DAVE THE CHIMP BANKSY INSA ONE RETNA O
Mike Giant tutti i segreti del gigante
Dicembre 2012 N.Zero Euro 7
OBEY MY WORKSPACE TOP APPS
Alex Fakso fast or die Luca Font stile made in Italy Laura Satana il tattoo è donna Smash 137 io sono leggenda
L’EDITORIALE numero zero
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di Gregorio Poggetti
adunare, accogliere e creare progetti di qualità, relegati immeritatamente ai margini e privi di visibilità. Senza parlare per generazioni, senza fare politica, senza ricercare il divo e la vittoria facile, i facili entusiasmi ed il già sentito. Anche mandando alto il rigore sopra la traversa. Mostrare l’artista ed il suo lavoro, le foto, il reportage, i film, la musica, il colore, le persone, le lettere. Partire da una città ed un paese apparentemente morti ed asfittici, moribondi, ma spesso invisibilmente e visceralmente vivi, sommessamente produttivi, umanamente ricchi. Arrivare ben oltre questa città e questo paese: non a caso sono nate le redazioni di Londra e New York. All’inizio di una nuova avventura e nello stesso tempo all’arrivo di una lunga esperienza sul campo. Si, perché il numero zero di Imago non è soltanto il lancio di
un magazine mensile di approfondimento sulle tematiche dell’arte, del design e della fotografia, ma anche il naturale approdo di un’esperienza di vita di un intero team di lavoro. L’idea di un progetto editoriale la coltiviamo da molto tempo, ma come spesso accade, la realizzazione pratica e operativa di un progetto ambizioso non è cosa semplice, necessita di un’organizzazione puntuale e continuativa, di persone che credono nel progetto e lo sostengono con il loro impegno e di tempi a volte lunghi. Consapevoli di ciò abbiamo deciso di accettare la sfida e continuare testardamente a perseguire nel nostro intento: dar voce alla nostra esperienza e al bello dell’arte che ci circonda. Il magazine che tenete stretto tra le vostre mani vuole essere anche una piazza virtuale, un luogo delle idee e dell’arte tutto da costruire. Ah, e buona lettura.
Collabora con Imago: Sei un artista o ti piace scrivere? Credi di avere del talento? Perchè non ci invii i tuoi lavori e i tuoi articoli? Siamo sempre aperti a ricevere nuove fonti d’ispirazione, facci conoscere il tuo lavoro e potresti ritrovarti sulle pagine dei prossimi numeri di Imago, il magazine d’arte, fotografia e design che ti ascolta. Allora, che cosa stai aspettando? In ogni numero approfondimenti, recensioni, interviste e mostre dei migliori artisti di tutto il mondo, affrontati con un punto di vista nuovo e fresco. Questa è la filosofia di Imago che si propone di portare tra le tue mani il meglio che c’è in giro, tra arte, fotografia e design: il tutto impacchettato meglio di un cioccolatino. Contatti: e-mail: info@trustudio.it web: http://www.imago.it fb: facebook.com/imago twitter: twitter.com/imago tel. 0373 9727, fax 0373 9728 via Scani 96, 26013 Crema CR Concorso Top Apps: Segnalaci la tua app creativa per smartphone preferita e vinci ogni mese una meravigliosa tavoletta grafica A4 Wacom Intuos. E inoltre con ogni numero scarica il contenuto multimediale!
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IL SOMMARIO
arte fotografia design
numero zero
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Due in uno: Mecna
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Mike Giant: il gigante dell’handmade
Banksy racconta Banksy
Tutti i segreti del gigante che da San Francisco ha iniziato la sua scalata verso il mondo. Dai tattoo ai graffiti, dalle mostre alle bici a scatto fisso. Tutte le sfaccettature della leggenda della street art.
Il re della street art mondiale si racconta in una lunga intervista fotografica. Tutti i segreti dietro le opere più famose, i trucchi e qualche scheletro nell’armadio. Il Banksy che non ti aspetti.
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Mai senza mani: Luca Barcellona
Il laboratorio dei tuoi sogni
Dall’hip hop alla calligrafia. La storia di uno degli artisti più interessanti e controversi del panorama Italiano. I suoi lavori vecchi, nuovi e futuri.
