomo ed è stato considerato sacro in tutte le antiche civiltà. La sua cavalcatura equivale alla capacità di padroneggiare le proprie pulsioni. Apollo, dio del sole, è spesso rappresentato sul suo carro trainato da cavalli e Poseidone-Nettuno guida carri trainati da ippocampi. Emblema di regalità, in molti racconti mitici si trovano storie di re ed eroi associati alla loro cavalcatura. Intaglio neoclassico di Alessandro Cades.

Colombe di Plinio La denominazione colombe di Plinio derivò dal fatto che il soggetto musivo corrispondeva alla lettera a quello descritto da Plinio il Vecchio (23 ca - 79 d.C ) come opera di Sosos, artista di Pergamo del II secolo a.C. (Naturalis Historia). Fu un motivo decorativo molto apprezzato e se ne trovano diversi modelli tra cui uno nella Casa del Fauno a Pompei. Soltanto più tardi sarà riconosciuto come una copia romana dell’originale pergameno e ne sarà spostata la datazione al II secolo d. C. Tivoli, Villa Adriana

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Cupido Eros, il dio greco dell’amore e del desiderio sessuale, chiamato dagli antichi Romani Cupido. Figlio di Afrodite e Ares, è rappresentato come un fanciullo alato armato di arco e di frecce con le quali feriva le divinità e gli uomini, suscitando in loro la passione amorosa. Fu rappresentato dagli artisti forse più di ogni altro dio: come un fanciullo o un efebo, spesso alato, armato di un arco con cui scaglia sugli uomini le frecce, più raramente con fiori o una lira. In età ellenistica la sua figura diviene più molle, femminea, sempre più infantile, finché venne rappresentato come un putto alato. A questo periodo risale anche la nascita del mito di Amore e Psiche. Roma, Musei Capitolini

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Cupido e Bacco Dio del Vino e della fertilità, Bacco, riceve la visita del Dio dell’amore, Cupido, e gli offre qualcosa da bere. Cupido (per i Greci Eros), è rappresentato come un fanciullo alato armato di arco e di frecce con le quali colpisce le divinità e gli uomini, suscitando in loro la passione amorosa. Bacco è una divinità della religione romana, il cui

nome deriva dall’appellativo greco Bákkhos,

con cui il dio greco Dioniso veniva indicato nel momento della possessione estatica. Viene raffigurato spesso come un uomo col capo cinto di pampini, solitamente ebbro, con in mano una coppa di vino o il tirso. Copenaghen, Museo Thorvaldsen

Dioniso Dioniso è una delle grandi divinità dell’Olimpo greco. Nacque da Zeus e da Semele, figlia di Cadmo. Era considerato l’inventore della vite, del melo, del vino; gli si attribuiva la crescita e il rinnovarsi della natura. Le sue epifanie erano caratterizzate dal polimorfismo: animali, esseri umani giovani e vecchi, femmineo nell’aspetto. All’inizio del II sec. a.C. i misteri dionisiaci penetrarono in Italia con il loro carattere orgiastico; il senato romano nel 186 a.C. proibì i Baccanali, ma nella religione mistica Dioniso ebbe grande importanza fino all’età imperiale. Fidia nel Partenone lo raffigura giovanile, nudo, imberbe. L’ellenismo preferì l’aspetto efebico, molle, del dio nudo, spesso ebbro e sorretto da Sileno. Dioniso compare anche in molte scene mitiche su vasi dipinti, rilievi, pitture, sarcofagi romani. Roma, Musei Capitolini

