Anno XCII Giugno 2017
n. 6
1867-2017
150 anni di presenza francescana alla Pieve di Chiampo
Mensile del santuario di CHIAMPO (VI)
ALE ANI I C V SPE O GIO RT E S IN
SOMMARIO N° 6 Giugno 2017
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LETTERA DEL FRATE RETTORE SPARTIREMO IL NOSTRO PANE CON VOI
A CURA DI
G.FANTON
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ORDINE FRANCESCANO SECOLARE UNA VIA PER I LAICI
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LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO
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A CURA DI SUOR
A CURA DI
OFS CHIAMPO
ANNACHIARA RIZZO
1867 - 2017 150 ANNI DI PRESENZA FRANCESCANA ALLA
PIEVE DI CHIAMPO - APPUNTAMENTI IN SANTUARIO
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#GUFO GIOVANI
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IL SORRISO
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AIUTERO’ E CONSOLERO’ TUTTI
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VENERABILE IGNAZIO (GIUSEPPE) BESCHIN (3) E
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FRA CLAUDIO AMICO
DI FRA
LIBERIO FOCHESATO
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VITA DEL SANTUARIO
DI FRA
DAMIANO BASCHIROTTO E SUOR RITA BARBATO
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PELLEGRINAGGI
DI FRA
DI SUOR
FABIOLA DALL’AGNOL
LORENZO RANIERO
MILIA
FLOCCHINI
In copertina: Statua di Sant’Antonio posta all’entrata del convento - Foto Stefano Lovato PRIVACY: nel rispetto della legge 675/96, sulla tutela di riservatezza delle persone e dei dati personali, “La Grotta di Lourdes” garantisce che le informazioni relative agli associati, custodite nel proprio archivio elettronico, non saranno cedute ad altri e saranno utilizzate esclusivamente per l’invio della rivista.
Direttore responsabile: fra Luigi Secco Redazione: fra Giuseppe Bonato, fra Damiano Baschirotto, fra Alessandro Poggiato, suore Francescane Alcantarine e Giovanni Fanton Servizio foto: Suor Rita Barbato, Stefano Lovato, Norberto Rancan Stampa: Cora Print s.r.l - Trissino (VI) Autorizzazione Tribunale di Vicenza 16/07/1949 - N.13 R.S. Con approvazione ecclesiastica e dell’Ordine dei Frati Minori.
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Lettera del frate Rettore
arissimi fratelli e sorelle, Siamo entrati nel tempo dell’estate, periodo di vacanze e di riposo, mentre per qualcun altro può essere semplicemente un intervallo in cui si cambia il ritmo delle giornate. Questi giorni di vacanza possono favorire oltre il meritato riposo fisico, un’opportunità per trovare anche un ristoro interiore. Lo spazio dato alla preghiera, alla lettura della Sacra Scrittura o di qualche testo spirituale può essere di grande profitto, per nutrire il cuore e la mente. La nostra esistenza non si nutre di solo pane materiale, ma si rinforza nella relazione risanante con Dio. Un padre della Chiesa dei primi secoli diceva: “E’ necessario ricordarsi di Dio più spesso di quanto respiri”. Nei giorni estivi molte persone vengono al nostro Santuario per vivere questa realtà, e ai piedi di Maria presso la Grotta del beato Claudio, trovano oltre l’ombra dei grandi alberi, anche il silenzio per pregare e contemplare. Gli appuntamenti di quest’anno, in cui facciamo memoria dei centocinquanta anni della presenza francescana, ci aiuteranno a fare spazio alla nostra dimensione interiore e sostenere la nostra amicizia e il nostro dialogo d’amore con Dio. Buon tempo di riposo Frate Giuseppe Bonato
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Piantina Pi ti ddell 1726
SPARTIREMO IL NOSTRO PANE CON VOI 3. I primi frati a Chiampo
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A CURA DI
GIOVANNI FANTON
primi quattro frati francescani che giunsero a Chiampo nel 1867, provenienti dal Convento di Santa Lucia di Vicenza, erano “fratelli laici”, ossia religiosi non sacerdoti. Tradizionalmente i fratelli laici venivano indicati con il titolo di “fra”, mentre i religiosi sacerdoti con il titolo di “padre”. Purtroppo non possediamo immagini di questi quattro religiosi, ma solo piccole note biografiche e il resoconto della loro vita a Chiampo. Essi furono: Fra Filippo da Fane (VR) , al secolo Angelo Dalle Pezze; professò la regola Francescana l’8 Dicembre 1858 e morì a Monselice il 12 settembre 1895. Fra Gioachino da Moruri, frazione di Verona, al secolo Lorenzo Marchi; professò la regola il 28 Novembre 1858 e morì a Ceneda il 30 Dicembre 1891 Fra Pasquale da Campofontana (VI), al secolo Matteo Pagan; professò il 3 Luglio 1841 e morì a Venezia il 1 Luglio 1880 Fra Ferdinando da Verona, al secolo Giuseppe Bortolani ; professò la regola 21 Dicembre 1853, morì a Venezia il 29 Luglio 1885. Fra Ferdinando, rimase per poco tempo a Chiampo e fu sostituito da Fra Gabriele da Verona, al secolo Gianmaria Solari che professò il 23 Aprile 1846, e morì a Vicenza il 13 Novembre 1877. A Fra Gabriele si deve il pregio e il merito di aver ideato, progettato e realizzato la prima casa per i frati, ampliando l’alloggio del custode del cimitero, affidato dal Sindaco di Chiampo, ai primi frati. Agli altri frati e in particolare a Fra Filippo va il merito di aver procurato i materiali, mentre al popolo di Chiampo va il merito di aver offerto la mano d’opera. Lapide commemorativa (1868) posta all’entrata del convento
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Il momento storico in cui i frati arrivarono a Chiampo è un’ epoca di forti ostilità da parte del neonato Stato italiano, nei confronti della Chiesa di Roma, basti pensare che ci troviamo pochi anni prima della breccia di Porta Pia (1870). Lo Stato emanò nel 1866 una legge chiamata di “Eversione dell’asse ecclesiastico”, secondo la quale, tutti gli Ordini religiosi venivano soppressi. Al Convento di Santa Lucia di Vicenza rimasero il Padre Gianangelo Savignago con un altro sacerdote e un frate come sagrestano, ma furono costretti a deporre l’abito religioso. Così scrive Padre Bernardino Barban : “Fuggite in altro paese, a far ivi penitenza, e ricoveratevi come meglio potete, era stato detto loro mentre con l’angoscia nel cuore abbandonavano il loro Convento. Tutti concordi nel generoso proposito di non deporre il santo abito e di servire uniti al Signore, si diedero a percorrere diversi paesi del Vicentino, in traccia di un rifugio sicuro. Nelle loro ricerche furono fortunati per aver diretto i passi a Chiampo, che fu sensibile all’immeritata sventura dei buoni Fraticelli. Sapevano esservi colà, come Sindaco, il sig. Antonio Fracasso, uomo d’antico stampo e di antica fede. Questi che era sempre stato affezionatissimo ai Frati, accolse benignamente i profughi Figli di San Francesco, s’ìntenerì al racconto della loro tremenda sciagura, e mostrandosi tutto propenso a favorirli propose loro, d’accordo coll’Arciprete di allora Don Orazio Faggian, di collocarli alla Pieve.
