Pavia città dei posti vol I • Thesis

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P a v i a c i t t Ă dei po sti v ol.I



P a v i a c i t t Ă dei po sti v ol.I

Greta Benelli 834135 Marta Iole Procaccio 833844 relatore Arnaldo Arnaldi correlatrice Jacqueline Ceresoli Politecnico di Milano Scuola di Architettura, Urbanistica, Ingegneria delle Costruzioni Corso di laurea in Architettura Anno accademico 2016 - 2017



7 prefazione 11 la collaborazione con Atelier Città 15 il ruolo della cultura breve glossario della creatività governance e politiche in ambito culturale la cultura nei processi di rigenerazione verso un’economia della conoscenza 105 DNA mapping società economia risorse cultura percezione vuoti urbani 215 conclusioni critiche società economia risorse cultura 237 una strategia culturale per Pavia 255 bibliografia 258 sitografia



Prefazione

La tesi in oggetto indaga il ruolo che la cultura può rivestire nei processi di rigenerazione urbana e come una strategia culturale a lungo termine possa essere la chiave per rivitalizzare il territorio e promuovere l’inclusione sociale e l’economia locale di una città. La città di Pavia è il tipico esempio di centro italiano di medie dimensioni, caratterizzato da un ricco patrimonio storicoartistico e paesaggistico a cui però non corrisponde una visione strategica che si confronti adeguatamente ai cambiamenti in atto nella società contemporanea. La situazione economicopolitica odierna ha portato allo svuotamento nel centro storico di molti spazi a carattere commerciale che nel progetto vengono interpretati come un opportunità di valorizzazione del potenziale culturale ed economico al fine di ottimizzare nuove “narrazioni urbane” e processi rigenerativi di riqualificazione sociale.

Pavia is a typical, medium sized Italian city, characterised by a rich environmental and artistic heritage which, however, is not supported by a strategic vision properly facing contemporary social change. The current economic and political situation caused the abandonment of several commercial spaces within Pavia’s historic centre. This work offers an interpretation of urban neglect as an opportunity to amplify the city’s cultural and economic potential, creating new urban narratives and kickstarting regeneration processes for social development. The first section introduces an analysis of the debate on culture, creativity and their role in the European economic policies during the past twenty years. The context of Pavia is then examined with this approach, leading to the elaboration of a broad-ranging cultural strategy that builds upon the peculiarities of the place. The second part presents the results of the implementation of the strategy through the reactivation of thirty abandoned spaces in the historic centre of Pavia, establishing a physical and cognitive network of new places for the

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La prima parte della tesi include un’indagine sul dibattito dell’ultimo ventennio in merito ai temi della cultura e della creatività, e al ruolo che queste giocano nelle politiche economiche europee. Questa è stata la chiave di lettura che ha guidato l’analisi del contesto pavese e che ha condotto all’elaborazione di una strategia culturale che tenesse conto delle specificità del luogo in un’ottica di intervento ad ampio spettro. La seconda parte consiste nell’attuazione della strategia attraverso la riattivazione di trenta spazi abbandonati nel centro storico di Pavia, creando una rete fisica e mentale di nuovi luoghi dedicati alla fruizione e alla produzione di contenuti creativi e culturali. Nello specifico ne sono stati progettati cinque, che interpretano il tema della cultura seguendo traiettorie differenti in cui l’inclusione sociale, la pratica artistica, la cooperazione, la riscoperta della natura e la valorizzazione del patrimonio storico diventano nuovi possibili scenari di vita quotidiana. Con l’espressione “Pavia città dei posti” intendiamo dunque una città fatta di luoghi carichi di storia, di luoghi tradizionali e istituzionali, ma anche di quei nuovi posti che attraverso la strategia culturale entreranno a far parte dell’immaginario sociale.

fruition and production of cultural and creative content. The design proposal considers five out of thirty spaces, interpreting the theme of culture from different standpoints where social inclusion, artistic practice, cooperation, nature and heritage valorisation become new possible life scenarios. With the expression “Pavia city of places” we mean a city where new cultural places are part of the social consciousness together with the historical, traditional and institutional ones.


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La collaborazione con Atelier Città

Il lavoro condotto in questa tesi ha il suo inizio nella proposta di collaborazione che è stata fatta alle sue autrici da parte di Atelier Città, un’associazione pavese che si forma nel 2016 su idea di tre progettisti e che si occupa di strategie di riattivazione di spazi in abbandono nel contesto territoriale pavese. L’associazione si avvale di una rete collaborativa di professionalità e approcci diversi, e in questo caso ha chiesto un aiuto nella messa a punto di una strategia a lungo termine per la rigenerazione a base culturale della città di Pavia, che tenesse in conto una molteplicità di fattori teorici e di ricerca. La possibilità di pensare concretamente ad una strategia culturale per Pavia deriva dall’accordo di collaborazione tra Atelier Città e il progetto Ri.M.E.Di.A del Comune di Pavia per avviare la mappatura e la catalogazione degli spazi abbandonati e sottoutilizzati all’interno di un’iniziativa chiamata Ex-Vuoto. Dato l’interesse da parte delle autrici verso i temi della cultura in ambito progettuale, economico e politico, è parsa chiara fin da subito la possibilità di sfruttare quest’occasione per condurre una tesi di ricerca e progetto che andasse oltre l’accordo di collaborazione e che diventasse quindi un lavoro autonomo e approfondito sulla rigenerazione urbana, che avesse come campo di prova il caso di Pavia. L’attività di collaborazione è inoltre confluita nella partecipazione al bando Culturability 2017 - rigenerare spazi da condividere, promosso da Fondazione Unipolis, che sostiene progetti innovativi in ambito culturale e creativo che favoriscano processi di rigenerazione e recupero di spazi dismessi o con altre destinazioni d’uso generando un impatto sociale positivo per le comunità di riferimento. La proposta per il bando si è focalizzata sulla riattivazione del mercato ipogeo, uno spazio molto ampio di proprietà del Comune di Pavia, collocato sotto Piazza Vittoria, per metà ancora centro commerciale e per metà chiuso al pubblico.

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Il progetto consiste nella riattivazione della parte inutilizzata del sottomercato per riconvertirla in un community hub, un centro digitale per la produzione, la diffusione e lo sviluppo delle arti, della cultura e dell’impresa, dedicato a giovani e adolescenti. Il progetto si è ulteriormente sviluppato e specificato nel suo programma e nella sua gestione anche attraverso un network di realtà locali appartenenti al terzo settore, ed è stato presentato al Bilancio Partecipativo 2017. Con quest’iniziativa il Comune di Pavia intende sostenere e finanziare i progetti più votati dai cittadini sulla base delle loro richieste ed esigenze. La recente vittoria del progetto Sottomercato al Bilancio Partecipativo ha innescato una seria di processi di gestione collaborativa tra il Comune e le realtà della rete, che si prospettano in azioni concrete verso un tipo di politica maggiormente inclusiva e partecipata.

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il ruolo della cultura


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breve glossario della creativitĂ


il ruolo della cultura breve glossario della creatività

Cultura

Dal lat. cultura, der. di cultus, p. pass. di colĕre ‘coltivare’ • prima metà sec. XIV L’insieme delle cognizioni intellettuali che, acquisite attraverso lo studio, la lettura, l’esperienza, l’influenza dell’ambiente e rielaborate in modo soggettivo e autonomo diventano elemento costitutivo della personalità, contribuendo ad arricchire lo spirito, a sviluppare o migliorare le facoltà individuali, specialmente la capacità di giudizio. Complesso delle istituzioni sociali, politiche ed economiche, delle attività artistiche e scientifiche, delle manifestazioni spirituali e religiose che caratterizzano la vita di una determinata società in un dato momento storico.

Enciclopedia Treccani


il ruolo della cultura breve glossario della creatività

Creatività

Der. di creativo, der. di creato, p. pass. di creare • prima del 1406. Virtù creativa, capacità di creare con l’intelletto, con la fantasia. In psicologia, il termine è stato assunto a indicare un processo di dinamica intellettuale che ha come fattori caratterizzanti: particolare sensibilità ai problemi, capacità di produrre idee, originalità nell’ideare, capacità di sintesi e di analisi, capacità di definire e strutturare in modo nuovo le proprie esperienze e conoscenze.

Enciclopedia Treccani


il ruolo della cultura breve glossario della creativitĂ

Abitante culturale

Cittadino che partecipa attivamente ai processi di co-creazione e co-generazione della programmazione culturale. La cultura torna in questo a modo a far parte della vita di tutti i giorni come pratica, messa in relazione con gli altri, espressione creativa, esercizio di un nuovo modo di apprendere e di sentirsi cittadini. La creazione di una cittadinanza culturale ampia, aperta e diversificata, è intesa come parte integrante e attiva del programma culturale, viene stimolata ad apprendere e coinvolta nei processi di cura, salvaguardia e rigenerazione del patrimonio culturale.

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Matera, capitale della cultura, report di candidatura


il ruolo della cultura breve glossario della creatività

Identità culturale

Nei due termini sono contenuti significati importanti. Il primo, “identità”, ha soprattutto una valenza di ordine psicologico e si riferisce alla percezione che ogni individuo ha di se stesso, cioè della propria coscienza d’esistere in relazione ad altri individui. L’identità infatti è un concetto dinamico e aperto che si costruisce e definisce nella relazione/interazione con gli altri. Il termine “culturale” ha invece un significato sociologico. Deriva dal termine “cultura”, inteso come patrimonio globale ed evolutivo dell’individuo e dei gruppi sociali ai quali appartiene. Questo patrimonio è formato dalle norme, i valori, le “cornici” di riferimento e di senso, dagli usi e dal linguaggio che uniscono e diversificano i gruppi umani. Quando si parla di identità culturale si intende dunque la sua identità globale, composta dalle identificazioni particolari riferite alle diverse appartenenze all’interno di un processo dinamico e aperto al cambiamento.

Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa

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il ruolo della cultura breve glossario della creatività

Transculturalità

Prospettiva critica che intende le culture come processi dinamici interessati da fusioni e confluenze. Lavorando sia a livello macro-culturale sia al micro-livello degli individui, la transculturalità può rappresentare anche un modello alternativo di costruzione dell’identità, che si sviluppa all’incrocio con altre culture e che sospinge verso una dimensione che va oltre ogni specifica cultura. La transculturalità rappresenta un’alternativa sia al paradigma monoculturale sia al concetto di multiculturale, che semplicemente frammenta il monoculturalismo in enclaves circoscritte e omogenee.

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Arianna Dagnino, Nomadi transculturali, caravanserragli urbani e spazi pubblici di quartiere, in “Interni inclusivi. Dialoghi trasversali”, a cura di Anna Barbara, Jacqueline Ceresoli, Simona Chiodo, p. 15


il ruolo della cultura breve glossario della creatività

Innovazione culturale

L’innovazione culturale è come una scatola vuota che si riempie di volta in volta di contenuti molto diversi tra loro, nei contesti più disparati, e in cui vengono coinvolti attori eterogenei con obbiettivi spesso molto distanti tra loro. E’ un tentativo pratico e teorico di rispondere a domande urgenti quali: come cambia e come si articola il rapporto tra comunità di produttori e fruitori del panorama che si è venuto a creare dopo la fine dell’industria culturale del Novecento? Quali sono le nuove forme possibili di responsabilità sociale e politica nella progettazione, nella produzione e nella distribuzione di cultura? Quali le strade percorribili per la sostenibilità - economica, ma non solo - in un paese che continua a celebrare la propria unicità culturale tagliando costantemente i finanziamenti ad essa dedicati? 23 •

Marco Liberato, Bertram Niessen, La cultura in trasformazione. L’innovazione e i suoi processi, a cura di cheFare, minimum fax, Milano 2015, pp. 11,12


il ruolo della cultura breve glossario della creatività

Mapping culturale

Questo metodo è basato sul presupposto che la condizione base per indentificare e sfruttare le potenzialità di un determinato luogo sia condurre un studio ad ampio raggio dei suoi caratteri culturali distintivi. Come un luogo è plasmato dalla storia e dal paesaggio circostante, che impressione dà di sè, non solo con la propria conformazione urbana ma anche con l’interazione tra loro di differenti culture e comunità, che immagine propone di sè ad uno sguardo esterno - tutto ciò è basato sulla cultura locale. Un’approfondita mappatura del patrimonio culturale può essere quindi considerata uno tra gli strumenti più efficaci per studiare, capire e rispondere ai bisogni locali, creando al tempo stesso opportunità per un più ampio sviluppo locale. • 24

http://www.noema.org.uk/what-we-do/cultural-planning


il ruolo della cultura breve glossario della creatività

Progettazione culture-led

Un modello di sviluppo basato sulla cultura si basa sull’importanza che il capitale culturale ha nell’economia di una città e nelle numerose modalità in cui la presenza di un contesto creativo e di attività culturali portano a benefici diffusi, specialmente per quanto riguarda il potenziamento dell’immagine di un luogo. Il processo di rigenerazione urbana basato sullo sviluppo culturale è uno dei modelli più efficaci da seguire per il riposizionamento dei grandi e piccoli centri all’interno della gerarchia economica globale. La perdita di identità di un luogo e un basso livello di qualità della vita sono spesso prodotti da politiche locali di vedute ristrette e avverse al rischio. Per rovesciare questo trend negativo, la classe politca dirigente e i progettisti devono trovare nuovi strumenti di governance del territorio in grado di connettere luoghi, sviluppare la comunità e rafforzare la competitività economica. Progettazione culturale non significa promuovere politiche culturali per una città, regione o nazione, quanto piuttosto deve essere intesa come un modo creativo per identicare le caratteristiche distintive di un determintato luogo e integrare queste risorse prettamente culturali in un più ampio piano di sviluppo. Deve essere considerato un metodo più che un piano.

http://www.noema.org.uk/what-we-do/cultural-planning

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il ruolo della cultura breve glossario della creatività

Beni comuni

I beni comuni sono di varia natura: naturali (ambiente, acqua, aria pura) - sociali (beni culturali, memoria storica, sapere) - materiali (piazze, giardini pubblici) immateriali (spazio comune del web) Il bene comune non può concepirsi come un mero oggetto, una porzione tangibile del mondo esterno esiste soltanto in una relazione qualitativa. Noi non “abbiamo” un bene comune ma in un certo senso “siamo” (partecipi del) bene comune. I beni comuni sono resi tali non da presunte caratteristiche ontologiche, oggettive o meccaniche ma da contesti in cui essi divengono rilevanti in quanto tali i beni comuni richiedono perciò una percezione olistica, che ne colga appieno gli inestricabili nessi con la comunità di riferimento e con le altre comunità ad essa contigue o che ad essa si sovrappongono. • 26

Ugo Mattei, Beni comuni. Un manifesto, Editori Laterza, Bari 2012 [I ed. 2011], p. 52


il ruolo della cultura breve glossario della creatività

Beni culturali

Sono beni culturali le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico. Per quanto riguarda i beni immobili, rientrano nella categoria quelli, a chiunque appartenenti, che rivestono un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell’arte e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell’identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose. 27 •

Articoli 10 e 11 del d.lgs. 42/2004 e s.m.i.


il ruolo della cultura breve glossario della creatività

Industrie culturali

Industrie che producono e distribuiscono beni o servizi che, quando vengono concepiti, sono considerati possedere un carattere, un uso o uno scopo specifici che incorporano o trasmettono espressioni culturali, quale che sia il loro valore commerciale. Tali industrie hanno un’organizzazione industriale pur mantenendo una alta densità di contenuti creativi, e sono quindi basate sulla produzione di un numero potenzialmente illimitato di copie identiche e del tutto interscambiabili. Ne fanno parte editoria, musica, cinema, radio-televisione, videogiochi. • 28

Pier Luigi Sacco, Le industrie culturali e creative in Italia: una potenzialità inespressa su cui scommettere, IlSole24Ore


il ruolo della cultura breve glossario della creatività

Industrie creative

Industrie che utilizzano la cultura come input e hanno una dimensione culturale, anche se i loro output hanno un carattere principalmente funzionale. Tali industrie mantengono una dimensione industriale ma presentano una densità di contenuti creativi relativamente minore, nel senso che rispondono anche a imperativi funzionali non-culturali. Ne fanno parte architettura, design e comuncazione.

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Pier Luigi Sacco, Le industrie culturali e creative in Italia: una potenzialità inespressa su cui scommettere, IlSole24Ore


il ruolo della cultura breve glossario della creatività

Imprenditorialità culturale

Si riferisce in primo luogo a una mentalità, un modo di agire in istituzioni solitamente burocratiche e dipendenti per lo più da finanziamenti pubblici. Il suo campo di azione si trova all’intersezione di ambiti differenti, quali: iniziative partecipate su base territoriale, urban coolness, istituzioni culturali consolidate, imprese digitali, iniziative a carattere sociale. Inoltre l’imprenditorialità culturale si basa sull’interazione tra forme organizzative diverse che hanno a che fare con lo sviluppo di nuovi modi di sperimentare, produrre, conservare e diffondere cultura e con una rilevante dimensione pubblica. • 30

Paola Dubini, Il sostegno all’imprenditorialità culturale, in “La cultura in trasformazione. L’innovazione e i suoi processi”, a cura di CheFare, minimumfax, Milano 2016, p. 100


il ruolo della cultura breve glossario della creatività

Micromecenatismo

Donazioni diffuse intese come modo concreto di partecipare ad un progetto nel quale ci si riconosce e nel quale essere coinvolti. Il micromecenatismo non deve essere inteso come una deresponsabilizzazione del soggetto pubblico nel finanziamento della cultura, ma piuttosto come un progetto parallelo di sperimentazione di nuovi percorsi di partecipazione attiva. Seguendo questa logica, la donazione non è più solamente una raccolta strumentale di fondi, quanto piuttosto un modo per esplorare e scoprire nuove passioni e nuovi ambiti di interesse.

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Pier Luigi Sacco, La cultura siamo noi. Coproduciamoci, IlSole24Ore, 11 giugno 2017


il ruolo della cultura breve glossario della creatività

Politica culturale

Il termine indica un insieme di strumenti nelle mani di amministrazione, istituzioni e di chi ha il potere, volto a identificare, sviluppare, organizzare e sfruttare le risorse culturali di una città o una regione. Tra queste si intende non solo le arti visive tradizionali, ma anche la musica, il fumetto, il cinema, la moda, lo sport e tutto l’insieme delle industrie culturali che abitano il territorio. Una politica culturale prevede sia interventi a sostegno del consumo sia della produzione culturale.

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Silvia Mazzucotelli, Strategie per la promozione dell’identità urbana e grandi eventi, “Tafter Journal”, 2008


il ruolo della cultura breve glossario della creatività

Marketing territoriale

È uno strumento di promozione territoriale che si esplica in un piano strategico per mettere a sistema una serie molteplicità di fattori atti al funzionamento e più spesso allo stimolo dell’economia e della vita di un luogo. Nel concetto di marketing territoriale sono comprese tutte quelle azioni che fanno parte di una strategia complessiva che abbia a monte una riflessione unitaria, cosciente e approfondita delle forze in gioco, degli obbiettivi da raggiungere e dei mezzi da utlizzare. Gli attori in gioco non sono solo gli esperti del settore turstico, ma anche gli abitanti del territorio stesso che prendono coscienza della loro identità, dell’identità del luogo vissuto e di quelle attività che ne sono alla base. 33 •

Antonio Capitano, Marketing territoriale e sviluppo locale, Innovatori PA Rossana Vantinno, Il “marketing territoriale”, Il campo della cultura, editoriale n.4, http://www.campodellacultura.it/conoscere/ editoriali/il-marketing-territoriale-2/


il ruolo della cultura breve glossario della creatività

Terzo settore

Il concetto di terzo settore (o settore non-profit) deriva dalla considerazione dell’esistenza nel sistema economico e sociale di un primo settore (lo Stato) e di un secondo (il mercato). In tal senso si identifica usualmente il t. s. con quell’insieme di attività produttive che non rientrano né nella sfera dell’impresa capitalistica tradizionale (poiché non ricercano un profitto), né in quella delle ordinarie amministrazioni pubbliche (in quanto si tratta di attività di proprietà privata).

