a cura di Mauro Degola
INTERVISTE IMPROBABILI
STORIA PRECARIA DEL MONOPÁTTINO
Magritte nel 2021
Il monopàttino è la cosa più vicina a terra dopo la biscia. Negli anni quaranta e cinquanta da noi era un semplice giocattolo in legno spinto da una gamba, che aiutava a sbucciare ginocchia d'infanti. Ma nella sua storia ultra centenaria è stato utilizzato anche da postini e da impiegati, meglio se in piano o in leggera discesa. Più che un mezzo di trasporto è un decimo di trasporto, tuttavia in Congo viene ancora usato per portare merci (si chiama "chukudu"). Oggi è esplosa la moda del "monopàttino a batteria", che fa a meno della propulsione ortopedica. Addirittura viene incentivato dallo Stato tramite "bonus", perché ecologico. In realtà non sostituisce affatto automezzi con motori inquinanti, bensì ricreativi giri in bicicletta o camminate salutari. Anche a Correggio il monopàttino elettrico ha cominciato a popolare piste ciclabili, marciapiedi e portici.
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primo piano
A sfrecciare per i portici di Correggio, prendendoti silenziosamente alle spalle come un guerriero Sioux, sono soprattutto minorenni. Dovrebbero avere un casco di protezione. E finirà che lo avranno, quando farà tendenza. D - Ma sai frenare? Ancora un metro e mi centri come un birillo!
Valerio Cerati
R - (avrà quindici anni, messi male) – Sei un birillo troppo cresciuto. Non lo sai che basta togliere batteria e il “coso” si arresta? D - E perché cavalchi il "coso" qui sotto i portici? R (allontanandosi a tutta velocità) - Perché il "coso" ha bisogno di liscio capi-
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ottobre 2021