Anno XCII Marzo 2017
n.3
1867-2017
150 anni di presenza francescana alla Pieve di Chiampo
Mensile del santuario di CHIAMPO (VI)
ALE ANI I C V SPE O GIO RT E S IN
SOMMARIO 3 L 4 V 6 S 8 L P 9 A 12 #G 14 I 16 A 18 F C 20 V 22 P
N° 3 Marzo 2017
ettera del frate
Rettore
enerabile Ignazio
(Giuseppe) Beschin (1) fra Damiano Baschirotto
partiremo il pane con voi
e
arole di
(2) a cura di Giovanni Fanton
Papa Francesco a cura di suor Annachiara Rizzo
ppuntamenti in santuario ufo
Giovani suor Fabiola Dall’Agnol
gesti dell’ amore fra Lorenzo Raniero iuterò e consolerò tutti
ra
laudio
Amico fra Liberio Fochesato
ita del santuario fra Damiano Baschirotto
ellegrinaggi
Sabato e Vigilie: ore 18.00 fino a fine aprile 2017 poi ore ore 20.30 dal 6 maggio 2017 al 3 settembre 2017
ORARIO SANTUARIO
Festivo: ore 7.00 alla Pieve ore 8.30 - 10.00 - 11.30 16.30 - 18.00 ore 15.30 - Canto del Vespro (Alla Pieve) (Sospeso: Luglio e Agosto) Feriale: ore 7.00 - 9.00 - 16.30
ORARIO DEL MUSEO 9.00-12.00 / 14.30-18.30
ORARIO CONFESSIONI solo alla Pieve ore 8.00 - 11.30 e 15.00 - 18.30 VIA CRUCIS: Ogni venerdì: ore 15.00 (1 sett. - 31 maggio) ore 20.30 (1 giugno - 31 agosto)
ORARIO DEL NEGOZIO 9.00-12.30 / 14.30-19.00 Tel. 0444 42.29.22
PRIVACY: nel rispetto della legge 675/96, sulla tutela di riservatezza delle persone e dei dati personali, “La Grotta di Lourdes” garantisce che le informazioni relative agli associati, custodite nel proprio archivio elettronico, non saranno cedute ad altri e saranno utilizzate esclusivamente per l’invio della rivista.
Direttore responsabile: fra Luigi Secco Redazione: fra Giuseppe Bonato, fra Damiano Baschirotto, fra Alessandro Poggiato, suore Francescane Alcantarine e Giovanni Fanton Servizio foto: Suor Rita Barbato, Stefano Lovato, Norberto Rancan Stampa: Cora Print s.r.l - Trissino (VI) Autorizzazione Tribunale di Vicenza 16/07/1949 - N.13 R.S. Con approvazione ecclesiastica e dell’Ordine dei Frati Minori.
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Lettera del frate Rettore
arissimi fratelli e sorelle Il primo marzo è iniziato il tempo forte della Quaresima, un tempo che si deve differenziare dal quotidiano, nella conversione e nel ritorno a Dio. La liturgia pone l’accento su “digiuno, le pratiche penitenziali, quali preghiera ed elemosina, e astinenza”; pratiche che ci aiutano a narrare con la nostra vita la speranza che abita il cuore dei credenti. Nella vita del Santuario questo tempo vede molti pellegrini i venerdì percorrere e contemplare l’amore del Signore attraverso la Via dolorosa. La Via Crucis termina nell’ultima stazione con le donne che incontrano l’angelo all’ombra degli ulivi del giardino, mentre stanno andando al Sepolcro. Una di loro tiene gli unguenti tra le mani adagiate sul petto con lo sguardo smarrito e impaurito, l’altra invece sembra aver capito il messaggio di quell’angelo che arriva dal cielo, come le pieghe delle sue vesti sembrano indicare: “Non andate al Sepolcro perché Cristo è risorto”. Le donne diventano punto di riferimento; accolto l’annuncio della risurrezione “abbandonano in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande corsero a dirlo ai discepoli”. Al mattino di Pasqua, avvertiti dalle donne, Pietro e Giovanni corsero al sepolcro e lo trovarono aperto e vuoto. Allora si avvicinarono e si “chinarono” per entrare nel sepolcro. Per entrare nel mistero bisogna “chinarsi”, abbassarsi. Solo chi si abbassa comprende la glorificazione di Gesù e può seguirlo sulla sua strada. (papa Francesco). Ora compete a noi incontrare il Risorto, là dove ci dà appuntamento: in Galilea, nel cuore del mondo. Buona Pasqua a tutti voi! Frate Giuseppe Bonato
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Venerabile Ignazio (Giuseppe) Beschin (1) Infanzia e vocazione
Qualche tempo dopo, a causa di un’epidemia di tifo, Maria morì. Anche Beppino si ammalò di tifo. Pregò con fede il Signore: voleva guarire, per seguire san Francesco. Sopravvisse e, dopo aver strappato il consenso ai familiari, poté realizzare la sua vocazione francescana.
Giuseppe Beschin nacque il 26 agosto 1880 a San Giovanni Ilarione (VR), frazione Potacci, nono degli undici figli di Arcangelo Beschin e Luigia Zamichele, contadini. Sin dalle elementari si sentì chiamato alla vita religiosa, nonostante i sacerdoti della sua parrocchia lo volessero tra il clero diocesano. La prima persona a cui Beppino, a otto anni, confidò il suo desiderio fu la sorella Maria, ma nemmeno lei era favorevole alla scelta del fratellino, soprannominato in famiglia “Mira”, per la precisione nel centrare il bersaglio con le sue fiondate.