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Enciclopedia Treccani


il ruolo della cultura breve glossario della creatività

Economia collaborativa

Insieme esteso e variegato di pratiche e modelli che utilizzano le tecnologie digitali per facilitare la collaborazione tra parti e massimizzare l’uso di risorse e talenti e fare un uso migliore e più efficiente di beni, competenze e altre risorse utili. I pilastri di questo nuovo tipo di economia sono 5: • Consumo collaborativo: piattaforme e realtà innovative che rielaborano in modalità peer-to-peer i tradizionali concetti e pratiche di condivisione,baratto, commercio, noleggio, donazione, scambio • Produzione collaborativa: pratica in cui un gruppo di persone collabora per produrre e innovare insieme; movimenti che applicano principi di collaborazione diffusa tra individui nello sviluppo di prototipi e manifattura di beni materiali • Apprendimento collaborativo: pratiche di condivisione della conoscenza • Finanza collaborativa: nuovi strumenti finanziari e monete alternative in cui la dimensione peer-to-peer permette alle persone di scegliere a chi destinare un prestito o un finanziamento (ex. Crowdfunding) • Governance collaborativa: nuovi meccanismi di governance orizzontali e partecipativi, a livello urbano o all’interno di imprese.

Dalla sharing economy all’economia collaborativa, a cura di Fondazioni Unipolis, 2015, pp. 16,17

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governance e politiche in ambito culturale


Governance e politiche in ambito culturale timeline


Governance e politiche in ambito culturale timeline

Pavia, Italia, Europa

Nel corso dell’ultimo ventennio è cresciuta la consapevolezza di quello che è il ruolo della cultura e della creatività nell’epoca contemporanea, dovuta al fatto che negli anni Settanta molte città dell’Europa occidentale hanno dovuto affrontare processi di rigenerazione urbana e ciò ha fatto nascere un vero e proprio settore dell’industria culturale. La comunità europea da un certo punto ha quindi iniziato a sentire l’esigenza di organizzare e rendere chiara la struttura del settore, predisporre strumenti per la gestione e la produzione di risorse, fornire regole e strumenti adatti a confrontarsi con il nuovo assetto della globalizzazione e della digitalizzazione. Questo capitolo vuole essere un compendio delle principali tappe raggiunte negli ultimi venti anni al fine di regolamentare, approfondire e sviluppare questo settore di cruciale importanza per la rigenerazione urbana e sociale. I principali studi, le operazioni legislative e normative, le iniziative più rilevanti e gli esperimenti, associazioni, in campo culturale e creativo sono raccolti in ordine cronologico e suddivisi in tre layer, il contesto europeo, quello nazionale italiano e quello territoriale pavese. I tre ambiti sono in realtà molto correlati tra loro e ciò mette in luce la stretta relazione tra locale e globale e l’importanza di avere una sovrastruttura a scala europea affinchè ci sia più libertà e chiarezza nelle azioni sulla piccola scala. E’ un forte segnale il fatto che la gran parte delle iniziative proposte e dei risultati raggiunti in questo campo sono frutto di esigenze e idee che nascono dal basso e mai vengono imposte, ma piuttosto sono l’espressione di un sottofondo/contesto culturale e creativo vivace ed esteso che ha sentito l’esigenza di esprimersi e farsi spazio tra i settori tradizionali

Europa Italia Pavia

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Governance e politiche in ambito culturale timeline

1985

2000

cittĂ europea della cultura

strategia di lisbona 3

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2004

unesco creative cities 5

2006

the economy of culture in europe

2007

2008

2009

european agenda for culture 7

6

2

programma cultura 2000 4

libro bianco sulla creativitĂ 8

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DUC distretti urbani commercio 9

DUC Pavia 11


Governance e politiche in ambito culturale timeline

2010

2012

2014

2016

libro verde

16

12

2018 anno europeo del patrimonio culturale

• Zlin •

creative europe

2018

17

28

ue2020 13

18

art. 24

• Bologna •

italia creativa

art bonus

2010 incredibol!

19

23

2014 remixing cities 1 napoli

24

2016 remixing cities 2 reggio emilia mantova siena

2015 collaborare è bologna

Giovani RiGenerAzioni Creative anci 41 •

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20

15

capitale italiana della cultura

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pavia 2020 22

bilancio partecipativo 25

Ri.M.E.Di.A. 26

in collaborazione con Atelier Città - Ex Vuoto

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1985 città europea della cultura iniziativa che nasce nel 1985 dal Consiglio dei ministri europei da un’idea di Melina Merkouri1, con lo scopo di mettere in luce e promuovere la ricchezza e la diversità culturale all’interno dell’Europa, vista come spazio culturale comune entro cui accrescere il senso di appartenenza dei cittadini europei. Ogni anno, previa candidatura e selezione, la commissione Europea designa una città come “capitale europea della cultura” che sarà tale dopo quattro anni, periodo in cui la città nominata si prepara adeguatamente a un evento di grande complessità organizzativa. Dal 2005 la nuova procedura di selezione garantisce ad ogni membro dell’Unione Europea l’opprtunità di ospitare a turno la capitale, dando rilievo anche a realtà minori e meno conosciute. Dal 1999 l’iniziativa “città europea della cultura” è stata ribattezzata “capitale europea della cultura” ed è finanziata dal Programma Cultura 2000 anzichè dalla Commissione Europea. Fino ad oggi sono state capitali della cultura europea oltre 50 città dell’Unione Europea, e questa lunga esperienza ha reso possibile riscontrare una serie di effetti positivi oltre a quelli prefissati dagli obiettivi di ogni proposta. E’ questa infatti una grande occasione per riqualificare la città nominata dandole visibilità a livello nazionale e internazionale, dare maggiore vitalità e credibilità al suo potenziale culturale e creativo locale e dunque un’occasione per rilanciarla sotto il profilo turistico.

1. a quel tempo Melina Merkouri ricopriva la carica di Ministro della Cultura del Governo democratico greco https://ec.europa.eu/programmes/creative-europe/actions/capitals-culture_it


Governance e politiche in ambito culturale timeline • Europa

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2019 Matera2019 - capitale europea della cultura Matera sarà capitale della cultura europea nel 2019, ma il percorso che ha portato alla sua canditatura prima e alla selezione poi è iniziato nel 2008, quando un gruppo di giovani si è costituito nell’associazione “matera 2019” e in seguito affiancato da un gruppo di lavoro tecnico. La produzione e la presentazione dell’evento rappresentano dunque solo una tappa di un lungo percorso che si protrarrà anche oltre la manifestazione. I principali temi e valori su cui si basa la candidatura e la proposta culturale di Matera2019 sono innanzitutto il concetto di cittadinanza culturale, un approccio inclusivo e auto-generativo, un’etica di apertura e condivisione, il riconoscimento di un territorio virtuale oltre che fisico, la scienza e la tecnologia come mezzo per rendere la programmazione accessibile e fruibile a grande scala, e un’eredità fatta di relazioni tra persone, capacità e piattaforme per lo sviluppo delle competenze. Il programma culturale si basa sull’etica del riciclo e del riuso, ovvero sulla valorizzazione e lo sviluppo di ciò che già esiste nella città e nei dintorni; proporre nuove idee di cittadinanza culturale, avviare un nuovo dibattito con le istituzioni, interpretare le istituzioni culturali secondo modelli di pensiero nuovi e avviare un dibattito sul futuro della cultura sono i temi alla base dei progetti propedeutici proposti. La logica della partecipazione, della collaborazione e dell’interazione tra persone e gruppi sociali diversi è stata alla base anche della scelta dei filoni tematici che racchiudono gli eventi: dopo una prima fase in cui dei mediatori culturali selezionati tramite call pubblica hanno individuato i principali temi progettuali, la cittadinanza è stata chiamata a partecipare a workshop e laboratori per

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sviluppare e approfondire queste tematiche. Tutti i progetti che costituiscono il programma culturale nascono inoltre dalla collaborazione tra soggetti locali, artisti e istituzioni europee. Gli attori coinvolti in questa manifestazione sono diversi e diverse sono le modalità con cui il comitato di Matera vi è entrato in contatto: gli artisti sono stati selezionati tramite bandi regionali e worskhop, mentre per il coinvolgimento dei cittadini sono state messe a punto strategie di animazione territoriale attraverso iniziative capillari in diversi quartieri della città e nelle località limitrofe. Gli obbiettivi che Matera si è posta per il 2019 sono un rafforzamento della cittadinanza culturale ampia, aperta e diversificata (l’80% del programma culturale prevederà il coinvolgimento dei cittadini attraverso azioni di cocreazione), l’incremento del capitale relazionale e connettivo internazionale della città, un programma di capacity builidng per operatori socio-culturali e amministrazione, il rafforzamento delle infrastrutture culturali e il rafforzamento della visibilità e della leadership della città a livello nazionale e internazionale.

Matera, capitale della cultura, report di candidatura


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2000 strategia di lisbona Il Consiglio Europeo, a Lisbona, adotta un nuovo obbiettivo strategico per il decennio 2000-2010 con il fine di sostenere l’occupazione, le riforme economiche e di promuovere la coesione sociale entro un contesto di un’economia basata su conoscenza e innovazione. In questo senso si inizia a riconoscere il settore delle creative industries come un settore economico cruciale, fino ad allora ritenuto un settore non-economico e quindi non produttivo, e gli viene attribuito un ruolo multiplo per lo sviluppo locale, in cui può agire su diversi fronti. Per quanto riguarda il settore turistico, che genera annualmente circa il 5,5% del PIL europeo, la cultura può diventarne il motore di sviluppo, creando occupazione e accrescendo il suo valore a livello internazionale, a favore del patrimonio artistico e culturale, delle fiere d’arte e dei musei, dei festival e delle arti performative in generale. Sul fronte territoriale il settore creative industries assume un ruolo di importanza strategica per la crescita culturale di città e regioni e quindi per la creazione di posti di lavoro in quelle che vengono chiamate creative cities, come ad esempio Londra, Montreal e Bilbao, e creative regions. Anche l’impatto sociale che crea questo settore non è da sottovalutare: la cultura può essere uno strumento per promuovere e migliorare la coesione sociale e la rigenerazione urbana, perseguendo come obbiettivi l’inclusività sociale e il senso di identità, la promozione della diversità culturale e la coesione territoriale.

KEA, The economy of culture in Europe, 2006 https://archivio.pubblica.istruzione.it/buongiorno_europa/lisbona.shtml


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2000 programma cultura 2000 é un programma di finanziamento pluriennale unico per le azioni comunitarie nel settore della cultura, istituito per il periodo 2000-2006. Finalità principale è quella di promuovere la cultura come fattore economico e di integrazione sociale, oltre che di conoscenza, valorizzando uno spazio culturale comune condiviso da tutti i cittadini europei basato su un comune patrimonio culturale che possa aumentare il senso di identità. Gli obbiettivi sono perseguiti tramite programmi di cooperazione e mobilità transnazionale degli operatori culturali, sostenendo il dialogo interculturale. I beneficiari del programma possono essere organizzazioni culturali pubbliche o private la cui attività principale rientri nella sfera culturale, ad eccezione del settore audiovisivo, e rispondere a determinate caratteristiche di programma. Seguito dal “Programma Cultura 2007-2013”, tale programma è stato sostituito dal 2014 da “Creative Europe”.

http://www.finanziamenti.rer.camcom.it/agevolazioni/ue/Cultura2000.htm

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2004 unesco creative cities il progetto UCCN - Unesco Creative Cities Network - nasce con l’intento di individuare nel mondo le città che hanno reso la creatività il fattore strategico per uno sviluppo urbano sostenibile e promuovere la cooperazione con e tra queste. Tutte le città che rientrano nel network UCCN operano attivamente in uno di questi sette campi: Crafts & Folk Art, Design, Film, Gastronomia, Letteratura, Musica e Media Arts. Attualmente le città che fanno parte del network sono 116, appartenenti a 54 Paesi, fra cui anche l’Italia con le città di Roma, Parma, Bologna, Fabriano e Torino. Tutte lavorano con il comune obbiettivo di cooperare in modo attivo a livello internazionale e di sfruttare la creatività e la cultura in generale come motore per lo sviluppo a livello locale. UCCN è uno dei progetti partner dell’UNESCO nell’integrare la cultura nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

Creative cities for sustainable development, UNESCO, 2016 http://en.unesco.org/creative-cities/home


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Governance e politiche in ambito culturale timeline • Europa

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2006 the economy of culture in europe si tratta di uno studio che fornisce le coordinate essenziali per interpretare il settore delle creative industries, il cui ruolo strategico e la competitività sono state spesso messe in dubbio e soggette a stereotipi dal punto di vista economico. Lo studio prende avvio nel contesto della Strategia di Lisbona, dove per la prima volta si parla di questo settore, senza però definirlo o includerlo veramente nella strategia stessa. Si cerca dunque di porre rimedio a questa lacuna, di definire i settori culturale e creativo, i sotto-settori e le attività corrispondenti e infine di mettere in luce gli impatti diretti e indiretti nel settore cultura in Europa. Dallo studio emerge che in Europa il settore culturale è formato prevalentemente da piccole imprese o singoli professionisti, e che il livello di specializzazione è eccellente e fa registrare un trend crescente nel settore economico, motivo per cui c’è la necessità di un sostegno pubblico a livello finanziario e normativo. Lo studio ha inoltre l’obbiettivo di mettere a punto una strategia per un’Europa creativa al fine di rendere il settore culturale e creativo una priorità, investendo nell’educazione alla creatività e sfruttando in questo senso il cambiamento digitale. Il supporto dei territori creativi è un punto fondamentale da prefiggersi all’interno della strategia, da affrontare a livello locale, regionale, nazionale ed europeo.

KEA, The economy of culture in Europe, 2006


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2007 european agenda for culture la Commissione Europea aiuta gli stati membri dell’Unione Europea ad affrontare le sfide comuni in linea con l’Agenda Europea per la Cultura, al fine di garantire coerenza e visibilità dell’azione europea nel campo culturale. L’Agenda si prefissa 3 obbiettivi principali: - la promozione della diversità culturale e del dialogo interculturale - la promozione della cultura quale catalizzatore della creatività nel quadro della strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione - la promozione della cultura quale elemento essenziale delle relazioni internazionali dell’UE. 51 •

http://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX:32007G1129(01) https://ec.europa.eu/culture/policy/strategic-framework_it Consiglio, Risoluzione del Consiglio del 16 novembre 2007 su un’agenda europea per la cultura, Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea, 2007


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2008 libro bianco sulla creatività a cura di Walter Santagata, contiene il rapporto sulla creatività e la produzione culturale in Italia redatto da una Commissione di studio ministeriale coordinata dal prof. Walter Santagata e costituita dall’allora ministro per i Beni Culturali Francesco Rutelli. Il rapporto si propone tra gli obbiettivi principali quello di delineare il profilo essenziale di un modello italiano di creatività e produzione culturale al fine di rendere questi settori leve strategiche per lo sviluppo del Paese e per la valorizzazione del suo profilo a livello internazionale. Lo studio inoltre vuole offrire un valido contributo alla conoscenza e alla definizione del settore industrie culturali e creative (ICC) che per la sua diffusione, trasversalità e immaterialità non ha ancora identità chiara e riconosciuta da altri settori. Il “Libro Bianco” traccia infine una serie di linee strategiche coordinate affinchè l’Italia sia all’altezza con la cultura materiale e umanistica del suo passato e al contempo non perda contatto con la cultura tecnologica del futuro.

http://stefanorolando.it/index.php?option=com_content&view=article&id=171:libro-bianco-sulla-creativita&catid=46:in-uscita&Itemid=81 http://www.beniculturali.it/mibac/export/UfficioStudi/sito-UfficioStudi/Contenuti/Pubblicazioni/Volumi/Volumi-pubblicati/visualizza_asset. html_1410871104.html


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2008 DUC - distretti urbani commercio istituiti con la D.G.Regione Lombardia 7730/2008, sono ‘aree con caratteristiche omogenee per le quali soggetti pubblici e privati propongono interventi di gestione integrata nell’interesse comune dello sviluppo sociale, culturale ed economico e della valorizzazione ambientale del contesto urbano e territoriale di riferimento’. I distretti urbani del commercio sono il mezzo attraverso il quale enti e associazioni, in accordo e in cooperazione con il Comune, possono promuovere la valorizzazione dello spazio urbano con attività commerciali al dettaglio, la competitività e l’innovazione del sistema del sistema imprese. 53 •

http://www.confcommerciomilano.it/it/impresa_istituzioni/citta_metropolitana/duc/


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2009 culturability è una piattaforma aperta a progetti di innovazione culturale e sociale che promuovono benessere e sviluppo all’insegna della sostenibilità e dell’inclusione sociale. Ideata e promossa dal gruppo Unipolis, la fondazione d’impresa del Gruppo Unipol, l’inizativa nasce con un workshop di co-progettazione e si concretizza subito dopo con la redazione di un manifesto, che pone al centro l’idea di contribuire a creare nuovi spazi reali e virtuali nei quali il tema dell’accesso culturale possa agire come canale di coesione sociale e di opportunità per promuovere lo sviluppo sociale ed economico. Nei primi anni vengono sostenuti progetti culturali localizzati in territori complessi e disagiati, poi si iniziano a promuovere piccoli progetti under 35, fino al 2013 quando si decide di adottare il bando come modalità di selezione. I progetti vincitori, che devono essere proposti da team under 35, coniugano cultura e creatività, innovazione e coesione sociale, propongono una partenrship forte e creano occupazione giovanile, hanno un alto potenziale, ma si devono ancora sviluppare a pieno per mancazna di risorse economiche e di competenze. Il bando Culturability 2017 ha avuto come focus centrale la rigenerazione urbana. Il sostegno da parte della Fondazione non è mai solo economico, ma anche di affiancamento nella costruzione di rete di partnership e nella creazione di progettualità condivise forti, sperimentando nuove modalità di interazione e condivisione di risorse e saperi attarverso momenti di mentoring e formazione.


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Culturability si propone al tempo stesso come momento di riflessione e dibattito e come intervento concreto sul territorio, attraverso il sostegno di iniziative culturali che abbiano come obbiettivo la crescita sociale e civile delle comunità, con un metodo all’insegna della collaborazione e della creazione di partnership forti.

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https://culturability.org/ http://www.confcommerciomilano.it/it/impresa_istituzioni/citta_metropolitana/duc/


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2009 DUC Pavia l’area del Distretto Urbano del Commercio di Pavia coincide con il centro storico di impianto romano della città ed è delimitata a sud dalle antiche mura spagnole e dal fiume Ticino e include, oltre al centro storico, anche parte di Borgo Ticino. All’interno del DUC sono conservati i principali monumenti cittadini ed è presente la maggior parte dei servizi pubblici della città nonchè delle attività commerciali, le cui unità rappresentano più del 54% del commercio di vicinato del centro urbano. Nel 2013 viene fondata l’Associazione del Distretto Urbano del Commercio con l’obbiettivo di sviluppare la competitività del sistema delle imprese (commerciali, artigianali, pubblici esercizi, di servizio e turistiche) localizzate nel Distretto, mediante la promozione dell’area e la valorizzazione del contesto commerciale e turistico, a beneficio dei frequentatori abituali, dei turisti e dei residenti. Al fine di conseguire tale scopo l’Associazione ha partecipato al bando I distretti dell’Attrattività, promosso da Regione Lombardia, con il progetto pavialcentro, che è stato finanziato e consiste in 18 azioni indirizzate alle esigenze di diversi target di popolazione.

http://www.pavialcentro.it/ http://www.comune.pv.it/site/home/dai-settori-e-servizi/commercio-e-attivita-produttive/duc---distretto-urbano-del-commercio/articolo21938.ht


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2010 libro verde - le industrie culturali e creative: un potenziale da sfruttare il Libro Verde è uno strumento con cui la Commissione Europea illustra lo stato di un determinato settore per chiarirne i problemi e delinearne le future direzioni. E’ un documento che può avere carattere informativo, decisorio, dichiarativo o interpretativo, ed è sottoposto al regime di pubblicità da parte dell’Unione Europea, ma anche dalle amministrazioni regionali e dal governo italiano. Nella fattispecie, il Libro Verde del 2010 Le industrie culturali e creative: un potenziale da sfruttare riflette su leve e strategie da adottare a livello locale per creare e sostenere habitat e contesti creativi. Si mette in luce la necessità di rafforzare il legame tra istruzione, formazione e industrie culturali e creative, di creare sinergie tra il settore della cultura e quello dell’economia, di incentivare legami tra politica culturale e le altre forme di politica. Nel libro viene riconosciuto al settore culturale e creativo europeo un forte dinamismo e un grande potenziale economico, dato anche da un elevato numero di imprese altamente innovative. Si delinea un contesto che può giocare il ruolo di forza motrice per una più ampia innovazione economica e sociale con effetti anche in altri settori. E’ chiaro dunque il bisogno di predisporre strumenti adeguati per la gestione di un così vasto potenziale: strumenti di valutazione, spazi per la sperimentazione e la creazione di competenze, disponibilità di risorse condivise e accesso ai finanziamenti. E’ necessario fare riferimento a un modello di sviluppo di medio-lungo termine che preveda investimenti in infrastrutture e capitale umano, nella mobilità e nella circolazione delle opere, negli scambi culturali e nel commercio internazionale.