Casetta del 1868
A pochi metri infatti dalla povera Chiesuola, vi era una casuccia ancor più povera, detta “Casa Comunale”. V’intervenne una specie d’accordo : i frati si sarebbero presa cura del piccolo santuario di Maria e del cimitero. Nella “casetta” abitava un certo Domenico Zonato detto il “campanaretto” , il quale ricevuto un compenso dal Sindaco, fu contento di lasciare libera la casa. Era la nostra cara Madonna che volev-a presso di sé i suoi poveri figli, perché fosse da loro risvegliato e perpetuato il culto del suo antichissimo santuario. Immensa fu la gioia dei Chiampesi, che presero ben presto a guardare ai Frati come ad una benedizione per il loro paese. I frati introdussero da subito la pia pratica di recitare ogni sera pubblicamente il Santo Rosario, per impetrare su tutti i loro benefattori la protezione e le grazie di Maria Santissima. I frati iniziarono a curare il decoro della Chiesa e dell’attiguo cimitero, a assistere gli infermi, a prestare la loro opera in Parrocchia come sacristi e come insegnanti della Dottrina Cristiana.” Le parole del Sindaco: Restate con noi! Custodite i nostri morti e pregate per i vivi; e noi volentieri spartiremo il pane con voi! Per questo e per tanti altri favori che i Frati di Chiampo ricevettero dal sig. Antonio Fracasso, il suo nome vivrà sempre fra noi come quello di un protettore. GIUGNO 2017
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Ordine Francescano Secolare: una via per i laici A CURA DELL’OFS DI
CHIAMPO
L’ORDINE FRANCESCANO SECOLARE 1. In che cosa consiste: Parlare di Ordine Francescano Secolare (Ofs) significa parlare del primo grande movimento laicale della storia della Chiesa, il movimento che, anticipando di otto secoli l’ecclesiologia del Vaticano II, ha promosso una vita più piena di Chiesa, promuovendo proprio la vita del laico. E’ un Ordine presente oggi in tutto il mondo con circa un milione di aderenti e si estende come proposta di cammino francescano anche ai giovani (Gi.fra) e ai ragazzi (Araldinato) con appositi itinerari di fede. La finalità dell’Ofs è vivere da cristiani nel mondo seguendo le orme del Santo di Assisi. Quindi il suo programma non si identifica in qualche opera di assistenza, o di carità, o di devozione; tanto meno consiste nel coltivare una specie di “supercristianesimo”, cui accedono i cosiddetti “buoni cristiani” per un ulteriore affinamento delle proprie virtù. L’Ofs è un modo, una via per essere cristiani, perché in definitiva è questa l’avventura più grande e più ardua per ogni uomo. Un’avventura che è da vivere in un recupero continuo di fedeltà a Dio e, per un laico francescano, è un’avventura da vivere facendo del proprio quotidiano, della vita nel mondo, un terreno di rimando a Dio, di
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riconciliazione a Dio. L’Ofs nasce per espressa volontà di Francesco d’Assisi sollecitato a dare una risposta alle tante persone che volevano condividere il suo cammino evangelico. Francesco risponde aprendo la possibilità della santità di vita anche allo stato laicale, e questo in un secolo, il 1200, in cui il rapporto profondo con Dio, il tendere alla perfezione della vita cristiana, sembrava essere appannaggio esclusivo dei chierici e di coloro che si ritiravano dal mondo, i monaci. Con intuizione profetica Francesco, attraverso la via della penitenza, propone ai laici, uomini e donne, sposati e non sposati, di ogni età e di ogni condizione, di vivere il Vangelo nella propria giornata, nella propria famiglia, nel proprio lavoro.