Ogni mese una nuova soluzione per trasformare la cantina del nonno o la vecchia mansarda nel laboratorio studio che hai sempre desiderato.
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Smash 137
Top apps
Dalle strade di Basilea alle mostre in tutto il mondo. Lo stile inconfondibile, sempre fresco e colorato. Ecco come nasce una leggenda dei graffiti.
Ogni mese le migliori applicazioni per pc, mac e smartphone di tutte le piattaforme: per non perdere mai nemmeno un minuto d’ispirazione.
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Top tutorial
Ritorno alla Polaroid
Selezionati per te 5 tutorial straordinari per ogni uscita. Da Photoshop alla fotografia, dal web al tatuaggio. Cosa vorresti imparare di nuovo oggi?
Le pellicole sono sparite dal mercato ma sono davvero così introvabili? L’affascinante storia, le tecniche e gli artisti che l’hanno resa celebre.
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David Lachapelle
Si chiama Font ma non è un carattere
Pochi lavori fotografici contemporanei riescono ad essere così immediati, riconoscibili ed esplosivi come quelli dell’americano David Lachapelle.
Luca Font: è un artista proveniente dal mondo dei graffiti ma non uno come tanti. Ha aperto il suo studio di tatuaggi e ci racconta il suo lavoro.
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Light writing
My workspace
Bastano delle torce, delle luci ed una macchina fotografica. E’ è una delle avanguardie degli ultimi anni. Post writing e animazioni in stop motion.
A metà strada fra freelancing e interior design, i migliori spazi di lavoro: illustratori, animatori, informatici, artisti e musicisti di ogni genere.
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Cris Yorke ci racconta ogni mese la storia ed il lavoro di un’artista ambivalente. Questa volta tocca a Corrado Grilli, grafico proveniente dal rap.
Laura Satana: tatuaggi dall’inferno Il nome è già tutto un programma; da una che si fa chiamare Laura Satana di certo non ci aspetteremo mai che dipinga orsacchiotti e cuoricini.
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Direttore editoriale: Gregorio Poggetti Direttore responsabile: Zeno Peduzzi Segreteria di redazione: Sara Trussardi e-mail: info@trustudio.it Redazione: Cristina Buonanno, Carla Senti, Francis Stufé, Elisabetta Bianchi, Roberto Fortunato, Marco Rozza, Marzio Forti, Chris Bras Hanno collaborato: Michael Ruozzi, Andrea Stavola, Nikeva Schiglio, Emma Blu, Artemisia Gentileschi, Luce Lami Fotografi: Sheila Fraseggi, Mike Lone, Giulia Voltini, Riccardo Poggetti, Lucrezia Mani, Stephie Gallard
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Redazione: via Scani 96, 26013 Crema CR tel. 0373 9727, fax 0373 9728 Editore: Mondadori, www.mondadori.it Distribuzione per l’Italia: Parrini & Co. - Roma
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E’ vietata la riproduzione totale o parziale, di testi, fotografie e del contenuto della pubblicazione in ogni sua parte senza l’autorizzazione preventiva dell’editore.
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Due in uno
GRAFICO da PALCO Corrado Mecna Grilli
Due in uno di Cris Yorke
Mecna o Mec Namara, pseudonimo di Corrado Grilli (San Giovanni Rotondo, 26 marzo 1987) è un grafico, rapper e batterista Italiano. Da sempre interessato alla musica, all’inizio del nuovo millennio coltiva il proprio interessare per la cultura hip hop. È membro del gruppo Microphones Killarz. Attualmente è in fase di ideazione di pezzi solisti, in attesa di rimettersi al lavoro con i Microphones Killarz per il terzo disco assieme. I nuovi lavori saranno più consapevoli, allacciandosi al filone del soul rap, calcando i contorni delle relazioni, dell’amore e di tutto quello che può riguardare un ragazzo di 25 anni che cerca di fare la propria musica, senza troppe definizioni. Grafico affermato e rapper appassionato, mette tutto in quello che fà e appena può mischia i due mondi realizzando cover, video e merch per pubblicazioni sue e non.
