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IL CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE PRESTAZIONI ACUSTICHE E ANTISISMICHE STRUTTURE ENERGETICAMENTE AUTOSUFFICIENTI VENEZIA E LA CONSERVAZIONE STRUTTURALE

MARZO-APRILE 2017

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SOMMARIO

EDITORIALE 3 Un mercato da monitorare

22 CAMINI WIERER

Camino, sei Mitico FORNACE LATERIZI TREZZO La malta idrofugata Linea Forte

di Roberto Anghinoni

AREA TECNICA 4 Consolidamento strutturale, ristrutturazione e restauro tratto da ristrutturaconmade.it

24 BILDEX

Prima di isolare, rifletti POLYGLASS Adeso, il leader delle membrane adesive

DALLA PRODUZIONE Case History

12 SIKA

26 FASSA BORTOLO

Pothos 003, la finitura pensata per il tuo benessere

Ponte di Rialto, Venezia Un progetto di conservazione strutturale

WIENERBERGER Massime prestazioni in spazi minimi: Porotherm BIO PLAN 30 T-0,09

16 WIENERBERGER

In Irpinia l’edificio Libellula ad alte prestazioni energetiche

18 GYPROC

28 FONTANOT

The Impossible Staircase

A Mirandola prestazioni acustiche e antisismiche

WEBER Il sistema a cappotto per murature umide

Nuovi Prodotti

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Snap, Air Quality Balancer

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COLOPHON

TYROLIT Sistemi completi per la preparazione delle superfici

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DULCIS IN FUNDO 30 Distribuzione

vuol dire fiducia di Roberto Anghinoni

“Made Life” è il Web Magazine di Gruppo Made. Grafica e impaginazione: Sillabario Srl – Milano Gruppo Made è un marchio di Made Italia Srl, con sede legale a Milano, Via della Moscova, 47/A - 20121 Milano (MI). Made Italia Srl – Sede di Bologna - Via Piero Gobetti, 52/3 - 40129 Bologna Tel: +39 051.760041 | Fax: +39 051.6056789. Made Italia Srl – Sede di Pero (Mi) - Via Amerigo Vespucci, 10 - 20016 Pero (MI) Tel: +39 02.93909301 | Fax: +39 02.93906184.


EDITORIALE

UN MERCATO DA MONITORARE ALLE GENERALI LAMENTELE PER LA PENURIA DI LAVORO, I DATI CONGIUNTURALI RISPONDONO CON CIFRE IMPORTANTI. IL MERCATO SI FA PERÒ SELETTIVO, ANCHE PERCHÉ LE AGEVOLAZIONI FISCALI PRETENDONO UNA PROGETTAZIONE (E UNA REALIZZAZIONE) IN LINEA CON LE RECENTI NORMATIVE di Roberto Anghinoni

Infatti, solo fra il 1998 e il 2016, 14,2 milioni di Italiani hanno beneficiato degli incentivi, per un bilancio, in soldoni, di circa 237 miliardi di euro, e stiamo parlando degli anni della crisi. Oggi è quindi il settore del recupero che tiene in piedi il mercato dell’edilizia, perché il comparto del nuovo è continuamente in decrescita e, in generale, l’intero settore ha perso in circa 8 anni il 30% del suo valore. Solo fra il 2011 e il 2015 sono stati circa 2,5 milioni i cantieri di manutenzione straordinaria. Quindi possiamo dire che, grazie alla proroga di tutti gli incentivi, e alcuni sono ancora più interessanti dello scorso anno, un certo mercato c’è. Ma esiste anche una forte offerta per una domanda di lavoro comunque limitata. La differenza non è quindi più determinata solo dal prezzo, ma da una serie di garanzie che sono già previste nelle normative che regolano la possibilità di utilizzare i benefici fiscali per il settore della ristrutturazione. Insomma, è una questione di qualità del’offerta, perché la qualità della domanda non è in discussione. ■ marzo-aprile 2017

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quanto pare, l’andamento della nostra economia nazionale segnala buone prospettive per i prossimi anni, anche se l’esperienza maturata negli ultimi periodi consiglierebbe un po’ di prudenza. Alla notizia del consolidamento del nostro Pil (Prodotto Interno Lordo) si deve però aggiungere che, nell’area dell’Unione Europea, siamo agli ultimi posti come crescita, superati anche dalla tanto vituperata Grecia. Quali riflessi tutto questo possa avere nel lavoro quotidiano di imprese edili, artigiani e applicatori professionisti non saprei dire, ma un altro dato certo è che il settore delle costruzioni è quello che ha avuto meno riflessi positivi, rispetto ad altri settori merceologici della nostra economia. Monitorare attentamente il mercato e le sue evoluzioni è certamente una strada per non perdere delle opportunità, che comunque esistono. Se pensiamo alla varietà delle agevolazioni fiscali che interessano la casa e, più in generale, il comparto della ristrutturazione, appare evidente che il lavoro non manca.

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AREA TECNICA

CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE, RISTRUTTURAZIONE E RESTAURO LA RISTRUTTURAZIONE E IL RESTAURO DEGLI EDIFICI COMPRENDE UNO SPETTRO MOLTO AMPIO DI ATTIVITÀ: DALLA SEMPLICE TINTEGGIATURA FINO A INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE VERI E PROPRI. IL CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE HA DIVERSI GRADI DI COMPLESSITÀ E, A SECONDA DEL TIPO DI LESIONE E DI TIPOLOGIA DI EDIFICIO, PUÒ ESSERE SVOLTO SECONDO METODI E MODALITÀ DIFFERENTI per esigenze funzionali nel corso della loro vita utile. Il consolidamento strutturale interessa tutte le principali componenti dell’edificio, con particolare attenzione alle porzioni orizzontali, ossia le fondazioni e i solai che, per essere consolidati, richiedono un’attenta analisi non solo delle lezioni sul piano orizzontale, ma anche della trasmissione dei carichi sui montanti. Un’attenta cura di solai e fondazioni permette un monitoraggio anche degli elementi verticali, pareti portanti, pilastri, setti portanti, così da avere un quadro completo delle reazioni a carico dell’intero sistema-edificio.

QUESTO E TANTI ALTRI CONTENUTI SULL’ARTE DI RISTRUTTURARE LI TROVI SUL PORTALE WWW.RISTRUTTURACONMADE.IT

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Il consolidamento strutturale è l’operazione di restauro degli edifici che permette di ripristinarne le condizioni statiche ottimali, garantendone la sicurezza in esercizio. Il consolidamento strutturale permette quindi di recuperare e mettere in sicurezza edifici che hanno subito danni di varia natura, dall’inevitabile logorio del tempo a eventi sismici, passando per il normale e corretto adeguamento statico di strutture che hanno necessità di essere rimaneggiate

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IL CONSOLIDAMENTO DI FONDAZIONI E SOLAI: I TIPI DI LESIONE In questo contesto ci occuperemo in maniera più specifica del consolidamento di solai e fondazioni, due degli interventi che più spesso ci si trova ad affrontare in ambito di consolidamento strutturale e restauro di edifici civili, storici e industriali. “Lesione” è il termine tecnico con cui si individuano le crepe nei muri, condizione da non sottovalutare mai, poiché sintomo di un disagio statico che può andare, a seconda della profondità e dell’andamento della lesione, da una fessurazione dell’intonaco (rischio pari a zero) a una lesione strutturale (rischio



consistente). Le fessurazioni si possono dividere nelle seguenti classi, riconducibili ad altrettante cause di dissesto: • esercizio strutturale • crisi strutturale • ritiro o viscosità dei materiali • dilatazioni negate per assenza di giunti adeguati • assorbimento differenziato di umidità • urti quali terremoti che inducono spinte e vibrazioni nelle diverse direzioni assiali • espansioni di elementi interni (ad esempio le barre di ferro nel calcestruzzo armato) • condizioni ambientali È importante saper valutare in maniera corretta la lesione poiché dalla valutazione dipende la progettazione del consolidamento strutturale. Infatti, le lesioni possono necessitare di consolidamento strutturale complesso per cui è necessario impiantare un cantiere e quindi affidarsi alla consulenza di un progettista oppure, che si tratti consolidamento di fondazioni o consolidamento dei solai, possono risolversi come interventi di ordinaria manutenzione. In ogni caso la consulenza di un occhio esperto è da raccomandarsi.