Tra i Frati Minori
Il 20 gennaio scorso, Papa Francesco ha ricevuto in udienza il Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso dell’udienza il Sommo Pontefice ha autorizzato la Congregazione a promulgare il decreto riguardante le virtù eroiche del
SERVO DI DIO IGNAZIO BESCHIN
Il P. Ignazio Beschin, soldato di Sanità, nella Ia Guerra mondiale.
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Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori; nato a S. Giovanni Ilarione il 26 agosto 1880 e morto a Chiampo il 29 ottobre 1952
Giuseppe Beschin entrò nel Collegio Serafico di Chiampo (Vicenza). All’epoca era rettore padre Angelico Melotto, in seguito missionario in Cina, assassinato il 4 settembre 1923 da fuoriusciti dell’esercito regolare divenuti predoni. Novizio a San Francesco del Deserto, nell’omonima isola della laguna veneziana, il 12 settembre 1895, vestì il saio dei Frati Minori con il nuovo nome fra Ignazio; professò i primi voti religiosi l’anno successivo. Fra Ignazio Beschin proseguì la formazione in vista del sacerdozio nei conventi di Monselice (Padova), Rovigno (Pola-Istria) e Venezia con le seguenti tappe: professio-
fra Damiano Baschirotto
ne solenne il 2 agosto 1902, ordinazione sacerdotale il 10 agosto 1903, prima Messa al suo paese l’8 settembre 1903. Ulteriori studi e primi incarichi del p. Ignazio Beschin Laurea in Teologia Morale alla Pontificia Università Antonianum di Roma, dottorato in Diritto Canonico presso la facoltà giuridica del Seminario patriarcale di Venezia. Tra i suoi confratelli godette di grande stima, benché fosse molto giovane, stimato non solo per la sua competenza come docente di morale e di diritto, ma anche per le sue doti spirituali: pio, umile, obbediente, prudente e zelante nell’offrire esempi di grande carità a chiunque fosse bisognoso di aiuto e consolazione. Per questo fu eletto Definitore provinciale (ossia consigliere) e direttore spirituale dei frati studenti teologi. (continua)
Una nuova luce si accende presso il nostro santuario. Dopo il beato Claudio, un altro frate del nostro territorio è dichiarato ‘Venerabile’ da papa Francesco. Tutto questo significa che ora lo possiamo pregare pubblicamente in chiesa perché le sue virtù sono state riconosciute dalla Chiesa e quindi è dato a noi come modello da seguire. Per molti è un nome nuovo, per altri è abbastanza familiare. Propongo a tutti la lettura della vita del Servo di Dio Ignazio Beschin scritta da padre Bernardino Barban, figlio della beata mamma Rosa. Il libro si trova presso il nostro Santuario di Chiampo. Emilia Flocchini www.santuariochiampo.com rivista@santuariochiampo.com
La casa paterna del P. Ignazio Beschin. Sull’ingresso i nipoti.
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SPARTIREMO IL NOSTRO PANE CON VOI 2. L’ordine francescano secolare a Chiampo
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rima dell’arrivo dei frati alla Pieve era presente a Chiampo una fiorente fraternità OFS. Così ne scrive il padre Paolino Battilana da Cornedo nel libro edito nel 1907 in occasione dell’inaugurazione del Convento. “Basti solo considerare quanto qui sia fiorente il Terz’ Ordine Francescano. Istituito fin dal 1863 dal padre Gianangelo Savignago da Vicenza, prima di passare alla Pieve aveva la sua sede nella Chiesa di Sant’Antonio ed ebbe a Direttori prima don Natale Cavaliere, quindi don Luigi Mistrorigo. Venuti a Chiampo i Figli di San F r ancesco, ne assunsero essi la dire-
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a cura di
Giovanni Fanton
zione, dandogli sempre maggiore incremento. Ma fu specialmente in questi ultimi tre anni, che la benemerita istituzione diede i risultati più confortanti; e ciò per merito del solerte, zelantissimo Direttore Padre Remigio Bressan da Gazzolo d’Arcole. Infatti, se quando egli, nell’Ottobre 1904, ne assunse la direzione, gli Ascritti erano 349, dei quali solo 32 uomini; d’allora fino ad oggi che scriviamo, raggiunsero la bella cifra di 676. (...) Per poi persuaderci che il Terz’Ordine di Chiampo non è fiorente solo per numero, ma anche per spirito, basta ricordare il devotissimo pellegrinaggio fatto dai Terziari a Monte Berico il 2 maggio ultimo scorso; Pellegrinaggio che resterà memorabile nei fasti del paese.” Negli anni la Pieve ha dato vita e coltivato oltre 50 fraternità nei paesi delle nostre vallate dell’Agno, del Chiampo e dell’Alpone. I Terziari furono sempre l’anima di grandi raduni spirituali. Il 10 settembre 1883 per loro iniziativa si raccolsero alla Pieve circa 20.000 pellegrini; così il 16 settembre 1909 fu tenuto un trionfale Congresso cui presiedette S. E. il Card. Giulio Boschi di Ferrara. Va ricordato pure l’11 settembre 1942 per la calorosa manifestazione francescana a ri-
carissimo amico padre Francesco Antonio Mercante, abbracciò la regola del Terz’Ordine Francescano. Nel 1868 egli compose la celebre Ode alla Chiesuola Antica in onore della Madonna della Pieve, ode che illustreremo nel prossimo numero.
cordo del 75° dell’arrivo dei frati a Chiampo. Il 4 settembre 1949 altri diecimila fra Terziari Veneti e fedeli ebbero un imponente Congresso sotto la guida di S. E. Mons. Vittorio Facchinetti, Vescovo di Tripoli.
