anno 4 _ numero 24 _ novembre/dicembre 2010 _ distribuzione gratuita
autorizzazione Tribunale di Pesaro n. 539 del 22/09/2006
Periodico distribuito nelle province di
Pesaro e Ancona
Vi apro le porte del mio salotto
La mia “casa di bambole” Viaggio “total pink” ne “Il salotto di Mignon”
Mignon accessori Via Corso Matteotti, 119 _ Tel. 0721 824782 Cercaci su facebook Mignon Accessori
Al 119 di Corso Matteotti, all’interno di un affascinante palazzo storico è celato un segreto: il suo nome è “Il salotto di Mignon”. Luci calde, strutture leggere per l’esposizione dei capi, e degli accessori, specchi che catturano preziosi dettagli, il tutto declinato nei toni del rosa, del panna, del verde. Una scelta stilistica precisa:“Ho arredato questo negozio come avrei fatto con casa miaspiega Ilaria Paci, 25 anni, la titolare del negozio di accessori inaugurato appena 2 mesi fa, un “prolungamento” di Mignon, l’atelier dedicato alle ragazze e alle teen-ager situato al 95 di Corso Matteotti- questo è un salotto a tutti gli effetti. Qui amiamo assaporare lentamente i piaceri della vita. Quattro chiacchiere con le amiche davanti ad una tazza di tè con i pasticcini comodamente sedute sul divano, una spruzzata di profumo davanti alla toletta. Sono queste le coccole che amo offrire alle mie clienti”. Varcare il salotto di Mignon, affacciato sulla Corte, significa concedersi il lusso di esaltare la propria femminilità e di indossare accessori di alta bigiotteria: collane, bracciali, anelli, orologi, fatti di materiali preziosi, come gli Swarovski e prodotti in Italia e di provare gli abiti ricercati e non convenzionali ispirati agli ambienti parigini e milanesi. Non poteva mancare all’interno del salotto, uno dei più adorabili accessori d’abbigliamento: il cappello. “Ricordo che Mignon originariamente era una cappelleria e mi è piaciuto dare continuità a questo accessorio
così particolare. Le nostre proposte- continua Ilaria - provengono da aziende leader nel settore, sono create con un tocco artigianale e sono il risultato di una profonda ricerca. Una delle firme che proponiamo confeziona cappelli anche per la casa reale inglese”. Modi diversi per esaltare la propria femminilità, un essere donna che travalica i canoni imposti dalla moda convenzionale. “Nel mio negozio i difetti diventano punti di forza ed i chili di troppo sono forme burrose e suadenti, vorrei che anche le ragazze con qualche chilo in più si sentissero belle e soprattutto soddisfatte. Accolgo tutte con un sorriso e soprattutto voglio che se ne vadano felici”. La “donna Mignon” è una donna che ama stupire, chic e fuori dagli schemi, stravagante, romantica, tenera. Ama gli accessori che “si fanno guardare”, le borse originali, dalle forme estrose, tiene alla qualità e sceglie con cura i propri capi. E se d’inverno è necessario coprirsi, d’estate i fisici si scoprono e mostrano costumi bon ton e copricostume realizzati in tessuti leggeri e impalpabili. “L’altro negozio Mignon -riprende Ilaria-, il primo che ho aperto, è ora dedicato alle bambine e alle teen-ager, custodisce il
mondo rosa di Camomilla- Hello Kitty”. Ilaria Paci è giovanissima ma la sua passione per la moda e per gli accessori ha origini lontane. “Sin da piccola sognavo di aprire una boutique di accessori, ciò che mi muove verso una continua ricerca è la grande passione che sento per questo lavoro”. Accanto a lei uno staff giovane composto da Roberta, la commessa di Mignon e Giulio che lavora insieme a lei ne Il salotto di Mignon. “Per l’estate ho in programma l’organizzazione di eventi nella Corte e dentro il Salotto di Mignon, perché questo è un luogo.. tutto da vivere”.
Vetrina di Mignon Accessori
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indice
numero 24
Anno 4 - Numero 24 novembre/dicembre 2010 Distribuzione gratuita Autorizzazione del Tribunale di Pesaro n. 539 del 22/09/2006 Editore Mattia Tarsi Global Service in Progress s.r.l.
in copertina
La mia “casa di bambole”
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Cara, mi passi il telecomando devo cambiare canale
08
La “medaglia” di Panaroni
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Rimborsi sulle bollette, strano ma vero
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A Natale regala il benessere
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Boom di Flash Mob
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Calendariodelle manifestazioni
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Chatroulette, la comunicazione è casuale ma non sempre piacevole
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A Fano ci restano solo le badanti
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Il Natale nel mondo fra tradizioni e curiosità
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“Mamma quest’anno per Natale voglio Pee&Poo”
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A Natale pensiamo anche al sociale
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Stanhome world cambia la tua vita
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Tormentina: una tempesta di musica, mare e divertimento
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Il Caffè del Papa tenuto a battesimo dal Vescovo
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Fano Music Story
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Cialtrontrio, quando la musica è divertimento
33
Il paradiso dei golosi è qui!
34
New York, la città che ti fa sentire vivo
36
“Indossa un paio di tacchi alti e ti sentirai un’altra”
38
Qualità dell’abitare per le esigenze più moderneo
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La casa in legno dei tuoi sogni
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Draghi ad Ancona: “I compiti dell’economia politica”
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Tutti vogliono essere originali, in pochi ci riescono. Lenny è tra questi
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Frontone, “Nel Castello di Babbo Natale...”
48
Circolo Tennis Fano: un 2010 di successi e un 2011 di grandi appuntamenti
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Franco Del Moro, il presidente che unisce
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Si salvi chi può
Rubriche
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il Cineasta
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gli Sportivi
56
Psicoterapeuta e Analista Transazionale Certificato
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l’Avvocato
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la Spadaccina
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l’Erborista
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Vita diocesana
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il Farmacista
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l’Ortodontista
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l’Otorino
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il Promotore finanziario
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il Commercialista
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Direttore responsabile Corrado Moscelli direttore@fanoinforma.it Redazione Per inviarci i vostri comunicati redazione@fanoinforma.it Hanno collaborato a questo numero: Silvia Bonci Alessandra Gasparini Mariolina Palazzi Marco Spadola Annalisa Perazzini Sandro Candelora Alberto Bignami Giovanni Ricci Paolo Casisa Grafica e impaginazione: Media’s Project www.mediasproject.it Stampa: Litoservice Distribuzione: Full Time Group
Vi apro le porte del mio salotto
Cara, mi passi il telecomando che devo cambiare canale Il canone Rai ci costa ma cosa ci offre? di Corrado Moscelli Lo ammetto. Per due anni non ho pagato il canone Rai. Quando sono andato ad abitare nella mia nuova casa al canone proprio non ho pensato e siccome non ho ricevuto nemmeno le cartelle esattoriali, per due anni sono stato un trasgressore. Poi un bel giorno un dipendente dell’Ufficio Entrate ha suonato il campanello del mio appartamento e dopo aver verificato che la tele in casa c’era ed era pure funzionante, mi ha presentato il conto. Una determinata cifra per saldare il passato, che onestamente non ricordo, e i nuovi bollettini per l’anno in corso. Da due anni pago il canone regolarmente così posso guardare i canali Rai con lo stomaco più leggero. Posso vedere “Chi l’ha visto?” dove in diretta annunciano alla mamma di Sara Scazzi che sua figlia è stata trovata morta e che l’ha uccisa lo zio, posso seguire passo passo la domenica pomeriggio Massimo Giletti mentre conduce L’Arena e i suoi ospiti fanno a gara a chi urla più forte, oppure posso riguar-
darmi l’ennesima puntata del Commissario Montalbano o, per la trentaduesima volta, Rocky. Per non parlare poi di Sanremo dove i presentatori ricevono cachet milionari e arrivano ospiti che per 3 minuti guadagnano come una intera fabbrica della Fiat. E come non citare quelle trasmissioni dove vengono invitati esponenti dell’uno o dell’altro schieramento politico esclusivamente per fare propaganda elettorale e spesso finisce a insulti e spintoni. Il tutto, ovviamente, interrotto da lunghe pause pubblicitarie. Ma come pago il canone e mi devo sorbire anche tutta questa pubblicità? Ma come pago il canone e questa è l’offerta che mi passa la tv di Stato? Ma se il canone mi costa 110 euro l’anno e l’abbonamento Sky 53 euro al mese perché sono più contento di pagare il secondo che tra l’altro non sono nemmeno obbligato a sottoscrivere? Qualcuno mi potrebbe dire che non c’è bisogno di farla tanto lunga e che se non sono soddisfatto di quello che propone la Rai posso tranquillamente cambiare canale. No, troppo facile. E’ una questione di principio. Io il canone
lo pago, almeno lasciatemi sfogare. Quando non pagavo la “gabella” non mi interessava più di tanto quello che propinavano i primi tre canali, oggi è diverso, oggi mi rimane sul gozzo sapere che i miei soldi vengono spesi in quel modo. E poi voglio darvi un consiglio: non aprite mai la porta agli sconosciuti, potreste ritrovarvi il canone Rai da pagare e da quel giorno guardare la tv non avrà più lo stesso significato.
