O CO PE N RE TIE M NE IS IN ER S IC ER O TO RD IA
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Mensile del santuario di CHIAMPO (VI) Frati minori - anno XCI NOVEMBRE 2016
Sommario N° 11 Novembre 2016 Lettera del frate Rettore..............................................................................3 Anno della misericordia (6) di fra Damiano Baschirotto..................................................4 Le Parole di Papa Francesco a cura di suor Annachiara Rizzo..........................................6 Appuntamenti in santuario..........................................................................8 Vita del santuario.........................................................................................10 Speciale inserto anno della misericordia (5)...................................................12 Il linguaggio dei gesti di fra Lorenzo Raniero........................................................14 Aiuterò e consolerò tutti............................................................................16 Fra Claudio Amico di fra Liberio Fochesato............................................................18 Pellegrinaggi..............................................................................................20 Sabato e Vigilie: ore 18.00
ORARIO SANTUARIO Festivo:
ORARIO CONFESSIONI
ore 15.30 - Canto del Vespro (Alla Pieve) (Sospeso: Luglio e Agosto)
VIA CRUCIS: Ogni venerdì:
ore 7.00 alla Pieve ore 8.30 - 10.00 - 11.30 - 16.30 - 18.00
dal 10 settembre 2016
a fine aprile 2017
ore 20.30 dal 6 maggio 2017 al 3 settembre 2017
Feriale:
solo alla Pieve ore 8.00 - 11.30 e 15.00 - 18.30 ore 15.00 (1 sett. - 31 maggio) ore 20.30 (1 giugno - 31 agosto)
ore 7.00 - 9.00 ore 16.30 S.Messa del Pellegrino
ORARIO DEL MUSEO 9.00-12.00 / 14.30-18.30
ORARIO DEL NEGOZIO 9.00-12.30 / 14.30-19.00 Tel. 0444 42.29.22
MENSILE DEL SANTUARIO DI CHIAMPO (VI) - FRATI MINORI Via Pieve, 170 - 36072 Chiampo (VI) - Tel. 0444 623250 - Fax 0444 422921 - Servizio al pellegrino 3332744781 Indirizzo e-mail rivista: grottadilourdes@libero.it - Mail convento: fratichiampo@libero.it PRIVACY: nel rispetto della legge 675/96, sulla tutela di riservatezza delle persone e dei dati personali, “La Grotta di Lourdes” garantisce che le informazioni relative agli associati, custodite nel proprio archivio elettronico, non saranno cedute ad altri e saranno utilizzate esclusivamente per l’invio della rivista.
Direttore responsabile: fra Luigi Secco Redazione: Servizio foto: Stampa:
fra Giuseppe Bonato, fra Damiano Baschirotto, fra Alberto Burato, fra Lorenzo Assolani, Suore Francescane Alcantarine e Giovanni Fanton fra Alberto Burato, fra Stefano Marchioro, Stefano Lovato, Norberto Rancan Cora Print s.r.l - Trissino (VI)
Autorizzazione Tribunale di Vicenza 16/07/1949 - N.13 R.S. Con approvazione ecclesiastica e dell’Ordine dei Frati Minori.
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Lettera del frate Rettore
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arissimi fratelli e sorelle,
stiamo vivendo l’ultimo tratto del cammino di quest’anno giubilare iniziato lo scorso 13 dicembre, con l’apertura della Porta Santa della Misericordia, e che terminerà per noi il 13 novembre con la chiusura delle Porte Sante delle Basiliche romane e delle Diocesi del mondo. In san Pietro papa Francesco chiuderà la Porta Santa il 20 novembre 2016 nella solennità liturgica di Gesù Cristo Signore dell’universo, terminando l’anno giubilare. Così scriveva papa Francesco nella bolla d’indizione del Giubileo: … In quel giorno, chiudendo la Porta Santa avremo anzitutto sentimenti di gratitudine e di ringraziamento verso la SS. Trinità per averci concesso questo tempo straordinario di grazia. Affideremo la vita della Chiesa, l’umanità intera e il cosmo immenso alla Signoria di Cristo, perché effonda la sua misericordia come la rugiada del mattino per una feconda storia da costruire con l’impegno di tutti nel prossimo futuro. Come desidero che gli anni a venire siano intrisi di misericordia per andare incontro ad ogni persona portando la bontà e la tenerezza di Dio! A tutti, credenti e lontani, possa giungere il balsamo della misericordia come segno del Regno di Dio già presente in mezzo a noi. (Misericordiae Vultus n° 5) E’ stato per molti di noi un anno di grazia, e in modo particolare per il nostro Santuario, che è stato vivificato da molti e numerosi pellegrinaggi con il passaggio della Porta santa, sperimentando la grazia del perdono e dell’amore del Signore. E’ stato un tempo favorevole per ciascuno di noi, e questo ora ci chiama a rendere più forte ed efficace la nostra testimonianza di discepoli del Signore Gesù Cristo; ci dona la forza di essere una chiesa in uscita per annunciare la gioia del Vangelo. Chiesa del Beato Claudio 13 dicembre 2015 Santa Messa solenne per l’apertura della Porta Santa della Misericordia.
