Primo Piano - Maggio 2021

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pubblica amministrazione

Lorenzo Soldani

I SINDACI RISPONDONO PRESENTE

ILENIA MALAVASI E PAOLO FUCCIO: AMMINISTRARE CON LA PANDEMIA, PROVA DURA MA CONDIVISA Durante la pandemia abbiamo assistito ad innumerevoli conferenze stampa di ministri, governatori, virologi ed epidemiologi. Una voce poco udita nei media, tuttavia, è stata quella dei Sindaci, specialmente quelli dei piccoli Comuni. É a loro che i cittadini hanno rivolto interrogativi ed esposto timori, proprio perchè rappresentano tuttora la figura pubblica più a contatto con le proprie comunità. Pur nella difficoltà di applicare misure restrittive ed impopolari, quasi sempre decise a livelli amministrativi superiori, i primi cittadini non si sono lasciati intimidire da una situazione di tale gravità: abbiamo così chiesto ad Ilenia Malavasi, Sindaca di Correggio, e Paolo Fuccio, Sindaco di San Martino in Rio, di raccontarci il loro lavoro e le loro emozioni di questi ultimi quindici mesi.

Come avete dato risposta alle crescenti necessità assistenziali, sia sanitarie che economiche? ILENIA MALAVASI: «Fin dall’esplosione della pandemia, come amministrazione siamo intervenuti lavorando essenzialmente su due binari: da un lato ci siamo prontamente riorganizzati per gestire subito, con efficacia e trasparenza, i fondi straordinari e i materiali che Governo centrale e Regione hanno fatto pervenire agli Enti locali. Penso ai buoni alimentari o alle prime dotazioni di mascherine da distribuire alle famiglie. Inoltre, ci siamo mossi per coordinare al meglio la rete del volontariato locale

che, per fortuna, nella nostra città ha risposto in modo massiccio e con grande disponibilità: grazie al supporto dei volontari, per esempio, è stato possibile gestire tutte le criticità che si sono presentate, in particolare nella prima fase dell’emergenza, compresi i servizi a domicilio – per generi alimentari o prodotti farmaceutici – per le persone sottoposte ad isolamento o in quarantena. Un aiuto molto prezioso ci è giunto, in particolare, da Protezione Civile, Croce Rossa, Guardie Ecologiche Volontarie e Associazione Nazionale Carabinieri, ma anche da tanti singoli cittadini che, volontariamente, si sono messi a disposizione per dare una mano». PAOLO FUCCIO: «Con la prima ordinanza di chiusura delle scuole ed il primo DPCM del 4 marzo 2020 ci sono state indicate le iniziali misure di prevenzione, a carattere sanitario. Abbiamo aperto il COC (Centro Operativo Comunale) già ad inizio marzo, al fine di avere una cabina di regia sul territorio comunale per gestire al meglio l’emergenza attraverso un attento monitoraggio degli eventi, per attivare i servizi essenziali di assistenza alla popolazione (in primis per le persone in fragilità), per l’attività scolastica e per la casa protetta. I primi protocolli da seguire riguardavano l’igienizzazione dei locali e le distanze di sicurezza.

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Abbiamo dovuto attivare in fretta nuovi servizi per le comunità come spesa a domicilio e consulenza psicologica, per contenere ansia e stress; ci siamo attivati quotidianamente online fornendo tutte le sere notizie sul paese tramite i canali social. Lo Stato ha inviato a tutti i comuni aiuti economici da tramutare in buoni spesa che, unitamente ad un conto corrente aperto dal Comune per raccogliere offerte ed un container di aiuti alimentari donato dal convento dei Frati Cappuccini del Paese, ha dato un concreto aiuto per sostenere un centinaio di famiglie sammartinesi in difficoltà. Purtroppo le mancate entrate e le maggiori spese hanno inciso profondamente sulla vita di tutte le famiglie italiane e anche sui bilanci comunali. Gli aiuti non hanno coperto totalmente le spese e siamo dovuti intervenire per razionalizzare alcuni capitoli di spesa, mantenendo comunque tutti i servizi essenziali erogati ai nostri cittadini». Come hanno reagito i vostri concittadini ad una situazione così complessa? ILENIA MALAVASI: «Ovviamente nessuno aveva precedenti esperienze rispetto ad una simile situazione, senza precedenti nella storia recente. Quindi le reazioni personali sono state le più diverse e comprensibili, dalla paura per la malattia, alle preoccupazioni per una quotidianità che, in molti casi, è stata stravolta, al disagio nel doversi abituare

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