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Ercole Figlio di Giove e di Alcmena, fu il maggiore eroe greco, venerato come simbolo di forza, coraggio e umanità. Divenne l’eroe degli atleti e fu considerato l’ideatore dei giochi di Olimpia. Affrontò le famose dodici fatiche. Tornato da Euristeo con le sue prede, Ercole venne inviato ad affrontare il toro di Creta, che aveva generato il Minotauro assieme alla moglie del re Minosse, Pasifae. Giunto in città, l’eroe si incontrò con Minosse che, ben felice di sbarazzarsi dell’animale, gli concesse di portarlo via e gli offrì il suo aiuto per catturarlo, che egli però rifiutò. Dopo aver preso alle spalle l’animale, Ercole lo afferrò e lo soffocò, senza però ucciderlo, con la sua grande forza, per poi inviarlo a Euristeo. Questi propose di sacrificare la bestia a Era, ma la dea rifiutò il sacrificio poiché avrebbe dato gloria riflessa a Ercole. Di conseguenza il toro fu liberato e si stabilì nei pressi di Maratona, dove in seguito sarebbe stato catturato da Teseo e sacrificato ad Apollo. Ercole Farnese, Napoli, Museo Archeologico Nazionale

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Ercole e il serpente Eracle è figlio di Zeus (Giove per i Romani) e della mortale Alcmena, a cui il dio si era unito assumendo le sembianze del marito di lei, Anfitrione. Ha ancora pochi mesi quando la dea Era, adirata per il tradimento di Zeus, invia contro la sua culla due enormi serpenti; ma Eracle, già in possesso di una forza straordinaria, riesce a strozzarli con la potenza delle sue mani. È l’eroe-semidio, dotato di una forza eccezionale, che affronta vittoriosamente fatiche sovrumane. È un eroe possente ma benefico: la maggior parte delle sue imprese consiste nella liberazione del mondo da pericolosi mostri. Alla sua morte viene accolto tra gli dei. Le sue ‘fatiche’ divennero il simbolo dei sacrifici che l’esercizio della virtù richiede, la sua apoteosi simboleggiò la virtù premiata. Roma, Musei Capitolini

Esculapio e Igea Esculapio, divinità della religione greca antica, patrono della medicina. Il suo culto fu introdotto a Roma sull’Isola Tiberina nel 291 a.C. La tradizione vuole che in quell’anno la popolazione della città fosse colpita dalla peste. Dopo aver consultato i Libri sibillini, il Senato romano decise di costruire un tempio dedicato al dio, e a questo scopo fu inviata una delegazione a Epidauro per ottenere la statua del dio. Al ritorno, mentre la barca che trasportava la statua risaliva il Tevere, un serpente, simbolo del dio, sceso dall’imbarcazione, nuotò verso l’isola Tiberina. L’evento fu interpretato come volontà del dio di scegliere il luogo dove sarebbe sorto il suo tempio, che fu costruito sull’isola. Igea, personificazione della sanità fisica e spirituale, elevata a divinità e ritenuta figlia o moglie di Esculapio. Il suo attributo è il serpente, viene invocata per prevenire malattie e danni fisici; Esculapio per la cura delle malattie e il ristabilimento della salute persa. Da un rilievo di Thorvaldsen - Copenaghen, Thorvaldsen Museum 12


Euripide Euripide è stato uno dei grandi drammaturghi e poeti ateniesi dell’antica Grecia, noto per le numerose tragedie, tra cui Medea e Le Baccanti. Euripide nacque ad Atene, in Grecia, intorno al 485 a.C.. Divenne uno dei più noti e influenti drammaturghi della cultura greca classica; delle sue 90 opere teatrali, 19 sono sopravvissute. Le sue tragedie più famose, che reinventano i miti greci e sondano il lato più oscuro della natura umana, includono Medea, Le Baccanti, Ippolito, Alcesti e Le donne troiane. Morì in Macedonia, in Grecia, nel 406 a.C. Roma, Musei Capitolini

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Fauno e Baccante Il Fauno è una divinità della natura appartenente alla mitologia romana. Più precisamente è la divinità della campagna, delle greggi e dei boschi. Il suo aspetto è dalla forma umana, ma con i piedi e le corna di capra. Più tardi fu fatto corrispondere al satiro della mitologia greca, benché quest’ultimo fosse legato al culto del dio Dioniso, Bacco per i Romani. Sacerdotesse di Bacco, le Baccanti celebravano il dio cantando, danzando e vagando come animali per monti e foreste. Solitamente agitano il tirso, un bastone avviluppato dall’edera. Parigi, Museo Louvre

