Magazine PIU' N.21 di Fanoinforma.it

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anno 4 _ numero 21 _ maggio/giugno 2010 _ distribuzione gratuita

autorizzazione Tribunale di Pesaro n. 539 del 22/09/2006

il periodico provinciale di

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“Essenzaltro�, la prima

profumeria artistica della provincia

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“Essenzaltro”, quando la profumeria diventa arte In pieno centro storico a Fano un negozio in cui le fragranze diventano una raffinata sinfonia Jennifer Pompili 32 anni di Fano, una personalità versatile, una naturale predisposizione ad anticipare le nuove tendenze, una passione innata per i profumi e i bijoux coltivata sin da ragazzina, a novembre 2009, a Fano in pieno centro storico, inaugura “Essenzaltro” la prima profumeria artistica della provincia di Pesaro e Urbino.

inoltre: Montale Paris les parfums Keiko Mecheri Etat Libre d’Orange Farmacia SS Annunziata Esthederm Dr Vranjes Firenze Laura Tonatto Escentric Molecules

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Il negozio rispecchia il suo temperamento, l’ambiente è raffinato, l’atmosfera brillante e lo stile d’arredo è decisamente nuovo, ideale per comunicare le sue passioni. Jennifer non propone solo fragranze, ma anche bijoux di alta qualità , “Satellite”, “Le Gens du Sud”, “Philippe Ferrandis”, tra i più rinomati marchi francesi, e “Tarina Tarantino” la californiana regina del glamour e della “lucite”. Le collezioni di borse e accessori per Jennifer devono essere rigorosamente di produzione artigianale e tutte di altissima qualità. Lo si capisce dalla accurata manifattura delle creazioni di Azzurra Gronchi stilista emergente, ultima rappresentante di un’ antica e rinomata famiglia di conciatori toscani, con una solida formazione professionale maturata nel settore degli accessori. Ha collaborato infatti con Kenneth Cole a New York, Salvatore Ferragamo, Dolce e Gabbana, Costume National e, bruciando tutte le tappe, è arrivata alla creazione di una linea di borse tutta sua, studiata con un’ ossessione maniacale per la qualità. Di altrettanta originalità e ricercatezza sono le borse di Massimo Trulli, realizzate a mano in pelle pieno fiore stampata con le sue opere d’arte, in stile pop art ispirate ai mitici anni’ 50 e ’60. Per Jennifer bellezza vuol dire anche salute, e decide di rappresentare tre tra i migliori marchi di “cosmeceutica”. Il prestigioso ed esclusivo DR Sebagh, dal nome del “chirurgo cosmetico” francese Jean Louis Sebagh, stimato maestro e pioniere della medicina cosmetica in Europa, di cui Essenzaltro è il ventesimo punto vendita autorizzato in Italia, Peter Thomas Roth che ha lanciato l’innovativa “Clinical skin Care” negli Stati Uniti già dal 1993, ed Esthederm, il marchio pioniere in fotobiologia, con la sua trentennale esperienza nella produzione di solari di alta qualità. La continua ricerca, alimentata da una innata passione ed una instancabile curiosità, ha portato Jennifer a scelte di prodotto rigorose e coerenti con la sua filosofia di profumeria di “nicchia”. Con profumeria di nicchia o selettiva, o meglio ancora artisti-

ca, si vuol definire e classificare quei prodotti di profumeria che si distinguono per qualità, autenticità e raffinatezza. “In una società sempre più plasmata dalle marche, - spiega Jennifer - esistono ancora fragranze create senza tener conto delle mode e delle ultime tendenze, bouquet che uniscono le più nobili e rare essenze, siano esse naturali o sintetiche, in una costante ricerca di equilibrio, qualità e perfetta armonia.” Lontana anni luce dagli standard industriali e dalle costose strategie dei grandi gruppi, la profumeria artistica non vincola le scelte dei prodotti, necessari per creare essenze, ai costi dei materiali o ai volumi di produzione. Al contrario privilegia i prodotti fatti a mano, realizzati in piccoli quantitativi e commercializzati in pochi e specializzati punti vendita. “La produzione di ‘nicchia’– continua Jennifer – non spende in pubblicità, ma investe in ricerca ed in una accurata scelta delle materie prime per cui i prodotti, nonostante uno standard qualitativo molto elevato, non sono necessariamente costosi”. Essenzaltro offre l’opportunità di sentirsi unici attraverso la scelta di un profumo, premiando l’autenticità piuttosto che l’ostentazione. Profumi che parlano da soli, esplosioni di note olfattive eccezionali dalla persistenza prodigiosa. “Il talento dei creatori di fragranze, detti in gergo ‘nasi’ - spiega ancora Jennifer - consiste nel riconoscere migliaia di note olfattive ed avere la raffinata capacità di comporle tra loro come in una sinfonia. Molti di loro hanno lavorato per grandi multinazionali del profumo, ma solo con la profumeria artistica, non più sottoposti alle esigenze del mercato commerciale, sono riusciti a dare piena voce alla loro fantasia e a lanciare i propri marchi riuscendo a creare emozioni e non semplici profumi.” Essenzaltro lascia spazio al silenzio delle nostre emozioni ed accoglie in quegli ambienti morbidi e discreti, tipici dei negozi di nicchia, ove chi propone le fragranze le ha “lette” e le sa raccontare con passione. L’intento è quello di guidare una piccola rivoluzione nell’universo delle profumerie, e di proporre una piattaforma di innovazioni olfattive che le persone potranno scoprire lasciandosi accompagnare in una galleria di profumi d’avanguardia. Con Essenzaltro il profumo si fa unico e inatteso; “scents for your lifestyle” una iniziazione olfattiva che diventa un’incitazione al piacere di vivere.

Essenzaltro Fano (PU) via Ugolino de Pili, 19 tel. 0721 1651052 info@essenzaltro.it Cerca Essenzaltro

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indice

numero 21

Anno 4 - Numero 21 maggio/giugno 2010 Distribuzione gratuita Autorizzazione del Tribunale di Pesaro n. 539 del 22/09/2006

Nella vita ci serve un semaforo?

Editore Mattia Tarsi Global Service in Progress s.r.l.

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“Essenzaltro”, quando la profumeria diventa arte

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Nella vita ci serva un semaforo?

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La provincia in un click

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Provincia 2020

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Donazione di sangue da cordone ombelicale: a Fano il trend è in crescita

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Calendario delle manifestazioni della Provincia

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Cristian Andreatini: “E’ la passione la vera spinta”

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Circolo Tennis Fano aspettando il Torneo Internazionale…

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Voglio una vita da… P.r.

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Edil Infissi: la qualità prima di tutto

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Extraspa, la vacanza è appena iniziata

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La Provenza sul piatto

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Quei “mitici” anni ‘60

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Respect Jamaica

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Per fare lo sceneggiatore ha attraversato il ponte di Brooklyn

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Se Fido va in pensione

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Stessa spiaggia, stesso mare… stessi prezzi!

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Sarà un’estate molto “cool”

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Centrale Fotografia 2010

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“Canto l’amore e… me ne vanto”

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Scoprire la musica, scoprire se stessi: la storia di Athebustop

44

Orizzonti di gloria

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L’Adriatico si tinge di Fuxia

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“Terre di confine”

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Com-fusione

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La “letterina” è diventata professoressa anzi, teacher

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“Ciao Iraq!”

Rubriche

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lo Sportivo

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la Psicologa

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l’Avvocato

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la Spadaccina

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la Profumeria / l’Erborista

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Vita diocesana / il Farmacista

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il Promotore finanziario

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l’Ortodontista

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l’Otorino

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il Commercialista

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Direttore responsabile Corrado Moscelli direttore@fanoinforma.it Redazione Per inviarci i vostri comunicati redazione@fanoinforma.it Hanno collaborato a questo numero: Silvia Bonci Francesca Lucarini Alessandra Gasparini Marco Spadola Mariolina Palazzi Annalisa Perazzini Sandro Candelora Gli studenti di Edis e Emg di Urbino Grafica e impaginazione: Media’s Project www.mediasproject.it Stampa: Litoservice Distribuzione: Full Time Group

A volte per renderci conto dei nostri comportamenti abbiamo bisogno di osservarli negli altri di Corrado Moscelli Provate a mettervi a pochi passi dal semaforo pedonale a chiamata di via Cavour. Andateci ovviamente in un’ora di punta, diciamo intorno alle 9 del mattino o a mezzogiorno ,quando si raduna un discreto numero di pedoni e anche le auto in circolazione sono tante. Provate a fermarvi per una decina di minuti ad osservare cosa succede in quel punto e avrete uno specchio esatto della nostra società ma, soprattutto, vi aiuterà a riflettere su chi siete veramente. C’è infatti chi arriva al semaforo e, nonostante ci siano già degli altri pedoni in attesa, senza nemmeno chiedere nulla, pigia il pulsante di richiesta del verde perché pensa che chi l’ha preceduto non l’abbia ancora fatto (DIFFIDENTE) e chi, invece, preme il pulsante ripetutamente,

quasi ad intervalli regolari, perché teme che sia mal funzionate o rotto (IMPAZIENTE). C’è poi quello che non appena arriva sulle strisce si comincia a lamentare del tempo di attesa: “Questo semaforo è troppo lungo, era meglio prima” (CRITICO) e quello che nonostante se ne sia parlato per diverso tempo attraversa con il rosso e maledice le macchine che non si fermano perché “io sono sulle strisce, fermati” (IGNORANTE). Ci sono però anche quelle persone, garbate e sorridenti che, sentendosi oggi più sicuri nell’attraversare la strada, spiegano al vicino come funziona l’apparecchio ed i benefici che ha portato (CORTESE). Ci sono poi quelli che attendono con pazienza il verde nonostante non si vedano auto per centinaia di metri e scuotono la testa se qualcuno davanti a loro attraversa ugualmente(RISPETTOSO). Al movimento della

testa si unisce qualche commento a denti stretti se ad attraversare è un ciclista che non è sceso dalla bici (RISPETTOSO-PIGNOLO). Gran parte di questi comportamenti si possono a loro volta attribuire agli automobilisti perché ci sono quelli che non sanno del semaforo e tirano dritti rischiando di travolgere i pedoni (PERICOLOSO) e quelli che invece si fermano anche se hanno il verde perché hanno notato delle persone ai margini della strada (INCERTO). C’è anche il classico furbo, quello che fa attraversare i pedoni e poi riparte anche con il rosso se trova via libera davanti a se (IPOCRITA). Fate anche voi questa prova, mettetevi ad osservare quel semaforo per qualche minuto, sono convinto che vi darà più di uno spunto per riflettere perché quello che succede a quel semaforo si verifica in tanti altri momenti della nostra giornata.

“Essenzaltro”, la prima profumeria artistica della provincia

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La provincia in un click Inizia con questo numero di Più una nuova rubrica dedicata alle fotografie realizzate nella nostra provincia Alcuni giorni fa abbiamo lanciato un invito ai lettori attraverso il nostro sito fanoinforma.it: “inviateci le vostre fotografie le pubblicheremo nel prossimo numero di Più”. Un paesaggio, un particolare angolo della città o un semplice tramonto. Risultato: in solo cinque giorni abbiamo ricevuto decine e decine di foto ed ovviamente non siamo riusciti a pubblicarle tutte in questo numero. Promettiamo comunque ai nostri lettori che quelle che non troveranno posto in questa uscita cercheremo di pubblicarle in quella successiva. Tutte, comunque, saranno inserite in un apposito album fotografico sul periodico online. Un grazie di cuore a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questa nuova rubrica.

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In questa pagina in senso orario, fotografie di: Gianfranco Scalogna, Mary B., Chiara Tredicucci, Nicola Romani e Jessica Micciarelli. Nella pagina accanto in senso orario, altri scatti: Virgilio Dionisi, Matteo Biagioli, Paolo Lorenzetti, Katia Maldoni e Denis Casarsa, Guy 67 e Matteo Santini

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Provincia 2020 Pesaro più Fano, la prima città delle Marche Il presidente della Provincia Ricci lancia il nuovo Piano strategico: “Progetti per una comunità felice” “Non possiamo costruire il futuro se non abbiamo i piedi ben piantati nel presente. Che, oggi, è la crisi economica. Insieme alla tutela dell’occupazione”. Così il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Matteo Ricci ha iniziato la sua presentazione del piano strategico per il rilancio del territorio. Pesaro 2020. “Ci concentreremo ancora a lungo sulla resistenza alla crisi economica - ha esclamato Ricci - a fine 2009 il dato della disoccupazione è del 5.9%. E fra sei mesi prevediamo si tocchi il 7%. E’ per questo che abbiamo indirizzato le risorse disponibili sul sostegno ai lavoratori, alle famiglie e alle imprese. Non dobbiamo pensare alla nostra Provincia del 2020 come la più ricca d’Italia. Ma abbiamo l’ambizione di diventare la Provincia leader nel benessere interno lordo e nella qualità della vita. L’architrave sarà il nuovo Ptc, il nuovo progetto di sviluppo urbanistico del territorio. Al quale si dovranno attenere tutti i Piani regolatori dei Comuni. Rimarrà nel tempo, come segno concreto di tutta l’operazione. Dovremo aggiornare il Piano dei rifiuti, perché la raccolta differenziata non sarà più un’opzione ma un dovere. Vogliamo chiudere tutte le discariche, tranne le 3 principali: Monteschiantello, Cà Lucio e Cà Asprete. E, probabilmente, ci sarà una previsione nuova sulla discarica di Barchi”. Attività estrattive:

“Serve anche qui un nuovo Piano, alla luce della recente normativa regionale”. Energia: “Se vogliamo essere la ‘Provincia del sole e del vento’, c’è bisogno di uno scatto in avanti sulle fonti rinnovabili. Non possiamo produrre solo il 6% di quello che consumiamo. Sul solare siamo, per il momento, soddisfatti. Sull’eolico c’è da lavorare. Così come sulla geotermia e sulle biomasse”. Le modalità: “Da oggi - prosegue il presidente della Provincia - si apre la fase di partecipazione. Che avverrà in luoghi reali e virtuali. Alla fine valuteremo come sono state considerate le proposte, quali contributi si sono aggiunti, quali problemi sono sorti”. Poi il traguardo più ambizioso: “Voglio parlare di ‘Pesaro più Fano’ come della prima città delle Marche. Altrimenti non capiremo la sfida che abbiamo davanti. Queste due città, che prima non si sono mai parlate, devono iniziare a progettare insieme. Dobbiamo evitare i doppioni, serve una nuova impostazione per aree industriali, sviluppo dei porti, distretti economici e sanità. Che è, ovviamente la prima sfida, con il nuovo ospedale provinciale”. Sul futuro ospedale: “La collocazione sarà l’ultima questione. E si individuerà nel nuovo Ptc, dopo il confronto su caratteristiche, funzionalità, viabilità, trasporti, architettura”. Sul nuovo campus a Fano: “Abbiamo lanciato l’idea perché il problema dell’edili-

zia scolastica è una questione strategica. Ogni edificio, vecchio e nuovo, deve essere considerato come nodo della futura rete energetica che andremo a costruire. Il tema dell’efficienza energetica deve essere obbligatorio. In più, dobbiamo evitare la costruzione di ghetti, Perché se un quartiere diventa un ghetto non c’è integrazione”. C’è il riferimento a Urbino 2: “E’ un neo che non è più nascondibile. Abbiamo cominciato un lavoro duro, che può diventare, però, un esempio nazionale”. Capitolo infrastrutture: “La priorità numero uno è la Fano - Grosseto. Perché abbiamo bisogno di ‘sfondare’ l’Appennino con la E78”. C’è spazio anche per la ferrovia: “Bisogna uscire da un’impostazione nostalgica. Il problema non è riaprire la Fano - Urbino. Il tema vero è come colleghiamo la provincia all’alta velocità, verso Roma e verso Bologna”. Aeroporti: “Siamo già dentro Falconara, ma dobbiamo essere anche a Rimini”. Piste ciclabili: “Abbiamo bisogno di segnarle urbanisticamente, come le strade e le ferrovie. Per Pesaro e Fano la vera metropolitana è la bicicletta”. Sulle aree commerciali: “Negli ultimi anni abbiamo un po’ esagerato. Vogliamo veramente che la gente si incontri sempre più nei supermercati? Dobbiamo rilanciare i centri storici: con locali, ristoranti, bar e meno franchising”.

Tarsi: “Per il futuro della nostra provincia è importante il Ptc” “Provincia 2020? Una grossa operazione di marketing per presentare quello che in realtà è il Ptc, ossia il Piano Territoriale di Coordinamento”. Il consigliere provinciale del Pdl e vice presidente del consiglio provinciale Mattia Tarsi non si è fatto abbagliare dalle luci accese dal presidente Ricci per presentare Provincia 2020 ed analizza con riflessione il progetto. “Il Ptc è uno strumento di pianificazione di durata decennale - spiega Tarsi con il quale la Provincia esercita il proprio ruolo di governo del territorio raccordandosi ed adeguandosi alle politiche territoriali della Regione, coordinando e indirizzando la pianificazione urbanistica a livello comunale e la pianificazione settoriale provinciale. In questo momento storico-economico le linee guida che verranno scritte nel documento del Ptc saranno fondamentali per lo sviluppo e la crescita del nostro territorio per questo il ruolo del Pdl e di tutto il centro destra nelle commissioni e in consiglio provinciale sarà determinante per arrivare ad una condivisione degli obiettivi che superi gli ideologismi della politica e miri solo a costruire il futuro socioeconomico e territoriale del Sistema Provincia”. Tarsi ha le idee chiare sugli obbiettivi da raggiungere:

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da sinistra: Il presidente del consiglio Provinciale Luca Bartolucci, il presidente della Provincia Matte Ricci e il vice presidente del Consiglio Provinciale Mattia Tarsi “L’organizzazione di un sistema infrastrutturale che ottimizzi i flussi di mobilità tra la costa e l’entroterra; la realizzazione di un riequilibrio insediativo con il rafforzamento del carattere policentrico dei sistemi urbani e territoriali attraverso un riconoscimento dei valori storici, culturali e ambientali. Lo sviluppo del turismo che a mio avviso occupa un posto centrale nell’attenzione e nelle strategie del Piano e il pacchetto dell’offerta turistica del nostro territorio deve puntare sempre di più ad integrare la riviera con l’entroterra. Per il settore della sanità e quello dei servizi sociali con il Ptc possiamo garantire alle popolazioni dell’entroterra, il giusto servizio, al

pari di quello offerto agli abitanti della costa. Anche nell’individuazione di un potenziale ospedale unico dovremo tener conto della viabilità che collega con più efficienza l’entroterra con le due grandi città e in questo momento è evidente che è Fano con il collegamento diretto della E45”. Tarsi conclude sottolineando che: “Attraverso la commissione urbanistica dove avviene l’analisi del Ptc cercheremo di analizzare con cura tutte le proposte che perverranno dalla maggioranza e non solo saremo vigili, perché si tratta del futuro dei prossimi 10 anni, ma forniremo proposte costruttive per redigere un Ptc condiviso da tutte le forze politiche”.

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Donazione di sangue da cordone ombelicale: a Fano il trend è in crescita L’ospedale Santa Croce scelto come centro pilota regionale di richieste di donazione che impegna quotidianamente i nostri operatori e che comporta, in aggiunta, molteplici indagini di laboratorio da effettuare preventivamente, anche quando poi emerge che la donazione in sé non può essere portata a compimento”. Le attività inerenti la idoneizzazione delle coppie donatrici vengono svolte individualmente nel rispetto della privacy negli ambulatori di Ostetricia e Ginecologia e nei locali accettazione donatori del Centro Trasfusionale. Le raccolte di SCO si svolgono nella Sala Parto e nella Sala Operatoria di Ostetricia in parti spontanei non operativi che hanno espresso la propria volontà a donare e che sono idonee per la donazione.