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La “medaglia� di Panaroni
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Rimborsi sulle bollette, strano ma vero Servizio di depurazione e maggiore Iva sul gas metano: c’è chi deve avere indietro i soldi di Sergio Schiaroli Presidente Provinciale Federconsumatori Segretario Provinciale Sunia-APU I nostri sportelli Sunia e Federconsumatori sono sensori della condizione economica delle famiglie ed infatti da oltre un anno sono ormai numerose le situazioni rilevate di sfratto per morosità o di mancato pagamento delle rate dei mutui siano essi ipotecari o chirografari. In caso di licenziamento o cassa integrazione i lavoratori sono costretti infatti a tagliare tali costi per poter almeno far fronte alle spese di prima necessità come gli alimenti. Sono poi meno importanti ma frequentissime le richieste di intervento delle nostre associazioni in materia di telefonia e più di recente di contratti energia (gas ed elettricità) che a seguito delle liberalizzazioni ha portato ad una concorrenza spesso senza limiti e regole di corret-
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tezza. La nostra città di Fano più di altre ha risentito della congiuntura soprattutto per la crisi della cantieristica che ha coinvolto non solo lavoratori extracomunitari ma tanti giovani con famiglia giunti soprattutto dal sud. Non è stato raro vedere nei nostri uffici famiglie disperate con bambini piccoli in braccio. In tale quadro desolante noi siamo impegnati nel cercare di risolvere al meglio almeno le controversie quotidiane e recentemente non sono mancate alcune notizie positive per molti utenti. La sentenza della Corte costituzionale (n.335/2008, pubblicata in G.U. n. 335) del 15/10/2008, aveva dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme in base alle quali la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione, manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi. In virtù di tale
sentenza circa 20.000 utenti della nostra provincia che hanno versato una somma non dovuta avranno diritto al rimborso in base alla procedura già deliberata e avviata dall’AATO n. 1 di Pesaro e Urbino, tra i primi attivatisi in Italia. Il recupero si riferisce al periodo 16/10/03- 15/10/08 per il quale è necessaria la richiesta formale mentre per il periodo successivo il recupero dovrebbe avvenire in automatico. La media dei rimborsi è circa 40 euro ciascuno mentre il totale è di 5 milioni di euro per cui alcuni rimborsi saranno consistenti. Considerando i termini di prescrizione, per un periodo già decorsi, sollecitiamo gli utenti a fare domanda previa verifica sui siti web che proprio in questi giorni hanno inserito i dati utili per individuare i consumatori interessati che nella nostra zona sono soprattutto a Mondolfo (1380), Mombaroccio (178), San Costanzo (227), solo alcuni a Fano. Molto rilevante è invece il successo riportato dal Sunia che ha ottenuto per i cittadini il rimborso della maggiore IVA applicata sul gas metano per uso promiscuo (cucina e riscaldamento) negli impianti di condomini o cooperative di abitazione grazie alla diffida presentata all’Agenzia delle Entrate che ha emesso la risoluzione n. 108/E del 15 ottobre, entrata immediatamente in vigore. Infatti i 480 mc su cui va applicata l’IVA ridotta debbono essere moltiplicati per il numero degli appartamenti e non calcolati una sola volta sull’intero condominio come fatto finora applicando poi il 20% su tutta l’eccedenza. Stimiamo che una famiglia media italiana che consuma 1.400 metricubi di gas metano ad uso civile promiscuo all’anno, per un importo complessivo di circa 1.050 euro all’anno potrà avere un rimborso di circa 36 euro per ogni anno soggetto a rimborso a decorrere dal 2008 e 25 euro per i primi dieci mesi del 2010, quindi complessivamente circa 97 euro. Pertanto invitiamo tutti i cittadini consumatori interessati a voler inoltrare domanda all’Ente gestore che emette la bolletta. La domanda va inoltrata per conoscenza anche alla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate. Le domande possono essere presentate individualmente o tramite l’Amministratore di condominio che potrà indicare l’elenco delle bollette pagate e i relativi conteggi. Come Associazioni abbiamo predisposto un modulo o a richiesta possiamo assistere direttamente gli utenti. I proprietari/inquilini con impianti singoli non hanno diritto all’azione in quanto a loro già si applica l’aliquota ridotta del 10% sui primi 480 mc. Sono peraltro migliaia gli utenti interessati del territorio fanese che risiedono in condomini con impianto centralizzato. Ricordiamo che i nostri sportelli sono presenti a Fano (martedì, mercoledì, giovedì e venerdì) , Pesaro, Urbino, Fossombrone, Calcinelli, Fermignano e Urbino.
A Natale regala il benessere Extraspa propone dei pacchetti ad hoc con la combinazione di vari servizi
Quante volte, a pochi giorni dal Natale, siete andati in crisi perché non sapevate davvero cosa regalare al vostro partner o ad un amico. Quante volte avete ripiegato per un oggetto che magari è stato riposto in fondo ad un cassetto oppure sopra ad una mensola per essere ricoperto dalla polvere. Più si avvicina il Natale è più cresce il “panico da regalo” e tanti di voi farebbero carte false pur di presentarsi a questo appuntamento con un regalo originale e simpatico. Quest’anno tutto questo non accadrà perché l’idea originale è venuta allo staff di Extraspa che ha pensato di creare per il periodo natalizio un abbonamento ad hoc, per tutte le tasche e per ogni tipo di esigenza. Una vera e propria composizione di benessere e salute che ben si sposa con un periodo in cui i nostri
fisici sono costretti ad autentici tour de force enogastronomici. Ecco perché non c’è niente di più appropriato di un trattamento Spa, di un massaggio o di una maschera viso, per lasciarsi alle spalle le “scorie” alimentari delle festività natalizie. Con questi mini pacchetti, della durata di un singolo giorno o al massimo di tre, sarà possibile scegliere tra una vasta gamma di servizi che Extraspa offre quotidianamente ai suoi clienti. Servizi interamente dedicati al benessere e alla
salute che verranno sicuramente apprezzati da chi li troverà sotto l’albero il prossimo 25 dicembre. Dalla maschera in ferro, vera e propria punta di diamante del centro, al trattamento con perle gommage e oli essenziali, dal massaggio classico ai trattamenti estetici di ogni tipo, Extraspa vi permetterà di creare la combinazione desiderata con estrema facilità. Insomma quest’anno sarà davvero difficile farsi prendere dallo stress, il regalo l’avete già trovato.
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Boom di Flash Mob
Anche la nostra provincia scopre il gusto dell’ “evento istantaneo” di Silvia Bonci
A Urbino oltre 500 persone, il 10 novembre 2010, hanno ballato in silenzio, per 4 minuti e mezzo in piazza della Repubblica. Una settimana prima i giovani fanesi si erano incontrati in piazza XX Settembre con un libro in mano. Un’altra moda che arriva direttamente da New York, partorita dai creativi americani quella del Flash Mob, che si sta diffondendo sempre più anche in Italia. Il Flash Mob (dall’inglese flash, breve esperienza o in un lampo e mob, folla) è un fenomeno sociale che consiste nell’aggregazione di una notevole quantità di persone in uno stesso luogo ed in un preciso istante di tempo per eseguire una determinata azione. La contemporaneità dell’atto eseguito da parte di una moltitudine di persone (i mobbers) crea l’evento, il Flash Mob appunto. Ci si raduna ri-
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spondendo ad un invito che è stato veicolato attraverso i canali media offerti dalle moderne tecnologie dell’informazione. Sms, social network, mail, passaparola telematici all’interno delle communities. L’invito si caratterizza per essere originale, fresco, leggero. Spesso anche bizzarro. Uno dei Flash Mob più famosi, al quale si sono sicuramente ispirati anche gli studenti urbinati è il “silent rave” avvenuto a Londra il 4 aprile 2007. Durato circa 2 ore ha visto la presenza di ben 4.000 mobbers che hanno ballato al suono di una musica inesistente. Il Flash Mob infatti, nasce come fenomeno immotivato che non ha nessuno scopo se non quello di rompere la quotidianità ma in alcuni casi la tecnica è stata ripresa anche da associazioni e organizzazioni politiche sia per organizzare proteste che per promuovere la diffusione di idee. L’aspetto più interessante del Flash Mob è quello ludico che porta le persone ad incontrarsi per vivere un’esperienza, per rompere con la quotidianità e cela le contraddizioni insite nei social network e nella rete in generale dai quali è promosso: la solitudine dell’individuo e il bisogno di aggregazione. Un’aggregazione che nasce sempre più dagli interessi,
dalle passioni o semplicemente da eventi. Eventi come i Flash Mob, proprio perchè capaci di scatenare mobilitazione, diventano fenomeni sociali di interesse anche per le aziende ed in particolare per gli uomini del marketing. A rendere famosi i Flash Mob in Italia anche un film particolarmente amato dalle giovani generazioni: Notte Prima degli Esami-Oggi. In tanti ricorderanno la scena in cui i protagonisti, partecipano ad un Flash Mob sul famoso ponte di Castel Sant’Angelo a Roma, spogliandosi completamente. Il più grande Flash Mob in assoluto è stato invece quello del 29 maggio 2010, durante l’Eurofestival a Oslo, con la partecipazione di 18.000 persone alla Telenor Arena di Oslo, oltre ad altre migliaia di persone in varie città dell’Europa che hanno ballato la stessa coreografia. E dopo i Flash Mob più grandi meritano un accenno anche i più romantici, quelli dedicati ai baci come quello del 14 febbraio 2010 a Roma, per festeggiare San Valentino: il bacio collettivo a piazza di Spagna. Al via ognuno dei partecipanti ha dovuto baciare il proprio partner per 10 minuti. Il Flash Mob dell’amore è stato aperto a tutte le inclinazioni, anche a chi voleva dimostrare al mondo il suo amore per oggetti, cibi o attori. Nessuno però è arrivato in piazza di Spagna baciando appassionatamente un piatto di bucatini o una foto di George Clooney. A queste stranezze tutti hanno preferito il classico bacio alla francese scambiato con il proprio partner.
