Grotta di Lourdes Chiampo Gennaio 2017

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Anno XCII Gennaio/Febbraio 2017

n.1/2

1867-2017

150 anni di presenza francescana alla Pieve di Chiampo

Mensile del santuario di CHIAMPO (VI)

ALE ANI I C V SPE O GIO RT E S IN


SOMMARIO

N° 1/2 Gennaio/Febbraio 2017

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LETTERA DEL FRATE RETTORE MISERICORDIA ET MISERA fra Damiano Baschirotto IL PRESEPIO ALLA PIEVE fra Damiano Baschirotto SPARTIREMO IL PANE CON VOI a cura di Giovanni Fanton LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO a cura di suor Annachiara Rizzo #GUFO GIOVANI suor Fabiola Dall’Agnol I GESTI DELL’ AMORE fra Lorenzo Raniero AIUTERÒ E CONSOLERÒ TUTTI FRA CLAUDIO AMICO fra Liberio Fochesato VITA DEL SANTUARIO fra Damiano Baschirotto PELLEGRINAGGI

In copertina: Presepio 2016 alla Pieve: Lo scenario è la rappresentazione dell’arrivo dei primi quattro frati minori a Chiampo, accolti dal Sindaco Antonio Fracasso, con queste parole: “ Restate con noi! Custodite i nostri morti e pregate per i vivi; e noi volentieri divideremo il nostro pane con voi!”. All’epoca esisteva l’antica chiesa della Pieve e la casa del custode del cimitero nelle adiacenze. L’anno seguente fra Filippo con l’aiuto di tutto il popolo edificò un piccolo conventino in grado di ospitare sei religiosi.

Lapide commemorativa posta all’entrata del convento

MENSILE DEL SANTUARIO DI CHIAMPO (VI) - FRATI MINORI Via Pieve, 170 - 36072 Chiampo (VI) - Tel. 0444 623250 - Servizio al pellegrino 3332744781 Indirizzo e-mail: rivista@santuariochiampo.com - Mail convento: info@santuariochiampo.com www.santuariochiampo.com PRIVACY: nel rispetto della legge 675/96, sulla tutela di riservatezza delle persone e dei dati personali, “La Grotta di Lourdes” garantisce che le informazioni relative agli associati, custodite nel proprio archivio elettronico, non saranno cedute ad altri e saranno utilizzate esclusivamente per l’invio della rivista.

Direttore responsabile: fra Luigi Secco Redazione:

fra Giuseppe Bonato, fra Damiano Baschirotto, fra Alessandro Poggiato, suore Francescane Alcantarine e Giovanni Fanton

Servizio foto:

Suor Rita Barbato, Stefano Lovato, Norberto Rancan

Stampa:

Cora Print s.r.l - Trissino (VI)

Autorizzazione Tribunale di Vicenza 16/07/1949 - N.13 R.S. Con approvazione ecclesiastica e dell’Ordine dei Frati Minori.

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Lettera del frate Rettore

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ratelli e sorelle

Lasciandoci guidare dalla conclusione del messaggio di papa Francesco per la celebrazione della Giornata mondiale della Pace dal titolo “La non violenza: stile di una politica per la pace” abbiamo iniziato il cammino di questo nuovo anno: «Tutti desideriamo la pace; tante persone la costruiscono ogni giorno con piccoli gesti e molti soffrono e sopportano pazientemente la fatica di tanti tentativi per costruirla». Nel 2017, impegniamoci, con la preghiera e con l’azione, a diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e a costruire comunità non-violente, che si prendono cura della casa comune. «Niente è impossibile se ci rivolgiamo a Dio nella preghiera. Tutti possono essere artigiani di pace». La vita del Santuario vede in quest’anno la celebrazione di due ricorrenze importanti: l’arrivo e la costituzione della prima fraternità di frati a Chiampo nel 1867 (150° anno) e in agosto l’anniversario della morte del beato Claudio all’ospedale di Padova nel 1947 (70° anno). Sono date importanti che ci aiutano a fare memoria del tempo che è trascorso per vivere serenamente il nostro presente e guardare il futuro con speranza, affidandoci alla provvidenza del Signore del tempo e della storia che guida i nostri passi sulla via del bene. Ci aiuti l’intercessione del beato Claudio nel cammino della nostra vita. Frate Giuseppe Bonato Ogni venerdì del tempo di Quaresima, a partire dal 3 marzo,vivremo in santuario la Stazione Quaresimale: alle 15 ritrovo all’ingresso della Via Crucis. Ore 16.30 Santa Messa. I gruppi organizzati prenotino la propria partecipazione telefonando al 333.27.44.781

VENITE A ME

I “mercoledì” della terza settimana del mese ore 20.30 ADORAZIONE EUCARISTICA presso la Pieve dei Frati Mercoledì 17/5 Mercoledì 15/02 Mercoledì 21/06 Mercoledì 15/03 Giovedì Santo 13/04 GENNAIO/FEBBRAIO 2017

