Grotte in evaporiti

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Progetto Powerpoint 2007

LE GROTTE IN EVAPORITI a cura di

Giuliana Madonia & Paolo Forti con la collaborazione di: Mauro Chiesi Vincenza Messana Ugo Sauro Marco Vattano

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INTRODUZIONE: LE EVAPORITI Le evaporiti sono rocce sedimentarie costituite principalmente da carbonati, solfati e cloruri che si formano per precipitazione chimica da soluzioni ad elevata salinità, dette brine o salamoie.

Mixed water Stable water

I minerali più comuni che compongono le evaporiti sono: •Carbonato di calcio (CaCO3) •Gesso (CaSO4 · 2H20) •Anidrite (CaSO4) •Halite (Salgemma - NaCl) I fenomeni carsici nelle evaporiti – Società Speleologica Italiana 2007

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LE PRICIPALI AREE CON CARSISMO IN SALE Aree carsiche ben sviluppate si incontrano solo dove il clima è abbastanza arido da impedirne la completa demolizione in tempi brevi.

Italia

Romania

Siberia Israele

Spagna

Iran

Cile

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IL PIU’ GRANDE BACINO EVAPORITICO Nel messiniano in poco più di 300.000 anni il Bacino del Mediterraneo è stato caratterizzado dalla deposizione di enormi quantità di evaporiti

http://www.venadelgesso.org/geologia/geologia.htm

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LE FORME SUPERFICIALI

A grande scala gli affioramenti di sale sono caratterizzati dalla presenza di un elevato numero di piccole doline al cui fondo si aprono pozzi verticali

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IL CARSISMO PROFONDO In generale sono grotte molto semplici, costituite da un pozzo di accesso verticale che raggiunge il livello piezometrico ove si sviluppa una galleria orizzontale che raggiunge direttamente che alla risorgente. Le grotte in sale possono comunque raggiungere anche sviluppi chilometrici e svilupparsi su più livelli I fenomeni carsici nelle evaporiti – Società Speleologica Italiana 2007

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IL CONCREZIONAMENTO Le grotte in sale possono essere molto ricche di speleotemi di ogni tipo, che si sviluppano esclusivamente per evaporazione. Per questa loro genesi hanno in genere forme più contorte di quelle in gesso.

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LE MINERALIZZAZIONI Gli speleotemi delle grotte in sale sono in generale monotoni dal punto di vista mineralogico, essendo costituiti per oltre il 95% di cloruro di sodio.

Sono comunque a volte presenti cloruri di potassio e magnesio e solfati di calcio (anidrite essenzialmente). Nelle grotte del deserto di Atacama sono anche presenti solfati di rame I fenomeni carsici nelle evaporiti – Società Speleologica Italiana 2007

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LE FORME SU DEPOSITI ANTROPICI La velocità nell’evoluzione dei fenomeni carsici nel sale da un lato raramente permette una loro conservazione nel tempo e dall’altro ne consente lo sviluppo anche su depositi esposti da pochi anni, come nel caso delle discariche delle miniere di kainite e carnallite degli Urali, ove si sono formati sistemi carisci completi in meno di 20 anni

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L’EVOLUZIONE NEL TEMPO Le grotte in sale alternano periodi di quasi totale inattività (durante i periodi secchi) a momenti di rapidissimo sviluppo (durante le brevi precipitazioni)

Le grotte in sale possono essere pericolosissime durante gli eventi piovosi dato che l’acqua di ifitrazione può “fluidificare” i piani di discontinuità causando crolli anche di grandi masse di roccia

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LA CARSIFICAZIONE DELLE ANIDRITI L’idratazione dell’anidrite a gesso causa un aumento notevole del volume della roccia con conseguente impossibilità per l’acqua di penetrare in profondità e quindi assenza di sviluppo delle grotte molto all’interno del massiccio roccioso