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Calendario delle manifestazioni
ecco i nostri consigli… 5, 8, 12 dicembre 2010 Frontone Nel castello di Babbo Natale
Iniziative natalizie
7 dicembre 2010 Pesaro LIGABUE
Concerti
8 dicembre 2010 Cartoceto La città di Babbo Natale
Iniziative natalizie
10 dicembre 2010 Urbino URBINOinSCENA - stagione di prosa 2010/2011
Teatro
12 dicembre 2010 Fano Fiera Mercato dell’Antiquariato
Fiere 2 dicembre 2010 Pesaro Evans Tribute Duo-Jazz e Contorni
5 dicembre 2010 Gradara Castello di Natale 2010
Musica
Iniziative natalizie
12 dicembre 2010 Sassocorvaro Passeggiando tra i ricordi
Fiere dal 4 al 8 dicembre 2010 Pesaro Candele a Candelara
5, 8, 12 dicembre 2010 Montecalvo Foglia Mercatini di Natale
Mercati
Iniziative natalizie
19 dicembre 2010 Gradara Castello di Natale 2010
Iniziative natalizie 4 dicembre 2010 Fano Festa del mare d’inverno
dal 5 al 8 dicembre 2010 Seguendo la cometa Montemaggiore al Metauro
Animazione
Iniziative natalizie
19 dicembre 2010 Piobbico Presepe vivente
Iniziative natalizie 4 dicembre 2010 Pesaro Ennio Morricone
5, 8, 12 dicembre 2010 San Lorenzo in Campo Mercatini natalizi
Musica
Iniziative natalizie
24 dicembre 2010 Piobbico Arriva Babbo Natale
Iniziative natalizie 5 dicembre 2010 Pesaro Dieci Pezzi Facili
12 dicembre 2010 Macerata Feltria Il paese delle meraviglie
Convegni
Iniziative natalizie
24 dicembre 2010 Urbania Babbo Natale scende dal campanile
Iniziative per bambini
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26 dicembre 2010 Gradara Castello di Natale 2010
6 gennaio 2011 Pesaro LA NOTTE DEI DESIDERI
26 gennaio 2011 Urbino URBINOinSCENA
Iniziative natalizie
Teatro
Teatro
26 dicembre 2010 Piobbico Concerto Polifonico Santa Maria
9 gennaio 2011 Urbino URBINOinSCENA
30 gennaio 2011 Saltara Note di scienza-Le Domeniche al BalĂŹ
Iniziative natalizie
Teatro
Animazione
dal 2 al 6 gennaio 2011 Urbania Festa nazionale della Befana
16 gennaio 2011 Pesaro Dieci Pezzi Facili
30 gennaio 2011 Pesaro Dieci Pezzi Facili
Iniziative per bambini
Convegni
Convegni
dal 5 al 6 gennaio 2011 Urbino L’appartament
23 gennaio 2011 Pesaro Dieci Pezzi Facili
Teatro
Convegni
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A Fano ci restano solo le badanti
POPOLAZIONE RESIDENTE Dicembre 2006
61.758
Dicembre 2008
63.734
Settembre 2010
64.062
Crescita demografica lenta negli ultimi due anni, in città resistono soprattutto le donne La crescita demografica nel Comune di Fano negli ultimi due anni ha fatto registrare “solo” un + 328 persone. Al 31 dicembre 2008 la popolazione residente era di 63.734, nel settembre del 2010 è salita fino a 64.062, con un aumento di circa 300 persone. Un aumento davvero limitato se si pensa che nei due anni precedenti, cioè dal 2006 al 2008, i residenti erano aumenti di 1.976. Questi numeri sono stato l’oggetto di un interessante articolo pubblicato all’inizio del mese di novembre sulle pagine locali de Il Resto del Carlino dove è stato evidenziato che anche la crisi economica ha influito su questi dati. Guardando infatti la popolazione maschile si nota che alla fine del 2009 i maschi erano 31.043, mentre a settembre di quest’anno sono scesi a 30.999 (44). Nell’articolo de Il Resto del Carlino si legge che “la crisi iniziata nel 2008 ha prodotto un calo del lavoro e determinato come conseguenza visibile l’abbandono della manodopera da Fano che si è trasferita verso altri lidi. In particolare il calo maggiore si verifica fra gli stranieri, molti dei quali hanno preferito ritornare in patria e negli italiani provenienti dal sud che invece sono tornati nella zone di origine”. Probabilmente per quanto riguarda il dato degli uomini ha inciso la crisi che ha attraversato la cantieristica. Negli ultimi anni molti extracomunitari e meridionali si sono trasferiti nella nostra città perché qui avevano trovato
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occupazione. Oggi che molte aziende del settore hanno lasciato il territorio anche molti dipendenti hanno fatto la stessa cosa. Discorso diverso per le donne che, invece, come bandanti, hanno trovato lavoro e una regolarizzazione (anche se la Guardia di Finanza alcuni mesi fa ha effettuato un’operazione che ha dimostrato che sono ancora tante le badanti “abusive”). Le straniere che sono riuscite a mettersi in regola sono quindi diventate residenti e tenendo in considerazione che questo lavoro continua ad essere sempre molto richiesto (basta andare in ospedale intorno alle 20 per notare l’arrivo di vere e proprie flotte di badanti che si apprestano a trascorrere la notte con i loro assistiti) si intuisce perché le donne hanno risentito meno della crisi….demografica. resta però il fatto che se le cose stanno in questo modo il futuro per la nostra città non è certo dei più rosei considerato che la badante non è certo una risorsa per il territorio e lo stipendio che percepisce non viene di certo reinvestito nella nostra città.
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Il Natale nel mondo fra tradizioni e curiosità Ogni paese ha un modo differente per attendere e trascorrere la festività più importante dell’anno In Italia il Natale viene accostato alla nascita di Gesù bambino, ai regali di Babbo Natale e al classico pranzo con i famigliari. Ma nel resto d’Europa e nel mondo questa festività viene celebrata in maniera differente. Ecco una serie di esempi.