Libro Verde - le industrie culturali e creative, un potenziale da sfruttare. Commissione Europea, Bruxelles, 2010


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2010 ue2020 prosecuzione del lavoro intrapreso nella Strategia di Lisbona, è la strategia europea per la crescita e l’occupazione per il decennio 2010-2020. È stata varata nel 2010 per creare le condizioni favorevoli a una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, e si basa su cinque obbiettivi quantitativi da raggiungere entro il 2020 che riguardano l’occupazione, la ricerca e lo sviluppo, il clima e l’energia, l’istruzione, l’integrazione sociale e la riduzione della povertà e dell’emarginazione, e ciascuno stato membro dall’Unione Europea ha adottato per ogni settore i suoi obbiettivi. La strategia vuole incentivare una crescita basata sulla conoscenza come fattore di ricchezza conferendo così più valore a istruzione, ricerca e all’economia digitale. Si pone inoltre il fine di coinvolgere i cittadini in un nuovo paradigma di società partecipativa e in un’economia più competitiva e interconnessa.

http://ec.europa.eu/europe2020/europe-2020-in-a-nutshell/index_it.htm Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, Comunicazione della Commissione - Europa 2020, Bruxelles, 2010


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2010 bologna a partire dal nuovo decennio Bologna ha conosciuto una ripresa sociale ed economica in larga parte basata sul suo potenziale creativo e culturale sfruttato in modo intelligente e adeguato. Questa rinascita è da vedere in un contesto italiano e soprattutto europeo fatto di spinte economiche e culturali che hanno fatto emergere il settore delle Industrie Culturali e Creative, viste come motore di sviluppo. La costellazione di progetti, inziative, eventi e il numero di soggetti coinvolti può far percepire questo contesto così vivo e prolifico. Nel 2010 viene avviato Incredibol! L’innovazione creativa di Bologna, progetto pioniere nell’ambito della creatività del territorio cittadino e regionale, che si propone fin da subito di fare rete chiamando alcune delle principali energie del territorio (enti pubblici, consulenti, associazioni di formazione e cultura, imprese e facilitatori) e creando così un terreno entro cui tessere relazioni e attraverso cui favorire il dialogo tra i vari componenti di un settore così complesso. Si vuole favorire la cooperazione tra diversi attori: • l’Area Cultura del Comune, che sente la necessità di un nuovo approccio al settore culturale per fornire ai creativi strumenti e competenze per sviluppare un’attività imprenditoriale economicamente sostenibile • il Settore delle Attività Produttive che attraverso Progetti per l’Impresa sostiene le startup dei settori creativi attraverso bandi • Bam! Strategie Culturali, in qualità di mediatore culturale con competenze di management d’impresa • rete di soggetti pubblici e privati che mettono a disposizione i loro servizi ai beneficiari individuati dal progetto

http://www.incredibol.net/ Incredibol! L’innovazione creativa di Bologna, Report 2010/2012, Comune di Bologna, 2012


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Il progetto diventa concreto attraverso le call, di circa 12 mesi, lo strumento con cui il Comune ha interrogato il sistema creativo locale per trovare progetti da sostenere e affiancare, e anche per ottenere dati utili allo studio del settore. Gli ambiti di interesse entro cui operano le call sono quelli della cultura materiale, della produzione e comunicazione di contenuti e del patrimonio storico-artistico. I soggetti interessati possono essere le neo-imprese e le aspiranti imprese, le associazioni, i liberi professionisti e i privati. I benefici offerti sono rappresentati da premi in denaro, spazi per l’incubazione, momenti di consulenza e formazione e attività di promozione. L’organizzazione di momenti di scambio e dialogo ha permesso la formazione di una community che si identifica nel progetto di Incredibol!, creando un terreno comune da cui far nascere nuove iniziative e nuovi progetti d’impresa. Tutto ciò ha effettive ricadute positive sul tessuto cittadino tramite la ripopolazione di spazi vuoti ristrutturati in modo creativo e rivitalizzati da attività culturali. Nel 2012 viene istituito un ufficio per la semplificazione amministrativa e la promozione della cittadinanza attiva presso l’aera degli affari istituzionali e di quartiere. Bologna City Branding è un progetto del Comune di Bologna realizzato nel 2012 da Urban Center Bologna2 e la partnerhip di UniCredit che ha l’obbiettivo di accrescere l’efficacia delle politiche di marketing territoriale di Bologna, andando a ridefinire il posizionamento della città e individuando le strategie apposite per veicolarla a livello locale, nazionale e internazionale. L’obbiettivo si è trasformato nella necessità di creare una specifica identità di Bologna nella quale i cittadini si possano rispecchiare e i turisti percepire.

2. http://www.urbancenterbologna.it/ Incredibol! L’innovazione creativa di Bologna, Report 2010/2012, Comune di Bologna, 2012 http://www.urbancenterbologna.it/bologna-city-branding

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In questo senso, dal 2013 è attiva la piattaforma digitale Bologna Agenda Cultura, uno strumento con cui il Comune raccoglie, coordina, facilita e sostiene l’offerta culturale cittadina pubblica e privata. Un servizio che mette in connessione operatori, istituzioni e cittadini, in linea con l’approccio open data adottato dal Comune di Bologna.

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Nel 2014 viene redatto il Regolamento sulla collaborazione tra i cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni, siano essi materiali, immateriali o digitali, riconosciuti come tali per essere funzionali al benessere individuale e collettivo. Una sorta di manuale di dialogo collaborativo che attraverso i patti di collaborazione è volto a semplificare e promuovere le varie forme di collaborazione tra pubblico e privato nella gestione dei beni comuni, dando concretezza al principio di sussidiarietà espresso dall’art.1183 della Costituzione italiana. Solo nel biennio 2014-2016 sulla piattaforma digitale della comunità Iperbole si registrano 261 proposte e 245 patti di collaborazione.

http://agenda.comune.bologna.it/cultura/ 3. Art.118: “Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per assicurarne l’esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei princìpi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza. I Comuni, le Province e le Città metropolitane sono titolari di funzioni amministrative proprie e di quelle conferite con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze. La legge statale disciplina forme di coordinamento fra Stato e Regioni nelle materie di cui alle lettere b) e h) del secondo comma dell’articolo 117, e disciplina inoltre forme di intesa e coordinamento nella materia della tutela dei beni culturali. Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.


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Tra il 2015 e il 2016 l’Urban Center Bologna e la direzione generale del Comune di Bologna avviano il progetto Collaborare è Bologna al fine di promuovere la cultura della collaborazione coinvolgendo la comunità attiva per rendere accessibili e condividere informazioni, tecnologie, risorse, spazi, conoscenza e competenze. L’attività di monitoraggio dei progetti in corso si affianca a una serie di strategie per rendere concreta una visione della città fondata sul dialogo, sul riconoscimento reciproco e sulla collaborazione. La mission del progetto parte dalla necessità di produrre cambiamenti nelle prassi operative degli enti pubblici e degli altri attori economici e sociali andando verso un nuovo modello di democrazia urbana entro la quale l’amministrazione deve facilitare l’azione pubblica della collettività, progettando insieme a questa le soluzioni più adatte alle sue esigenze. Il progetto è strutturato secondo tre filoni progettuali: • fare insieme progetti per la rigenerazione collaborativa tra la città e i suoi spazi fisici per la cura dello spazio pubblico, il recupero dei luoghi abbandonati, la cura della bellezza e della storia della città • vivere insieme raggiungere il benessere della comunità tramite un’innovazione sociale che affronti i bisogni dei cittadini trasformandoli in attori di iniziative che si basano sulla collaborazione • crescere insieme lo sviluppo economico urbano deve diventare il terreno fertile per la collaborazione tra il Comune e la città al fine di sostenere saperi, creatività, conoscenza, cultura, e investire su strumenti e spazi collaborativi per favorire la nascita di nuove forme di lavoro e impresa.

http://www.comune.bologna.it/ http://ebologna.it/

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2012 cheFare - cultura e innovazione associazione per la trasformazione culturale nata nel 2012 come bando per progetti innovativi a carattere culturale, per poi diventare nel 2104 un’organizzazione indipendente che raccoglie e produce pratiche concrete e riflessioni teoriche in merito ai mutamenti culturali. Lo strumento principale attraverso cui cheFare opera è il bando a cui ogni anno partecipano migliaia di progetti, i quali, dopo una prima selezione, vengono giudicati tramite voto dalla comunità online. La piattaforma digitale di cheFare è molto attiva con riflessioni e narrazioni su tutto ciò che riguarda il panorama contemporaneo di pratiche e istanze culturali provenienti dal basso, in un continuo rimando tra teoria e pratica, tra sapere scientifico e sapere umanistico, tra cultura alta e bassa. Dato il carattere innovativo dell’associazione e delle intenzioni, negli anni si è costruita una vera e propria comunità culturale di partner e di follower con cui l’associazione si confronta e collabora, condividendo saperi e punti di vista, arricchendo quest’esperienza attraverso una costante attività di workshop, incontri e campagne in giro per l’Italia.

https://www.che-fare.com/


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2014 creative europe programma di sostegno economico (€ 1,46 miliardi) per il periodo 2014-2020, dedicato ai settori culturali e creativi che svolgono un ruolo di enorme importanza nell’economia europea, contribuendo a generare crescita e occupazione. Gli obbiettivi generali sono quelli di promuovere e salvaguardare la diversità linguistica e culturale europea e di rafforzare la competitività del settore culturale e creativo al fine di realizzare una cerscita economica sostenibile, inclusiva e intelligente. Il programma non offre solo un importante aiuto economico, ma apre nuove opportunità, aiuta le competenze ad affrontare le sfide dell’era digitale, protegge la diversità culturale e crea reti in cui muoversi agilmente. Il progetto Creative Europe sostiene i programmi di cooperazione transnazionale, le piattafrome di operatori culturali che si interessano di artisti emergenti e che promuovono una programmazione artistica stimolante, la film literacy e il mercato televisivo e in genrale il settore audiovisivo.

http://cultura.cedesk.beniculturali.it/europa-creativa.aspx http://ec.europa.eu/programmes/creative-europe/index_en.htm


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2014 zlin - a creative and proactive region progetto di ricerca e strategia condotto da Lia Ghilardi6 sulla regione Zlin della Repubblica Ceca volto a mappare il potenziale culturale e creativo locale per mettere a punto un approccio integrato di rigenerazione culture-led. Il contesto in cui nasce questo studio è la consapevolezza di un panorama creativo e culturale ricco e diversificato, in cui la creative class ha la possibilità di svilupparsi, diventando il potenziale innovativo di un posto. E’ chiaro dunque che investire sulla creatività diventa una priorità strategica che può innescare un multiplier effect sulle entrate economiche e sull’occupazione, sull’economia locale e su quella globale a medio e lungo termine, ma anche sull’offerta culturale. Diverse sono le città che negli ultimi anni hanno intrapreso questo tipo di strategia culturale, beneficiando del loro potenziale locale: Dublino, Milano, Stoccolma, ma soprattutto è interessante il caso di centri di secondaria importanza come Newcastle, Rotterdam, Anversa, Torino, Lille, Mantova e Cork in Irlanda, per citarne alcuni. L’attività culturale è inoltre usata come catalizzatore per i processi di rigenerazione urbana (culture-led regeneration projects) soprattutto in un contesto di riuso e riciclo di edifici ex industriali al fine di ospitare realtà imprenditoriali creative. E’ questo il caso del Baltic and Sage Music Centre a Gateshead o del rinnovo della Tate Modern a Londra. Anche il turismo culturale è una chiave per lo sviluppo economico europeo, dal momento che produce annualmente una media del 6/8% del PIL europeo. Si rende duqnue fondamnetale cercare di individuare e capire il DNA culturale di ogni luogo o territorio in modo da promuoverne la diversità e la specificità, assicurarne la continuità e ma anche accogliere in esso i cambiamenti necessari verso un nuovo tipo di urbanismo che si identifichi più in un processo che in un prodotto.

6. Lia Ghilardi è la fondatrice e direttrice di Noema, un’organizzazione con sede nel Regno Unito che lavora internazionalmente nell’ambito delle startegie culturali e della pianificzione urbana.

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Viene dunque incentivato un tipo di approccio integrato che investa principalmente sulle infrastrutture, sull’ecologia creativa e artistica, e sui processi di place making, in un lavoro di partnership tra developers e city planners, imprenditori locali e manager delle arti, istruzione e turismo.

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La metodologia del progetto prevede una prima fase di mapping in cui vengono individuate le specificità del settore creativo locale, identificando i sotto-settori più rilevanti, e le infrastrutture culturali e turistiche presenti sul territorio. La mappatura è utile non solo per avere chiaro il quadro culturale e sociale del territorio e della comunità, ma anche per delinearne i punti di forza e di debolezza e per individuare le nuove sfide strategiche al fine di realizzare un’economia basata sulla creatività. La strategia di cultural planning proposta da Lia Ghilardi mira a creare ponti tra le istituzioni locali e i vari gruppi di interesse al fine di condividere e suddividere energie, compiti e idee. Mira a integrare la creatività nelle città, nelle regioni o nei quartieri interessati, costruendo spazi per la creatività e per la collettività e attrarre i talenti. Mira a rafforzare l’identity value di un posto attraverso i tratti distintivi e il patrimonio culturale locale.

http://www.idu.cz/en/czech-cultural-and-creative-industries-mapping-201 Lia Ghilardi, Zlin Final Report, Noema, 2014


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2014 art. 24 il decreto legge n.133/2014 intitolato Misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive e noto alle cronache come Sblocca Italia comprende l’art. 24 che è importante in quanto delinea una serie di misure di agevolazione della partecipazione delle comunità locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio. Si riconosce un ruolo più ampio ai cittadini che, in conformità alle leggi, possono agire anche nel riuso e nel recupero di immobili e aree inutilizzate assumendo un ruolo attivo nella cura e nella tutela dei beni comuni, verso azioni e attività di interesse pubblico e generale.

http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2014/09/12/14G00149/sg

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2014 art bonus il decreto legge n.83/2014 detto ArtBonus e Turismo rappresenta un punto di svolta nel settore della cultura e del turismo in quanto introduce strumenti concreti ed operativi per sostenere il patrimonio culturale, favorendo il mecenatismo, e rilanciare il settore turistico. In primis si concede il credito d’imposta del 65% sulle donazioni che i singoli cittadini e le imprese fanno a favore di musei, siti archeologici, archivi, biblioteche, teatri e fondazioni lirico sinfoniche. Anche alle strutture turistiche sono consentiti significativi tax credit, pari al 30% delle somme investite in interventi di ristrutturazione, ammodernamento e digitalizzazione. Secondo i dati presentati dal Mibac, i moderni mecenate sono stati prevalentemente persone fisiche (il 73%), seguite dalle imprese (20%) e dagli enti (6%).

http://artbonus.gov.it/ http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Comunicati/visualizza_asset.html_1137023887.html http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-10-24/art-bonuscos-e-art-bonus-162750.shtml?uuid=ACeLimMB


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2014 remixing cities - rigenerazione urbana e creatività giovanile format costituito da attività eterogenee con l’obbiettivo di ridare slancio a idee e rigenerazione urbana, di individuare modelli di interazione tra centri di produzione culturale indipendenti e istituzioni pubbliche e di approfondire il tema della rivitalizzazione dei territori considerando il riuso di spazi per la produzione culturale giovanile come primo step di un processo più complesso di rigenerazione urbana. La I edizione si svolge nel 2014 a Napoli e si presenta come seminario internazionale, a cui segue una pubblicazione cartacea, per individuare modelli di interazione fra i centri di produzione culturale indipendenti e le istituzioni pubbliche. La II edizione del 2016 è ampliata da nuovi partner e si muove in 3 città, Reggio Emilia, Mantova e Siena, con un’agenda ricca di incontri, seminari, workshop, mostre e performance. Il carattere itinerante della II edizione permette agli operatori culturali di andare alla scoperta di azioni innovative, sostenibili, a forte impatto sociale e culturale che partono dalle vocazioni stesse delle città, in un percorso fisico e mentale di apprendimento condiviso e partecipato.

http://remixingcities.giovaniartisti.it/

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L’oggetto di questa edizione è il riuso, la rigenerazione e la ri-valorizzazione degli spazi ai fini di un nuovo paradigma di sviluppo locale. La proposta tematica nasce in un contesto in cui, fino a pochi anni prima, le esperienze di recupero e riuso si erano limitate all’introduzione di nuove funzioni in aree ed edifici dismessi attraverso esercizi mimetici di ricostruzione dei luoghi. Al contrario, le attività promosse attraverso strumenti collettivi di inclusione hanno dimostrato come la partecipazione dei cittadini e dei privati siano indispensabili per giungere a soluzioni condivise e intelligenti. In questo senso si sente la necessità di sviluppare politiche e progetti in cui trovino equilibrio gli interessi sociali, ambientali e quelli economici. • 72


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2014 capitale italiana della cultura ogni anno il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e una commissione di sette esperti nomina una città Capitale italiana della cultura permettendole così, per un anno di tempo, di mettere in luce il suo sviluppo culturale. L’iniziativa nasce nel 2014 dopo che Matera viene nominata Capitale europea della cultura 2019 e dopo il cosiddetto Decreto Cultura4 ed è volta a sostenere, incoraggiare e valorizzare la autonoma capacità progettuale e attuativa delle città italiane nel campo della cultura, affinché venga recepito in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione senza conflitti, la conservazione delle identità, la creatività, l’innovazione, la crescita e infine lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo. Dopo Mantova, nel 2016, Pistoia è l’attuale capitale italiana della cultura e ad essa seguirà Palermo nel 2018, mentre per il 2019 non è stata designata nessuna città in vista del macro evento Matera Capitale europea della cultura.

4. Decreto Legge n.83 31/05/2014, convertito in Legge 29/07/2014 n.106, introduce novità significative in materai di cultura e tursimo, a partire dall’ ArtBonus che prevede la deducibilità del 65% delle donazioni devolute per il restauro di beni culturali pubblici http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/visualizza_asset.html_1398816910.html

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2014 pavia 2020 piano di sviluppo del tessuto economico-imprenditoriale della Provincia di Pavia, promosso da Confindustria Pavia, in accordo con il quadro di policy regionale ed europeo, che mette l’industria al centro di un nuovo modello di crescita intelligente, sostenibile ed inclusivo, non più dirigistico. Il piano è organizzato per filiere, invece che per settori, intese come sistemi complessi entro cui organizzare e raggruppare componenti diverse del sistema produttivo: la filiera agroalimentare, della salute, della calzatura, creative e culturali, IT e innovazione, advanced manufacturing, dell’energia, dell’ecoindustrie e infine della mobilità e logistica. Questa visione è in linea con le tempistiche dei principali piani europei, come il programma Horizon 2020 e ue2020, L’obbiettivo di Pavia2020 è delineare una traiettoria di sviluppo del territorio integrata e place-based. Si tratta di un approccio bottom-up in quanto teso a comprendere e valorizzare le eccellenze locali, quale stimolo per una globalizzazione competitiva e sostenibile.

Il progetto Pavia 2020. Le filiere del territorio, Confindustria Pavia e Università di Pavia http://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/2014/07/19/news/pavia-2020-il-piano-per-battere-la-crisi-1.9618079


Governance e politiche in ambito culturale timeline • Italia

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2016 italia creativa - L’Italia che crea, crea valore seconda edizione di uno studio che presenta una visione complessiva del valore dell’Industria Culturale e Creativa italiana, ancora oggi non sufficientemente valorizzata, seppur con un immenso potenziale. L’obbiettivo dello studio è quello di identificare il valore riconosciuto attualmente al comparto, così da tendere ad una adeguata valorizzazione del medesimo, che ad oggi ha un valore economico e sociale importante, in termini sia di volume d’affari sia di occupazione, ma vanno sostenute e messe in condizione di esprimere tutto il potenziale ancora non sfruttato. Viene messa in luce in questo senso l’importanza del valore economico e sociale in termini di volume d’affari e occupazione del settore ICC, prendendo in esame alcuni dati chiave per i quali l’Industria della Cultura e della Creatività in Italia ha generato, nel 2015, un valore economico complessivo di 48 miliardi di euro, il 3% del PIL nazionale complessivo, e ha dato occupazione a più di un milione di persone. Con un approccio metodologico simile a quello della I edizione, qualitativo e quantitativo, di situazione e di prospettiva, la II edizione vuole però essere maggiormente propositiva almeno per quanto riguarda le nuove sfide e opportunità di crescita e per le minacce al settore.