La tematica della donazione di sangue da cordone ombelicale ha suscitato negli ultimi anni un interesse sempre crescente, soprattutto in virtù della presenza nello stesso di un particolare tipo di cellule staminali, definite “ematopoietiche”, in grado cioè di generare tutte le linee cellulari del sangue (eritrociti, globuli bianchi e piastrine) ed il suo prelievo si è rivelato assai prezioso nei trapianti per la cura di diverse malattie, quali le leucemie, i linfomi, la talassemia e alcune gravi carenze del sistema immunitario. Per i pazienti che non dispongono di un donatore familiare compatibile, il sangue placentare è oggi utilizzato come sorgente di cellule staminali ematopoietiche in alternativa al midollo osseo, che può essere invece donato dai donatori volontari iscritti nei Registri Internazionali. La Direzione della Zona Territoriale n. 3 di Fano diretta da Aldo Ricci sin dal 2007 ha recepito il protocollo d’intesa con la AUSL di

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Pescara per la raccolta del sangue di cordone ombelicale, dopo essere stata individuata dalla Regione quale centro pilota regionale per la donazione di sangue da cordone ombelicale (SCO). L’attività di prelievo di sangue da cordone ombelicale ha registrato nell’Ospedale “Santa Croce” di Fano, solo nei primi tre mesi del 2007 n. 27 richieste per la donazione, su un totale di n. 285 parti, n. 6 delle quali sono divenute vere e proprie donazioni, mentre i restanti 21 casi sono stati esclusi sulla base di plurimi criteri utilizzati per le singole selezioni. Nell’anno 2008 vi sono state n. 227 richieste di donazione, di cui n. 75 effettuate e n. 152 non eseguite, su un totale di n. 855 parti. L’hanno 2009 ha invece ottenuto n. 132 donazioni su un totale di n. 905 parti.

Per lo svolgimento di tutte le attività di informazione, donazione, raccolta, conservazione e trasporto sono stati elaborati in cooperazione con la Banca SCO della Regione Abruzzo i documenti di sistema, adottati in forma controllata: la documentazione prevede procedure e istruzioni operative e tecniche, protocolli, informative, consenso informato, sistemi di identificazione, registri di carico e scarico, registri donazione, cartella donazione ed altra modulistica di registrazione periodicamente rivisti ed aggiornati”. “Un ringraziamento a tutti gli operatori coinvolti dell’Ospedale Santa Croce conclude la Capalbo- encomiabile l’impegno ed il lavoro quotidiano di tutti i professionisti (ostetriche, infermieri, coordinatore, medici) dell’Unità Operativa di Ostetricia Ginecologia che rendono possibile questo gesto di generosità”.

“Oltre all’evidente riscontro del trend in aumento delle donazioni - dice il direttore sanitario del Santa Croce Maria Capalbo - occorre, analizzando questi numeri, precisare che i criteri di esclusione sono estremamente selettivi, per cui i numeri ottenuti non devono trarre in inganno venendo calcolati come semplici percentuali del totale. Si è infatti, al contrario, assistito, grazie alla campagna di sensibilizzazione effettuata dai professionisti dell’Ospedale di Fano durante la gestione delle gravidanza presso i consultori familiari in occasione dei Corsi pre - parto e nella Unità Operativa di Ostetricia Ginecologia durante i controlli, ad un elevatissimo numero

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Calendario delle manifestazioni della Provincia ecco i nostri consigli… dal 1 al 2 giugno 2010 Cagli Festa del monte Petrano Enogastronomia

dal 5 al 6 giugno 2010 Monte Grimano Terme Sagra dello spignolo Sagre

6 giugno 2010 San Lorenzo in Campo FarroFest Sagre Pesaro La natura in tavola Laboratori

12 giugno 2010 Cagli Piaceri DiVini Sagre, Urbino Palio dei trampoli Rievocazione storica Pesaro Festa del solstizio Mostre

Dal 12 al 13 giugno 2010 Cartoceto Sagra dei vincisgrassi Sagre

13 giugno 2010 Sassocorvaro Passeggiando tra i ricordi Fiere

dal 19 al 20 giugno 2010 Monte Grimano Terme Sagra della lumaca Sagre

dal 26 al 27 giugno 2010 Acqualagna Asini in riserva Sagre

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Monte Porzio Salsiccia n’t canton Sagre

27 giugno 2010 Tavoleto C’era una volta... Teatro Cagli Sagra della Lumaca Sagre

dal 1 al 31 luglio 2010 Monte Porzio Concerto per la vita Concerti

4 luglio 2010 Pesaro Musicae Amoeni Loci All’ombra sacra dell’alta quercia Concerti

8 luglio 2010 Fano Musica in città - Musica in città Concerti

9 luglio 2010 Fano mostra mercato nazionale del libro e stampa antichi Fiere

dal 16 al 18 luglio 2010 Carpegna Festa del prosciutto Sagre

17 luglio 2010 Cartoceto Festa dei piatti tipici Sagre

dal 19 al 28 luglio 2010 Urbino Urbino Musica Antica Concerti

dal 24 al 25 luglio 2010 San Costanzo Sagra polentara Sagre Cantiano Festa della montagna Sagre Frontone A spasso sul gibbo delle aquile Sagre

dal 24 al 31 luglio 2010 Fano Fano Jazz by the sea Concerti

10 luglio 2010 Montelabbate Raduno interregionale di bande musicali Concerti Piobbico DiVino Jazz Festival Concerti

dal 10 al 17 luglio 2010 Fossombrone Coppa Forum Sempronii Sport

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Cristian Andreatini: “E’ la passione la vera Spinta” Il suo ufficio è la spiaggia, il suo lavoro, navigare in internet. Storia del “mago del web” che guadagna divertendosi di Silvia Bonci

Che lavoro facevi prima?

Passione, conoscenze ed un pizzico di fortuna, questi, secondo Cristian Andreatini, esperto di web marketing, gli ingredienti per sfondare grazie ad internet. Andreatini, 28 anni, pesarese è l’autore, insieme ad un socio, di spintacomunicazione.it, un portale Italiano dedicato agli utenti che desiderano leggere notizie e informazioni che provengono direttamente dalle aziende italiane a da altri utenti su vari temi, dall’abbigliamento alla finanza. “Fanno parte del Network spintacomunicazione.it - spiega Cristian12 nuovi blog dedicati alle aziende a gli utenti, che comprendono le categorie: arredamento, abbigliamento, agroalimentare, marketing, cultura e arte, edilizia, economia e finanza, turismo, fitness e benessere, motori, uffici e aziende, meccanica. Oltre al portale ICitta.it dedicato alla comunicazione aziendale grazie alla quale tutte le aziende italiane possono trovare nuovi fornitori e clienti, abbiamo inoltre creato Spinta. it, il portale dedicato al mondo del benessere e alla salute.

Prima di aprire questa società avevo e ho ancora un’altra società che si occupa di impiantistica civile e industriale, un lavoro completamente diverso.

Cristian come nasce l’idea di investire in un settore così immateriale come il web? La mia passione è il mondo della comunicazione a 360°, ed in particolare amo scrivere. Dopo l’incontro con il mio socio, Jonathan, che è un programmatore abbiamo deciso di buttarci in questa nuova avventura, nel web marketing. Inizialmente è partito tutto per scherzo, come quei ragazzi che sognano di sfondare nel mondo della musica e si ritrovano nel proprio scantinato a fare le prove. Pian piano il portale ha preso piede e si è ampliato sempre più, così nel giro di poco tempo il gioco si è fatto un po’ più serio.

Dove lavorate tu e il tuo socio? Avete un ufficio? Si ma lo utilizziamo soltanto d’inverno. D’estate i nostri uffici diventano il parco e la spiaggia. Abbiamo bisogno soltanto di una connessione ad internet e di un computer per poter lavorare e questa è una grande fortuna, soprattutto in estate, periodo in cui preferiamo stare all’aria aperta. Ma è possibile guadagnare grazie al web? Si è possibile ma serve passione, conoscenza ed esperienza. Soprattutto è indispensabile non abbattersi mai di fronte alle difficoltà. La mia storia dimostra che è possibile, io ce l’ho fatta e pensare che prima mi occupavo di impianti elettrici. Nel panorama locale le aziende sono pronte a puntare sul web? La rete è il futuro anzi è il presente ma nella nostra provincia siamo ancora molto indietro perché non c’è la cultura dell’innovazione. Con la crisi, che ha investito un po’ tutti i settori, i primi tagli che sono stati fatti sono stati nel settore della comunicazione. Quando proponiamo pubblicità alle aziende pur essendo completamente gratuita dato che noi guadagniamo con i click fatti grazie ai banner pubblicitari, incontriamo ancora molte resistente negli imprenditori perché non si fidano e temono che da qualche parte si nasconda la “fregatura” ma non è così.

Circolo Tennis Fano aspettando il Torneo Internazionale… Si sta per concludere una stagione ricca di successi

La nostra directory comunque si espande in tutta Europa e abbiamo notato che all’estero sono molto più “avanti” dell’Italia in questo settore. Basti pensare che in Italia esistono ancora diverse aziende che non hanno nemmeno un indirizzo mail. Progetti per il futuro? Vorrei ampliare il mio blog, Illogicoidea.it, nel quale sono contenute poesie, libri, racconti, canzoni, citazioni e aforismi, infatti un’altra delle mie passioni è quella di scrivere canzoni, da lì è nata l’idea. Anche gli utenti possono inviare le proprie poesie, i propri racconti, le proprie massime e io li pubblicherò. Hai realizzato il tuo sogno: quello di lavorare divertendoti. Ma avrai ancora qualche sogno nel cassetto, o no? Si certo. Voglio innanzitutto ingrandire il portale Illogico.it, che considero una “mia creatura”. In realtà più che sulle nuove idee punterò a realizzare e ad ampliare quelle che ho già avuto.

Si sta per concludere la stagione invernale presso i campi del Circolo Tennis Fano, un anno pieno di tornei e manifestazioni ai quali hanno preso parte tanti tennisti fanesi, agonisti e non. E’ in dirittura d’arrivo il Campionato invernale “CT Fano Winter League” riservato ai soci e ai corsisti della Scuola Tennis che ha visto la partecipazione di circa un’ottantina di persone. Notevole successo ha riscontrato inoltre il CT Fano Rodeo Cup, torneo di doppio, maschile e femminile a cinquanta iscritti. Per quanto concerne l’attività agonistica, ottime performance delle ragazze della Scuola Tennis dirette dal maestro Federico Cinotti nel campionato regionale assoluto Trofeo Giuseppucci, conquistando la terza piazza bissata tra l’altro nel campionato regionale di serie C appena conclusosi. Anche in ambito maschile la squadra del CT Fano si è fatta valere mantenendo la permanenza, per il prossimo anno, nel campionato di III categoria. E’ ai nastri di partenza il campionato di serie D con due squadre iscritte: quella dei soci agonisti del CT Fano e quelle dei ragazzi della scuola oltre ai vari campionati nazionali under riservati ai corsisti baby. A fine mese, presso il centro prenderà il via il 54° Torneo Nazionale Open Maschile con 2.000 euro di montepremi dove si incroceranno alcune delle migliori racchette del circuito nazionale di II° categoria. Inoltre nel mese di giugno ci sarà spazio per un pizzico di nostalgia con il torneo che si

giocherà con le racchette di legno chiamato “Come eravamo” e con altri tornei week-end aperti a soci e corsisti, come il Torneo Senior +100. Ma l’evento clou dell’anno è il torneo maschile Future I.T.F, che si svolgerà dal 10 al 17 luglio prossimi, torneo internazionale di tennis dal montepremi importante (15.000 $), a cui va aggiunta la completa ospitalità offerta dal Circolo ai giocatori, al quale parteciperanno oltre a tennisti con classifica A.T.P anche alcune delle migliori promesse del tennis mondiale. Nelle settimane successive al torneo internazionale prenderà il via la seconda edizione del torneo sociale “The Championship”. L’attività della scuola tennis continua ininterrottamente anche dopo la fine dei corsi invernali con due tipologie di proposte: i corsi promozionali di avvicinamento al tennis della durata di due settimane (10 lezioni) al costo di 50 euro, riservati ai bambini e alle bambine dai 5 agli 11 anni e i corsi di perfezionamento della scuola tennis con cadenza mensile. Inoltre promozioni particolari riservate a tutti i soci e coloro che lo vorranno diventare sfruttando l’abbonamento semestrale a partire dal mese di giugno. Per quanto riguarda l’attività giovanile agonistica, dopo diversi anni di assenza sarà riconfermata la data del torneo nazionale giovanile “Memorial O. Tamburini” dal 5 al 12 settembre che bissa quello svoltosi nel mese di marzo scorso che ha visto partecipare circa 200 ragazzi provenienti da tutta Italia.

Premiazioni Torneo Open 2009

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Finalisti Torneo Open 2009

Scuola Tennis C.T. Fano Dir. M° Federico Cinotti Attività estiva: Corsi promozionali dai 5 agli 11 anni (50 euro) • 14 - 25 giugno (1° turno) • 28 - 9 luglio (2° turno) • 19 - 30 luglio (3° turno) Corsi scuola tennis dagli 11 ai 16: • principianti • perfezionamento • agonistica Lezioni per adulti: Info: M° Federico Cinotti cell: +39 338 7678518 Circolo Tennis Fano Info nuovi soci e prenotazioni campi: tel: 0721 863685

Il maestro del Circolo tennis Federico Cinotti

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Voglio una vita… da P.r.

Intervista doppia a Christian Marinelli e Danny Fucili due animatori della movida notturna I loro cellulari squillano continuamente, anche durante l’intervista. Ne possiedono addirittura due a testa, perché la regola numero 1 del loro lavoro è essere semPre reperibili. Fanno parte del “popolo della notte” e raramente vanno a letto Prima delle 5 durante il week-end. Sono semPre super impegnati e vanno di fretta, sono Christian Marinelli e Danny Fucili, due giovani Pr fanesi sullam jkbg cresta dell’onda.Christian ha 29 anni e fa parte del Movida Staff, mentre Danny ne ha 26 e il suo staff si chiama Pr-line. Dal 2005 lavorano insieme ma hanno alle spalle ben 10 anni di esperienza nelle discoteche della Riviera. Entrambi hanno collaborato per il vecchio Peter Pan e la Villa delle Rose, attualmente sono al Nu Echoes Club di Riccione.Inoltre Danny ha lavorato per il Sofia e per il Cocoricò ... mentre Christian per il Pascià e per il Miu J’Adore. Nell’ultimo anno hanno organizzato vari eventi di grande successo come ad esempio le feste al J Lounge e a Regina Beach. I due Pr si mettono a nudo in esclusiva per i lettori e le lettrici di Più in questa intervista doppia. Spiegateci meglio: chi è e cosa fa il Pr? Danny: E’ una persona che mantiene rapporti con più persone possibili e cerca di creare le situazioni giuste per farle divertire. Christian: E’ l’interfaccia tra il locale e i clienti, ed è la persona di riferimento e di fiducia con la quale i clienti stessi si relazionano per poter

organizzare e di conseguenza vivere al meglio le loro serate. Quali sono le caratteristiche che deve avere un bravo Pr? Danny: Il bravo Pr deve avere un grande spirito organizzativo e soprattutto una grande passione per il suo lavoro. Christian: Deve essere una persona che ha voglia di far divertire gli altri e di divertirsi, capace di tenere i rapporti con la gente, ma anche seria e costruttiva in quello che propone. Ma è vero ciò che si dice dei Pr e cioè che sono un po’ come i bagnini, dei gran “cucadores”? Danny: Certamente il lavoro del Pr aiuta a relazionarsi con gente nuova e quindi dà anche l’opportunità di conoscere più ragazze, ha un approccio più facilitato e poi se è un tipo “brillante” ancor di più. Christian: Beh dipende com’è il Pr.. (ride ndr) Quindi deduco che non siete fidanzati. Giusto? Danny: No invece siamo entrambi fidanzatissimi. Christian: Si anche io sono fidanzato da più di un anno. E le fidanzate cosa ne pensano del vostro lavoro? Danny: La mia è molto tranquilla, si fida, sa che è una mia grande passione. Christian: Anche la mia, sono due ragazze alle quali piace divertirsi, sono persone con una mentalità “aperta” e sanno capire la situazione. Tornando alle serate, quali tra le tante che avete organizzato vi ha dato più soddisfazioni? Danny: Alcune delle più riuscite sono state

Da sinistra: Christuian Marinelli, Danny Fucili

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quelle che abbiamo fatto negli ultimi 3 anni in spiaggia al Regina Beach e alle quali hanno partecipato tantissime persone, ma abbiamo fatto anche altre cose. Ci hanno dato grande soddisfazione anche gli eventi di Capodanno e Carnevale al J Lounge, e anche i venerdì invernali, sempre al J, nelle serata chiamata “Thank God it’s Friday”. Christian: Le feste al J Lounge e al Regina Beach indubbiamente, dove eravamo nella duplice veste di Pr ed organizzatori. Infatti spesso contribuiamo all’organizzazione vera e propria delle serate, occupandoci tra le altre cose anche della direzione artistica e della comunicazione. Progetti per il futuro? Danny: Andare a vivere in Brasile. No scherzi a parte, abbiamo lavorato insieme ai gestori del Miu per dare un volto nuovo al locale nella serata del venerdì chiamata “So Chic”. Nella sala grande Proporremo musica house e fashion con alcuni dei più importanti djs a livello nazionale come Holly, Cristian Marchi, Luca Agnelli, Gianluca Motta e altri, mentre il Privé, chiamato Saint-Tropez, sarà ispirato alle atmosfere anni ’60 con musica happy. Christian: Ma questo del venerdì al Miu non è l’unico Progetto. Il lunedì di luglio e agosto saremo all’Echoes per la serata “Magic Monday” durante la quale si alterneranno alcuni dei più grandi djs a livello mondiale: David Guetta, Dennis Ferrer e tanti altri. Per il sabato abbiamo in cantiere altri eventi a Fano ai quali teniamo particolarmente e su cui puntiamo, ma non vogliamo svelare di più per ora. Un consiglio che volete dare ai giovani come voi che vengono alle vostre serate? Danny: Il popolo della notte, diversamente da come spesso viene descritto, è formato soprattutto da tanti ragazzi che vogliono divertirsi in maniera “pulita”, senza eccessi e stando in compagnia. Vorremmo quindi ricordare a tutti di evitare di bere e soprattutto di evitare di mettersi al volante dopo aver bevuto. Christian: Crediamo molto nel divertimento sano e sicuro, e per questo siamo stati i primi ad appoggiare e promuovere il progetto “DiscoBus”, il pullman con il quale tanti ragazzi e ragazze, non solo giovani, vengono accompagnati in tutta sicurezza nelle discoteche. Servono progetti come questo se si vogliono diminuire i rischi sulle strade ed evitare le stragi del sabato sera dovute troppo spesso all’alta velocità, ai colpo di sonno e purtroppo a volte anche all’abuso di alcool.

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Edil Infissi: la qualità prima di tutto

Edil Infissi _ via Canale Albani, 2 _ 61032 Fano (Pu) tel. +39 0721 863966 _ www.edilinfissifano.it La famiglia Edil Infissi da oggi si allarga grazie alla presenza di un nuovo marchio conosciuto ed apprezzato anche al di fuori dei confini italiani. Parliamo di Sciuker azienda dagli “infissi eterni” che può vantare tra i propri clienti personaggi del mondo dello spettacolo e alberghi di lusso come il Boscolo Hotel Exedra di Milano e quello di Nizza solo per fare alcuni esempi. La Edil Infissi aggiunge così un nuovo sigillo di garanzia per la propria clientela. Non che ce ne fosse bisogno, visto che l’azienda fanese da oltre dieci anni è apprezzata per la qualità dei propri infissi, ma aver fatto entrare nello showroom di via Canale Albani 2 un marchio come quello di Sciuker dimostra come gli esperti della Edil Infissi siano sempre alla continua ricerca dei migliori prodotti presenti sul mercato. Insomma, se cercate la qualità, cercate Edil Infissi.