Infine altro Chiampese illustre, fervente terziario francescano, fu S. E. Mons. Antonio Mistrorigo Vescovo di Treviso, il quale, 50 anni or sono, tenne la solenne Commemorazione ufficiale alla Chiusura della Giornata Giubilare di domenica 10 settembre 1967, tenuta per i cento anni dell’arrivo dei frati a Chiampo.
Nella fraternità OFS di Chiampo maturò la vocazione di padre Berardo Cisco, figlio di Pietro, nato il 20 ottobre 1845. A 19 anni indossò l’abito religioso a Vittorio Veneto. Negli anni della sopressione del 1867 si trasferì in Austria. Nel 1872 partì missionario in Bolivia, dove rimase per 28 anni tra le tribù locali, insegnando a dissodare e coltivare terreni. A Chimeo costruì una chiesa, a Zapatera un cimitero. Nel 1897 tornò a Chiampo per motivi di salute e morì alla Pieve il 4 agosto del 1901. A lui è dedicata una via del paese. Il poeta Giacomo Zanella fu terziario francescano. Nel 1871 visitò Assisi e così ne scrisse: “L’Umbria mi ha innamorato, Assisi mi sta sempre nell’anima : l’Italia qui mi pare più sacra.” Il 17 ottobre 1874, in Santa Lucia a Vicenza, per opera del suo MARZO 2017
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Le Parole di Papa Francesco Carissimi lettori, a partire da questo numero della nostra rivista, cambierà la pagina riservata a papa Francesco. Abbiamo pensato di utilizzarla per offrire alcuni chiarimenti su tematiche affrontate da papa Francesco e, spesso, riportate dalle diverse agenzie di stampa in termini totalmente diversi da come lui le ha affrontate o espresse. Ci auguriamo possa essere un aiuto utile.
Ricevere o integrare? E’ ormai tradizione che, durante i voli papali, ci sia un momento riservato alla Conferenza Stampa che ha avuto inizio, anche se in modo molto semplice e non come la conosciamo oggi, con papa Paolo VI ed è continuata con i successori prendendo una forma sempre più ufficiale e strutturata. Con papa Francesco continua ed è prevista sul volo di ritorno. Riportiamo qui, in parte, la risposta data ad un giornalista svedese, durante il volo di ritorno dal viaggio in Svezia il 1° novembre 2016, sulla realtà dei migranti e dei rifugiati. (Fonte: www.vatican.va) Alla domanda del giornalista Elin Swedenmark, dell’agenzia svedese “TT”: (…) Vediamo che sempre più persone provenienti da Paesi come la Siria o l’Iraq cercano rifugio in Paesi europei. Ma alcuni reagiscono con paura o addirittura ci sono persone che pensano che l’arrivo di questi rifugiati possa minacciare la cultura del cristianesimo in Europa. Qual è il suo messag-
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a cura di suor
Annachiara Rizzo
gio per la gente che teme tale sviluppo della situazione. (…) Così ha risposto Papa Francesco: Prima di tutto, io come argentino e sudamericano ringrazio tanto la Svezia per questa accoglienza, perché tanti argentini, cileni, uruguayani nel tempo delle dittature militari sono stati accolti in Svezia. La Svezia ha una lunga tradizione di accoglienza. E non soltanto ricevere, ma integrare, cercare subito casa, scuola, lavoro… integrare in un popolo. (…) Questa è la prima cosa. Secondo: si deve distinguere tra migrante e rifugiato, no? Il migrante dev’essere trattato con certe regole perché migrare è un diritto ma è un diritto molto regolato. Invece, essere rifugiato viene da una situazione di guerra, di angoscia, di fame, di una situazione terribile e lo status di rifugiato ha bisogno di più cura, di più lavoro. Anche in questo, la Svezia sempre ha dato un esempio nel sistemare, nel fare imparare la lingua, la cultura e anche integrare nella cultura. Su questo aspetto dell’integrazione delle culture, non dobbiamo spaventarci, perché l’Europa si è
formata con una continua integrazione di culture, tante culture… (…) L’Europa si è formata con le migrazioni… Poi, cosa penso dei Paesi che chiudono le frontiere: credo che in teoria non si può chiudere il cuore a un rifugiato, ma ci vuole anche la prudenza dei governanti: devono essere molto aperti a riceverli, ma anche fare il calcolo di come poterli sistemare, perché un rifugiato non lo si deve solo ricevere, ma lo si deve integrare. E se un Paese ha una capacità di venti, diciamo così, di integrazione, faccia fino a questo. Un altro di più, faccia di più. Ma sempre il cuore aperto: non è umano chiudere le porte, non è umano chiude-
re il cuore, e alla lunga questo si paga. Qui, si paga politicamente; come anche si può pagare politicamente una imprudenza nei calcoli, nel ricevere più di quelli che si possono integrare. Perché, qual è il pericolo quando un rifugiato o un migrante – questo vale per tutti e due – non viene integrato, non è integrato? Mi permetto la parola – forse è un neologismo – si ghettizza, ossia entra in un ghetto. E una cultura che non si sviluppa in rapporto con l’altra cultura, questo è pericoloso. Io credo che il più cattivo consigliere per i Paesi che tendono a chiudere le frontiere sia la paura, e il miglior consigliere sia la prudenza. (…)
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Settimana Santa in Santuario 9 Aprile
Domenica delle Palme
Sabato ore 17.30 e domenica ore 9.30 Benedizione degli ulivi in Grotta e processione alla Chiesa del Beato Claudio. 13 Aprile Giovedì Santo giovedì
Ore 7.00 Canto delle Lodi Ore 20.30 S. Messa nella Cena del Signore Nella chiesa del Beato Claudio. Seque un tempo per l’adorazione personale. 14 Aprile Venerdì Santo
giorno di digiuno ed astinenza
Ore 7.00 Canto delle Lodi Ore 15.00 Liturgia nella Passione e Morte del Signore nella Chiesa del Beato Claudio Ore 20.30 Solenne Via Crucis.