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I MECCANISMI DI CARSIFICAZIONE L’anidrite, sotto i 59°C è più solubile del gesso, ma è meno erodibile. La velocità di carsificazione quindi può variare considerevolmente In generale il processo sarà più lento in anidrite pura rispetto al gesso puro. Ma se l’anidrite è parzialmente gessificata allora il processo sarà più rapido per l’asportazione meccanica dei frammenti di anidrite I fenomeni carsici nelle evaporiti – Società Speleologica Italiana 2007

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EROSIONE DIFFERENZIALE GESSO-ANIDRITE

Lame di anidrite esposte dalla Erosione differenziale

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I FENOMENI CARSICI IN ANIDRITE L’alta Valle del Secchia è l’area carsica con fenomeni carsici in anidrite parzialmente gessificata più conosciuta e studiata al mondo

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LA PIU’ PROFONDA GROTTA IN ANIDRITE

Il record di profondità appartiene all’Italia (-265 nella Grotta di Monte Caldina, Reggio Emilia) I fenomeni carsici nelle evaporiti – Società Speleologica Italiana 2007

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UN TIPO PECULIARE DI GROTTE:LE ANSE IPOGEE Sono la conseguenza diretta dell’impossibilità per l’acqua di entrare profondamente nel massiccio di anidrite. Si sviluppano esclusivamente a livello di base, a pochissima distanza dai versanti e sempre congruenti con i principali lineamenti tettonici (incisioni fluviali)

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I DEPOSITI CHIMICI Le grotte in anidrite sono poverissime di speleotemi di soffitto e di parete a causa dei frequentissimi distacchi di materiale conseguenti all’idratazione a gesso.

Le uniche concrezioni di una certa dimensione sono i letti fluviali ricoperti da crostoni carbonatici

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I MINERALI DI GROTTA Le grotte nelle gesso-anidriti dell’alta Val di Secchia, pur essendo poverissime di speleotemi, ospitano alcune mineralizzazioni secondarie particolari di Devillina, brochantite e Penninite

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PRINCIPALI AREE CARSICHE GESSOSE NEL MONDO Pur se arealmente minoritari rispetto ai calcari i gessi sono diffusi in tutto il mondo. L’età delle formazioni affioranti, e quindi le loro caratteristiche litologiche e strutturali, sono molto varie. Esistono sia gessi sub-attuali sia gessi di oltre 500 Ma. Italia

Russia del Nord

Ukraina

Spagna

Urali Siria

Stati Uniti

Messico Africa Settentrionale

Asia centrale

Argentina

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I FENOMENI CARSICI GESSOSI IN ITALIA Fenomeni carsici nei gessi sono presenti in tutte le Regioni d’Italia

(Zini, 2003) I fenomeni carsici nelle evaporiti – Società Speleologica Italiana 2007

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LE GROTTE NEI GESSI Le grotte in gesso possono essere suddivise in base alla loro genesi ed evoluzione idrogeologica in: • grotte di attraversamento (tipiche di un carso esposto) • cavità isometriche isolate (tipiche di un carso profondo con acquiferi parzialmente o totalmente confinati) • grotte labirintiche a 2 0 3 dimensioni (tipiche di un carso profondo con acquiferi parzialmente o totalmente confinati)

Per il tipo di genesi le grotte del secondo e terzo gruppo sono “ipogeniche” per maggiori informazioni vedi ppt relativo Le Grotte in Gesso – Società Speleologica Italiana 2007

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LA CIRCOLAZIONE IDRICA NEI GESSI La circolazione idrica nei gessi è condizionata da: • permeabilità per porosità da bassa a molto bassa • elevata solubilità • sistemi dimensionati per il massimo flusso • bassa capacità di immagazzinamento • impossibilità di sviluppare condotte al di sotto del livello freatico

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GLI ACQUIFERI IN GESSO E IN CALCARE (carso esposto) I movimenti dell’acqua e la carsificazione sono limitati alla zona areata e a quella epifreatica

Nella zona freatica si può avere la solo la riduzione dei solfati a solfuri.

Nella zona areata si ha carsificazione ad opera delle acque di percolazione

Nella zona freatica la carsificazione è garantita da vari meccanismi speleogenetici: Bogli, Picknett, acidi forti, materia organica, ecc.