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Partiamo dalla Spagna dove scopriamo che il giorno forse più atteso è il 28 dicembre quando arrivano i Re Magi, Los Reyes, che distribuiscono dolci e caramelle per le vie delle città. In Inghilterra il natale viene vissuto quasi come in Italia visto che Babbo Natale arriva nella notte del 24 dicembre per lasciare i regali ai bambini che a loro volta lasciano sul tavolo della cucina un bel bicchiere di latte e un dolcetto per lui ed una carota per le sua renna. La tradizione vuole che i bambini francesi mettano le loro scarpe in modo ordinato perché Babbo Natale è proprio in quel post che, la notte del 24 dicembre, lascerà i suoi doni doni. Spostandoci in Germania, in particolar modo nel sud, la popolazione sparge del grano sui tetti delle case affinché anche gli uccellini possano far festa. Durante il periodo dell’avvento i più piccoli mettono nelle proprie camere dei calendari con 24 finestrelle da aprire di giorno in giorno promettendo di compiere buone azioni. Se si comporteranno bene il 6 dicembre sarà San Nicola a portare i dolci mentre il 24 dicembre spetterà a Gesù bambino portare i doni. Anche in Finlandia si pensa agli uccelli e viene preparato nei giardini un alberello perché possano far festa anche loro il giorno di Natale. L’attenzione per i volatili è presente anche in altri paesi europei ed infatti anche Austria i bambini e gli adulti gettano briciole di pane agli uccelli durante l’ormai tradizionale passeggiata nel parco. Festa delle Stelle è invece il nome che viene dato in Polonia alla vigilia del Natale e prima di iniziare a mangiare bisogna stare con il naso all’insù per vedere comparire la prima stella. In Svezia, invece, si mette un mazzo di spighe di grano sul davanzale della finestra mentre in Grecia ci si scambiano i doni il 24 e il 25 dicembre ed anche il 1 gennaio. Spostandoci oltre Oceano scopriamo che in Messico i giorni che precedono il Natale sono caratterizzati da una popolare tradizione, las posadas, che ripropone l’episodio dell’arrivo a Betlemme di Giuseppe e Maria e della loro ricerca di un luogo dove accamparsi. Un corteo segue Giuseppe e Maria che vanno a chiedere “posada” (ospitalità), in una casa. La processione riprende poi al suono degli strumenti musicali, intervallato da preghiere e canti di litanie fino a quando davanti alla porta della casa prescelta, al gruppo nella strada che domanda “posada” con un canto, risponde dall’interno dell’abitazione un secondo coro. Dopo aver pregato tutti insieme, la famiglia ospitante offre dolci e bevande. Si termina con il gioco della pinata, una pentola di terracotta (pignatta) appesa ad una corda che un bambino bendato dovrà rompere colpendola con un bastone. Le pignatte, per la gioia dei bambini sono piene di frutta dolci e giocattoli.
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“Mamma quest’anno per Natale voglio Pee&Poo”
Lista semiseria dei giochi più strani pescati dal web di Silvia Bonci
Quando ero bambina iniziavo a scrivere la letterina a Babbo Natale ad agosto e per dicembre l’avevo già modificata svariate volte tanto che da letterina si trasformava in una lista della spesa chilometrica contenente di tutto, dalla nuova bambola vista in Tv, alle scarpe da ginnastica rosa che quando cammini si illuminano e suonano, al gioco in scatola, ai “tegamini”. La mia massima aspirazione è sempre stata quella di possedere Sbrodolina, una bambola che sputacchiava tutto quello che le facevi ingerire dal biberon e che non ho mai ricevuto. Ma io sono nata negli anni ‘80 ed a pensarci oggi sembra già di riferirsi all’età della pietra. Già perché oggi facendo un giro in internet ci si accorge di quanto siano fantasiosi i giochi del nuovo millennio. C’è God Jesus, il robot predicatore prodotto in Giappone, che svela “Truth about scientology”, la verità su scientology. God Jesus ha l’aspetto di un normale robot, se non fosse per la croce che brandisce e funziona come la palla magica: risponde alle domande che gli vengono poste, di conseguenza anche a quelle su scientology. Per bambini più piccoli ci sono dei “teneri” peluche come il virus Ebola, Yersina pestis, la peste nera, o Bovine Spongiform Encephalopathy, la mucca pazza, ma anche la febbre tifoide ha un suo fascino, così come l’Antrace, tutti comodamente acquistabili on-line. E come non citare Pee&Poo. Pee&Poo sono due pupazzi di peluche che riproducono le fattezze di un gocciolone di pipì e di un gomitolo di pupù e che hanno avuto talmente tanto successo da essere riprodotti in una serie di t-shirt, biancheria intima per donne, uomini e calzini. E che dire delle femminucce, che si sa, amano le bambole, per loro c’è Pisellina, la bambola ermafrodita. Si avete capito bene, la bambola ermafrodita, proprio come un fiore, che detta così può sembrare addirittura poetica, ma le bambine non faranno un po’ confusione? Per quelle più emancipate c’è anche la bambola lap dance con tanto di palo per allenarsi nella propria cameretta, cd musicale e soldi finti da infilare sotto le mutande durante gli spettacoli, un gioco, “altamente educativo”.
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Dopo il pirata Popò dal Giappone arriva il pirata pupù, lo stesso gioco ma senza pirata e con tanta popò. E poi ci sono i giochi per i “piccoli scienziati” ai quali nemmeno i genitori giocherebbero mai perché sembrano di una noia mortale come il disco di Eulero che è formato da un disco metallico le cui superfici opposte sono degli specchi concavi. Viene fatto girare su uno specchio (anche sotto lo specchio ci sono dei magneti) allo stesso modo di come si fa girare una moneta su
un tavolo. Chi di voi starebbe a guardare un disco che gira? Come avrete capito i tempi sono cambiati da quando si giocava con il cavallino a dondolo o con il classico trenino anche se non è detta che sia un bene. Se vostro figlio/fratello/nipote tornerà a casa gridando che per Natale vuole Pee&Poo perlomeno non farete la figura degli antiquati, anche se potrete sempre rifiutarvi di acquistarlo. A meno che gli amici di scuola non ce l’abbiano già tutti.
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A Natale pensiamo anche al sociale Per una volta scegliamo di pensare a chi ne ha più bisogno di Silvia Bonci
Il Natale è sempre più un momento di consumismo sfrenato. Regali costosi, pranzi e cene interminabili, vacanze in luoghi esotici sono le caratteristiche di una festa della quale si è progressivamente perso il vero significato. Ma è possibile vivere un “Natale solidale”? La risposta è sì. Sono numerose le associazioni e le Onlus che propongono un Natale diverso, un Natale in cui si sceglie di pensare a chi ha meno. Anzi a dire il vero c’è l’imbarazzo della scelta. La Onlus fanese l’Africa Chiama propone biglietti augurali da inviare ad amici, familiari, dipendenti o collaboratori, ma anche il “kit natalizio” descritto dall’associazione come “un gesto di giustizia”, regalando ai 10.000 bambini e ragazzi accolti
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nei centri dell’associazione un Kit, alimentare o didattico, del valore di 20,00 € affinché anche per loro sia Natale, ma anche il calendario 2010 dedicato al lavoro dignitoso e che ritrae donne e uomini africani fotografati sul luogo di lavoro. Ed infine tanti i progetti e le iniziative a cui possono aderire le aziende e gli enti pubblici, decidendo di devolvere il budget aziendale destinato alle festività natalizie a sostegno di un grande progetto di solidarietà. Coloro che faranno questa scelta invieranno una cartolina fotografica o una lettera personalizzata a clienti, dipendenti e fornitori per comunicare la propria decisione. L’associazione “Amici del Quilombo”, collegata al “Centro Cultural Quilombo” che gestisce una scuola materna e una scuola elementare nella città di Goiàs, situata in una zona centrale molto povera del Brasile, all’inizio di novembre ha organizzato un mercatino durante il quale ha venduto matite, portachiavi, biglietti augurali e tanto altro ancora. Il ricavato del mercatino che ha avuto luogo sotto Palazzo Gabuccini è stato destinato ai bambini brasiliani. Come ogni anno anche le “Mamme fanesi” che collaborano con l’associazione Nyumbani Onlus nata con lo scopo di sostenere i progetti della
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Children of God Relief Institute, la prima casa d’accoglienza a Nairobi per accogliere bambini orfani sieropositivi, fondata nel 1992 dall’italiano Padre Angelo D’Agostino, organizzano a loro volta un mercatino di beneficenza all’interno del quale saranno messi in vendita centrini, asciugamani ricamati, tovaglie, tutto rigorosamente fatto a mano, che avrà luogo dal 25 al 28 novembre al Sant’Arcangelo (giovedì e venerdì dalle 15.30 alle 19.30 e sabato e domenica dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 19.30). Il denaro raccolto sarà devoluto interamente all’associazione Nyumbani Onlus per la costruzione di abitazioni destinate ai piccoli dell’orfanotrofio di Nairobi. Infine una bella iniziativa solidale dedicata agli amici a quattro zampe dal titolo “Natale d’amore bau” organizzata dal K9 Soccorso Cinofilo per venerdì 24 dicembre 2010 in piazza XX Settembre (dalle 15.30 alle 18), quando cani e padroni si incontreranno per scambiarsi i regali di natale e per fare un gesto di solidarietà in favore degli animali più sfortunati, quelli che non vivono in famiglia ma nel canile. Chi vorrà potrà infatti portare coperte, cibo e medicinali da regalare a questi amici con la coda.
