I tesor dl'Emilia Basa - Martina Ruggiero

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I tesor dl'Emilia basa La bassa è una parte della pianura padana lungo il Po tra la città di Pavia e la valle di Comacchio che termina a sud per la sua lunghezza con l’Appennino ligure e tosco-emiliano. Le atmosfere sono principalmente fredde e nebbiose durante l’inverno e calde e afose durante l’estate mentre la mezza stagione si caratterizza per un clima mite piacevolmente dedicato. L’enogastronomia è la maggior fonte di ricchezza e d’ispirazione del territorio. I profumi e sapori combaciano in un’armonia elaborata e creativa. Qui viveva un uomo di circa sessant’anni, chiamato Luca. Egli aveva passato i suoi anni vivendo in una casa di campagna nella bassa emiliana, coltivando e lavorando la maggior parte dei prodotti tipici provenienti naturalmente dalla terra. All’età di trent’anni si appassionò alla cucina e non solo alla coltivazione. Sognava di creare un vero e proprio ristorante, così dopo qualche anno di studio e passione grazie anche all’aiuto della sua famiglia, riuscì ad aprire la trattoria “Le delizie della natura e dei tortellini”. Egli fece amare la sua cucina e le sue particolarità locali, dai salumi alla coppa piacentina, al salame di Felino, allo sformato di riso, fino alla polenta e ai formaggi tipici. L’erbazzone ad esempio, specialità tipica del posto, era uno dei cibi preferiti dello chef Luca, una torta salata rustica preparata con pochi semplici ingredienti miscelati tra loro gustosamente: il ripieno è formato da erbe, soprattutto bietole. Il nome originale è “Scarpasòun”, derivato dell’ingrediente “scarpa” parte bianca delle coste di bieta. Esteriormente al ripieno viene preparato l’impasto fatto di farina acqua e lardo, quest’ultimo particolarmente importante per la cultura culinaria reggiana. Le erbe sono insaporite con cipollotti freschi, formaggio parmigiano reggiano grattugiato e lardo . Poi c’erano i “caplèt”, preferiti dai suoi figli. Si tratta dei cappelletti, la cui caratteristica sta nel ripieno di ogni singola gemma di pasta all’uovo tra cui quello alle erbe, alla carne o alla zucca. Non è da dimenticare lo “gnocc frett”, il gnocco fritto, soffice e delizioso impasto fritto servito con salumi. Importante delizia erano i dolci di Luca come la torta di riso cucinata in breve tempo e di alto contenuto nutritivo e la zuppa inglese, la cui base nell’ottocento era il pan di Spagna, imbevuto nei liquori quali Alchermes o Rosolio.


E come dimenticare gli “intrigòun”!

Gli intrigoni sono dolci del carnevale reggiano

conosciuti anche come “chiacchiere” o “frappe” arricchite con una spolverata a neve di zucchero a velo. Forse nessuna regione presenta tanti piatti e ricette tanto variegati che sono importanti a livello mondiale soprattutto all’estero tant’è che l’enogastronomia reggiana viene considerata vera e propria forma d’arte. “Il piatto è la tela e il cuoco è il pittore dei mille sapori”. Il nostro beniamino aveva aperto un ristorante così bello e buono, che nel giro di poco tempo si fece conoscere in tutta la regione. “Angh'è mia amor più sinser che l'amor pr'al magner”.


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