5. È noto come value gap il divario tra il valore ricavato da alcuni dei cosiddetti intermediari tecnici (ne sono esempi aggregatori di contenuti e motori di ricerca) attraverso la distribuzione e monetizzazione di contenuto (musica, video, notizie etc.) ed il valore che viene riconosciuto ai titolari dei relativi diritti. Italia Creativa. Primo studio sull’Industria della Cultura e della Creatività in Italia, EY, 2015 Italia Creativa. L’italia che crea, crea valore, 2° Studio sull’Industria della Cultura e della Creatività, EY, 2016

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Governance e politiche in ambito culturale timeline • Italia

47,9 miliardi di euro valore economico 2015

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1.028.000 occupati 2015

2,96% PIL valore economico complessivo 2015


Governance e politiche in ambito culturale timeline • Italia

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2016 Giovani RiGenerAzioni Creative L’Anci (Associazione nazionale Comuni Italiani) pubblica l’avviso pubblico “Giovani RiGenerAzioni Creative” in seguito all’accordo del 2015 tra il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’Anci per l’utilizzo del Fondo per le Politiche Giovanili. Le proposte progettuali devono essere presentate da soggetti e team under 35 e devono prevedere percorsi di progettazione partecipata mirati a definire nuove identità, nuove funzioni e modalità innovative di utilizzo degli spazi, in una logica più ampia che veda il progetto come innesto di un processo di innovazione sostenibile nel tempo per la rigenerazione urbana. Le aree di intervento delle proposte devono riguardare il campo dell’innovazione sociale, dell’innovazione culturale e quello dell’innovazione economica.

Mauro Savini, Creatività giovanile e rigenerazione urbana: il nuovo avviso Anci per porgetti di politiche giovanili, Quotidiano Enti Locali & Pa, 2016

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Governance e politiche in ambito culturale timeline • Pavia

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2016 bilancio partecipativo - Pavia Partecipa momento decisionale di pratica democratica diretta dove la popolazione è chiamata ad esprimersi tramite voto nell’assunzione di decisioni su alcuni ambiti della spesa collettiva della propria città. Il Bilancio Partecipativo si caratterizza come un processo che si snoda durante tutto l’anno, fino a disegnare una proposta articolata di progetti da finanziare sulla base delle richieste dei cittadini. Dopo il successo e la partecipazione della I edizione del 2016, è stata riproposta la II edizione nel 2017 il cui esito è andato a favore del progetto di riqualificazione dell’ ex mercato per adolescenti e giovani e per la diffusione della cultura digitale, sviluppato da una rete di partner pavesi tra cui l’associazione Atelier Città.

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http://www.comune.pv.it/site/home/articolo25441.html https://partecipa.comune.pv.it/content/VfZxt0i2lrM7aOB22M6mOfPaoTKeqUMS https://ateliercitta.com/


Governance e politiche in ambito culturale timeline • Pavia

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2016 Ri.M.E.Di.A. - Riuso: Mappatura Edifici Dismessi e Abbandonati progetto avviato dal Comune di Pavia nel 2016 che ha come scopo principale l’indagine conoscitiva del patrimonio edilizio cittadino in stato di abbandono, mancato utilizzo o degrado, che conduca alla formazione di una rete di relazioni tra pubblico e privato per condividere risorse economiche e competenze e all’individuazione dei progetti su cui investire. Il progetto è finalizzato a sostenere le strategie di riqualificazione e riuso nel territorio pavese, a favorire il recupero di immobili dismessi e inutilizzati nella logica di progetti di interesse collettivo che creino valore economico e soprattutto sociale con lo scopo di ripensare le dinamiche urbane e territoriali. La fase di mappatura e monitoraggio è fondamentale e necessaria per far riemergere questi luoghi, e il Comune di Pavia si è avvalso della collaborazione dell’associazione Atelier Città per realizzare una prima banca dati che potrà essere costantemente implemenata e aggiornata.

http://www.comune.pv.it/site/home/dai-settori-e-servizi/settore-pianificazione-e-gestione-del-territorio/rimedia.html

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Governance e politiche in ambito culturale timeline • Pavia

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2016 Atelier Città associazione che si forma nel 2016 su idea di tre architetti e progettisti pavesi, ma che si avvale di una rete collaborativa di professionalità diverse. Con il progetto Ex-Vuoto collabora con il Comune di Pavia nel progetto Ri.M.E.Di.A. per la mappatura e la catalogazione degli spazi in abbandono e sottoutilizzati e per avviare attività di ricerca e sperimentazione per il riuso di edifici dismessi e abbandonati. Finora sono stati catalogati ben 170 edifici e spazi in abbandono che potrebbero diventare opportunità per il futuro di Pavia e dei suoi abitanti. Quello di Atelier Città è un approccio graduale e rispettoso nei confronti dell’edificio, ma anche partecipativo e collaborativo verso la comunità pavese.

https://ateliercitta.com/


Governance e politiche in ambito culturale timeline • Europa

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2018 2018 anno europeo del patrimonio culturale iniziativa nata nell’ambito di un programma ampio di sensibilizzazione all’importanza della storia, della tradizione e della bellezza del patrimonio culturale europeo come bene comune da valorizzare e su cui investire per generare opportunità e valore sociale ed economico, locale e terriotriale. Istituito nel 2016 dal Consiglio e dal Parlamento europeo, il 2018 sarà il primo esperimento di questo tipo per l’Europa al fine di promuovere la diversità culturale, il dialogo interculturale e la coesione sociale, ma anche sottolineare il ruolo del patrimonio culturale nelle relazioni esterne dell’UE, inclusa la prevenzione dei conflitti, la riconciliazione postbellica e la ricostruzione del patrimonio culturale distrutto.

http://www.comune.pv.it/site/home/dai-settori-e-servizi/settore-pianificazione-e-gestione-del-territorio/rimedia.html

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la cultura nei processi di rigenerazione


il ruolo della cultura la cultura nei processi di rigenerazione


il ruolo della cultura la cultura nei processi di rigenerazione • cos’è la cultura

Cos’è la cultura

Per capire l’importanza di mettere in atto una strategia di sviluppo efficace è necessario fare chiarezza su quello che si intende oggi con la parola cultura e quali sono gli ambiti interconnessi. Innanzitutto vale la pena fare un distinguo tra il concetto di cultura e creatività. Come mette in luce PierLuigi Sacco1, la sfera culturale differisce da quella creativa per il fatto di produrre contenuti che hanno la sola finalità di essere esperiti e apprezzati in quanto tali nel momento della loro fruizione. La sfera creativa invece applica i contenuti culturali ad ambiti esperienziali in cui esistono altre finalità, in primis quelle di rilevanza pratica. Se la cultura produce un valore aggiunto relativamente limitato rispetto alla creatività, in realtà i prodotti della creatività risultano in gran parte dai contenuti e dagli stimoli della sfera culturale. Inoltre la creatività, essendo più redditizia della cultura a livello economico, riesce ad essere riconosciuta come settore a sé stante in quanto segue le logiche dell’economia capitalistica moderna, mentre gli effetti economici diretti dell’ambito culturale non sono quantificabili e quindi c’è una difficoltà diffusa, anche all’interno della classe dirigente, a considerare e accettare questo ambito come settore a tutti gli effetti. Vi è una visione obsoleta in merito alla cultura, che deriva da una mancata comprensione del suo ruolo, frutto di una concezione superata ma ancora molto radicata nella mentalità collettiva, che si rifà ad una concezione antiquata di mecenatismo. Se si esce da questa logica si può capire come invece oggi il confine tra la sfera culturale, creativa e non-culturale è complesso e labile, e non è sensato distinguere i settori solo in base alla loro redditività. La cultura infatti è la risorsa più potente di cui ogni territorio dispone per rilanciare la propria identità, ma perché questo avvenga è urgente pensare alla

1. PierLuigi Sacco, Le industrie culturali e creative e l’Italia: una potenzialità inespressa su cui scommettere, IlSole24Ore, p.2

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il ruolo della cultura la cultura nei processi di rigenerazione • cos’è la cultura

cultura in modo nuovo ed efficace, con una maggior capacità di dinamismo e apertura alle sfide contemporanee della globalità, piuttosto che a valori storicamente sedimentati.

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il ruolo della cultura la cultura nei processi di rigenerazione • culture-led urban regeneration

Culture-led urban regeneration

L’enfasi sulla dimensione culturale della rigenerazione del territorio dipende in gran parte dai dibattiti attuali sulla relazione tra cultura, creatività, città ed economia. Nell’ultimo ventennio è diventato chiaro come il successo della rigenerazione urbana sia intrinsecamente legato alla capacità delle città di promuovere la creatività e le risorse culturali che le contraddistinguono. Il ruolo della cultura è diventato determinante nei processi di sviluppo urbano come mezzo efficace per la rigenerazione economica e sociale. “Cultural tools are clearly useful in speeding up the process of individual integration. In cities faced with problems including and integrating sectors of their population, agents of change are enormously valuable, especially when the built infrastructure and the manufacturing economy are in disrepair”2. Nel contesto italiano, così come in quello europeo, tra gli anni Settanta e Ottanta molte città hanno capito che potevano sfruttare il loro patrimonio storicoartistico e i loro tratti culturali locali per far fronte non solo a una prima ondata di regressione economica, ma anche alle conseguenze sociali che ne derivavano, quali disoccupazione, criminalità, degrado ambientale ed emarginazione. Valorizzare il patrimonio era il mezzo più potente per risollevarsi da una situazione stagnante. E’ in questo contesto che è cresciuta la consapevolezza dell’importanza delle città, viste come soggetti, o meglio, come attori sociali3,nel guidare l’innovazione e la crescita economica locale. Per questa ragione si è sentito il bisogno di sviluppare strategie di rinnovamento per la città che fossero guidate da politiche e investimenti culturali. È emerso in quegli anni il concetto di culture-led urban regeneration4, un’espressione con cui, facendo riferimento in gran parte alla letteratura anglosassone, si intende un progetto di rigenerazione urbana e sociale che si fonda sulla cultura intesa in senso lato e che mette in atto politiche e strategie programmatiche volte a promuovere la città e il suo patrimonio culturale, a far emergere il suo potenziale creativo, a valorizzare le

2. Agenda 21 for culture ,UCLG, Culture Action Europe, 2016. “Gli strumeni culturali sono chiaramente utili nell’accelerare i processi di integrazione individuale. Nelle città che hanno a che fare con problemi che includono e interessano vari settori della popolazione, gli agenti di cambiamento acquisiscono un enorme valore, specialmente quando le infrastrutture e l’economia della produzione sono in rovina” 3. Mela, 1996 4. Bianchini, Parkinson, 1993

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il ruolo della cultura la cultura nei processi di rigenerazione • culture-led urban regeneration

risorse locali specifiche e ad attrarre talenti e visitatori. L’obbiettivo è quello di mettere a punto una strategia coerente e coordinata a quella degli altri settori complementari, considerato l’impatto estremamente vario della cultura su un contesto in crisi, al fine di incentivare la coesione sociale, lo sviluppo economico e dare forma alla città attraverso valore e conoscenza, e promuovendo processi di riattivazione. Le politiche culturali a favore della urban regeneration possono essere orientate verso due direzioni, quella del consumo culturale e quella della produzione culturale5. La prima considera la città come bene di consumo e quindi agisce attraverso investimenti e politiche atte alla sua riqualificazione fisica e infrastrutturale, avvalendosi ad esempio dell’architettura firmata. I modelli orientati verso la produzione culturale invece considerano la città come prodotto culturale, per cui gli investimenti vanno a supportare il settore delle industrie creative e le professioni legate alla cultura locale. Nella realtà i limiti sono meno rigidi e oggi vi è sicuramente una mescolanza di entrambe le componenti in tutte le più compiute strategie di rigenerazione urbana e sociale realizzate mediante la cultura.

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5. Silvia Mazzucotelli, Strategie per la promozione dell’identità urbana e grandi eventi, “Tafter Journal”, 2008, p.1


il ruolo della cultura la cultura nei processi di rigenerazione • le città creative

Le città creative

Se il nuovo ruolo della cultura nei processi di sviluppo urbano ha fatto sì che l’aspetto creativo della città diventasse il motore della rigenerazione urbana e dello sviluppo economico-sociale, d’altro canto si sono attivati nuovi meccanismi di competizione tra le varie città basati sull’attrarre investimenti di tipo creativo che tuttavia raramente hanno preso in considerazione i caratteri distintivi locali, usando invece molto spesso formule standardizzate e modelli generici per il riconoscimento delle cosiddette “città creative”, tralasciando l’importanza dello sviluppo dei processi culturali fatti “in quel luogo per quel luogo”6. Il problema di fondo era che il concetto poco chiaro di “città creativa”, che si è andato sviluppando dagli anni Ottanta, cioè appunto da quando la cultura è stata riconosciuta come leva economica e sociale capace di attrarre numeri in termini di talenti e anche di turismo. La prima nozione di città creativa si attribuisce a Bianchini e Landry (1995)7 e mette in luce l’importanza da conferire alle categorie di risorse immateriali come il talento, il sapere locale e la cultura stessa nei processi di rigenerazione urbana; questa definizione è da ricondurre ai processi di sviluppo urbano avvenuti nel Regno Unito negli anni Ottanta e Novanta in cui la creatività veniva considerata come una forma di innovazione per risolvere problematiche di emarginazione sociale e ristagno economico. La definizione di città creativa, fino alla fine degli anni Novanta, risulta inoltre legata all’idea di Capitale Europea della Cultura, progetto europeo nato nel 1985 per promuovere la diversità culturale e l’identità territoriale delle città designate, seguito poi dal progetto UNESCO Creative City Networks (UCCN), con finalità simili ma più orientate verso la creazione di una vera e propria rete tra le cosiddette città creative e culturali. Una delle teorie più conosciute in questo ambito è quella di Florida, del 20028, nota anche come “teoria delle classi creative”, nella quale si riconosce

6, Bailey, 2004 7. Roberta Comunian, Chiara Schiavon, Reti creative: rigenerazione urbana e cultura del territorio nel contesto europeo, p.172, “Annali del dipartimento di metodi e modelli per l’economia, il territorio, la finanza”, 2013 8. ivi, p.173

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il ruolo della cultura la cultura nei processi di rigenerazione • culture-led urban regeneration

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la creatività come spinta necessaria al cambiamento e si attribuisce il successo economico di una città alla presenza di classi creative. Florida sostiene infatti che la popolazione definita “creativa” tende a concentrarsi in luoghi dove sono presenti individui con caratteri affini e che questo possa dotare la città di una ricca infrastruttura culturale e creativa, cosi da attrarre a sé grandi capitali in termini di talento. Tuttavia la teoria presenta una serie di limiti nella sua formulazione, come ad esempio l’accento posto sulle strutture materiali e sugli aspetti meramente economici, che lasciano l’arte e la cultura ai margini di una strategia che alla fine risulta essere pura speculazione. Più aggiornata e interessante è invece la posizione di Bailey (2004) che sottolinea la necessità di un recupero del senso civico e di appartenenza ad un territorio attraverso la rivalutazione delle radici e dei tratti locali, delle tradizioni e delle specificità di un posto, che possono essere la spinta propulsiva per una crescita coerente in termini di sviluppo. L’omogeneizzazione delle politiche e degli investimenti culturali di molte città fa emergere la necessità di cominciare a pensare ad una strategia di sviluppo locale che vada “oltre Florida”, verso il superamento degli schematismi e verso una “sustainable creative city”, cioè una città capace di far crescere e incrementare forme d’arte e cultura radicate in modo organico senza cedere a modelli imitativi che producono paradossalmente esclusione sociale e polarizzazione dualistica. Comprendendo ed accettando l’instabilità del sistema di oggi, si rende necessario stabilire una visione a lungo termine che agisca attraverso politiche e strategie a breve termine e che tragga sostegno non solo dall’ambito economico, ma soprattutto dai contenuti e dalle risorse.


il ruolo della cultura la cultura nei processi di rigenerazione • le città creative

L’approccio relazionale

Nonostante il successo del riconoscimento di creatività e cultura nei processi di urban regeneration, poca attenzione è invece attribuita al ruolo della rete che collega gli attori di diversi contesti locali e le capacità di collaborazione generate dai rapporti tra i nodi creativo-produttivi di un centro urbano. L’importanza di una prospettiva di rete sta nel misurare l’impatto della rigenerazione fisica sul territorio e il ruolo della rete a supporto dell’economia urbana creativa. In questo senso emerge la necessità di cercare di interpretare le città creative attraverso un approccio relazionale, vale a dire prendendo in considerazione una grande varietà di agenti attraverso diversi livelli di interazione, per essere in grado di comprendere meglio lo sviluppo delle connessioni presenti nell’economia della città e le dinamiche che si stabiliscono nel tempo9. L’interesse per un approccio di tipo relazionale trova il suo centro nello studio e nella comprensione dei poli e delle loro peculiarità; prestare attenzione ai singoli nodi è importante in quanto la singola entità può andare a modificare le relazioni che vanno a stabilirsi tra questo e gli altri poli con cui si relaziona, cosa che produce una rete sistemica ed efficace.

9. Crewe, 1996; Balibrea 2001; Bailey 2004

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il ruolo della cultura la cultura nei processi di rigenerazione • le risorse intangibili

Le risorse intangibili

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Gli interventi di urban renewal sono in grado di ridefinire tanto l’ambiente costruito quanto le risorse intangibili che caratterizzano specifiche aree, quartieri o città, al fine di reimpostare o talvolta anche ricostruire gli ecosistemi locali. Vi sono una serie di asset immateriali che regolano la vita sociale, economica e politica, tra queste il senso di appartenenza e d’identità verso un luogo, ma anche la fiducia che una comunità sente verso la sua città. Attualmente la competizione tra territori si basa sulla messa in gioco di queste risorse, come la capacità di attirare e trattenere professionisti creativi, di mettere a disposizione luoghi di interazione che favoriscano il confronto e l’innovazione, di promuovere una percezione positiva della città a livello locale, nazionale e internazionale, di procurare attrezzature e servizi che catturino l’attenzione dei visitatori futuri. In altre parole, quella di oggi è un’economia della conoscenza e dei servizi, che è andata a sostituire l’economia fordista imperante fino agli anni Settanta e che quindi non dipende più dalla conquista e dall’accumulazione di risorse materiali. Le infrastrutture immateriali, oltre ad essere grandi obbiettivi da raggiungere, sono soprattutto strumenti utili per costruire un senso di coesione sociale, che in ultima analisi è il fine ultimo di sviluppo urbano giusto e innovativo. Il rapporto che lega la cultura alla fiducia è un tema che vale la pena approfondire vista l’importanza del ruolo della cultura nelle strategie di rigenerazione urbana e territoriale. Si può dire che la cultura, la conoscenza e la memoria sono alla base della fiducia, un concetto di per sé molto astratto. A sua volta, la cultura può aiutare nel processo di creazione della fiducia attraverso il rafforzamento del senso di identità e lo sviluppo economico, i quali a loro volta agiscono nei processi di integrazione, inclusione sociale e consapevolezza che, come in un sistema circolare, sono fondamentali nel creare un senso di fiducia nella società. E’ chiara quindi la stretta interrelazione tra beni immateriali e materiali, cultura


il ruolo della cultura la cultura nei processi di rigenerazione • le risorse intangibili

ed economia, motivo per cui negli anni recenti alcune città stanno seguendo una doppia strategia nelle loro politiche culturali: da un lato vi è un crescente interesse verso gli asset immateriali, dall’altro, questo interesse ben si incontra con la necessità di molte realtà di rinnovare le proprie infrastrutture materiali, cosa che ha portato a una nutrita serie di interventi di rinnovamento materialeimmateriale10, che hanno avuto anche l’effetto di aumentare la consapevolezza del potere delle strategie economiche guidate dalla cultura.