NELLE FOTO: 1. Amici del Quilombo mostra a Goias 2. Biglietto augurale dell’associazione l’Africa Chiama 3. Cane in versione natalizia 4. Villaggio Nyumbani a Kitui
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Stanhome world cambia la tua vita
Ciao sono Silvia e vi voglio raccontare una bella storia, 17 anni fa, un po’ per scherzo, un po’ per indipendenza economica, ho deciso di abbracciare l’opportunità STANHOME. Andavo a scuola e le mie idee su quello che sarebbe stato il mio futuro lavoro lavorativo erano chiare: segretaria nell’azienda di mio padre con un posto e uno stipendio sicuro. Vivevo questa opportunità a fianco della scuola, il mio impegno era minimo ma costante e la soddisfazione più grande, dopo essermi diplomata è stata ricevere la notizia della vincita del viaggio in Kenya-Tanzania, 13 giorni di Safari Fotografico!!! Un sogno!!! Tornata dal viaggio ho riflettuto su questa opportunità di lavoro, che ti premia, che ti gratifica tanto in guadagni e incentivi. Scelsi così di abbracciare a pieno questo lavoro e dopo 6 mesi sono diventata responsabile di un gruppo di persone, che avevano detto sì, come me, ad un’opportunità a dimensione di donna (studentesse, giovani mamme, donne alla ricerca di un lavoro flessibile). Questo mi ha permesso di vincere tanti altri viaggi e fare ottimi guadagni. Per 11 anni ho ricoperto questo ruolo che mi ha vista protagonista di varie situazioni famigliari. Da ragazza a moglie e mamma di 3 figli nati in 26 mesi. Questo lavoro mi ha permesso di seguire la mia famiglia con la possibilità di gestirmi il mio tempo lavoro, anche di poche ore settimanali. Nel 2008 ho scelto di fare il salto di qualità e diventare Direttrice di Filiale, così da 3 anni gestisco il territorio di Pesaro e Fano fino a Mercatello sul Metauro, con 170 incaricate ma il nostro obiettivo è di raggiungere 250 persone e aprire su Pesaro una nuova sede. Questa azienda offre opportunità uniche che non avrei mai immaginato di vivere, come quella di apparire per 2 settimane, dall’8 al 20 Novembre in TV su canale 5 nella trasmissioni di “Amici” per promuovere l’opportunità di guadagno e di carriera che offre la nostra azienda.
Se vuoi dare una svolta alla tua vita, vieni a visitare il nostro ufficio in via delle Querce 2 (zona ex zuccherificio) a Fano o contattami per informazioni allo 0721805545 o 3923981230 Silvia. Stanhome world cambia la tua vita.
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Tormentina: una tempesta di musica, mare e divertimento Dalla Romagna per ballare nel nuovo locale del sesto piano dello storico Cruiser di Alessandra Gasparini
Quando il mare si scatena arruffando imbarcazioni, uomini e cielo, lo skipper arma la sua barca di una piccola vela, la tormentina, issata a prua per cercare di combattere la tempesta e seguire la propria rotta. Ispirato da un documentario sulla vela, Giacomo Paianini, pesarese doc, noto in città per le sue varie attività legate all’animazione e al divertimento serale, ha deciso di dedicare il nome del Tormentina, nuovo locale al sesto piano della terrazza del prestigioso Cruiser, l’albergo a quattro stelle in viale Trieste a Pesaro, al mare e allo spettacolo della natura. Una scelta che è riflesso diretto del locale, dove è il mare a far da padrone. Terrazza con vista a 360° sul lungomare e centro storico pesarese, vetrate e colori in onore di Poseidone, un’area quasi sospesa tra terra e cielo, il tutto contornato da particolarità di un albergo storico della città fanno del Tormentina un locale unico con serate esclusive. Sono infatti riservati al venerdì gli appuntamenti con il divertimento, e la musica del Tormentina: “Abbiamo deciso di offrire –ha spiegato Giacomo Paianini, titolare- ai clienti estivi del Makako Beach, il locale di viale Trieste che gestisco durante l’estate, una versione invernale per passare una serata d’eccezione. Insieme con Davide Bassetti, titolare del Cruiser, che ci ha scelti nel progetto ideato per offrire un’ulteriore proposta alla clientela del suo hotel, abbiamo creato questo appuntamento privilegiato, che andrà avanti fino a marzo”. Sono ancora una volta le vele a condurre gli ospiti nell’ambiente esclusivo della terrazza del Cruiser. Si entra nella hall dell’hotel delimitata da delle piccole vele e si sale con l’ascensore fino al sesto piano. Si aprono le porte e si entra in un locale che ricorda i loft newyorkesi, con linee semplici, arredamento essenziale, spazi aperti e salotti confortevoli. E poi ci sono buon cibo, musica e il divertimento: “La cena – continua Paianini- è accompagnata
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dall’esibizione live di una cantante. Poi la serata prosegue, sull’onda dello stile del Makako, con la migliore house degli anni ’70, ’80 e ’90 per concludere con le sonorità commerciali del momento da ballare in pista”. Nonostante un ambiente sofisticato, il target a cui si rivolge la proposta del Tormentina è molto variegato: “Il pubblico del Tormentina spazia dai 20 ai 50 anni –conclude Paianini- e proviene sia da Pesaro, sia dall’entroterra ma anche dalla Romagna, un risultato davvero importante”.
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Il Caffè del Papa tenuto a battesimo dal Vescovo Il Caffè VIII Shop inaugurato a Fano da sua eccellenza Armando Trasarti sempre molto sensibile nei confronti dei giovani “Questa bevanda del diavolo è così buona... che dovremmo cercare di battezzarlo e ingannarlo”. Le parole pronunciate da Papa Clemente VIII, nato a Fano nel 1536 parlano di una bevanda che è entrata di diritto nel patrimonio italiano dopo un lungo percorso iniziato come “bevanda del diavolo”: il caffè. A volte sembra quasi che la storia voglia ripetersi. E’ stato infatti il vescovo Armando Trasarti a tagliare il nastro di quello che oggi rappresenta un luogo ideale per gli amanti della bevanda, il nuovo Caffè VIII Shop, inaugurato sabato 16 ottobre, in via Vittorio Veneto, 87. Caffè VIII Shop è l’eden dei maniaci del caffè, una delle poche attività dove all’interno si possono trovare circa il 90% di prodotti legati al mondo della bevanda e avere informazioni e indicazioni su come gustarselo al meglio. Caffè in grani, caffè in capsule, in cialde, macinato e distillato, questi i prodotti base ma per chi ha voglia di spaziare in questo aromatico mondo, Caffè VIII Shop offre molto di più come, ad esempio, i distillati: grappa, liquore, crema, li-
quore al cioccolato tutti con i profumi e le caratteristiche del Caffè VIII; o come gli accessori per la casa firmati Caffè VIII: tazzine, montalatte, macchine da caffè e vassoi. Il marchio Caffè VIII, nato un anno fa dall’idea del giovane imprenditore Mattia Tarsi, deve le sue origini ad un legame profondo intessuto dai fili del passato. “Il nostro lavoro è partito da questa città – spiega Mattia Tarsi, titolare dell’azienda- e
dalla leggenda che la lega al caffè e a Papa Clemente VIII. Iniziai ad approfondire il discorso del caffè e vidi che c’era sempre un elemento comune che era papa Clemente VIII. Fu lui, dopo aver assaggiato una tazza di caffè, all’epoca vietato, a dire che una bevanda così buona non poteva che tornare ad essere diffusa. Scegliere il nome per il nostro marchio è stato quasi un passaggio obbligato”. Oggi Caffè VIII è una realtà in continua espansione tanto che, a breve, nuovi punti vendita di Caffè VIII nasceranno in vari paesi europei e non solo: “I paesi in via di sviluppo – spiega Tarsi- stanno convertendo la cultura del tè con quella del caffè. E’ un mercato in continua espansione quello in cui il nostro marchio si sta facendo largo, raccogliendo numerosi consensi”. E per Natale, Caffè VIII, ha pensato a curiose ed allettanti offerte, sempre all’insegna di un aroma raffinato e pieno di leggenda.