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Extraspa: la vacanza è appena iniziata

sforzo: il tutto accompagnato sempre da personale estremamente qualificato e sempre a disposizione. Bella, accogliente e rilassante la SPA, con l’idromassaggio, il bagno turco ‘con il cielo stellato’, la sauna, soprattutto: un’area aperta, in cui davvero si va per rilassarsi. Andrea e Paolo hanno prodotto un capolavoro, una struttura che è un vanto per la nostra provincia, e credo per tutta la regione. Io vado lì e mi sento davvero come se fossi in vacanza”. “Io ho scelto Extraspa per la piscina e tutta la zona acqua - dice la signora Marisa Morelli, un’altra cliente del centro - Era da tanto tempo che aspettavo una struttura così nella mia città. Sono davvero molto soddisfatta”. Extraspa vi aspetta tutti: la vacanza è appena iniziata.

Sono arrivati in circa 3000 per vedere i suoi segreti, per conoscere i suoi spazi, per continuare a sognare i suoi servizi: il 27 e il 28 marzo Extraspa ha inaugurato, e l’apertura è stata vissuta proprio con le caratteristiche e l’atmosfera di un vero e proprio evento glamour, tale era l’aspettativa. Molte le autorità istituzionali che vi hanno partecipato, riconoscendo in Extraspa una nuova ed esclusiva realtà produttiva del territorio, novità assoluta dal punto di vista tecnico, tecnologico e dell’offerta intergrata di diversi servizi; numerosissimi i partecipanti, tra curiosi, clienti già acquisiti che hanno portato amici e parenti, giornalisti che sono accorsi per osservare la struttura e decantarne le caratteristiche sulla stampa.

da sinistra: Andrea Farabini e Paolo Tofoli al taglio del nastro, il giorno dell’inaugurazione

“Siamo rimasti estremamente sorpresi dal numero di persone che sono arrivate, anche se un po’ ce lo aspettavamo. Adesso è iniziata la parte più frizzante, quello in cui testare quelle che fino a ieri erano solo potenzialità, i veri servizi del centro” dicono Andrea Farabini e Paolo Tofoli, i due artefici di questa realtà, i due che hanno creduto sin dall’inizio in questo grande progetto. Extraspa, ricordiamolo, è un esclusivo wellness club che offre un’ampia gamma di servizi tutti dedicati al benessere e alla bellezza: i grandi spazi, a detta di molti dei suoi clienti, consentono di vivere un’atmosfera del tutto rilassante, lontana dalla frenesia che caratterizza spesso alcuni centri fitness. Le luci soffuse che sono state scelte per l’area benessere aumentano il potenziale già distensivo con il quale tale zona è stata pensata e progettata, garantendo una permanenza caratterizzata dalla più grande distensione. Il centro sta iniziando a fare parecchi proseliti. Molti sono già coloro che avevano sottoscritto gli abbonamenti, e tanti sono arrivati ad usufruire dei servizi del centro. I commenti raccolti parlano di piena soddisfazione per tutti i servizi. Dice il signor Romolo Marconi: “Io ero già cliente Palextra e ho scelto subito Extraspa per i servizi aggiuntivi che mi proponeva. Soprattutto per quello che riguarda la parte del fitness, le macchine che sono messe a mia disposizione sono talmente all’avanguardia che noto il raggiungimento di grandi risultati prefissati con il minimo

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La Provenza sul piatto

Autentiche specialità e ambienti unici. Tutto questo è Cile’s Ristorante & Bistrot di Alessandra Gasparini

“E’ la tua vita che non è adatta a questo posto”. Sono le parole di Fanny (Marion Cotillard) nel film “Un’ottima annata”. La dolce ragazza spiegava così il perché Max Skinner (Russel Crowe), spregiudicato agente finanziario, non riuscisse a godersi la vita nella Provenza. Cenare da “Cile’s Ristorante & Bistrot” è un po’ vivere un momento di relax in Provenza: tende che svolazzano, ambienti freschi, ritmi di vita distesi e sapori genuini. Ed è proprio su quest’immagine di autenticità che Giorgio Ricci, per tutti Cile, dopo tanti anni passati dietro il bancone di un pub, ha deciso di plasmare un nuovo ristorante a pochi passi dal mare. “Io e la mia famiglia - spiega Cile - abbiamo sempre avuto in mente questo leitmotiv di un locale in cui avere una sensazione di libertà e, con l’aiuto di Ilde Minardi Pacifici un’amica ap-

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passionata di arredamenti, abbiamo cercato di ricreare l’atmosfera tipica dell’ambiente provenzale”. Un lavoro minuzioso che ha portato alla creazione di un locale semplice ma dai preziosi particolari. Un connubio perfetto tra cibo e arredamento, attestato dalla citazione nell’importante rivista “Archifood”: “All’interno del locale ci sono pezzi caratteristici - continua Cile - come gli sgabelli fatti con le sedute dei trattori francesi, i tovaglioli di Anghiari, le ‘sedie della nonna’ di Manzano, il tavolo del bar fatto con bancali risistemati e i pezzi di artigianato di Città di Castello. Anche se all’apparenza sembra ci sia stato uno studio preciso, in realtà il risultato finale è dovuto ad un semplice assemblaggio dei vari pezzi acquistati qua e là. Ma Cile’s non è solo questo”. E cosa può essere se non il buon cibo l’altra faccia di Cile’s? “La nostra è una cucina un po’ diversa dal solito - dice Cile -. Le materie prime sono tutte del territorio, le pietanze sono poco grasse e le ricette innovative. Questo è dovuto al fatto che sin dall’ideazione stessa del ristorante io, mia moglie Susy Casini, responsabile della cucina e mia figlia Alessandra, garante della sala, abbiamo potuto contare sulla collaborazio-

ne di Marco Bistarelli, tra i migliori chef d’Italia. E’ stato lui a curare i menù ed è lui che tutt’ora propone le nuove ricette”. Una garanzia di qualità da provare con il piatto tipico di Cile’s, la “carbonara di pesce al nero di seppia” o con il “fritto di paranza in tempura” e il “polpo alla provenzale”. E da accompagnare con vini di blasonate cantine: dalla Barone Pizzini alla Fiorini passando per la Santa Barbara. Specialità che hanno permesso a Cile’s, dopo solo un anno dall’inaugurazione, di essere citato nella guida L’Espresso. “Stiamo facendo passi da gigante - continua Ricci - e con la serata organizzata il 14 maggio, con i nostri piatti tipici accompagnati dalle bollicine Franciacorta, in onore dei due anni di attività, ci siamo regalati un momento di soddisfazione”.

Per informazioni e prenotazioni: Cile’s, Viale Cesare Battisti, 35. Fano (PU) t. 0721.803390 www.ristoranteciles.it

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Quei “mitici” anni ‘60

Una settimana dedicata ad incontri, dibattiti, mostre, cicli di film e concerti di quell’epoca di Silvia Bonci

Gli anni 60 sono il decennio caratterizzato dal più importante rinnovamento generazionale del 900. Gli eventi socio politici e culturali di quegli anni hanno influenzato e modificato profondamente valori, aspirazioni e stile di vita delle future generazioni. Ma gli anni 60 sono stati anche gli anni della contestazione: gli italiani sono scesi nelle piazze per manifestare i loro ideali politici ed esprimere il proprio dissenso. I “mitici” anni 60 torneranno a rivivere a Fano dal 27 al 3 luglio 2010, grazie all’evento organizzato dall’assessorato alla Cultura dal titolo “La lunga estate degli anni 60”. “Sarà una settimana - spiega l’assessore alla Cultura, Franco Mancinelli - dedicata ad incontri, dibattiti, mostre, cicli di film, concerti, una full immersion negli anni 60 dal punto di vista culturale. Non sarà un evento dedicato ai nostalgici ma a coloro che intendono confrontarsi, giovani e meno giovani, con un periodo di ricerca e di rinnovamento che ha contribuito moltissimo ai risultati dei nostri giorni.

stria, Provincia di Pesaro e Urbino e Fondazione sarà organizzato un incontro durante il quale un imprenditore di quegli anni racconterà la sua testimonianza ed un professore di economia dell’università di Urbino farà una relazione sul contesto socio-economico. Prevista anche una giornata “gucciniana”, in omaggio al cantautore Francesco Guccini: “Sarà un momento - spiega Mancinelli - dedicato a Guccini come autore, come poeta. Si analizzeranno i suoi testi in compagnia di letterati e sociologi”. Gli anni 60 infine sono gli anni in cui si afferma la cultura pop e la minigonna, che fa emergere una nuova figura femminile che abbandona gradualmente l’etichetta formale in favore di una maggiore libertà di espressione. Sarà ricordata anche Mary Quant, l’inventrice, nel 1965, della minigonna che lanciò facendola indossare a una parrucchiera di 17 anni, Leslie Hornby detta Twiggy (grissino), antesignana delle odierne top model “pelle e ossa”. “Vorrei che la lunga estate degli anni ’60 - afferma Mancinelli - fosse un evento sentito dalla città. Auspico la collaborazione di tutte le associazioni e degli esercizi commerciali. L’evento infatti sarà dislocato in tutta la città dal centro storico al mare e sarà composto di 2 momenti distinti: il pomeriggio con conferenze e dibattiti e la sera con momenti musicali”.

E’ un bagno di fiducia, di attesa positiva, di sogno e di utopia nel mare generoso e avventuroso degli anni 60”. Il 1960 è l’anno de “La dolce vita” di Federico Fellini, uno dei film più famosi della storia del cinema, un film accolto con le critiche di parte del pubblico, critica e clero per la sua potente forza innovativa. Ospite a Fano sarà proprio una delle protagoniste femminili del film: Valeria Ciangottini che debuttò all’età di sedici anni nel ruolo dell’adolescente Paola. Quest’anno tra l’altro ricorre l’anniversario dei 50 anni dall’uscita nelle sale del capolavoro felliniano. Prevista anche una giornata dedicata all’industria degli anni ’60, anni, che contrariamente ad oggi, furono anni caratterizzati dal boom economico. Grazie alla collaborazione tra Confindu-

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Respect for Jamaica I Pal, una vita tra le Montagne Blu Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi. Marcel Proust di Silvia Bonci E’ con queste parole in testa e con l’amore per la musica reggae nel cuore che il marzo scorso sono partita alla volta della Jamaica, una terra mitizzata e associata a troppi luoghi comuni. La Jamaica non è solo la terra che diede i natali a Robert Nesta Marley il 6 febbraio 1945 seppur sia ormai inscindibile da quello che i giamaicani chiamano “Mister Music”, il Signor Musica. La Jamaica non è solo la terra della marijuana, anzi la detenzione di marijuana è punita con pene molto severe e spesso a farne le spese sono proprio gli ignari turisti. La marijuana per i rastafariani, (una delle fedi religiose professate) si chiama Ganja e viene usata come erba medicinale, ma anche come erba meditativa, apportatrice di saggezza, ausilio alla preghiera. La mia Jamaica si chiama Thudy, Dolly, Tony, Steve, Jah B e I Pal. Questi sono i nomi delle persone che ho incontrato durante il mio viaggio, persone molto diverse tra loro ma con in comune gli stessi occhi neri e vispi e soprattutto la stessa voglia di non arrendersi. Respect

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è la parola che ho sentito più spesso durante le 2 settimane di permanenza in questa paradisiaca isola caraibica. Respect che in inglese significa rispetto, è uno dei saluti rastafariani più utilizzati accompagnato al pugno chiuso che viene battuto contro quello della persona con la quale ci si scambia il saluto e riassume molto bene la cultura giamaicana fondata sul rispetto per se stessi, per gli altri e per la natura. Per motivi di spazio e per non annoiarvi non vi racconterò la Jamaica attraverso le tappe del mio viaggio che è stato un vero e proprio viaggio “on the road” in quanto io e gli altri 3 miei compagni di avventura siamo partiti dall’Italia, precisamente da Bologna e siamo atterrati circa 12 ore dopo a Montego Bay con un’unica certezza: il Suzuki Vitara prenotato on line. Fuoristrada che sarebbe ben presto diventato il fedele compagno del nostro giro lungo tutta l’isola: da Montego Bay a Negril in senso orario (passando per Ocho Rios, Nine Miles, Kingstone, le Blue Mountains ed infine Negril), ma vi racconterò la Jamaica attraverso le storia di uno di coloro che la vivono tutti i giorni: I Pal. I Pal fa parte della comunità di Bobo Dread che gestiscono la guest house in cui abbiamo alloggiato durante la tappa nelle Blue Mountains, il Jah B Place. I Bobo Dread sono i rastafariani seguaci di Prince Emmanuel Edwards e sono spesso considerati i più spirituali ed i più estremisti tra i rastafariani, in quanto non disposti a nessun tipo di negoziato con “l’uomo bianco” sul piano sociale né tantomeno su quello politico. Anche diversi leggendari artisti del panorama reggae sono seguaci della fede Bobo Dread: Junior Reid, Sizzla, Capleton, Anthony B e queste insieme all’aura di mistero che da sempre circonda i Bobo Dread sono state le motivazioni che ci hanno fatto decidere di alloggiare nella comune. I Pal, è il figlio di Jah B (Jah significa Dio), l’ideatore nonché proprietario della Guest House, un rifugio sperduto in mezzo alle Montagne Blu, la parte meno turistica e conosciuta dell’isola, così chiamate per il colore che assumono quando sono avvolte dalla nebbia, quasi come se fossero sospese tra le nuvole. Scarpate e dirupi hanno messo a dura prova il nostro fidato fuoristrada che tuttavia non ci ha abbandonato nemmeno quando si è trattato di attraversare un fiumiciattolo. A farci strada fino alla fatiscente Guest House di Penlyne Castle, che è il punto di

partenza per l’escursione sulla vetta delle Blue Mountains, I Pal e il suo pick up scassato. Per strada, gli abitanti dei paesi delle montagne in cui si coltiva uno dei caffè più pregiati al mondo, il Blue Mountains Coffee, che “scroccavano” un passaggio. I Pal li faceva salire, alle volte si fermava e altre volte al volo. Non è facile la vita di I Pal che, ha 26 anni e come tutti i Bobo Dread indossa sempre un turbante sotto il quale si celano i dreads, la tipica acconciatura Rasta. Durante il giorno trasporta i turisti nella Guest House e questo gli piace perché conosce persone di tutte le nazionalità. Ama la sua terra ma sogna di andare all’estero un giorno, di visitare altri luoghi. Vorrebbe fare come un suo amico che è andato a sciare in Polonia. Intanto esce con gli amici, ascolta reggae che è il suo, come il mio, genere musicale preferito e lavora, dice di lavorare tanto e di essere molto stanco. Va a letto tardi ma si sveglia alle 2 per accompagnare i turisti (come noi) a vedere l’alba sulle Blue Mountains. Prega Dio ogni giorno ed è felice. La sua è una vita completamente diversa dalla mia anche se siamo coetanei, ma, abbiamo tante cose in comune, anzi a pensarci bene ho molte più cose in comune con lui che con tanti miei coetanei italiani, forse per questo siamo diventati ben presto amici, aldilà delle differenze di religione, di razza, di genere, aldilà di qualsiasi differenza.

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Per fare lo sceneggiatore ha attraversato il ponte di Brooklyn Fabio Roberti vive a New York oramai da un paio di anni e racconta la sua esperienza di vita ad internet, ho la possibilità costante di mantenere rapporti e contatti verso qualsiasi parte del mondo.

di Corrado Moscelli

Si è laureato in Scienze della Comunicazione a Perugia poi, dopo circa due anni come autore tv per alcuni programmi Rai, è partito per New York dove si è diplomato in sceneggiatura alla New York Film Academy. A giugno 2009 è tornato in Europa, a Roma, dove ha prima lavorato con la vecchia produzione per 3 programmi Rai, poi in Spagna dove ha realizzato un documentario sugli artisti di strada. Da settembre ad oggi, sempre con un visto da studente che gli consente però di lavorare legalmente negli USA, si è alternato nella produzione di due lungometraggi indipendenti ed un video per uno dei più famosi artisti israeliani a livello internazionale. Fabio Roberti al momento sta scrivendo un film, un thriller, per una produzione di Los Angeles, gli abbiamo chiesto che aria si respira a New York e più precisamente a Brooklyn dove vive. Perché per lavorare nel suo settore si è costretti ad uscire dai confini nazionali? Perché purtroppo in Italia oggi il sistema politico economico continua a tagliare i fondi per lo spettacolo riducendo al minimo, se non cancellando drasticamente, la possibilità di crescita e sviluppo di realtà artistiche indipendenti. Le nostre “grandi” produzioni, a parte uno o due casi, non hanno la forza o la voglia il più delle volte, di rischiare in progetti artistici innovativi o comunque diversi, da quelli che portano un guadagno assicurato. Per questo le produzioni Italiane più costanti sono dai tardi ’80 ad oggi i vari cinepanettoni o commedie demenziali, oppure le commedie romantiche o i drammi esistenziali, che guarda caso sono sempre più simili ai concept delle telenovelas. Concordo con la linea di pensiero per cui sia la televisione a fare lo spettatore. E se la politica Italiana usa la televisione per creare il suo popolo di seguaci, creando per questi una nuova debolissima cultura facile da manipolare, le altre arti e forme di comunicazione perdono di interesse e forza. Oggi

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Dicono che Brooklyn sia il quartiere più italiano. E’ solo una questione economica, nel senso che gli affitti costano meno che in altre zone? Gli Italiani oggi a New York sono sparsi tra il più interno Brooklyn, il Queens e buona parte nel New Jersey. E` vero, la questione economica è molto rilevante in questo. Rispetto a Manhattan e Williamsburg, la parte più ad ovest di Brooklyn in cui la comunità più presente è quella ebraica, i prezzi degli affitti sono molto più abbordabili. Ma ci sono anche motivi storici, come per esempio la comunità Italiana a Bay Ridge, Brooklyn. Una delle prime a costituirsi in quanto più vicina all’antico scalo migratorio della città. E` un peccato vedere ora la leggendaria Little Italy ridotta ad un paio di strade, inghiottita dall’espansione di Chinatown, anche se il fascino di quelle vie e delle insegne dei negozi, una volta di proprietà di veri Italiani, resta per lo più intatto.

non è solo una questione di soldi in Italia, ma una questione culturale. Ed è molto peggio. L’America, in questo senso, è il posto migliore o ci sono paesi che offrono di più? Rispetto all’Italia sono tantissimi i paesi che offrono di più. In Europa per esempio, paesi come Spagna, Germania, Inghilterra e Francia, hanno sistemi di finanziamento e programmi specifici non solo per l’industria cinematografica, ma per la cultura in senso generico, che sono dieci, cento volte più efficaci dei nostri. Ma anche in India, Giappone, la stessa Cina, la Korea del Sud, alcuni paesi del Sud America e del Medio Oriente. Ovviamente l’America è un po’ il sogno di tutti coloro che vorrebbero fare cinema. Sicuramente è uno dei posti migliori dove imparare. Non deve essere stato semplice salutare i propri affetti e andare all’estero a cercare “fortuna”? Non e` mai semplice prendere decisioni del genere. Ma io mi ritengo fortunato da questo punto di vista. I miei genitori mi sostengono e spingono da sempre nella ricerca della realizzazione dei miei sogni, sono loro che mi hanno aiutato e convinto a cogliere al volo l’occasione quando si è presentata nel 2008 la possibilità di trasferirmi a New York. I miei amici poi sono persone speciali per le quali non contano tempi o distanze. In più, oggi, grazie

A New York esiste la meritocrazia come traspare dalla Tv? Se sei bravo, vieni premiato. In più qui è molto sentito il meccanismo della referenza, ovvero, se hai lavorato bene in un precedente lavoro, il tuo ex datore, lo farà presente con una lettera per futuri colloqui o assunzioni. La cosa che mi ha piacevolmente stupito, almeno nel mio ambito lavorativo, è stato il notare come chi lavora insieme a te, non cerca di farti le scarpe o di farti apparire in cattiva luce agli occhi di un “superiore” per apparire meglio di te. Come vengono visti gli italiani a New York? Nel senso comune siamo visti positivamente, sempre come una di quelle onde migratorie che ha contribuito allo sviluppo della City. Poi, ognuno ha il suo modo di descriverci. Ci sono un paio di frasi che mi hanno colpito, dettemi da due persone diverse in diversi momenti. La prima, da un ragazzo della California, quando presentandomi gli dissi che ero uno sceneggiatore mi ha sorriso dicendomi che era bene, in quanto, se l’italiano è un artista è a posto, se invece si presenta come businessman, allora ci sono molte probabilità che abbia a che fare con la mafia. La seconda me l’ha detta un mio amico Afro Americano una sera in un pub di Manhattan: prendi due uomini al bancone di un pub che si scolano dieci birre e poi cominciano a discutere, se finiscono per prendersi a cazzotti, allora sono due Irlandesi; prendi altri due uomini allo stesso bancone, che si scolano sempre dieci birre e cominciano a discutere, se finiscono abbracciati e cantando, allora sono Italiani.