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LE GROTTE IPOGENICHE DA INIEZIONE BASALE E/O LATERALE

L’iniezione basale e laterale tende a sviluppare flussi verticali fino al raggiungimento della superficie piezometrica lungo cui si svilupperanno cavità orizzontali Le Grotte in Gesso – Società Speleologica Italiana 2007

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L’iniezione basale causa una risalita delle acque fino alla superficie freatica dove si sviluppa un pattern labirintico a due dimensioni di gallerie non gerarchizzate

Grotte labirintiche a 2 dimensioni possono formarsi solo in rari e particolari ambienti caratterizzati da: • Acquiferi totalmente o parzialmente confinati • Presenza di grandi quantità di acqua provenienti da iniezione laterale e basale • Flussi acqua lenti

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Le più grandi grotte del mondo Le grotte ipogeniche ucraine sono di gran lunga le più grandi del mondo: l’Optimicheskaia raggiunge i 250 km di sviluppo, l’Ozerna e la Zoloushka oltre 100 Sono costituite da un intreccio di gallerie equidimensionali e i soffitti sono spesso cupoliformi

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LA GROTTA DI MONCALVO Attualmente è l’unica grotta ipogenica in gesso che si conosce in Italia. E’ stata scoperta nel 2005 all’interno di una miniera di gesso nei pressi di Asti.

Presenta le pareti uniformemente corrose

al suo interno scorre un piccolo fiume di acqua solfurea Le Grotte in Gesso – Società Speleologica Italiana 2007

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Gli speleotemi delle grotte ipogeniche A causa del loro sviluppo in ambiente saturato, le concrezioni sono praticamente assenti. Solo dopo la loro “emersione” la condensazione può portare allo sviluppo di grandi cristalli di gesso e l’ossidazione può sviluppare piccole concrezioni di ossidi di Ferro e Manganese

Cristalli di gesso secondario nella grotta optimichesskaia

Piccole stalattiti di romanechite nella grotta Zoolushka

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L’IDRODINAMICA DEI SISTEMI CARSICI IN GESSO QUALE FATTORE CONDIZIONANTE LA SPELOGENESI Peculiarità

Gessi

Calcari

Solubilità

Elevata (~ 2.5 g/l)

Bassa (~ 100 mg/l)

Porosità primaria

bassa o molto bassa

Da bassa a media

Densità di fratture

Bassa (metrica)

Centimetrica

CONSEGUENZE • percolazione dell’acqua solo nelle poche e rade fratture • iniziale gerarchizzazione dei condotti drenanti • ruscellamento superficiale con conseguente dissoluzione nelle zone prive di fratture beanti • sigillo delle fratture minori a seguito di evaporazione e conseguente cristallizzazione

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IL Controllo Strutturale Per quanto detto l’evoluzione carsica ipogea è rapidissima lungo le linee di deflusso e nulla in tutte le altre porzioni

Per questo motivo il contollo strutturale sulle gallerie è sempre evidente in modo molto più marcato che nelle grotte in calcare

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LA STRUTTUTRA DI UN SISTEMA CARSICO IN GESSO (PRIMARIO DOMINANTE) Poche e importanti vie di drenaggio Gerarchizzazione del drenaggio Pochi e brevi tratti di condotti sifonanti sempre in zona epifreatica PERTANTO

LE GROTTE CONSISTONO DI LUNGHI TRATTI DI GALLERIE SUBORIZZONTALI RACCORDATE DA POZZI VERTICALI Le Grotte in Gesso – Società Speleologica Italiana 2007

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IL SISTEMA SPIPOLA - ACQUAFREDDA Rappresenta il sistema più esteso di tutta l’Europa occidentale (sviluppo: 11 km; dislivello: 118 m). Si imposta su 5 livelli sub-orizzontali caratterizzati da gallerie circa rettilinee I vari livelli sono raccordati da pozzi sub-verticali Il torrente sotterraneo ha un flusso di base di 5 l/s e portate di piena fino a 600 l/s