10. Bianchini & Parkinson, 1993


il ruolo della cultura la cultura nei processi di rigenerazione • il marketing territoriale

Il marketing territoriale

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Negli ultimi anni la promozione del territorio è diventato l’argomento centrale di urban manager, amministrazione e istituzioni. Per promuovere un territorio o una città è innanzitutto necessario costruirne un’immagine chiara e seducente al fine di attirare flussi di persone e di risorse utili allo sviluppo locale. L’elemento chiave alla base della costruzione di un’immagine di successo è la presenza di stimoli culturali e creativi, che quindi sono intrinsecamente legati alla rigenerazione urbana. Il marketing territoriale è uno strumento di promozione del territorio che consiste in un piano strategico per mettere a sistema una molteplicità di fattori atti al funzionamento dell’economia e della vita di un luogo e che ha a monte una visione unitaria delle forze in gioco, degli obbiettivi e dei mezzi da utilizzare. Le strategie di marketing territoriale lavorano su due livelli fondamentali, uno interno ed uno esterno, che si differenziano solo per il tipo di interlocutori a cui parlano. Il marketing territoriale interno ha come obbiettivo quello di incrementare la qualità del territorio, visto come una risorsa, e di soddisfare gli operatori interni, cioè gli imprenditori e i lavoratori, attraverso opportunità di lavoro e di guadagno attraenti e adeguate. Il marketing territoriale esterno, invece, lavora sull’attrattività del territorio e dunque i destinatari della strategia sono i fornitori di beni e servizi, gli investitori, le risorse esterne e le nuove imprese. In una sorta di circolo virtuoso, il marketing territoriale esterno genera l’attrattività del territorio che a sua volta produce un effetto di soddisfazione sui soggetti “interni” con il risultato finale di accrescere il valore del territorio stesso11. Tramite le azioni di marketing territoriale, la città si trasforma nell’oggetto di un continuo processo di “costruzione sociale”12 che ne disegna l’immagine e la reputazione. Abitanti, city users, istituzioni, urban manager, planners, amministrazioni e media sono solo alcuni degli attori che contribuiscono

11. Rossana Vantinno, Il “marketing territoriale”, Il campo della cultura, editoriale n.4, http://www.campodellacultura.it/conoscere/ editoriali/il-marketing-territoriale-2/ 12. Berger, Luckmann, 1969


il ruolo della cultura la cultura nei processi di rigenerazione • il marketing territoriale

ognuno in modo diverso a creare l’immagine percepita della città stessa, in un processo noto come “circuito della cultura” di Hall del 1997, per cui il processo non è né lineare né consequenziale, ma dipende dal modo in cui l’immagine interna - quella prodotta principalmente dagli abitanti e dall’amministrazione cittadina - e l’immagine esterna - quella creata da persone e organizzazioni che non partecipano alla vita quotidiana della città - si mescolano. Il modo in cui il territorio urbano è rappresentato e comunicato influisce sulla sua identità e quindi anche sul suo consumo e utilizzo. L’incontro tra la cultura e il territorio produce un tracciato delle interrelazioni personali che nel tempo si sono svolte e si svolgono in quello spazio.

representation

regulation

consumption

identity

production

Il “circuito della cultura” di Hall, 1997

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verso un’economia della conoscenza


il ruolo della cultura verso un’economia della conoscenza

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il ruolo della cultura verso un’economia della conoscenza • persone, idee, cose

Persone, idee, cose

“Nell’economia del XXI sec. la produzione di contenuti è diventata la vera materia prima che genera valore economico”1. Ma come si fa, nella determinazione del valore di mercato di un prodotto, a scindere tra il valore che risiede nelle componenti fisiche che l’hanno prodotto, da quello nella manodopera che l’ha realizzato e infine da quello nelle informazioni che esso incorpora?2 Con la logica del mercato attuale non si riesce a valutare la componente immateriale data dall’informazione e dai contenuti, di conseguenza diventa sempre più necessario un cambiamento di direzione che sappia adattarsi al progresso tecnologico. Gia negli anni ‘90, l’economista Peter Drucker sosteneva che i vecchi fattori di produzione -terra, lavoro e capitale- fossero diventati secondari rispetto all’informazione3, concetto che è stato poi ampliato dal giornalista David Warsh,che scriveva “[...] Questa elementare classificazione è stata soppiantata da persone, idee e cose [...] il noto principio della scarsità è stato accresciuto dall’importante principio dell’abbondanza”4. I beni di informazione infatti stanno erodendo la capacità del mercato di formare correttamente i prezzi, e ciò è dovuto al fatto che mentre i mercati si basano sulla scarsità, l’informazione è abbondante, esiste anzi in quantità potenzialmente illimitata e questo annulla il suo costo di produzione. Inoltre, come afferma Yochai Benkler, “[…] gli individui possono raggiungere accordi favorevoli interagendo con gli altri in quanto esseri umani e sociali più di quanto non riescano a fare in quanto agenti di mercato che agiscono in base al sistema dei prezzi”5. Il progresso tecnologico porta all’affermazione di meccanismi non di mercato, secondo forme di organizzazione collaborative e volontarie che producono

1. PierLuigi Sacco, Le industrie culturali e creative e l’Italia: una potenzialità inespressa su cui scommettere, IlSole24Ore, p.1 2. Paul Mason, Postcapitalismo. Una guida al nostro futuro, ilSaggiatore, Milano 2016 [I ed. 2015], p.143 3. ivi, p.145 4. David Warsh, La conoscenza e la ricchezza delle nazioni. Una storia dell’indagine economica, Feltrinelli, Milano 2007 5. Yochai Benkler, La ricchezza della rete. La produzione sociale trasforma il mercato e aumenta le libertà, Egea, Milano 2007, p.8

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il ruolo della cultura verso un’economia della conoscenza • persone, idee, cose

forme di economia tra pari in cui il denaro non rappresenta la misura principale del valore del prodotto. L’interazione spontanea di persone che usano nuovi percorsi e forme di organizzazione è resa possibile dalla rete, che ha accelerato il ritmo del cambiamento rendendolo imprevedibile, basti pensare che tra il 2006 e il 2012 la produzione annuale di informazioni da parte dell’umanità si è decuplicata6. La tecnologia dunque non ha solamente evidenziato come le categorie usate finora nel mercato siano ormai inadatte e obsolete, ma ha anche introdotto nuovi modi di lavorare e consumare che mettono in discussione il sistema economico basato sulla legge della domanda e dell’offerta. L’informatica ha ridotto la necessità del lavoro, assottigliato i confini tra lavoro e tempo libero e allentato la relazione tra lavoro e salario, in una logica di lavoro collaborativo basato sulla condivisione e la massimizzazione dell’utilizzo di competenze, servizi, tempo, conoscenze e strumenti di produzione, ovvero di tutti quei beni che nell’economia tradizionale sono spesso sotto-utilizzati7.

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La cooperazione, lo scambio, la creazione di community, l’open-source, le nuove forme di proprietà, prestiti, contratti... sono tutti meccanismi che fanno leva sulla tendenza di fondo degli essere umani alla collaborazione, tornando ai principi che guidavano le prime società, dove baratto e moneta era sostituite dalla fiducia8. Varie forme di economia collaborativa sono nate grazie all’utilizzo di piattaforme digitali e si distinguono tra quelle commerciali, che ripropongono principi non lontani da quelli dei mercati tradizionali, e quelle che nascono dal basso, informali e noprofit. Queste ultime si caratterizzano per il perseguimento di un’idea di valore sociale, culturale e politico che vada oltre la dimensione prettamente economica9. Solamente in queste esperienze extra-mercato emergono tratti di reciprocità e innovazione sociale, proprio perché si basano sulla gratuità, sulla fiducia e sulla reciprocità. Le persone che aderiscono a queste piattaforme infatti sono spinte da una motivazione individuale, ovvero il soddisfacimento del proprio bisogno, ma anche da un’attenzione per la società, dal desiderio di partecipare a qualcosa di collettivo, di contribuire ai bisogni del nucleo sociale di appartenenza10.

6. Paul Mason, Postcapitalismo. Una guida al nostro futuro, ilSaggiatore, Milano 2016 [I ed. 2015], p. 159 7. AA.VV, Dalla sharing economy all’economia collaborativa, a cura di Fondazioni Unipolis, 2015, p. 18 8. David Graeber, Debito. I primi 5000 anni, ilSaggiatore, Milano 2012 9. AA.VV, Dalla sharing economy all’economia collaborativa, a cura di Fondazioni Unipolis, 2015, p. 20 10. ivi, p. 22


il ruolo della cultura verso un’economia della conoscenza • persone, idee, cose

Il nuovo modello collaborativo si concretizza non solo nelle logiche del consumo e della produzione, ma anche in quelle dell’apprendimento e della finanza, fino ad arrivare alle politiche di governance, tanto urbana che all’interno di un’azienda. Promotore di questa nuova economia collaborativa deve essere in primo luogo lo stato, oggi entità economica enorme, che deve porsi come guida verso nuovi meccanismi di governance orizzontali e partecipativi per la creazione di nuove e più forti relazioni tra cittadini, pubblica amministrazione, privati e terzo settore11. Il ruolo dei governi dev’essere quello di guidare e riplasmare i mercati in modo da favorire risultati sostenibili, collaborativi e socialmente equi, coordinare e pianificare le infrastrutture, oggi controllate dalle lobby degli idrocarburi, e attuare programmi per rispondere alle sfide della contemporaneità12. Nuove forme di governo partecipato e autenticamente democratico devono affrontare senza dubbio anche il tema dei beni comuni. Le regole dell’economia capitalista infatti, fondate sulla privatizzazione a favore di pochi di quanto in natura è di tutti, hanno portato a una continua e progressiva privatizzazione dei beni comuni che viene ormai considerata come un dato certo, irreversibile e normale13. I beni comuni al contrario sono un diritto fondamentale di tutti e non devono essere soggetti a logiche di consumo a favore di chi meglio sa trarne profitto. Solo l’attenzione e la comprensione dei beni comuni possono portare a scorgere una realtà diversa fondata sulla soddisfazione dell’essere e non dell’avere, sullo scambio e non sul guadagno, su una produzione di contenuti significativi prima che di un valore economico.

11. AA.VV, Dalla sharing economy all’economia collaborativa, a cura di Fondazioni Unipolis, 2015, p. 17 12. Paul Mason, Postcapitalismo. Una guida al nostro futuro, ilSaggiatore, Milano 2016 [I ed. 2015], pp. 318-319 13. Ugo Mattei, Beni comuni. Un manifesto, Editori Laterza, Bari 2012 [I ed. 2011], p. 49

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il ruolo della cultura verso un’economia della conoscenza • le industrie culturali e creative

Le industrie culturali e creative

Il punto di origine delle catene di valore contemporanee risiede nelle filiere culturali e creative, ma i pregiudizi sull’irrilevanza economica della cultura e la mancata comprensione del ruolo di questo settore fa si che per molti esso continui a occupare l’ultimo posto nella catena del valore anziché il primo14.

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Uno dei motivi principali per cui nascono malintesi sull’impatto economico della cultura è che all’interno della sfera culturale esistono moltissime sotto-sfere diverse, di cui alcune generano direttamente profitto, altre no. Partendo dal sistema a cerchi concentrici elaborato dall’economista David Throsby, si possono individuare quattro sotto-aree diverse a seconda dell’orientamento più o meno industriale e dal peso relativo che i contenuti creativi hanno nella loro catena del valore: • nucleo non industriale - settori ad alta densità di contenuti creativi, ma che per la loro natura non possono essere organizzati industrialmente [arti visive, spettacoli dal vivo, patrimonio storico-artistico] • industrie culturali - settori ad organizzazione industriale che mantengono un’ alta densità di contenuti creativi; sono basati sulla produzione potenzialmente illimitata di copie [musica, cinema, radio-televisione, videogiochi] • industrie creative - hanno un’organizzazione industriale ma la densità dei contenuti creativi è minore perché rispondo anche a imperativi funzionali [architettura, design, comunicazione] • piattaforme digitali di contenuti - presentano un’organizzazione parzialmente industriale ma comprendono anche vaste aree non intermediate dal mercato e che si basano su un’economia di condivisione e scambio volontario.15 Dunque, se da un lato la sfera culturale produce contenuti che hanno come unica finalità quella di essere esperiti e apprezzati in quanto tali, la sfera creativa

14. PierLuigi Sacco, Le industrie culturali e creative e l’Italia: una potenzialità inespressa su cui scommettere, IlSole24Ore, p. 1 15. ivi, pp. 3-4


il ruolo della cultura verso un’economia della conoscenza • le industrie culturali e creartive

applica questi contenuti culturali ad ambiti per cui esistono altre finalità. Se si tiene conto che il flusso di trasferimento dei contenuti dalla sfera culturale a quella creativa definisce un effetto moltiplicatore, la messa a punto di una strategia industriale coerente, sofisticata e coordinata tra settori complementari diventa una necessità.16 Il ruolo che la cultura può giocare nell’economia nazionale di un paese come l’Italia, dove l’identità si basa sul patrimonio storico-artistico a cui non segue però una visione strategica di valorizzazione che si confronti adeguatamente ai cambiamenti in atto nella società contemporanea, deve essere capito in primo luogo dalla classe dirigente che deve farsi promotrice del cambiamento, in quanto “la cultura è la risorsa più potente di cui tuttora disponiamo per rilanciare la nostra identità”17. Dall’analisi dei dati riportati dallo studio promosso da FutureBrand Country Brand Index del 2012, si nota come i paesi in cui la cultura è parte dell’esperienza quotidiana dei residenti come elemento essenziale per la produzione di valore sociale e non solo economico, la qualità della vita è sempre molto elevata, il sistema economico dinamico e gli orientamenti valoriali spiccatamente pro sociali18. In Italia al contrario sebbene quasi ogni governo negli ultimi vent’anni abbia sostenuto una riforma negli ambiti della cultura, della ricerca e dell’istruzione di base, la scelta è sempre ricaduta sui tagli , portando il paese agli ultimi posti di quasi tutte le graduatorie internazionali, causando così danni più che evidenti all’economia della conoscenza. L’azione culturale va interpretata in un senso lontano dalla mera logica consumista, qualunque essa sia; la cultura va intesa al contrario come fatto

16. ivi, p. 4 17. ivi, p. 12

103 •


il ruolo della cultura verso un’economia della conoscenza • le industrie culturali e creative

sociale, atto relazionale e pratica collaborativa e la produzione culturale non deve essere vista solo in funzione economica ma al contrario coinvolgere le sfere della cittadinanza e della partecipazione19.

• 104

18. ivi, pp. 11,12 19. Marco Liberatore, Bertram Niessen, La cultura in trasformazione. L’innovazione e i suoi processi, a cura di cheFare, minimum fax, Milano 2016


il ruolo della cultura verso un’economia della conoscenza • le industrie culturali e creartive

105 •


• 106


DNA mapping


• 108


societĂ


DNA mapping società

• 110


DNA mapping società • popolazione

Popolazione

Pavia è un comune italiano di 72.636 abitanti, capoluogo dell’omonima provincia in Lombardia. La provincia pavese è costituita da 188 piccoli comuni che gravitano attorno ai principali centri: Vigevano, Voghera e Pavia. Il trend della popolazione ha registrato una tendenza di crescita a partire dal nuovo millennio dopo secoli di forte regresso, con un particolare aumento del tasso di femminilizzazione. La popolazione della provincia pavese, e in particolare del centro di Pavia, è caratterizzata da una struttura regressiva , con una percentuale di popolazione anziana pari al 20% dell’intera popolazione. 111 •


DNA mapping overview • popolazione

Provincia di Pavia 2965 kmq 548.722 abitanti 188 comuni

Vigevano 63.459 ab

Pavia 72.576 ab

• 112

Voghera 39.400 ab


DNA mapping overview • popolazione

Popolazione dati Istat 2015

popolazione pavia capoluogo

fasce di età pavia capoluogo 25,7%

>65

548.722

63,5% 10,9%

15-64

popolazione pavia provincia

fasce di età pavia provincia

72.636

0-14

23,6%

>65

63,8% 12,6%

15-64 0-14

113 • / +0,7% 2014

/ 1/5 pop. anziani / 187% indice di vecchiaia / struttura regressiva

Decentramento demografico

la popolazione pavese tende a vivere fiori dal centro storico o a lasciare la città per trasferirsi in centri più attrattivi


DNA mapping società • qualità della vita

• 114


DNA mapping società • qualità della vita

Qualità della vita

Nella classifica annuale sulla vivibilità delle province italiane redatta dal Sole24Ore, Pavia presenta un trend decrescente con decifit evidenti nei settori del lavoro, tempo libero e tenore di vita. Nel 2016 si posiziona 74° su 110.

65°

2014

70°

2015

74°

2016

Un miglioramento si è registrato invece nella qualità ambientale, secondo gli studi redatti da Legambiente nell’ambito del rapporto annuale Ecosistema Urbano2016, dove Pavia si posiziona 43° su 104.

58°

2014

63°

2015

43°

2016

115 •


DNA mapping società • qualità della vita

Classifica di vivibilità delle pronvice italiane Sole24Ore • 2016

posizione

74

affari lavoro innovazione •65

su 108

2015 posizione 70

0 100

posizione

reddito risparmio consumi •55

ambiente servizi welfare •63

200

demografia famiglia integrazione •57 giustizia sicurezza reati •85 cultura tempo libero partecipazione •82

300

900

40

800

0

700

500

600

• 116

reddito risparmi consumi - pil pro capite -2015 21.195€ - pensione media mensile -2015 892€ - depositi bancari pro capite -2015 20.174€ - patrimonio immob. residenziale 47.452€ pro capite -2015 -positivo - canoni locazione mese -media 2016 -negativo 760€ - spesa beni durevoli per famiglia 2.494€ -media 2015

demografia famiglia integrazione - densità -2015 185 ab/kmq - tasso natalità per 1000ab -2015 7,7 - indice vecchiaia -2015 190 - saldo migratorio interno per 1000ab -2015 1,6 - separazioni ogni 10.000 coniugati -2015 43 - laureati ogni 1000 giovani 25/30 anni -2015 71 - acquisizioni di cittadinanza ogni 100 stranieri 4,8 -2015

affari lavoro innovazione - imprese registrate per 100ab -ottobre 2016 - tasso di occupazione tot -media 2015 - tasso di disoccupazione giovani 15-24anni -media 2015 - rapporto impieghi/depositi -2015 - export in % su Pil -2015 - start up innovative ogni 1000 imprese -ottobre 2016 - domande brevetti ogni 1000ab -1989-2016

ambiente servizi welfare 8,8 66 36 1,1 31 0,7 0,6

giustizia sicurezza reati - indice rotazione contenzioso -2015 - quota cause pendenti su tot pendenti -2015 - scippi e borseggi ogni 100mila ab -2015 - furti in casa ogni 100mila ab -2015 - furti auto ogni 100mila ab -2015 - rapine ogni 100mila ab -2015 - truffe e frodi informatiche ogni 100mila ab -2015

- imprese registrate per 100ab -ottobre 2016 - tasso di occupazione tot -media 2015 - tasso di disoccupazione giovani 15-24anni -media 2015 - rapporto impieghi/depositi -2015 - export in % su Pil -2015 - start up innovative ogni 1000 imprese -ottobre 2016 - domande brevetti ogni 1000ab -1989-2016

54 22 7 13 51€ 98% 30

cultura tempo libero partecipazione 1,4 20 215 613 112 48 197

- librerie ogni 100mila ab -ottobre 2016 - sale cinematografiche ogni 100mila ab -ottobre 2016 - ingressi a spettacoli ogni 1000ab -2015 - ristoranti bar x 100mila ab -ottobre 2016 - spesa tot turisti stranieri -2015 - numero Onlus iscritte Agenzia Entrate x 100mila ab -2015 - indice sportività -2016

5,1 2 2.944 614 69mil € 98% 33 342


DNA mapping società • qualità della vita

Valore aggiunto

misura quantitativa ricchezza prodotta Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Pavia su dati StockView-Infocamere 2015

v.a. a prezzi base e concor renti procapite in euro 35.000 30.000 25.000 20.000

pavia

italia

2015

2013

2011

2009

2007

2005

2003

2001

15.000

lombardia

• italia decrescita • incapacità reazione a crisi globale • reddito debole discesa

• pavia +1,6% timido rilancio attività economica • parcellizzazione territorio piccole imprese

• Il valore aggiunto del sistema delle imprese fornisce una misura quantitativa della ricchezza prodotta. L’analisi del valore aggiunto consente un’analisi del tessuto produttivo del territorio, attraverso la misura del contributo dei singoli settori alla produzione della ricchezza. I dati registrati a Pavia nel 2015 sono un primo accenno a un rilancio della vitalità economica locale.