Buon cammino! frate
Giuseppe Bonato
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Anno giubilare della misericordia (6) Il fariseo e il pubblicano al tempio (Lc 16,19-31)
fra
Damiano Baschirotto
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l capitolo 18 di Luca parla della parabola del fariseo e il pubblicano (Lc 18,4-14) che salgono al Tempio per pregare. Tutto il capitolo è in relazione al tema della preghiera: Quando pregare? Sempre! Come pregare? Come il pubblicano! Infatti Gesù dice questa parabola per al-
Cattedrale di Mostar “Il pubblicano e il fariseo”
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cuni che presumevano di essere giusti. Dalla presunzione nasce un grande insegnamento. Il modo con cui preghiamo dice come viviamo la nostra relazione con Dio, con noi stessi e con il prossimo.
Salgono al tempio i due protagonisti della parabola. Uno è giusto, si sforza di essere in regola con la Legge, osserva scrupolosamente tutti i precetti. È un fariseo devoto, non un bigotto, vive ciò che dice, davvero osserva anche le minuzie della Legge! L’altro è un poveraccio, un peccatore pubblico, un escluso. La descrizione che ne fa Gesù è efficace: il primo si erge davanti al tempio, sicuro di sé, contento delle sue prestazioni religiose. Il secondo sta in fondo, è un pubblicano, un personaggio ritenuto peccatore dall’opinione pubblica. Non osa avvicinarsi all’altare, là dove dimora la presenza di Dio: “non osa nemmeno alzare gli occhi al cielo”, ma li tiene bassi, provando vergogna della propria condizione; “si batte il petto”, gesto tipico di colui che fa penitenza. Non c’è posto per Dio, nel cuore del fariseo: è talmente pieno di sé che vede solo il buono che ha fatto! Il cuore del pubblicano, invece, è stato masticato dai propri errori, è stato svuotato dai suoi peccati. Il primo si vanta, il secondo elemosina perdono e misericordia.
Attraverso la figura del pubblicano Gesù ci esorta ad una preghiera che sa esprimere la verità della nostra vita; lasciarci accogliere e perdonare da Dio, che con la sua forza può curare e guarire la nostra debolezza; non perdere tempo a guardare fuori di noi, scrutando con occhio cattivo le mancanze degli altri; vegliare su noi stessi, accettando di riconoscere la nostra condizione di peccatori, di persone che “non fanno il bene che vogliono, ma il male che non vogliono” (cf. Rm 7,19). Diceva un padre del deserto: “Chi riconosce i propri peccati è più grande di chi risuscita i morti; e chi sa confessare i propri peccati al Signore e ai fratelli è più grande di chi fa miracoli nel servire gli altri”.
Gustav Dorè Il pubblicano e il fariseo
Nel giudizio finale Gesù inverte l’ordine dei personaggi: “Io vi dico che il pubblicano, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato – reso giusto da Dio, “perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato”. Quest’ultima sentenza ricorda le parole di Maria nel Magnificat: “Il Signore innalza gli umili” (Lc 1,52). Ma come intendere l’umiltà, questa virtù ambigua e sospetta? L’umiltà non è falsa modestia, non equivale a un “io minimo”: non chi si fa orgogliosamente umile, non chi “studia da umile” è innalzato da Dio. E’ innalzato da Dio chi riconosce il proprio peccato, chi aderisce alla realtà, chi accoglie le difficoltà della vita e persevera nella fiducia in Dio, nel contare sulla sua misericordia che può trasfigurare la nostra debolezza.
“Nella tua tenerezza, o Dio, ascolta la nostra preghiera e da’ pace a tutti coloro che ti confessano la loro miseria, più grande della nostra coscienza, ci assicuri il tuo perdono in Gesù Cristo tuo Figlio, nostro Signore e Salvatore, vivente nei secolo dei secoli”. ( comunità di Bose)
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Le parole di Papa Francesco Gli 800 anni dell’Istituzione del Perdon d’Assisi “Voglio mandarvi tutti in Paradiso” (san Francesco d’Assisi)
a cura di suor
Annachiara Rizzo
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i piace ricordare oggi, cari fratelli e sorelle, prima di tutto, le parole che, secondo un’antica tradizione, san Francesco pronunciò proprio qui, davanti a tutto il popolo e ai vescovi: “Voglio mandarvi tutti in paradiso!”. Cosa poteva chiedere di più bello il Poverello di Assisi, se non il dono della salvezza, della vita eterna con Dio e della gioia senza fine, che Gesù ci ha acquistato con la sua morte e risurrezione? Il paradiso, d’altronde, che cos’è se non il mistero di amore che ci lega per sempre a Dio per contemplarlo senza fine? La Chiesa da sempre professa questa fede quando dice di credere nella comunione dei santi. Non siamo mai soli nel vivere la fede; ci fanno compagnia i santi e i beati, anche i nostri cari che hanno vissuto con semplicità e gioia la fede e l’hanno testimoniata nella loro vita. C’è un legame invisibile, ma non per questo meno
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reale, che ci fa essere “un solo corpo”, in forza dell’unico Battesimo ricevuto, animati da “un solo Spirito” (cfr Ef 4,4). Forse san Francesco, quando chiedeva a Papa Onorio III il dono dell’indulgenza per quanti venivano alla Porziuncola, aveva in mente quelle parole di Gesù ai discepoli: «Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi» (Gv 14,2-3). Quella del perdono è certamente la strada maestra da seguire per raggiungere quel posto in Paradiso. E’ difficile perdonare! Quanto costa, a noi, perdonare gli altri! Pensiamoci un po’. E qui alla Porziuncola tutto parla di perdono! Che grande regalo ci ha fatto il Signore insegnandoci a perdonare – o, almeno, ad avere la volontà di perdonare - per farci toccare con mano la misericordia del Padre!