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Mike
Giant
Tutti i segreti del gigante Testo di Jim Thomas, foto di Stephie Belde
“Ho pensato d’intraprendere la dottrina buddista e farmi monaco, ma sono un uomo del mio tempo e il mio modo di comunicare è attraverso il disegno.”
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aestro del tratto in bianco e nero e rappresentante di punta del movimento underground a San Francisco da metà degli anni Novanta, Giant è noto a livello internazionale per i suoi graffiti, skateboard, tatuaggi e per l’estrema precisione delle sue grafiche. I suoi disegni, tuttavia non sono solo tecnicamente impressionanti ma rispecchiano anche una filosofia, un modo di comunicare attraverso i simboli. Questo quello che emerge da questa intervista, che tende volutamente a distaccarsi dai temi più “convenzionali”, per indagare sull’unione tra arte e vita vissuta: un legame forte che accomuna chi usa l’arte come mezzo di espressione e di analisi, attraverso una sensibilità unica.
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ilosofia buddista e fratellanza, queste le vere peculiarità dell’arte di Mike Giant, il cui nome è legato al mondo del tattoo e alla scena low-brow californiana e che oggi ha mostre da una parte all’altra del globo e firma una sua fortunata linea di abbigliamento. La sua arte produce icone, ma è fatta di semplici regole che fondano le proprie radici nel rispetto della Storia e nell’importanza di apprendere dalla comunità e tramandare gli insegnamenti alle nuove generazioni. L’universo di Mike Giant è un intricato e sublime reticolo di simboli, un’intensa mistura di linguaggi visivi che ab-
Mike al lavoro, impegno e spirito
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bracciano diverse culture creando una nuova dimensione di unità compositiva. Donne dalla bellezza languida e conturbante, segni tribali ed allegorie della morte danzano insieme su di un’affascinante singola superficie. Imago magazine ha incontrato l’eclettico artista
a Bologna, in occasione della presentazione del suo volume della serie 36 chambers, edita da Drago. Ne è scaturita una bellissima intervista fiume che ha il sapore di una piacevole chiacchierata con un vecchio amico. Non mi resta altro che augurarvi unabuona lettura.
Hai raggiunto il successo come street artist. I writer solitamente appartengono a gruppi denominati crew e gli individui che ne fanno parte condividono gli stessi interessi, aiutandosi e sostenendosi come farebbero dei veri fratelli. Cosa pensi riguardo a questa forma di sincera amicizia artistica? Ho iniziato come writer nel 1989 e, allo stesso tempo, mi sono avvicinato al mondo del tattoo frequentando la scena e facendomi tatuare il corpo… in realtà, aspettavo solo la crew giusta! Nel 1995 ho chiesto ad un amico di insegnarmi i rudimenti del tattoo e quando lui più
Mike Giant
tardi ha aperto il suo tattoo shop io ero lì ad aiutarlo. Grazie a questa vicenda ho avuto l’occasione di incontrare grandi artisti del giro, imparando tantissimo. Nel 1998 ho eseguito i miei primi tattoo, ma senza l’aiuto del mio amico e di altri non avrei saputo nemmeno da dove cominciare, quindi l’amicizia e la fratellanza sono elementi fondamentali nella scena del writing e del tattoo. Certamente bisogna far molta attenzione nella selezione della propria “famiglia”: ci sono persone che perseguono l’arte ed altre che pensano solo ai soldi, quindi la scelta migliore è sempre quella di frequentare il gruppo giusto che ha i tuoi stessi interessi ed ideali. In quasi tutte le culture del mondo i tattoos sono simboli usati da persone che appartengono ad una fratellanza. Tu sei uno fra i pochi che osa mescolare con successo stili differenti in un unico tattoo: dalla old school ai simboli giapponesi, religiosi o ispanici. Pensi che oggi questo sfrenato accostamento di simboli e significati sminuisca il valore culturale del tattoo, riducedolo a puro elemento estetico? Penso che il tattoo contemporaneo debba sempre rispettare le antiche simbologie. Da parte mia, ho compiuto studi sui rituali e sul