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IL CONSOLIDAMENTO DELLE FONDAZIONI: LE PRINCIPALI TIPOLOGIE DI INTERVENTO Come visto poco sopra, una delle cause di lesioni visibile anche nelle murature dipende dal dissesto delle fondazioni. Il consolidamento delle fondazioni è un intervento diffusissimo e molto richiesto che prevede l’impianto di un vero e proprio cantiere, sia che si tratti di interventi puntuali che di operazioni più vaste. Una delle cause che porta alla necessità di consolidamento delle fondazioni è il cedimento del terreno: un cantiere aperto

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nelle prossimità di casa che toglie acqua dallo scavo delle fondazioni è un esempio tipico di cedimento differenziato su fondazioni. Altra occasione in cui ci si trova a dover fare i conti con il consolidamento delle fondazioni è quando si decide di ristrutturare un casolare in campagna. Le case in campagna, costruite principalmente tra fine ‘800 e inizi ‘900, seguivano pratiche costruttive rudimentali: si inizia a costruire quando si trova uno strato di terreno duro che regga il peso della casa. Approccio efficace, molte delle case delle campagne hanno retto terribili urti, ma di affidabilità variabile a seconda dell’esperienza del mastro costruttore di turno. Sicuramente non considerate a norma in base alle disposizioni odierne. Nel caso di consolidamento di fondazioni che hanno subito un cedimento, una delle tipologie di intervento più diffuse è la costipazione del terreno con micropali e iniezioni di resine espandenti che permettono di riportare in piano la costruzione riempiendo lo strato di terreno che è venuto meno. Questo tipo di consolidamento delle fondazioni deve essere seguito pedissequamente da una ditta specializzata che effettuerà monitoraggi costanti sulla muratura e sul livello di pressione da esercitare nel sottosuolo. Nel caso delle vecchi costruzioni che non presentano fondamenta definibili tali, una delle modalità più diffuse è quello che in gergo viene definito “cuci-scuci”: di taglia e di scava sotto una porzione di muratura e si fa una

cordolatura in calcestruzzo armato, avendo cura di lasciare ferri liberi per poi passare alla porzione di muratura adiacente e riconnettersi alla struttura in calcestruzzo armato. Un modus operandi che permette di non variare mai il piano di quota naturale dell’edificio e allo stesso tempo di consolidare in una maglia rigida la struttura anche perché, quasi sempre, a un’operazione di consolidamento delle fondazioni di questo tipo seguono operazioni di consolidamento strutturale più consistenti con iniezioni verticali di calce e inserzioni di tiranti che permettano di chiudere in una scatola strutturale vincolata in modo che possa reggere urti sismici e carichi di esercizio consistenti. Il consolidamento dei solai: le tipologie di intervento Quando ci si appresta al consolidamento strutturale, le tipologie di edificio su cui solitamente si interviene sono: edifici con sistemi strutturali in cemento armato ed edifici con sistemi strutturali tradizionali, ossia muratura, calcestruzzo e legno. Il cemento armato prevede un consolidamento strutturale che renda coesa parte plastica (calcestruzzo) ed elastica (ferri) e particolare attenzione meritano i giunti tra elementi verticali -pilastri- e solai. Il consolidamento strutturale del calcestruzzo è una vera e propria disciplina scientifica e per questo è sempre necessario rivolgersi a professionisti che facciano i debiti calcoli strutturali per accertarsi che la sicurezza del lavoro finale sia garantita. Il patrimonio italiano mostra una vasta gamma di soluzioni di partizione orizzontale, tra le tipologie di solaio maggiormente utilizzate troviamo: • solai in legno • solai in acciaio • solai in laterocemento



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• solai prefabbricati • solai in calcestruzzo armato • solai ad arco e volta Tra le tipologie di solaio più diffuse nelle costruzioni storiche, troviamo i solai in legno che sono una delle tipologie più elementari di partizione orizzontale. Le altre tipologie di solaio sono sistemi statici dinamici complessi, che necessitano di un preciso e accurato calcolo ingegneristico per verificarne il miglio approccio al restauro. Il consolidamento dei solai in legno è un campo di studi e applicazioni molto interessanti poiché ci riporta a temi statici antichi, quelli dei primi materiali da costruzione: la combinazione di pietra e legno e le loro reciproche interazioni e scambi di forze. Il consolidamento dei solai in legno passa per la conoscenza del suo basilare sistema costruttivo: una trama di travi portanti a sezione quadrata o circolare (nei casi di edilizia più povera) su cui poggia in maniera ortogonale un secondo strato di travetti che fungono a loro volta da appoggio a elementi in laterizio (tavelle o pianelle) oppure, nei casi più poveri e rustici, un incannucciato, su cui viene poi gettato un massetto di allettamento. I solai in legno sono tra i primi ad essere usati per

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erigere edifici multipiano, sia per la facilità di connessione sia per la loro leggerezza. Facile intuire che la loro diffusione è stata ed è tuttora decisamente cospicua. Per questo è importante saper fare un corretto consolidamento dei solai in legno che, spesso necessitano di adeguamenti strutturali poiché originariamente progettati per sorreggere carichi modesti. Gli interventi di consolidamento di solai in legno prevedono la formazione di una nuova soletta in calcestruzzo, opportunamente armata e interconnessa alle travi, cosicché la struttura possa reggere carichi più consistenti. Questa operazione di consolidamento dei solai in legno passa per l’utilizzo di specifici connettori che possono essere fissati alla trave di legno o sopra l’assito. Il connettore verrà poi affogato dal getto in calcestruzzo (spesso almeno 5 cm) che, contenendo connettore e relativa rete elettrosaldata, permetterà di ottenere una soletta collaborante e altamente resistente. I connettori vanno posti piuttosto vicini l’uno all’altro, l’esatta distanza è determinata da uno specifico calcolo. Il consolidamento strutturale e le nuove tecnologie Il consolidamento strutturale, come è giusto che sia, segue