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MISERICORDIA ET MISERA FRA

DAMIANO BASCHIROTTO

E’ il titolo della lettera apostolica che papa Francesco ha consegnato alla chiesa, il 21 novembre 2016, alla chiusura del Giubileo straordinario della Misericordia. Il titolo del documento è desunto da una frase di Sant’Agostino per commentare il sommario processo dei farisei nei confronti della donna adultera. Al termine, dice il vangelo, rimangono soli Gesù e la donna; appunto la Misericordia e la misera. Il significato della Lettera, è che non c’è peccato che la misericordia non possa raggiungere. Questo messaggio deve stare al cuore e al centro della Chiesa. Il Papa è consapevole che ciascuno porta con sé la ricchezza e il peso della propria storia. In fondo qui c’è una grande lezione di incarnazione: la Chiesa si confronta, non con il peccato, il giudizio in astratto, ma con persone concrete. Il Papa fa riferimento al capitolo 8 del Vangelo secondo Giovanni, dove ci sono una peccatrice e un salvatore, cioè fa riferimento a persone concrete. Il pastore deve mettersi di fronte ai suoi fedeli cercando in ogni modo di mostrare questo amore, questa bontà di Dio. In fondo, è proprio ciò che il Papa fa, non solo con le sue parole, ma anche con i suoi gesti. Ci sono poi immagini molto belle nella lettera, come quella delle pietre che cadono dalle mani di chi voleva lapidare l’adultera. C’è un’indicazione molto precisa per i sacerdoti, insieme a tante altre, che il Papa ripete spesso in questo tempo: la necessità della lungimiranza, cioè, di discernere il singolo caso. Quindi, non avere norme generali da applicare sempre e comunque in tutti i casi, ma discernere le situazioni concrete, questa è la lungimiranza. E’ questo un appello a far ricorso a una certa creatività, una dimensione ‘artigianale’ della misericordia, aggettivo che Francesco ama molto.

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ESCO C N A FR COME IANDO B M A STA C IESA H C A L

Ha fatto discutere, soprattutto, l’assoluzione del peccato di aborto da parte di ogni sacerdote (prima, solo il vescovo o un suo delegato potevano assolvere da questo peccato).

L’angolo della riflessione

Non c’è un peccato che può bloccare la misericordia di Dio. Quando una persona è sinceramente pentita, può presentarsi da un sacerdote e ricevere l’assoluzione. Non c’è da seguire percorsi difficili.

Pubblicano, prostituta Fratello, sorella amati Sono uno di voi peccatore come voi amato da Dio come voi Eccomi con voi in ascolto attento e interessato. La PAROLA parla e noi possiamo diventarne la voce autentica e credibile. Ascolto e silenzio attenzione e silenzio per gustare un amore immenso un amore unico un amore per ciascuno che solo il Signore può dare e richiede a chi ama. E tu fratello pubblicano tu sorella prostituta Con me cantate e innegiate: “Misericordioso è il Signore, il suo amore si stende su tutta la terra!”

Il Papa considera l’aborto un peccato molto grave, un omicidio. E su questo non c’è alcun dubbio, anzi il concetto viene ribadito. Francesco ha solo voluto riaffermare, con questo gesto, che non c’è un ostacolo, non c’è una porta chiusa. Le porte che simbolicamente sono state chiuse alla fine dell’Anno Santo in realtà rimangono aperte nelle loro sorgenti. Quindi lo scopo è ribadire che la misericordia di Dio è a portata di mano. Il messaggio non è l’assoluzione facile di un peccato; infatti sono necessari il pentimento e la consapevolezza della gravità, ma allo stesso tempo il Papa vuole farci capire che il Signore è vicino ai peccatori. Non c’è dubbio i paletti li mettiamo noi. La misericordia li supera, nella misura in cui io mi converto al Signore.

Pubblicano, prostituta

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IL PRESEPIO ALLA PIEVE EDIZIONE 2016 FRA

DAMIANO BASCHIROTTO

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ealizzare il presepio è una tradizione, ma noi lo sentiamo come un dovere per la nostra gente. Perché un dovere? Perché da francescani non possiamo dimenticare quello che Francesco ha vissuto nel 1223. Ecco il racconto dalla prima Vita del Celano: “A questo proposito è degno di perenne memoria e di devota celebrazione quello che il Santo realizzò tre anni prima della sua gloriosa morte, a Greccio, il giorno del Natale del Signore. C’era in quella contrada un uomo di nome Giovanni, di buona fama e di vita anche migliore, ed era molto caro al beato Francesco perché, pur essendo nobile e molto onorato nella sua regione, stimava più la nobiltà dello spirito che quella della carne. Circa due settimane prima della festa della Natività, il beato Francesco, come spesso faceva, lo chiamò a sé e gli disse: “Se vuoi che

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celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”. Appena l’ebbe ascoltato, il fedele e pio amico se ne andò sollecito ad approntare nel luogo designato tutto l’occorrente, secondo il disegno esposto dal Santo”. Il Natale del 2015 ha visto l’inizio dell’anno della Misericordia. Il gruppo dei nostri bravi volontari ha recepito il tema della misericordia e tutti ricordano la visualizzazione delle sette opere di misericordia corporale, in sette situazioni che costituivano il presepio.


In questo Natale 2016 i 150 anni dell’arrivo dei frati francescani a Chiampo, accolti dall’allora sindaco, il sig. Antonio Fracasso. La chiesa della Pieve, con l’arrivo dei primi quattro frati, sembra imporsi all’attenzione del visitatore. Ma il tutto è centrato su Gesù, protagonista della scena. Tutto si svolge a Chiampo dove, oltre alla Pieve, sono presenti altre località ancora oggi ben conosciute come la cella campanaria, la località Pagoda, la cava dei marmi. A distanza di 150 anni dobbiamo solo ringraziare Dio e la Beata vergine perché attraverso tanti frati – in prima linea il Beato Claudio – Gesù è nato nel cuore di tante persone. La scuola Angelico Melotto è presente con i presepi degli alunni. Il tema di

quest’anno era: Gesù emigrante nella nostra umanità. Quando noi insegnanti ci siamo accostati a questi lavoretti per dare un premio … ci siamo trovati nell’imbarazzo, perché tutti avrebbero meritato un riconoscimento. Veramente ci congratuliamo con loro perché con cose semplici sono riusciti a testimoniare dei messaggi molto belli. Ha colpito quello di Elena: Gesù nuota sopra un mare. Con un piede sulla sponda e un braccio sull’altra sponda diventa un ponte su cui passano gli emigranti. Questi piccoli presepi sono stati esposti a fianco del grande presepio che fino al 2 febbraio, festa della presentazione di Gesù al tempio, data in cui con piccola cerimonia chiudiamo il presepio fino al prossimo Natale.