significato sociale di tale espressione artistica in varie culture del mondo, apprendendo molto sui tattoo giapponesi e su come venivano eseguiti, ho letto diversi testi sui tatuaggi americani e su altri
senza tempo eseguita nel rispetto della Storia. Ogni simbolo disegnato sulla pelle dovrebbe essere al di fuori della moda, non databile, fuso con il passato, insomma e, possibilmente, durare per sempre, almeno farlo durare per sempre è il mio lavoro! (ride)
tatuaggi del passato… mi sono documentato, insomma. Quindi ora mescolo con coscienza stili e simboli diversi poiché vedo il mondo come un unico elemento: il terreno che calpestiamo in ogni ango-
Altri writers (ad esempio Seen, oltre a te) usano le loro abilità sulla pelle. Parlaci del legame tra graffiti e mondo dei tattoo. Credo che il rapporto tra queste due discipline artistiche sia estremamente connesso alla mentalità del singolo individuo. Certe persone decidono di oltrepassare i limiti di uno stile di vita definito normale ed eseguire tattoo è un modo per esser sovversivi abbracciando la cultura underground. La medesima cosa è valida anche per i graffiti, queste due forme di espressione hanno in comune la volontà di rompere le regole, di affrontare le sfide e soprattutto creare arte contro ogni tipo di ostacolo convenzionale.
lo della terra è lo stesso della mia città natale e così è per l’aria che respiriamo. Mescolare culture ha un senso perché noi tutti facciamo parte di un unico insieme. Per me il tattoo non è solamente un elemento estetico, ma un’immagine
Il tuo lavoro tipografico eseguito per lo show parigino alla Magda Danysz gallery mi ha impressionata. I tuoi segni hanno una precisione maniacale! È bello vedere che in un’era dominata da e-mail ed sms esistano ancora artisti che danno importanza alla calligrafia.
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Mike al lavoro tra montagne di fogli
Oh grazie! Per me è importante mantenere in vita lo stile calligrafico, molti trucchi sul lettering li ho appresi dalla mia cerchia di amici, i miei fratelli. Sai, ci sono cose che non si possono imparare sui libri, come l’alfabeto: qualcuno deve scriverlo per te in modo che tu possa apprendere la gestualità adatta per eseguirlo. Il disegno manuale per me è una storia che deve continuare perché nutro verso di esso un profondo rispetto ed un amore incondizionato. Penso che l’evolversi della tecnologia e del lettering al computer crei una sempre maggiore richiesta di gente come me che esegue il lavoro a
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mano poiché si tratta di un’espressione artistica unica. Questo è ciò che cerca la gente, le persone non vogliono sentirsi fotocopie di altre persone. Comunque non posso dirmi contrario alla tecnologia.
Amore e morte sono due tematiche senza tempo. Disegni pinup vicino a simboli di morte. Pensi che questi principi opposti possano coesistere? Sì, questo è quello che la disciplina buddista mi ha insegnato! Tutto è racchiuso in un’unica cosa, tutto è connesso. Prendi me, ad esempio,
sono nato e morirò, non sarò più in grado di parlare e respirare, ma il mio corpo si dissolverà e tornerà a far parte della terra ricongiungendosi al resto delle cose. Quindi non esiste un reale momento di vita o morte, tutto si interseca, ecco perché sono solito mescolare insieme l’amore e la morte. La paura della morte genera sofferenza, ma può divenire una grande fonte di ispirazione: mi ricorda che non ho tempo da buttare, devo creare. Ho pensato a lungo di intraprendere la dottrina buddista e farmi monaco, ma sono un uomo del mio tempo e sò che il mio modo di comunicare è attraverso l’arte del disegno.