www.caffeottavo.it Fano (PU) _ Via Vittorio Veneto, 87 Te. 0721 865773
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Fano Music Story
Dal 1930 a 1980 la città si racconta attraverso la musica I NUMERI DI “FANO MUSIC STORY”: 3
anni di lavoro, tra ricerca e realizzazione
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capitoli (Anni ’30 ’40 ’50 - Anni ’60 Anni ’70 - Musicisti emigrati all’estero)
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storie autobiografiche raccontate direttamente dai musicisti protagonisti
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schede (in ognuna delle quali viene raccontata la storia di un gruppo musicale, di un solista o di un evento musicale)
256 pagine 418 musicisti (non solo fanesi) citati nel libro 1190 fotografie inedite “Fano Music Story” è in vendita in tutte le librerie di Fano, di Pesaro e di Urbino. di Paolo Casisa
Sono un musicista da oltre trent’anni e grande appassionato di musica beat, rock, blues, progressive e jazz. Alcuni anni fa mi sono reso conto che nessuno hai mai raccontato la storia dei musicisti fanesi, così ho iniziato un capillare lavoro di “archeologia” musicale che mi ha portato ad incontrare centinaia di musicisti, ex musicisti e loro parenti. Col passare del tempo abbiamo messo a punto le loro storie artistiche corredate da tantissime fotografie. Il percorso è stato lungo ed estremamente emozionante e coinvolgente per me, ogni musicista ha donato al progetto i ricordi più belli della sua vita scandita dalla musica e man mano ha preso corpo “Fano Music Story”, storia della musica moderna suonata a Fano dal 1930 al 1980, corredata da circa 1200 immagini che i protagonisti da me contattati serbavano gelosamente nei propri album di famiglia. Dopo esattamente tre anni di lavoro finalmente “Fano Music Story” è arrivato al suo traguardo finale! Fra le pagine del libro si trova l’evoluzione della
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musica moderna (musica popolare, swing, musica da ballo, rock and roll, beat, hard rock, progressive, pop, disco music, punk, new wave) suonata esclusivamente da artisti fanesi. In ogni scheda è descritta la storia musicale del solista o complesso protagonista, con foto che punteggiano tutta la carriera sino ai giorni nostri, quando previsto. Inoltre sono presenti alcuni ricordi autobiografici di moltissimi musicisti che hanno raccontato in prima persona una parte della loro vita scandita dalla musica. Emozionanti le pagine dedicate ai locali fanesi dove si faceva musica: quelli eleganti (Florida, Bar Lido) e quelli popolari (Giardino Danze, Arena Due Leoni, Sala Grillo ecc.), nei quali
i fanesi andarono sin dagli anni ’30 a svagarsi, ballare e divertirsi. Tra le numerosissime immagini anche quelle di molti grandi artisti che si sono esibiti a Fano (Mina, Little Tony, Tony Dallara, Patty Pravo, Al Bano, The Rokes), a volte accompagnati da artisti fanesi. Nei racconti autobiografici dei musicisti fanesi si possono riconoscere gli importanti cambiamenti sociali italiani: la Guerra, il Boom economico, il ’68, Il fenomeno Beat coi capelloni, l’avvento del Rock con la sua aura di protesta giovanile e relativa voglia di libertà. Nel libro sono citati anche numerosi musicisti pesaresi, da sempre uniti ai fanesi nella composizione dei complessi degli anni ’60 e ’70.
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Cialtrontrio, quando la musica è divertimento Una band “vecchio stile” capace di tornare indietro nel tempo e far riscoprire successi mai passati di moda Non si prendono troppo sul serio e questo lo lascia intuire anche il nome che hanno dato alla loro band, anzi bigbanda. Però quando si infilano la coppola, bretelle e smoking e “imbracciano” i loro strumenti la musica che “producono” è davvero deliziosa tanto che dalla feste private in cui erano abituati ad esibirsi si sono ritrovati a New York per suonare nei più rinomati ristoranti italiani. Il Cialtrontrio nasce circa cinque anni fa dalla passione per il jazz, lo swing e tutto ciò che assume il sapore di retrò o vintage, per usare un termine più alla moda. Rudy Valentino suona il contrabbasso,canta e si cimenta con il kazoo come se fosse un vero strumento a fiato, Vincent B. Caruso suona la chitarra, e Charlie R. Priore suona la batteria. Il trio, i cui componenti sono tutti originari di Fossombrone, con questa esperienza ha voluto rispolverare brani dell’epoca 1900-1950 che caratterizzano un periodo storico italiano che affascina moltissimo, partendo dall’idea che questa musica è dentro ognuno di noi, ma nessuno sa dove l’ha mai ascoltata o dove poter ascoltarla nel caso volesse. Insomma chi, nel momento in cui sente canticchiare “ho un sassolino nella scarpa..”, non risponderebbe “ahi!..”...eppure andando a cercare da dove viene fuori quella storica consapevolezza ben pochi saprebbero dare
risposta. E’ forse questa la formula magica che ha fatto si che il Cialtrontrio funzionasse. Lo spettacolo della band ripercorre quindi i più famosi brani italiani di quegli anni ispirandosi e facendo riferimento ad autori come Fred Buscaglione, Renato Crosone, Taioli, Rabagliati,Bixio, Trio Lescano,Quartetto Cetra, attraversando l’Italia da Nord Sud (con un piccolo sguardo anche all’America cui dedicano un parallelo di brani tipicamente italoamericani). “Abbiamo voluto approfondire la conoscenza e la credibilità di un concerto come quello che proponiamo –racconta il trio- facendo una ricerca scrupolosa su quali fossero gli abiti indossati dai musicisti come dalla gente comune di quell’epoca riportandoli sul palco. La coppola, gli occhiali a montatura spessa, cosi come gli smoking o abiti da avanspettacolo fanno parte del nostro guardaroba e guai a chi indossa la bretella sbagliata! Come si può facilmente notare assistendo ad un nostro spettacolo, appare subito che la filosofia che sta dietro a tutto questo è il divertimento, l’autoironia, il non prendersi troppo sul serio senza però lesinare sulla qualità di qui il nome Cialtrontrio (il bigbanda è venuto dopo scherzando sul fatto che facciamo in tre ciò che facevano allora le bigband). Amiamo definirci ‘Cialtroni con stile’. Ci esibiamo normalmente in locali di tutta Italia,per feste private, festival internazionali (quest’anno unico gruppo ospite Italiano al Ferrara Buskers Festival di Ferrara) e siamo tornati freschi freschi da una incredibile esperienza a New York dove ci siamo esibiti in alcuni ristoranti italiani di Manhattan, esperienza che sembra, visti i risultati, ripeteremo a breve. Per il resto..come amiamo sempre salutare chi ci segue..swing on! ”.
Per seguire il Cialtrontrion si può visitare il sito ufficiale www.cialtrontrio.com dove è possibile vedere tutte le date, qualche fotografia, i contatti, le news ed ascoltare alcuni brani del loro repertorio. E’ inoltre ben fornita di foto,video ed aggiornamenti in tempo reale la pagina Facebook che si trova ricercando la parola Cialtrontrio. “Immagine realizzata presso Quadreria Cesarini Fossombrone”
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Il paradiso dei golosi è qui! Corso Matteotti, 104 61032 Fano (PU) - tel. 0721 801417 www.caffecentralefano.it
Lasciatevi sedurre dalla pasticceria del Caffè Centrale Con 100 anni di storia alle spalle la pasticceria del Caffè Centrale di Fano incarna i fasti della dolcezza tra torte invitanti, brioche appena sfornate, l’esplosione dei colori dei panettoni decorati a mano e l’odore inconfondibile dei cioccolatini artigianali. Da un secolo il Caffè Centrale accoglie i clienti in quella che è ormai considerata “il salotto” delle pasticcerie cittadine non solo per l’ambiente accogliente e raffinato che i ricorda i Caffè di fine 1700 ma per i profumi e i sapori che rimandano alla tradizione pasticciera italiana. Ma ciò che i clienti non vedono è l’attenzione con la quale vengono creati i mignon, la cura che viene messa nella decorazione delle torte e dei panettoni artigianali o nella realizzazione dei cioccolatini fatti a mano. Ingredienti di primissima scelta sapientemente mescolati che danno vita a piccole opere d’arte come il “Dolce Rodolfo”, un cestino croccante ripieno di soffice crema chantilly e di frutta fresca, o come la “Torta Centrale”, una base di pan di spagna analcolica, farcita con crema chantilly e ricoperta con cioccolato fondente e fragoline. “La “Torta Centrale”- spiega Matteo Cavazzoni, maestro pasticcere- è un dolce che proponiamo per scaldare le fredde giornate invernali e per concedersi un attimo di piacere”. Per i pochi che non lo sapessero il Caffè Centrale si trova incastonato nell’angolo tra via Arco D’Au-
gusto e Corso Matteotti, è lì che viene coltivata la passione per l’innovazione senza dimenticare mai il passato. “Mescoliamo- continua il maestro pasticcere- le ricette della tradizione con un pizzico di innovazione e di creatività. Sì perché le torte e i panettoni che creiamo seguono la ricetta classica ma sono decorati in base alla ispirazione del momento o in base ai gusti e alle esigenze del cliente. Ad esempio ad un cliente che ama il golf proporrei un panettone decorato con un Babbo Natale che ha in mano la mazza e la pallina”. L’ironia è un’altra delle caratteristiche salienti delle creazioni del Caffè Centrale che proprio prima di Natale ha preparato una torta decorata da un Babbo Natale che sta stirando il proprio vestito e si sta quindi preparando al “grande giorno”, quello in cui consegnerà i doni. Infine la parte più golosa della pasticceria del