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Se Fido va in pensione

Le strutture dove lasciare i propri amici a quattro zampe durante le vacanze estive di Silvia Bonci

Avete deciso di andare in vacanza in qualche lontana località esotica e il vostro amico a quattro zampe non può proprio partire con voi, né avete qualcuno che possa prendersi cura di lui in vostra assenza? Niente paura potete affidare i vostri animali domestici, cani o gatti, ad una pensione per animali. Nella nostra provincia ne esistono due: il Canile Stella Polare di Mondavio e l’Allevamento Del Biagio di Metaurilia, entrambe le strutture accolgono sia cani che gatti e sono regolarmente autorizzate. “Tengo a precisare che la nostra è una struttura regolarmente autorizzata - afferma la proprietaria del Canile Stella Polare, Angela Di Stefano - perché purtroppo esistono molte strutture che non lo sono ed è bene diffidare da queste. Nella nostra pensione accogliamo sia cani di piccola che di grande taglia, di qualsiasi razza e di qualsiasi dimensione e lo stesso vale per i gatti, abbiamo una capienza di circa 40 posti tra cani e gatti. Quando accogliamo gli animali ci assicuriamo che sia stato somministrato loro un antiparassitario, poi chiediamo che abbiano il microchip e il libretto sanitario”. Ma quanto costa lasciare i nostri amici con la coda nella pensione Stella polare? “Contano le dimensioni dell’animale - afferma Di Stefano ma comunque il prezzo va dai 15 ai 17 euro per i cani e 7 euro per i gatti e vi è compreso vitto e alloggio. Siamo in grado di rispondere a tutte le esigenze degli animali che ci vengono lasciati in consegna, ad esempio se un cane ha problemi alimentari lo nutriamo con il cibo che ci viene indicato dal padrone. Sia i cani che i gatti vengono tenuti in spazi molto larghi: ogni gabbietta misura 3x4 ed è alta fino a 3 metri ed al suo interno c’è anche un area relax comodissima. Inoltre abbiamo uno ‘sgambatoio’ nel quale lasciamo i cani all’aria aperta. Solo su richiesta del padrone lasciamo i cani in compagnia di altri cani. La nostra priorità è la sicurezza dell’animale, infatti abbiamo anche un veterinario di nostra fiducia reperibile 24 ore su 24 in caso di emergenze. Ho una grande esperienza con gli animali domestici ed in particolare con i cani perché nella struttura abbiamo anche un allevamento di schipperkee, l’unico presente in Italia”. Anche all’Allevamento Del Biagio di Metaurilia si alleva-

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no cani ed in particolare Alaskan Malamut e Shibe: “Qui da noi i cani stanno molto bene - afferma Giuseppe Biagiotti, il proprietario - abbiamo un prato verde ombreggiato nel quale vengono lasciati liberi di correre e giocare. Inoltre abbiamo delle persone che li portano a spasso. Le gabbie in cui li custodiamo sono molto grandi, di dimensioni 5x2 e al loro interno c’è la ‘sala pranzo’ con le ciotole e la ‘camera’ in cui l’animale si può riposare. Per le emergenze di carattere sanitario abbiamo la clinica Santa Teresa sempre a nostra disposizione. Il costo giornaliero è di 15 euro per cani di tutte le dimensioni, ospitiamo anche qualche gatto ed in quel caso il prezzo è ridotto. Al momento della consegna, l’animale - conclude Biagiotti - deve essere provvisto di micro chip, quindi iscritto all’anagrafe canina e il proprie-

tario deve portare il libretto sanitario in cui si attestano le vaccinazioni ed eventuali disturbi particolari”. La cosa migliore per i proprietari di animali domestici che decidono di lasciarli in una pensione è comunque, quella di effettuare un sopraluogo nella struttura prima di consegnare il proprio amico a quattro zampe per assicurarsi delle condizioni igienico sanitari e per conoscere coloro che si occuperanno dell’animale. Se invece avete deciso di portare il vostro migliore amico con voi può esservi utile un’occhiata al sito www.vacanzebestiali.org, nel quale si possono trovare utili consigli per viaggiare con cani e gatti in tutta sicurezza e per trovare la destinazione più adatta alle proprie esigenze.

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Stessa spiaggia, stesso mare… stessi prezzi! Poche le novità per l’estate 2010 ma una buona notizia c’è e arriva da Fano di Alessandra Gasparini

Anche la crisi ha i suoi vantaggi. Soprattutto se si sta per confermare il solito posto al sole nel litorale della provincia. Se non si considerano variazioni minime di 5 - 10 euro sulla prenotazione di un ombrellone e lettino stagionale, si può dire che i prezzi siano gli stessi da qualche anno, soprattutto a Fano mentre nella vicina Pesaro ci sono stati alcuni ritocchi alle tariffe. Nella Città della Fortuna nessun cambiamento ai Bagni 5, assicura Luciano Rotella: “Abbiamo lasciato i prezzi invariati: 5 euro sia per l’ombrellone, sia per il lettino giornaliero. Ci sembrava giusto non aumentarli in questo periodo di difficoltà”. Anche Matteo Cecconi della spiaggia Lido Due conferma: “I nostri prezzi sono invariati dal 2007 e, anche se ancora dobbiamo partire con la stagione, le prenota-

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zioni stanno seguendo il trend positivo degli scorsi anni forse anche per questo motivo”. “Sono ancora pochi i clienti che sono venuti a confermarci ombrelloni e lettini - dice Gabriele Barbini, dei Bagni Gabriele, a Sassonia - ma i nostri clienti troveranno comunque i prezzi che proponiamo dal 2008”. “Abbiamo mantenuto i servizi del 2009 - conferma Enrico Cinotti, dei Bagni Arzilla - tutti molto apprezzati a partire dai maxi-lettini, fino ai gazebo, dalle iniziative sportive alle sfide amatoriali. I nostri prezzi sono leggermente aumentati di circa 5 euro al mese per i servizi stagionali, un piccolo rialzo per adeguarci ai costi delle altre strutture ma la clientela non ne ha risentito: abbiamo ricevuto tante richieste di prenotazione”. Prezzi bloccati anche ai Bagni Carlo di Sassonia che, oltre a sfruttare il prezzo fisso per accaparrarsi le simpatie dei clienti, punteranno per quest’estate, su una novità molto particolare: “A luglio, per 25 giorni, porteremo in spiaggia il ‘biliardino vivente’ - dice Matteo Renzi, gestore. Si tratta di un contenitore di gomma dentro il quale i clienti potranno giocare sostituendosi ai giocatori del classico biliardino. Per il resto dell’estate abbiamo altre proposte ma, prima di realizzarle, vogliamo aspettare il calendario delle manifestazioni del Comune e,

in base a quello, studiare gli eventi”. Se non vi accontentate di stare sdraiati sotto il sole ma volete cimentarvi in qualcosa di nuovo potete andare ai Bagni Torrette di Marco Mandolini: “Quest’anno abbiamo rinnovato il parco giochi per i più piccoli, abbiamo attivato la linea wireless e rinnovato il nostro sito internet. Per gli eventi aspettiamo ancora un po’ ma di certo riproporremo la ‘Notte dei Cesari’. In molti hanno scelto di spostarsi da Fano a Torrette sia per le novità proposte dall’anno scorso, sia grazie ai prezzi, fissi da tre anni”. A riassumere l’andamento generale delle spiagge fanesi è Andrea Giuliani, responsabile Confartigianato Fano: “I gestori non sembrano vogliono aumentare le cifre per cui in generale ci saranno gli stessi importi dell’anno scorso. Queste le tariffe, che variano a seconda dell’area di Fano: a Sassonia un ombrellone e un lettino giornaliero costano 13 euro, in zona Lido e a Torrette costano 12 euro, a Fosso Sejore e in zona Arzilla 11. Per i costi stagionali prevediamo, per un ombrellone e un lettino, 450 euro al Lido, 360 a Sassonia, 360 all’Arzilla, 350 a Fosso Sejore e 255 a Torrette”. A Pesaro i prezzi sono in leggero rialzo come spiega Gianni Angeloni, dei Bagni Bibi: “Se si esclude la zona dei campeggi, Sottomonte è la parte meno cara della costa pesarese. Si parla di 220 - 250 euro per l’ombrellone e di 140 - 150 euro per il lettino stagionale. In media i gestori hanno aumentato di 5 - 10 euro questi ultimi costi, rispetto al 2009. Ma non tutti hanno fatto tale scelta. Per esempio, da noi, ci sarà un aumento di 10 euro solo per quanto riguarda il prezzo dell’ombrellone”. Paolo Sorace, dei Bagni Arcobaleno e presidente del Consorzio bagnini di Ponente di Pesaro parla di aumenti che oscillano dai 5 ai 30 euro per le strutture stagionali: “Chi ha l’ombrellone in seconda o terza fila avrà un aumento di soli 5 euro, mentre per chi vuole il posto in prima fila ci sono incrementi dai 20 ai 30 euro. Le tariffe sono ferme ormai da diversi anni quindi, più che altro, ci siamo adattati alle altre spiagge”.

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Sarà un’estate molto “cool” Anche sotto l’ombrellone la moda ha le sue regole da rispettare di Mariolina Palazzi

Dopo lunghi mesi di “ibernazione” finalmente è arrivata la tanto attesa bella stagione: il sole, il mare, le feste in spiaggia. Sì care lettrici, è giunta l’ora di pensare al nostro look per questa estate e perché no preparare la valigia per il luogo scelto per le nostre vacanze. Quest’anno non riuscirete a partire? Nessun problema. Abbiamo la fortuna di avere la spiaggia a due passi ed anche se non è di sabbia bianca e mare cristallino ecco alcuni consigli per essere al top comunque! Pronte a trascorrere un’estate very cool? Ma certo,in fondo basta il costume. Che sia intero o due pezzi fa lo stesso, l’importante è scegliere il modello adatto a noi. Ce ne sono davvero per tutti i gusti. Sei un’amante del vintage? Entra in scena il bikini retrò con pois extra large, righe bianche e blu stile mari-

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naio: reggiseno a fascia e culotte a vita alta, oppure costume intero non sgambato, all’americana,bustier o classico. Per completare il tuo look consiglio una borsa mare in spugna con catena dorata, un cappello a falda larga e un paio di occhiali oversize con lenti sfumate. Nei piedi un bel paio di zoccoli in legno con fasce in suede o una zeppa di sughero ancor meglio con plateau di corda. Adori il colore e le fantasie? Stampe a fiori che sembrano dipinti a mano per il bikini a triangolo. I fiori si fanno ancora più piccoli diventando semplici margherite per il due pezzi con decori di anelli sul reggiseno e sullo slip. La stampa militare viene reinterpretata con variazioni di colore e profili a contrasto. I toni si accendono di nuance fluorescenti. Perché non abbinarci delle bag in plastica trasparente e un bel paio di infradito ultra piatti in gomma colorata perfetti per la spiaggia. Vorresti trascorrere le tue vacanze a Saint-Tropez? Il look ideale potrebbe essere un fantastico costume intero color sabbia con stampa animalier e decori di perline oppure un due pezzi con laccetti in corda o pelle intrecciati. Parola d’ordine nell’accessorio la paglia che vince su cappelli e borse da portare con il costume e i sandali in nuance. Il cappello ampio è lavorato a intrecci bicolore o adornato con nastri in cotone colorato; la borsa da spiaggia ultracapiente

ha manici di cuoio a contrasto e piccoli dettagli in metallo. Silhouette essenziale per i sandali piatti in camoscio con maxi cinturino alla caviglia e infradito decorati da pietre multicolor resine e dettagli metallici. Che ne dite di un ampio camicione in mussola di cotone stretto in vita da un cintura di cuoio intrecciato da poter indossare sempre in spiaggia e perfetto al tramonto per l’aperitivo in piscina; rendiamolo unico con una bella collana di boules bijoux o un collier etno di madreperla o magari diversi bracciali in pelle, legno o resina. Anche d’estate siete delle dark ladies? Non vi preoccupate il nero non ci abbandonerà mai neppure con l’arrivo della bella stagione. Ha un aspetto rock il beach wear: aderente, borchiato, con tagli strategici. Il reggiseno a triangolo si riempie di cerniere, il due pezzi a fascia di maxipaillettes. Il costume intero ha uno scollo profondo e arricciature sui fianchi e in vita una fascia borchiata, oppure un oblò in metallo davanti e un ampia scollatura sulla parte dietro, modelli che aiutano a sottolineare una silouettes perfetta con dettagli raffinati e ultrachic da portare con maxi occhiali da star rigorosamente neri che non passano inosservati e creano un po’ di mistero dietro lenti scure o sfumate. E allora inizia il countdown per la prova costume… avete scelto il vostro look per l’estate 2010?... e allora...buon shopping a tutte!!

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Centrale fotografia 2010

Una tre giorni dedicata all’immagine fotografica e video e agli “impulsi” che hanno maggiormente caratterizzato la scena contemporanea Dal 4 al 6 giugno 2010 il Caffè Centrale, in pieno centro storico a Fano, sarà animato dalla seconda edizione della rassegna annuale “Centrale Fotografia”. Tre giorni dedicati all’immagine fotografica e video e agli “impulsi” che maggiormente hanno caratterizzato la scena contemporanea. Mediante tre conferenze del critico d’arte Luca Panaro, docente al biennio specialistico in Fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera che cura la rassegna insieme a Marcello Sparaventi, verranno trattati gli aspetti più salienti dell’arte contemporanea, prendendo in considerazione una rosa di autori italiani e internazionali che maggiormente hanno utilizzato il mezzo fotografico e video sfruttandone le effettive potenzialità. Ospiti

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d’onore di “Centrale Fotografia 2010” due importanti autori contemporanei: Franco Vaccari e Olivo Barbieri, che si racconteranno al pubblico offrendo una rassegna completa della loro produzione fotografica e video. Franco Vaccari (1936) esordisce in campo artistico come poeta visivo, il tema della traccia e il mezzo fotografico sono due costanti che attraversano tutto il suo lavoro. Sin dall’inizio Vaccari non usa la fotografia per produrre immagini mimetiche, analogiche, ma come impronta di una presenza. Emblematica rimane la sua partecipazione alla Biennale del 1972 con l’esposizione in tempo reale nr.4, Lascia una traccia fotografica del tuo passaggio. Olivo Barbieri (1954) inizia la sua carriera artistica concentrando la ricerca sull’illuminazione artificiale nella città europea e orientale. Dalla metà degli anni novanta adotta una nuova tecnica fotografica, che gli permette di mantenere a fuoco solo alcuni punti dell’immagine: i pae-

saggi rappresentati, spesso dall’elicottero, appaiono così come dei plastici, delle sorprendenti e stranianti visioni. Durante “Centrale Fotografia 2010” sono previsti alcuni eventi collaterali. Sabato e domenica mattina l’appuntamento con le FotoLetture, un momento di approfondimento sui testi più significativi della storia della fotografia, in collaborazione con “Obiettivolibri” di Milano. Una mostra personale dell’artista Silvia Camporesi offrirà l’occasione per ammirare le sue opere fotografiche più recenti ispirate ai Quaderni di Simone Weil. Mentre le attività commerciali del centro storico di Fano saranno coinvolte dalla rassegna Fotoingiro, che proporrà un’interessante ricognizione di fotografie realizzate da giovani artisti italiani.

Per informazioni: www.centralefotografia.com

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“Canto l’amore e… me ne vanto” Intervista a Cristian Mattioli voce del gruppo “Officina della Musica”

di Silvia Bonci

Officina secondo il significato letterale del termine è un locale per la lavorazione artigianale ma anche un ambiente in cui si producono idee. Ed è per questo che “Officina della Musica” è un nome tutt’altro che casuale per il gruppo composto da tre fanesi: Cristian Mattioli, Peter e Jacopo Barattini. Un gruppo si ma anche un progetto musicale aperto a molteplici contributi e influenze che, nel marzo di quest’anno ha presentato il primo cd, completamente autoprodotto dal titolo “Il Parco degli Gnomi”. La band nasce nel 2007, anno in cui partecipò per la prima volta a “Musicando” ed è composta da musicisti con alle spalle una carriera decennale maturata facendo pianobar in giro per i locali, i quali stanchi di dover suonare sempre ciò che “voleva la gente” hanno dato vita ad un gruppo che si ispira alla tradizionale linea melodica italiana, ad artisti quali Gino Paoli, Riccardo Fogli, ai Pooh e nel quale vige la più totale libertà di espressione: “Siamo aperti ai contributi esterni- afferma Cristian Mattioli- vogliamo permettere di esprimersi

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anche ad altri musicisti. Il nostro è un gruppo aperto, che muta continuamente. Io, Peter e Jacopo siamo gli elementi fissi: io sono la voce, Jacopo alla batteria e alle percussioni, mentre Peter è il compositore del gruppo, l’autore della musica e delle parole dei nostri brani e suona il pianoforte, ma accogliamo volentieri anche altri musicisti che, come noi, hanno qualcosa da esprimere ”. Infatti durante quella che possiamo definire la tournee di presentazione de “Il Parco degli Gnomi” sono diversi i musicisti che hanno accompagnato e accompagneranno Cristian, Peter e Jacopo in questa nuova avventura. “Ci sono diversi musicisti talentuosi che sanno suonare molto bene, hanno voglia di farlo ma non sanno con chi. Noi siamo disponibili ad accoglierli, naturalmente prima chiediamo di sentire come suonano e poi facciamo sentire le nostre canzoni, quelle che poi saranno fatte durante il live, ma se un musicista vuole esprimersi ad esempio con qualche accordo particolare, cerchiamo di accontentarlo perché sappiamo bene cosa significhi sentirsi ‘ingabbiati’, essere costretti a fare sempre le solite canzoni solo perché sono quelle che piacciono alla gente”. Ed anche per l’incisione del cd i componenti di “Officina della Musica” si sono avvalsi della collaborazione di altri musicisti noti: Daniele Ferri, Giuseppe Pierotti, Claudio Morosi, Filippo Montesi, Francesco Montesi,

Caterina Di Placido. In questo momento la band è impegnata nella presentazione del libro “Sirenza senza coda” scritto da Giancarlo Trapanese e da Cristina Tonelli, una ragazza fanese diversamente abile: “E’ nato tutto per caso - afferma Cristian Mattioli - ora accompagniamo Trapanese e Cristina in tutta Italia per presentare questo commovente libro che narra la storia di una ragazza diversamente abile che, proprio come le sue compagne si arrabbia, gioisce, si innamora. Peter Barattini ha composto una bellissima canzone dedicata proprio a Cristina”. Ascoltando il cd si evince una predilezione per i temi amorosi, il romanticismo: “Sappiamo - riprende Cristian - che ormai i giovani amano altri tipi di musica e proprio per questo pensiamo che il nostro sia un genere di nicchia ma non importa, continueremo a cantare i sentimenti, l’amore, anche perché le 150 persone che sono state presenti, nonostante il freddo e la pioggia, alla presentazione del nostro cd ci hanno ripagato da ogni fatica, ci hanno fatto capire che la nostra musica ‘arriva’ al cuore delle persone”. Il cd è in vendita al costo di 10 euro al Ristorante Barone Rosso, alla tabaccheria di Viale Primo Maggio “La Corriera”, nell’edicola di Fenile, al bar “Il Centauro” di Gimarra e all’Agip Centrale. Chi volesse contattare il gruppo può farlo attraverso facebook.