MO.FRA.NE. Assemblea 2015
2. La via della penitenza La penitenza, intesa nel suo significato più profondo di conversione, di cambiamento di cuore e di mente, viene così unita alla quotidianità, al vivere nel mondo. Consisterà nel “consacrare” il mondo, non nel “fuggire” il mondo come appunto per i monaci. La via della penitenza viene proclamata come possibilità per tutti di accedere alla comunione totale con Dio. E questo è di una importanza straordinaria. Lo troviamo attestato nella “Lettera a tutti i fedeli”, ormai riconosciuta come il documento sorgivo dell’Ofs. In questa lettera Francesco stesso delinea un orientamento di vita per i laici secondo quanto gli ha ispirato il Signore. Ed è qui il nucleo evangelico da cui si sprigiona la fecondità dell’Ofs. Per il nostro tempo lo ha autorevolmente ricordato la Chiesa con l’approvazione dell’attuale Regola (1978), ad opera di Paolo VI, che pone quale Prologo alla stessa la “Esortazione ai fratelli e sorelle della Penitenza”, prima recensione della Lettera a tutti i fedeli (1215) e prima forma programmatica di vita per coloro che rimanevano nelle loro
case pur seguendo il Santo di Assisi. La vita di penitenza è qui definita come amore, adorazione dell’unico Signore con tutte le potenze dell’anima e del corpo. Consiste nell’amare il prossimo come se stessi e nell’odiare il proprio corpo con i vizi e i peccati, nel fare degni frutti di penitenza. Non fare penitenza, di contrappunto, significa non ricevere il Corpo e Sangue di Cristo, vivere nei vizi e nei peccati, camminare dietro alla cattiva concupiscenza, servire con il corpo al mondo, ai desideri carnali, alle sollecitudini del secolo e agli affari di questa vita. E in questa esortazione Francesco pone davanti a tutti gli uomini la stupenda possibilità di essere “sposi, fratelli e madri del nostro Signore Gesù Cristo” e la pone come l’unica possibilità che dia senso alla vita dell’uomo, l’unica che possa dargli la gioia per avviarlo al traguardo di quella felicità senza fine che sarà la vita piena di unione con Dio nell’al di là. (continua)
La Fraternità OFS di Chiampo è ospitata presso il Convento dei Frati Minori Info: Bruni Maria Grazia ministra Tel 348.5921049 - email: mariagraziabruni@live.it
Assemblea Precapitolare Regionale - 26 marzo 2017 GIUGNO 2017
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LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO MEDJUGORIE
A CURA DI SUOR
ANNACHIARA RIZZO
Carissimi lettori, anche questa volta vogliamo affrontare un tema ma che non sempre è presentato con correttezza dai mass media. Si tratta di Medjugorie e vogliamo mo verificare quando papa Francesco ha realmente nte parlato di questa realtà e cosa ha detto.
Nel 2013, a pochi mesi dall’elezione di papa Francesco, alcune sue espressioni, estrapolate dal contesto, furono usate per In realtà, «queste novità allontanano dal Vangedimostrare la sua avversione al fatto “Medjugorie”. Si tratta dell’omelia tenuta a Santa Mar- lo, allontanano dallo Spirito Santo, allontanano dalla pace e dalla sapienza, dalla gloria di Dio, ta il 14 novembre, di seguito uno stralcio: dalla bellezza di Dio»”1. “commentando le letture del giorno, papa Francesco mette in guardia dallo “spirito di cu- Anche più recentemente, dopo il suo viaggio a riosità” perché, spiega, “non aiuta a giudicare Sarajevo, sempre in un’omelia a Santa Marta il A CURA DI SUOR ANNACHIARA RIZZO e prendere decisioni secondo il cuore di Dio”. 9 giugno 2015 papa Francesco diceva: Ha poi spiegato che proprio questo «spirito di “ci sono anche «quelli che sempre hanno bisocuriosità ci allontana dallo spirito della sapien- gno di novità dell’identità cristiana: hanza», perché ci spinge a guardare solo «i detta- no dimenticato che sono stati scelti, unti, che gli, le notizie, le piccole notizie di ogni giorno: hanno la garanzia dello Spirito, e cercano: “Ma come si farà questo? È il come, è lo spirito del dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettecome» e ha aggiunto: «Verranno giorni in cui ra che la Madonna ci manderà alle 4 del pomedesidererete vedere anche uno solo dei giorni riggio?”. Per esempio, no? E vivono di questo». del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi di- Ma «questa non è identità cristiana. l’ultima paranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”». In rola di Dio si chiama “Gesù” e niente di più»”2. questi casi – ha notato – è «la curiosità» a spingerci a «sentire queste cose. Ci dicono: Il Signo- Come possiamo constatare sono semplici esemre è qua, è là, è là! Ma io conosco un veggente, pi, immagini che il Papa ha utilizzato, come è una veggente che riceve lettere della Madonna, solito fare, per aiutarci a comprendere meglio messaggi della Madonna». E il Pontefice ha quanto va dicendo. L’oggetto principale del dicommentato: «Ma, guardi, la Madonna è Ma- scorso nell’omelia del 2013 non è la veggente, dre! E ama tutti noi. Ma non è un capo ufficio ma “lo spirito di curiosità” che “allontana dal della posta, per inviare messaggi tutti i giorni». Vangelo, dalla bellezza di Dio”, è cioè il cerca1 2
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L’Osservatore Romano del 15 novembre 2013, pag7; versione digitale: http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/262q01.pdf tratto da L’Osservatore Romano: http://www.osservatoreromano.va/it/news/la-vera-identita
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in Croazia…. Ma siccome siamo in Bosnia ed Erzegovina c’è anche un grande interesse per il giudizio sul fenomeno di Medjugorje… Papa Francesco: Sul problema di Medjugorje Papa Benedetto XVI, a suo tempo, aveva fatto una commissione presieduta dal cardinale Camillo Ruini; c’erano anche altri Cardinali, re segni s a tutti i costi mentre il cuore è lon- teologi e specialisti lì. Hanno fatto lo studio e tano dal Vangelo, dal Signore stesso, e anche il cardinale Ruini è venuto da me e mi ha connell nell’omelia del 2015 il soggetto è “l’identità segnato lo studio, dopo tanti anni – non so, 3-4 cristiana” cris e non i veggenti. E’ chiaro quindi anni più o meno. Hanno fatto un bel lavoro, un che non c’è nessun riferimento a Medjugorie bel lavoro. Il cardinale Müller [Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede] mi in qqueste due omelie del Santo Padre. ha detto che avrebbe fatto una “feria quarta” Rig Riguardo a Medjugorie papa Francesco ha [un’apposita riunione] in questi tempi; credo risposto alla domanda di un giornalista croato sia stata fatta l’ultimo mercoledì del mese. Ma durante la conferenza stampa tenuta sul volo non sono sicuro… [Nota del p. Lombardi: in di ritorno da Sarajevo il giorno 6 giugno 2015, effetti non vi è stata ancora una feria quarta deche riportiamo integralmente di seguito: dicata a questo tema] Siamo lì lì per prendere “Silvije Tomašević: Buonasera, Santità, qui delle decisioni. Poi si diranno. Per il momento sono arrivati naturalmente molti croati in pel- si danno soltanto alcuni orientamenti ai vescolegrinaggio, che chiedono se Sua Santità verrà vi, ma sulle linee che si prenderanno. Grazie!”3