Fetonte Era un giovane figlio di Helios e Klymene che pregò suo padre di lasciarlo guidare il carro del sole. Tuttavia, l’inesperto Phaethon perse rapidamente il controllo del carro solare che andò fuori controllo incendiando la terra. Zeus, furente, colpì il ragazzo con un fulmine e il suo corpo cadde nelle acque del fiume Eridanos, che viene associato spesso al fiume Po. Le sue sorelle, le Heliades, si radunarono sulle rive e si trasformarono in pioppi dalle lacrime ambrate. Dopo la sua morte, Phaethon fu posto tra le stelle come la costellazione Auriga o trasformato nel dio della stella che i Greci chiamavano Phaethon - il pianeta Giove o Saturno. Cammeo in sardonica - Firenze, Museo degli argenti collezione granducale

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Galata Il galata ferito o gladiatore morente è un’antica copia romana in marmo di una scultura ellenistica perduta che si pensa sia stata eseguita in bronzo. L’originale potrebbe essere stato commissionato tra il 230 e il 220 a.c. da Attalo I di Pergamo per celebrare la sua vittoria sul popolo celtico dei Galati. L’identità dello scultore dell’originale è sconosciuta, ma è stato suggerito che Epigono, scultore di corte della dinastia Attalide di Pergamo, possa essere stato il creatore. La copia era più comunemente conosciuta come Il Gladiatore Morente fino al XX secolo, supponendo che raffigurasse un gladiatore ferito in un anfiteatro romano. Gli studiosi lo identificarono come Galata alla metà del XIX secolo, ma ci vollero molti decenni perché il nuovo titolo raggiungesse l’accettazione popolare. Roma, Musei Capitolini

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Genio delle Belle Arti Dal rilievo “Genio lumen” di Thorvaldsen. Scena allegorica in cui la figura femminile che disegna è l’incarnazione dell’arte con lo spirito guardiano; il giovane con le ali nel gesto di versare l’olio nella lampada è un genio, cioè̀ lo spirito, custode d’arte, porta l’ispirazione e la luce della saggezza. La donna raffigurata con la testa china e stanca evidenzia la mancanza dell’ispirazione. In questa scena è rappresentato il momento nel quale un pensiero prende vita e cerca la forma per essere espresso. Copenhagen, Thorvaldsen Museum

Giove Serapide Divinità egizia con caratteri greci, dio dell’oltretomba identificato come Osiride e Api insieme, fu introdotto in Egitto da Tolomeo I figlio di Lago, primo sovrano della nuova dinastia macedone intorno al 300 a.c.. Nel tempio di Alessandria la sua prima statua lo raffigurava simile a Giove seduto sul trono e barbuto. Sul capo un recipiente simbolo di fertilità. Serapide fu identificato con molti dèi greci, quali Giove in quanto Signore dell’Universo, come dio dell’oltretomba, dio della fecondità, dio guaritore. Il suo culto fu introdotto in molte città del mondo greco e romano, fino al IV secolo, quando, in seguito a una serie di editti di Teodosio I, il Serapeo, il tempio a lui dedicato, ad Alessandria, fu distrutto e i culti pagani vietati. Londra, British Museum

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Giulio Cesare Gaio Giulio Cesare (Roma, 13 luglio 101 a.C.– Roma, 15 marzo 44 a.C.) è stato un militare, console, dittatore, oratore e scrittore romano, considerato uno dei personaggi più importanti e influenti della storia. Ebbe un ruolo cruciale nella transizione del sistema di governo dalla forma repubblicana a quella imperiale. Fu dictator di Roma alla fine del 49 a.C., nel 47 a.C., nel 46 a.C. con carica decennale e dal 44 a.C. come dittatore perpetuo, e per questo ritenuto da alcuni degli storici a lui contemporanei il primo imperatore di Roma. Roma, Musei Vaticani