15 Aprile Sabato Santo Ore 7.00 Canto delle Lodi Ore 21.00 Solenne Veglia Pasquale nella Chiesa del Beato Claudio. 16 Aprile Pasqua di Risurrezione
Sante Messe con orario festivo4 d
17 Aprile Lunedì nell’ottava di Pasqua Sante Messe con orario festivo Non c’è il Canto del Vespro Confessioni alla Pieve: 8.00 - 11.45 e 15.00 - 18.30 Nella Settimana Santa le confessioni sono sospese durante tutte le celebrazioni liturgiche: invitiamo a prepararsi con tempo alla celebrazione del Sacramento della Riconciliazione.
Mese di maggio in Santuario Lunedì 1° maggio - Inizio del Fioretto Mariano Ogni sera (escluso il sabato e la domenica), Ore 20.30 recita del Santo Rosario in Grotta Dal 6 maggio fino al 2 settembre 2017 La Santa Messa festiva del sabato si celebra alle 20.30 10
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di suor Fabiola Dall’Agnol
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La LUCE
notte a l l e ede n v e h c Colui
illuminarelegenti”Lc2,32.Levarieguarigioni a h che Gesù compie sui ciechi, dicono che lui è pori m , oto... to questa frase scriu v l i tatorediluce.MasoprattuttoinGiovanni,Gesùè e v scri hede rova La luce do qua e là ho t oaipadriSiriaci,c me vestiti descrittocomeluce:“Inluieralavitaelavitaera t en to co a c c … legg menterimanda e io p D lalucedegliuomini;lalucesplendenelletenedi ta ima del ostesso la l l e t immedia amo ed Eva pr n a bre”Gv1,4-5,“Venivanelmondolalucevera…” Ad ntirono oroilm vevano eccatotolsel aricopertiese aginedi Gv1,9-10.Gesùstessosidefiniscecomeluce:“Io m ev ilp cuiliav .21).L’uomo,im naluce diLuce, n o c sono la luce del mondo; chi segue me, non cam) ,2 ,u 3,7 104 (Cf.Sal dicoprirsi(Gen ssagloriadiDio imento minerànelletenebre,maavràlalucedellavita” à gn te necessit avadunquelas provocòlospe conDio Gv8,12 (Cf. Gv12,46 e Gv9,5). Cristo rivestito to tr poi, Dio,mos ile.Ilpeccato pezzailrappor vetro e dellanostraumanità,celanell’umiltàdellacarne os sib no inacces ;quandol’uom a in cui si vedo ntenon lalucedivina.Neabbiamoampiadimostrazione e t a c n u e ec dellal e adina sp sa,laluceacc c p u l m nell’episodiodellatrasfigurazione:“Efutrasfia a l l e a n ce si spegn questo o è come u i,mentreseèac d n a guratodavantialoro;ilsuovoltobrillòcome u .Q nt e nulla aco, nudo. A senza ifilame r e d e il sole e le sue vesti divennero candide come v i p te d ento, o re che l’uomo p permet s e r luce”Mt17,2.Cristoècoluichehadistrutto a p ri tutto ap otremmo asse . io D e h letenebredelpeccatoedellamorte;appunto oc o punto pento, cioè vuot uoto, osserviam idifolgola luce che ha scritto definitivamenv r p Dio è s avvero scrive il ome:luce,baglio al89,16; te le fine del nostro vuoto. S c d ; o La luce turaèdescritt minoso(Sal4,7 reazioE noi siamo tutti mendicanti di c u it r l a nellaSc ,4);haunvolto la luce. Dopo l unciata luce,quantevoltechiediamoluceper b3 el on re(Cf.A ed è creatore d primaparolapr on fosse quanto non ci è chiaro, oppure vorn la ss) la luce ostead Nm6,24 oedellaterra, e S ) ,3 1 p remmofossefattalucesualcunesiiel !”.(Gen ontrap nedelc la Luce ontinuamentec rcezionedel ia S tuazioni complessecheciriguardano, “ : è c e da Dio tenebre rodatosololap antonulla e l , a t o alla fine deltunnelvorremmovedea e be qu statacr ia,avreb bemaistata,in b ib B re la luce, ebbene RIVESTIAMOCI a l essanel vitanonsareb nei e c is a d delle armi della luce e rigettiamo l r so vuoto;e a luce. . Luca e avisitarci e c u l z e leoperedelletenebre(Rm13,12ss) vive sen sso si rivela com esù,con:“Verrà Luceper “ e viviamo come figli della luce e e G t ) a s 9 o 7 ù 8nt Ges iferime orge…”(Lc1,7 r in (Ef5,8-9; Cf. Ef5,14; 1Tess5,5). i, ic s cant soleche n u o t l a dall’
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Leggi, legg i…
Bibbia Gio va B. Maggion ne, a cura di i ed. Ancora. e G. Vivaldelli, 2011, Sii la mia lu c cura di B. K e, Madre Teresa, a olodiejchuk ,2 2009, ed. Bur Rizzoli 008. L’arte della vita 2011, ed Lip , M. I Rupnik, a.