Abbiamo ascoltato la parabola con la quale Gesù ci insegna a perdonare (cfr Mt 18,21-35). Perché dovremmo perdonare una persona che ci ha fatto del male? Perché noi per primi siamo stati perdonati, e infinitamente di più. Non c’è nessuno fra noi, qui, che non sia stato perdonato. Ognuno pensi… pensiamo in silenzio le cose brutte che abbiamo fatto e come il Signore ci ha perdonato. La parabola ci dice proprio questo: come Dio perdona noi, così anche noi dobbiamo perdonare chi ci fa del male. E’ la carezza del perdono. Il cuore che perdona. Il cuore che perdona accarezza. Tanto lontano da quel gesto: “me la pagherai!” Il perdono è un’altra cosa. Precisamente come nella preghiera che Gesù ci ha insegnato, il Padre Nostro, quando diciamo: «Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori» (Mt 6,12). I debiti sono i nostri peccati davanti a Dio, e i nostri debitori sono quelli a cui anche noi dobbiamo perdonare. (…)
Breve storia e senso del Perdono di Assisi Le fonti narrano che una notte dell’anno 1216, san Francesco è immerso nella preghiera presso la Porziuncola, quando improvvisamente dilaga nella chiesina una vivissima luce ed egli vede sopra l’altare il Cristo e la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli. Essi gli chiedono allora che cosa desideri per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco è immediata: “Ti prego che tutti coloro che, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, ottengano ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”. “Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande - gli dice il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza”. Francesco si presenta subito al pontefice Onorio III che lo ascolta con attenzione e dà la sua approvazione. Alla domanda: “Francesco, per quanti anni vuoi questa indulgenza?”, il santo risponde: “Padre Santo, non domando anni, ma anime”. E felice, il 2 agosto 1216, insieme ai Vescovi dell’Umbria, annuncia al popolo convenuto alla Porziuncola: “Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!”.
Cari fratelli e sorelle, il perdono di cui san Francesco si è fatto “canale” qui alla Porziuncola continua a “generare paradiso” ancora dopo otto secoli. In questo Anno Santo della Misericordia diventa ancora più evidente come la strada del perdono possa davvero rinnovare la Chiesa e il mondo. Offrire la testimonianza della misericordia nel mondo di oggi è un compito a cui nessuno di noi può sottrarsi. Ripeto: offrire la testimonianza della misericordia nel mondo di oggi è un compito a cui nessuno di noi può sottrar-
si. Il mondo ha bisogno di perdono; troppe persone vivono rinchiuse nel rancore e covano odio, perché incapaci di perdono, rovinando la vita propria e altrui piuttosto che trovare la gioia della serenità e della pace. Chiediamo a san Francesco che interceda per noi, perché mai rinunciamo ad essere umili segni di perdono e strumenti di misericordia.
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APPUNTAMENTI IN SANTUARIO
CHIUSURA ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA IN SANTUARIO: SABATO 12 NOVEMBRE ORE 20.30 VEGLIA DI PREGHIERA DOMENICA 13 NOVEMBRE ORE 18.00 SANTA MESSA: presiede il ministro provinciale frate Mario Favretto GIOVEDÌ 17 NOVEMBRE SANTA ELISABETTA D’UNGHERIA, PATRONA OFS. ORE 9.00 SANTA MESSA con le fraternità OFS della zona DOMENICA 20 NOVEMBRE NOSTRO SIGNORE GESÙ’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO SOLENNITÀ IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA, PATRONA E REGINA DELL’ORDINE SERAFICO 5-7 DICEMBRE ORE 20.30 TRIDUO DI PREPARAZIONE MERCOLEDÌ 7 DICEMBRE ORE 18.00 SANTA MESSA DELLA VIGILIA GIOVEDÌ 8 DICEMBRE ORARIO FESTIVO.
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ORARI DELLE FESTIVITA’ NATALIZIE Dal 17 al 23 dicembre NOVENA DI NATALE ALLA PIEVE I giorni 17 e 18 ore 17.30, mentre gli altri giorni alle ore 18.30.
Sabato 31 dicembre ore 18.00 S. Messa e canto del Te Deum per ringraziare dell’anno 2016 ore 23.00 Veglia di preghiera per accogliere il nuovo Anno 2017
Sabato 24 dicembre Ss. Messe ore 7 e 9.00 (Santa Messa delle 18 sospesa) ore 21.30 Veglia di preghiera ore 22.00 Santa Messa della notte
Venerdì 6 gennaio 2017 EPIFANIA DEL SIGNORE orario festivo ore 11.30 Festa dei popoli
Domenica 25 dicembre NATALE DEL SIGNORE Ss. Messe con orario festivo
Domenica 8 gennaio 2017 DOMENICA DEL BATTESIMO DEL SIGNORE
Lunedì 26 dicembre SANTO STEFANO PROTOMARTIRE Ss. Messe ore 7.00, 8.30, 10.00 pomeriggio 16.30
17 DICEMBRE
ore 20.30 alla Pieve
Tradizionale CONCERTO DI NATALE
Dal giorno di Natale fino al due febbraio, durante gli orari di apertura della Chiesa della Pieve, è visitabile l’artistico presepio.