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VELOCITA’ DI EVOLUZIONE DELLE GROTTE IN GESSO L’alta solubilità e la facile erodibilità del gesso fanno si che l’evoluzione carsica nei gessi sia rapidissima con formazione di grotte di grandi dimensioni in poche centinaia di anni. La velocità di sviluppo delle condotte è di 1-2 ordini di grandezza superiore rispetto ai calcari. L’elevata velocità di sviluppo delle condotte ha come conseguenze: • il dimensionamento delle condotte per le massime portate possibili; • la veloce creazione di gallerie su piani sovrapposti che si sviluppano in relazione alle variazioni del livello di base carsico

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EVOLUZIONE DELLA GROTTA DELLA SPIPOLA L’intercettazione da parte della Cava Ghelli (fine anni ’60) ha provocato un abbassamento del livello piezometrico di circa 10 m CONSEGUENZE Attivazione di un processo di erosione regressiva con conseguente: • fossilizzazione di oltre 500 m della condotta principale; • formazione di una nuova via drenaggio di oltre 1 km a quota inferiore, ad una velocità media di 50m/anno Le Grotte in Gesso – Società Speleologica Italiana 2007

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I MECCANISMI SPELEOGENETICI I meccanismi che possono portare all’allargamento delle discontinuità primarie nei gessi sono, in ordine di importanza crescente: • Effetto impacchettamento • Effetto diffusione da flusso • Riduzione dei solfati a solfuri • Dissoluzione per condensazione • Dissoluzione incongruente • Solubilizzazione • Erosione meccanica

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La riduzione dei solfati a solfuri Avviene a seguito dell’ossidazione delle sostanze organiche presenti nelle soluzioni sature di gesso intrappolate nelle fratture al di sotto del livello piezometrico in condizioni anossiche La riduzione dei solfati a solfuri si può mantenere attiva probabilmente fino a qualche diecina di metri al di sotto del livello piezometrico Produce solo un leggero allargamento delle fratture che è però fondamentale nel momento in cui il livello piezometrico si abbassa Le Grotte in Gesso – Società Speleologica Italiana 2007

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I QUARZI DELLA ROMAGNA H2 O+CaSO4 +SiO2 +materia organica

SO4 2- +2C+H2 O

Dissoluzione del gesso e concomitante deposizione di quarzo

Riduzione anaerobica dei solfati

Calo del pH

S2- +2HCO3 - +2H+

La riduzione anaerobica dei solfati a solfuri, indotta dall’ossidazione di materiale organico a CO2, abbassa il pH, favorendo la precipitazione di silice, e produce una leggera sottosaturazione rispetto al gesso che pertanto si discioglie.

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La dissoluzione per condensazione Attiva solo nelle zone areate delle grotte. Si esplica: • per la condensazione sulle pareti o sul soffitto della grotta di aria calda proveniente dall’esterno; • per l’evaporazione dalla superficie di laghi e fiumi sotterranei Peculiari di questo meccanismo sono le cupole di condensazione Questo meccanismo è particolarmente efficiente nei gessi data la loro alta solubilità Le Grotte in Gesso – Società Speleologica Italiana 2007

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La dissoluzione incongruente La dissoluzione incongruente si può innescare anche quando l’acqua di H20 infiltrazione meteorica si arricchisce di CO2 meteorica percolando attraverso il suolo

+ CO2

2H+ + CO3=

umica

+

+ CaSO 4 · 2 H20

SO4= + Ca++

roccia

Ca+++ SO4=

CaCO3

La precipitazione di calcite permette la solubilizzazione aggiuntiva di gesso Le Grotte in Gesso – Società Speleologica Italiana 2007

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Le forme conseguenti La dissoluzione incongruente non è molto efficiente per l’ampliamento dei vuoti carsici, ma è importante per lo sviluppo di grandi speleotemi di calcite all’interno delle grotte gessose. Il processo di dissoluzione incongruente è attivo solo nelle parti prossime all’infiltrazione delle acque. Fiumi sotterranei che trasportano materia organica possono mantenere attivo il processo anche nelle parti più interne della grotta dove l’ossidazione progressiva della materia organica rilascia progressivamente CO2 nelle acque. Le Grotte in Gesso – Società Speleologica Italiana 2007

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La solubilizzazione La solubilizzazione del gesso è un meccanismo speleogenetico che diviene molto efficiente non appena l’idrodinamica delle acque di infiltrazione permette il passaggio da condizioni di moto laminare a situazioni di moto turbolento.