CENNI STORICI 24 giugno 1981 iniziano le apparizioni a Medjugorie a sei ragazzi. Le apparizioni continuano tutt’ora e, diversamente da quelle di Lourdes, Fatima, La Salette che erano legate al luogo, quelle di Medjugorie sono legate invece ai veggenti e non al luogo. 17 marzo 2010
papa Benedetto XVI istituisce una “Commissione internazionale di inchiesta e di studio presieduta dal Card. Ruini”
17 gennaio 2014 Termine dei lavori della Commissione. Tutto il materiale prodotto è stato consegnato a papa Francesco che lo ha affidato per lo studio alla Congregazione per la Dottrina della Fede. 11 febbraio 2017 il Santo Padre ha incaricato S.E. Mons. Henryk Hoser, S.A.C., Arcivescovo-Vescovo di Warszawa-Praga (Polonia), di recarsi a Medjugorje quale Inviato Speciale della Santa Sede. La missione ha lo scopo di acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale di quella realtà e, soprattutto, delle esigenze dei fedeli che vi giungono in pellegrinaggio e, in base ad esse, suggerire eventuali iniziative pastorali per il futuro. Avrà, pertanto, un carattere esclusivamente pastorale. 3
tratto da: http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/june/documents/papa-francesco_20150606_sarajevo-conferenza-stampa.html
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LODE
maggio giugno luglio 2017
MEMORIA
agosto settembre ottobre 2017
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150 anni di presen alla Pieve di
Giugno 3 GIUGNO SABATO: Dopo la Santa Messa delle 20.30: VEGLIA DI PENTECOSTE 13 GIUGNO MARTEDÌ: Festa di Sant’Antonio Sante Messe ore: 7.00 – 9.00 – 20.30 Benedizione dei bambini ogni 30 minuti dalle ore 15.00 alle ore 18.00 in Grotta. Ore 20.30 in Grotta Santa Messa con consegna del pane ai nostri fedeli
Seguite gli appuntamenti di quest’anno giubilare visitando il sito del santua
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RINGRAZIAMENTO novembre dicembre 2017 gennaio 2018
RESTITUZIONE
febbraio marzo aprile maggio 2018
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senza francescana di Chiampo
Giugno 17 GIUGNO SABATO: Ore 21.00 In Chiesa del Beato Claudio incontro SULLA BELLEZZA DI P. I. M. RUPNIK 24 GIUGNO SABATO: Sui sentieri della nostra fede: “CAMMINATA TRA I CAPITELLI” Ritrovo alla Pieve ore 17.30 Partenza ore 18.00 Percorso: via Pieve, Cischi, Bastianei, Giarola, Menin, Panzale, Colombetto e arrivo alla Grotta ore 20.30 per la Santa Messa.
ntuario (www.santuariochiampo.com) e la nostra pagina di Facebook . GIUGNO 2017
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di suor Fabiola Dall’Agnol
Incontrando i giovani, spesso osservo nella loro pelle un tatoo, termine anglosassone per indicare un tatuaggio. Quando chiedo perché hanno posto nella pelle tale segno, emerge che per loro è un modo originale per comunicare e soprattutto per perpetuare nel tempo, un’identità, un’appartenenza o un ricordo che rimanga incancellabile. Le risposte dei giovani, mi hanno indotto ad alcuni testi biblici, che richiamano proprio segni e sigilli con cui il Signore ha segnato e salvato i suoi eletti.
NELLA BIBBIA il primo SEGNO che il Signore pone è quello su Caino (Gen 4,15) “… nessuno tocchi Caino”, tale segno dice la misericordia di Dio e la sua protezione. Ancora, il Signore indica agli Israeliti come fare memoria di Lui e del modo con cui li ha salvati dall’Egitto, senza scordare le sue leggi: ponendo un segno sulla mano e fra gli occhi…(Es13,9.16; Dt6,6-9). Un richiamo quest’ultimo, anche, agli stipiti delle case degli israeliti “segnati” con il sangue, indicazione che preservava ogni primogenito al passaggio dell’angelo sterminatore in Egitto (Es12,21-28). Altrettanto molto rilevante è il brano di Ezechiele che nel castigo di Dio su Gerusalemme, dice di segnare con un TAU sulla fronte gli uomini che gridano a Lui, e di non toccare nello sterminio coloro che portano questo segno (Ez9,49). Nel nuovo testamento il SEGNO per eccellenza è Cristo stesso, infatti, Lui stesso afferma: “Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.”(Lc11,29-31), l’incontro con Cristo segna la vita, non sono necessari altri segni di alcun genere. Infine, San Paolo sottolinea che noi siamo “segnati dallo Spirito Santo per il giorno della redenzione” (Ef4,30). Il SIGILLO, a sua volta, nella Scrittura rappresenta un segno molto personale che indica l’appartenenza e l’intangibilità per altri. In primo luogo ce ne parla la Sposa del Cantico dei Cantici rivolta al suo amato: “Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio”(Ct8,6), appunto a dire la sola appartenenza che desidera, tanto nel cuore dello sposo, quanto nel suo corpo. Questa appartenenza così profonda, è la stessa di cui ci parla
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Giovanni evangelista riguardo al Sigillo del Padre che è in Gesù (Gv6,27). Questo stesso sigillo, per mezzo di Cristo è ora per tutti i Cristiani, infatti, come ci dice chiaramente San Paolo “È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo, il e ci ha conferito l’unzione, ci h ha iimpresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori” (2Cor1,21-22). Siamo dunque anche noi già sigillati, segnati mediante l’unzione Battesimale. Tale sigillo ci apre anche ad un appartenenza eterna, infatti, nell’Apocalisse i segnati con il sigillo del Dio vivente, sono i servi di Dio, sono sua proprietà e saranno preservati nell’ora finale (Ap7,2-4 e Ap9,4). Nel Rito del BATTESIMO la fronte del battezzando viene segnata con la croce; questo sigillo battesimale re-imprime nell’anima l’originaria somiglianza con Dio, che il peccato ha deturpato, da questo il Signore ci riconosce. Con il segno che riceviamo nel Battesimo mediante l’unzione, siamo quindi ri-innestati nella vita di Cristo, riconosciuti dal Padre, mediante questo segno, come FIGLI. Nella CONFERMAZIONE, altrettanto, il vescovo stendendo la mano sul battezzato, per tracciargli in fronte il segno della croce con l’olio profumato, gli conferisce il CARATTERE INDELEBILE, tale carattere è già indelebile dal Battesimo, tant’è che esso rimane incancellabile, indipendentemente dalla cancellazione nei registri parrocchiali è, infatti, segno già eterno. Nella confermazione si ha appunto la conferma di questo SIGILLO DEL SIGNORE, e insieme il
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dono dello Spirito Santo che lo configura più perfettamente a Cristo, egli dà la grazia di spandere tra gli uomini ill buon profumo.