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17 Settembre:
Ordinazione Presbiterale di Fra Alberto Burato Carissimi lettori, pace a voi! “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore ... Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il Suo Nome” (Lc 1, 46-47) Con queste parole che Maria ha cantato nel Magnificat desidero ringraziare insieme con voi il Signore per il grande dono dell’ordinazione presbiterale che ho ricevuto lo scorso 17 settembre. Dopo tanti anni di studio e di preparazione è arrivato anche per me questo grande momento in cui il Signore mi ha reso Suo ministro per il bene e la salvezza dei fratelli. È stata una grande gioia per me vivere questa celebrazione assieme a tanti fedeli e amici nella Chiesa Nuova dedicata al beato Claudio, proprio a Chiampo dove ho vissuto negli ultimi due anni. È difficile esprimere quello che si vive in un momento come questo... Sento la gioia di poter dedicare in modo ancora più profondo la mia vita agli altri, specialmente offrendo per loro e con loro il sacrificio della Messa , donando il perdono di Dio nel sacramento della Riconciliazione e annunciando ancora più frequentemente il Vangelo. Allo stesso tempo sento anche la grande responsabilità di una chiamata così alta ed esigente! Desidero ringraziare di cuore tutte le persone che in tutti questi anni in vari modi mi hanno accompagnato e aiutato. Penso prima di tutto ai genitori, poi anche ai catechisti, ai sacerdoti che ho incontrato lungo il mio cammino; penso agli amici, a tutti i miei confratelli, ai formatori e ai docenti; penso a
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tutte le persone che hanno pregato per me, specialmente in quest’ultimo periodo. A tutti voi desidero far arrivare un grandissimo GRAZIE dal profondo del cuore. Allo stesso tempo devo anche esprimere il mio saluto a tutte le persone che ho conosciuto a Chiampo, perché il servizio del Signore mi ha chiamato a lasciare questo caro luogo per trasferirmi in Trentino, nel convento di Mezzolombardo. Sono arrivato ormai da alcuni giorni in questa nuova destinazione dove ho gioito molto per l’accoglienza ricevuta dai frati e dalla gente e gioisco anche per la bellezza della natura in questi luoghi. Vi chiedo di continuare ad accompagnare con la vostra preghiera non solo me, ma tutti i ministri e pastori della Chiesa, perché veramente abbiamo bisogno del sostegno e della preghiera di tutti voi fedeli per compiere con forza e fedeltà la nostra missione! Vi saluto e di cuore invio a tutti voi la benedizione del Signore: +Dio Onnipotente vi riempia di tutte le Sue Benedizioni e vi dia Forza, Gioia e Pace! fra Alberto Burato
2 Ottobre:
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giubilei di professione religiosa
l giorno 2 ottobre, durante la celebrazione eucaristica delle ore 11.30, alcuni fratelli e sorelle delle fraternità al santuario di Chiampo, hanno celebrato i loro giubilei di professione religiosa: Frate Stefano Marchioro, 75° e Frate Lorenzo Assolani, 25°; della fraternità delle Suore Francescane Alcantarine: Suor Gemma Bisogno, 50° e Suor Silvia Levorato 25°. Ha presieduto la celebrazione eucaristica Padre Lorenzo che, a sorpresa, ha coinvolto Suor Silvia durante l’omelia, e prima di terminare la celebrazione ha invitato anche Padre Stefano e Suor Gemma a dare la loro testimonianza di vita. Abbiamo goduto della gioia che ognuno di loro ha trasmesso ai presenti, per la grazia di questi anni donati
totalmente al Signore e al servizio del Regno. Il tutto è stato coronato dal pranzo e da un momento di festa organizzata da un gruppo di giovani. Affidiamo al Padre delle misericordie questi nostri fratelli e sorelle perchè il loro cuore sia sempre più simile a quello del Signore.
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Dov’è Dio? Carissimi lettori, vi proponiamo parti scelte dall’omelia di papa Francesco alla GMG 2016 a Cracovia, che si riferisce alle opere di misericordia… a cura di suor
Annachiara Rizzo
«Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi» (Mt 25,35-36).
to, profughi, rifugiati? Dov’è Dio, quando persone innocenti muoiono a causa della violenza, del terrorismo, delle guerre? Dov’è Dio, quando malattie spietate rompono legami di vita e di affetto? O quando i bambini vengono sfruttati, umiliati, e anch’essi soffrono a causa di gravi patologie?
Queste parole di Gesù vengono incontro Dov’è Dio, di fronte all’inquietudine dei all’interrogativo che più volte risuona nel- dubbiosi e degli afflitti nell’anima? la nostra mente e nel nostro cuore: “Dov’è Dio?”. Esistono domande per le quali non ci sono risposte umane. Possiamo solo guarDov’è Dio, se nel mondo c’è il male, se dare a Gesù, e domandare a Lui. E la rispoci sono uomini affamati, assetati, senzatet- sta di Gesù è questa: “Dio è in loro”, Gesù è in loro, soffre in loro, profondamente identificato con ciascuno. Egli è così unito ad essi, quasi da formare “un solo corpo”. Gesù stesso ha scelto di identificarsi in questi nostri fratelli e sorelle provati dal dolore e dalle angosce, accettando di percorrere la via dolorosa verso il calvario. (…) Gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente diamo. Siamo chiamati a servire Gesù crocifisso in ogni persona emarginata, a toccare la sua carne benedetta in
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chi è escluso, ha fame, ha sete, è nudo, carcerato, ammalato, disoccupato, perseguitato, profugo, migrante. Lì troviamo il nostro Dio, lì tocchiamo il Signore. Ce l’ha detto Gesù stesso, spiegando quale sarà il “protocollo” in base al quale saremo giudicati: ogni volta che avremo fatto questo al più piccolo dei nostri fratelli, l’avremo fatto a Lui (cfr Mt 25,31-46). (…) Nell’accoglienza dell’emarginato che è ferito nel corpo, e nell’accoglienza del peccatore che è ferito nell’anima, si gioca la nostra credibilità come cristiani. (…) Non nelle idee, lì! Oggi l’umanità ha bisogno di uomini e di donne, e in modo particolare di giovani come voi, che non vogliono vivere la propria vita “a metà”, giovani pronti a spendere la vita nel servizio gratuito ai fratelli più poveri e più deboli, a imitazione di Cristo, che ha donato tutto sé stesso per la nostra salvezza. Di fronte al male, alla sofferenza, al peccato, l’unica risposta possibile per il discepolo di Gesù è il dono di sé, anche della vita, a imitazione di Cristo; è l’atteggiamento del servizio. Se uno - che si dice cristiano non vive per servire, non serve per vivere. Con la sua vita rinnega Gesù Cristo.
