Primo Piano - Maggio 2020

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speciale coronavirus

Viller Magnanini

CHE SPORT CI LASCIA LA PANDEMIA?

CICLISTI, PODISTI, CALCIATORI DITE: GIÙ LA MASCHERINA “Sembra” di poter affermare quasi con certezza che ci stiamo avvicinando ad una seppur graduale ripresa delle nostre “vecchie” attività, siano esse sportive, culturali, di intrattenimento, di turismo. Presto la tanto agognata “libertà” verrà sancita: sicuramente con regole stringenti e l’obbligo di usare misure precauzionali, ma potremo di nuovo uscire fuori dalle mura domestiche. Come riprenderemo a frequentarci noi comuni mortali? Come saranno le giornate nei negozi, al bar, nelle librerie? E di sera un cinema, un teatro, il jogging, cosa potremo fare davvero? Ma soprattutto, noi richiamati a uscire dalla quarantena saremo pronti? Visto che normalmente mi occupo di sport ho riflettuto su come potremo vivere l’attività fisica dopo questa pandemia che ha sconvolto le nostre abitudini, radicate da anni. Che si pratichi uno sport di squadra, che si frequenti una palestra o che si assista da spettatore ad una manifestazione, ci si è sempre dovuti districare nella folla; e già il nome stesso “folla” dà un senso di assembramento, di contatto. Cose che una volta ci sembravano normalissime, senza importanza, ma che ora assumono una nuova dimensione di angoscia e pericolo.

Roberto Bizzoccoli presidente ciclistica Correggio

Prendiamo per esempio la corsa a piedi: le maratone, maratonine, camminate, campestri e chi più ne ha più ne metta, alle quali sono sempre numerosissimi i partecipanti ed altrettanti gli accompagnatori. Staremo tutti distanti un metro o più? Le mascherine forse possono indossarle gli accompagnatori, ma chi compete? Avete mai provato a correre con un “bavaglio” che altera la regolare respirazione? Lo stesso discorso si può fare per l’attività ciclistica: raduni, gran fondo, uscite di gruppo ed escursioni in comitiva diventerebbero davvero inaffrontabili se fossimo obbligati ad utilizzare presidi sanitari di ogni genere. Per non parlare del calcio, dove il contatto è parte integrante dell’agonismo. Allenamenti, partite, torelli, sudore e sputi sono una costante: a proposito, non penso esista uno sport dove si sputi più del calcio; guardando in Tv le partite di svariati campionati inquadrano spesso quelli che stanno sputando, mah, che faccia audience? Sarà forse il timore del COVID a porre fine a questo brutto gesto? Scusate la divagazione poco elegante, ma oggettiva. Gli spettatori di tutti gli sport sono accomunati da una sola cosa, il contatto spalla a spalla: per vedere meglio, per essere più partecipi, per tifare il nostro beniamino, per assistere all’avvenimento come ne fossi-

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