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SPARTIREMO IL NOSTRO PANE CON VOI

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ome abbiamo potuto notare, grazie al presepio di quest’anno, il 2017 porta con sé il ricordo dei 150 anni di presenza francescana a Chiampo. Questa presenza si inserisce, in quella, ben più secolare, dei francescani nel territorio della diocesi di Vicenza dove, secondo la storia, San Francesco sarebbe passato nel 1220 e avrebbe introdotto i frati nell’ospitale di San Salvatore, per la cura dei lebbrosi di Campo Marzo. L’episodio dell’arrivo dei frati a Chiampo è ritratto nel rosone della Chiesa della Pieve, chiesa antichissima, ricostruita dalle sue fondamenta nel 1960. Ben quattro sono gli edifici sorti su questo luogo in onore della Madonna. La prima Pieve pare anteriore

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A CURA DI

GIOVANNI FANTON

all’anno mille; la seconda risale al 1400; la terza che fu la “chiesuola antica” cantata dal poeta Zanella e che accolse i primi frati; infine l’attuale costruita su progetto dell’Ing. Vignati e consacrata da S. E. Mons. Carlo Zinato il 12 settembre 1962. La tematica storica continuava nelle altre vetrate della chiesa in rettangoli a terminazione arcuata e divisi orizzontalmente in due parti: quella superiore recante uno dei sette misteri del rosario francescano, (l’ottava ritraente fra Claudio Granzotto), quella inferiore il ritratto d’un insigne confratello del convento o di un chiampese benemerito o celebre. Purtroppo una violenta tempesta negli anni settanta del secolo scorso, distrusse le parti inferiori delle vetrate. Questi rettangoli sotto la vetrata principale ritraevano


divenne santuario mariano, valorizzando il culto di un’immagine della beata Vergine , assai venerata. Tale immagine – Madonna col Bambino – del tardo quattrocento, è inserita nel suo altare del 1743 e si presenta ancora oggi così come era al tempo dell’arrivo dei frati. Fra Claudio nella sua prima visita a Chiampo ebbe a dichiarare: “E’ un’immagine espressiva. Ha un atteggiamento regale di nobiltà e di serenità come una matrona seduta con Bimbo sul ginocchio.” Sopra le porte laterali della chiesa sono poste due lapidi storiche: dal lato del campanile il ricordo del grande pellegrinaggio di tutte le vallate del 10 settembre 1893, mentre dall’altro lato quella del 1866, composta dallo Zanella, in ricordo di Don Paolo Mistrorigo animatore della gioventù chiampese nel 1848. (continua) rispettivamente: il sindaco che accolse i frati, Padre Bernardino da Portogruaro Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori in quegli anni, il poeta sacerdote e terziario francescano di Chiampo Giacomo Zanella, il Beato Isnardo domenicano nato a Chiampo nel XIII secolo insigne predicatore a Pavia, Padre Epifanio Pegoraro missionario martirizzato in Tibet, Padre Angelico Melotto missionario martirizzato in Cina, Padre Ignazio Beschin da San Giovanni Ilarione venerabile, fra Claudio Granzotto costruttore della Grotta di Lourdes. Per cinque secoli questa chiesa fu sede parrocchiale. Un documento del 1263 la descrive come centro dell’organizzazione religiosa della valle da cui dipendevano le altre cappelle sui monti. Un secondo documento del 1297 attesta come fosse presente una collegiata con almeno tre sacerdoti. Nella seconda metà del 1400 la parrocchia si spostò più a nord, e la chiesa della Pieve

POSTULAZIONE GENERALE OFM Promulgazione di Decreti della Congregazione delle Cause dei Santi Il, 20 gennaio 2017, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in udienza Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso dell’udienza il Sommo Pontefice ha autorizzato la Congregazione a promulgare il decreto riguardanti le virtù eroiche del

SERVO DI DIO IGNAZIO BESCHIN (al secolo: Giuseppe) Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori; nato il 26 agosto 1880 e morto il 29 ottobre 1952 A Laude di Cristo e del poverello Francesco. Amen.

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LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO Rachele … nel pianto la speranza a Così dice il Signore: «Una voce ce si ode a Rama, un lamento e un ge pianto amaro: Rachele piange e i suoi figli, e non vuole essere consolata per i suoi figli, perché non sono più» (Ger 31,15).

A CURA DI SUOR

ANNACHIARA RIZZO

In questi versetti, Geremia presenta questa donna del suo popolo, la grande matriarca della sua tribù, in una realtà di dolore e pianto, ma insieme con una prospettiva di vita impensata.

licatezza ci viene chiesta davanti al dolore altrui. Per parlare di speranza a chi è disperato, bisogna condividere la sua disperazione; per asciugare una lacrima dal volto di chi soffre, bisogna unire al suo il nostro pianto. Solo così le nostre parole possono essere realmen[…] Rachele non vuole essere con- te capaci di dare un po’ di speranza. E se non solata. Questo rifiuto esprime la profondità posso dire parole così, con il pianto, con il del suo dolore e l’amarezza del suo pianto. dolore, meglio il silenzio; la carezza, il gesto Davanti alla tragedia della perdita dei figli, e niente parole. una madre non può accettare parole o gesti di consolazione, che sono sempre inadeguati, E Dio, con la sua delicatezza e il suo mai capaci di lenire il dolore di una ferita che amore, risponde al pianto di Rachele non può e non vuole essere rimarginata. Un con parole vere, non finte; così prosegue infatti il testo di Geremia: dolore proporzionale all’amore. Ogni madre sa tutto questo; e sono tante, anche oggi, le madri che piangono, che non si rassegnano alla perdita di un figlio, inconsolabili davanti a una morte impossibile da accettare. Rachele racchiude in sé il dolore di tutte le madri del mondo, di ogni tempo, e le lacrime di ogni essere umano che piange perdite irreparabili. Questo rifiuto di Rachele che non vuole essere consolata ci insegna anche quanta de-

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Dice il Signore - rispondendo a quel pianto: «Trattieni il tuo pianto, i tuoi occhi dalle lacrime, perché c’è un compenso alle tue fatiche - oracolo del Signore -: essi torneranno dal paese nemico. C’è una speranza per la tua discendenza – oracolo del Signore –: i tuoi figli ritorneranno nella loro terra» (Ger 31,16-17).