Questa sera, cari giovani, il Signore vi rinnova l’invito a diventare protagonisti nel servizio; vuole fare di voi una risposta concreta ai bisogni e alle sofferenze dell’umanità; vuole che siate un segno del suo amore misericordioso per il nostro tempo! Per compiere questa missione, Egli vi indica la via dell’impegno personale e del sacrificio di voi stessi: è la Via della croce. La Via della croce è la via della felicità di seguire Cristo fino in fondo, nelle circostanze spesso drammatiche del vivere quotidiano; è la via che non teme insuccessi, emarginazioni o solitudini, perché riempie il cuore dell’uomo della pienezza di Gesù. La Via della croce è la via della vita e dello stile di Dio, che Gesù fa percorrere anche attraverso i sentieri di una società a volte divisa, ingiusta e corrotta. (…) È la Via della speranza e del futuro. Chi la percorre con generosità e con fede, dona speranza al futuro e all’umanità. (…) E io vorrei che voi foste seminatori di speranza.
DAVANTI AL CROCIFISSO PREGO TANTO VOLENTIERI, SPECIALMENTE DOPO CHE EGLI SI E’ DEGNATO DI MOSTRARMI QUANTO SOFFRA PER NOI! ( FRA CLAUDIO)
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“Lo sguardo” I gesti dell’amore
fra Lorenzo
R aniero
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50° Matrimonio Mainente Valentino e Beschin Santa
Tre sorelle con i rispettivi mariti anniversari di matrimonio:30° Giuseppe e Terenziana, 35° Gaetano e Claudia, 40° Ernesto e Annamaria
40° Matrimonio famiglia Boschetto
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ella relazione amorosa tra uomo e donna lo sguardo è il primo gesto spontaneo e naturale che viene messo in atto, e gli occhi costituiscono il primo elemento che colpisce e che penetra in profondità nel cuore delle persone. Due occhi scuri oppure due occhi chiari colpiscono subito per la profondità o per la luce che emanano. Anche nel Vangelo di Gesù, l’occhio è considerato la lampada del nostro corpo (Mt 6,22). Gli occhi sono la finestra dell’anima e da essi esce la luce che portiamo dentro, e pertanto possono essere accesi e luminosi oppure bui e spenti. Negli innamorati gli occhi brillano di una luce nuova, gli sguardi sono intensi e profondi: dicono molto di più di tante parole. Infatti, il gioco di sguardi che spesso caratterizza il primo timido incontro tra ragazzi innamorati esprime il desiderio di godere della bellezza dell’altro, manifesta l’aspirazione alla complicità, dice la voglia di una relazione corrisposta. Il Cantico dei cantici, poema biblico dell’amore umano, esprime questo desiderio che passa attraverso gli occhi con delle immagini: «Eccolo, l’amato mio! Sta dietro il muro; guarda dalla finestra, spia dalle inferriate» (Ct 2,9). Vi è qui tutta la densità del desiderio di guardare l’altro che si ama da ogni dove, perché è bello a vedersi, amabile agli occhi, piacevole allo sguardo! Nei racconti biblici dell’Antico Testamento c’è un testo che narra l’incontro di due giovani innamorati attraverso i loro sguardi: si tratta di Isacco e Rebecca. Ecco l’episodio: «Isacco uscì sul far della sera per svagarsi in campagna e, alzando gli occhi, vide venire dei cammelli. Alzò gli occhi anche Rebecca, vide Isacco e scese subito dal cammello. […] Allora essa
prese il velo e si coprì» (Gen 24,63-65). Qui, i veri protagonisti sono gli sguardi. Infatti, gli occhi di entrambi questi giovani sono alla ricerca di un orizzonte diverso dal proprio: per questo i loro sguardi si incontrano, si intrecciano. In quegli occhi che si incrociano è descritto in modo espressivo l’incontro di due anime, di due interiorità, di due sensibilità. Gli occhi sono una finestra aperta sul proprio cuore, ma possono diventare anche strumento di possesso e di conquista dell’altro. Nell’incontro amoroso, l’attrazione fisica costituisce un elemento primordiale molto importante: si è letteralmente magnetizzati dall’altro! Pur essendo un aspetto fondamentale, tuttavia non può fermarsi qui; richiede di essere approfondito, umanizzato, purificato. Lo sguardo cattura, gli occhi assimilano in sé la persona bella e attraente dell’altro facendolo diventare parte di se stessi in una unione indifferenziata. Gli occhi e gli sguardi possono essere voraci, smaniosi di possesso, a volte anche aggressivi. Ma allora l’altro non esiste più, viene fagocitato dalla fame dello sguardo avido e concupiscente. In questo senso si spiega il gesto di Rebecca, nel testo biblico presentato: si copre il volto con il velo, quasi a porre una tenue barriera per non essere catturata e assorbita dalla bramosia dell’altro. L’incontro vero è tale se si compie sempre tra due persone che, pur nella profonda attrazione reciproca, rimangono sempre distinte. Il velo sul volto indica proprio questa distanza sufficiente tra i due; crea uno spazio necessario tra le persone per poter tessere quelle relazioni d’amore che permettono ai due di restare se stessi. Al contrario, invece, in un rapporto troppo stretto e assorbente viene tolto ogni spazio per la relazione tra due soggetti, e si finisce nella fusione dei due che distrugge l’individualità di ciascuno.