Centrale: la cioccolateria. Al Centrale si trova la vera cioccolata, quella di qualità, seguendo l’antica arte, le tradizionali e segrete ricette dei maestri cioccolatieri ed utilizzando attrezzature all’avanguardia per creare prodotti unici nei quali si uniscono l’aroma ed il gusto del cioccolato con elementi sempre nuovi. I cioccolatini del Centrale avvolgono il palato e si sciolgono in bocca, per ottenere tale risultato è necessario che le fasi di lavorazione siano molto precise perché solo con macchinari moderni e tecnologicamente avanzati, e ovviamente con la manualità e l’esperienza del maestro cioccolatiere, si possono ottenere questi ottimi risultati. Il Caffè Centrale è molto attento anche alla Cultura. Nel 2009 è nata proprio al Caffè Centrale l’associazione culturale “Centrale Fotografia”, con lo scopo di divulgare nella città di Fano e nella provincia di Pesaro e Urbino la cultura della fotografia attraverso corsi di fotografia ed eventi; Matteo e Fabio Cavazzoni sono soci fondatori dell’associazione, assieme a Marcello Sparaventi che è il presidente in carica. Ogni anno nel mese di giugno, viene organizzata dall’associazione la rassegna omonima “Centrale Fotografia”; la prossima è la terza edizione, che si terrà dal 10 al 12 giugno 2011, dove verranno invitati fotografi e studiosi della fotografia di rilievo internazionale: www.centralefotografia.com
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New York, la città che ti fa sentire vivo Il fanese Giovanni Ricci e la sua ragazza sono nella Grand Mela per fare un’esperienza di vita
di Giovanni Ricci Sono un esploratore, un viaggiatore, uno che ha voglia di confrontarsi con culture diverse, di sorridere alla gente che incrocia per strada e vi avviso, qua si trova un motivo ogni tre passi per sorridere. A New York ogni angolo ha la sua storia, il suo sapore e il suo odore, tutto è familiare ed estraneo allo stesso tempo. Familiare perchè la maggior parte dei film sono girati in questi luoghi, estraneo perchè quando li vedi con i tuoi occhi l’effetto è diverso. Anche se è poco che sono qui ho un vero e proprio feeling con questa città: io la amo e lei mi ama a sua volta! Se andando allo zoo si trovano tutti i tipi di animali, allo stesso in metroliptana si ritrovano persone di ogni razza e di ogni ceto sociale. Ognuno di loro ha una conformazione diversa, i lineamenti del viso raccontano da quale paese lontano arrivano, qualcuno è goffo, altri sono eleganti nei gesti o nel vestire, ognuno con le proprie credenzene e con la propria busta della spesa. Io sono un barman ed uno dei motivi per cui adoro il mio lavoro è proprio perchè mi permette di interagire con le persone, anche solo per scambiarci un saluto. Io vivo per stare in mezzo alla gente. Ho già visto tanti posti ed è curiossissimo il modo in cui il lavoro cambia in base al paese. L‘Italia è sicuramente il più permissivo per quel che riguarda l’alcool. In Australia, Inghilterra, America vigono regole rigidissime. Sono arrivato da poche settimane. Nelle prime sembrava che fosse ancora estate, .maglietta corta e in giro per la city fino al pomeriggio tardi. In America c‘è un termine esatto per indicare il caldo che si prolunga fino novembre, si parla di “Indie summer”. Adesso è arrivato il freddo, ma questo è solo di preparazione a quello serio che arriva a gennaio. Non vedo l’ora di vedere la città
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in bianco, sembrerà di stare in quelle boccette di souvenir che si trovano solo nei bazar per turisti. Per ora abito a Brooklyn in un piccolo appartamentino trovato all’ultimo minuto grazie ad un carissimo amico. Appena arrivato ho passato due settimane a casa della mia ragazza che sta a Manhattan. Ebbene si, sto condividendo questa città con un altro paio di occhi, non potrei chiedere altro. Lei è arrivata prima di me e nei miei primi giorni mi ha insegnato i trucchetti di queste strade piene di semafori e cab gialli, sullo schema della metropolitana, ci sto ancora lavorando. E‘ davvero intrecciata ma le persone sono molto disponibili ad aiutarti e se chiedi un’informazione ci scappa sempre una chiacchierata...”di dove sei?” “italiano” “ah...ittallia..sciao belo..buonasera”. Ho scoperto che il pensiero comune di chi viene a New York con un ESTA (una sorta di visto turistico che ti permette di rimanere negli states 90 giorni) è capire come ritornare. Infatti noi due ci siamo già informati sulla burocrazia della cosa: la segretaria dell’ufficio informazioni ci ha spiegato in maniera esaustiva (e poco gentile) che ci sono pochi modi di tornare:
iscriversi ad una università, frequentando anche solamente un corso di lingue, o trovare un datore di lavore che ti sponsorizzi e faccia la richiesta per te (l’ultima opzione, improbabile, è il matrimonio con un cittadino americano). Qui le regole sono solide e vanno rispettate. E’ triste dirlo ma non è come in Italia. Ogni passo va seguito al dettaglio nel rispetto dei tempi che richiede, se provi a fare il furbo sei fuori. In pratica siamo innamorati e ci siamo innamorati di questa città e faremo di tutto per restare qua. L‘unico mio desiderio è quello di poter provare a vivere più a lungo possibile questa esperienza, diciamo che ovunque ho abitato dopo un po‘ le mie batterie si scaricavano e si esauriva anche la voglia di viverci. Ma sembra che questa le racchiuda davvero tutte le altre città. Se cerchi qualcosa e non lo trovi a New York allora vuol dire che non esiste. Sfatiamo lo stereotipo dell’americano che non sa riconoscere il buon cibo, non si fanno mancare niente, vuoi una burrata? burrata sia. Stasera invece hai voglia di mangire etiope? Oppure giapponese, cinese, turco, thailandese? Potrei andare avanti fino al prossimo mese senza aver mai assaporato un pasto simile all’altro. Non è per niente vero che si mangia bene solo in Italia. L’inport export ha portato l’Italia dappertutto e c’è rimasto poco di italiano nel nostro paese. La citta è ricca, se credi che New York sia cara è perchè vivi a Manhattan o sei un turista, se sai dove andare puoi fare grandi affari. A Manhattan i prezzi sono triplicati per via degli affitti che sono altissimi. Per concludere vi racconto cosa è capitato a me e alla mia ragazza qualche giorno fa. In metro è arrivato un militare che, non so perchè, ci ha notati e ci ha chiesto di dove eravamo, ha fermato una signora con le sue bambine e le ha chiesto di scattarci una foto assieme. Le bambine lo guardavano come si guarda un eroe e la lora mamma ha detto di dire al soldato “thank you”, grazie per quello che fa per il nostro paese. Un senso patriottico che pensavo fosse perduto per sempre. Amo questa città e credo che tutti dovrebbero “farci un giro sopra”.
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“Indossa un paio di tacchi alti e ti sentirai un’altra” Le scarpe non sono più un accessorio, ma il tocco essenziale di un look di tendenza. I consigli per l’autunno-inverno di Mariolina Palazzi
Per completare il nostro look per questo autunno-inverno non potevo non aiutarvi nella scelta delle scarpe. Ai tuoi piedi il meglio della nuova stagione. Tronchetti cinghiati, borchiati o multistringati da vera combact girl! Le francesine sono ormai un classico. Non solo in pelle, vernice e suède ma anche in raso, in rete abbellite da borchie e merletti per dare il giusto” french touch” a qualsiasi look. Le zeppe riproposte in versione inverno sono la giusta alternativa a stivaletti e tronchetti perchè perfette sia con le gonne sia coi pantaloni. La décolleté rimane sempre la scarpa più femminile, un classico “tres chic!” Impossibile non trovare quella più adatta a noi: di pelle spazzolata, di vernice con tacco a stiletto, di rettile, di suede e perchè no anche di Pvc. Tantisimi i dettagli: fiocchetti, zip, suola a contrasto, cinturini, strass e pietre dure. Per le vere “party girls” non possono mancare i sandali e i booties dai tacchi vertiginosi: sono in pelle i tronchetti aperti, laminati e ricoperti di fibbie e maxi strass i sandali e le scarpe open toe. Non passerete sicuramente inosservate sulla pista da ballo! Per chi vuole osare con lo stile “animal chic” ecco la scarpa di cavallino maculata che sia di vera pelle o semplicemente
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stampata: la ballerina da indossare ogni giorno anche con il jeans, la pump con tacco alto, lo stivaletto con plateau e zip e il sandalo per camminare con vero passo felino! Maschile è la parola d’ordine che ci riporta alla intramontabile scarpa stringata di stampo british e con fatture a regola d’arte. In pelle delavé, in camoscio, in pelle spazzolata e impunture ton sur ton, da portare rigorosamente con il calzino a vista. Le ballerine non ci abbandonano mai. Più semplici, ma non troppo, da indossare durante la giornata: in gomma, bicolor con fiocchi in pelle o metallo, zip e borchie. Più stravaganti per la sera: si tempestano di cristalli e pietre dure, i dettagli brillano nella notte grazie alla vernice e piccoli strass. La pelliccia quest’inverno ricopre anche gli stivali che sia vera o ecologica. I tronchetti hanno il tacco a spillo e il gambale in lapin e castorino per uno stile” wild chic”. Da sfoggiare in caso di neve ma non solo il boot di montone con suola in gomma e inserti di lana. Gli stivali alla moda sono piatti di pelle nera o cuoio. Si può scegliere tra lo stile cavallerizza o quello easy rider da vera “bad girl”. Lo stivale da cavallo si contraddistingue per il gambale molto alto fino al ginocchio, tacco basso a volte decorato con piccoli dettagli in metallo come staffe o piccole cinghie. Il biker ha il tacco più pronunciato in pelle delavé effetto vintage, spesso ricoperto di borchie e fibbie laterali, per uno stile “very strong”. Concludo dicendo che oggi le scarpe sono diventate un elemento centrale della moda, non sono più un semplice accessorio ma sono il tocco essenziale di un look di tendenza, racchiudono tutto il fascino del mondo femminile. “Indossa un paio di tacchi alti e ti sentirai un’altra” Manolo Blahnik. E allora....buon shopping a tutte!!!