ternetFra?gola … e suchein ra” ent Lorenzo
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prile, esi “Quar arzo poi il 2 A ve M a Pie 5 e 19 vanti all a d 0 ore 19,0 o. Aprile mp , 13-16 ” di Chia e l a u Pasq mpo “Triduo di Chia io r a u t San Info: 7674 o.com 393 313 chiamp io r a u t n www.sa
“Luce tch?v=4WiueV_PJBQ https://www.youtube.com/wa sia “Luce” Alda Merini poe e-1995/ 3/alda-merini-interpreta-luc http://www.teche.rai.it/2016/0 nto Rinnovamento ” Ca “Luce del mondo sei Signor tch?v=NOZtes7iXUY /wa .com ube out w.y /ww https:/ cartone animato “Dalla croce alla luce” mini U Xh mk ybf 7cj https://youtu.be/ aggio maestro della luce” – Carav “Il Q8 7lrs 1Ia Dz .be/ utu https://yo Puoi vedere questi video su: #gufogiovani Santuario di Chiampo con La liturgia ci guida a Nell’arte il maestro della luce per eccellenza vivere que dalletene sto passag breallalu gio, èil Caravaggio.Neldipinto“LavocazionediSan ce,all’iniz squale, qu iodellaveg and liapa- Matteo”vediamocheperaccentuarelatensione SQUALE, se o nel buio si accend e il CERO P gno del Cr A- drammaticadell’immagineefocalizzarel’attenisto Risort che accom o, la pregh pagna que ie st r a zionesulgruppodeiprotagonisti,ricorreall’espeo gesto de invoca: “L ll’accensi a luce di C o n diente di immergere la scena in una fitta penomristo che r e disperda le isorge glor tenebre da ioso bratagliatadasquarcidilucebianca,cheappunto l cuore e Accender dallo spirit e il Cero Pa o”. squale e da scrive visi, mani, vestiti e guida il nostro sguardo che abbiam esso le can o in mano, è dele affermare sull’intenso dialogo di gesti ed espressioni. lucedelm che Cristo ondoeche è la letenebre statesconfi delpeccat tte,cosìtut osono tal’assemb puragrazia leasiritrov avvoltadal aper l aluce.Quest neaccesan ’ultimaper eltempopa masqualeein precisi,com alcunimom enelBatte e nti simoeneifu lasperanz ne adituttino i,checioèal ralidicendo delletene sopra br con forza enonsiamosconfitti,m ggiungere che l’uomo avivi.È dir e no è
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“Il Bacio” I gesti dell’amore
Fra Lorenzo R aniero
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l gesto senza dubbio più significativo dell’amore è il bacio. Nelle coppie di fidanzati che con rispetto e gradualità costruiscono la loro relazione d’amore, il bacio costituisce un punto molto alto di intimità e di vicinanza tanto che anche a distanza di anni, il “primo bacio” viene ricordato con dolce tenerezza. È un momento che segna un passaggio, che indica un inizio, che apre la strada a una relazione esclusiva. Quando due innamorati si baciano, la bocca è privata delle sue parole per lasciare il posto al silenzio dello stupore e della tenerezza. In quel momento l’amore per l’altro non si dice più con le parole, ma solo con un gesto carico di senso simbolico. Ma non solo. La bocca con la quale noi mangiamo, divoriamo e assumiamo il cibo, nel bacio smette questa la sua funzione primaria e arcaica, vince sul suo appetito e riconosce l’altro, si volge verso qualcuno per affermarlo; lo adora (ad orem: volgersi verso la bocca), non lo mangia! È un gesto, dunque, che non ha più nessuna funzione pragmatica, che non ha nessuna utilità, che non raggiunge nulla. Il bacio non serve a nulla: è un gesto affettivo di amore che semplicemente riconosce la ricchezza che l’altro è! Forse in questo senso la 50 ° di Matrimonio Tadiello Angelo e Sartori Maria
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bocca mantiene ancora la sua tipica funzione di gustare e di percepire il sapore, tanto che nel baciare noi apprezziamo e gustiamo il valore e la bellezza dell’altro. Con il bacio, dunque, cosa accade? La nostra vicinanza all’altro diventa molto grande, molto più prossima della carezza e dell’abbraccio. Nella carezza la pelle del mio corpo arriva a toccare l’altro; nel bacio, però, c’è qualcosa in più. Infatti, la pelle delle labbra è molto più fragile e tenera, molto più indifesa, e soprattutto è una parte interna del mio corpo. Pertanto, colui che bacia mette a contatto con l’altro ciò che è debole e fragile, ciò che è a lui interno, la sua interiorità. Trasmetto alla persona amata molto di più di un gesto esterno, come una stretta di mano o un abbraccio. Potremmo dire che nel bacio vi è la mia debolezza, la mia fragilità umana che si affida all’altro, la mia inti-
50° Matrimonio Dalla Valle Adriano e Grigolo Elisabetta
mità che si rivolge al suo essere, i miei “tessuti interni” che si volgono verso la persona che ho di fronte. Davanti a questi significati profondi e tanto coinvolgenti, come si può banalizzare il bacio di due innamorati? È una perla preziosa di inestimabile valore che non può essere regalata senza un motivo importante, che non può essere offerta con superficialità! Il bacio apre le porte all’intimità e alla comunione esclusiva tra due persone. Per i fidanzati e gli sposi il bacio esprime la profonda unità umana, fisica, psicologica e spirituale verso la quale essi tendono per diventare poi “una carne sola” nell’amore. Il libro del Cantico dei Cantici, che esalta la bellezza di un amore puro e appassionato, inizia proprio con il tema del bacio cantato dalla futura sposa che esclama: “Che egli mi baci