il mood dell’architettura e per questo ci troviamo sempre più sesso a parlare di restauro ecosostenibile. L’ecosostenibilità non è solo connessa all’ambito del rispetto della natura, ma, anzi, è un concetto che si propaga in ogni ambito lavorativo, poiché pone l’accento sui processi di lavorazione. In questo caso l’edilizia storica è un importante laboratorio per lo studio di nuovi sistemi di consolidamento strutturale che prevedano il rispetto dei sistemi costruttivi propri dell’edificio storico su cui si interviene, integrandoli con lo studio di materiali tecnologici che ben si integrino con quelli preesistenti. È il caso degli interventi su porzioni di calcestruzzo armato. Il calcestruzzo armato è un esempio tipico di consolidamento strutturale su cui ragionare poiché è un sistema costruttivo relativamente nuovo (si diffonde dagli inizio del ‘900) e le operazioni di restauro compiute negli scorsi decenni hanno dato risultati non troppo soddisfacenti. Il problema sostanziale degli approcci al consolidamento strutturale del calcestruzzo è stato reputarlo un materiale perfettamente finito, senza stabilizzazioni oltre il sistema di posa. Si sono quindi usati materiali antitraspiranti che hanno inficiato le qualità meccaniche della componente plastica con risultati non congrui alle aspettative. Il nuovo approccio prevede l’esternalizzazione degli interventi: si dona nuova coesione alla muratura mediante fasciature esterne superaderenti. L’aderenza ottimale è data dall’impiego di reti in maglia d’acciaio super resistenti cui si integrano calci e malte ad aderenza migliorata. Un risultato che permette un consolidamento strutturale ottimale e un naturale deflusso delle variazioni di umidità della struttura originaria grazie all’impiego di malte e materiali naturali e traspiranti. ■





CASE HISTORY

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PONTE DI RIALTO, VENEZIA

PROGETTO DI CONSERVAZIONE STRUTTURALE

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l ponte di Rialto è uno dei ponti più famosi al mondo e sicuramente quello più famoso di Venezia, meta ogni anno di centinaia di migliaia di turisti che lo visitano, lo attraversano e lo fotografano. È uno dei quattro ponti, insieme a quello dell’Accademia, al ponte degli Scalzi e al ponte della Costituzione, che attraversano il Canal Grande. Progettato da Antonio da Ponte, fu completato nel 1591 in soli tre anni. Ha una lunghezza di 48 metri ed è costituito da un arco di 22 metri di luce in pietra su cui insistono

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due rampe inclinate, con negozi su entrambi i lati e una sezione centrale. Il progetto fu da alcuni considerato fin troppo audace sotto l’aspetto ingegneristico. Il ponte invece resiste tuttora ed è diventato uno dei simboli architettonici di Venezia. Requisiti di progetto Il progetto elaborato per il restauro del Ponte di Rialto si fonda innanzitutto sulla consapevolezza del grande valore storico, architettonico, costruttivo e sul suo essere cuore e simbolo della città di Venezia.

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Proprio per questi motivi, il progetto si è articolato su tre tematiche: progetto architettonico generale, progetto conservazione materica e progetto consolidamento strutturale. Sika è intervenuta nell’ambito del progetto consolidamento strutturale, iniziato nel 2015. L’obiettivo comune da perseguire è stato quindi il restauro, la manutenzione e il riordino complessivo della fabbrica del Ponte di Rialto, preservando la natura architettonica dei materiali originali e mettendo in atto soluzioni strutturali non invasive

ma, allo stesso tempo, efficaci. Si è cercato quindi di intervenire con la massima conservazione della materia, eseguendo solo le operazioni necessarie ad arrestare i fenomeni di degrado e attuando quei correttivi mirati a restituire l’immagine originaria del manufatto. Descrizione della problematica tecnica e dello stato di fatto Il ponte di Rialto presenta su entrambi i lati una balaustra in pietra d’Istria. Tale balaustra è aggettante rispetto al filo esterno dell’arco e si poggia su delle mensole in pietra, che sono ancorate al di sotto del piano di calpestio del ponte. All’atto della rimozione del rivestimen-


to superiore della pavimentazione del ponte è emerso che parecchie mensole di sostegno della balaustra risultavano lesionate e la balaustra stessa risultava leggermente inclinata verso l’esterno. La soluzione Sika Sika è intervenuta con dei sistemi di rinforzo strutturale in materiale composito FRP (SikaWrap®) per ripristinare la funzionalità strutturale e statica delle mensole e per ridare stabilità alle balaustre, arrestando ulteriori fenomeni di distacco e di rotazione. In particolare, sono state utilizzate delle strisce di tessuto in fi-

La procedura di applicazione dei sistemi di rinforzo prevedeva la realizzazione dei fori per l’ancoraggio dei connettori, la loro accurata pulizia, mediante aria compressa, il parziale riempimento del foro con Sika Anchorfix®-3+, il successivo inserimento del connettore in fibra di carbonio SikaWrap® FX50C impregnato con Sikadur®52 Injection e lo sfiocchettamento del connettore. Di seguito si è completata la regolarizzazione superficiale delle superfici in pietra e la loro accurata pulizia. Si è quindi proceduto all’applicazione di uno strato di Sikadur®-330 sulla superficie da rinforzare ed in seguito si è applicata la striscia di tessuto unidirezionale in fibra di carbonio SikaWrap®-300C, precedentemente tagliata a misura e si è eseguita l’impregnazione del tessuto tramite rullatura.

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bra di carbonio unidirezionale ad alta resistenza SikaWrap®300C, impregnate in situ con la resina Sikadur®-330. Tali strisce sono state ancorate nelle parti terminali mediante dei connettori in fibra di carbonio SikaWrap® FX-50C, impregnati con Sikadur®-52 Injection e inghisati con una resina epossidica di ancoraggio Sika AnchorFix®-3+. Tutto l’intervento rimane assolutamente non invasivo e invisibile. L’applicazione del tessuto è stata eseguita con la tecnica dell’impregnazione a secco. Il Sikadur®-330 svolge le funzioni di primer, livellante e impregnante. I connettori in fibra di carbonio SikaWrap® FX-50C sono stati applicati secondo una speciale procedura messa a punto da Sika che consente l’installazione del connettore “tutto a umido”.

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CASE HISTORY

WIENERBERGER

IN IRPINIA L’EDIFICIO LIBELLULA AD ALTE PRESTAZIONI ENERGETICHE

PER LA NUOVA E INNOVATIVA SEDE A BAGNOLI IRPINO (AV), L’AZIENDA DI SOFTWARE PER L’EDILIZIA SCEGLIE LE SOLUZIONI IN LATERIZIO DI WIENERBERGER

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na struttura innovativa, un gioiello architettonico che si integra con l’ambiente della regione dell’Irpinia, ecco la nuova sede di ACCA software, azienda all’avanguardia nel settore della tecnologia informatica dedicata ai professionisti del mondo edile. Realizzato nella nuova area produttiva del comune di Bagnoli Irpino (AV) dall’architetto Francesco Bruno, il nuovo edificio oltre a essere una struttura architettonicamente all’avanguardia, avveniristica e funzionale, è anche energeticamente autosufficiente grazie a fonti rinnovabili: energia eolica, solare, termica e fotovoltaica.