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Scoprire la musica, scoprire se stessi: la storia di Athebustop Claudio Donzelli, da Pesaro a Stoccolma passando per l’Heineken Jammin Festival di Alessandra Gasparini

Ora si sente libero. Libero di suonare la sua musica, libero di scegliere con chi farlo, libero di poter dire no ai compromessi e libero di guardare in faccia chi lo sta ascoltando. Il pesarese Claudio Donzelli, alias Athebustop - una T e una S, si raccomanda! - cresciuto a pane e musica, è arrivato ad un punto di svolta della sua carriera. Dopo che il gruppo degli esordi, i Mondayontv, con cui ha inciso un disco e fatto un tour, si è sciolto, Claudio-Athebustop ha intrapreso un percorso musicale e di vita, che lo ha portato su palchi di tutta Europa. Cantautore dalla voce calda e timida, chitarrista e compositore, Claudio ha iniziato la sua storia d’amore con la musica sin da piccolo: “Ho sempre avuto un’attrazione fortissima per ‘lei’. Dai 6 ai 16 anni ho imparato a suonare il pianoforte con delle lezioni private poi, con l’adolescenza e la ribellione tipica dell’età, ho deciso di passare alla chitarra, prima acustica e poi elettrica”. La svolta musicale, racconta sia arrivata con un cd: “Un mio amico mi diede l’ultimo album dei Radiohead. Mi si aprì davanti agli occhi un nuovo mondo dove la melodia era la parte preponderante di ogni canzone tanto da costringere la voce a diventare a suo volta strumento musicale”. Un salto di qualità che gli ha garantito la vittoria del Trofeo Bar Wolf di Bologna, successo che lo ha fatto salire nel

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2006 sui palchi prestigiosi dell’Heineken Jammin Festival di Imola e del Neapolis Festival di Napoli e a registrare un album nel prestigioso studio di registrazione Jungle Sound Station di Milano. “Ho spedito per curiosità diverse domande di partecipazione che poi sono state accettate. E’ stato strano passare dai piccoli locali alla struttura dei grandi concerti con fonici professionisti. E poi, salire su un palco davanti a migliaia di persone è indescrivibile. Ho cercato di incanalare tutta la tensione per suonare al meglio e per godere appieno del momento”. Le influenze anglosassoni e americane unite da note malinconiche sono tra le caratteristiche fondanti delle canzoni che compongono l’ultimo Ep di Athebustop: da “Little House” a “The Plan” da “Here And Now”, a “Peter Pan (Goodnight version)” fino a “A Wish”. “Scrivo testi sempre in inglese - spiega Claudio - è come se l’italiano banalizzasse al mio orecchio i testi”. Partito da questo presupposto Athebustop ha poi trovato ulteriori conferme per la sua scelta quando ha deciso di portare la sua musica all’estero, collaborando con Matteo Gamberini, nel 2007, al tour “All By Myself”: un gemellaggio musicale europeo. “E’ iniziato tutto da Myspace, il social network tramite cui Matteo mi ha contattato. E’ stato un momento di crescita - dice Claudio perché suonare in paesi dove la gente comprende le parole delle canzoni ti spinge a pesarle ancor più, a prenderne più consapevolezza”. Il viaggio in Europa è continuato in Lussemburgo dove Claudio è entrato in contatto con “Melodica” un movimento di cantautori internazionali e a Berlino, città in cui Athebustop ha vissuto per un anno per lavorare (a giugno è prevista la laurea in Ingegneria) e dove ha potuto creare nuovi

contatti, suonare durante gli “open live” dei locali e fare un tour di due settimane in giro per la Germania. Ma cos’è che spinge Athebustop a fuggire dallo Stivale? “L’Italia è un paese di grande diffidenza per la musica: se non sei famoso è perché non te lo meriti. E poi qua tutto ciò che diventa ‘di tendenza’ di colpo scende di qualità. Io non sono disposto a compromessi sulla mia musica. Mi sono state fatte anche delle proposte per partecipare a programmi televisivi come Amici o XFactor. Ho sempre rifiutato, sapevo che avrei dovuto modificare una parte di me e non sono mai stato disposto a farlo”. Sì, perché Claudio ha sempre suonato, in primis, per se stesso e ora che non ha vincoli e può scegliere se e con chi collaborare (da due anni sta lavorando con Miriam Moroni violoncellista anche lei di Pesaro) sembra aver raggiunto la sua dimensione. “Ora, posso aprire gli occhi quando canto, posso guardare i visi di chi mi sta ascoltando e capire le emozioni, anche quelle negative, che la mia musica può suscitare. Ora che so cosa si prova, non tornerei più indietro”. www.facebook.com/athebustop www.myspace.com/athebustop www.melodicafestival.org

foto di Silvia Martini

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Orizzonti di gloria

L’Alma Juventus ha centrato i play-off al termine di una stagione esaltante di Sandro Candelora

A conclusione della splendida stagione regolare dell’Alma Juventus, ed in attesa dell’eccitante appendice dei play-off promozione (quando siamo andati in stampa l’Alma doveva ancora disputare la prima sfida contro il Gubbio), l’animo è pervaso da sensazioni contrastanti. Vi alberga in primo luogo l’intensa soddisfazione per un campionato vissuto da autentici protagonisti, che dopo lo scotto iniziale pagato al noviziato ha visto i granata scalare la classifica ed installarsi in pianta stabile fra le grandi del torneo. Un piazzamento tanto gratificante come il quarto posto rimanda con la memoria all’esaltante corsa di tre lustri addietro (allorquando, con Donati in panca, si finì quinti), ahimé terminata nella cocente delusione della fatal giornata di Ascoli. I meriti di una simile conquista vanno equamente ripartiti fra una dirigenza lungimirante nelle scelte, un tecnico capace quanto mode-

sto come Cornacchini, che è riuscito ad esaltare al massimo il profitto del materiale messogli a disposizione, ed un gruppo di giocatori che ha saputo mettere sul campo dedizione alla causa e spirito di sacrificio, facendosi apprezzare per le rare doti caratteriali prima ancora che per il talento calcistico, peraltro sempre all’altezza del cimento. La legittima gioia è peraltro annacquata dal giustificato rammarico di non aver conseguito la seconda piazza, con tutti i tangibili vantaggi che una tale griglia avrebbe implicato nel supplemento finale, anche e soprattutto in considerazione delle caratteristiche tecnico-tattiche di Amaranti e compagni. E dire che ad un certo punto (senza andare troppo indietro nel tempo, diciamo ad un paio di gare della fine) sembrava più facile arrivare immediatamente a ridosso della lepre Lucchese che non più attardati: visti i tentennamenti del malconcio San Marino, sarebbe bastato portare a casa il successo da Gradisca d’Isonzo (impresa non titanica dal momento che si è andati in vantaggio due volte) e giungere al match di commiato contro la Nocerina praticamente in una botte di ferro. Ma tant’è, in virtù di un maligno contrappasso, chi si è messo a fare i conti da ragioniere è rimasto poi punito dagli stessi numeri, che ad un certo punto non sono tornati più. La picco-

la macchia finale, dovuta forse all’inesperienza nel gestire situazioni del genere, non deve far dimenticare quanto di ottimo si è prodotto sin qui. L’aver gettato maldestramente al vento la piazza d’onore deve viceversa fungere da pungolo interiore ed aumentare gli stimoli in vista degli spareggi. E qui subentra la speranza che si fa quasi supplica. Di fronte ad un traguardo tanto prestigioso, che potrebbe riscrivere la storia granata prossima ventura (così come la sconfitta patita contro il Castel di Sangro, a suo modo, dette l’imprimatur a tutti i guai che sarebbero accaduti di lì a breve), chiedere il massimo è sacrosanto. Darlo in campo e sugli spalti è obbligatorio. Perché si potrà anche perdere. Ma non prima di aver esalato l’anima. Lo esige un momento che potrebbe fare epoca. Diventando epica.

Protagonisti di un grande evento in una straordinaria serata”

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L’Adriatico si tinge di Fuxia

Si svolgerà il 10 e l’11 luglio la regata velica in memoria di Rinaldo Gasparini E’ diventata un punto di riferimento a livello internazionale per gli appassionati a tal punto che la sua presentazione, all’ultima edizione del Fano Yacht Festival, è stato uno degli eventi più attesi e partecipati. Parliamo della settima edizione di “The Fuxia Race” trofeo UBI Challenger Rinaldo Gasparini, in programma sabato 10 e domenica 11 luglio 2010. La manifestazione è organizzata dall’associazione sportiva dilettantistica “The Fuxia Race” con il supporto tecnico del Club Nautico di Pesaro, della Compagnia della Vela, del Marina dei Cesari e in collaborazione con il Comune di Pesaro, Provincia di Pesaro-Urbino e Confindustria. La regata si svolgerà come di consueto nelle acque tra Pesaro e Fano sui tecnici e ben collaudati percorsi: costiero di 13 miglia (per natanti, derive e catamarani categorie Chica e Boba) e d’altura di 60 miglia per la categoria Magnum (divisioni Alfa, Bravo, Charlie, Delta, Maxi e ORC overall). Una delle caratteristiche principali che contraddistingue questa gara velica è la polo Fuxia che tutti gli equipaggi indosseranno sia in mare che per la durata dell’intera manifestazione in segno di adesione allo spirito dell’iniziativa, nata in memoria di Rinaldo Gasparini. “Mio padre diceva sempre - racconta Giovanni Gasparini - ‘sono felice se le mie barche navigano anche senza di me’ perché lui, pur essendo spesso in viaggio, lasciava che il suo equipaggio le utilizzasse ugualmente. Non lo faceva solo perché era una persona molto generosa, ma perché per lui era importante che gli amanti del mare lo vivessero sempre e comunque. Questo suo slogan ha di fatto motivato la regata

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The Fuxia Race e continua a motivarla anche oggi”. Giovanni Gasparini sottolinea poi un altro concetto molto importante. “Molti pensano che la barca a vela sia uno sport per ricchi, per privilegiati, ma non è affatto così. Quando si sale sula barca e stai anche diversi giorni in mare devi imparare ad andare d’accordo con tutti, ad accettare pregi e difetti delle persone che con te stanno vivendo quella esperienza. Alla fine, allora, ti rendi conto che non esistono distinzioni, che in quel momento non conta chi sei e che lavoro fai, ma solamente il tuo modo di vivere il mare”. Confermato anche per questa edizione il montepremi di 33.000 euro, inusuale per questo tipo di regate di flotta e tipico solo dei match race di livello mondiale. “The Fuxia Race” ospiterà anche la quarta tappa di qualificazione delle sei in programma per il Campionato Nazionale classe Tridente Trofeo Francesco Morosini 2010 riservata alle derive Tridente 14’ e 16’, la cui finale si disputerà nelle acque antistanti il Lido di Venezia il 24 e il 25 settembre con base nella suggestiva sede della prestigiosa “Scuola Navale Militare Francesco Morosini” - isola di S.Elena. Le imbarcazioni Annunciata, per questa settima edizione, una nutrita schiera di partecipanti, un numero in ulteriore crescita sia per il numero di imbarcazioni iscritte che per il livello tecnico dei partecipanti nonostante la concomitanza di altre regate. Tra le più titolate imbarcazioni che hanno già confermato la loro partecipazione alla sua prima Fuxia è il Wor 60 “Veliki Viarnik” della gloria Slovena Dusan Phu. Torna dopo il successo nell’edizione 2008 ancora più competitivo il Cookson 50

“Calypso V” di Piero Paniccia, il vincitore della passata edizione il TP52 “Orlanda” dei fratelli Sammarini, il velocissimo Millenium 40 “Sayonara” del velaio triestino Roberto Bertocchi vincitore assoluto (ORC overall) e in divisione Alfa della passata edizione; il Cori 53 “Moon Shine II Marina San Giusto Trieste”, di Edoardo Ziccarelli vincitore della edizione 2005; il Cookson 47 “Hight Five” di Anteo Moroni vincitore delle ultime due edizioni in divisione Bravo; il glorioso Luffe 53 “Fanatic”di Giorgio Valli, timonato da Enrico Biagini che torna a Pesaro per vincere dopo aver mancato di un soffio il successo nella passata edizione, puntando tutto anche per questa edizione su condizioni di vento leggero con una nuova randa “Top Square”; lo Swan 60 “Kiwi” vincitore delle ultime due edizioni in divisione crociera, dei capitani d’industria Anconetani Mario Pesaresi e Giuliano Mosconi; il Vismara 65 “Salinigi”del capitano d’industria Paolo Andreani, presidente della Confindustria marchigiana. Non possono certo mancare il Chica Boba con al timone Giovanni, figlio di Rinaldo, e il Chica Boba Magnum capitanata dal comandante Michele Cinquepalmi con un equipaggio interamente femminile. Nella regata costiera Chica sarà grande battaglia tra le più piccole ma non meno competitive Melges 24 “Pocket Rocket” di Ale Semprini che dovrà difendere il titolo conquistato la passata edizione dagli attacchi del velocissimo Melges 30 “UkaUka” del campione italiano Laser Alessio Marinelli, da Magoo di Daniele Mazzotti che corre per i colori dei Vigili del Fuoco, dal Mum 30 “Nerocaffè” di Gabriele Percetti e dal campione italiano “C’est Pippo” di Claudio Ciarmatori.

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“Terre di confine”

Inchiesta sull’immigrazione. Il caso Urbino 2 L’immigrazione è un fenomeno sociale complesso, da sempre associata all’aumento della criminalità e della delinquenza. La figura del migrante, nel pensiero collettivo, è divenuta uno stereotipo che incarna lo stato d’animo del pericolo. Nelle Marche gli immigrati sono l’8,6% della popolazione. Dato che raddoppia se si considera la popolazione straniera nel comune di Petriano che è il 19% dei residenti. Nel quartiere di Ponte Armellina, noto come Urbino 2, gli stranieri residenti sono il 100%, con un continuo ricambio dai comuni limitrofi (Montelabbate, Sant’Angelo in Lizzola, Colbordolo). Nato come villaggio satellite per gli impiegati nelle fabbriche della Vallata del Foglia, dopo circa trent’anni di revisioni del progetto, si è trasformato in un vero e proprio ghetto. Intere famiglie di extracomunitari abbandonate ad un degrado morale, sociale e territoriale. Nel 1964 la richiesta dei privati di riqualificare alcuni terreni agricoli in lotti edificabili passa in secondo piano rispetto alla necessità di ristrutturare il centro storico di Urbino. Dodici anni dopo, in piena crescita economica, viene presentato un nuovo piano regolatore che prevedeva la costruzione di un quartiere residenziale destinato ai lavoratori. Rimase solo un progetto. L’amministrazione comunale urbinate, nel 1989, decide di utilizzare i fondi per la creazione di un villaggio studentesco a più di 10 km dalle facoltà, si rivela fallimentare. Le battaglie giudiziarie e la posizione isolata favoriscono la condizione segregata e ghettizzata degli abitanti del quartiere di Urbino 2. Come gli studenti che a Urbino si sentono provvisori, così gli immigrati sperano di essere di passaggio. Oggi a Ponte Armellina vivono soli immigrati provenienti soprattutto dal Nord Africa, dall’Africa Subsahariana e dai Balcani. Isolamento, degrado urbano e sovraffollamento. Intere famiglie di extracomunitari vivono in bilocali o monolocali. Lo stato igienico-sanitario è preoccupante. Manca il riscaldamento. Gli italiani sono di passaggio, proprietari degli appartamenti, si vedono solo per riscuotere gli affitti. Gli immigrati si sentono abbandonati dalle istituzioni. Dicono di non avere voce. Si avvicinano per raccontarci le loro storie. La delusione è elemento comune per le diverse comunità del quartiere - ghetto. La speranza sembra averli abbandonati. L’Università di Urbino non sembra dimenticarli. Durante un incontro, ‘Immigrazione nel territorio comunale di Urbino’, alla facoltà di Sociologia,

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è stato proiettato il documentario del 2007 di Giorgio Cingolani, “Hospes-Immigrazione nelle Marche: identità e integrazione”. Realizzato in collaborazione con l’Assessorato ai Servizi Sociali e all’Immigrazione della Regione Marche e ANOLF Marche, tratta il tema dell’immigrazione, mostrando le realtà di questo territorio. Il caso più interessante è proprio quello di Ponte Armellina di cui viene raccontata la storia: falliscono i progetti e l’impresa deputata alla gestione dei lavori infrastrutturali. Agli studenti, mai arrivati, si sostituiscono famiglie di immigrati. Oggi, l’intervento sociale attuato risulta forte e significativo. L’intervento strutturale presenta difficoltà. La responsabile dell’Ufficio Servizi Sociali del Comune di Urbino, Adriana Bramante, evidenzia come a Urbino 2 sia presente un servizio in loco. “Va dove c’è la gente”. Simbolo di impegno da parte delle istituzioni: offrire agli immigrati un servizio direttamente nel luogo in cui abitano. Ne viene sottolineato il valore positivo. “Un modo efficiente per risolvere a 360° le loro esigenze, unica esperienza regionale di questo tipo”. Gli uffici immigrazione, di solito, sono dislocati presso sedi comunali. Abbiamo parlato della situazione di Urbino 2 con Giovanni Cancellieri, sindaco leghista di Fermignano (PU), che un anno fa aveva presentato un’ordinanza, poi respinta, contro l’uso del burqa nelle strade della sua cittadina. Secondo il suo parere non è giusto creare quartieri abitati da soli stranieri. La sua amministrazione ha lavorato per garantire una maggiore integrazione. A partire dal metodo scelto per l’assegnazione delle case popolari. “Oggi, cinque abitazioni vanno a famiglie italiane, cinque a quelle di immigrati, riusciamo così a non creare ghetti. I cittadini si sentono più sicuri e integrati”. Il sindaco aggiunge di

avere instaurato un ottimo rapporto di fiducia e collaborazione con la popolazione, autoctona e non: entrambe collaborano, segnalando alloggi occupati abusivamente o eventuali situazioni illegali. Secondo Cancellieri l’integrazione, infatti, passa attraverso le regole ed il rispetto nasce dal rispetto. Torniamo sulla questione ‘burqa’ che lo ha reso noto nella regione. L’ordinanza prevedeva sette punti, tra cui il divieto di girare per la città con il volto interamente coperto. Pur essendo stata respinta, il sindaco dice di non aver più visto nessuna di quelle quattro donne che portavano il velo integrale. Per Cancellieri quella proposta era in favore della libertà della donna e per questioni di ordine pubblico. “La donna islamica vive un’oppressione culturale che non condividiamo. Mi auguro che le donne, ora libere di mostrare il loro volto, mi siano grate. Non condividerei la scelta dell’uso del burqa nemmeno se fosse la stessa donna a volerlo. In questo Paese, in tutto l’occidente, per legge si deve girare col volto scoperto”. A cura di “STUDENTE PROVVISORIO” Servizio realizzato dagli studenti di EDITIS e EMG dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”: Pietro Capuano, Mirko Chiappinelli, Francesca Di Felice, Claudia Dondi, Sabrina Giovanelli, Davide Lupi, Rosa Mancini, Silvia Martinelli, Albero Sofia

“Studente Provvisorio” è anche su Facebook

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Com-fusione

Le gestioni associate comunali di lunga durata e la prospettiva della fusione

Mondavio di Marco Spadola

Successo di pubblico nelle settimane scorse per il convegno “COM-FUSIONE”. Le gestioni associate comunali di lunga durata e la prospettiva della fusione”, organizzato dall’Associazione Fusiamoci e svoltosi nella suggestiva cornice del Convento Santa Vittoria di Fratte Rosa. All’iniziativa hanno preso parte i sindaci dei tre Comuni coinvolti nella proposta di fusione (Fratte Rosa, Mondavio e San Lorenzo in Campo), i rappresentanti delle Associazioni di categoria territoriali, e il presidente del Consiglio regionale Vittoriano Solazzi, che si è complimentato con i promotori. “L’intento di Fusiamoci è da sostenere, perché è una proposta che guarda al futuro. Dobbiamo pensare che nel giro di qualche anno molti comuni saranno costretti alla fusione, ed amministratori capaci ed intelligenti non devono subire gli eventi, ma prevederli e gestirli”.