117 •


• 118


economia


DNA mapping economia

• 120


DNA mapping economia • tessuto produttivo

Tessuto produttivo

La provincia di Pavia si pone a livello economico e produttivo nella media delle città di piccole dimensioni italiane. Sebbene il 2015 dovesse essere l’anno della ripresa dell’economia globale, la realtà dei fatti mette in luce ancora numerosi fattori che ne hanno frenato il rilancio mettendo in luce sempre più le criticità vecchie e nuove di questo modello di economia. Le cessazioni rimangono superiori alle nuove iscrizioni, mentre si registra un andamento positivo per le imprese straniere, extracomunitarie e femminili. L’alto tasso di disoccupazione giovanile e l’elevato numero di cessazioni delle imprese giovanili-under35 sono alla base del fenomeno del decentramento. 121 •


DNA mapping economia • tessuto produttivo

Bilancio settoriale

Demografia imprese

Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Pavia su dati StockView-Infocamere 2015

14,3% 32,1%

composizione 11,5% imprese 2015

Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Pavia su dati Infocamere 2015

agricoltura industria costruzioni commercio altri servizi

12%

4%

36% distribuzione 13% imprese cessate 2015 12%

18,6% 23,6%

>26 anni 21-25 anni 16-20 anni 11-15 anni 6-10 anni <5 anni

23%

• -117 imprese al dettaglio

• cessazioni 12,4% • aperture 6% • staticità

• settore terziario competitivo

andamento tasso di crescita tessuto imprenditoriale • 122

2,50% 2,00% 1,50% 1,00% 0,50% 0,00% -0,50% -1,00% 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 pavia

lombardia

italia

• Il bilancio settoriale mostra il forte orientamento al settore terziario della provincia pavese, che comprende quasi 1/3 delle imprese presenti sul territorio •L’analisi condotta sulla iscrizioni e cessazioni delle imprese ubicate nella provincia di Pavia mostra, nel 2015, un territorio ancora alle prese con le conseguenze della crisi. Il numero di imprese cessate infatti supera quello delle nuove aperture generando un tasso di crescita pari al -0,12%.


DNA mapping economia • tessuto produttivo

Imprese straniere e extracomunitarie

Imprese artigiane

Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Pavia su dati StockView 2015

Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Pavia su dati StockView-Infocamere 2015

tasso di crescita 0,00% -0,50%

30%

imprenditori comunitari

70%

imprenditori extra-comunitari maggioranza 30-49 anni

-1,00% -1,50% -2,00%

imprenditori extracomunitari a pavia

-2,50%

5000

-3,00% 2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

4000 3000 2000 1000 0 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

• mortalità alta 7,5%

• calo post-crisi 2009 • crisi edilizia • tasso sviluppo negativo • tasso natalità dimezzato • tasso mortalità 9% • tasso crescita 0,9%

• artigianato 30%, 14666 imprese • ditte artigianato individuali 83% • imprese edili 46%

123 •

• 10% tessuto imprenditoriale pavese • +733 unità (2011-2015) • controbilanciamento perdite di bilancio • natalità alta 11,7% • giovane età

cittadini stranieri pavia capoluogo

cittadini stranieri pavia provincia

7,5%

stranieri

8,7%

stranieri

92,5%

italiani

91,3%

italiani

• cittadini stranieri + 1,2% 2014

• cittadini stranieri + 2,4% 2014 + 373% 2001

• In provincia di Pavia, a fine 2015, la consistenza del comparto dell’artigianato conta 14.666 unità, pari a circa il 30% del totale delle imprese avente sedi sul territorio, confermando la forte connotazione artigiana del tessuto imprenditoriale pavese. •I cittadini extracomunitari con cariche all’interno di imprese registrate in provincia di Pavia sono in aumento e, sebbene il loro numero costituisca una modesta porzione del totale delle imprese, la loro elevata fertilità contribuisce positivamente e costantemente alla crescita del tessuto economico pavese


DNA mapping economia • tessuto produttivo

Imprese femminili

Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Pavia su dati StockView-Infocamere 2015

8%

4%

3%

11% settore attività 2015

32%

servizi commercio agricoltura ristorazione industria

stato sociale popolazione pavese 2015 3000

2000

costruzioni

15% 27%

altre imprese

1000

0 / > 50 anni

/ 21,5% imprese tot. / ditte individuali 70% / imprese femminili straniere 6,6% (14,8% Romania)

M-F

M-F

M-F

M-F

M-F

M-F

M-F

M-F

M-F

M-F

15-19

20-24

25-29

30-34

35-39

40-44

45-49

50-54

55-59

60-64

celibe/nubile

coniugati/e

popolazione pavia capoluogo

divorziati/e

popolazione pavia provincia

• 124 53%

52%

47%

48%

• La provincia di Pavia si caratterizza per un alto tasso di femminilizzazione, con un numero di imprese guidate da donne che alla fine del 2015 ammonta a 10.443 unità, pari al 21,5% dell’intera popolazione di imprese del territorio. L’aumento del tasso di femminilizzazione, il cambiamento del modello familiare tradizionale e la presenza elevata di imprese “rosa” indicano una società con nuovi bisogni a cui devono corrispondere servizi adeguati.

vedovi/e


DNA mapping economia • tessuto produttivo

Imprese giovanili • under35 Rapporto Economia Provinciale 2015

Infrastrutture

Rapporto Economia Provinciale 2015

• cessazione 9,2%

• carenza infrastrutture trasporto merci e persone • manutenzione difficile - pericolosità

• 10% tessuto imprenditoriale pavese • nuove iscrizioni 30% • ditte individuali 78% • tasso natalità 17,7% • imprese giovanili femminili straniere extra EU

• infrastrutture sociali/culturali (università, sanità) • infrastrutture energetico-ambientali

• incentivazione lavoro autonomo giovanile • elemento propulsore sistema produttivo

• sviluppo reti viarie + ferroviarie + ciclopedonale navigazione e ponti • mobilità sostenibile • logistica territoriale - interconnessione poli logistici - esportazione • nuova imprenditorialità

125 •

• A Pavia nel 2015 un’impresa su dieci è guidata da giovani con meno di 35 anni d’età, una percentuale di poco inferiore a quella nazionale e tra le più alte in Lombardia. La natalità di queste imprese è molto alta seguita però dalla scarsa probabilità di sopravvivenza.


DNA mapping economia • tessuto produttivo

Commercio con l’estero Dati Istat 2015

interscambi tecnologia export

variazione % esportazioni in lombardia 2014-2015

• internazionalizzazione poca attitudine • apertura ai mercati esteri in calo

monza brianza lodi lecco mantova cremona pavia brescia bergamo milano sondrio como varese

• competitività • superiore a lombardia e italia

-15,00

-10,00

-5,00

0,00

5,00

10,00

• trend discendente ultimi 25 anni • controtendenza rispetto a Italia e Lombardia

4% 6%

esportazioni per settori 15% 2015

41%

metalmeccanica elettronica chimica gomma plastica alimentare sistema moda altre industrie legno carta

450 400 350 300 250 200 150

33%

100 50

7%

29% importazioni per settori 2015 1% 1% 1%

38%

23%

alimentare chimica gomma plastica altre industrie sistema moda agricoltura

belgio

paesi bassi

grecia

spagna

stati uniti

austria

svizzera

regno unito

francia

0 germania

• 126

mln

primi dieci paesi esportazioni provincia pavese 1%

• poco import > solo da UE • poco export > solo verso UE - calo settore farmaceutico • ultimo posto in Lombardia

legno carta metalmeccanica elettronica

• -50% settore chimico (acquisti medicinali) • -23% altre industrie • 55% in UE

• Il commercio con l’estero della Provincia di Pavia chiude i conti in negativo nell’anno 2015. Pavia pare in controtendenza rispetto all’intera Regione Lombardia e al contesto nazionale, sia sul versante dell’export che su quello dell’import; infatti in entrambi i casi le variazioni percentuali di Lombardia e Italia sono positive.


DNA mapping economia • tessuto produttivo

Agricoltura

Dati Eurostat - Istat 2014

rapporto popolazione/sup agricola (ab/100ha) lombardia italia - nord italia UE 0

200 2013

400

600

800

1000

1200

2010

• biologico + richiesta - offerta

• 6,8% imprese attive su tot. lombardia • +18,96% incidenza aziende agricole pavesi su totale regionale • agricoltura biologica 20,4% • grande distribuzione in crescita • expo2015 redditività settore agricolo italiano

riso • + 7800ha 2014 • + 4,5% sup 2014 • + 7% produzione 2014 • riso scotti

vino • + 13% produzione 2014 • 18% produzione mondiale italiana • oltrepo pavese

127 •

• Nonostante un lieve calo nel numero delle imprese agricole registrate, il sistema agroalimentare lombardo rimane il più importante a livello italiano e uno dei più rilevanti nel contesto europeo nonostante le sue componenti abbiano risento della crisi economica globale. Nella provincia pavese il rapporto tra popolazione residente e superficie agricola mostra un valore molto elevato e in aumento rispetto al 2010, decisamente superiore al corrispondente dato nazionale e a quello comunitario.


DNA mapping economia • tessuto produttivo

Filiera salute Pavia2020

DATABASE ULISSE

N. IMPRESE

industria farmaceutica

11

industria cosmesi e benessere

14

tecnilogie meicali e disposables

28

tecnilogie - ambito benessere

1

tecnilogie e dispositivi medicali

11

packaging ambito sanitario

4

TOTALE

69

• tessuto industriale salute debole • interconnessione salute-ricerca scarsa

• 7/18 dipartimenti universitari su ricerca medica

• 128

• 7 su 18 dipartimenti dell’Università di Pavia sono dedicati alla ricerca medica. Inoltre, l’attività commerciale legata al settore salute è piuttosto sviluppata. La Provincia di Pavia è prima in Lombardia per numero sia di Farmacie che di Parafarmacie ogni mille abitanti.


DNA mapping economia • tessuto produttivo

Filiere creative e culturali Pavia2020

0 libri / stampa

4% lombardia - 0,8% italia

film / video / radio / tv

5% 10%

298 45

37

8 videogiochi / software design e produzione di stile 1794 performing arts / arti visive 158 patrimonio storico-artistico 229

428 artigianato artistico 22 teatri - 22 compagnie teatrali 4,3% lombardia

15%

20%

75%

25%

70%

30%

65%

35%

40%

60% 55%

50%

• 2,8% occupati lombardia - 0,6% occupati italia • branding debole - no genius loci - no capacità progettuale trasversale • pratimonio storico-artistico e paesaggistico valorizzazione inadeguata inadeguato utilizzo delle tecnologie digitali --> fruizione dei contenuti arretrata • contenuti privi di story-telling del territorio • spazi di condivisione e incontro carenti • ricettività debole • patrimonio storico-artistico e paesaggistico

• potenziamento branding territoriale - genius loci - artigianato ricettività • integrazione cultura + tessuto produttivo + altre filiere

45%

129 •

• Gli occupati delle industrie creative e culturali a Pavia sono ancora una percentuale molto bassa così come il valore aggiunto del sistema produttivo privato delle industrie creative e culturali. Nonostante la presenza di un inestimabile patrimonio storico-artistico e di bellezze paesaggistiche, manca un brand forte, un genius loci che identifichi le industrie culturali e creative della provincia di Pavia,


DNA mapping economia • tessuto produttivo

IT e innovazione Pavia2020

• tecnologie medicali, big data, web, microelettronica • 3d printing, fab lab, ricerca • 25 imprese start-up • 24 spin-off accademici (Life Science, IT, microelettronica) • 2 poli tecnologici • 3 incubatori d’impresa • 3 laboratori 3d printing • 6 coworking

• infrastrutture mancanza strutture ricettive e spazi congressi no collegamenti logistici con poli strategici limitrofi • cultura imprenditoriale arretrata • capitali pubblici e privati difficili da attirare

Advanced manufacturing Pavia2020

• attività che integrano processi produttivi con tecnologie avanzate, innovative, cutting-edge per migliorare i processi e i prodotti • ca 100 attività

• cultura 4.0 non conosciuta da medie e piccle imprese • leadership forte e centrale inesistente

• università

• contaminazione e innovazione imprese • connessione innovazione + attori e facilities esterni • tecnologie e modelli business competitivi • attrattività

• sviluppo cultura advanced manufacturing tecnologie ad hoc nuovi modelli business tecnologie avanzate trasversali a varie filiere

• 130

• Fra le imprese più giovani e innovative, gli ambiti principali di attività riguardano soprattutto le tecnologie medicali, i big data, i motori di ricerca sul web e microelettronica. Manca ancora però una visione di insieme che integri questi nuovi campi con le vecchie imprese.


DNA mapping economia • tessuto produttivo

Mercato del lavoro

% disoccupazione 2015 50,00 40,00 30,00

• livello istruzione professionale/medie 42% diploma 36% laurea 22% • provenienza immigrati +132% (2006-2015) >> difficoltà a assorbire espansione pop. straniera

20,00 10,00 0,00

occupati

Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Pavia su dati Istat

MF MF MF 15-24 25-34 +35

variazione % occupati per cittadinanza 2015 50% 40% 30% 20%

• discrepanze lombardia e italia (2015 lieve miglioramento) • disoccupazione +10% • tasso disoccupazione 7,6% +0,6% (2014/2015)

10% 0% -10% -20%

• occupazione lieve incremento • offerta lavoro potenziamento • tasso attività provinciale 71% • occupati 65,5% +0,3% 2014 • maschi 78%

2006

2008

2010

2012

stranieri

2014

italiani

• tipo di lavoro autonomo +0,2% dipendente +0,3% >> decelerazione

131 •

• settore di attività + servizi, industria, agricoltura - settore edile (-15%) agricoltura, silvicoltura e pesca industria costruzioni commercio, alberghi e ristoranti altri servizi

5% 22% distribuzione 50% occupati 6% 2015

17%

• età over55 +7% giovanissimi -3,2% >> no turnover lavoratori pensione

• genere maschi +1,8% femmine -1,5% >> divario occupazionale tasso di occupazione: divario di genere in punti percentuali 2015 25 20 15

pavia

milano

varese

monza

lombardia

lodi

cremona

italia

bergamo

como

lecco

mantova

brescia

10 sondrio

• L’analisi del mercato del lavoro in provincia di Pavia mette in evidenza alcune discrepanze tra le dinamiche di questa realtà territoriale e quelle rilevate nel più ampio contesto nazionale e regionale: mentre i livelli occupazionali mostrano una sostanziale tenuta, per lo più attribuibile al prolungamento della permanenza sul mercato del lavoro degli over 55, a causa del posticipo dell’età di pensionamento, continua a destare preoccupazione l’elevato numero di disoccupati presenti sul territorio rispetto ai livelli pre-crisi, in ulteriore incremento nel 2015.


• 132


risorse


DNA mapping risorse

• 134


DNA mapping risorse • patrimonio storico-artistico

Patrimonio storico-artistico

Il centro storico di Pavia è costellato da un grande numero di monumenti e testimonianze della sua ricca storia passata; nel territorio pavese sono presenti elementi di rilievo per la cultura lombarda, nazionale e internazionale, molte delle quali risalgono a quando Pavia venne designata Capitale del Regno Longobardo, nel 6 sec d.C., quando portava il nome di Papia1. Il nucleo originario della città, che si chiamava Ticinum, è di fondazione romana con la tipica pianta del castrum, di cui oggi rimane il chiaro impianto del tessuto urbano, organizzato attorno a Corso di Strada Nuova e Corso Cavour che poi diventa Corso Mazzini, in passato rispettivamente cardo e decumano. Anche la sua matericità comunica una storia lunga e antica, percepibile passeggiando tra le vie del centro. Delle mura di fortificazione oggi rimangono solo alcune parti sulla circonvallazione della città, in quanto verso la fine dell’Ottocento vennero abbattute per fare spazio alla realizzazione di viali e giardini pubblici. Il patrimonio storico è rappresentato in larga parte da chiese, tra cui le principali sono il Duomo di Pavia, Basilica di San Michele Maggiore, Chiesa di Santa Maria del Carmine e San Pietro in Ciel d’Oro, dove sono conservate le reliquie di Sant’Agostino e che Dante nomina nella Divina Commedia2. L’architettura civile è costituita da palazzi, dalla Piazza Vittoria, fulcro cittadino, dalla Cupola Arnaboldi e da diversi ponti che sottolineano il rapporto della città con l’acqua. Infine le torri e il Castello Visconteo appartengono a quell’architettura militare che ha caratterizzato la città nei suoi anni di splendore.

1. Il toponimo Papia, da cui deriva il nome moderno della città, deriva verosimilmente da un nome di gens romana, forse Papilia, e vorrebbe dunque dire “terra della gens Papilia”. 2. Dante Alighieri nel X canto del Paradiso vv.127-129 della Divina Commedia, scrive: Lo corpo ond’ella fu cacciata giace / giuso in Ciel d’Auro, ed essa da martiro / e da essilio venne in questa pace. Si riferisce all’anima di Severino Boezio, un Romano consigliere del re ostrogoto Teodorico, fatto da questi giustiziare sotto l’accusa di tradimento. Anche il corpo di Severino Boezio è conservato infatti nella Basilica.

135 •


DNA mapping risorse

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DNA mapping risorse • patrimonio storico-artistico

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cripta di sant’eusebio / monastero di san felice / chiesa di santa maria di canepanova / chiesa di san giovanni domnarum / biblioteca del seminario vescovile / monastero della pusterla / diocesi di pavia / chiostro di santa maria alle caccie / orto botanico / regisole / duomo / torre civica / san michele / piazza della vittoria / palazzo del broletto / ponte coperto / chiesa s.s. gervasio e protasio martiri / torri medievali / ex monastero san maiolo / ex chiesa di san colombano maggiore / parrocchia san pietro apostolo / campanile via siro comi / chiesa di san giorgi montefalcone / santa maria gualtieri / basilica di san pietro in ciel d’oro / san teodoro / ss. primo feliciano / parrocchia santa maria in betlemme / parrocchia san lanfranco / san salvatore / san iazzaro / porta nuova / porta calcinara / parrocchia san francesco d’assisi / san francesco maggiore / ex chiesa san tommaso / cupola arnaboldi / casa rossa / casa folperti / casa degli eustachi / collegio castiglione brugnatelli / palazzo belcredi / palazzo beccaria / casa del foscolo palazzo cornazzani / santa chiara delle clarisse / torre bottigella / palazzo carminali bottigella / palazzo bottigella gandini / palazzo langosco / palazzo cavagna / collegio borromeo / collegio ghislieri / palazzo vescovile / chiesa di san luca / san nicolò della moneta / santa maria delle grazie / chiesa dei santi giacomo e filippo / san giuseppe / san francesco da paola / palazzo dei crociferi / certosina santa maria di ognissanti / palazzo mezzabarba / oratorio ss quirico e giuditta / palazzo bellingeri / palazzo bellisomi / palazzo corti / palazzo giorgi / oratorio perusati / oratorio di cascina sala / palazzo del maino / teatro fraschini / palazzo gambarana / convento san tommaso / collegio cairoli / palazzo brambilla / palazzo malaspina / palazzo di corso giuseppe mazzini 12 / porta san vito / sala dell’annunciata / pinacoteca civica malaspina / castello visconteo / cimitero monumentale / palazzo botta adorno / casa dellera / casa di via cesare beccaria 22 / casa milani / palazzo devoti / certosa di pavia


DNA mapping risorse • università

• 138


DNA mapping risorse • università

Università

Pavia rappresenta un centro culturale e scientifico a livello nazionale e internazionale, con una delle Università più antiche di Europa, risalente all’epoca medievale. L’Università costituisce un fulcro attivo e pulsante della vita cittadina e gli studenti, la maggior parte dei quali non risiede a Pavia, rappresentano una grande parte dei city users temporanei della città. L’architettura universitaria è in parte di nuova costruzione, quella che si trova fuori dal centro cittadino, e in larga parte di antica realizzazione e grande valore storico-artistico, oltre che notevole bellezza. Ne fanno parte non solo le sedi universitarie vere e proprie, ma anche i numerosi collegi universitari di origine storica che sostengono economicamente i migliori studenti e che, divisi in Ordini goliardici, mantengono vivo il tradizionale spirito delle comunità studentesche.

139 •


DNA mapping risorse • università

• 140


DNA mapping risorse • università

141 •

residenti

72.689

25.000

studenti universitari

• 1200 studenti stranieri • 300 studenti erasmus

6%

non frequentanti

44% 19%

pendolari giornalieri pendolari settimanali

24% 7%

fuori sede residenti


DNA mapping risorse • patrimonio ambientale

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DNA mapping risorse • patrimonio ambientale

Patrimonio ambientale

Pavia si trova in un territorio quasi completamente pianeggiante caratterizzato dalla presenza di numerosi corsi e specchi d’acqua, il più importante dei quali è ovviamente il fiume Ticino che caratterizza l’impanto della città di origine romana. Appena fuori dal centro di Pavia ci si immerge in un paesaggio naturale dal forte impatto visivo e estetico costituito principalmente dalle risaie, fonte importante per l’economia della provincia, insieme alla viticoltura e alla cerealicoltura. Inoltre Pavia è una delle tappe importanti sulla via Francigena, cammino di pellegrinaggio dalla Francia verso Roma.

143 •


DNA mapping risorse • patrimonio ambientale

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DNA mapping risorse • patrimonio ambientale

145 •

aree boschive

parchi

campi coltivati

ticino e specchi d’acqua

lungo fiume


DNA mapping risorse • ambiente e turismo

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DNA mapping risorse • ambiente e turismo

Ambiente e turismo

La provincia di Pavia, nonostante abbia varietĂ di paesaggi, patrimoni artisticoculturali e pregiate tipicitĂ enogastronomiche, fatica ad inviduare una visione del territorio che sappia utilizzare in maniera efficace la leva turistica come fattore di sviluppo economico e sociale.