L’edificio libellula tra natura e smart factory Il complesso, immerso in un’area paesaggistica incontaminata e tra le più belle dell’Irpinia, è composto da quattro edifici con facciate vetrate e richiama nella sua struttura l’immagine di una libellula: un corpo centrale che collega quattro parallelepipedi a formare le “ali laterali”, disposte in doppia fila su due diversi livelli dell’area verde: una prima si allunga nella quota inferiore dell’area, a valle, e una seconda nella quota superiore, a monte, dando vita a una realizzazione architettonica che non contrasta con l’ambiente ma che al contrario apporta

una trasformazione sostenibile del paesaggio, grazie anche alla leggerezza della volumetria dei diversi corpi. Seguendo la tendenze delle smart factory e dell’industria 4.0, anche la nuova sede di ACCA software è stata realizzata considerando le nuove necessità lavorative che portano a ripensare spazi commerciali e uffici in ottica più social e digital, headquarter aziendali dove il layout si adatta

alle nuove esigenze di integrazione e condivisione. Una struttura energeticamente autosufficiente La nuova sede dell’ACCA software si caratterizza per essere una realizzazione architettonica all’avanguardia non solo per la composizione delle sue volumetrie e l’integrazione con il paesaggio, ma anche per la sua autosufficienza energetica, resa possibile grazie all’uso di fonti rinnovabili e della più moderna tecnologia che alimentano una superficie di circa 7.500 m², di cui 4.300 coperti, oltre all’impiego di materiali

SCHEDA TECNICA

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• Tipologia: Complesso di nuova costruzione destinato a ospitare la sede dell’azienda ACCA software S.p.A • Località: Bagnoli Irpino (AV) • Progetto architettonico e coordinamento generale: Francesco Bruno • Architettura: Lilla Mangoni di S.Stefano e Staff tecnico ACCA software S.p.A • Collaboratore: Vincenzo Accetta • Strutture: Antimo Bencivenga • Direttore dei lavori: Antonio Cianciulli • Impresa esecutrice: Sabino Dello Buono Costruzioni s.r.l • Carpenterie metalliche: Emmepimental srl • Committente: ACCA software S.p.A • Cubatura fuori terra: 30.000 m3

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spicua massa superficiale del blocco, la cui inerzia permette di smorzare i picchi della temperatura esterna, mantenendo all’interno dell’edificio temperature costanti per il massimo comfort. A tutto ciò si aggiunge che, grazie al suo elevato spessore, pari a 450 mm, Porotherm BIO PLAN 45 T – 0,11 consente di risolvere il problema dei ponti termici, preservando così l’edificio da

eventuali perdite di calore e abbassamento della temperatura superficiale interna. Tutti questi vantaggi in termini di comfort abitativo sono inoltre determinati dalla combinazione della tecnologia della rettifica con quella dei setti sottili: grazie alla rettifica è infatti possibile realizzare giunti di malta di appena 1 mm, andando a eliminare completamente il ponte termico della malta e

incrementando le performance energetiche, mentre i setti sottili permettono di aumentare le file dei fori e la percentuale di foratura, migliorando così le prestazioni energetiche rispetto a un normale laterizio. La tecnica della rettifica inoltre permette di ridurre i tempi di posa fino al 50% grazie al perfetto incastro dei blocchi con vantaggi anche in termini economici.

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innovativi come il blocco Porotherm BIO PLAN 45 T – 0,11 di Wienerberger Italia. Nella progettazione dell’edificio a struttura intelaiata in calcestruzzo armato si è scelto di utilizzare, per la muratura di tamponamento, la soluzione monostrato di Wienerberger: Porotherm BIO PLAN 45 T – 0,11, ideale per tutti gli edifici ad alte prestazioni energetiche. Porotherm BIO PLAN 45 T – 0,11, infatti, grazie alle sue elevate prestazioni in termini di isolamento termico, isolamento acustico, traspirabilità, resistenza meccanica al fuoco garantisce una trasmittanza U pari a 0,23 W/m²K, rappresentando un elemento fondamentale e strategico per il contenimento dei consumi energetici, sia per il riscaldamento sia per il raffrescamento, soprattutto in un clima mediterraneo come quello dell’Irpinia. Una soluzione eccellente adottata dai progettisti non solo per gli ottimi valori di trasmittanza ma anche per le brillanti prestazioni di sfasamento dell’onda termica, conferite dalla co-

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CASE HISTORY

GYPROC + ISOVER

A MIRANDOLA PRESTAZIONI ACUSTICHE E ANTISISMICHE

UNA IMPORTANTE OPERA DI RISTRUTTURAZIONE CON INTERVENTI SPECIALISTICI SULLE PARETI DIVISORIE, LE CONTROPARETI A SECCO E I CONTROSOFFITTI CHE HA VISTO PROTAGONISTA LA TECNOLOGIA DI DUE AZIENDE DEL GRUPPO SAINT-GOBAIN

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ivaNova è un’azienda di Mirandola (MO) specializzata in Cardiochirurgia, Neuromodulazione e Gestione del ritmo cardiaco, creata per prolungare e migliorare la vita delle persone con tecnologie medicali all’avanguardia. A seguito dell’evento sismico del maggio 2012 che ha colpito gran parte del territorio dell’Emilia Romagna, l’edificio è stato pesantemente danneggiato e si è reso pertanto necessario un importante intervento di ristrutturazione, che ha riguardato: Le pareti divisorie interne: l’esigenza è stata quella di rispettare i criteri antisismici, fornendo contestualmente elevate prestazioni acustiche. A tale scopo, sono state utilizzate quattro lastre Wallboard 13 e un pannello isolante in lana di vetro Isover PAR 4+. Le contropareti a secco, da accostare ai tamponamenti perimetrali per aumentare l’isolamento termo-acustico e facilitare il passaggio degli impianti. Sono state utilizzati un pannello isolante in lana di vetro Isover PAR 4+, una lastra Gyproc Vapor e una Wallboard 13,

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quest’ultima sostituita da una lastra Hydro H1 nei servizi igienici, per garantire contemporaneamente un ottimo grado di resistenza alla diffusione del vapore acqueo, un elevato isolamento termo-acustico e una perfetta integrazione con i numerosi apparati impiantistici tipici di un nuovo e tecnologico complesso per uffici. Controsoffitti per nascondere gli impianti, personalizzare i diversi spazi in-

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terni e assicurare ottimi livelli di assorbimento acustico. I controsoffitti sono stati realizzati con lastre Wallboard 13 nelle quali sono state inserite - quando necessario per garantire le adeguate ispezioni e aumentare l’assorbimento acustico - porzioni di controsoffitti in pannelli modulari Gyptone Activ’Air® Point 11 e controsoffitti in lastre Rigitone Activ’Air® 8/18, entrambi contraddistinti da una foratura continua regolare rotonda. I sistemi Gyp-

tone Activ’Air® e Rigitone Activ’Air® rappresentano la soluzione ideale per avere il massimo di prestazioni acustiche ed alta resa estetica. L’esclusiva tecnologia Activ’Air® consente di assorbire e neutralizzare la formaldeide contenuta nell’aria degli ambienti. I sistemi a secco Saint-Gobain Gyproc si adattano perfettamente a una progettazione di tipo antisismico e hanno rivestito un ruolo di primaria importanza nella ricostruzione post-terremoto in Emilia Romagna. Tecnologia e innovazione, comfort abitativo e risparmio energetico, leggerezza ed elasticità sono caratteristiche tipiche delle soluzioni offerte da Saint-Gobain Gyproc, basate su di una progettualità avanzata in grado di rispondere all’esigenza di tecnici e operatori di assicurare interventi di qualità, nel rispetto delle normative antisismiche e soprattutto al fine di garantire la sicurezza degli occupanti gli edifici. Per maggiori informazioni, visita la sezione dedicata: www.gyproc.it/ sismica .