L‘erosione meccanica Rappresenta il più importante effetto speleogenetico all’interno delle grotte in gesso. La sua efficacia è favorita da: scarsa tenacità della roccia gessosa, abbondante presenza nelle acque di particelle fini (sabbia, argilla..), regime idrico caratteristico dei sistemi carsici con bassa capacità di immagazzinamento che alternano lunghi periodi di magra a violente ed improvvise piene, ecc..

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LE PRINCIPALI FORME SOTTERRANEE: LE GALLERIE EPIGENETICHE

Nei gessi sono molto comuni lunghi tratti di gallerie orizzontali legate a scorrimento d’acqua a pelo libero in equilibrio con le quote dei recapiti (livello di base carsico)

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LE PRINCIPALI FORME SOTTERRANEE: I CANYONS

Rappresentano l’evoluzione gravitativa delle gallerie orizzontali in equilibrio con il livello dei recapiti, mano a mano che questi si andavano approfondendo Le Grotte in Gesso – Società Speleologica Italiana 2007

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LE PRINCIPALI FORME SOTTERRANEE: LE GALLERIE PARAGENETICHE (Canali di Volta)

A seguito di cospicui riempimenti l’acqua può agire in maniera “antigravitativa” generando le gallerie paragenetiche Le Grotte in Gesso – Società Speleologica Italiana 2007

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I PENDENTI L’intersezione di più canali di volta meandriformi può isolare porzioni di gesso simili a tozze stalattiti: i pendenti

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LE GALLERIE FREATICHE Si possono sviluppare solo quando:

• per particolari condizionamenti strutturali • per motivi idrodinamici locali, dovuti a particolari eventi piovosi in determinati momenti o anche per lunghi periodi le gallerie vengono completamente allagate

Esempio di galleria di interstrato che a causa di un disturbo tettonico permette l’evoluzione di una porzione di grotta allagata al di sopra del livello piezomentrico Le Grotte in Gesso – Società Speleologica Italiana 2007

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LE PRINCIPALI FORME SOTTERRANEE: LE GALLERIE TRIANGOLARI

Laddove il gesso è intercalato a depositi non carsificabili si possono sviluppare gallerie di interstrato a sezione triangolare

Sistema Covadura – Spagna (P. Forti)

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LE PRINCIPALI FORME SOTTERRANEE: I MAMMELLONI

L’erosione di un interstrato può produrre l’esposizione di un soffitto a mammelloni”, la cui genesi è sinsedimentaria: si sono formati infatti nel momento in cui aveva inizio la deposizione dello strato di gesso

L’evoluzione carsica ha il ruolo di metterli in evidenza.

Grotta Trivella – Serradifalco, CL. (M. Vattano)

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LE PRINCIPALI FORME SOTTERRANEE: I SALONI DI CROLLO

In corrispondenza dell’intersezione di lineamenti strutturali processi graviclastici portano spesso all’evoluzione di grandi saloni di crollo

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LE PRINCIPALI FORME SOTTERRANEE: I POZZI CASCATA

Le gallerie poste su differenti livelli sono spesso collegate tra loro da pozzi cascata anche di imponenti dimensioni.

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I DEPOSITI FISICI Corsi d’acqua sotterranei depositano accumuli detritici, dello spessore anche di decine di metri, con granulometria da fine a grossolana. Testimoniano passati eventi di alluvionamento.

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LE CONCREZIONI E LE MINERALIZZAZIONI Le grotte in gesso sono generalmente meno ricche di depositi chimici (concrezioni o minerali secondari) rispetto ai calcari. I depositi chimici possono essere suddivisi in 4 categorie: • Speleotemi di carbonato di calcio • Speleotemi di gesso • Minerali generalmente solfatici (epsomite, mirabilite, ecc.) geneticamente correlati all’ambiente gessoso • Minerali non correlati all’ambiente gessoso (nitrati, fosfati, ecc.)