45° Matrimonio Dal Zotto Remigio e Zambon Giulia
persone sono stanche o scoraggiate o tristi. Ti guarda e capisce subito se hai bisogno di aiuto e si accorge se c’è qualcosa che ti preoccupa e di cui vorresti parlare. Ma la cosa più bella è che la mia nonna riesce sempre a vedere in ciascuno qualcosa di buono!». Il bambino continuò: «Un giorno ho chiesto a mia nonna come faceva a vedere tutte quelle cose, e lei mi ha Lo sguardo, dunque, è limpido e trasparente risposto che era successo quando era diventata quando contempla l’altro per ciò che è, quando vecchia. Perciò sono sicuro che deve essere per non si preoccupa di catturare l’altro o di «man- merito degli occhiali che porta!». Amare con giarlo con gli occhi». È lo sguardo che mette al lo sguardo e con gli occhi significa coltivare di sopra di tutto il «tu» dell’altro senza divorar- l’attenzione e la cura per gli altri, prima ancora lo. Si tratta di avere gli occhi rivolti solo verso che per se stessi. l’altro, lasciandolo essere se stesso! Una volta un bambino fu costretto a portare gli occhiali. Un suo amichetto gli chiese: «Ma non ti senti brutto a dover portare gli occhiali?». «No, se fossero come quelli della mia nonna!», rispose il ragazzino. «Mia mamma dice che lei riesce sempre a vedere quando le
UN’ OPERA VERAMENTE ARTISTICA DEVE ISPIRARE SOLO SENTIMENTI GRANDI, NOBILI, E, SE È SACRA, SANTI. (FRA CLAUDIO)
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Aiuteró e consoleró tutti La croce di Padre Ippolito
Carissimo Padre, Mia mamma Adelaide cosi raccontava: “Erano all’incirca gli anni trenta e Padre Ippolito era solito passare per le contrade di Chiampo per la questua. Egli raccoglieva un po’ di tutto quanto quella povera gente di quei tempi poteva donare: uova, verdura, pane, farina, per poi donarlo ai più poveri. Passava anche da mia nonna Teresa dai (MAIARI), la quale donava ciò che poteva (aveva dieci figli ). Un giorno arrivò per la solita questua, ma la famiglia era in seria Padre Ippolito Guggia apprensione perchè il piccolo Gabriele di tre anni era ammalato. 1890 - 1952 La cosa era piuttosto seria, era una emiparesi , forse poliomielite? Non si sa. E’ cosa certa che il piccino era mezzo paralizzato. La nonna Teresa allora chiese a Padre Ippolito di dare una benedizione al figlio, cosa che subito fece. Padre Ippolito aveva con sé una croce e disse al piccolo Gabriele: “ prendila ! “ ed il piccolo sollevò la mano sana, ma Padre Ippolito disse: “non con quella manina, ma con l’altra” ed il bimbo lentamente, con evidente sforzo sollevò la mano paralizzata ed afferrò la croce. D’allora iniziò una precoce e perfetta guarigione. Allora Padre Ippolito donò quella croce a nonna Teresa che la conservò devotamente. Passarono gli anni; i figli si sposarono e la figlia Adelaide con la sua famiglia, composta da marito e sette figli dei quali due ammalati, si trasferì in Lombardia. Qualche tempo dopo nonna Teresa volle far visita alla figlia Adelaide ed in quell’ occasione le donò il crocifisso intuendo che ne aveva bisogno. La mamma lo tenne sempre con se pregandolo con sincera devozione. Quando mamma Adelaide era in avanzata età, io le chiesi quel crocifisso come ricordo rinunciando a qualsiasi altra cosa; la mamma acconsentì. D’allora lo conservo gelosamente e da quando sono in pensione (ero un’infermiera), svolgo volontariato con l’associazione nazionale AVULSS ed assisto gli ammalati terminali a domicilio. Durante le assistenze porto sempre con me, segretamente, quella croce nella borsetta, mi da forza ed aiuto. Ora voglio raccontare a fine testimonianza un piccolo aneddoto. Una notte, mi sono addormentata durante l’assistenza, ero molto stanca , ma mi sono svegliata perché ho sentito una voce, ( che io attribuisco al crocifisso ) che mi diceva: “Luciana è ora “. Mi avvicinai all’ammalato appena in tempo per avvisare la moglie, che, svegliatasi, gli prese teneramente la mano. Insieme, con le nostre preghiere, accompagnammo il marito al suo sereno trapasso. La moglie mi ringraziò per averla avvisata in tempo, ma io gli risposi che il merito non era mio ma della croce di Padre Ippolito, croce che conservo sempre con sincera devozione. Luciana CENTOMO Somma Lombardo 25 Agosto 2016
La signora Luciana con marito figli e nipoti, in pellegrinaggio alla Grotta di Chiampo.