Mike Giant
Una delle principali opere dell’ultima esposizione di Mike Giant che ben rappresenta il suo stile ed i suoi mille volti
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Hasta la muerte Il teschio nelle arti visive (Johan&Levi, 2011), l’esposizione mette a confronto diversi stili ed epoche, soggetti e tecniche che concernono i simboli della morte, presentandosi quindi come una grande “danza macabra” in cui gli artisti si trovano a dialogare nelle diverse tecniche e nelle discipline dell’arte e della tecnica. La mostra riunisce le opere di trentaquattro autori, tra grandi maestri del passato e artisti dell’odierno panorama nazionale e internazionale, tra cui proprio il nostro mitico Mike Giant. Motivo centrale dell’esposizione è proprio il teschio, simbolo per eccellenza della morte: effige che rispecchia nei secoli le ossessioni comuni della società, in ogni luogo ed in ogni epoca. Mike Giant al lavoro su un nuovo progetto nel suo studio di San Francisco
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Alcune celebri opere di Giant
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ato in Upstate New York, Giant si trasferisce da bambino ad Albuquerque, New Mexico, dove più tardi studia architettura. Nel 1993 gli viene offerto un posto come disegnatore di grafiche presso la Think Skateboards a San Francisco. Lì trascorre i dieci anni successivi, sviluppando il proprio stile artistico e diventando figura di vertice nell’ambito della street art. Dapprima noto principalmente per i suoi graffiti, riconoscibili dall’uso di lettere massicce, nel corso dell’ultimo decennio si è fatto conoscere a livello internazionale anche per il suo lavoro di tatuatore. Dal 1998 Giant lavora presso importanti negozi di tatuaggi a San Jose, San Francisco
e New York, vicino a Paco Excel, Mike Davis e Patrick Conlon. Nel 2003 Giant torna ad Albuquerque e apre il negozio di tatuaggi Stay Gold. Rientrato a San Francisco, nel 2007 si ritira ufficialmente dall’attività di tatuatore e si dedica ad un tipo di disegno più intenzionale, fortemente influenzato dalla meditazione buddhista. Nel febbraio 2002 Giant inaugura la sua prima personale alla WDWA di New York. Il suo lavoro è stato esposto a Tokyo nel museo centrale Shinigami, a Vancouver nel Truster Palace, a Parigi al centro artistico Mihagy oltre che in numerose sedi soprattutto nella sua San Francisco, ma anche a New York, Miami e Los Angeles.
Mike Giant
Ho scelto il nome Giant mentre facevo skate con alcuni amici. Ad un certo punto faccio una brutta caduta e il ragazzo con cui sono mi dice: ‘Sei crollato come un gigante [giant in inglese]!’ e c’e’ un graffito proprio al di là del fossato dove stiamo facendo skate, e così penso: ‘Oh, questo potrebbe essere il mio nome!’. Ecco, è nato proprio così, per caso, e poi ho iniziato a usarlo come firma uno o due mesi dopo quell’episodio.” Mike Giant, maestro del tratto in bianco e nero, nonché rappresentante di punta del movimento underground a San Francisco a metà degli anni Novanta, Giant è noto a livello internazionale per i suoi graffiti, skateboard, tatuaggi e per l’estrema precisione delle sue grafiche. I suoi disegni si trovano nell’ultima produzione di bici Cinelli e sull’abbigliamento di Tribal Gear, Upper Playground e Rebel8 – suo marchio di fabbrica. Della street
scene di San Francisco dice Giant: “Prima di tutto sono un ‘vecchio hipster’ e mi sta bene. E dopo aver scritto graffiti per vent’anni, spero che questo movimento non finisca mai. Per quanto riguarda Ie bici da pista, è cent’anni che ragazzi e ragazze trendy e vanitosi le usano sulle strade di San Francisco!
“Come sono entrato nel mondo dell’arte? Camminando!” Niente di tutto ciò è passato di moda o è sepolto. Esisterà sempre.” Per questa eccezionale mostra milanese Giant ha realizzato un nuovo corpo di disegni originali e multipli in cui racconta storie di femme fatale di città che vanno in bicicletta e propone iconografie religiose e vedute urbane di San Francisco, oltre a qualche teschio superstite, inevitabile memento mori del mondo street. Un video
in loop girato da Colin Arlen e Sean Patrick, amici e collaboratori di Giant, racconta la vita di Giant: lo vediamo in azione mentre pedala in giro per San Francisco, scrive su muri o su fogli bianchi e ne parla con parole sue Una pacifica esplosione underground in bianco e nero. Parlando del futuro, spera di potersi trasferire per un pò ad Amsterdam per lavorare quest’estate. Una volta lì, vorrebbe lavorare a delle nuove illustrazioni per il suo marchio clothing Rebel8 e per la sua prossima personale presso White Walls a San Francisco il prossimo settembre. Una curiosità: Mike ama la musica e passa la maggior parte del giorno ascoltandola mentre lavora. E’ particolarmente legato all’ambient ma è cresciuto con hip hop, punk e metal. Non resta che aspettare i nuovi lavori di questo “gigante” dei giorni nostri che ha saputo evolversi senza tradire mai le sue vere origini.