[…] Al dolore e al pianto amaro di Rach chele, il Signore risponde con una promessa che adesso può essere per lei motivo di ve consolazione: il popolo potrà tornare vera da dall’esilio e vivere nella fede, libero, il propr rapporto con Dio. Le lacrime hanno prio generato speranza. E questo non è facige le da capire, ma è vero. Tante volte, nella nostra vita, le lacrime seminano speranza, sono semi di speranza.

per tutti noi. Il Figlio di Dio è entrato nel dolore degli uomini. Non bisogna dimenticare questo. […] Soltanto guardando l’amore di Dio che dà suo Figlio che offre la sua vita per noi, può indicare qualche strada di consolazione. E per questo diciamo che il Figlio di Dio è entrato nel dolore degli uomini; ha condiviso ed ha accolto la morte; la sua Parola è definitivamente parola di consolazione, perché nasce dal pianto.

Come sappiamo, questo testo di Geremia è poi ripreso dall’evangelista Matteo e applicato alla strage degli innocenti (cfr 2,16-18). Un testo che ci mette di fronte alla tragedia dell’uccisione di esseri umani indifesi, all’orrore del potere che disprezza e sopprime la vita. I bambini di Betlemme morirono a causa di Gesù. E Lui, Agnello innocente, sarebbe poi morto, a sua volta,

E sulla croce sarà Lui, il Figlio morente, a donare una nuova fecondità a sua madre, affidandole il discepolo Giovanni e rendendola madre del popolo dei credenti. La morte è vinta, e giunge così a compimento la profezia di Geremia. Anche le lacrime di Maria, come quelle di Rachele, hanno generato speranza e nuova vita.

Ottobre 2016: circa 4000 donne cristiane, ebree e musulmane marciano insieme per 200 km dal nord di Israele verso Gerusalemme per chiedere la pace e non vedere più morire i loro figli, i nipoti, il futuro... e lo hanno fatto cantando insieme. Ascolta su https://youtu.be/YyFM-pWdqrY GENNAIO/FEBBRAIO 2017

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La NOTTE

... e t t lla no e n e ved e h c Colui di suor Fabiola Dall’Agnol

La notte oggi sembra essere luogo e tempo frequentato da chi ha energie da spendere e voglia di divertirsi. La Bibbia riporta svariati episodi che avvengono di notte, si tratta di tempi in cui il Signore si manifesta o si relaziona laazi laz ziona zion on na con i grandi personaggi della Scrittura. Quindi errch hé n no on fferm fe erm rmar arci ci a cchiacchierare hiia h nelle nostre notti pperché non fermarci con qualcuno di loro? sone come com Nicodemo (Gv3,1-21). Anche ll’ora l’ oraa della or dell Salvezza inizia proprio la notde h g o te, te con co n la cena del giovedì santo (Gv13) e rc do In ai patria za, prometten n quella notte, d e r i t r a vive vi vee la la nnotte del venerdì tra rinnegamenti, Ap allean che, i a un tipula l’ ome le stelle cobbe f a i insulti insu in su u l lt i e domande, una notte nella connoG c le Dio s e h a 5). Anc umeros il nome tazione aanche spirituale (Gv13. 18ss), fin denza n contare (Gen1 orta a carpire a 3). op universo partecipa dell’oqquando qu ando an d l’intero l riusciva notturna che l a (Gen32,23-3 o la pot a t z o tan l n n e a e i r g m e n i p r u della sua morte: “si fece buio su tutta r ra d el l l la a s l e e e p ntro una olo d’Israele s no dall’Egitto e d o i D p e attraversa la grande la terra”(Lc23,44) ter erra ra” ro di po gli cui usci rte per l’intero notte nott t e de tt ddella Pasqua, mostrandosi risorto Mosè e io nella notte in 1), dall’altra pa otenza di p -3 iD aalle al lle le ddonne onn on nn “…quando era ancora buio”(tenza d erati (Es 14,15 riconoscono la ta. Così , b fit i e l t n t o o o c n n s a a s l l s Gv20,1). Gv G v v20 20,1 20 1 ) L’altra faccia delle stesse notti, furo n e e i t n s tte o, i, nella nosciut e Dio nella no alo c s vediamo la l v ed d ia iam a m con Pietro che rinnegò e scopo Egizian r o s b Dio, a l riconob 1Re19,9-14). I r, a t e f o questo piò pianto (Mc14,66-72), con i discepi p iò ò in p ( pr tu grande vento leggero” preghiere not i l i a i l E poli e con Giuda che tradisce p li ddispersi, po i nt di ite nteressa rmorio to infin un “mo hanno innalza ). Altrettanto i ella not(Gv13,21-30; Mt27,3-5). La notte dun(G Gv1 v13 13 oi t che n ,7;77,3 u 3 6 R ; misti p o que ha una connotazione ambivalente q qu e h 2 a n d fi .6 , t) partire 119,55 esù (Ru otte G i ne (Sal nne notturne a d nella Scrittura e indica chiaramente ne n e ell ll a s za stes nella n do sono le ue la discenden ella preghiera, scome noi possiamo viverla, e sono co o d mpero A a eg te, pros che con la forz ò Israele dall’i uentano stesse notti! le tta freq liber e e i p e p n i r o a Giudi e e c f alcune antico d e su Olo prevals 3,1-10). Anche o Sposo del C passano t1 el i che Da Marta a siro (Gd me la Sposa a e Tob nfine, Gesù r a o S tro, c e r e I u Maria, dai Re Magi a Pie la nott -4), opp ra (Tb 8,1-8). importante ,1 3 t pre in C sem ( po, da Breganze a Chiam Cantici otte in preghie di ogni scelta erp e l are, per am n a a ci r far t a cammino per amare e la prim nella notte prim -16…), incon a gioire!!! re ara 2 imp a e ,1 g superare gli ostacoli che pre Mt14,23; Lc6 Breganze) di ni ova (Gi 5; (Mc1,3