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La forza vinta da Cupido Cupido-Eros cavalca un leone. Il leone simbolo di forza e di istinto, in questo intaglio è raffigurato con Cupido, dio dell’amore, che lo cavalca mentre suona la lira. Questo strumento è associato alle virtù della moderazione e dell’equilibrio ed è uno degli attributi di Apollo, dio del sole e di tutte le arti. Un’immagine allegorica che rappresenta l’essenza stessa dell’amore che è un continuo movimento alla ricerca dell’armonia tra corpo e spirito. Mosaico pavimentale romano sec. III dC, Colonia, Römisch-Germanisches Museum

Leda e il cigno Leda, regina di Sparta e sposa di Tindaro, sedotta da un candido cigno. Il mito racconta che Giove-Zeus, il re di tutti gli dei, invaghito di lei e più volte rifiutato, si trasformò in cigno per riuscire a conquistarla. Cosi le apparve senza svelarsi e con lei concepì̀ due uova da cui nacquero due coppie di gemelli, Polluce e Castore ed Elena e Clitemnestra. Fu un soggetto molto rappresentato nella storia dell’arte grazie alle tante versioni del mito e alla libertà interpretativa. Michelangelo (1530) Londra, National Gallery

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Leone Il soggetto è ispirato a una scultura in marmo di Antonio Canova, conservata nella Basilica di San Pietro a Roma. I leoni fanno parte del monumento funerario di Clemente XIII: posti sul primo livello basamentale, rappresentano allegoricamente la forza e proteggono la porta che dà accesso al sepolcro. La rappresentazione del leone ripercorre ininterrottamente la storia dell’uomo dal Paleolitico, mantenendo intatta la sua simbologia di forza, potere e regalità. Tutte le rappresentazioni del leone, culturalmente e cronologicamente diverse, hanno una caratteristica in comune: associare l’immagine del leone ad una qualità che in qualche modo ha a che fare con sacralità, il potere, regalità o l’astuzia. Nei miti è spesso personificazione di esseri divini, sia maschili che femminili, o è associato al sole. Roma, Basilica di San Pietro

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Lupa Capitolina Secondo la mitologia romana, Rea Silvia era la madre di Romolo e Remo, i due gemelli che divennero i fondatori di Roma. Rea Silvia era la figlia di Numitore, un discendente di Enea. Un giorno il dio Marte la incontrò in un bosco e se ne invaghì, seducendola. Da quest’unione nacquero i due gemelli, che però furono destinati alla morte da Amulio, usurpatore del trono di Numitore, che non voleva discendenze maschili. Rea Silvia per salvarli mise i gemelli in una cesta e li abbandonò nel Tevere. Furono trovati da una lupa che li allevò. La Lupa è il simbolo della città. Roma, Musei Capitolini

Minerva Figlia di Giove, è la dea romana della saggezza, della medicina, delle arti, della tintura, della scienza e del commercio, ma anche della guerra. Come Minerva Medica è la patrona dei medici. Nel tempio del Campidoglio era venerata insieme a Giove e Giunone, con i quali formava una potente triade di dei. Un altro suo tempio si trovava sul colle Aventino. La chiesa di Santa Maria sopra Minerva è costruita su uno dei suoi templi. Si ritiene che Minerva sia l’inventrice di numeri e strumenti musicali. Si pensa che sia di origine etrusca, come la dea Minerva. Successivamente è stata identificata con la greca Atena. Parigi, Louvre