Il gigante all’opera ci svela alcuni dei suoi segreti
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SPRAY e PENNINO Luca Barcellona
Mai senza mani di Penelope Schettino foto di Antonio Zuiani
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uca Barcellona, rappresenta vo”. I writer pretendono di evolveun punto di giunzione per- re le lettere, ma senza conoscerne fetto, tra ciò che si considera le forme base. Esattamente come storico e ciò che si considera mo- ero io. Più il graffito era complesderno. Ha una conoscenza profon- so, meno era leggibile, meglio era. dissima della sua professione, che è Forse perchè “i giovani vogliono anche la sua passione e un rispet- stupire”, come ho letto in un libro to raro di questi tempi. A Milano di Munari. Ma e un po’ come voler diciamo testa bassa e pedalare e risolvere una complessa equazione Luca che, metaforicamente, di chi- senza sapere le tabelline. Quindi lometri in bicicletta ne ha ho cominciato a seguire fatti parecchi in questi anni, “Ancora un processo parallelo, continua a lasciare che sia- contro il tuo in cui da un lato capino i suoi lavori a parlare per divieto, con vo cosa c’era di buono lui. In ogni numero esplore- ogni mezzo, nel wild style, e quanti remo il punto di vista di un anche il più elementi dei graffiti fosnuovo artista, un personagsero superflui e addiritbieco!” gio, un mito, attraverso una tura spesso sono degli singola domanda: per mostrare in escamotage per nascondere delle tutta semplicità il lavoro incredibi- brutte lettere. Con gli spray puoi le e la personalità di quest’ultimi. coprire e ricoprire il lavoro fino Non ci resta altro da fare che dare a quando il lavoro ti soddisfa, ma inizio alle danze. puoi farlo perdere in freschezza. Cosa ti senti dentro della tua Nello stesso tempo mi sono avviprecedente “carriera“ di writer cinato alla calligrafia, studiandola nel mondo dei graffiti? Quali sempre di più ed affinando il guelementi hanno forgiato l’arti- sto per le forme delle lettere. Da sta calligrafo che sei oggi e cosa quì ho cominciato ad apprezzare i ti manca degli anni passati? graffiti molto semplici, dove c’era Quel che è certo è che la tua tag una padronanza del gesto e delle e il tuo passato da writer sono duri proporzioni delle lettere rispetto a morire, non te li levi più di dosso alla complessità dell’outline. Fino per tutta la vita. Il mio è stato un ad arrivare a studiare le tag e ad percorso se si può dire “involuti- intenderle come una scienza a sè 20
Luca Barcellona
Nome: Luca Barcellona Anno di nascita: 1978 Luogo nascita: Sesto San Giovanni Aka: Lord Bean Radici: underground hiphop Ultimo album: Lingua Ferita Crew: Rebel Ink Passioni: graffiti, musica e dulcis in fundo la calligrafia
Scopri di più lucabarcellona.com
Luca al lavoro tra passato e futuro
stante. Il valore di un buon flop o di una firma e le condizioni in cui vengono fatte dicono molto della capacità di un writer. Il paragone fra un pezzo su muro e un bombing potrebbe essere, nella musica, quello fra un pezzo registrato in studio con un gran lavoro di postproduzione, un live. Sono en-
trambi degli aspetti rispettabili, ma se il tuo lavoro è “costruito”, si vede. Produco molto in studio ma mi piace confrontarmi con video e performance live per mostrare la calligrafia così com’è fatta di gesti semplici e controllati. L’azione, le grandi superfici e la competizione sono elementi del writing che mi
accompagnano ancora, e per me è davvero una grande fortuna. Non mi manca certo l’illegalità della cosa. A dire il vero in Italia c’è nè già abbastanza. Penso faccia parte della necessità di autoaffermazione. Riguardo ad essere ribelli, beh, credo che oggi sia molto più anticonformista un atto di gentilezza. 21