il qua-

ia: con lla Bibb oviamo Abramo na discene d i n r ttu i tr li u

” . . . A A TU o

Lo di chiamp I C C I “... D santuari 12

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Leggi, legg i…

B. Forte, “H o cercato e ho trovato”, ed. San Pao lo, 2005. M. Buber, “I l cammino d ell’uomo”, ed. Qiqajon , 1990. I. Gargano, “Lectio divin a sui Vangeli delll a Pass s io n e ”, EDB, 200 7.

ATI! vani”, N G E S ma Gio

prile, esi “Quar arzo poi il 2 A ve M a Pie 5 e 19 vanti all a d 0 ore 19,0 o. Aprile i mp , 13-16 ” di Chia e l a u Pasq mpo “Triduo di Chia io r a u t San 4 Info: 313767 arola= 3 a?p o.com zat 9 van aA 3 erc .Ric 08 20 chiamp /Bibbia_CEI_ io r a 0 ca= u cer t _ri http://www.bibbiaedu.it/testi ipo n &t Om=&capitolo=0&layout=2 www.sa te&testo=1&libro=0&libro

… e su internet?

not (Notte, nella Bibbia) nuncio Pasquale) v2/triduo/VegliaPage.htm (An rtometraggio http://www.maranatha.it/Festi tch?v=UnSLO29QUl4 (Co https://www.youtube.com/wa “Il giorno incontra la notte”) tch?v=PWu71JMwGWE https://www.youtube.com/wa (Arisa “La notte”) tch?v=Y2bPt3UPaEk https://www.youtube.com/wa ”) (Gen Rosso “Oltre l’invisibile

La li littu urgia ia ci fa fa trare preghie i ra, infatt entr nella nott e in i: le veglie ste princip pre

ce ali e nella Veglia Pasq dono le fedi tutte le Veglie” (S u ale, “Mad . Ag re liturgico, n ella preghie ostino), apice dell’an no ra iniziale, fondo valo ci è dato il re della no protte. Eccone alc uni stralci: Questa è la notte in cu i hai libera Israele, no to i figli di stri padri, d a ll li hai fatti passare ille a schiavitù dell’Egitto si att ,e Questa è la notte che sa raverso il Mar Rosso . lva su tutta credenti n el Cristo la terra i dall’oscuri dalla corru tà del pec zion cato e re del Padre e del mondo, li con sacra all’am e li unisce o nella comu Questa è la nione dei sa no nti. coli della m tte in cui Cristo, spe zzando i v orte, risorg in e vincitore dal sepolcro . O notte be ata, tempo e l’o tu sola hai meritato d i conoscere ra in cui C risto è riso il Il santo m rto dagli in istero di q feri. uesta nott male, lava e sconfigg le colpe, e il restituisce peccatori, l’innocenz la gioia ag a ai li afflitti. O notte ve ramente g loriosa, che ricong iunge la te rra al cielo creatore! e l’uomo a l suo

L’arte L’ t stessa cerca di svelare il mistero della notte, come in questo famoso quadro di Van Gog

(V. Van Gogh, “La notte stellata”, 1889; New York, Metropolitan Museum)

“Spesso penso che la notte sia più viva e più riccamente colorata del giorno” Van Gogh al fratello Theo, in una lettera. “Contemplando i quadri di Vincent sentiamo la sua precisa volontà di iniziare lo spettatore alla sua ricerca dell’assoluto.(…) Sino alla fine la sua aspirazione fu quella di cogliere il grande mistero che si cela dietro le apparenze della creazione” (Tralbaut).

Buona “NOTTE”! GENNAIO/FEBBRAIO 2017

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“La carezza” I gesti dell’amore uando non ci sono parole per dirsi le cose, oppure quando le nostre parole non bastano o sono inadeguate per esprimere la partecipazione e la vicinanza, ecco che nella relazione di amore e di amicizia compare la carezza. Questo gesto delle mani esprime essenzialmente un contatto: io tocco, accarezzo l’altro per dirgli il mio desiderio di raggiungerlo nella sua realtà profonda e personale, per comunicargli la mia fiducia, il mio sostegno, la mia presenza concreta e tangibile. L’altro non solo sa, ma anche sente corporalmente che io ci sono! Di fronte a ciò che è invisibile e difficilmente sperimentabile,

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“Elda e Antonio Raniero, genitori di fra Lorenzo, in occasione del 50° anniversario di matrimonio vogliono ringraziare il buon Dio per la loro vita insieme e la loro famiglia.... e il Beato Claudio per le tante grazie ricevute.” 21 luglio 2016