CONTINUATE PURE A CHIAMARMI CARTONGESSO Imbattibile capacità di carico e resistenza agli urti senza precedenti. Con Habito Forte il cartongesso è cambiato. Per sempre. www.habitoforte.it

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NUOVI PRODOTTI

ELICA

SNAP, AIR QUALITY BALANCER Snap ‘Air Quality Balancer’ è l’innovativo sistema di aspirazione che monitora e migliora la qualità dell’aria degli ambienti chiusi in maniera automatica, attraverso un intervento calibrato sulle loro caratteristiche e sulle specifiche esigenze dell’utente. Snap, grazie a tre sensori che misurano costantemente la qualità, la temperatura e l’umidità dell’aria, si attiva automaticamente per garantire aria sempre nuova, evitando di dover aprire le finestre di casa e di conseguenza senza alcuna dispersione di calore e senza che insetti o altri spiacevoli ospiti possano entrare. Un foro sulla parete permette a Snap di comunicare con l’esterno ed espellere odori spiacevoli, agenti inquinanti, eccessi di vapore.

Snap inoltre ha un’anima profondamente IOT: si collega a Internet attraverso la rete WiFi del router di casa o grazie alla connettività GSM/UMTS integrata e registra la qualità

di impostare Snap secondo le proprie esigenze specifiche. Automatic: libera l’ambiente da odori, sostanze inquinanti, eccessi di umidità in modo completamente automatico.

dell’aria di casa e la sua evoluzione nel tempo. L’innovativa tecnologia di aspirazione Elica dispone di 5 modalità di funzionamento attivabili attraverso APP o telecomando che permettono

Manual: lascia all’utente la possibilità di attivare Snap, secondo le proprie necessità e contingenze. Detox: si concentra sulla qualità dell’aria, libera l’ambiente da odori e sostanze inquinanti.

Dry: si concentra sul monitoraggio dell’umidità e attiva all’occorrenza un riciclo dell’aria. Link: si attiva in connessione alla cappa Elica potenziandone l’efficacia di aspirazione. La prima volta che si aziona e in ogni momento Snap si dispone in fase di ricezione. Impara, cioè, a conoscere l’ambiente in cui è installato attraverso rilevamenti continui effettuati dai suoi sensori. In questo modo è in grado di definire e calibrare il proprio intervento su una “situazione ideale” specifica per ogni ambiente e momento della giornata. Grazie al suo design elegante e contemporaneo si inserisce in modo discreto in tutti gli ambienti domestici, dalla sala da bagno al living.

TYROLIT

SISTEMI COMPLETI PER LA PREPARAZIONE DELLE SUPERFICI

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La gamma di levigatrici della serie Tyrolit Hydrostress Premium (contraddistinte dalla sigla***) per la lavorazione e la preparazione delle superfici rappresentano veri e propri sistemi completi per la rimozione di vecchi rivestimenti superficiali, anche molto resistenti, così come per la regolarizzazione e levigatura di superfici in calcestruzzo. In particolare, la levigatrice FGE530***, è dotata di un disco rotante principale e di 3 dischi portautensili controrotanti per un’elevata asportazione del materiale e si distingue per la spiccata semplicità delle operazioni di sostituzione degli utensili, garantita dal sistema di cambio utensile brevettato, che facilita e velocizza al massimo la sostituzione e il montaggio del nuovo utensile. L’operatore, in questo modo, può quindi realizzare a seconda

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delle necessità levigature grezze o più fini semplicemente cambiando l’utensile. Tutte le macchine della Serie Tyrolit Hydrostress Premium*** sono posizionate all’interno della gamma di diametro principale – compresa fra 250 e 600 mm – per le applicazioni di preparazione delle superfici, e ciò permette di levigare aree vaste o di piccole dimensioni oltre che quelle difficili da raggiungere. Per quanto riguarda invece gli utensili, a seconda del tipo di superficie è possibile abbinarne alla macchine diverse tipologie: GT1***, per la rimozione del rivestimento, GT2***, per le operazioni di sgrossatura, GT3*** doppio settore, per ottenere una levigatura più fine, e GT0*** speciale monosettore. Grande, come di consueto per le macchine Tyrolit, è l’attenzione ai costi di gestione dei lavori, che si esprime soprattutto in una precisa progettazione e nella scelta dei materiali utilizzati per la produzione: un filosofia che si traduce in durata, velocità di utilizzo e necessità di manutenzione delle macchine ridotta al minimo indispensabile.


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CAMINO, SEI MITICO Qualità dei materiali e delle finiture, alta tecnologia produttiva, completezza di gamma: l’eccellenza Camini Wierer è oggi disponibile anche per i camini ad innesto tradizionale della serie MITICO. Una gamma completa di camini a innesto tradizionale: mono parete, doppia parete e coibentati aria. In ottemperanza alle normative vigenti, lo scarico dei prodotti della combustione per generatori di calore a uso civile e industriale deve sempre avvenire a tetto. Questo è possibile con la realizzazione di camini singoli, di canne collettive e il risanamento di vecchie canne fumarie a mezzo di intubamento. La gamma Mitico monoparete di Camini Wierer è costituita da tutti gli elementi necessari per realizzare il tratto verticale e il canale da fumo (tratto orizzontale), è idonea per l’utilizzo con combustibili solidi, liquidi e gassosi, completa di tutti i dispositivi e gli accessori previsti dalle normative di riferimento. Tutta la gamma Mitico è ideale per l’inserimento in opere murarie preesistenti e per il risanamento di vecchi camini. A completamento della gamma, il sistema tradizionale Mitico comprende guarnizioni di tenuta e fascette di bloccaggio elementi. La gamma Mitico by Camini Wierer è in grado di soddisfare tutte le normali esigenze d’installazione. Per qualsiasi esigenza, Camini Wierer realizza in tempi brevi giunti ed accessori su misura. Il sistema Mitico si distingue sul mercato dei sistemi camino tradizionali per: • Guarnizione: Guarnizione siliconica con altezza maggiorata e profilo speciale a 3 gole ad alta tenuta. I test TÜV confermano l’affidabilità del profilo in fase di installazione e la durata nel tempo della designazione di tenuta in pressione P1; • Saldatura: Saldatura Laser in atmosfera protetta, per offrire una qualità di finitura stabile nel tempo e inattaccabile dagli agenti corrosivi; • Acciaio 316L: In qualsiasi spessore di utilizzo è l’acciaio ideale per assicurare massime performance in termini di resistenza alla corrosione e alle condense acide dei fumi. Guarda il video con gli highlights di prodotto della gamma Mitico di Camini Wierer. https://youtu. be/OsPlab_v-Rk

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CAMINI WIERER

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FORNACE LATERIZI TREZZO

LA MALTA IDROFUGATA LINEA FORTE La Malta Idrofugata della linea “ FORTE” (classe M10) è un composto predosato confezionato in sacchi di polietilene a due scomparti da kg 25 ottenuto dalla sabbia silicea, cemento portland, calce idraulica e additivi specifici. È un prodotto studiato per la realizzazione della malta di allettamento nella posa di mattoni a vista con notevoli caratteristiche plastiche ed adesive. La classe M10 definisce la misura in N/mm2 di resistenza a compressione minima che il prodotto garantisce. La Malta Idrofugata della linea “ FORTE ” è idonea per la messa in opera dei mattoni a mano, definiti in pasta molle; dei mattoni estrusi e/o trafilati, definiti paramani; dei manufatti in cemento e lapidei. Un’attenzione particolare è stata riservata nella scelta dell’inerte, ove si utilizzano solo sabbie silicee prive di residui terrosi, di composti organici e di cloruri, con una curva granulometrica controllata. Inoltre, la particolare formulazione consente all’operatore di utilizzare i mattoni asciutti onde evitare efflorescenze dovute all’impurità dell’acqua.