147 •


DNA mapping risorse • ambiente e turismo

• 148


nav pa iglio ves e

agog na

DNA mapping risorse • ambiente e turismo

Parco Agricolo Sud Milano

ticino

via Francigena

ses

Vigevano

co.ri.so

ia

Castello Sforzesco

Castello Landriano

Piazza Ducale

riso Gallo Castello Boschi Motta

riseria Cusano

Castello Baccaria Litta

Parco del Ticino

Certosa di Pavia

castello di Bereguardo

Castello Lardirago

Garzaia Carola itinerario

Castello Mirabello Parco della Vernarola

LOMELLINA Riserva statale riso Beretta Siro Negri

Castello DuomoVisconteo Piazza della Vittoria di Pavia

Contiriso

Po

PAVESE

riso ScottiPavia

Castello di Scaldasole

chiesa dei Templari

castello di Belgioioso

riso Flora Castello Valle Lomellina

area attrezzata noleggio bici

Parco fluviale Po

Castello di Lomello Castello San Giuliani

Castello di Chignolo Po

itinerario

area attrezzata noleggio bici

Castello Galliavola

Riseria Cortegrande

Castello di Frascarolo

castello di Inverno

castello di San Zenone al Po

Castello di Pinarolo Po

Castello di Argine

Castello Pieve del Cairo

cantina Giorgi

cantina Ca’ del Santo tartufi

Voghera

Riserva naturale confluenza del Tanaro

Ciclovia del Po [ E1 ]

cantina Bruno Verdi

OLTREPO

Castello di Cigognola

Castello di Montalto cantina Anteo

cantina Le Fracce Castello Montebello della Battaglia

cantina Ca’ di Frara

Castello Visconteo

ta na ro

cantina Travaglino

Castello Montesegale

VALLI E DORSALI

Lago di Castello Montù Berchielli Trebecco

Castello di Verde

Castello di Ornamala

Castello dal Verme

tartufi

Castello Varzi Torre dei Malaspina salame di Riserva naturale Varzi Monte Alpe

Giardino alpino Pietra Corva

tartufi

149 • Appennino Ligure

turismo culturale

turismo enogastronomico

turismo ambientale

cicloturismo

lodi

monza-brianza

lecco

mantova

cremona

brescia

35,30% pavia

milano

bergamo

como

sondrio

varese

141% lombardia

lodi

monza-brianza

lecco

mantova

cremona

20,24% pavia

brescia

milano

bergamo

como

sondrio

4,00 3,50 3,00 2,50 2,00 1,50 1,00 0,50 0,00

varese

0,80 0,70 0,60 0,50 0,40 0,30 0,20 0,10 0,00

49% italia

indice di concentrazione turistica nelle province lombarde, in Lombardia • dati Istat 2014

52% lomabrdia

indice di internazionalizzazione turistica nelle province lombarde, in Lombardia e in Italia • dati Istat 2014


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cultura


DNA mapping cultura • luoghi e promotori

• 152


DNA mapping cultura • luoghi e promotori

Luoghi e promotori

A Pavia l’offerta culturale è controllata per la maggior parte dalle istituzioni. I luoghi in cui la cultura viene proposta sono principalmente musei istituzionali, scuole e collegi e anche le associazioni del terzo settore si trovano costrette a chiedere ospitalità in questi luoghi per mancanza di spazio proprio. Anche i promotori, nonostante la presenza sul territorio di un grandissimo numero di associazioni no profit, si riducono di fatto ad essere quelli istituzionali. Tutto ciò comporta la creazione di un’offerta culturale limitata, stantia, che non si innova ma al contrario si ripete in quei canali e secondo quegli schemi ormai conosciuti da anni, senza nessuna apertura nei confronti di innovazione, novità e partecipazione. 153 •


DNA mapping cultura • luoghi e promotori

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castello visconteo / scuderie / santa maria gualtieri / broletto / orto botanico / collegio ghislieri / collegio don bosco / collegio borromeo / collegio nuovo / collegio golgi / università / musei civici / museo per la storia dell’università / museo di storia naturale / museo della tecnica elettrica / museo di mineralogia / palazzo esposizioni / osteria letteraria sottovento / associazione culturale il mondo di tels / circolo culturale sardo / circolo culturale grassi / associazione fotografica città giardino / aps fossarmato / centro interculturale la mongolfiera / biblioteca paternicò e prini / teatro cesare volta / teatro fraschini / teatro fo / cinema politeama, consevatorio vittadini


DNA mapping cultura • luoghi e promotori

PROMOTORI presenza sul territorio

LUOGHI presenza sul territorio

pubblici 25% istituzionali 50%

non istituzionali 50%

no profit 75%

LUOGHI utilizzo reale

istituzionali 70%

PROMOTORI offerta reale

no profit 75%

non istituzionali 30% pubblici 25%

monumenti 50 40 30

teatri

20

scuole

10

centri culturali

musei

castello visconteo / scuderie / santa maria gualtieri / broletto / orto botanico / collegio ghislieri / collegio don bosco / collegio borromeo / collegio golgi / collegio nuovo / università / musei civici / museo per la storia dell’università / museo di storia naturale / museo della tecnica elettrica / museo di mineralogia / palazzo esposizioni / teatro cesare volta / teatro fraschini / teatro fo / cinema politeama / consevatorio vittadini / associazione ghislieri musica / associazione pavia città internazionale dei saperi / claps spettacolo dal vivo / compagnia della corte / associazione babele / cooperativa oltre confine / centro interculturale la mongolfiera / osteria letteraria sottovento / biblioteca paternicò e prini / aps fossarmato / aps on-off / pavia in serie a / amici dell’orto botanico / amici dei boschi / associazione culturale il mondo di tels / circolo culturale sardo lugudoro / circolo culturale grassi / associazione culturale teatro capsoni / associazione andromeda / centro culturale noi e pavia / associazione culturale biquadro / associazione pavese amici dell’arte / associazione amici dei musei pavesi / associazione libera arti visive / associazione fotografica città giardino / arca associazione ricreativa culturale assistenziale dipendenti enel / centro servizi volontariato / atelier città / conversazioni artistiche / fendinebbia

155 •


DNA mapping cultura • eventi 2016

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DNA mapping cultura • eventi 2016

Eventi 2016

Gli eventi culturali proposti nel 2016 a Pavia vedono una grande maggioranza di eventi tradizionali, quali le mostre proposte ai musei del Castello Sforzesco, seminari sponsorizzati e ospitati dai numerosi collegi presenti nel centro storico della cittĂ ... La programmazione culturale inoltre si ferma quasi totalmente nei mesi di gennaio e agosto, senza tener conto dei periodi di maggior affluenza turistica.

157 •


DNA mapping cultura • eventi 2016

tipologia 0

5% 10%

festival mostre seminari iniziative concorsi

15% 20% 25%

75%

25%

50%

• 158

discipline 0

75%

arte e architettura scienza musica sensibilizzazione enogastronomia religione attivitĂ ludica

50%

5% 10% 15% 20% 25%


DNA mapping cultura • eventi 2016

gen

dic

f es

feb

al tiv

e str mo

nov

mar

ie inar sem

rassegne

ziat ini

ive

co con rsi

ott

apr

sett

mag

ago

lug

giu

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DNA mapping cultura • eventi 2016

festival

festival di natale festival dei diritti week end di fine estate autunno pavese barocco è il mondo festa del ticino festa di sant’agostino pavia d’estate beer food up pavia palio del ticino bier fest africando pint of science street food parade tour bambinfestival indiscienza paviart movimentarte

seminari e rassegne

uno:uno. a tu per tu con l’opera conversazioni pavesi s_volta the floating piers. aspettando christo arte lombarda del rinascimento in certosa primavera al broletto il tempo e la scienza giornata goldoniana imbarca arte seminari di psicanalisi immagini/paura 1517/2017 cinque secoli dopo lutero contempora basilica 900 anni di arte spot in the city wiki loves monuments self-artisti

iniziative

concorsi

mostre

gil ferraro cordo cavalon un mondo allo specchio cinquant’anni di donne nominare il mondo. senza tetto nè legge sergio dangelo. les rendez vous acque strade uomini le ore della devozione il ritorno degli idrovolanti ugo molgani. in between il ‘900 nella collezione dei musei civici guttuso. la forza delle cose si va per cominciare mo+mo urbex pavia renzo collura. una retrsopettiva da giampietrino a segantini sense of light 160 una mostra sulla via francigena il colore nell’arredo le grandi mostre la scultura abita i castelli e i palazzi storici grace and chaos la scapigliatura

mercatino enogastronomico certosa ...e ti vengo a cercare cross roads of europe passeggiata organistica city visits giornata nazionale di trekking urbano vaghi e svaghi nella pavia che fu festa del solstizio d’estate volta il museo energiadi notti acustiche ali sul fiume giornate fai di primavera dialogo tra uomini e donne guida turistica 2.0 passeggiate urbanistiche festa della lingua madre m’illumino di meno pavia città illuminata tour

noprofit

ENTE PROMOTORE pubblico

EVENTO

2010

2011 2012 2013 2014 2015

2016 gen feb mar apr mag giu lug ago sett ott nov dic


DNA mapping cultura • eventi 2016

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percezione


DNA mapping percezione

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DNA mapping percezione • psicogeografie emotive

Psicogeografie emotive

I luoghi della città assumono significato quando sono vissuti, quando diventano una traccia, quando entrano a far parte della psicogeografia emotiva del cittadino1. Abitare una casa, un territorio significa “prendersene cura, conoscerlo e percepirlo come proprio [...] come un luogo della propria quotidinianità dove poter esprimere la propria identità”2. L’identità è diventata un tema ricorrente nella pianificazione territoriale, ma ciò che può essere inteso come un segnale del cambiamento urbanistico,e di conseguenza sociale e culturale, indotto dalle trasformazioni in atto nelle città, rappresenta anche un rischio quando si tenta di disegnare lo sviluppo di un territorio a partire da un’identità definita. Essa infatti è il prodotto di un processo evolutivo, di una narrazione urbana continua; non rimane dunque sempre uguale, ma cambia. All’interno della città la conformazione degli spazi influisce fortemente sull’identità, così come i processi sociali e culturali conformano gli spazi3. Pavia, come tutte le città italiane, è particolarmente radicata nella propria identità storica e culturale; è una città dei posti, dei luoghi carichi di storia. L’impianto a castrum romano facilita l’orientamento e la conoscenza del centro storico di Pavia così come la mobilità lenta e a corto raggio produce una percezione unitaria dello spazio urbano, visto dai cittadini e dai city user come un insieme di punti tra loro connessi e facilmente raggiungibili. La maggioranza dei pavesi possiede una accurata mappa mentale del centro cittadino, la loro conoscenza della città si accompagna alla dimestichezza con il tempo per percorrerla e viverla, creando una coerenza spazio-temporale su cui si fonda il senso di appartenenza a un luogo4. A oggi l’immaginario collettivo dei pavesi è costituito dai luoghi tradizionali, dalle grandi istituzioni e dalle vie più frequentate, ma quali possono essere i posti della Pavia di domani?

1. I Built my Dreams on Your Empty Scenes, Jacqueline Ceresoli, Botto&Bruno in #2 Interni inclusivi. Dialoghi trasversali a cura di Anna Barbara, Jacqueline Ceresoli, Simona Chiodo, 2016, Maggioli Editore 2. Abitanti, residenti, city users, Il campo della cultura, editoriale n4, http://www.campodellacultura.it/conoscere/editoriali/abitantiresidenti-city-users/ 3. Identità urbane: pratiche, progetto, senso dei luoghi, Il campo della cultura, http://www.campodellacultura.it/conoscere/ approfondimenti/identita-urbane-pratiche-progetto-senso-dei-luoghi/ 4. Pavia città ospitale. Gestire le dinamiche spazio-temporali e trans-locali nel segno dell’accoglienza e della versalitilità, Il campo della cultura, http://www.campodellacultura.it/conoscere/approfondimenti/pavia-citta-ospitale/

165 •


DNA mapping percezione • psicogeografie emotive

Viola, 26 anni, residente

• 166


DNA mapping percezione • psicogeografie emotive

167 •


DNA mapping percezione • psicogeografie emotive

Anna, 28 anni, residente

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DNA mapping percezione • psicogeografie emotive

169 •


DNA mapping percezione • psicogeografie emotive

Michele, 14 anni, residente

• 170


DNA mapping percezione • psicogeografie emotive

171 •


DNA mapping percezione • psicogeografie emotive

Eva Luna, 25 anni, studentessa fuori sede

• 172


DNA mapping percezione • psicogeografie emotive

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DNA mapping percezione • psicogeografie emotive

Giulia, 27 anni, studentessa fuori sede

• 174


DNA mapping percezione • psicogeografie emotive

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DNA mapping percezione • psicogeografie emotive

Carola, 28 anni, studentessa pendolare

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DNA mapping percezione • psicogeografie emotive

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DNA mapping percezione • psicogeografie emotive

Zeno, 31 anni, studente pendolare

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DNA mapping percezione • psicogeografie emotive

179 •


DNA mapping percezione • psicogeografie emotive

Alessandro, 28 anni, turista occasionale

• 180


DNA mapping percezione • psicogeografie emotive

181 •


DNA mapping percezione • psicogeografie emotive

... to sum up

• 182


DNA mappinggiochi percezione • psicogeografie emotive

il Castello

il Fraschini

unive rsità

Torta Vigoni

piazza

Vittoria

ex cinema

ex cinema

corso

le tre torri

Cavou

r

Brolett

o

il Duo

g iù f in o a l f iu me

mo

ex Paveri

corso

183 •

Garib

aldi

la cioccolata di Cesare

strad a

nuov a

shopp

parcheggio Oberdan

ing!

San Michele

Autunno Pavese Bar del Ponte

run

Bo

rg o

Ti

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o

il Vul

run

run


• 184


vuoti urbani


DNA mapping vuoti urbani

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DNA mapping vuoti urbani • mappatura

Mappatura

A Pavia ci sono 170 edfici e spazi in abbandono. L’Associazione Atelier Città ha intrapreso un’iniziativa di mappatura e riattivazione degli spazi in abbandono e sottoutilizzati di Pavia e nel settembre 2016 ha firmato un accordo di collaborazione con il Progetto Ri.M.E.Di.A. del Comune di Pavia per avviare attività di ricerca e sperimentazione per il riuso di questo edifici dismessi abbandonati. I vuoti presenti a Pavia sono il prodotto di dinamiche sociali ed economiche diverse e fanno parte di spazi aperti sottoutilizzati, ex strutture sanitarie, ex strutture militari, monumenti, ex aree industriali, ex ferrovie statali, edifici e cascine in abbandono, ex sedi di servizi pubblici e privati, ex esercizi commerciali.

187 •


DNA mapping vuoti urbani

• 188


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

189 •


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

spazi aperti sottoutilizzati

• 190


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

area abbandonata

area verde

confluenza naviglio ticino

mura spagnole

spazio in abbandono

spazio inutilizzato

191 •


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

ex strutture sanitarie

• 192


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

ex clinica mandelli

ex modino

193 •


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

ex strutture militari

• 194


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

ex arsenale

ex caserma carabinieri

ex caserma rossani

ex caserma via tasso

ex caserma vigili del fuoco

ex idroscalo

195 •

ex magazzini militari

ex tettoie nuove militari

ex uffici guardia di finanza


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

monumenti

• 196


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

chiesa sconsacrata s. maiolo

porta nuova

porta calcinara

197 •


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

ex aree industriali

• 198


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

area dismessa

capannone abbandonato

capannone abbandonato

capannone dismesso

capannone abbandonato

capannone inutilizzzato

199 •

capannone sotto-utilizzzato

ex centrale elettrica

ex chatillon

ex ditta bergonzi

ex fabbrica

ex fisa

ex hartmann e gualnieri

ex liberale

ex necchi


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

ex ferrovie statali

• 200


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

ex casa cantoniera

ex mensa ferrovieri

ex posto di guardia

ex scalo ferroviario

201 •


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

edifici e cascine in abbandono

• 202


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

abitazione sfitta

instituto figlie della caritĂ

cascina in abbandono

cascina incompiuta

casolare abbandonato

casolare sfitto

203 •

edificio abbandonato

edificio sfitto

edificio sfitto

palazzina abbandonata

palazzina sfitta

palazzina sfitta

palazzina sfitta

palazzina sfitta

piano terra sfitto


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

ex sedi di servizi pubblici e privati

• 204


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

capannone dismesso

edificio dismesso

ex autofficina

ex autolavaggio

ex banca d’italia

ex benzinaio

205 •

ex centrale del latte

ex centro socio-assistenziale

ex dogana

ex enel

ex gasometro

ex magazzini cariplo

ex monopolio di stato

ex piscine comunali

ex snam


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

• 206

ex stazione di servizio

ex stazione di servizio

ex stazione di servizio

ex superspaccio

ex tipografia

spazio abbandonato


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

207 •


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

ex esercizi commercviali

• 208


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

attività commerciale

attività commerciale

attività sfitta

attività sfitta

attività sfitta

attività sfitta

209 •

casa viva

ex bar chiosco

ex blockbuster

ex casa viva

ex coop

ex edicola

ex edicola

ex garden più

ex edicola


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

ex libreria

ex unicredit

locale sfitto

mercato ortofrutticolo

negozi sfitti

negozio sfitto

negozio sfitto

negozio sfitto

negozio sfitto

negozio sfitto

negozio sfitto

negozio sfitto

• 210

negozio sfitto

negozio sfitto

negozio sfitto


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

negozio sfitto

negozio sfitto

negozio sfitto

negozio sfitto

negozio sfitto

negozio sfitto

211 •

negozio sfitto

negozio sfitto

negozio sfitto

negozio sfitto

negozio sfitto

negozio sfitto

negozio sfitto

negozio sfitto

negozio sfitto


DNA mapping vuoti urbani • mappatura

negozio sfitto

negozio sfitto

negozio sfitto

spazi sfitti

spazi vuoti

spazio commerciale

spazio commerciale

spazio dismesso

spazio inutilizzato

spazio sfitto

spazio sfitto

• 212


213 •


• 214


conclusioni critiche


• 216


societĂ


conclusioni critiche società

Decentramento demografico

• 218

La popolazione pavese tende a vivere fuori dal centro storico o a lasciare la città per trasferirsi in centri più attrattivi

proposta

rigenerazione urbana del centro storico per aumentare l’attrattività interna ed esterna di Pavia e accrescerne il valore


conclusioni critiche società

Qualità della vita

Classifica vivibilità delle 110 province italiane 2016 • Sole24Ore

65°

2014

70°

2015

74°

2016

Nella classifica annuale sulla vivibilità delle province italiane Pavia presenta un trend decrescente con decifit evidenti nei settori del lavoro, tempo libero e tenore di vita

proposta

incentivare il dinamismo dell’imprenditoria locale e avviare nuovi modelli di business dotare Pavia di un’infrastruttura culturale in grado di dare al centro storico una nuova identità, al di là di quella commerciale

219 •


• 220


economia


conclusioni critiche economia

Mercato del lavoro

% disoccupazione • Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Pavia su dati Infocamere 2015

50,00 40,00

10%

30,00 20,00 10,00 0,00 M F 15-24

M F 25-34

M F +35

• 222

la disoccupazione è alta specialmente nella fascia di età giovanile; il settore di attività “altri servizi” è quello con il tasso di occupazione più alto

proposta

rendere la cultura motore propulsore dello sviluppo economico con effetti concreti sull’occupazione e la ricchezza


conclusioni critiche economia

Cessazione imprese

Distribuzione imprese cessate • Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Pavia su dati Infocamere 2015

>26 anni

12% 4% 36%

13%

21-25 anni 16-20 anni 11-15 anni

12% 23%

6-10 anni <5 anni

223 •

alto tasso di cessazione di neo imprese italiane e straniere e staticitĂ del mercato imprenditoriale

proposta

favorire la ripresa del tessuto imprenditoriale e preparare un terreno fertile per lo sviluppo economico delle neo-imprese


conclusioni critiche economia

Tessuto imprenditoriale

Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Pavia su dati Stockview - Infocamere 2015

• 224

giovanili

femminili

straniere

alta natalitĂ imprese giovanili under 35 italiane e straniere costituiscono il 10% del tessuto imprenditoriale pavese

le imprese femminili costituiscono il 21,5% delle imprese totali

le imprese straniere presenti sul territorio pavese hanno subito una forte crescita negli ultimi anni e costituiscono il 10% del tessuto imprenditoriale

proposta

rendere la cultura motore propulsore dello sviluppo economico con effetti concreti sull’occupazione e la ricchezza


conclusioni critiche economia

225 •


• 226


risorse


conclusioni critiche risorse

Patrimonio storico-artistico

• 228

la ricchezza e la qualitĂ del patrimonio contrasta con la scarsa consapevolezza e cura da parte di istituzioni e cittadini che non ne sfruttano il potenziale in campo culturale, economico e sociale

proposta

strategia di sensibilizzazione verso il patrimonio storico-artistico, rafforzando la classe culturale cittadina


conclusioni critiche risorse

Università

229 •

Pavia gode di un’eccellente università posizionata al 2° posto delle università italiane fino a 40.000 iscritti la mancanza di un’offerta lavorativa adeguata causa però una fuga di cervelli post laurea

proposta

creare condizioni culturali e socio-economiche favorevoli a trattenere i talenti


conclusioni critiche risorse

Patrimonio ambientale

• 230

la varietĂ e ricchezza delle bellezze paesaggistiche sono percepite a livello identitario, ma non ancora pienamente sfruttate a livello culturale e turistico

proposta

potenziare visibilitĂ e posizionamento di Pavia a livello turistico e culturale


231 •


• 232


cultura


conclusioni critiche cultura

Offerta culturale mappatura 2016

luoghi

promotori

presenza sul territorio

presenza sul territorio

pubblici 25%

non istituzionali istituzionali 50% 50%

no profit 75%

utilizzo reale

• 234

istituzionali 70%

offerta reale

no profit 75%

non istituzionali 30% pubblici 25%

l’offerta culturale è controllata principalmente dalle istituzioni e viene proposta per la maggior parte in luoghi istituzionali si registra inoltre una carenza di iniziative nei mesi turistici estivi e invernali

proposta

programmazione di un’offerta culturale partecipata e complementare a quella istituzionale che preveda anche una riattivazione dei mesi inattivi


conclusioni critiche cultura

Ambiti di interesse Mappatura 2016

tipologia 0

festival mostre seminari iniziative concorsi

disciplina 0

5% 10% 15% 20% 25%

75%

25%

75%

arte e architettura scienza musica sensibilizzazione enogastronomia religione attivitĂ ludica

5% 10% 15% 20% 25%

50%

50%

alcuni ambiti dell’attuale offerta culturale sono carenti qualitativamente e quantitativamente

proposta

offrire una programmazione culturale a 360° che vada a colmare le lacune attuali e che ricopra molteplici ambiti di interesse

235 •


• 236


una strategia culturale per Pavia


una strategia culturale per pavia

• 238


una strategia culturale per pavia perchè una strategia culturale?