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Medusa Rondanini La Medusa è una delle tre Gorgoni. Secondo il mito, Poseidone se ne invaghì, si trasformò in uccello e la portò nel tempio di Atena. Medusa fu punita dalla dea che trasformò i suoi capelli in serpi e le diede il potere di tramutare in pietra chi la guardasse. Fu uccisa da Perseo che le tagliò la testa guardandola da uno specchio. Dal suo sangue nacque Pegaso, il cavallo alato. La Medusa Rondanini è una statua di marmo raffigurante la testa della Medusa, probabilmente copia tardo-ellenistica o augustea di un originale greco di epoca classica o ellenistica andato perduto. La testa della Medusa è raffigurata più bella e umanizzata di quella apotropaica che appariva come Gorgoneion sull’egida di Atena. La Medusa Rondanini era stata acquistata dal re Ludovico di Baviera, amante dell’arte, dagli eredi del marchese Rondanini, durante il suo Grand Tour dell’Italia come principe. Monaco di Baviera, Gliptoteca

Mortale e

bellissima 21


Nerone Nerone fu l’ultimo imperatore della dinastia giulio-claudia (14-68 d.C.). Salì al potere a soli 17 anni, dopo la morte dell’imperatore Claudio, suo padre adottivo. Agrippina infatti, madre di Nerone e seconda moglie di Claudio, convinse quest’ultimo ad adottare Nerone, avuto da un precedente marito. E forse fu proprio lei, per affrettare la successione di Nerone, ad avvelenare Claudio, nel 54 d.C.. Nerone fu un principe molto controverso nella sua epoca; ebbe alcuni innegabili meriti, soprattutto nella prima parte del suo impero, quando governava con la madre Agrippina e con l’aiuto di Seneca. Fu accusato del grande incendio di Roma con l’obiettivo di ricostruire la città ed edificare la propria maestosa residenza, la Domus Aurea. Roma, Musei Vaticani

Pegaso Il mito racconta del giovane Ipponoo, figlio di Glauco e di Corinto, che riuscì a catturare il cavallo alato Pegaso, nato dal sangue che scaturì dalla testa di Medusa uccisa da Perseo. Con l’aiuto di Athena-Minerva che gli regalò una briglia d’oro riuscì a domarlo. Un giorno andando a caccia uccise per sbaglio il fratello e prese il nome di Bellerofonte, uccisore di Bellero. Per espiare la sua colpa si allontanò e fu ospite del re Preto e di Antea che si innamorò di lui costringendolo ad andare via, ancora ospite del suocero. Egli, ricevuto un messaggio segreto che chiedeva di uccidere Bellerofonte decise invece di farlo combattere contro la Chimera, un mostro con la testa di leone che infestava la Licia. Riuscì ad ucciderla e, orgoglioso del successo, tentò di salire fino all’Olimpo. Giove punì la sua temerarietà facendo pungere Pegaso da un tafano che, così, disarcionò Bellerofonte. Pegaso continuò a salire finché giunto in cielo si trasformò in costellazione. Soggetto ripreso dall’antico secondo il modello del mosaico del museo archeologico di Rodi. Da intaglio di Luigi Pichler

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Polluce Uno dei dioscuri, figli di Giove e Leda, eccellente pugilatore. Quando il fratello Castore, domatore di cavalli e mortale, fu ferito, Polluce implorò Giove di far morire anche lui o di dare l’immortalità̀ anche al fratello. Giove acconsentì permettendogli di stare insieme per sempre, metà del tempo agli Inferi e metà con gli dei sul monte Olimpo. Secondo una leggenda, i Dioscuri vennero trasformati da Zeus nella costellazione dei Gemelli. Roma, Piazza del Campidoglio

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Profilo virile Testa ispirata alla scultura di un Gallo che faceva parte di un donario dell’antica città di Pergamo, che celebrava la vittoria sui Galati. Impresa considerata di grande importanza sia per la conquista di molti territori, sia per la grandezza e la dignità degli sconfitti, quest’ultima esaltata anche in altre note sculture, ad esempio il Galata della collezione dei Musei Capitolini di Roma. Gallo Chiaramonti - Roma, Musei Vaticani

Rana La rana nasce, si sviluppa e vive nell’acqua per tutta la sua vita, non rimanendovi però vincolata. Rappresenta l’evoluzione psichica, affettiva e spirituale che compie ogni uomo nella sua vita. In Giappone si dice che la rana attiri la felicità e anche che ritorni sempre al suo punto di partenza, anche se la si porta lontano. Infatti la parola giapponese per rana (kaeru) significa anche ritornare. Le culture Precolombiane attribuiscono alla rana il simbolo della vita. Nelle tradizioni dell’America centrale si riteneva che la rana portasse salute eliminando l’energia negativa e tenendo lontano il male. Nella cultura cristiana, per via delle sue metamorfosi, è un antico simbolo di “resurrezione”. Napoli, Museo Archeologico Nazionale.