con i baci della sua bocca!” (Ct 1,2). Ma il bacio esiste anche al di fuori della relazione sponsale con significati complementari e diversi: può trasmettere forza, può indicare venerazione, riconoscimento e appartenenza ad un gruppo, può indicare accoglienza o anche sottomissione. Nei vangeli vi è un bacio pieno di misericordia e di amore: “Quando il figlio era ancora lontano, suo padre lo vide e, commosso, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò” (Lc 15,20). È il bacio di un padre, segno eloquente di accoglienza, di riammissione alla propria casa, di misericordia, di amore incondizionato. Oppure vi è il bacio pieno di venerazione e di ossequio della peccatrice che entrata nella casa di Simone il fariseo piange e bacia ininterrottamente i piedi di Gesù (Lc 7,38). In questo gesto vi è il segno di una vita che rinasce e che si rinnova! Qual è dunque la forza di un bacio? C’era una volta un vecchio che non era mai stato amato. In tutta la sua esistenza aveva coltivato soltanto idee negative e tristi sulla vita e sugli uomini, tanto che sembrava proprio l’incarnazione stessa del pessimismo. Ma un giorno, un bambino lo vide seduto come al suo solito sulla panchina del parco, e con innocente spontaneità gli andò incontro, circondò con le sue braccia tenere e paffute il collo del vecchio e gli stampò un bacio umido e rumoroso sulla guancia rugosa. Per la prima volta, quel vecchio si stupì. I suoi occhi scuri e torbidi si illuminarono e divennero di colpo limpidi: nessuno lo aveva mai baciato. Fu così che aperse gli occhi alla vita e passò i suoi ultimi anni sorridendo. A volte, per ridare gioia alla vita, basta soltanto un semplice bacio.
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Reverendissimo padre Rettore, Sono nata a Cornedo Vicentino nel 1936, nel 1960 mi sono sposata con un belga e da allora vivo in Belgio. Da giovane con amici e amiche percorrevamo in bicicletta la strada per Chiampo per la devozione a fra Claudio. Quando tornavo in visita alla famiglia dal Belgio c’era sempre la nostra visita a Sant’Antonio di Padova, a Monte Berico e naturalmente a Chiampo. Quando avevo diciassette anni, io ho avuto una grazia da fra Claudio. Allora io cercavo lavoro. Mi decisi di fare una novena a fra Claudio chiedendogli il suo aiuto, con fiducia nella sua santità, presso il Signore. L’ottavo giorno ebbi un lavoro, uno zio di Centocelle a Roma mi scrisse: vieni c’è lavoro per te. Da allora io ho sempre ringraziato fra Claudio e sulla sua tomba ho messo una placchetta di marmo: “ Fra Claudio ti ringrazio” P.A. Negli anni avevo sempre pensato di scriverle per far pubblicare questa grazia. Oggi è tardi, ma al Signore è sempre nuova ogni cosa, e come fra Claudio ha detto: “ Dal cielo vi aiuterò ancora.” Grazie fra Claudio. Avevo promesso che avrei messo il suo nome a mio figlio; ma essendo arrivato anche San Damiano gli chiedo perdono se ho preferito dare il nome Damiano Claudio all’ultimo dei miei cinque figli, che oggi ha già quarant’anni. La ringrazio molto e ho sempre la speranza di rivedere Chiampo e l’Italia. (Pamini Ausilia – Belgio)
Aiuteró e consoleró tutti
Ciclisti di Selvazzano (PD)
Niky, Simone e Maria Grazia Storti con il bambino Diego Maria
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Suore Orsoline da San Zeno di Montagna (VR)
Nella Santolin 99 anni di Nogarole Vicentino con i nipoti ed il parroco don Eugenio Nella Santolin con i figli e i pronipoti
Spedite le vostre testimonianze e foto alla nostra Rivista rivista@santuariochiampo.com
Mi ripresento sopra la tomba del Beato Claudio per chiedere non la grazia della guarigione, ma quella che provveda ad assistere al trapasso all’altra riva. Per tante volte ho desiderato la guarigione del tumore della mia amica, ma ora lei è ricoverata da un tempo lunghissimo, è diventata pelle e ossa, non riesce più quasi a parlare per invocare il Signore che se la venga a prendere. Suo marito non è in buona salute per problemi intercorsi dopo un intervento all’anca. Ora io mi sono arresa alla volontà di nostro Signore: chiedo di celebrare una Santa Messa per questa famiglia, perché avvenga non la mia volontà, ma la volontà del Signore. Siamo tutti allo stremo delle forze e gli animi si sono inaspriti dal protrarsi della tensione nervosa. Capisco che nella vita, noi non possiamo imporre la nostra volontà a Dio, ma dobbiamo accettare il decorso che Lui stabilisce, Lui conosce comunque tutte le nostre speranze. Io con tanta fede nel Beato fra Claudio tengo sempre acceso un lumino in cucina, che è la migliore stanza del nostro quotidiano, davanti all’immagine del Beato e alla statuetta della Madonna di Lourdes. Desidero solo poter spegnere quel lumino in serenità e accettazione. (lettera firmata)
“Non piangete... Sarò sempre con voi..”