Ritengo dunque che per quanti segni possano marchiare la nostra pelle, comunque temporanea; il sigillo di Dio con questo sguardo verso il per sempre, sia decisamente più significativo. Figurativamente è un “foro” ad immagine di Cristo, attraverso il quale siamo guardati dall’eternità da Dio e mediante il quale, già in questo tempo, riconosciuti, protetti e salvati per sempre.
L’arte del Tatuaggio è antichissima e nasce in varie . . . e culture, le più vicine a noi sono: dapprima nella culte forme t o tura Egizia e nell’antica Roma e poi proprio nel mondo relin lla e gioso. Infatti, il tatuaggio appunto di origine pagana, venne n e d vietato dall’imperatore Costantino, a seguito della sua cone v e h versione al Cristianesimo. Precedentemente molti cristiani c si tatuavano sulla pelle simboli religiosi, per marcare la proColui pria identità spirituale. È attestata poi, nel Medioevo, l’usanza dei pellegrini di tatuarsi con simboli religiosi dei santuari visitati. i n ie v , i a Il tatuaggio venne definitivamente proibito da Papa Adriano d E I nel 787 durante il Concilio di Nicea. … u t Ma nonostante il divieto ufficiale, l’abitudine sopravvisse in anche zza”:
“LA
Belikle
Rupn p. M. I.
0 ore 21,0 io o n g u i ud 17 G Beato Cla l e d a s ie - Ch Chiampo
Leggi, legg • Il Battesimo i …
M. Campa telli, rist .20 11, ed Lipa.
clandestinità, fra i soldati e in alcuni luoghi di culto cristiani come il Santuario di Loreto. Qui, fino alla metà degli anni cinquanta, i frati marcatori incidevano piccoli segni devozionali fra i pellegrini. I segni tatuati nel Santuario di Loreto venivano effettuati sui polsi o sulle mani ed erano simboli cristiani o soggetti “amorosi”: i primi, inizialmente molto semplici come una croce o come la rappresentazione delle stigmate, si fecero poi, più complessi come la stilizzazione della stessa Madonna di Loreto, simboli del proprio ordine religioso, oppure segni marinareschi; poiché i marinai insieme ai crociati erano i primi difensori contro gli invasori turchi. Gli attacchi dei pirati inducevano anche gli abitanti della costa Adriatica a tatuarsi segni cristiani poiché, in caso di morte violenta, sarebbero stati riconosciuti come fedeli e dunque sepolti in terra consacrata. Così per i crociati che in caso di morte tra gli infedeli si garantivano una sepoltura in Terra Santa.
et? ento in tutto intern …e su riferim eva fac i ssis d’A ncesco
San Fra a che il Tau ha con la al Cristo; per la somiglianz segno, tanto che esso c ce, ebbe carissimo questo cro ti. la sua vita come pure nei ges occupò un posto rilevante nel LO TUALE a vedere in SPAGNO …E ora in ERASMUS VIR il significato del TAU… su: H4zRU https://youtu.be/c83T6X anche su: Puoi vedere questi link Santuario di Chiampo con #gufogiovani
Alcuni fra i tatuaggi più comuni di Loreto, fra sacro e profano da “I tatuaggi sacri e profani della Santa Casa di Loreto”, Caterina Pigorini Beri, 1889
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“Il Sorriso” I gesti dell’amore
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l volto delle persone è la finestra della loro anima; dagli occhi o dall’espressione della bocca e della faccia intera riusciamo a vedere qualcosa dell’interiorità dell’uomo: puoi capire se nel suo cuore c’è preoccupazione, paura, odio, indifferenza oppure benevolenza, serenità, gioia, pace. Il sorriso è forse il gesto più evidente e immediatamente più visibile nelle relazioni tra persone perché irradia dal viso e dal volto degli uomini che si incontrano. Certamente davanti ad un volto serio e accigliato manteniamo le distanze, e anche le nostre parole restano fredde e formali. Chi è irritato ha il volto cupo e scuro e alle volte suscita paura; è preoccupato di difendere le proprie ragioni ed è tutto avviluppato in sentimenti di rabbia e ostilità. Chi invece si presenta a te con un sorriso, ti comunica che il suo cuore è in casa e la gioia pervade la sua persona. Il sorriso, dunque, è il segno della benevolenza e della cordialità; è espressione di un amore affettuoso e accogliente che si apre all’altro e fa cadere tutte le resistenze e le tensioni che abitano dentro di noi. Ognuno porta con sé il ricordo di un sorriso che ha ricevuto e che gli ha fatto bene. È un gesto che dura un istante, ma nel ricordo può essere eterno. Due giovani che si incontrano per la prima volta capiscono dagli occhi sorridenti di uno e dell’altra che sta per nascere una relazione, e senza dubbio quel sorriso che si scambiano non lo dimenticheranno mai. Così anche una sposa innamorata che accoglie il marito quando rientra alla sera, gli regala la luce del suo sorriso, manifestandogli il suo amore accogliente;
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FRA LORENZO R ANIERO