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FRA LORENZO R ANIERO

i gesti diventano gli strumenti più eloquenti per esprimere la realtà. Una volta, un bambino chiese alla sua mamma: «Secondo te, Dio esiste?». «Sì», rispose la mamma. «E, com’è?», domandò il bambino. La donna chiamò il figlio a sé. Gli accarezzò teneramente il viso con tutte e due le mani, lo abbracciò forte e disse: «Dio è così». «Ho capito», aggiunse il bambino. Dio, che è invisibile e immateriale, lo si può “dire” solo con i gesti corporei dell’amore. Nell’esperienza dei rapporti umani, l’azione dell’accarezzare e il contatto fisico con il corpo dell’altro è così importante che, secondo alcuni psichiatri, certe patologie cliniche, come la schizofrenia, hanno alla loro origine profonda un’insufficienza di contatto fisico, una mancanza di gesti indirizzati a definire i confini dell’identità corporea. Il bambino, cioè, senza questo contatto fisico del tocco e della carezza, crescerebbe in modo indefinito; la percezione del proprio corpo e anche del proprio «io» sarebbe molto vaga, sfumata, incerta e si sentirebbe continuamente in balia degli stimoli esterni. Una persona affetta da queste patologie è, di fatto, ipersensibile alle relazioni, tiene le distanze fisiche con gli altri, a volte ha il terrore che l’altro le si avvicini troppo e si sente continuamente “invasa” dal mondo esterno. Tutto questo ci fa capire quanto sia importante il sano contatto fisico tra le persone umane: non è un optional, ma si tratta di un elemento vitale che aiuta a delimitare in modo completo e maturo la nostra identità, rendendola ben fondata e sicura.


40° anniversario matrimonio Gabriella e Iseo Borsato e famiglia - Quinto di Treviso

mie carezze!” (Ct 7,12.13). Nell’amore, gli amanti si regalano le carezze: ognuno dona liberamente all’altro il proprio amore attraverso il contatto fisico ed in questo esalta la bellezza del corpo della persona amata. I due innamorati, qui, vivono una vera e propria liturgia, ovverosia la celebrazione reciproca dei propri corpi creati buoni e benedetti da Dio. Nel rapporto amoroso, la carezza, quindi, non ha di per sé uno scopo preciso. La genuinità della carezza sta nella sua gratuità: più che esplorazione, è simile ad una “passeggiata”; più che appropriazione, è una “celebrazione”. In questo senso, la carezza è autentica quando non vuole impadronirsi dell’altro, non lo vuole afferrare, non lo prende per sé come si può prendere un oggetto comune! Io non posso agguantare una persona come se fosse una cosa; l’altro va semplicemente riconosciuto. La carezza è limpida, trasparente, pulita quando non è per possedere e afferrare l’altro, ma per celebrarlo, per permettere che egli sia! La carezza, pertanto, è vera quando io riconosco la presenza dell’altro senza usurpare il suo spazio; è il gesto con il quale io ammetto che c’è un altro mondo di fronte a me. Di conseguenza tutta l’attenzione dell’accarezzare è rivolta alla persona che ho davanti: è un gesto profondamente altruistico, con il quale ho a cuore l’altro prima e più ancora di me stesso.

La carezza esprime anche la celebrazione del corpo dell’altro, la sua intrinseca bellezza e bontà. Pensiamo ad esempio al valore della carezza di una mamma verso il suo bambino: è un segno di tenerezza e di affetto. Quando, poi, la carezza la rivolgo ad una persona cara, le sto dicendo tutto il mio apprezzamento. È come se io dessi importanza e considerazione a te nella tua presenza corporea, se ti dicessi: “È bene che tu ci sia, che tu esista”. Anche nel fidanzamento e nel rapporto affettivo tra uomo e donna la carezza ha un posto molto importante. L’amore ha bisogno di fisicità e si esprime attraverso gesti corporei che donano amore all’altro. La bibbia conosce questo modo fisico e sensuale di dirsi l’amore e non ha paura di annunciarlo come una realtà bella, buona, pulita e salutare. Nel libro del Cantico dei cantici la carezza è il dono che la ragazza fa al suo ragazzo: “Vieni, mio diletto, andiamo nei campi… là ti darò le 50° anniversario matrimonio Bruna e Fernando Alessandrini GENNAIO/FEBBRAIO 2017

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Il giorno dell’Assunta del 2016, ricorrenza della morte del Beato Claudio, diverse parrocchie del Beneventano, grazie ad alla prestigiosa iniziativa del devoto Giovanni Sale, hanno esposto la figura del Beato Claudio. La stessa cosa con un’adesione ancora maggiore è stata fatta il giorno 20 novembre per ricordare l’anniversario della sua beatificazione e per pregare per la sua canonizzazione. Parrocchie di: Santa Maria di Costantinopoli, Santissima Addolorata, Santa Maria della Verità, Santa Maria della Pace e Santa Rita, San Gennaro, Sacro Cuore dei frati Cappuccini (Benevento), nostra Signora di Fatima (San Giorgio la Molara) e San Donato (Pago Veiano). Nella parrocchia di San Gennaro una nonna ha affidato il piccolo nipotino di nome Claudio al Beato di cui porta il nome, bambino operato ad un polmone ad un mese dalla nascita, ora felicemente guarito. La famiglia che vive a Milano, verrà al Santuario di Chiampo a ringraziare. Sig. Giovanni Sale - Benevento.

Aiuteró e consoleró tu Caro Alessandro, Quest’anno avresti compiuto vent’anni: il tuo ricordo a sedici mesi dalla tua scomparsa è sempre vivo; ci conforta sapere che grazie alla donazione delle tue cornee hai potuto donare la luce della vista ad un ragazzo di Bolzano e ad una signora di Cosenza. Con la preghiera lo affidiamo alla Madonna e a fra Claudio. Per la famiglia chiediamo la forza della rassegnazione e la pace nel cuore, dopo il vuoto infinito che hai lasciato nella nostra vita. Con amore i tuoi cari e tutte le persone che ti hanno conosciuto. Nardi Alessandro.

Nella gioia di festeggiare il 50° di vita religiosa, i fratelli e le sorelle di Suor Luigina, lodano e magnificano il Signore, per le meraviglie che ha operato nelle loro famiglia.

Suor Luigina e parenti 50° di vita religiosa.