Per la trattazione generale si rimanda ai ppt sul concrezionamento Le Grotte in Gesso – Società Speleologica Italiana 2007

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L’ORIGINE DEL CARBONATO DI CALCIO Gli ioni CO3-- nelle acque possono derivare da: •Sovrastanti formazioni carbonatiche •CO2 disciolta dalle acque di percolazione •Ossidazione in grotta di sostanze organiche

La velocità di crescita degli speleotemi di CaCO3 è generalmente molto superiore a quella degli omologhi in grotte calcaree a causa dell’alta concentrazione di ioni Ca++ dovuti alla simultanea solubilizzazione del gesso Le Grotte in Gesso – Società Speleologica Italiana 2007

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LE “LAME” DI CALCITE E’ un particolare tipo di speleotema che si sviluppa sulle pareti subverticali su cui scorre un flusso laminare d’acqua: si formano così delle “croste” di calcite, che a seguito della simultanea dissoluzione del gesso tendono a risultare quasi completamente distaccate dal substrato gessoso

La “lama” di carbonato di B calcio della Novella ha un’altezza di 14 metri.

C

D

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Gli estadi evolutivi delle “Lame di Calcite” A) l’acqua di B) la colata di infiltrazione discioglie calcite isola il prima il gesso delle sottostante pareti ricoprendole di supporto argilloso materiale fine insolubile formando una su cui deposita una lama con nucleo colate di calcite argilloso

A

B

C) il processo si ripete nel tempo

C

D) formazione di una serie di lame di calcite parallele alla parete della grotta

D

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LE MEZZE BOLLE DI GRAVE GRUBBO Singolari concrezioni di calcite flottante il cui sviluppo è dovuto al processo di dissoluzione incongruente. La CO2 è fornita dall’ossidazione di materia organica presente in sospensione nelle acque sulfuree.

Grave Grubbo, Verzino - KR (P. Forti)

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LE STALATTITI DI GESSO Monocristalline, prive di canalicolo interno con crescita spesso non OPPURE perfettamente verticale

Presentano la superficie esterna botroidale, spesso prive di canalicolo interno oppure, se presente, molto tortuoso e ostruito in più punti

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LE STALATTITI DI GESSO L’accrescimento è pertanto dovuto al flusso d’acqua superficiale e solo in minima parte al gocciolamento apicale. Questa differenza rispetto alle analoghe in calcare è dovuta al diverso meccanismo di deposizione:

GESSI

CALCARI

Gessi: sovrassaturazione per evaporazione Calcari: sovrassaturazione per diffusione INOLTRE Il diverso meccanismo di deposizione influenza il diverso comportamento nei confronti delle correnti d’aria Località (Nome fotografo)

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LE TRAYS Presentano la parte apicale ingrossata e curvata controvento

Rocking Chair Cave, New Messico (P. Forti)

Si originano per un processo simultaneo di dissoluzione da condensazione e deposizione per evaporazione

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LE ECCENTRICHE DI GESSO Rispetto alle analoghe calcitiche le eccentriche di gesso sono rare. L’evaporazione e conseguente precipitazione tende facilmente ad ostruire il canalicolo interno.

Grotta delle Eccentriche- S.Ninfa – TP (P. Forti)

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LE STALAGMITI CAVE DI GESSO (SORBAS)

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LE PALLE DI GESSO

Cueva dell’Agua, Sorbas (P. Forti)

(Da Calaforra e Forti, 1991)

Si formano su pareti verticali in corrispondenza di sottili intercalazioni argillose presenti nella roccia gessosa Le Grotte in Gesso – Società Speleologica Italiana 2007

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I CRISTALLI DI GESSO I cristalli di gesso, da microscopici ad oltre un metro di lunghezza, sono senza dubbio i più comuni depositi secondari delle grotte in gesso. Possono essere legati evaporazione di acqua di lenti flussi capillari Cristalli isolati all’interno di depositi pelitici Infiorescenze gessose intercristalline Le Grotte in Gesso – Società Speleologica Italiana 2007