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Roma Personificazione della città, il suo culto fu istituito in età imperiale e la festa veniva celebrata il 21 aprile, il Natale di Roma. Era rappresentata come una giovane donna con un elmo e spesso una cornucopia colma di doni. Sull’elmo è scolpita una lupa su entrambi i lati con un putto che simboleggia la leggenda della fondazione della città. Secondo la leggenda, Roma fu fondata il 21 aprile 753 aC. da Romolo (sul Palatino), che presumibilmente uccise il suo gemello Remo durante la creazione della città. Questi due fratelli sono i discendenti del dio Marte e di Rea Silvia, figlia di Numitore. Testa colossale, personificazione di Roma, dalla collezione Borghese

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Toro dionisiaco Il Toro dionisiaco simboleggia Bacco-Dioniso tramutato in toro. Il toro è una delle molteplici manifestazioni del dio Dioniso, che appare anche raffigurato come serpente, capro o satiro, e associato all’edera, alla vite e altro ancora. Il toro è un simbolo di fertilità̀, forza, altruismo e sacrificio. Originale antico inciso su calcedonio. Parigi, Bibliothèque Nationale, cabinet des medaille.

Triumvirato Il Secondo triumvirato è l’alleanza stipulata il 27 novembre 43 a.C. tra Ottaviano, Marco Antonio e Marco Emilio Lepido. Scopo dichiarato era punire gli uccisori di Cesare ed elaborare una nuova costituzione. A differenza del Primo triumvirato, che nel 60 a.C. aveva legato Cesare, Pompeo e Crasso, il secondo non era un accordo privato ma una magistratura straordinaria, riconosciuta dal Senato e dal popolo, della durata di cinque anni. Tutti i rivali di Cesare entrarono nelle liste di proscrizione; vittime illustri furono Cicerone, Bruto e Cassio. Intaglio neoclassico di Alessandro Cades

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Venditrice di amorini La Venditrice di amorini è un affresco rinvenuto durante gli scavi archeologici dell’antica città di Stabiae, l’odierna Castellammare di Stabia, che decorava una parete di Villa Arianna. L’affresco risale alla metà del I secolo, periodo in cui era in voga il terzo stile e fu dipinto in un cubicolo di Villa Arianna, nei pressi di un’altra stanza decorata esclusivamente con figure femminili, tra cui la Flora: è ipotizzabile quindi che quella zona della villa fosse esclusivamente riservata alle donne. Fu ritrovato nel 1759, durante le esplorazioni borboniche e venne asportato per entrare a far parte della collezione del re: il successo dell’affresco fu tale che l’intera villa venne originariamente chiamata Villa della venditrice di amorini. Si tratta di una delle opere maggiormente riprodotte durante il periodo neoclassico e rococò. Napoli, Museo Archeologico Nazionale

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Venere Venere, dea dell’amore della bellezza, della grazia e dei vincoli coniugali. Ninfa del mare e protettrice dei naviganti, viveva nel fondo marino; quando il mare era calmo riemergeva e giocava con gli animali marini. Secondo Omero nacque da Zeus e da Dione, secondo altri da Urano e Gea, secondo Esiodo invece nacque dalla spuma del mare e una conchiglia, spinta da Zefiro, la portò sulla spiaggia dell’isola di Cipro, dove fu ricevuta dalle Ore e portata sull’Olimpo. Pompei, affresco.

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