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Fratte Rosa

San Lorenzo in Campo I primi cittadini Avaltroni, Talè e Di Francesco hanno ribadito quanto sia necessario costruire una fase intermedia, uno stato di passaggio che sul lungo periodo porti le amministrazioni a trovare il giusto compromesso per dare vita all’eventuale fusione. “La fusione dei Comuni non può avvenire in tempi brevi, si può però impostare un discorso, un lavoro, sul lungo periodo.Direi che il punto di partenza è un’associazione dei servizi” spiega Alessandro Avaltroni, Sindaco di Fratte Rosa, e continua: “Occorre valutare su quali servizi imporre una convenzione, realizzare l’associazione di questi e, se le condizioni lo permetteranno, giungere a qualche forma di amministrazione diversa e più agevole”. “L’iniziativa dell’associazione Fusiamoci - ha aggiunto il sindaco di Mondavio Federico Talè - è lodevole e va nella direzione giusta, poiché unire i comuni comporterebbe enormi vantaggi per i cittadini, sia dal punto di vista del miglioramento dei servizi sia da quello economico, inoltre è vero che l’unione fa la forza” e, puntualizza “per quanto riguarda l’individuazione dei comuni da coinvolgere è ancora presto per esprimersi”. Sulla stessa linea di Avaltroni e Talè anche il sindaco di San Lorenzo in Campo, Antonio Di Francesco, che ribadisce la volontà di prendere in considerazione la proposta di Fusiamoci, ma ne

ricorda le difficoltà di attuazione: “Stiamo già parlando dell’associazione dei servizi, ma la fusione dei comuni non può avvenire in tempi brevi”. Due le relazioni tecniche presentate alla cittadinanza durante il convegno. Il primo dei contributi, che portava la firma del funzionario Regionale per il Riordino Territoriale e le Comunità Montane Claudio Piermattei, è servito ad illustrare il corretto procedimento da adottare per arrivare ad una forma associativa tra comuni; l’altro intervento, illustrato dal Professor Guido Guidi, docente di Diritto Pubblico Comparato all’Università di Urbino, ha permesso ai presenti di comprendere meglio le differenze tra Comune Unico, Fusione dei comuni, Convenzione dei servizi e tutto quello che le varie definizioni comportano. In video-conferenza, infine, Giuliano Pellegrini, presidente della neonata amministrazione di Ledro (Trento) nata dalla fusione di cinque piccole amministrazioni locali, che ha portato sul territorio la sua positiva esperienza soprattutto in termini di risparmio economico. L’associazione Fusiamoci, attraverso la voce del suo presidente Paolo Rosini, si è detta soddisfatta per la riuscita dell’iniziativa ed è già in moto per dare vita ad un evento speciale nel prossimo futuro.

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La “letterina” è diventata professoressa anzi, teacher Giulia Fogliani si racconta: una ragazza timida con sogni di successo

Mentre le altre sgomitavano lei attendeva con compostezza il suo turno. Forse è stato proprio il suo riserbo a farle raggiungere importanti traguardi, nel mondo dello spettacolo come in quello dell’università.

Ero molto imbarazzata e non ho fatto nulla per mostrarmi. E’ stata una vera soddisfazione sentire gli autori che mi chiamavano rimproverando le altre con un “Fatela passare”. di Alessandra Gasparini Giulia Fogliani, 1,76 m di bellezza in stile anglosassone - è nata da madre inglese e padre italiano - ha messo in secondo piano il mondo della televisione per dedicarsi a tempo pieno agli studi e ad un percorso tutt’altro che scontato per una ragazza nota ai più come la letterina di Passaparola delle edizioni 2003 - 2004 e 2005 - 2006. La sua carriera nel mondo dello spettacolo è iniziata grazie al concorso di bellezza “Miss Universo” per poi proseguire con la partecipazione, come letterina, al noto programma “Passaparola” condotto da Gerry Scotti. Di seguito Giulia ha presentato il “Miller Music Tour”, con serate nelle varie discoteche, party nei locali e spettacoli musicali in piazza, ha preso parte al reality show “Un, due, tre… stalla!”, condotto da Barbara D’Urso, ha presentato la Fabbrica del Sorriso per due anni consecutivi e il programma in onda su Sky “Cult – ci vediamo in tv”.Ma quando le si chiede se ha abbandonato il mondo dello spettacolo, tiene a precisare: “Diciamo che sto tenendo il piede in due staffe”. Sì, perché a dispetto dei luoghi comuni che la vorrebbero tutta discoteca e spensieratezza, Giulia ha conseguito la laurea triennale in “Mediatore linguistico” all’Università di Ancona, frequenta la laurea specialistica a Urbino e porta avanti un progetto di insegnamento rivolto a giovani studenti e non solo, all’Università di Ancona. “Dopo

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la laurea mi hanno chiesto di insegnare la lingua inglese, per la durata di un anno accademico, a studenti delle scuole elementari, medie, superiori e universitari. Ma insegno anche a persone anziane curiose di apprendere una nuova lingua”. Soddisfatta? Molto. Nella mia famiglia sono stati tutti insegnanti, quindi questo sembrava un percorso naturale anche per me. Com’è stato il primo giorno in aula? Ero molto imbarazzata e nervosa. Avevo paura di fare brutta figura a lezione, di non sapere alcune cose. C’erano studenti scettici del fatto che una bella ragazza come te, potesse insegnare? Più che per il mio aspetto penso che qualche studente avesse avuto dei dubbi sulla mia età. Ma quando ho iniziato a fare lezione, completamente in lingua inglese, li ho messi subito a tacere. In molti ti ricordano come la letterina più timida. Questo lato del tuo carattere ti ha più aiutato od ostacolato? Sicuramente aiutato, soprattutto nella mia carriera televisiva. Ricordo ancora molto bene il casting di Passaparola. Eravamo oltre 50 ragazze disposte a semicerchio in una stanza strettissima. Diverse di loro, pur di farsi notare, si mettevano davanti a me spostandomi con gomitate e spinte.

C’è stata molta rivalità tra te e le ragazze con cui hai lavorato? Durante il periodo a Passaparola no, eravamo una bella squadra e siamo state trattate tutte nello stesso modo. Diverso è stato a “Un, due, tre… Stalla!”: vivere giorno e notte con altre 12 ragazze è stata davvero dura. Le altre puntavano tutte a vincere mentre io volevo solo vivere una bella esperienza. Hai mai avuto qualche proposta indecente? No. Grazie alla mia età e al mio aspetto “acqua e sapone” non ho mai avuto di questi problemi. Nessuno si è mai azzardato a infastidirmi. Inoltre, a Mediaset - un ambiente molto tranquillo, una grande famiglia - c’era Gerry Scotti, una persona speciale. Sono stata io a chiamarlo “zio Gerry” proprio per questo suo modo di farmi sentire protetta. Sei rimasta in contatto con le altre ragazze? Con le altre letterine siamo in ottimi rapporti e grazie ai social network ci teniamo costantemente in contatto. Alcune hanno abbandonato le scene: l’anno scorso si è sposata una ragazza mentre altre due avevano già compiuto questo passo tempo fa. Ora vorremmo organizzare una “rimpatriata” anche con le altre concorrenti de “Un, due, tre… stalla!” e con Barbara D’Urso, magari proprio a Domenica 5. Qualche rimpianto? Si. Dopo il secondo anno a Passaparola gli auto-

ri stavano per riconfermare il gruppo per il terzo anno. Nel frattempo ho avuto una malattia della pelle, niente di grave, che mi ha costretto fuori dagli schermi per un anno. Ed è stato decisivo perché nel frattempo, si è deciso di scegliere una delle ragazze per condurre “La Corrida”. Quel portone, purtroppo si è chiuso. Da circa due anni sei tornata a vivere con i tuoi genitori e tuo fratello. Prima abitavi a Milano, cosa ti manca della grande città e cosa rimpiangevi quando eri lontano da Fano? Sicuramente gli amici che ho lasciato, la “movida” e le serate, soprattutto d’inverno. Ma quando ero a Milano o a Roma mi mancava la tranquillità della mia città e, soprattutto, il mare. Fidanzato? E’ meglio non toccare questo tasto dolente. Va bene, allora cambiamo argomento. I tuoi genitori sono felici del percorso che hai portato avanti fin’ora? Direi che non possono chiedere niente di più! Sono una ragazza responsabile, seria e indipendente. La mia famiglia, inoltre, mi ha sempre seguito sin dal primo casting. Quando sono stata presa come letterina il direttore esecutivo è andato dai miei genitori che mi avevano accompagnato, per dir loro che le vacanze in Inghilterra (dove risiedono i nonni materni, nrd) sarebbero slittate. Obiettivi per il futuro? Ora voglio portare a termine i miei studi, raggiungendo il traguardo della laurea specialistica. Ma come dicevo prima, in parallelo porto avanti il mio percorso all’interno del mondo dello spettacolo. Al resto penserà il destino.

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“Ciao Iraq!”

Al cinema ci attendono pellicole esplosive per la gioia dei box office di Annalisa Perazzini

Primavera esplosiva, tra scontri epici in 3D, riflessioni sul Vietnam ancora attuali e oscar pacifisti: una stagione così positiva per il nostro mercato cinematografico italiano, non si vedeva da alcuni anni.

ni umanitarie e i corpi militari. E se l’Accademy si tinge di rosa e, grazie a Alice in Wonderland di Tim Burton e al suo inaspettato successo al box office, calze e cappelli, di ogni forma e fantasia, impazzano nei negozi; lo schermo invece si fa verde, senape e grigio: il colore delle divise dei soldati dell’Onu, inviati a combattere in Medio Oriente. L’orrore quanto il fascino del cinema bellico odierno stanno nei toni sbiaditi, nelle immagini e nei dialoghi sempre più realisti tra i personaggi, come un grande reportage televisivo sulla guerra contro la guerra.

La vera trionfatrice é comunque Kathryn Bigelow. Ricercatissimo e cliccato, il suo The Hurt Locker ha sbaragliato tutti, ex marito (James Cameron, regista di Avatar) compreso, permettendole di vincere ben sei oscar su nove nomination alle quali era stata candidata la pellicola, tra cui migliore regista e miglior film del 2010; guadagnando i consensi del pubblico di tutto il mondo e di coloro che con la guerra e le missioni di pace hanno a che fare ogni giorno: le associazio-

Salvate il soldato Ryan di Spielberg e l’ultimo Iwo Jima di Clint Eastwood diventano allora melodrammi in costume, quasi rumors di pace lontani, davanti al dolore lancinante e lo smarrimento di Brothers, la logica straziante e intaccabile di La valle di Elah, le torture dei marines americani; la lotta accanita al terrorismo di Green Zone e ovviamente la fredda meccanica della morte che è il cuore pulsante di The Hurt Locker.

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I veri protagonisti di questo film infatti non sono tanto le persone ma quanto gli oggetti. Ci si interroga e ci si confronta con i corpi maciullati e il dominio delle emozioni; la materialità degli esplosivi dei terroristi, i vestiti e le tronchesi del gruppo di poveri artificieri e sminatori, catapultati in territorio nemico a rendere inoffensive le fabbriche di morte costituite dalle bombe, nascoste spesso dentro i cadaveri dei civili iracheni; vittime della guerra e carnefici inconsapevoli. E’ un grande film pieno di umanità che si colloca, senza volerlo, a pennello dentro una delle tante pagine di storia contemporanea. Una rara concessione, ma studiata e ideata al fine tale di essere apprezzata sia dal giovane che a volte conosce cosa vuol dire veramente la parola “guerra” solo quando è tardi, perché troppo giovane e inesperto e dal vecchio che, memore delle esperienze vissute sulla propria pelle, non dimentica. E come si potrebbe? La guerra non é una scampagnata insieme agli amici, anzi è gelida come una camera mortuaria.

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Rubriche Al ristorante La Perla la festa è doppia Terminata la stagione invernale, Sprtland si “tuffa” nell’estate di Matteo Delvecchio Nella splendida cornice del Ristorante La Perla, è calato il sipario venerdì 30 aprile sul 4°campionato Top Tel - 3°trofeo JSD Allestimenti Navali, manifestazione indoor di beach tennis che Sportland ha organizzato al Circolo Tennis Fano con il patrocinio del Comune di Fano e la collaborazione del Csi, dell’Asd Valmetauro Libertas e delle ditte: Caraffa Sport, Consult Imprese, Studio dott. Ferri-Zampa, F.Roscini Sales Executive Neoss, Ciotola Cafè, Punto Cucine, Zafra Comunicazione, La Fontana, Pizz’Art, Lisippo Viaggi, Stazione di Servizio Esso di Tomas Gabbianelli, La Perla, Enoteca Il Torchio, Sunrise Cafè, Guerrino Catering&Banqueting, Caglinfissi, Pronta Assistenza Caldaie, Abbigliamento Terranova, gelateria Fiordilatte e Più Intimo&Casa.

Quarta piazza, invece, per VL Isolamenti Vitulano che può però consolarsi con la vittoria della Coppa Sportland, mini torneo inserito all’interno del campionato dove le squadre si sono affrontate tutte contro tutte in ogni specialità (singolo maschile e femminile, doppio maschile, femminile e misto). CLASSIFICA FINALE: 1) LA PERLA (Roberto Marangoni, Andrea Volpini, Enrico Terzini, Giancarlo Bellucci, Claudia Marini, Sara Terenzi, Margherita Lucarini) 2) EBONY&IVORY, 3) SQUIRREL, 4) VL ISOLAMENTI VITULANO, 5) CESARE AUTO, 6) VL AUTOCARROZZERIA RICHY, 7) LA BOA, 8) INTIMISSIMI&CALZEDONIA.

Otto le squadre che hanno preso parte all’evento organizzato dall’Asd fanese, quest’anno caratterizzato dalla suddivisione, nella prima fase, tra Open e Amatori per dar modo a molti volti nuovi di emergere.

COPPA SPORTLAND: 1) VL ISOLAMENTI VITULANO (Roberto Renzi, Alceo Savelli, Raffaele Cantarini, Riccardo Vampa, Riccardo Tombini, Francesco Di Cecchi, Giorgia Delbene, Marta Del Sal, Helene Mengarelli, Federica Grilli), 2) LA PERLA, 3) EBONY&IVORY, 4) LA BOA.

A confermarsi leader del campionato è stata La Perla che ha sbaragliato il campo vincendo sia il girone Open che la classifica generale. Nulla da fare per Ebony&Ivory, sconfitto in finale per 3 - 0. Applausi anche per Squirrel che giunto primo nella categoria Amatori ha poi eliminato una squadra Open prima di concludere la propria corsa al terzo posto.

La serata di gala organizzata da Sportland è stata anche l’occasione per presentare l’imminente stagione estiva che vedrà l’associazione impegnata, come di consueto, nella gestione degli impianti sportivi dei Bagni Arzilla dove a metà maggio partiranno i primi tornei. Fiore all’occhiello delle estate 2010 sarà il BEACH TENNIS SUMMER TOUR, circuito itinerante

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nelle foto a fianco, alcuni momenti della stagione estiva e le prime due squadre classificate nel campionato indoor di beach tennis

(tornei anche ai Bagni Oasi, Bagni Baia, Maracanà, Chalet a Mare Pesaro) che terminerà a settembre e che sarà organizzato con l’asd Valmetauro Libertas (il calendario completo su www. sportlandfano.com). Non mancheranno i sempre partecipati tornei di beach volley, 2 in notturna (14 - 18 giugno 2x2 maschile; 26 - 30 luglio 2x2 femminile) e 3 nel fine settimana (12 - 13 giugno 2x2 femminile torneo VERONICA ABBIGLIAMENTO; 17 - 18 luglio 2x2 maschile; 21 - 22 agosto 2x2 misto).

la campionessa del mondo Simona Bonadonna (sponsor Jsd Allestimenti Navali, Unipol Assicurazione e Vepar Centro Tenda) Ma, Bagni Arzilla a parte, Sportland è presente anche in altri settori: bocce, con il quarto torneo Conad di Vagnini Ketti al Circolo Le Fontanelle (luglio), Calcio a 5, con il secondo memorial Enzo Manuelli in località Rosciano di Fano (giugno) e, sempre a Rosciano, pallavolo protagonista ad agosto con il 4°trofeo JSD. Per sapere tutto sull’attività di Sportland:

Sulla scia del successo dello scorso anno, poi, ancora teatro dialettale grazie alle compagnie Guitto e Guittino che metteranno un scena due spettacoli in una struttura allestita a ridosso dei campi da gioco. Grande novità della prossima stagione sarà la collaborazione con l’associazione Il Piccolo Grande Alessandro con la quale Sportland darà vita ad un torneo di beach tennis under 18 il cui ricavato sarà devoluto in favore dell’associazione (per saperne di più visitare il sito www.ilpiccolograndealessandro.org). Sempre in tema di under, saranno riproposti i corsi di avviamento al beach tennis tenuti dal-

www.sportlandfano.com email: as.sportland@libero.it t. 334/70.52.498 facebook: gruppo SPORTLAND FANO

nella foto sotto, il sindaco di Fano Stefano Aguzzi e l’Assessore allo sport Simone Antognozzi, ricevono un omaggio dal consiglio direttivo di Sportland (Roberto Marangoni, Andrea Volpini, Matteo Delvecchio, Giancarlo Bellucci, Valeriano Landini, Stefano Brescini, Pierluigi Chiaravallotti, Ivan Belacchi, Luigi Nardini)

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Rubriche

Rubriche la Psicologa

l’Avvocato

Qual è il tuo motto di vita?

I redditi dell’ “altro” coniuge di Niccolò Marcello Giammattei & Marcello Studio Legale Associato Corso Giacomo Matteotti, 122, 61032 Fano (PU) n.marcello@studiolegalemarcello.it tel. +39 0721 823515 cell. +39 335 6262028

di Silvia Tarsi psicologa@silviatarsi.it - tel. 347 9135489

Eric Berne in “Fare l’amore” (1970) individuò alcuni modi coi quali le persone vivono la loro vita, o meglio, modi attraverso i quali le persone portano avanti il proprio “piano di vita” deciso fin dall’infanzia, pagando il duro prezzo di non raggiungere la propria autonomia (consapevolezza, spontaneità e intimità). Sembra proprio che ci sono persone che vivono secondo il motto di vita “Non posso divertirmi finché non ho finito il mio lavoro”, con diverse varianti che hanno in comune il concetto che non può succedere qualcosa di bello finché non è finito qualcosa di brutto. Altre si fanno l’ida opposta che “possono divertirsi oggi ma dovranno pagarla domani” (motto del Dopo), non godono dell’aspetto positivo perché poi occorre pagare un duro prezzo. Il motto “Mai” è “io non posso avere mai quello che più desidero” e queste persone passano il tempo a raccontare in maniera ripetitiva i loro guai come se fosse la prima volta e hanno la convinzione che qualsiasi cosa facciano non riusciranno mai a sentirsi felici e soddisfatti. Ci sono altre persone che dicono “perché mi succede sempre questo?” e passano da un rapporto, da un lavoro o da una località insoddisfacente a un altro oppure rimangono nella scelta deludente originaria invece di passare ad una migliore.

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La persona che segue il motto “Quasi” dice “questa volta ce l’ho quasi fatta” e arriva sempre vicino alla meta per poi non raggiungerla mai veramente, oppure non si accorge di aver raggiunto l’obiettivo e ne cerca un altro a suo parere più appetibile ma che a sua volta non raggiungerà e così via. Infine ci sono persone che seguono il motto “A finale aperto” e si dicono “una volta arrivato ad un certo punto nel tempo, non so cosa fare di me dopo” ed è tipico di chi si pone solo obiettivi a breve termine e una volta che li hanno raggiunti crollano perché non sanno più cosa fare, finché non viene qualche altra cosa e allora si fissano un altro obiettivo a breve termine e il processo si ripete. Ad esempio, la persona che è in pensione e che ha sempre aspettato di avere più tempo libero, non è capace di goderselo e stranamente si sente a disagio. E’ come se le pagine finali di un copione teatrale mancassero. I motti di vita vengono trasmessi dai genitori ai figli: il bambino si adegua ai messaggi che i genitori gli inviano su cosa fare o non fare e su come vedere gi altri e il mondo (“Sii buono”, “Lavora sodo”, “Sii la mia principessa”, “Non fare affidamento sugli altri”, “Il mondo è pericoloso”). Se le persone non sono soddisfatte del motto di vita che si sono costruiti nel tempo, possono cambiarlo: occorre prima di tutto individuare lo schema principale del proprio piano di vita (quelli elencati sopra) e usare modi che liberino da tali schemi. Se ad esempio lo schema principale del proprio piano di vita è stato “Finché” è possibile liberarsene procedendo a divertirsi ancor prima di aver finito il proprio lavoro.