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Smash 137
Graffiti mon amour
di Riccardo Poggetti foto di Federico Bozzoli
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no dopo l’altro i treni scivolando velocemente tra i tesori che si susseguono lungo le pareti della stazione FFS di Basilea. Tra questi Smash 137 spicca con la sua varietà di stili. A volte in un grigio semplice, con contorni neri, altre volte arricchite con colori vivaci e frizzanti o creando una tridimensionalità attraverso la sapiente ombreggiatura, Smash 137 dimostra la sua capacità di spingere i limiti della sua brillantezza tipografica. Chi è Smash 137 e cosa rende straordinario il suo stile così potente? Tra gli eroi della graffiti art, è un pioniere tra i più importanti - un titolo che ha acquisito dopo tante battaglie. Smash 137 vede la sua scrittura come un virus e grazie ai tanti che sono influenzati e impressionati da lui, si è sviluppato in una forma di scrittura virale nella comunità Graffiti Art. Ma ad un certo punto nel 2009 ci fu un cambiamento dai muri alle tele, dalle strade in studio e la galleria d’arte White Cube. Inverno 2012. Da qualche parte vicino alle rive del Reno nella regione di confine, c’è un posto. Alcuni lo chiamano uno studio d’arte, altri un laboratorio. E ‘qui che nascono e si evolvono le opere di Smash. Gli elementi della sua arte assomigliano a preziosi liquidi congelati. Non importa quale impressione si potrebbe avere, Smash 137 crea tempeste di colori che ruota-
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Smash 137 nel suo studio privato sulle rive del fiume Reno
no intorno ad un preciso centro armonico - come se verniciate dentro l’occhio di un uragano. Smash 137 è un’anima inappagata - ancora insoddisfatto e cerca il momento giusto che valga la pena di catturare. Il segno distintivo per eccellenza delle sue opere è la perfetta composizione delle sue forme, l’equilibrio e l’armonia dei suoi colori. A partire dal 1990, partendo da Basilea (Svizzera), Smash 137 si è fatto conoscere in tutto il mondo grazie ad uno stile solido 24
che colpisce subito per il lettering pulito, le colorazioni innovative e per una mano precisa che rende ogni sua produzione (dai muri, ai treni, alle tele) davvero qualcosa di raro. Smash 137 è uno dei writer più prolifici d’Europa e anche se alcuni dicono che non sia vero, lo è sicuramente per quanto riguarda i graffiti nelle gallerie d’arte! Per la sua ultima mostra Beautiful Struggle a Speerstra, galleria d’arte situata in Svizzera, ci ha lasciato un paio di battute a riguardo:
Smash 137
Alcuni studi di lettering dall’ultima personale “Grow up”
“Un titolo insolito per una mostra e per i miei nuovi dipinti. Aree monocromatiche messe l’una contro l’altra, per spezzare inaspettatamente l’equilibrio visivo. Righe multicolore si legano insieme per perdersi e ritrovarsi. Travi come maniglie creano una struttura ricca di contrasto. Un tripudio di colore, che esplode davanti a noi e rimane nel tempo. Eppure i dipinti a guardarli sono ben bilanciati. Alcuni di loro hanno un centro, altri un contrappeso. I miei dipinti e le mie
lettere sono operazioni potenti e dinamiche. I colori sono forze e dipingerle su tela significa essere costantemente in una situazione di lotta per mantenere il controllo su di loro. E’ più facile comprendere la correlazione delle energie se sappiamo come si sviluppa il processo che le crea.” Sarà infatti possibile vedere Smash 137 all’opera dal vivo. Insomma, una mostra da non perdere per nessun motivo, aperta fino al 30 giugno 2012 allo Speerstra di Bursins, in Svizzera. 25