la mamma che guarda il suo bambino che gioca ha un volto luminoso e raggiante di felicità. Nella tradizione biblica, la benedizione di Dio sull’uomo è descritta con le caratteristiche di un volto sorridente: “Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace” (Nm 6,2426). Con le parole di questa benedizione biblica, noi cristiani iniziamo l’anno nuovo. Infatti nella liturgia della Messa del primo gennaio è riportata questo testo di benedizione, per ricordarci che lungo tutto il corso dell’anno nuovo che inizia, Dio stesso ci sorride e si volge verso di noi uomini fragili, deboli e incoerenti, con un volto luminoso, raggiante, pieno di benevo-
60° Matrimonio Pizzolato Zefferino e Galga Margherita
50° Matrimonio Vaccaretti Luigi e Portinari Livia e famiglia
lenza. Chi crede in queste parole, sente che gli fanno bene. Il sorriso di un Dio che ci ama è una buona terapia contro i malumori dei nostri giorni! Ma non solo. Se Dio sorride a te con bontà e dolcezza, ti senti più sicuro, più forte, più saldo. Infatti, di fronte chi ci sorride e dimostra apprezzamento verso di noi, percepiamo di essere ben graditi, che la nostra persona è beneaccetta e di conseguenza scopriamo il nostro valore. Un sorriso rivolto verso di te è il messaggio che tu sei una realtà buona e che sei degno di esistere; tu vieni confermato nelle cose che fai e che dici, poiché qualcuno ti dimostra tutto il suo apprezzamento. Ma proprio per questa sua naturale espressione di affetto e di cordialità, il sorriso quando diventa sarcastico può ferire profondamente le persone, perché diventa una menzogna che porta con sé un sottile inganno. Come tutti i gesti del nostro corpo, anch’esso può essere ambiguo, ambivalente, indefinibile. Tutti abbiamo sperimentato sorrisi ironici, canzonatori e beffardi che ci hanno ferito. Anche quando diventa formale e pura apparenza, il sorriso perde il suo significato più genuino. Esso, infatti, si trasforma in una maschera che ha una sembianza superficiale di benevolenza perché in realtà non è sincera, ma porta con sé falsità e ipocrisia. Ciò accade quando il sorriso non è collegato con il cuore; quando cioè noi siamo sdoppiati e mostriamo al di fuori ciò che non siamo realmente. In questo caso un sorriso
anziché unire le persone le divide, le allontana e le rende sospettose. Un gesto tanto semplice e comune, dunque, può essere il segno di una accoglienza genuina e benevola oppure di una oscura ipocrisia. La differenza sta nella verità delle nostre relazioni che costituiscono l’anima dei nostri gesti umani.
45° Matrimonio Bellaria Massimina Gambaretto Augusto e famiglia GIUGNO 2017
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SOTTO LA PROTEZIONE DEL BEATO CLAUDIO
Davide Miocic Ragazzi della Parrocchia Madonna del mare di Trieste
Benedetta Volpiana
Gruppo “Livio Cavaliere” pellegrini Iacopei al ritorno dal loro percorso alla Pieve
Sorelle Povere del Vangelo di Udine
Aiuteró e consoleró tu Spedite le vostre testimonianze e foto alla nostra Rivista rivista@santuariochiampo.com
IN MEMORIAM
Cecilia Balestro
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Tomiozzo Stefano
Guglielmo Bochese
La redazione saluta e ringrazia i nuovi abbonati e sostenitori amici di Giovanni Sale: Sig. Iannucci Elvio da Telese Terme, Il panificio Viglione Benevento, la Parrocchia San Modesto , Don Nicola de Bliasio parrocchia San Modesto e Don Marco Capaldo della città di Benevento, poi Padre Bernardo del convento di SS. Annunziata di San Giorgio del Sannio, Sig Sparcone Antonio e Giovanna di Petacciano, Avv. Francesco Lozupone San Severo, L’impresa Calcagno Vincenzo di Santa Maria a Vico, il sig Capaldo Franco e il Bar Tabacchi Giardiello Antonella di Fragneto Monforte, Don Alfonso della Parrocchia di Santa Anastasia di Ponte, Don Antonio Fragnito di Torrecuso.
Venerabile Ignazio (Giuseppe) Beschin (3)
Emilia Flocchini
(segue dal numero 4/5 Aprile Maggio 2017)
La morte Nell’estate 1951 padre Ignazio, ritornato da Roma, dove si era recato per superare alcune difficoltà che ostacolavano l’iter processuale nella causa del P. Bernardino da Portogruaro, dopo un breve periodo di riposo a Chiampo, morì il 29 ottobre 1952. I suoi resti mortali, inizialmente sepolti nel cimitero di Chiampo, furono traslati nella chiesa di S. Maria della Pieve, ove sono tuttora venerati.. Ministro provinciale per due mandati Per due mandati, ossia dal 1937 al 1940 e dal 1940 al 1944, i confratelli del Veneto lo vollero ministro provinciale. Rientrò in seguito a Roma, all’Antonianum, come preside e docente, e poi presidente dei penitenzieri nella basilica di San Giovanni in Laterano. Fu anche Consultore della S. Congregazione dei Religiosi, Visitatore apostolico. Rientrò nella sua Provincia Veneta dove, oltre a incarichi di governo, si dedicò al lavoro della causa di padre Bernardino da Portogruaro, lavoro iniziato da padre Ignazio nel 1920 e che ebbe il primo felice risultato nel 2008, con il decreto sulla eroicità delle virtù che lo proclamava Venerabile della Chiesa.