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Al caro Fra Claudio, “Da cinquant’anni ho avuto una particolare devozione verso questo Beato! Egli mi ha dato tanta forza nelle mie grandi difficoltà. Lo ho supplicato con sincerità del cuore per la gravidanza della mia cara nipote Moira: ora è nato un bellissimo bambino a cui abbiamo messo nome Riccardo. Tanto e tanto devo ringraziare fra Claudio che prima di diventare frate si chiamava Riccardo. Sono certa che i genitori accompagneranno questo bambino per la via retta!

Riccardo con i genitori e la bisnonna Maria.

Spedite le vostre testimonianze e foto alla nostra Rivista rivista@santuariochiampo.com

Da sinistra verso destra: Sofia Negro Marcegaglia, Lisa Barbieri, Martina Negro Marcegaglia.

Buongiorno abbiamo piacere se potete pubblicare la foto della nostra piccola Giorgia. Abbiamo avuto una strada un po in salita, ma ora la piccola e qui con noi e possiamo propio dire che è un miracolo con quello che ha passato. Grazie mille, mamma Monica e papà Fochesato Oscar

Carissimo Rettore, Ringrazio il Signore che mi offre, la gioia di spedirvi anche quest’anno gli auguri di Buon Natale e Buon Anno nuovo. “O Grotta fortunata che avesti la sorte di vedere in te nato il Verbo Divino! O presepio fortunato, che avesti l’onore di accogliere in te il Signore del Cielo! O fortunata paglia, che servisti da letto a Colui che è venuto al mondo per la nostra salvezza. Auguri a tutti Voi frati della Grotta di Chiampo e grazie per tutto quello che fate accogliendo noi pellegrini. (Bruna Vivian) GENNAIO/FEBBRAIO 2017

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Fra Claudio Amico Giovinezza del cuore P. LIBERIO FOCHESATO

«Il fanciullo giunge in terra con la notizia che Dio non è ancora scoraggiato degli uomini» (Tagore). E, tra gli uomini, rappresenta la freschezza dell’opera di Dio.

Q

ualcuno ha creduto che fra Claudio non fosse lieto, perché di solito aveva contegno austero. Ha preso un granchio più grosso di chi pensa che la quercia non sia legno buono, perché ha la corteccia ruvida.

Infatti c’è una nota inconfondibile che manifesta il suo animo: la sensibilità per i fanciulli. Sensibilità che fu stima, rispetto e dedizione per essi, e che trasse origine non dalle qualità di corpo e di animo della gioventù, ma da un motivo più robusto e lontano, cioè dallo spirito dell’infanzia evangelica esaltato dalle beatitudini. Il fanciullo è uno dei tesori più belli e più grandi del mondo.

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Ecco qualche scena con fra Claudio tra i ragazzi. Ancora borghese accoglieva i piccoli con bontà nel laboratorio e si adattava pazientemente a spiegare le sculture in esecuzione. Durante una festa a Santa Lucia di Piave comperò dei biglietti a una pesca di beneficenza e poi li donò a un giovane. Gli fu chiesto: - Perché non li hai usati tu? - Si pesca per fare un’opera buona, non per pigliare regali. A Venezia, dov’era alloggiato durante gli studi all’Accademia, stava modellando in creta uno dei figli della famiglia ospitante. Lo aveva ormai ultimato, bellissimo, quando un ragazzino entrò nello studio e con uno strumento rovinò la creta. Fra Claudio, tornato da scuola, disse: - Chi è stato il bravo scultore che ha finito l’opera? Ma non si spazientì.


Una volta poi, da frate, giungendo a Santa Lucia di Piave notò un gruppetto di bricconcelli, i quali avevano appiccato il fuoco a una siepe lungo la strada. Quelli se la dettero a gambe. Egli si fermò e con le mani e con i piedi spense le vampe. A Brognoligo, durante l’arsura, gli vennero offerte caramelle perché potesse dissetarsi. Ringraziò, ma poi la donatrice seppe che le dava ai bambini i quali salivano il colle per vedere la nuova Grotta in costruzione. Una volta a una mamma povera, che reggeva un bambino in braccio e ne aveva altri due accanto, gli consegnò una sporta gonfia di pane. Erano tempi di fame e i tre fanciulli tuffarono subito le avide mani in essa e si posero a sbocconcellare. Fra Claudio stette assorto a guardare. Sussurrò a un confratello:

«Chi ama profondamente non invecchia mai. Potrà morire di vecchiaia, ma morirà giovane» (Pinero). Fra Claudio conservò intatta la giovinezza del cuore, perché amò bene, con l’anima limpida per la grazia e per la letizia; perché in lui mai esistette decadenza d’amore anzi, all’occorrenza, esso fu tale da attirare a sé anche i fanciulli al pari della gioia.

Foto di Stefano Lovato

- Non c’è gioia maggiore, sulla terra, che rendere felici gli altri.

Grotta di Lourdes del Beato Claudio Brognoligo (Vr)

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Vita del Santuario

FRATE DAMIANO BASCHIROTTO

DOMENICA 13 NOVEMBRE Conclusione dell’Anno Santo della Misericordia: come disposto, in quel giorno chiudevano tutte le porte Sante della Misericordia presso le diocesi e all’interno delle diocesi. Noi abbiamo scelto l’ultimo momento della giornata, ossia la santa messa delle ore 18.00, presieduta dal nostro Ministro provinciale fra Mario Favretto, e concelebrata da una quindicina di sacerdoti. La chiesa del beato Claudio era colma di fedeli venuti non solo da Chiampo. Al termine, l’ultima processione verso la Pieve. Come nel giorno dell’inaugurazione (13 dicembre 2015) il viale davanti alla Pieve era pieno in tutti i suoi spazi. Alcune invocazioni e poi l’entrata nella chiesa giubilare dove è stato innalzato il canto del ‘Magnificat’. Ho colto un’ espressione di un mio confratello a cena: “tra i tanti giubilei vissuti per me questo è stato il più bello, perché ha toccato il cuore della gente”.