Perchè una strategia culturale?

La ricchezza del patrimonio storico, artistico e paesaggistico di Pavia non viene riconosciuta dai cittadini e dalla pubblica amministrazione come uno strumento utile per la rigenerazione urbana e culturale della città e per questo motivo non è mai stata messa a punto una visione strategica ad ampio spettro che la ponga al centro delle politiche di sviluppo locale. La cultura inoltre viene vista dalla maggioranza degli abitanti e dei politici pavesi come un settore improduttivo, un passatempo. Ad una mentalità dalle ristrette vedute si aggiunge il fatto che le giunte comunali, in carica per cinque anni, hanno sempre usato il periodo del proprio mandato per aggiudicarsi la fiducia e il voto dei cittadini alle elezioni successive, ma ciò non sempre è coinciso con proposte che ponessero lo sviluppo sostenibile della città al primo posto. La programmazione e i luoghi culturali sono controllati in grande numero dalle istituzioni e questo produce un’offerta culturale ormai stantia e invariata da anni. La proposta culturale inoltre non tiene conto della fetta più giovane della popolazione di Pavia, rappresentata in gran parte da universitari, che ogni giorno invade le strade della città e del centro storico in cerca di un’offerta adeguata alle proprie esigenze, ma senza risultato. A questa situazione si oppone però un vivace sottofondo di associazioni giovanili noprofit e di iniziative che cercano di emergere ma con non poche difficoltà, per mancanza di risorse fisiche ed economiche. La strategia culturale proposta si articola in uno spazio temporale esteso proprio per facilitare la creazione di un terreno fertile e preparare la popolazione al cambiamento un passo per volta, promuovendo la partecipazione attiva dei cittadini stessi che diventano artefici, e non più meri spettatori, del futuro della propria città.

239 •


una strategia culturale per pavia perchè una strategia culturale?

I temi e i valori che guidano la programmazione culturale sono la costruzione comunitaria di una nuova identità, il coinvolgimento, la fiducia e l’inclusione sociale, con lo scopo di tessere nuovi dialoghi e relazioni tra cittadini e pubblica amministrazione, terzo settore e istituzioni, residenti e cittadini temporanei, ognuno portavoce delle proprie necessità e visioni. Il forte senso identitario che lega gli abitanti alla città di Pavia è il punto di partenza per la creazione di nuove narrazioni urbane che vadano a intrecciarsi con quelle già esistenti, creando nuove reti fisiche e relazionali che completino quelle tradizionali. Gli obbiettivi di questa strategia sono molteplici e ad ampio spettro e prevedono cambiamenti a lungo e breve termine. Innanzitutto la creazione di una nuova vivacità del centro cittadino attraverso la riattivazione degli spazi abbandonati e la loro conversione in luoghi per la fruizione e la produzione culturale, e la ripresa dell’economia locale, orientata e basata sulle industrie culturali e creative. La creazione di una nuova identità inoltre contribuirà a rilanciare l’attrattività di Pavia su scala nazionale e internazionale, con il conseguente obbiettivo di attrarre nuovi flussi di persone e risorse e ampliare l’assetto economico. • 240

Il primo passo per intraprendere questa strada è quello di riconoscere la cultura come risorsa e non un semplice prodotto per il consumo e investire nella creazione di una nuova relazione tra cultura, creatività e città, riconoscendo che il successo della rigenerazione urbana è profondamente legato alla capacità di una città di promuovere la creatività e attrarre professionisti di talento, facendo leva anche sulle risorse culturali che la contraddistinguono.


una strategia culturale per pavia manifesto

Manifesto

01 cultura come motore di sviluppo

promuovere la cultura e la creatività come fondamenti di un nuovo modello di sviluppo economico e sociale inclusivo

14 nuovi modelli business

favorire la sperimentazione e la nascita di start-up

02

cittadinanza culturale

13

rendere il cittadino partecipe e attivo nelle politiche culturali della città

dinamismo imprenditoriale locale

ng uildi o l luog tity b idenuovere artenenza a

favorire lo sviluppo innovativo dell’imprenditoria locale per richiamare investitori esterni

ra cultu prom o di app zza s della le il sen nsapevo imonio e tr o e la c re del pa alo del v

12 retaining talent

03

creare condizioni socio-economiche favorevoli a trattenere i talenti e incentivare lo sviluppo di una classe creativa

04

infrastruttura

241 •

culturale dotare Pavia di un’infrastruttura culturale integrata nell’immaginario sociale rete di partner

creare una rete di partner locali a sostegno dello sviluppo culturale e creativo della città

11

interazione sociale

10

cap

raffo aci t ope rzare y bu le r pub atori s comp ildin o blic e a am cio-cu tenze g min lturali di istra , zion ee citta

din

i

05

visibilità e attrattività

la programmazione culturale non si rivolge a un target specifico, ma è volta ad incentivare l’interazione, la mescolanza e la diversità

rafforzare visibilità e posizionamento turistico a livello nazionale e internazionale

08

riattivazione spazi vuoti

riattivazione e conversione degli spazi sfitti e abbandonati nel centro storico di Pavia, in spazi dedicati alla cultura e alla creatività

capitale relazionale creare capitale sociale connettivo e relazionale

09

07rigenerazione urbana centro storico riqualificazione del centro storico tale da generare nuovo va l o r e e a t t r a t t i vi t à

06


una strategia culturale per pavia governance

• 242


una strategia culturale per pavia governance

Governance

Il terzo settore non solo svolge la funzione di mediatore tra pubblico e cittadino, ma riveste anche un ruolo tale da permettergli di modificare normative e politiche pubbliche, di agire in maniera concreta.

Cittadini

Comune di Pavia 243 •

terzo settore mediatore tra richieste e bisogni cittadino e istanze Comune di Pavia

strategia culturale Caravanserraglio

programmazione eventi

rete partner

bandi • call

social media strategy

strategia culturale


una strategia culturale per pavia strategia culturale

strategia culturale • caravanserraglio

• 244


promuovere pratiche di cittadinanza attiva tramite strategie e iniziative di progettazione partecipata

8

valorizzare il genius loci e costruire un’identità partecipata nella quale i cittadini stessi si possano riconoscere

4

2018

riattivazione spazi vuoti

0

creare momenti e spazi inclusivi attraverso iniziative che promuovano l’incontro e lo scambio

creare consapevolezza attraverso strategie di sensibilizzazione e partecipazione

6

inclusione

2019

identity building

12

12

cultura impresa

12 18

promuovere la città a livello nazionale tramite strategie di city branding e marketing territoriale

favorire la creazione di una rete di partner locali e nazionali con un ruolo attivo nella programmazione culturale creare una sovrastruttura concettuale e di rapporti che leghi tutti gli spazi riattivati nel centro storico

attractiveness

2021 rete

una strategia culturale per pavia strategia culturale

2020 245 •


una strategia culturale per pavia strategia culturale

tools • programmazione eventi

• 246


una strategia culturale per pavia strategia culturale

La strategia culturale prevede una programmazione di eventi e iniziative volti a rendere il cittadino parte attiva del processo di creazione e produzione della cultura. Una cultura che sta cambiando e in cui non c’è più una distinzione di principio tra produttori e fruitori, ma tutti partecipano come co-creatori di contenuti1. Seguendo questa logica, la strategia culturale si pone come obbiettivo quello di contrapporre ai grandi eventi proposti a Pavia dalle istituzioni un’offerta sempre più e sempre meglio declinata in termini di cittadinanza attiva, di una cultura come asse portante della qualità della vita quotidiana. La natura di questi eventi si pone come obbiettivo quello di proporre un movimento dal basso di innovazione sociale a base culturale, di usare la cultura come strumento di integrazione, di mobilitare energie giovanili.

247 •

1. PierLuigi Sacco, La cultura siamo noi. Coproduciamoci, IlSole24Ore, 11 giugno 2017


una strategia culturale per pavia strategia culturale

tools • bandi e call

• 248


una strategia culturale per pavia strategia culturale

bando obiettivi

ambiti

soggetti

benefici vincitori

sviluppo industrie culturali e creative

call programmazione culturale

cultura materiale produzione e comunicazione di contenuti patrimonio storico-artistico

saperi, innovazione e tecnologia sapori arte e cultura

Libro Bianco della CreativitĂ , 2009

DUC, 2009

imprese culturali e creative liberi professionisti associazioni

spazio tempo indet. tutoring

associazioni culturali Onlus cooperative gruppi informali

spazio tempo det. tutoring

contributo in denaro networking

utilizzo spazio

cessione spazio a lungo termine a una singola attivitĂ imprenditoriale

cessione spazio a breve termine per eventi sperimentali a soggetti diversi

249 •


una strategia culturale per pavia strategia culturale

tools • rete partner

• 250


una strategia culturale per pavia strategia culturale

La creazione di una rete di partner attivi a livello locale e nazionale è uno dei mezzi e obbiettivi principali della strategia culturale. La creazione di una partnership solida e efficiente si muove in due direzioni complementari: quella con il pubblico e quella con le molteplici realtà del terzo settore presenti nel territorio pavese e a scala nazionale. La partnership pubblico-privato deve essere volta a agevolare la creazione di nuove visioni strategiche per gli spazi che si intende rigenerare. Ciò avviene in primo luogo tramite la cessione gratuita di spazi inutilizzati per progetti che propongono attività a forte impatto sociale. Le realtà del terzo settore sono presenti a Pavia in grande numero ma a oggi manca una visione d’insieme di cooperazione e supporto reciproci. La nuova strategia culturale si pone dunque come obbiettivo quello dell’integrazione e della collaborazione tra queste realtà emergenti. L’ampliamento della rete di partner rappresenta un’occasione di contatto con nuove realtà, confronto e innovazione. 251 •


una strategia culturale per pavia strategia culturale

tools • social media strategy

strategia cultu

• 252


una strategia culturale per pavia strategia culturale

La promozione su scala europea delle attività rappresenta una delle maggiori sfide nella strategia di comunicazione. In linea con il principio di apertura e coinvolgimento, la strategia di comunicazione è basata sull’idea che tutti i contenuti generati dal programma culturale debbano essere bene comune e pubblicati sotto licenza Creative Commons per essere fruiti, riutilizzati e ripubblicati liberamente. Facilitando l’accesso dei visitatori ai contenuti ripubblicati sui social media, i cittadini e gli abitanti temporanei diverranno uno strumento chiave per la promozione su scala nazionale e europea delle attività organizzate a Pavia. Per promuovere le iniziative anche attraverso canali già affermati si è avviato un partenariato a lungo termine con The Tomorrow, una nuova iniziativa mediatica digitale concepita espressamente come piattaforma per discutere del futuro della cultura in Europa; un luogo digitale comune per la condivisione di idee, prospettive e relazioni che darà risalto a iniziative, eventi e dibattiti sviluppatisi sulla scena intelletuale europea. La mancanza a oggi di un unico canale di riferimento per una panoramica completa sulle iniziative culturali promosse a Pavia ha sottolineato la necessità di istituire una nuova piattaforma OpenData per rafforzare la visibilità dell’attività culturale in cui aggiornare giorno per giorno tutti gli eventi proposti. Artisti e creativi che prenderanno parte attivamente alla programmazione culturale sono inoltre invitati a fungere da narratori della propria esperienza attraverso la piattaforma online Pavia Open Stories, un programma studiato specificatamente per la comunicazione digitale.

253 •


• 254


Bibliografia

AA.VV., La cultura in trasformazione. L’innovazione e i suoi processi, a cura di cheFare, minimum fax, Milano 2016 AA.VV., Interni inclusivi. Dialoghi trasversali, a cura di Anna Barbara, Jacqueline Ceresoli, Simona Chiodo, Maggioli Editore, Santarcangelo di Romagna, 2016 P. Mason, Postcapitalismo. Una guida al nostro futuro, il Saggiatore, Milano 2016 G. Minervini, La politica generativa: pratiche di comunità nel laboratorio Puglia, Carocci Editore, Roma 2016 U. Mattei, Beni comuni. Un manifesto, Editori Laterza, Bari 2012 A. Testa, La trama lucente. Che cos’è la creatività, perché ci appartiene, come funziona, Rizzoli, Milano 2010 Enciclopedia, Treccani report L. Ghilardi, Zlin a creative and proactive region, report 2014 Creative Europe Network, Commissione Europea, 2016 Cultura e turismo, locomotiva del paese, a cura diu Federculture, 2014 Dalla sharing economy all’economia collaborativa. L’impatto e le opportunità per il mondo collaborativo, a cura di Fondazione Unipolis, I quaderni di Unipolis, 2016 Il progetto Pavia 2020. Le filiere del territorio, a cura di Confindustria Pavia e Università di Pavia, 2015 Incredibol! L’innovazione creativa di Bologna, report 2010-2012 Io sono cultura. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi, realizzato da UnionCamere e Symbola, I quaderni di Symbola, 2016

255 •


Italia creativa. Primo studio sull’industria della Cultura e della Creatività in Italia, a cura di EY Building a better working world, 2016 L’Italia che verrà. Innovazione culturale, made in Italy e territori, realizzato da UnionCamere e Symbola, I quaderni di Symbola, 2012 Le forme di partenariato pubblico privato e il fondo per la progettualità in campo culturale, a cura di Federculture, 2013 Libro Verde - le industrie culturali e creative, un potenziale da sfruttare, Commissione Europea, Bruxelles, 2010 Matera, città candidata capitale europea della cultura 2019, dossier finale di candidatura Proposta per un piano di sviluppo 2015-2020 per la provincia di Pavia, a cura di Dipartimento di ScienzeEconomiche e Aziendali Università di Pavia, 2014 Rapporto sull’economia provinciale 2015, a cura di Camera di Commercio Pavia, 2016 Remixing cities. Rigenerazione urbana e creatività giovanile, report 2016 The economy of culture in Europe, a cura di KEA, 2006 • 256

articoli C. Baraldi, Cultura e culture nella comunicazione, “Il campo della cultura”, disponibile su http://www. campodellacultura.it/conoscere/campo-della-cultura/sezione-quarta/cultura-e-culture-nellacomunicazione/ A. Capitani, Marketing territoriale e sviluppo locale, 2010, disponibile su http://www.innovatoripa.it/ pointers/2010/12/1631/marketing-territoriale-e-sviluppo-locale R. Comunian, C. Schiavon, Reti creative: rigenerazione urbana e cultura del territorio nel contesto europeo, “Annali del dipartimento di metodi e modelli per l’economia, il territorio, la finanza”, 2013, n.1 M. De Matteis, Open culture, il rapporto possibile tra cultura e comunità, “Tafter Journal”, 2012, n. 55, disponibile su http://www.tafterjournal.it/2012/12/28/open-culture-il-rapporto-possibile-tracultura-e-comunita/ M. Fregni, Il ruolo degli eventi, “Il Campo della cultura”, disponibile su http://www. campodellacultura.it/discutere/il-ruolo-degli-eventi/


C. Galloni, Nuove infrastrutture per la produzione culturale, “Tafter Journal”, 2012, n. 55, disponibile su http://www.tafterjournal.it/2012/12/28/nuove-infrastrutture-per-la-produzione-culturale/ S. Ghirelli, The evolution of cultural consumption and successful strategies for sustainable cultural management, “Tafter Journal”, 2011, n. 41, disponibile su http://www.tafterjournal.it/2011/11/02/theevolution-of-cultural-consumption-and-successful-strategies-for-sustainable-cultural-management/ S. Mazzuccotelli, Strategie per la promozione dell’identità urbana e grandi eventi, “Tafter Journal”, 2008, n.5, disponibile su http://www.tafterjournal.it/2008/06/26/strategie-per-la-promozionedellidentita-urbana-e-grandi-eventi/ A. Membretti, Pavia città ospitale. Gestire le dinamiche spazio-temporali locali e traslocati nel segno dell’accoglienza e della versatilità, “Il campo della cultura”, disponibile su http://www. campodellacultura.it/conoscere/approfondimenti/pavia-citta-ospitale/ P. Sacco, Le industrie culturali e creative in Italia: una potenzialità inespressa su cui scommettere, “Il Sole 24 Ore” P. Sacco, La cultura siamo noi. Coproduciamoci, “Il Sole 24 Ore”, 2017, n. 154 A. Valentino, Trust against fear. The role of culture and the future of Europe, “Tafter Journal”, 2016, n.89, http://www.tafterjournal.it/2016/07/15/the-role-of-culture-and-the-future-of-europe/ R.Vatinno, Un esempio di comunicazione: il Marketing territoriale, “Il campo della cultura”, disponibile su http://www.campodellacultura.it/conoscere/editoriali/il-marketing-territoriale-2/ P. Venturi, La cultura che riattiva le comunità intraprendenti, “Nòva 24”, 2017, n. 595 Abitanti, residenti, city users, “Il campo della cultura”, editoriale n.4, disponibile su http://www. campodellacultura.it/conoscere/editoriali/abitanti-residenti-city-users/

257 •


Sitografia

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https://www.comune.pv.it/ http://www.confcommerciomilano.it/it/impresa_istituzioni/citta_metropolitana/duc/ http://cultura.cedesk.beniculturali.it/europa-creativa.aspx http://ebologna.it/ https://ec.europa.eu/culture/policy/strategic-framework_it https://ec.europa.eu/programmes/creative-europe/actions/capitals-culture_it http://en.unesco.org/creative-cities/home http://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/ http://www.finanziamenti.rer.camcom.it/agevolazioni/ue/Cultura2000.htm http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2014/09/12/14G00149/sg http://www.idu.cz/en/czech-cultural-and-creative-industries-mapping-201


http://www.ilsole24ore.com http://www.incredibol.net/ http://laprovinciapavese.gelocal.it http://www.noema.org.uk/what-we-do/cultural-planning https://partecipa.comune.pv.it/content/ http://www.pavialcentro.it/ http://remixingcities.giovaniartisti.it/ http://stefanorolando.it/index.php?option=com_content&view=article&id=171:libro-biancosulla-creativita&catid=46:in-uscita&Itemid=81 http://www.tafterjournal.it/ http://www.urbancenterbologna.it/ http://www.vivipavia.it/site/home.html 259 •



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