Il processo di beatificazione In seguito al nulla osta da parte della Santa Sede, datato 22 settembre 1978, presso la Curia vescovile di Vicenza, il 3 maggio 1979, è stato avviato il processo di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio P. Ignazio Beschin, concluso l’anno seguente. Il decreto di convalida di questa inchiesta diocesana vicentina fu promulgato il 13 novembre 1992. La “Positio super virtutibus”, consegnata alla Congregazione romana nel 1993, è stata esaminata positivamente sia dai consultori teologi, il 10 giugno 2014, sia dai cardinali e vescovi membri della Congregazione delle Cause dei Santi. Infine, il 20 gennaio 2017, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui padre Ignazio Beschin è stato dichiarato venerabile.
Funerali di P. Ignazio Beschin: la tumulazione nel cimiteo di Chiampo
Giovedì 3 maggio 1979. Nella Curia vescovile di Vicenza il Tribunale Ecclesiastico dà inizio ai lavori per la beatificazione del nostro Padre Ignazio Beschin
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Fra Claudio Amico Prospe ve di d Gloria l FRA
La brama di dedicarsi all’arte gli trasfuse coraggio e volontà per superare non poche difficoltà. Nel 1921 si iscrisse al Liceo classico e in seguito all’Accademia Belle Arti di Venezia, nel corso speciale di Scultura. Per sette anni si impose rinunce e sacrifici, misurando cibo e danaro. Faticò nei corsi comuni d’arte, invece nei quattro speciali di Scultura divenne un dominatore. La creta pareva parlasse nelle sue mani! E quando la prima volta il suo scalpello toccò il marmo, fiorì quel magico sorriso che è l’opera « L’anima e la sua veste ». Adolfo Wildt, Accademico d’Italia e scultore di fama internazionale, intenditore severo e parco di elogi, nella primavera 1927 sostò ammirato dinanzi ad essa e si congratulò con l’autore. Due anni dopo, nel 1929, il giovane artista coronò gli studi col Diploma a pieni voti, mentre da quattro anni veniva esentato dalle tasse per l’ottimo profitto. Egli lasciò Venezia, affascinante regina dell’ar-
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LIBERIO FOCHESATO
te, per volgere con sicurezza la vita a un lusinghiero avvenire. A Venezia lasciò anche, per anni, un ricordo luminoso di sé. Un amico assicura: « Per me e per tutti egli fu sempre un freno. Si distinse come anima eletta, soprattutto per la carità. Molte volte si privò del suo, per dare agli altri». E un secondo aggiunge: « Dall’insegnante e dai custodi, un anno dopo la sua partenza, con grande ammirazione erano ricordate le sue doti di mente, di bontà, di mitezza e di rara modestia. Nella scuola è rimasto ricordato come nessuno fu mai ricordato ». Oh, i buoni fanno gola a tutti e lasciano il dolce in bocca! Tutto ciò è facile dirlo: perché, allora, non proviamo anche a esserlo?... Così da appagare, almeno una volta il noto romanziere Guehenno che esclamò: « Per credere avrei bisogno di inciampare in un cristiano!». Appagarlo, anche se ha sbagliato pista nella ricerca; perché la fede non è un tesoro che si trova in basso, sulla strada, nel cristiano, ma virtù teologale che viene da Dio e porta a Dio: e quindi va chiesta a Lui solo, scoprendoci il capo da piccoli mortali o curvando la fronte come Dante ed Aroldo.
Fra Claudio Granzotto L’anima e la sua veste
Vita del Santuario FRATE DAMIANO BASCHIROTTO E SUOR RITA BARBATO
Sabato 8 aprile abbiamo dato inizio alla grande Settimana Santa con la benedizione degli ulivi in Grotta e processione alla Chiesa del Beato Claudio, dove si sono svolte tutte le celebrazioni del Triduo in preparazione alla Pasqua di Risurrezione. Lo stesso gesto degli ulivi è stato ripetuto alla Messa delle ore 10 della domenica. Il risultato è stato molto buono per la partecipazione dei fedeli. Durante la settimana i frati confessori hanno svolto con assiduità il loro compito di ministri della misericordia. Giovedì 13 aprile, è il giorno della Messa del Crisma celebrata in cattedrale dal Vescovo Beniamino con tutti i sacerdoti della diocesi. Anche noi frati della Pieve eravamo presenti. Alle ore 20.30 abbiamo celebrato la Messa in ‘Coena Domini’,
conosciuta come l’ultima cena. Nel pomeriggio sono arrivati gli scout di Carpi (Mo) e alcuni giovani che hanno condiviso con noi i vari momenti della settimana. A loro il nostro grazie, non solo per il servizio, ma molto di più per la testimonianza che hanno offerto. Durante l’Eucaristia, presieduta dal nostro Padre Guardiano, gli scout sono stati scelti per la lavanda dei piedi, segno che Gesù ha posto quale testimonianza dell’Eucaristia celebrata. Al termine, in processione silenziosa, abbiamo portato L’Eucaristia nella chiesa della Pieve per l’adorazione notturna. 14 aprile, il Venerdì Santo, inizia con la celebrazione delle lodi alle ore 7.00. E’ il giorno della passione e morte di Gesù. Alle ore 15 la chiesa del Beato Claudio è quasi piena.
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Vita del Santuario
FRATE DAMIANO BASCHIROTTO E SUOR RITA BARBATO
ALLE 20.30 PARTE LA SOLENNE VIA CRUCIS. Possiamo contare 1.500 persone. Un lungo serpentone di persone stipate occupano quasi metà di tutto il tragitto della Via Crucis, mentre gli scout portano la grande croce illuminata.