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SE SI STUDIASSE DI PIÙ IL CROCIFISSO, IL MONDO ANDREBBE MEGLIO! (FRA CLAUDIO)
La signora Luciana spiega a padre Damiano il motivo del suo pellegrinaggio a Chiampo.
Signori Teboni
La bisnonna Giovanna affida alla Vergine Santa il nipotino Matteo perchĂŠ lo protegga e lo accompagni per tutta la vita.
La nonna Giovanna affida alla Vergine Santa i suoi nipotini Tommaso e Lorenzo perchĂŠ li protegga e li accompagni per tutta la vita.
Gabriel Massaroni Nathan
Famiglia Gonzato
Aurora, Jacopo Tommaso Lago e Vittoria Girotto
Cugini Lorenzi (Arzignano VI)
Samuel Posenato (Arzignano VI)
Spedite le vostre testimonianze e foto alla nostra Rivista grottadilourdes@libero.it
Consacrati a Maria: Ghirardello Desiree e Giada, Zambon Marco ed Eva, Lorenzetto Giannino
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Fra Claudio Amico Chiave della signorilità P. Liberio Fochesato
Padre Ippolito Fra Claudio
«E
ssere creature e avere sete è la stessa cosa » (Gay). Pari, se non maggiore, è il bisogno di riconoscenza, perché è il cuore che domina la vita, non l’ingegno.
si prestava a curarlo. Per tutti, sempre, ebbe espressioni di amore e assicurò che si sarebbe sforzato di saldare un po’ il debito con la preghiera. La cosa era tanto squisita, osserva uno, che invogliava a fargli un altro favore.
Scorro il cumulo di testimonianze su fra Clau- Mistero del cuore umano! Aveva ragione Plinio dio e odo quasi un coro che plaude alla finezza il Giovane di scrivere: ringraziare è il mezzo del suo sentimento. Con cuore attento apprez- migliore per ottenere ancora. zava e dava atto di quanto gli altri, tessera su tessera come in un mosaico, col loro sacrificio collaboravano alla sua felicità. Qualcuno gli donava un libro, altri un quadro Non dimenticava poi il bene ricevuto; anzi tra o una rivista d’arte, un terzo gli teneva la cu- lui e chiunque si stabilivano tali nodi di affetto, stodia del laboratorio durante l’assenza, l’altro che ancora sopravvivono nel suo nome.
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Un fabbro, che lo aiutò alla Grotta di Chiampo, un giorno lo vide capitargli in casa da Treviso, portando come ricordo le fotografie della festa per l’inaugurazione e due ritratti grandi della Grotta. Disse: «Non ho altro, li dono in riconoscenza dell’aiuto che mi ha dato ». Un muratore poi, svelto e capace, quasi suo braccio destro, si ammalò un paio di settimane prima dell’inaugurazione e finì al sanatorio di Feltre.
capirlo. Mi accadeva di dovergli far ripetere anche cinque o sei volte la stessa espressione». «II penultimo giorno di vita mi dovette ripetere tantissime volte questa frase, che gli stava molto a cuore: “Dica al mio padre Superiore che lo ringrazio, che prego per lui e che gli chiedo perdono se l’ho fatto combattere (soffrire)”. Dovetti comporre la frase sillaba per sillaba, specialmente quel ‘combattere’, che non riuscivo proprio a capire».
Fra Claudio non lo dimenticò, e un pomeriggio C’è un proverbio che scolpisce bene questa gli fece la sorpresa di giungere al suo capezzale. dote d’animo di Fra Claudio: scrisse i benefici sul marmo e i torti sulla sabbia. In genere il Esistono parecchi altri episodi che palesano la bene più grande, in ogni campo, talvolta trova sua riconoscenza. Ricordo quello che pare il la riconoscenza più piccola: è un fenomeno che canto del cigno, cioè l’ultimo saluto ai Frati. Ai ha del mistero. primi di luglio 1947 fra Claudio era a Chiampo. Vi passò un religioso di Vittorio Veneto. Fra Fra Claudio sapeva che dire «grazie!» con le Claudio, che già soffriva assai, fu sollecito ad labbra e con la vita è una tra le cose difficili, ma avvicinarlo. Gli disse: «Quando torni a Vitto- sacre e necessario. L’umile e schietta riconorio Veneto salutami personalmente tutti i frati». scenza fa di lui una di quelle creature spirituali, Poco dopo venne trasportato all’ospedale di che illuminano e rinfrescano i rapporti umani, Padova. L’infermiera racconta: «Faticava mol- fossero anche i più desolati. to nel parlare, era una pena seguirlo e difficile DOBBIAMO MEDITARE SPESSO SULL’UMILTA’ DI CRISTO, MA MEDITARE SUL SERIO (FRA CLAUDIO)
Chiesa del Beato Claudio: ultimati i lavori del viale d’accesso con relativa illuminazione. Grazie a tutte le persone che con il loro sostegno economico ci hanno permesso di compiere questo ulteriore passo avanti verso il completamento dell’opera.