Per la persona con un motto di vita “Dopo” il passo per uscirne è procedere a divertirsi oggi, dopo aver deciso di divertirsi anche domani (se si è ad una festa si decide di divertirsi non bevendo così tanto da finire con un gran mal di testa il giorno dopo). Per liberarsi dallo schema “Mai” può essere utile decidere cosa si desidera, fare un elenco di cinque cose specifiche che si possono fare per raggiungere i propri desideri e, infine, fare una di queste ogni giorno. Chi ha vissuto secondo il tema “Sempre”, occorre che si renda conto che non deve necessariamente continuare a ripetere gli stessi errori o persistere quando le cose non vanno bene: si può abbandonare un rapporto, o una località insoddisfacente e cercare qualcosa di nuovo. Si può uscire dallo schema “Quasi” badando a portare a termine quello che si sta facendo: se si pulisce una camera occorre pulirla tutta, se si legge un libro occorre leggere tutti i capitoli; inoltre, chi si trova ad usare questo motto e vuole cambiarlo, può iniziare a riconoscersi i propri successi una volta raggiunti prendendo la piacevole abitudine di festeggiarli prima di passare ad un altro obiettivo. Chi crede di aver imparato ad usare un piano di vita del tipo “A finale aperto” si deve rendere conto di essere fortunato: dato che le pagine finali del copione di vita mancano, è possibile scrivere la fine che si desidera! Chi ha individuato il proprio motto di vita tra questi descritti e si sente “in gabbia” da se stessi auguro una consapevole liberazione.

Vi è un incontrovertibile dato di fatto: chi subisce la separazione od il divorzio - ma, in realtà,anche chi propone la separazione od il divorzio - poco o nulla sa degli effettivi “guadagni” dell’altro coniuge; e se nel procedimento di separazione la permanenza della convivenza, che si è generalmente protratta sino al momento dell’udienza Presidenziale, può rendere tale limitata conoscenza meno gravosa, nel procedimento di divorzio il tempo trascorso senza convivenza rende assai ardua la conoscenza degli effettivi redditi dell’altro coniuge. La questione è tutt’altro che peregrina, posto che il Giudice - tra i vari elementi - prende, come parametro di riferimento per la quantificazione dell’assegno di mantenimento o di quello divorzile, il reddito ed il patrimonio di entrambi i coniugi e li compara fra loro. La legge obbliga i coniugi a far conoscere al Giudice l’ammontare dei rispettivi redditi (art. 706 comma 3, c.p.c. per la separazione - art. 4, comma 6, L. divorzio; entrambi riportano la dicitura “ultime dichiarazioni dei redditi presentate”); in realtà, non tutti i separandi / divorziandi assolvono a questo obbligo, sì da rendere necessaria una

vera e propria ricerca da “007” al fine dare al Giudice tutti gli strumenti necessari per una pronuncia che si riveli il più equa possibile, soprattutto se il contributo economico viene richiesto nell’interesse dei figli comuni; e come la mettiamo con le norme sulla “privacy” ? E’ sempre la legge, quindi, ad individuare alcuni strumenti di possibile indagine; o, meglio, che tali dovrebbero essere. L’art. 155, comma 6, del c.c. che stabilisce che “Ove le informazioni di carattere economico fornite dai genitori non risultino sufficientemente documentate, il giudice dispone un accertamento della polizia tributaria sui redditi e sui beni oggetto della contestazione, anche se intestati a soggetti diversi”. Al di là dalla stranezza della disposizione (e se dal matrimonio non sono nati figli … che succede ?), il c.c. civile poco dice in merito alla documentazione da depositare al Giudice per la decisione; ma soprattutto non prevede alcuna sanzione per la mancata allegazione. Non molti diversamente l’art. 5, comma 9, della L. 898/70 (L. divorzio) che stabilisce che “I coniugi devono presentare all’udienza di comparizione avanti al presidente del tribunale la dichiarazione personale dei redditi e ogni documentazione relativa ai loro redditi e al loro patrimonio personale e comune. In caso di contestazioni il tribunale dispone indagini sui redditi, sui patrimoni e sull’effettivo tenore di vita, valendosi, se del caso, anche della polizia tributaria”. In questo caso la L. divorzio è - forse - un po’ meno generica della disposizione codicistica, ma sicuramente non esaustiva: al di là dalle dichiarazioni Irpef e del CUD, che ne è della eventuale dichiarazione Irpeg, della dichiarazione IVA,

della dichiarazione ICI, degli eventuali avvisi di rettifica, domande di condono, ecc. ? e, in ogni caso, per quale periodo di riferimento ? solo per gli ultimi tre anni - come è prassi in molti Tribunali ? e se tra separazione e divorzio sono trascorsi molti più anni ? Entrambe le norme che vi ho citato introducono la possibilità che i redditi rimasti occultati vengano fatti emergere attraverso indagini di Polizia Tributaria. In concreto, ogni qualvolta uno dei coniugi contesti che i redditi prodotti dall’altro, sinanco che il patrimonio accumulato negli anni prima o dopo la separazione, sia inferiore a quello documentato, tanto da far presumere un livello complessivo economico superiore a quanto appare dalle dichiarazioni stesse, il Giudice dovrebbe disporre indagini sui redditi da parte della Polizia Tributaria. Credo sia interessante - su questa specifica questione - riportarvi un breve passo di una pronuncia del 2008 di un Tribunale di centro Italia: “Ai fini dell’accertamento … del tenore di vita goduto in corso di convivenza matrimoniale, il giudice non può limitarsi a considerare soltanto il reddito emergente dalla documentazione fiscale prodotta, ma deve tenere conto degli altri elementi d’ordine economico, o, comunque, apprezzabili in termini economici, diversi dal reddito dell’onerato, suscettibili di incidere sulla condizione dalle parti (quali la disponibilità di consistente patrimonio, anche mobiliare, e la conduzione di un tenore di vita particolarmente agiato o, addirittura, lussuoso), dovendo, in caso di specifica contestazione, effettuare i dovuti approfondimenti - anche, se del caso, attraverso indagini di polizia tributaria”.

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Rubriche

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la Spadaccina

la Profumiera

l’Erborista

La scherma è arte e scienza

Scegliere un profumo

La menta piperita (mentha piperita)

di Evelina Langella fanoscherma@libero.it_cell. 339 4326575

Sono mesi di “duro” lavoro quelli che attendono la Fanum Fortunae Scherma impegnata in diverse competizioni sia a livello regionale sia nazionale, ma anche nella ricerca di sponsor per importanti manifestazioni. Mettiamo un po’ d’ordine: • per chi volesse conoscere o solo provare l’emozione di impugnare un’arma bianca (fioretto o spadino) può trovare la società (dirigenti ed atleti) domenica 30 maggio alla festa di Fenile in cui verranno organizzate delle dimostrazioni di scherma e prova per tutti (grandi e piccini); • a livello agonistico, dal 12 maggio al 19 maggio gli atleti Under 14 della società hanno partecipato al Campionato Italiano Under14 che si è svolto a Rimini. Gli atleti che hanno incrociato le lame, assieme a più di mille atleti provenienti da tutta Italia sono stati: Federico Vitali, Alexandru Bragari (categoria Allievi spada), Romolo Bartomioli, Matteo Manocchi, Alessandro Orrigo (categoria maschietti spada);

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di Luciana, Profumeria Taussi tel. 0721 803383 • Domenica 23 maggio a Jesi si terrà invece la “V Tappa Grand Prix Esordienti Regionale” a cui parteciperanno: Luigi Morelli, Maria Sole Pignocchi, Nicolò Shahini, Davide Baldelli, Davide Iannotti, Giacomo Costa, Simone Pasquino, Camilla Cecconi, Emma Pignocchi, Riccardo Mattioli, Alessandro Vergoni, Alessia Pasquino, Andrea Lima. Questi stessi atleti saranno presenti nell’ultima tappa che si svolgerà nella nostra città domenica 6 giugno, nella tenso-struttura della Sassonia. In queste due prove gli schermitori fanesi cercheranno di strappare il biglietto per il “Campionato Regionale under14”, che si terrà domenica 13 giugno sempre a Fano, all’Anfiteatro “Rastatt” di Sassonia. Al momento hanno già staccato il biglietto per la finale: Teresa Donatelli (cat. Prime Lame fioretto), Alessandro Orrigo (cat. Maschietti spada), Alessia Pasquino (cat. E esordienti), Alessandro Vergoni (cat. E esordienti), i quali faranno il tifo per i compagni di squadra. In entrambe le manifestazioni tutta la città di Fano è invitata per sostenere i propri atleti. La società inoltre sta cercando non solo sponsor per queste due manifestazioni, ma sta lavorando anche per trovare un luogo, una palestra dove possa collocarsi definitivamente per poter andare avanti nelle proprie attività. Attualmente ha a disposizione spazi alla palestra Venturini e alla palestra Nuti, ma gli orari con-

cessigli in queste due palestre stanno diventando insufficienti per la mole di lavoro che ha oggi la società. Come afferma il presidente Ernesto Langella: “Abbiamo aperto solo tre anni fa, ma confrontando gli iscritti dell’anno scorso con quelli di quest’anno abbiamo avuto un aumento di tesserati, si è passati da una trentina di iscritti a quarantacinque iscritti, magari a confronto con altre società sportive il numero non dice niente, ma ci vediamo costretti a lavorare con numeri importanti di bambini e non solo e il totale delle ore a nostra disposizione è di solo 9 ore a settimana. Inoltre se riuscissimo ad avere un luogo nostro, potremmo mettere giù le pedane, che sono il nostro campo gara, mentre ora non potendo contare su questo, i nostri atleti si devono allenare senza, anche perché sarebbe impensabile montare e smontare le pedane ad ogni allenamento, basti pensare che un solo elemento pesa 5 kg, e per fare una pedana regolamentare ne servono10. A parte questo piccolo - grande problema, continueremo a lavorare per il miglioramento dei nostri attuali e futuri atleti e nella diffusione di questa disciplina che non è solo un sport, ma come da definizione ‘arte e scienza’. Possiamo solo augurare buon lavoro a tutto lo staff e agli atleti della società, con la speranza che possano nel più breve tempo possibile trovare una loro collocazione e fargli tanti in bocca al lupo per le loro gare”.

La nostra pelle ha un proprio odore, che varia per ognuno di noi ed il modo migliore per intensificarlo è indossare un profumo. Quando si sceglie un profumo deve essere piacevole sentirlo, deve fare provare emozione, deve rispecchiare il carattere di chi lo indossa. Una persona timida e riservata sceglierà un profumo delicato, che si sente, ma non fa girare la testa. Non necessariamente fresco, ma che sappia di pulito. La persona sicura di sè, estroversa, alla quale non piace passare inosservata, sceglierà un profumo molto intenso, se è mora con la pelle olivastra, si orienterà sulle vaniglie, spezie, patchouly e comunque note dolci e orientali, soprattutto perché il ph della pelle è più acido e quindi assorbe di più, alleggerendo la fragranza. Le bionde con la pelle chiara, hanno di solito un ph meno acido, quindi anche una fragranza fiorita, ma intensa andrà sicuramente meglio. Ricordate che il profumo è “un amico invisibile che parla per voi!”. Quando dovete scegliere una fragranza, non pensate a quello che avete sentito sulla vostra amica, ma sceglietelo in base al vostro stato d’animo e,

di Filippo Carboni filippo@ilnautilus.biz provatelo sulla pelle, perché proprio in base al PH potrebbe alterare l’intensità. Essendo diventato un articolo di moda quasi indispensabile, molte volte si corre dietro la firma, ma nei profumi, la firma non sempre pregiudica la “bontà “del prodotto. La nostra intenzione è quella di consigliarvi nella scelta, non sempre facile, del profumo particolare che i consumatori sempre più numerosi ricercano. Per questo motivo stiamo cercando di allargare la scelta sui profumi di nicchia, che però abbiano una storia e siano costruiti con criteri antichi. Un esempio è JEAN PATOU che grazie a “1000” ha costruito un mito, oppure Houbigant sempre tra i francesi che studiava e produceva i profumi per NAPOLEONE. Potrei citarne tanti altri, ma non ho più spazio. Vi invito a venire a scoprirli e provarli in negozio dove potrete allargare la vostra cultura anche in questo campo. Ho parlato al femminile ma ovviamente l’argomento riguarda molto anche gli uomini. Vi aspetto con le novità per l’estate. Un saluto speciale a Enrica.

Parti da utilizzare: parti fiorite e foglie Applicazioni terapeutiche:La Menta è un ottimo rimedio per tutti i casi di digestioni difficili, dolori di stomaco e diarree croniche. Per tutti questi disturbi prendere dopo o prima dei pasti una tazzina di infuso preparato con 25 gr. di foglie fresche in un litro di acqua. Ancor meglio se mescolerete al cibo una punta di coltello di polvere delle foglie. Nell’aromaterapia viene consigliata come tonificante del sistema nervoso dell’apparato digerente, del fegato e dell’intestino. La menta di solito cresce in pianura ma la si può trovare anche fino a 700 m d’altezza, a patto che sia al riparo dal vento e con media esposizione solare. Le foglie vengono raccolte a giugno, e le sommità fiorite, in luglio e agosto, poiché la fioritura avviene in piena estate e prosegue fino all’autunno. In cucina L’uso della menta in cucina, è molto diffuso in Italia, Spagna, India, Medio Oriente ed in Nord Africa. Per il suo sapore molto intenso, in cucina deve essere impiegata con molta moderazione, e si abbina molto bene a tutte le carni con sapore molto deciso come ad esempio l’agnello. Il suo aroma fresco fa si che si accosti bene alle verdure estive in particolare pomodori e melanzane ed è un’ottima aggiunta alle preparazioni a base di frutta come macedonie e dolci vari. Usata anche nei cocktail come il mojto, dove viene pestata con lo zucchero di canna bianco e accompagnata da ghiaccio e rum.

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Rubriche

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Vita diocesana

il Farmacista

il Promotore finanziario

Il prezioso servizio dei sacerdoti non sia oscurato

Le complicanze del diabete

I mercati finanziari nei primi 4 mesi del 2010

In merito al problema della pedofilia e degli abusi di Don Giacomo Ruggeri (Direttore Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi) “I naufragi della vita possono realizzare il progetto di Dio per noi e possono anche essere utili per nuovi inizi nella nostra vita”. Sono queste le parole che Benedetto XVI ha utilizzato parlando con i giornalisti mentre era in volo verso Malta, in occasione del viaggio apostolico il 17 e 18 aprile 2010. Nel cuore di questa espressione vi è condensata la preoccupazione e la speranza della Chiesa in merito allo scandalo degli abusi sessuali commessi da sacerdoti e religiosi. Il Vescovo Armando Trasarti, alla guida della Chiesa di Fano Fossombrone Cagli Pergola, aveva posto l’accento su tale fenomeno nell’omelia della Messa del Crisma il giovedì santo, affermando: “Dobbiamo esercitarci in un lavacro di umiltà e di verità nonché di responsabilità esemplare, senza infangare tutto e dovunque. I veri antidoti ai problemi degli uomini di Chiesa sono il superamento dell’individualismo, la ricerca appassionata di comunione presbiterale, senza attendere la perfezione delle esperienze il dialogo e la collaborazione pastorale”. La gente è consapevole che questo problema è presente nella Chiesa; nonostante ciò non viene adombrato il tanto bene e prezioso servizio che tanti sacerdoti della nostra Diocesi svolgono a beneficio di ogni fascia d’età (dai bambini agli anziani) e in svariati ambienti (dall’ospedale, alle carceri, alle scuole, ecc.). Il Vescovo, inoltre, quale padre e maestro di una Diocesi avverte come prioritario la cura dei propri sacerdoti, sia nell’ambito spirituale sia nelle relazioni interpersonali. Lo attesta il pellegrinaggio vissuto ad Ars, paese natale del S. Curato S. Giovanni Maria Vianney. In tale occasione il Vescovo ha ribadito che “non si deve aver paura degli sconvolgimenti

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del mondo che ciclicamente lo scuotono”. È una risposta, questa, a domande e interrogativi che l’uomo si pone nel riflettere su quanto accade nella vita della Chiesa. A rafforzamento di quanto sin ora espresso propongo alla riflessione di tutti le parole del Portavoce della S. Sede, P. Federico Lombardi SJ, che su questo punto si è espresso come segue: “L’impegno per la protezione dei minori e dei giovani è un campo di lavoro immenso e inesauribile, che va ben aldilà del problema riguardante alcuni membri del clero. Coloro che vi dedicano con sensibilità, generosità e attenzione le loro forze meritano gratitudine, rispetto e incoraggiamento da parte di tutti e in particolare delle autorità ecclesiali e civili. Il loro contributo è essenziale per la serenità e la credibilità del lavoro educativo e di formazione della gioventù nella Chiesa e fuori di essa. Giustamente il Papa ha avuto per loro parole di alto apprezzamento nella lettera per l’Irlanda, ma pensando naturalmente a un orizzonte assai più largo. Chi ama la verità e l’obiettiva valutazione dei problemi saprà cercare e trovare le informazioni per una comprensione più complessiva del problema della pedofilia e degli abusi sui minori nel nostro tempo e nei vari Paesi, comprendendone l’estensione e la pervasività. Potrà così capire meglio in che misura la Chiesa cattolica condivide problemi non solo suoi, in che misura questi presentano per essa una gravità particolare e richiedano interventi specifici, e infine in che misura l’esperienza che la Chiesa va facendo in questo campo possa diventare utile anche per altre istituzioni o per l’intera società”.

di Rodolfo Colarizi rodolfocolarizi@hotmail.it

Lo “spauracchio” maggiore della patologia diabetica è rappresentato dalle cosiddette complicanze vascolari a carico dei grossi e piccoli vasi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità precisa che quanto migliore è il compenso dietetico e metabolico tanto più si riesce a procrastinare lo spettro degli effetti collaterali a carico degli organi più esposti: occhi, reni, coronarie, arti inferiori. Tuttavia, con un simpatico esempio, i pericoli del diabete possono essere paragonati a un sottomarino in fase bellica: guai a fermarsi unicamente al controllo tramite il periscopio che esce allo scoperto fuori dal pelo dell’acqua, vale a dire ai parametri più elementari come la glicemia e la glicosuria; sommerso esiste il grosso del sottomarino con i temibili siluri che vengono lanciati contro gli organi “bersaglio”. Che fare? Si debbono tenere sotto controllo queste possibili complicanze. 1 - Retinopatia diabetica: eseguire periodicamente la verifica del fondo dell’occhio che può mettere in luce l’evoluzione di piccoli aneurismi e di emorragie intraretiniche. 2 - Nefropatia diabetica: se trascurata può evolvere in lesioni anche gravi. E’opportuno identificare i segni precoci del danno renale mediante la ricerca nelle urine di proteine in piccole quantità, cioè della microalbuminuria, che è dovuta alla perdita selettiva dell’albumina. 3 - Coronaropatie: l’infarto del miocardio rappresenta una delle complicanze più subdole e merita di essere seguita con attenzione. L’incidenza aumenta con l’età del paziente, qualunque sia la durata della malattia. 4 - Disturbi agli arti inferiori: il paziente inizia ad accusare senso di formicolio, di freddo, torpore, crampi alle gambe, finché è costretto a fermarsi dopo aver percorso una certa distanza, tanto più ridotta quanto più sono maggiori il deficit circolatorio e la lesione arteriosclerotica. Si chiama anche “malattia delle vetrine” per la giustificazione che gli interessati adducono per fermarsi a guardare i negozi. Non si può completare questa rassegna senza menzionare la neuropatia diabetica, più frequente negli uomini che nelle donne, che cointeressa il cervello, il midollo spinale e i nervi periferici. L’obiettivo primario permane: dieta, terapia, autocontrollo e piena fiducia nel diabetologo.