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I CRISTALLI DI GESSO DEGLI INTERSTRATI Si formano per lenta sovrasaturazione dovuta sia ad evaporazione che ad ossidazione dell’acido solfidrico. Le loro dimensioni variano da pochi millimetri a avi metri

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I CRISTALLI DI GESSO SANTA NINFA Grandi druse di cristalli di gesso tabulari si possono sviluppare ad opera dell’acido solforico liberato da acque solfuree presenti nelle grotte gessose L’acido solforico, prodotto per ossidazione biologica e abiologica dell’acido solfidrico, causa per effetto dello ione comune, la precipitazione del gesso dalle acque di percolazione già sature rispetto a questo minerale.

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LE “POLVERI” DI GESSO Accumuli cristallini (10-100 µ) spesso aciculari Quattro meccanismi genetici: 1) Evaporazione di acque di risalita capillare (New Messico) 2) Reidratazione della bassanite in ambienti tropicali (Cuba)

3) Segregazione per congelamento (Siberia del Nord) 4) Mineralizzazione del guano di pipistrello. (S Ninfa – Sicilia) Le Grotte in Gesso – Società Speleologica Italiana 2007

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I MINERALI DI GROTTA I minerali secondari sono molto meno comuni rispetto alle grotte in calcare, ma sono comunque presenti. Ad oggi sono conosciute ben specie mineralogiche differenti.

24

1 µm.

Epsomite

Quarzo Zolfo Le Grotte in Gesso – Società Speleologica Italiana 2007

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GLI OSSIDI DELLA PELAGALLI All’interno di questa grotta del bolognese, in una piccola sala non molto distante dall’esterno si sono sviluppate stalattiti, stalagmiti, e colate totalmente formate di ossidi-idrossidi idrati di ferro e manganese a volte con piccole quantità di gesso microcristallino

La formazione di questi minerali è dovuta all’esistenza di particolarissime condizioni al contorno

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LA GENESI L’elemento fondamentale è la presenza di un interstrato marnoso subverticale L’erosione differenziale di questo ha permesso l’instaurarsi di una marcita in superficie Le condizioni anossiche hanno permesso agli ioni Fe++ e Mn++ di migrare lungo l’interstrato Affiorando in ambiente aerato le acque di percolazione hanno formato per ossidazione gli speleotemi Le Grotte in Gesso – Società Speleologica Italiana 2007

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LO ZOLFO E L’OPALE DI GRAVE GRUBBO In corrispondenza di sorgenti solfuree l’ossidazione dell’acido sofidrico disciolto nelle acque ad opera di batteri solfo-ossidanti in condizioni di media ossigenazione, genera depositi flottanti opalescenti costituiti da materiale organico e zolfo.

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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE I fenomeni carisci nelle evaporiti sono diffusi in tutto il mondo Danno luogo a grotte che non hanno nulla da invidiare a quelle in calcare Le grotte in gesso, e ancora di più quelle in sale, si sviluppano molto velocemente ma “sopravvivono” molto meno degli analoghi fenomeni in calcare Pur in presenza di un concrezionamento generalmente più scarso, presentano speleotemi assolutamente peculiari Tali speleotemi sono fondamentali per la ricostruzione paleoclimatica e paleoambientale. Le Grotte in Gesso – Società Speleologica Italiana 2007

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PER SAPERNE DI PIU’ CALAFORRA JORDI J. M. (1998) – Karstologia de jesos, Universidad de Almeria, 384 p. KLIMCHOUK A., LOWE D., COOPER A., SAURO U. (eds.) (1996) – Gypsum Karst in the World. Int. Journ. Speleol., 25, (3-4), 307 p. HILL C., FORTI P. (1997) - Cave minerals of the World. Nat. Spel. Soc., 464 p. MADONIA G., FORTI P. (eds.) (2003) – Le aree carsiche gessose d’Italia. Mem. Ist. Spel., ser. 2, 14, 285 p. Le Grotte in Gesso – Società Speleologica Italiana 2007

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