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Pellegrinaggi Luglio e Agosto 2016 Totale pellegrinaggi: 18 Totale da inizio anno: 455 Varallo (VC) – Romanengo (CR) – Monte San Giusto (MC) – Lonigo (VI) – Gruppo Scout Cavallino Treporti (VE) – Comunità africana di Lingua inglese Bologna – Taglio di Po (RO) – Don Albino con i Familiari Trento – Molfetta (BA) – Alpini Cellore d’Illasi (VR) – Casa di riposo di Montebello Vicentino (VI) – Parr. SS. Cosma e Damiano Aiuruno (MI) – Lonigo (VI) – Thiene (VI) – Vairano Cremasco (CR) – RNS Capriate (BG) – Molfetta (BA).
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Aiutateci ad accogliervi meglio, prenotate il vostro pellegrinaggio! Nuovo servizio telefonico per assistenza e accoglienza pellegrini chiamare:
333 2744781
Molfetta (BA)
Montebello Vicentino (VI)
Macerata
Meledo di Sarego (VI)
Mestre (VE)
Santa Rita di Viareggio (LU)
Telgate (BG)
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Varese
Villaverla (VI)
Airuno (MI)
Borgosatollo (BS)
Branco San Francesco Scouts di Cavallino Treporti (VE)
Capriate (RNS)
Cellore d’Illasi a piedi
Coro di Taglio di Po (RO) , per il 60° di matrimonio di Lino e Ada, e il 60° di professione religiosa di Suor Elda Maria e di Padre Severino
Don Albino Dell’Eva con i familiari (Trento)
Grest Romanengo (CR)
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Pellegrinaggi Settembre 2016 Totale pellegrinaggi: 56 Totale da inizio anno: 511 Comunità Neocatecumenale Venezia – Bevilacqua (VR) – Fondi (LT) – Gruppo famiglie Parr. Sant’Ambrogio di Fiera (TV) – Santa Lucia di Piave (TV) – Campodoro (PD) – Bambini prima comunione Rosà (VI) – Parr. S. Giovanni Bianco Bergamo – Sacile (PN) – Campobasso – Giubileo OFS Vicenza – Ass. Figli in cielo Campolongo di Conegliano Veneto (TV) – Maserada sul Piave (TV) – Bagno di Romagna (FC) – Abbiategrasso (MI) – Ghisalba (BG) – Gruppo neocatecumenali Mestre (VE) – Vangadizza (VR) – Castelvecchio di Valdagno (VI) – Gruppo terza età Rosà (VI) – Bernate Cesate Ticino (MI) – Polegge (VI) – USMI Vicenza – Sossano e Orgiano (VI) – Pozzoleone (VI) – Montecchio Maggiore (VI) – Tolentino (MC) – Cologna Veneta (VR) – Mazzorno Destro (RO) – Ronco all’Adige (VR) – Montemurlo (PO) – Bolzano – Nervesa della Battaglia (TV) – Comunità Neocatecumenale di Mestre (VE) – UNITALSI Melegnano (MI) – AC diocesi di Vicenza – Congregazione mariana delle case della carità Reggio Emilia – UNITALSI Chiampo – Trecate (NO) – classe 1940 Busto Arsizio (VA) – Francavilla al Mare (CH) – famiglie Roncolato Brenton (VR) – Viareggio (LU) – Bagnolo di Lonigo (VI) – Parr. San Vito Rimini – Tolentino (MC) – Borgo Valsugana (TN) – Maserà (PD) – Brescia – Torreglia (PD) – Istituto Sacro Cuore Padova – Scuola Primaria Sacra Famiglia Verona – Feltre (BL).
Aiutateci ad accogliervi meglio, prenotate il vostro pellegrinaggio! Nuovo servizio telefonico per assistenza e accoglienza pellegrini chiamare:
333 2744781
Thiene (VI)
Maserà (PD)
ANNIVERSARI DI MATRIMONIO: 50°: Tadiello Angelo e Sartori Maria, Rancan Mario e Tibaldo Flora, Pio e Luciana, Valle Adriano e Grigolo Elisabetta. 45°: Fernanda Lumasin e Bruno Fantini, Maria Pellegrina e Bruno Marchetto. 40°: Giampietro e Teresina. 25° De Mori Giorgio e Giovanna.
Bernate Cesate Ticino (MI)
Suor Elda Maria con le sorelle
Bevilacqua (VR)
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Brescia
Campolongo di Conegliano Veneto (TV)
Casa di riposo Malo (VI)
Casa di riposo Montalbieri Valdagno (VI)
Classe 1940 Busto Arsizio (VA)
Comunità Neocatecumenale di Mestre (VE)
Congregazione Mariana delle Case della Carità Reggio Emilia
Fondi e Sant’Ambrogio (LT)
Gruppo di Filippini
Lecce
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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Vicenza IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE ALL’UFFICIO POSTALE DI VICENZA C.P.O. IL MITTENTE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE LA PREVISTA TARIFFA
L’associazione Loretana di Feltre festeggia i suoi settanta anni con un pellegrinaggio alla porta santa della Misericordia, a Chiampo. Dopo ben sessanta anni i dirigenti di questa associazione sono venuti al Santuario di Chiampo a salutare il loro assistente Padre Stefano Marchioro.
Prenotazione pellegrinaggi 3332744781
Alpini di Chiampo alla Porta Santa. Visitate il sito www.santuariochiampo.com e seguiteci su
Santuario di Chiampo
Banco Popolare Società Cooperativa - Agenzia di Chiampo - Piazza G. Zanella 23 Codice IBAN: IT 02 C 05034 60290 000000005540 - BIC: BAPPIT21110 A favore di Provincia S. Antonio O.F.M. - Specificare la causale del versamento (Chiesa B. Claudio … offerta … per la Rivista … )