di Ivan Goretti Banca Network investimenti _ p.zza XX settembre, 44 _ 61032 Fano (PU) tel. +39 0721 800688 fax +39 0721 802434 cell. +39 335 8253834 www.ivangoretti.it igoretti@ivangoretti.it ivan.goretti@pf.bancanetwork.it

I mercati di questo inizio d’anno hanno risentito di tre fattori che potrebbero modificare le prospettive economiche globali: il termine che tra breve sarà posto ai provvedimenti quantitativi attuati dalle banche centrali occidentali, e in particolare dalla Federal Reserve statunitense, e il potenziale inizio di normalizzazione monetaria; la stretta monetaria in corso nelle principali economie emergenti, resa necessaria dalla risalita degli indicatori di inflazione, e le relative conseguenze in termini di rallentamento della crescita futura di questi paesi, principali contribuenti della crescita mondiale; infine, la saturazione dei mercati obbligazionari a fronte dell’enorme debito pubblico in occidente, e le conseguenze di tale saturazione sulla capacità di rilancio fiscale nei paesi sviluppati. Il titolo di questa lettera fa riferimento, infatti, al famoso “Chapter eleven” della legge statunitense sui fallimenti. Il ricorso al “Capitolo 11”, applicabile tanto alle aziende quanto alle persone fisiche, permette a chi lo utilizza la protezione nei confronti dei creditori per il tempo necessario ad una riorganizzazione o una ridefinizione del debito prima di dover ricorrere ad una liquidazione vera e propria. La differenza è che oggi non si parla di una azienda ma di uno Stato, nella fattispecie la Grecia. Ma non solo la Grecia, poiché una volta finito di preoccuparsi di questo paese, si passerà all’Irlanda, al Portogallo, alla Spagna, all’Italia, poi alla Francia e alla Gran Bretagna, e perché no tra qualche mese agli Stati Uniti. Ma un default della Grecia sulle proprie obbligazioni internazionali sarebbe concepibile e, a maggior ragione, tollerabile? È uno scenario a nostro avviso poco realista, in quanto le conseguenze per l’economia globale sarebbero disastrose. Con circa 300 miliardi di euro, il debito pubblico della Grecia è cinque volte superiore al debito russo all’epoca della sospensione di pagamento nel 1998 e cinque volte superiore al debito argentino in occasione della crisi del 2001. Certo, non rappresenta nulla rispetto ai quasi 8.000 miliardi di euro del debito pubblico giapponese. Ma il debito giapponese è detenuto per il 90% da risparmiatori nazionali, mentre qui la situazione è diametralmente opposta, in quanto il 96% del debito pubblico greco è detenuto da investitori internazionali, principalmente europei. L’eventuale default della Grecia genererebbe quindi potenziali ripercussioni di ordine sistemico sull’economia europea. È per questo che l’Unione europea deve necessariamente apportare una soluzione coerente, realista ed applicabile ad altri Stati membri,

anche attraverso una modifica dei testi e dei trattati europei. L’Europa, nata come Comunità economica e sviluppatasi in Unione monetaria, oggi deve dimostrare la propria credibilità e ambizione politica. È però necessario che ciò avvenga senza penalizzare eccessivamente i rari allievi modello, come la Germania. Tuttavia, è impossibile non venire in aiuto né richiedere un adeguamento tropo brusco a quegli Stati membri che proprio nel momento peggiore della loro recente storia economica necessitano più ancora di un drastico aggiustamento fiscale. Chiedere alla Grecia, al Portogallo, alla Spagna e all’Italia di riportare il proprio deficit al livello target del 3% equivale a chiedere a questi paesi di ridurre complessivamente le proprie spese di circa 120 miliardi di euro, ovvero più della somma dei disavanzi delle partite correnti. Esigere tutto ciò a breve scadenza comporterebbe, oltre il disordine sociale, una fortissima recessione che andrebbe ad annullare progressivamente la domanda estera in questi paesi. Ma in tal caso la Germania, la cui modesta crescita è attribuibile principalmente ad un commercio estero in eccedenza e per metà proveniente dal commercio tra paesi della zona euro, sarebbe a sua volta colpita in pieno dalle conseguenze di questa ritrovata disciplina dai paesi del “club med”. Quali sono le conseguenze delle attuali difficoltà della Grecia, della lentezza e della difficoltà con cui l’Unione Europea sta cercando di trovare una risposta credibile per tutti gli Stati membri? Esse sono di quattro tipi. L’euro dovrebbe rimanere debole, favorendo così i nostri investimenti internazionali denominati in dollari o in valute emergenti, che chiaramente beneficeranno di un differenziale di crescita particolarmente favorevole. Al contempo, e nonostante un dollaro forte, l’oro beneficia di questo nuovo aumento del

rischio credito degli Stati europei. In tale contesto, nel corso del mese abbiamo leggermente incrementato la nostra ponderazione nel settore. In terzo luogo, dobbiamo rivedere al ribasso le prospettive di crescita nella zona euro. Pertanto, la Banca centrale europea dovrà mantenere una politica più accomodante in quanto una crescita anemica porterà presto al riemergere delle pressioni deflazionistiche. I nostri investimenti in Europa, per buona parte in aziende poco esposte al ciclo economico, molte delle quali sono sostenute dalla domanda interna delle grandi economie emergenti, dovrebbero in questo contesto risultare vincenti e beneficiare di una legittima rivalutazione. Infine, per quanto concerne i nostri investimenti obbligazionari, l’atteggiamento prudente dimostrato sin dall’inizio dell’anno sui tassi lunghi non sembra oramai più opportuno, almeno per il momento. Di conseguenza, abbiamo aumentato la sensibilità dei nostri portafogli, pur conservando un posizionamento particolarmente prudente sull’esposizione al rischio di credito sovrano.

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Rubriche

Rubriche l’Otorino

l’Ortodontista

Le faringo tonsilliti

I segreti per sorridere bene!! di Laura Grigioni Specialista in ortodonzia e gnatologia - Socio ANDI laura-grigioni@libero.it tel. +39 0721/885235 - 885169

la dott.ssa Laura Grigioni

del dott. Giuseppe Migliori - Direttore U.O.C. Otorinolaringoiatrica di Fano bvsmig@tin.it - tel. 0721 882267

Cari lettori, questo è il primo di una serie di appuntamenti che mi sono prefissata di seguire e che ci accompagneranno per circa un anno. Mi rivolgo soprattutto a voi, mamme e papà, con lo scopo di focalizzare la vostra attenzione su semplici e quotidiane regole di salute orale che dovete seguire fin dai primi anni di vita dei vostri bambini al fine di ottenere e poi mantenere un sorriso sano nel tempo. La parola d’ordine è prima di tutto prevenire..prevenire.. prevenire. E’ compito di voi genitori non far trascurare elementari norme di igiene orale e far adottare un corretto stile di vita al bambino, aiutati e supportati però da figure di specialisti quali l’ortodontista, il pediatra, l’odontoiatra, l’igienista dentale che agiscono sia attraverso informazioni e consigli preziosi sia attraverso una diagnosi precoce di quei problemi che solo se intercettati precocemente possono essere risolti. A questo punto vi chiederete a che età è giusto portare il bambino a una prima visita odontoiatrica? La prima visita dovrebbe essere eseguita intorno a i 5 - 6 anni e i motivi sono veramente numerosi. Prima di tutto c’è l’importanza di stabilire un primo approccio psicologico già in tenera età in modo tale che il bambino riconosca nel tempo la figura del medico come persona rassicurante e di fiducia. Ciò consentirà, se necessario, di poter curare il piccolo in un ambiente a lui amichevole . Secondo, è a quest’età che il dentista deve valutare lo stato generale della dentatura da latte e della pulizia del cavo orale in modo da poter fornire le cure necessarie e le basilari informazioni sul corretto uso di dentifricio e spazzolino. Inoltre è proprio in questa fase che lo specialista, in questo caso l’ortodontista, è in grado di individuare possibili alterazioni nella crescita dei denti e delle ossa facciali del bambino su cui intervenire al fine di ottenere il migliore dei sorrisi!! Alla base di tutto c’è comunque una corretta igiene orale ma allora quali regole un genitore deve seguire per evitare l’ instaurarsi di carie già nella

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dentizione da latte del proprio piccolo? • Niente di più facile dell’uso dello spazzolino e del dentifricio almeno 3 - 4 volte al giorno dopo ogni pasto e per almeno 2 - 3 minuti. Potete invogliarli in questo con l’uso di piccole clessidre che indichino il tempo. • Già all’età di 2 - 2,5 anni la mamma può istruire il bimbo all’uso dello spazzolino aiutandolo lei stessa fino a che il piccolo sarà in grado di svolgere autonomamente questo gesto così importante. • Ricordate di usare un dentifricio al fluoro e dal sapore gradevole che ne incentivi l’uso, e ponetene sempre in piccole quantità, visto che il bambino tende spesso a ingerirne gran parte. Per darvi un idea pensate alla dimensione di una lenticchia. • E’inoltre consigliata la somministrazione di compresse dl fluoro dai primi mesi di vita fino ai 12 - 13 anni in quanto tale minerale ha la funzione di proteggere e rendere il tessuto dentale più forte e resistente alle aggressioni dei batteri. • A questo si deve associare un attento controllo della dieta dei nostri piccoli senza mai dimenticare fonti di calcio quali latte e formaggio mentre sono da limitare dolci e caramelle. Ricordatevi di non addormentare mai il bambino con biberon contenenti sostanze dolci o ciucci intrisi di miele/zucchero. E’ proprio questa la 1° causa di carie destruenti nei denti da latte. Ma perché è così importante salvare i denti da latte se poi verranno sostituiti dai denti permanenti nell’adulto ? I denti da latte sono fondamentali! Sono essenziali nei primi anni di vita per una corretta masticazione, per imparare a parlare e non è da sottovalutare l’impatto estetico di un sorriso sano che permette sicuramente al bambino un più facile inserimento sociale a scuola e nei nuovi gruppi di amicizie. Ma soprattutto non dimentichiamoci che i dentini da latte fungono da guida per il posizionamento dei futuri denti permanenti e perciò è chiaro come una loro perdita precoce, ad esempio per carie, determinerebbe delle alterazioni nello spazio della bocca del bambino. Ciò induce il più delle volte a delle malocclusioni, quali affollamenti, denti storti su cui quindi si sarà costretti intervenire per dare una migliore estetica e funzionalità al sorriso dei vostri bimbi. Ma su questo argomento così delicato e complesso torneremo a parlarne nel prossimo numero. Non mi resta che salutarvi lasciandovi però un ultimo consiglio, valido sia per grandi che per piccini:… sorridete!

Infiammazioni interessanti il distretto orale o orofaringeo in toto, accompagnate o meno da iperpiressia (febbre) definiscono le “faringo tonsilliti” che possono essere acute o croniche. Allo specialista Otorinolaringoiatra difficilmente afferiscono pazienti con forme acute di faringo tonsillite per le quali è prevalentemente referente il pediatra o il MMG (Medico di medicina generale) ma piuttosto quadri di faringo tonsillite ad andamento ricorrente – cronico.

il dott. Giuseppe Migliori

Da uno studio statistico del 1998 su 10.015 casi di faringo tonsillite acute, si evidenzia come questa affezione interessi prevalentemente la fascia di età che va da 1 a 12 anni e più in particolare colpisca il 19% dei bambini fra 1 e 3 anni, il 46% dei bambini dai 3 ai 6 anni, il 32% dei bambini fra i 6 e i 12 anni e solo il 3% degli adolescenti maggiori di 12 anni. Quindi il 78% dei bambini fra i 3 e i 12 anni sono colpiti da episodi di faringotonsillite acuta. La causa di tale patologia è virale nel 70% dei casi e batterica nel restante 30%. E’ lungo l’elenco dei virus che possono determinare episodi di faringo tonsillite, dai Rhinovirus (responsabili anche dei comuni “raffreddori”), a

quello di Epstein Barr (responsabile anche della Mononucleosi), dell’HIV (AIDS) ma anche al più banale Enterovirus (responsabile delle comuni “enteriti - diarree”). Il grande numero dei ceppi virali e le loro grandi diversità hanno materialmente impedito la realizzazione di vaccini che potessero essere efficaci e nel contempo presentare scarsi effetti collaterali. Quindi solamente il 30% dei casi di “mal di gola con febbre” è causato da batteri che possono essere debellati da un adeguato trattamento antibiotico. Nei bambini il 15 - 30% dei casi di faringo tonsilliti batteriche vanno ricondotte al famigerato Streptococco beta emolitico di gruppo A (SBEA) responsabile di tante apprensioni, ripetuti esami e terapie iniettive poco gradite; negli adulti questa percentuale si abbassa al 5 - 17%. Poiché l’infezione da streptococco beta emolitico di gruppo A, se non correttamente trattata, può determinare complicazioni cosiddette “focali” (cioè a distanza) di una certa rilevanza, diviene importante poter effettuare una corretta diagnosi differenziale fra forma virali, meritevoli solamente di terapia sintomatica e forma batteriche da SBEA, meritevoli invece di adeguato trattamento antibiotico. Sono innumerevoli gli studi che hanno cercato di individuare dei segni clinici, obiettivi o sintomatologici che potessero risolvere questo problema diagnostico. Oggi possiamo affermare serenamente che l’osservazione della bocca del nostro paziente e/o la sua sintomatologia o i segni di accompagnamento non ci permettono di formulare una diagnosi differenziale certa fra una faringo tonsillite virale piuttosto che batterica. La soluzione di questo quesito diagnostico quotidiano ma non banale, è l’uso del RAD (test rapido per il rilevamento degli antigeni streptococcici) cioè di un tampone faringeo correlato ad una ricerca immuno enzimatica dello SBEA. Il test, che mostra una elevata specificità (maggiore del 90%) ed una buona sensibilità (maggiore dell’85%), è rapido ed eseguibile dal Pediatra o dal MMG in ambulatorio con un grande risparmio di risorse, di tempo e di terapie non necessarie e/o dannose. Altro motivo di apprensione è la ricorrenza degli episodi di faringo tonsillite che determina per il Medico (Pediatra o MMG) la necessità di prescrivere ripetuti trattamenti farmacologici e per il paziente l’interruzione forzata delle comuni attività quotidiane di scolarizzazione o lavorative (a seconda dell’età interessata ). L’interruzione delle comuni attività lavorative e di scolarizzazione rappresenta il problema sociale più importante coinvolgendo a cascata più soggetti sia delle strutture amministrative - produttive che di quelle assistenziali - educative (…. il lavoro che stavo svolgendo rimane fermo, non riesco a rispettare la consegna del manufatto, non riesco a sostenere l’esame universitario, perdo il compito in classe, non posso portare il bambino all’asilo e dove lo lascio, con chi ?). E’ quindi sulla ricorrenza-cronicizzazione delle affezioni faringo tonsillari che viene richiesto l’intervento dello specialista Otorinolaringoiatra che valutata l’anamnesi, l’obiettività clinica e la completezza o meno dei trattamenti farmacologici effettuati, decide (ove possibile) di percorrere una nuova strategia terapeutica farmacologica o di consigliare provvedimenti chirurgici che possano definitivamente risolvere la problematica clinica con grande soddisfazione di tutti gli interessati.

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Contributi e incentivi alle imprese di Fabrizio Festini f.festini@eusebiassociati.it

Studio Eusebi & Associati s.r.l via Einaudi, 24_61032 Fano (PU)

• INCENTIVI PER CONSULENZA E FORMAZIONE: 1 Avviso emesso dal Ministero dello sviluppo economico tramite il progetto Arco di Invitalia con scadenza al 30/06/2010 Sono previsti contributi in consulenze e assi stenza tecnica della durata massima di 3 mesi per promuovere la competitività delle PMI. I costi ammissibili corrispondono ai costi dei servizi di consulenza prestati da consulenti esterni e/o società di consulenza. La natura di detti servizi non deve essere conti nuativa o periodica. Viene erogato un contributo a fondo perduto pari al 25% del servizio erogato e comunque non superiore ai 5.000,00 euro. Possono accedere all’avviso le PMI dell’artigianato e del commercio. 2 Contributo emesso da Fondimpresa con scadenza al 31/10/2010 Si tratta di un Avviso riguardante l’erogazio- ne di un contributo che varia dai 4.000,00 agli 8.000,00 euro per la realizzazione di un piano formativo da realizzare all’interno dell’azienda. Possono accedervi tutte le imprese del territorio nazionale, purchè si iscrivano a Fondimpresa. L’iscrizione deve essere effettuata il prima pos sibile, in quanto la sua efficacia può richiedere un periodo piuttosto lungo. Il fondo funziona infatti con il versamento di una percentuale INPS per ciascun lavoratore nel fondo interprofessionale, procedura, questa, che richiede appunto delle tempistiche piuttosto lunghe.

• INCENTIVI PER CREAZIONE D’IMPRESA: 1 Avviso disponibile fino ad esaurimento risorse - Ministero Sviluppo Economico tramite Invitalia Avviso emesso da Invitalia per la creazione d’impresa e rivolto con particolare riguardo ai disoccupati. Sono previsti dei contributi a fondo perduto pari a 25.000,00 euro ed un finanziamento agevolato, finalizzati alla crea zione d’impresa. E’ richiesto lo stato di disoc cupazione della metà dei soci in caso di microimpresa, nonché lo stato di disoccupazione del titolare in caso di ditta individuale. 2 Avviso emesso dalla Provincia di Pesaro e Urbino con scadenza al 30/06/2010: Si tratta dell’erogazione di un contributo a fondo

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tel. 0721 816511_fax. 0721 816503 www.eusebiassociati.it

perduto pari a 25.000,00 euro per la creazione d’impresa. L’Avviso è rivolto esclusivamente a disoccupati e inoccupati, lavoratori in mobilità o in CIG. Le imprese rispondenti ai requisiti di accesso devono essere state costituite a partire da 1 Gennaio 2009 ed avere carattere innovativo. Sono considerate innovative le imprese che presentano: • esperienze nuove o tratte da altri contesti territoriali (regionali, nazionali ed europei) che possano portare nel nostro territorio modalità innovative e iniziative originali; • attività che incidono sulle componenti di processo sviluppando nuovi indirizzi, approcci, metodi o strumenti migliorativi da quelli in uso; • azioni che mirano, anche attraverso nuove tecnologie, a realizzare prodotti e servizi nuovi. Possono presentare la domanda coloro che abbiano residenza nella Provincia di Pesaro - Urbino e costituiscano l’azienda nella stessa area.

• CONTRIBUTO IN CONTO INTERESSI PER ACQUISTO MACCHINARI: 1 Legge Sabatini fino ad esaurimento risorse – Re gione Marche Questa legge prevede un contributo pari al 100% sugli interessi passivi pagati per l’acqui sto di macchinari o strumentazione in genere. La domanda di partecipazione è a carico di Banche, società di leasing e confidi. Tipi di investimenti agevolabili: acquisto o leasing di macchine utensili o di pro- duzione - Operazioni di leasing anche senza cambiali. Non è prevista una data di scadenza per la presentazione della domanda, in quanto trattasi di avviso aperto fino ad esaurimento risorse. 2 Legge nr. 598 fino ad esaurimento risorse - Regione Marche Questa legge prevede contributi rivolti ad ope razioni (acquisto di beni o di servizi) relativi a innovazione tecnologica, tutela ambientale, in novazione organizzativa e commerciale, sicu- rezza sui luoghi di lavoro. Consiste in un contributo pari al 70% degli in teressi passivi pagati per gli acquisti di cui sopra, la retroattività è estesa al 1° gennaio 2008. Per informazioni: f.festini@eusebiassociati.it

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