La Malta Idrofugata della linea “ FORTE ” viene confezionata in sacchi da kg 25, si consiglia di versare l’intero contenuto del sacco (non parte) in una comune betoniera e miscelare inizialmente a secco per due minuti circa in modo da uniformare i prodotti e versare poi acqua con dosaggi contenuti fino al raggiungimento della consistenza desiderata. La composizione della malta non deve essere alterata con l’aggiunta di composti estranei al prodotto originale e il contenuto del sacco deve essere impiegato interamente. La messa in opera deve completarsi entro 30/40 minuti dalla fine dell’impasto.


Si vede quando un camino è Camini Wierer. Saldatura Laser in atmosfera protetta, per offrire una qualità GL Ä•QLWXUD VWDELOH QHO WHPSR H LQDWWDFFDELOH GDJOL DJHQWL FRUURVLYL

Guarnizione siliconica FRQ DOWH]]D PDJJLRUDWD H SURÄ•OR VSHFLDOH D JROH DG DOWD WHQXWD , test TÃœV confermano OùDIÄ•GDELOLW¡ GHO SURÄ•OR LQ fase di installazione e la durata nel tempo della GHVLJQD]LRQH GL WHQXWD LQ SUHVVLRQH 3

Acciaio AISI 316L in qualsiasi spessore di utilizzo è l’acciaio ideale per assicurare massime performance in termini di resistenza alla corrosione H DOOH FRQGHQVH DFLGH GHL IXPL

Camini Wierer è la scelta sicura sempre, anche nei sistemi camino di tipo tradizionale.

www.caminiwierer.com

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NUOVI PRODOTTI

BILDEX

PRIMA DI ISOLARE, RIFLETTI Gli isolanti termo-acustici riflettenti sottili di BUR 2000 agiscono sulla riduzione dell’energia trasmessa per irraggiamento (radiazione) dei corpi caldi e del sole. Sono composti da più strati di film a bassa emissività e ad alta riflettenza, separati da uno o più lame d’aria. Consentono di isolare sia termicamente che acusticamente e con bassi spessori: (nel civile e nell’industriale) pareti, coperture, solai, terrazze, cantine, garage, pavimenti con costi di intervento ridotti, facilità di posa, velo-

cità di esecuzione e con la possibilità di intervenire sia all’interno che all’esterno dell’edificio.

Infatti, occupando pochissimo spazio (da 2 a 5 cm) e con performance che si possono equiparare a quelle che si

ottengono con gli isolanti tradizionali con spessori fra i 20 e i 25 cm, consentono di riqualificare le abitazioni dall’interno senza costi di apertura cantiere, senza interventi costosi di allungamento delle soglie e/o davanzali, e così via, permettendo inoltre il recupero dell’incentivo fiscale del 65%. Nell’industriale, se paragonato ai metodi tradizionali, permettono interventi di riqualificazione (tetto,pareti,uffici..) economici e risolutivi. Per maggiori informazioni: info@ bildex.it info@varex.it

POLYGLASS

ADESO IL LEADER DELLE MEMBRANE AUTOADESIVE

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Le membrane autoadesive ADESO® sono il prodotto impermeabilizzante bituminoso più innovativo del settore. Rispondono alle necessità di sicurezza, velocità di realizzazione, versatilità d’uso tipiche delle tecnologie costruttive moderne. La facilità di posa su strutture delicate come il legno, l’applicazione sicura su pannelli isolanti sensibili alla fiamma o la semplicità di interventi di ripristino del manto impermeabile, costituiscono solo alcuni tra i vantaggi del sistema autoadesivo proposto da POLYGLASS®. Le membrane autoadesive con tecnologia ADESO® sono applicate senza uso di fiamma. L’applicazione dei prodotti con tecnologia ADESO® è facile e veloce. I film monosiliconati asportabili, e un allineamento preciso dei teli, rendono il lavoro sicuro, piacevole ed esteticamente eccellente. Le membrane autoadesive ADESO® rispettano l’ambiente. Durante l’applicazione non producono fumi, odori e rumori. Nella linea sono disponibili membrane di natura SBS e APP, barriere al vapore bi-adesive, sotto-tegola con finitura antiscivolo e membrane per applicazioni su muri contro terra,

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dotate di finitura in HDPE. Nella linea ADESO® Elastoflex SA P e Elastoflex SA P granigliata sono realizzate con un compound elastomerico (SBS), ed armate con un tessuto non tessuto di poliestere da fiocco, rinforzato e stabilizzato con fili di vetro longitudinali. Tale armatura conferisce al prodotto un’eccellente stabilità dimensionale, ottime prestazioni meccaniche e una buona lavorabilità in cantiere. Elastoflex SA P ha la faccia superiore protetta da un film in polietilene, mentre nella versione granigliata la faccia superiore è autoprotetta con uno strato uniforme di scaglie di ardesia naturale. Nella parte superiore oltre all’innovativa cimosa di testa FAST Lap® (brevetto depositato), le membrane presentano anche il trattamento SEAL Lap® ovvero l’adesivizzazione della faccia superiore delle cimosa. Tale trattamento garantisce eccellenti adesioni delle membrane anche nelle situazioni più difficili. Elastoflex SA P ed Elastoflex SA P granigliata hanno la parte inferiore adesiva protetta con un film di polietilene monosiliconato pretagliato da asportare facilmente al momento della posa in opera. Caratteristica importante è l’applicazione a basso consumo energetico – e quindi a bassa emissione di CO2 - ossia la posa a freddo dei teli, senza fusione della mescola, che consente un risultato estetico finale eccellente, particolarmente apprezzabile con membrane ardesiate chiare (es.bianco).