Brusco Rosalia (Salizzole, VR)
La ricordano il marito Mario, i figli, i nipoti, in particolare la sorella Silvana.
La redazione saluta, i nostri nuovi abbonati amici di Benevento e provincia, amici del signor Giovanni Sale: Sig.ri Iurio Antonello, Marchetti Antonia Rita, Maggio Rosanna, Tolace Concetta, Armellino Barbara, Belletti Carmine e Vincenzo, Danilo Castello, Melone Franco, Reveruzzi Romeo, Morante Nicola, Altieri Vincenzo, Ulano Ugo, e l’azienda “La baia dei Briganti”. Benevento. MARZO 2017
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Fra Claudio Amico Il frantoio del dolore P. Liberio Fochesato
alizzò il modello in gesso oggi presente nel nostro museo. Non vi fu poi la realizzazione marmorea perché a causa della morte dell’accademico d’Italia Wildt, progettista del foro, si optò per la realizzazione di un foro moderno, anziché di stampo greco- romano ndr) alle ri-
Don Orione afferma: «Senza soffrire non c’è virtù. La croce in algebra, in politica, nella nostra religione è il segno del positivo. Dio e il prossimo si servono in croce ». Occorre tener presente che il cristianesimo non ha creato la croce, ma il coraggio di portare la croce; e Cristo non ci ha liberati dalle sofferenze, ma dalla sofferenza inutile e senza merito. Fra Claudio non predicò a parole, ma con una vita sacrificata: fu apostolo proprio per questo. Ebbe molta sofferenza, a ondate, l’intera esistenza: privazioni nella fanciullezza, fatiche per lo studio nella giovinezza, disturbi fisici (si ammalò e stette a letto a Zimella, a Chiampo, a Vittorio Veneto, a Treviso), tribolazioni morali. Ebbe anche sofferenze in campo artistico, meno note a tanti. Pensate al rifiuto del suo Atleta per il Foro Italico, (il giovane prof. Granzotto vinse il concorso del 1929 e re-
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petute difficoltà quando costruiva le Grotte di Lourdes. E altre ancora. Assicura un testimonio: «A Vittorio Veneto, quando vedevamo il laboratorio vuoto, intuivamo che quella era giornata nera, di mancata ispirazione ». Ma fra Claudio reagiva ottimamente in contropiede: passava ad aiutare altri confratelli o si recava in chiesa a pregare. Accettava e santificava la croce. Poi, nell’ultimo tratto dell’esistenza, la sofferenza lo afferrò e macinò in forma impressionante. Forse non è esagerato chiamarla calvario. Un tumore maligno al cervello, che da tempo lo straziava, nel 1947 esplose con irruenza mentre egli si trovava a Brognoligo per la costruzione della sua ultima Grotta. Era ormai al vertice del suo olocausto, e lavorava ancora. Vale anche per lui, qui, ciò che Padre Gemelli scrive dei genuini Francescani: «I frati francescani lavorano fino all’ultima ora, nel lavoro non conoscono vecchiaia. Per sentieri diversi, con occupazioni diverse, esplicano l’identica attività, un solo disegno, una stessa tela: la gloria di Dio, cantata sull’arpa di una fatica pregna di preghiera». NELLO SCOLPIRE GESÙ MORTO CREDO SIANO STATE PIÙ LE PREGHIERE, CHE I COLPI DI SCALPELLO (FRA CLAUDIO)
L’angolo della riflessione Pazzia di Dio Scandalo, stoltezza, per i più è la croce del Signore. E noi la esaltiamo, in essa Lui è stato crocifisso. Lì dobbiamo passare, cogliere il dolore, la sofferenza, la solitudine, l’incomprensione…. Lì, soltanto lì, scopri Perfetta Letizia. Lì, il senso più profondo della scelta di Madonna Povertà. Una nuda croce, dove, vieni crocifisso ogni giorno, dalla quale esce la tua orchidea segno di vita nuova, di arcobaleno odoroso… Lì, dove sognare non è un lusso, ma una speranza certa di camminare, fino in fondo “Non ci sia altro vanto se non la croce di Cristo…” Esaltazione della Croce, esaltazione di una pazzia amorosa, la pazzia di Dio per questa umanità. frate Alessandro
Nel nostro negozio: Fra Claudio Granzotto. Dall’arte alla santità: volume contenente tutto il catalogo delle opere di fra Claudio, con splendide illustrazioni; formato 23 X 34cm, pagine 160. MARZO 2017
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Vita del Santuario
Frate Damiano Baschirotto