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DOMENICA 27 NOVEMB NOVEMBRE BRE RE Abbiamo la graditissima visita del Corpo dei Carabinieri nella memoria di Maria la ‘Virgo Fidelis’. Il gruppo, composto dai Carabinieri, i Sindaci della valle e da tutte le persone simpatizzanti dell’Arma è partito dalla piazza di Chiampo ed è arrivato sul nuovo piazzale, davanti alla chiesa del Beato Claudio, dove la banda di Gambellara ha suonato l’ultima marcia. La messa, presieduta da fra Damiano, animata dal coro s. Teresa di Verona, nel clima della prima domenica di Avvento, è stata partecipata da una bella presenza di fedeli. Oltre una cinquantina di carabinieri ed ex, con il Capitano Mauro Maronese, comandante della compagnia di Valdagno e il Maresciallo di Chiampo, Antonio Ceccon. SABATO 8 DICEMBRE Solennità della beata Vergine Immacolata, patrona dell’Ordine Francescano. La solennità è stata preparata da un triduo alle ore 20.30. Le prima due sere con la lettura di due icone della Vergine. La terza e conclusiva, con il canto dell’Akathistos.


SABATO 17 DICEMBRE Nella chiesa della Pieve si è svolto il tradizionale concerto di Natale organizzato dalla nostra corale della Pieve e il comitato dei Zonati. Quest’anno, come coro ospite, si è esibito pure il coro di S. Giovanni Ilarione, El Biron. Il direttore, salutando il numeroso pubblico accorso, ha ringraziato i frati della Pieve, confessori dalla manica larga … ossia pieni di misericordia e manifestato il caloroso affetto del popolo di San Giovanni Ilarione verso il nostro Santuario.

NATALE IN SANTUARIO La vigilia, alle ore 21.30, una significativa e breve liturgia della luce ha preparato i fedeli che già gremivano la grande chiesa, da un’ora. Il silenzio parlava dell’attesa e finalmente Colui che era atteso è arrivato, portato dal diacono in mezzo alla gente e deposto nella bella mangiatoia preparata davanti all’altare. Come un agnello pronto ad essere sacrificato sull’altare. La corale della Pieve ha animato la liturgia. Estremamente partecipate anche le messe del giorno di Natale.

NOVENA Da lunedì 19, alle ore 18.30, proseguiva laa novena di Natale con il canto delle antifone O. La loro origine è sconosciuta. I titoli messianici anici ci con cui ogni antifona si apre hanno origine nella nell lla Bibbia e sono utilizzati in riferimento a Gesù Geesù ù Cristo. È stato osservato fin dal Medioevo che ch he he le lettere iniziali di questi stessi sostantivi, lette lettte partendo dall’ultima antifona, formano la frase fraase latina Ero Cras, cioè “Domani sarò qui”, una un na espressione che sottolinea il carattere di attesa ttessa tt proprio dell’Avvento. GENNAIO/FEBBRAIO 2017

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Novembre e Dicembre 2016

PELLEGRINAGGI

Aiutateci ad accogliervi meglio, prenotate il vostro pellegrinaggio! Nuovo servizio telefonico per assistenza e accoglienza pellegrini chiamare:

333 2744781 www.santuariochiampo.com

Totale pellegrinaggi: 35 Totale da inizio anno: 631

Ala Avio (TN)

120 ragazzi ACR Valdagno (VI) – Unitalsi Treviso – Tavernelle (VI) – Alonte (VI) – Classe prima media Maranello (MO) – San Bonifacio (VR) – Montebello (VR) – Cereda di Valdagno (VI) – Pojana Maggiore (VI) – Mezzolombardo (TN) – Cresimandi Lonigo (VI) – Lumezzane (BS) – Ragazzi delle Medie Parrocchia di Montemezzo Sovizzo (VI) – Arcole (VR) – Rivoli Veronese (VR) – Viareggio (LU) – Classe 5° elementare Lonigo (VI) – Avio (TN) – San Massimo (VR) – Festa della Compagnia Carabinieri Valdagno (VI) – Marano Vicentino (VI) - Diaconi Permanenti con Famiglie da Carpi (MO) – Brescia – Treviso – Scouts Padova – Cooperativa San Martino Verona – Ragazzi San Giovanni Ilarione (VR) – Lodi – Breganze (VI) – Cusignana (TV) – Rimini – Faenza (RA).

Dall’estero: Germania

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Maserada sul Piave (TV)

Parrocchia San Giovanni Battista Laghetto (VI)

Maranello (MO)


Parrocchie Santo e Rozzampia Thiene (VI)

Scuola Media Istituto Sacro Cuore Padova

Pizzoletta di Villafranca (VR)

Suore Poverelle di Bergamo

Ponte di Piave (TV)

Taglio di Po (RO)

Ragazzi di Trissino e Castelgomberto (VI)

Trebaseleghe (PD)

Sandrigo (VI)

Chiampo 2 ottobre 2016 giubileo dei 75 anni Unitalsi Chiampo (VI) di vita religiosa. GENNAIO/FEBBRAIO 2017

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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Vicenza IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE ALL’UFFICIO POSTALE DI VICENZA C.P.O. IL MITTENTE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE LA PREVISTA TARIFFA

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Santuario di Chiampo

Banco Popolare Società Cooperativa - Agenzia di Chiampo - Piazza G. Zanella 23 Codice IBAN: IT 02 C 05034 60290 000000005540 - BIC: BAPPIT21110 A favore di Provincia S. Antonio O.F.M. - Specificare la causale del versamento (Chiesa B. Claudio … offerta … per la Rivista … )


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