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NUOVI PRODOTTI

FASSA

POTHOS 003: LA FINITURA PENSATA PER IL TUO BENESSERE

MASSIME PRESTAZIONI IN SPAZI MINIMI: POROTHERM BIO PLAN 30 T-0,09 Con questo blocco da 30 cm di spessore nasce un nuovo componente della famiglia di laterizi rettificati Porotherm BIO PLAN T - 0,09. L’obiettivo di Wienerberger, nello sviluppare questa soluzione, è stato quello di andare incontro ancora di più alle esigenze di progettisti ed imprese edili. Progettisti, da un lato, interessati sempre più a materiali dall’elevata qualità che, accompagnati da certificazioni chiare e trasparenti, garantiscano le prestazioni dichiarate, affinché un “progetto in Classe A” diventi un “edificio in Classe A”. Dall’altro lato le imprese, che sempre più apprezzano e utilizzano i laterizi rettificati ad incastro per la loro facilità (e velocità) di posa e per la pulizia di cantiere realizzabile con queste soluzioni innovative in laterizio. Il nuovo blocco da 30 cm, che segue nella famiglia BIO PLAN T

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Pothos 003 rappresenta un’innovazione nell’ambito dei prodotti di finitura: infatti, è in grado di catturare e trasformare la formaldeide presente negli ambienti in composti stabili ed innocui. La nuova finitura può essere definita una pittura “intelligente” poiché caratterizzata da un elevato contenuto tecnologico, frutto della continua ricerca che si sviluppa nei laboratori Fassa, che va ben oltre la semplice protezione e la decorazione delle pareti. I test, eseguiti seguendo la Norma ISO 16000-23 presso il laboratorio internazionale Eurofins, dimostrano che nel caso in cui le superfici siano trattate con questo prodotto la formaldeide libera presente nell’ambiente si riduce fino al 70%. Nelle medesime condizioni create durante i test, la durata nel tempo di Pothos 003 si potrebbe quantificare addirittura in circa 10 anni: valore comunque fortemente influenzato dal livello di inquinante presente nell’ambiente, dall’areazione dei locali e dallo spessore della pittura. La formaldeide, ritenuta sostanza cancerogena, è tra i principali COV presenti all’interno delle abitazioni: abbatterne la concentrazione permette quindi di migliorare la qualità dell’aria, tutto a vantaggio del benessere abitativo. Per questo POTHOS 003 può essere definita un prodotto “mangia formaldeide”. Oltre che per il contenuto tecnologico, si distingue anche dal punto di vista estetico e di finitura, donando alle superfici trattate un effetto coprente “super matt” e un aspetto opaco e vellutato. La nuova pittura fa parte della famiglia GREEN VOCation, una Linea caratterizzata da prodotti “solvent free”: un idrosmalto all’acqua Evoc 001, un fondo fissativo Mikros 001, due idropitture Eos 001 e Ocean 001 ed infine un’idropittura Sphaera 001. Soluzioni innovative e dal ridotto impatto ambientale che testimoniano come da sempre Fassa Bortolo sia sempre sensibile nei confronti delle esigenze di eco-sostenibilità. Pothos 003: la formaldeide ha i giorni contati!

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WIENERBERGER

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- 0,09 i blocchi da 38 e 45 cm di spessore, pensati per realizzare Edifici ad Energia Quasi Zero con murature monostrato, nasce invece con l’intento di migliorare al massimo le prestazioni di involucri abbinati a sistemi a cappotto. A parità di spessore del cappotto, infatti, realizzando la muratura con il nuovo blocco Porotherm BIO PLAN 30 T - 0,09 anziché con il classico blocco modulare montato con malta tradizionale, la prestazione termica migliora di oltre il 30%. A parità di prestazione termica, invece, è possibile ridurre sostanzialmente lo spessore del cappotto. Passando da un blocco modulare al Porotherm BIO PLAN 30 T - 0,09, ad esempio, per raggiungere una trasmittanza di 0,16 W/m²K, lo spessore di un comune cappotto in EPS (λ= 0,034 W/ mK) passa da 18 a 10 cm con una conseguente maggior facilità di posa ed un minor spessore totale del pacchetto murario. Riassumendo, gli obiettivi di questo nuovo blocco sono: garantire prestazioni certificate, assicurare la massima velocità e precisione di posa (sia della muratura che del cappotto) e ridurre lo spessore del sistema a cappotto abbinato alla muratura. Il tutto ovviamente accompagnato dall’elevata massa superficiale di questo laterizio (266 Kg/m²), per il massimo comfort anche in regime estivo.


LC7 RASOliscio Finissimo (150 µm) Q Applicabile anche all’esterno Q Tempo di lavorabilità > 3 ore Q Ottima lavorabilità ed elevata scorrevolezza Q Basso assorbimento d’acqua Q

LC7 RASOliscio Finitura liscia per interni ed esterni per intonaci e superfici in calcestruzzo LC 7 RASOLISCIO è una malta premiscelata in polvere a base di leganti idraulici selezionati, inerti naturali finissimi e additivi organici selezionati. Viene utilizzato, prima della decorazione con pitture, per la finitura liscia di intonaci a base calce/cemento e per superfici in calcestruzzo. É utilizzabile sia all’interno che all’esterno.

www.fassabortolo.com


FONTANOT

NUOVI PRODOTTI

THE IMPOSSIBLE STAIRCASE The Impossible Staircase, la nuova scala di Fontanot realizzata dagli studenti del prestigioso corso “Master in Interior” dello IED di Milano e presentata al Bau 2017, è caratterizzata da una struttura a chiocciola con il classico tubolare centrale con una sequenza di gradini in plexiglass trasparente distanziati fra loro. Ma la particolarità del prodotto è all’esterno della scala, dove si sviluppano una serie di sottili elementi verticali in legno con strisce di metallo che creano un involucro cilindrico “abbracciando” l’intera scala. Le linee dall’alto raggiungono il gradino per poi raccordarsi con l’elemento centrale: gli elementi dell’involucro hanno anche una funzione strutturale oltre che estetica in quanto fungono da sostegno per il profilo esterno dello scalino. Il gradino realizzato in materiale trasparente permette di rende-

re la scala quasi invisibile e di far emergere solamente l’involucro all’interno del quale l’utilizzatore si immerge. Con una linea fluida e quel senso di leggerezza, la struttura, nel suo insieme, viene percepita come sospesa e fluttuante, un vero e proprio capolavoro. Una scala concepita cercando di creare un effetto sorprendente sia per la parte strutturale che per l’utilizzo dei materiali: questo il motivo che ha permesso all’azienda italiana di essere inserita all’interno dell’area “Innovation”, uno spazio che il BAU dedica alle aziende che sanno produrre innovazione esaltando valori progettuali e unicità dei materiali. Creare un qualcosa di unico e custom-made sono i punti di forza di Fontanot che si afferma specialmente nel settore del contract con progetti di fama internazionale.

WEBER

IL SISTEMA A CAPPOTTO PER MURATURE UMIDE Saint-Gobain Weber propone l’innovativo sistema di isolamento termo-deumidificante in un ciclo unico: weber.therm comfort G3 applicato su intonaco deumidificante webersan evoluzione top o webersan evocalce. I test condotti presso il centro ricerca Weber hanno evidenziato i problemi che potrebbero insorgere applicando un sistema a cappotto su una muratura affetta da umidita’ da risalita capillare. Dalla ricerca Weber nasce la soluzione a questo problema: Saint-Gobain Weber assicura e certifica l’unico sistema di isolamento termodeumidificante con sistema a cappotto in lana di vetro.

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L’isolamento termo- deumidificante L’isolamento termico di una muratura affetta da umidità di risalita comporta la valutazione dei possibili effetti negativi che l’umidità stessa presente nella muratura potrebbe causare, tra i quali: un deterioramento del sistema dove i sali potrebbero intaccare il rasante e il rivestimento colorato (danno all’estradosso, quindi visibile) o compromettere la tenuta del collante (danno all’intradosso, quindi non visibile nel breve termine); una diminuzione del potere isolante del sistema a cappotto: l’acqua presente nella muratura potrebbe migrare verso l’esterno bagnando il pannello isolante, con conseguente perdita di po-

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tere isolante. Utilizzare dei pannelli isolanti poco permeabili (come ad esempio EPS o XPS) non sarebbe la soluzione adatta, in quanto potrebbero far aumentare l’umidità all’interno dell’abitazione. Per questo, occorre prevedere un sistema di isolamento termo-deumidificante, composto da un intonaco deumidificante e da un sistema di isolamento termico altamente traspirante, con pannelli isolanti in lana di vetro.