La celebrazione della passione, presieduta da padre Alfonso è molto sentita e partecipata, sotto la regia di frate Libero. Ecco alcune immagini del momento principale della celebrazione; l’A- Arrivati al sepolcro, troviamo i soldadorazione della croce. ti romani che custodivano quel luogo e in silenzio abbiamo atteso la chiusura del sepolcro facendo rotolare la grossa pietra davanti all’apertura.
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Al termine, ci troviamo in Grotta per la Il 15 aprile, Sabato Santo. Dopo le lodi conclusione. delle ore 7.00, i sacerdoti sono stati disponibili per le confessioni. Il sepolcro si sarebbe riaperto domenica di Pasqua. Alle ore 21.00 ha inizio la celebrazione della VEGLIA PASQUALE. E’ la Veglia della Risurrezione annunciata dal Cero Pasquale e dal canto solenne del Preconio, sintesi bellissima della storia del popolo ebreo tanto da fare esclamare a S. Agostino. “ o felice colpa che ci ha meritato un così grande redentore”. La Luce, la Parola, l’Acqua e il Pane sono stati i segni con i quali abbiamo celebrato l’evento più stupendo della storia dell’umanità: la Risurrezione di Gesù. La corale della Pieve ha animato la celebrazione intervenendo più volte e concludendo con l’Alleluja di Haendel. Un grande applauso ha riempito la chiesa, unito ad un fruscio di voci che donavano gli auguri di BUONA PASQUA!
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PELLEGRINAGGI
Aiutateci ad accogliervi meglio, prenotate il vostro pellegrinaggio! Nuovo servizio telefonico per assistenza e accoglienza pellegrini chiamare:
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Totale pellegrinaggi: 84 Totale del 2017: 145
Prima Comunione Altavilla Vicentina (VI) - Sedegliano (UD) – Classe IV elementare Riolo Terme (RA) – Parr. Casale Vicenza – Ragazzi prima Media catechisti e genitori Noventa Vicentina - Ghirano e Villanova di Prata (PN) – Ragazzi III e V elementare Vedelago (TV) – Motta di Livenza (TV) – Belluno – Coro Parrocchiale Olmo di Creazzo (VI) – San Pietro Viminario (PD) –
Porto Tolle (RO)
Santa Lucia di Piave (TV) – Vicenza – San Briccio di Lavagno (VR) – Quinto di Treviso (TV) – Solesino (PD) – San Benedetto Po (MN) – Urbana (PD) – Taglio di Po (RO) – Parr. Sega di Cavaion (VR) – Parr. Santa Maria Ausiliatrice Verona – Fratte di Santa Giustina in Colle (PD) – Ragazzi di Sovizzo (VI) – Scuola materna Montecchio Maggiore (VI) – Prata di Pordenone (PN) – Ragazzi III elementare Roncade (TV) – AC Maglio di Sopra Valdagno (VI) – Auser Fratta Polesine (RO) – Solesino (PD) – Minerbe (VR) – Vallese di Oppeano (VR) – Portogruaro (VE) – Unità Pastorale Bertesina (VI) – Torri di Quartesolo (VI) – Scouts Carpi
Quinto di Treviso
Parr. San Pietro e Vago di Lavagno (VR) – Ragazzi IV elementare Lonigo (VI) – Unità Pastorale Cesuna, Canove e Tresche Conca (VI) – Gruppo Amici di Terra Santa – Scuola Materna figlie di Sant’Anna San Pietro in Gu (PD) – Vallonga (PD) – Empoli - Sassari – Unità Pastorale Mason (VI) – Bolzano – Parr. San Pietro Vicenza – Parr. Torre Padova - Ragazzi IV elementare
Rimini e Faenza
Comunità Filippina di Milano
Lucca
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Pianoro (BO) Amici di Padre Stefano Marchioro
Coro San Leopoldo Padova
Sloveni da Maribor
Raldon (VR)
(MO) – Parr. San Vito Lucca – Comunità Filippina di Milano – Rimini – Castelfranco Veneto (TV) – Aulla (MS) – Terni – Carano (TN) – Parr. Cherubine Cerea (VR) – Brindisi – Parr. San Lazzaro Vicenza – Prima Comunione di Locara (VR) – CVS Verona – Brescia – Bolzano – UNITALSI di Faenza (RA) – Mirandola (MO) – Bergamo – Milano – Foggia - Parr. Ognissanti di Pellestrina (VE) – Vignola (MO) – Lugo (VI) – San Floriano (TV) – Porto Tolle (RO) – Fanano (MO) – Vigonza (PD) – Parr. Sant’Antonio Pescara – Brescia – Suore del Vicariato San Bonifacio (VR) – Cologne e Palazzolo (BS) – Brugine (PD).
Sovizzo (VI)
Sassari con frate Stefano
Vo’ di Brendola (VI)
San Pietro Viminario (PD)
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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Vicenza IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE ALL’UFFICIO POSTALE DI VICENZA C.P.O. IL MITTENTE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE LA PREVISTA TARIFFA
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1867-2017
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150 anni di presenza francescana alla Pieve di Chiampo
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Santuario di Chiampo
ORARIO SANTUARIO Sabato e Vigilie: ore 20.30 dal 6 maggio al 3 settembre Poi ore 18.00 fino a fine aprile
Festivo: ORARIO CONFESSIONI ore 7.00 alla Pieve solo alla Pieve ore 8.30 - 10.00 - 11.30 ore 8.00 - 11.30 e 15.00 - 18.30 16.30 - 18.00 ore 15.30 - Canto del Vespro VIA CRUCIS: Ogni venerdì: (Alla Pieve) ore 15.00 (1 sett. - 31 maggio) (Sospeso: Luglio e Agosto) ore 20.30 (1 giugno - 31 agosto) Feriale: ore 7.00 - 9.00 - 16.30 Messa del Pellegrino
ORARIO DEL MUSEO E DEL NEGOZIO - Tel. 0444 42.29.22 9.30-12.30 / 14.30-19.00 Domenica dalle 8.00 alle 19.30 con orario continuato
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