nizio del mese era ancora presente e ha impedito di vedere la Grotta e soprattutto la Via Crucis in tutta la loro bellezza. Il padre guardiano, padre Giuseppe, ha salutato l’intervistatore al suo arrivo e lo ha introdotto e nella Pieve. Qui è iniziata la storia dei Frati Minori a Chiampo, proprio 150 anni or sono. Successivamente in Grotta l’intervistato è stato padre Damiano che ha spiegato la storia e il perché della Grotta. E in una seconda puntata ha parlato della eredità del beato Claudio. A sr. Santina è stato affidato il compito di presentare il mosaico di padre Rupnik nella chiesa del beato Claudio e la Via La cronaca del Santuario registra una bella set- Crucis fermandosi davanti alla stazione del Citimana di Esercizi Spirituali , da LUNEDÌ 16 reneo e davanti al sepolcro. A SABATO 21 GENNAIO, animati da don Federico Giacomin. Oltre ai frati di Chiampo, sono arrivati una quindicina di frati provenienti 2 FEBBRAIO, festa della Presentazione del dal Trentino, dalla Lombardia e dal Piemonte. Signore al tempio. In questa circostanza liturGli Esercizi Spirituali sono, nella tradizione gica si fa memoria della Vita consacrata. Come cristiana, una esperienza per rileggere la pro- Gesù è stato presentato al tempio e consacrato a pria vita alla luce della Parola che l’animatore Dio, così ogni religioso è entrato nel tempio del Signore e a Lui ha consacrato la proprio vita di turno va a proporre e spiegare. con la professione religiosa. Alla Pieve abbia28 e 29 GENNAIO sono arrivati i reporter del- mo ricordato tutto questo mercoledì 1 febbraio la rete televisiva TV2000. Finalmente! Peccato, con i religiosi e le religiose della nostra vallata, erano giorni molto freddi e la neve caduta all’i- perché il giorno 2 era previsto l’appuntamento con il Vescovo in Cattedrale. Abbiamo condiviso la prima e anche la seconda celebrazione. In Cattedrale c’erano molte religiose e hanno concelebrato con il vescovo una cinquantina di religiosi. La bellezza e la solennità del momento hanno richiamato, attraverso le parole del nostro vescovo Beniamino, la grazia per la diocesi della presenza di tanti religiosi che lavorano nel silenzio e testimoniano la presenza della misericordia di Dio tra i fratelli. Solitamente
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in questa circostanza sono chiamati per nome i religiosi che festeggiano qualche giubileo. Nella nostra fraternità gli anniversari di vita religiosa sono stati: il 70° di fra Giannagelo Marchetto e il 25° di fra Riccardo Zuccolo. Auguri a loro! LA FESTA DELL’11 FEBBRAIO, apparizione della Vergine a Lourdes, è stata preparata da un triduo di preghiera. Ogni sera alle ore 20.30: processione dalla Pieve alla Grotta di Lourdes del Beato Claudio, dove, dopo la preghiera e l’ascolto della Parola, abbiamo rinnovato un gesto a noi caro: la colletta dei malati. Non una raccolta di fondi, bensì di nominativi che sarebbero stati distribuiti nella festa della Ma-
donna a chiunque volesse ritirare un foglietto e pregare per la persona nominata. Veramente un bel gesto nella festa del malato. Nel pomeriggio della festa, alle ore 15, abbiamo iniziato il Rosario animato dalle nostre suore Alcantarine. Alle 15.30 ha avuto inizio la S. Messa solenne, concelebrata e presieduta dal Vicario della provincia di s. Antonio dei Frati Minori: fra Mario Vaccari. La chiesa era piena in tutti i suoi spazi. Il buon tempo e il sabato hanno reso possibile un’ottima affluenza. La S. Messa è stata animata dalla nostra corale della Pieve. Le parole di fra Mario ci hanno invitato a renderci coscienti e responsabili del dono della Chiesa. Al termine la processione con il Santissimo verso la Grotta dove, dopo la preghiera di affidamento a Maria, è stata impartita la benedizione. L’Ave di Lourdes ha continuato a ripetersi quasi una lunga eco che percorre la nostra vita per dirci: fate quello che vi dirà.
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Aiutateci ad accogliervi meglio, prenotate il vostro pellegrinaggio! Nuovo servizio telefonico per assistenza e accoglienza pellegrini chiamare:
Gennaio 2017
Pellegrinaggi
333 2744781 www.santuariochiampo.com
Totale pellegrinaggi: 4 Totale del 2017: 4
Campedello (VI) – Ragazzi Marano Vicentino (VI) – Coro del Duomo di Montecchio Maggiore (VI) – Suore Francescane dell’Immacolata Verona.
Schola Cantorum Montecchio Maggiore (VI)
Cresimandi di Lonigo (VI)
UNITALSI Lumignano (VI)
Unità Pastorale di Monselice (PD)
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Carnate (MB)
Cresimandi Parr. Borgo San Giovanni Chioggia (VE)
Rimini
San Bonifacio (VR)
Villaverla (VI)
Chiampo 2 ottobre 2016 giubileo dei 75 anni di vita religiosa. MARZO 2017
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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Vicenza IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE ALL’UFFICIO POSTALE DI VICENZA C.P.O. IL MITTENTE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE LA PREVISTA TARIFFA
TRIDUO PASQUALE 13-16 APRILE
Per ripercorrere le tappe salienti del Triduo Pasquale: la Cena, la Passione, e la Morte e la Risurrezion del Signore.
Partecipando da Giovedì 13 alla Pasqua del 16 mattina secondo le tue disponibilità. PER INFO: frate Lorenzo 340 8031816 sr. Santina 393 3137674
Prenotazione pellegrinaggi 3332744781 Visitate il sito www.santuariochiampo.com e seguiteci su
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