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DULCIS IN FUNDO

DISTRIBUZIONE VUOL DIRE FIDUCIA SI PARLA MOLTO DI RIPOSIZIONAMENTO DELLE RIVENDITE EDILI, MA FORSE UN SEMPLICE CAMBIAMENTO NON BASTA GIÀ PIÙ. IL RICOLLOCAMENTO NEL MERCATO DEVE ESSERE SUPPORTATO DA UNA PRECISA FILOSOFIA IMPRENDITORIALE, SENZA SEGUIRE ALCUNA MODA di Roberto Anghinoni

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er chi fa il mio mestiere, se così generosamente vogliamo definirlo, fare i titoli degli articoli strapazzando i film, le frasi a effetto degli spot, i titoli di libri possibilmente famosi, modi di dire e mottetti popolari è l’unico momento divertente di una professione che, come ricordava l’indimenticabile columnist del “Corriere” Luigi Barzini, “è sempre meglio che lavorare”. Ma qui approfitto dell’altro, indimenticabile sostegno alla diffusione e alla vendita di generi alimentari per azzardare qualcosa di più serio, perché vorrei realmente che il titolo di queste note fosse qualcosa di vero e di riconosciuto. Voglio dire: la fiducia è un valore importante, non la puoi regalare, per esempio, al

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commercio elettronico o agli scaffali di un grande magazzino. Poiché il mondo sta andando come sta andando, e io mi siedo sulla riva del fiume e aspetto che passi il cadavere della globalizzazione, noto la necessità di relazionarsi in un numero sempre maggiore di aspetti della vita quotidiana, forse perché la gente, dopo aver trascorso gran parte della giornata davanti a un computer, oppure ritrovarsi con i crampi alle dita dopo aver manipolato il telefonino tutto il giorno, avverte delle presenze attorno a sé che in un primo momento sorprendono, ma che in fondo non sono altro che colleghi della razza umana. Questo bisogno diventa ancora più forte quando si devono spendere soldi per qualcosa di durevole – o che almeno si spera lo sarà – come per esempio la propria casa. A questo punto, il bipede informatizzato smette di baloccare e vuole confrontarsi con interlocutori esperti. Se ci pensiamo bene, per la distribuzione edile l’ormai purtroppo unico motivo di sopravvivenza è proprio la sua capacità (che comunque non è scontata, almeno quella) di creare attorno a sé un clima di fiducia. La distribuzione edile avrà un interessante futuro professionale che sarà direttamente proporzionale al grado di fiducia che riuscirà a generare e a infondere nel suo prossimo. È il vecchio e soporifero discorso della professionalità che ogni tanto torna in auge per cercare



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NELLE FOTO, ALCUNE IMMAGINI DI RIVENDITE MADE

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di stimolare un mercato (quello delle rivendite edili) attualmente un po’ giù di corda per più di un motivo. A un ricambio generazionale in generale un po’ deludente (ma la responsabilità non è solo dei giovani, visto che i “vecchi” faticano a delegare) si deve affiancare una congiuntura che è poco favorevole. Queste cose le sappiamo, ma quando un rivenditore mi domanda che cosa dovrebbe fare, tutto ciò che oggi mi vien da suggerire è di compiere tutte le azioni più idonee affinché il suo punto vendita diventi un dispensatoio di fiducia. Però il mercato in parte aiuta. La richiesta di specializzazione anche. l’impresa tradizionale perde colpi, perché generalista, e il privato incombe con il suo bisogno di certezze, ma anche con i suoi contanti. Il discorso si fa urgente, perdere quest’ultima opportunità sarebbe davvero un peccato. Il ri-posizionamento dei punti vendita è una priorità ineludibile. Non basta comunque seguire l’onda, perché l’onda, per sua natura, si alza e si abbassa. Al ri-posizionamento deve seguire una precisa, nuova identità. Dobbiamo essere riconoscibili, scrivevo vent’anni fa, e ciò non sempre è avvenuto, ma oggi il nostro interlocutore non va a fare le sue scelte ovunque, anche se si informa su Internet come è giusto che sia, e questa è una delle poche certezze che abbiamo. Il cliente dopo i suo viaggi nel cyberspazio torna sulla terra e entra nei nostri punti vendita con una grande confusione nella testa, satollo di informazioni e in cerca di certezze. Sopravvivremo se saremo in grado di dargliele, altrimenti gli conviene andare al supermarket. Secondo i diversi punti di approccio alle statistiche di settore, la ristrutturazione (ovvero la manutenzione ordinaria e straordinaria, la seconda è un mercato da circa 50 miliardi di euro) viaggia fra il 70 e l’80% del valore globale del mercato dell’edilizia e delle costruzioni. Non so che cosa ne pensiate voi, ma mi sembra un ottimo argomento per ri-posizionarci. Perché altrimenti questo mercato scappa e, al

momento, non ce n’è un altro. Leggevo in questi giorni come alcuni capitali in un primo tempo messi a disposizione del governo per favorire i lavori di ristrutturazione, adeguamento sismico, eccetera, siano stati pesantemente ridimensionati non credo da cattiva volontà, ma perché siamo messi troppo male a livello di debito pubblico per elargire incondizionatamente. Questo è un discorso che vale per tutti e a tutti i livelli. Dobbiamo contare su noi stessi, e sulla nostra capacità di rendere proficuo per le nostre aziende un mercato che sembra grande, che sembra possa dispensare a tutti un po’ di gloria, ma che in realtà è molto approssimativo, incerto, imprevedibile. Ecco perché la nostra professione di imprenditori della distribuzione è, a mio avviso, sempre stata potenzialmente centrale, anche se forse non ce ne siamo accorti, anche se abbiamo fatto di tutto, certamente inconsciamente, per ritrovarci oggi in difficoltà. Il cliente privato è oggi l’unico cliente in grado di garantirci quella redditività che ci è indispensabile per crescere. Lo è per noi e anche per i nostri clienti artigiani e imprese. Tutti quanti, in sostanza, dobbiamo modificare il nostro approccio alla professione, senza dimenticare che in dieci anni il settore ha perso il 30% del suo valore; senza scordarci che a livello di offerta il mercato è alquanto sovrappopolato da una infinità di operatori che prima della crisi facevano altro e che oggi si sono magicamente trasformati in professionisti della ristrutturazione. Si parla di normative, di controlli, di tante cose belle, e a volte sembra che si stia discorrendo di favole, almeno questa è la percezione, perché nei nostri cantieri c’è ancora molta improvvisazione. E, allora, perché essere virtuosi a tutti i costi? Forse perché oggi, più di trent’anni, vent’anni, dieci anni fa, la fiducia è molto più importante di quanto si possa credere. Facciamo quindi il possibile perché il titolo di queste note diventi una consolidata realtà. Farebbe ■ bene a tutti.


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