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Qualità dell’abitare per le esigenze più moderne Alla Edil Infissi soluzioni moderne per scoprire nuovi orizzonti
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“Vivi il lato sano dello sport” Un progetto a tutela della salute firmato Avis
Referente progetto: Andrea Vitali via della fratellanza, 10 _ 61032 Fano (PU) _ Tel. 347 5416624
“Vivi il lato sano dello sport” è un’iniziativa intesa come progetto pilota che vede Avis Fano promotrice di intenti atti a sensibilizzare l’ambito sociale e l’ambito sportivo prendendo come centralità del progetto l’innalzamento dello sport nei suoi valori sociali e umani attraverso la promozione di tali valori di tutela della salute, con i propri atleti e dirigenti affinché si sviluppi un seguito, il più ampio possibile, finalizzato alla crescita del numero di donatori. Nel progetto denominato “Vivi il lato sano dello sport” Avis ha proposto alle società sportive disponibili, il poter essere partecipi come testimonial attivi alla donazione di sangue. E’ cosi che si è giunti alla collaborazione fattiva attraverso un percorso scientifico e umano di conoscenza reciproca che ha visto impegnati giocatori e dirigenti in incontri collettivi, prima al campo sportivo ed in seguito all’Ospedale di Fano, con i responsabili organizzativi dell’AVIS locale, i medici ed i pazienti. Tutto questo affinché il gesto della donazione del sangue fosse il risultato di un percorso consapevole e cosciente a concretizzare la vita dei ragazzi con atti profondi che nascono dallo sport attra-
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verso quei ragazzi che sono i giovani di oggi e saranno gli uomini di domani. In questo modo si viene a creare una cultura sportiva fatta di rapporti umani in cui il vero protagonista è l’atleta, il suo vissuto sportivo e il proprio bagaglio umano da condividere e rapportarlo con coloro che vivono una situazione particolare di salute vincolata al gesto di altri. “Siamo convinti assertori della liceità del nostro progetto –dicono dall’Avis- e anche in considerazione dei favorevoli riscontri da parte degli addetti ai lavori, ci adopereremo per perseguire e sviluppare questa coscienza sportiva in modo massimale affinché la tutela della salute propria e altrui prevalga nello sport”.
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Draghi ad Ancona: “I compiti dell’economia politica”
Giorgio Fuà, un “grande cantore” dello sviluppo di Alberto Bignami “Dobbiamo educare il giovane a riflettere che quanto impara oggi dovrà servirgli anche per lavorare domani”. Con questa citazione da Giorgio Fuà, Gian Luca Gregori, preside della facoltà di Economia di Ancona, ha aperto i lavori del convegno Sviluppo economico e benessere, dedicato a Giorgio Fuà a 10 anni dalla scomparsa. L’incontro è stato organizzato dalla facoltà di Economia dell’ateneo dorico, dall’Istao e dall’Associazione degli Economisti di Lingua Neolatina, istituzioni create con il contributo del grande economista italiano. Gregori ha anche ricordato che, fin dagli inizi, Giorgio Fuà coinvolse nella docenza eccellenti giovani studiosi provenienti da vari atenei italiani e di tutte le discipline: Beniamino Andreatta, Claudio Napoleoni, Guido M. Rey, Massimo Paci, Achille Ardigò, Sergio Anselmi, Sabino Cassese, Riccardo Varaldo, Roberto Ruozi, Ornello Vitali, Giuseppe Avondo Bodino, per citarne solo alcuni. Così, “già dagli anni ’60 e ’70 la facoltà di Economia di Ancona divenne punto di riferimento nazionale e internazionale per lo studio e per le ricerche economiche, grazie alla qualità del corpo docente e all’impostazione innovativa dei corsi di studio. In effetti – ha ricordato Gregori -, Fuà sosteneva che bisogna “partire dai fatti per cercare di inter-
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pretarli, fare ricerca con intento operativo, studiare quei problemi che richiedono una decisione.” Il rettore Marco Pacetti ha sottolineato come gli eventi importanti, nazionali e internazionali, che si svolgono alla facoltà di Economia G. Fuà, siano dimostrazione della rilevanza assunta dall’istituzione. “Merito certo dell’operato di Giorgio Fuà che “in facoltà aveva chiamato a insegnare ad Ancona giovani e brillanti studiosi, dando un’anima alla facoltà e contribuendo a farla crescere.” Sulla stessa linea il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, il quale ha detto che a Giorgio Fuà le Marche devono tantissimo e senza di lui, “probabilmente, non sarebbero quello che oggi sono. Ci ha dato la consapevolezza di appartenere a un modello, da lui stilizzato, che caratterizza la parte più efficiente del nostro Paese, il Nordest-Centro: un’economia senza fratture, dove la coesione sociale è la base della competizione economica, cui partecipano tutti gli attori della crescita qualitativa di un sistema, pubblici o privati.” “Era il suo insegnamento e ancora oggi noi ci sentiamo impegnati su questo, per offrire alle Marche uno sviluppo che, pur interpretando un cambiamento tumultuoso, abbia il minor numero di fratture”, ha concluso Spacca. E stata poi la volta degli interventi introduttivi dei rappresentanti degli enti organizzatori, cui è seguito un evento d’eccezione: la lectio magistralis tenuta dal governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, che ha preceduto l’apertura dei lavori. L’intervento di Draghi si è incentrato su Crescita benessere e compiti dell’economia politica, un quindicennio dopo. La situazione italiana preoccupa il governatore, perché l’economia fatica a crescere e a creare reddito, colpendo soprattutto le prospettive dei giovani. “L’inazione – ha detto Draghi - ha anche costi immediati; la ricchezza è il frutto di azioni e di decisioni passate; il Pil, legato alla produttività, è frutto di azioni e di decisioni prese guardando al futuro; privilegiare il passato rispetto al futuro esclude dalla valutazione del benessere la visione di coloro per cui il futuro è l’unica ricchezza: i giovani”. Una stagnazione nata da tempo e diffusa in modo uniforme su tutto il territorio, ha sottolineato Draghi. L’Italia negli ultimi anni ha perso competitività rispetto ai partner stranieri; con la recessione, ha ricordato Draghi, il Pil italiano è diminuito di 7 punti. Per rilanciare la produttività Draghi ritiene indispensabile stabilizzare i precari, considerando che l’occupazione irregolare, secondo l’ISTAT, rappresenta circa il 12% della forza lavoro. Tra gli argomenti trattati durante le sessioni di approfondimento, il problema dei paesi a sviluppo tardivo, sul quale si sono soffermati alcuni esponenti della facoltà di Economia G. Fuà, unitamente a studiosi provenienti da altri atenei europei.
In particolare Giuseppe Canullo della facoltà di Economia di Ancona ha evidenziato i legami esistenti tra crisi finanziaria e la fragilità dell’economia reale propria dei suddetti paesi. José Reis dell’Università di Coimbra, ha posto l’accento sui rapporti tra centro e periferia d’Europa in un contesto di crisi e sulla necessità di intervenire non con autonome strategie nazionali, ma in un quadro d’insieme che incoraggi un reale processo di integrazione. Dermot McAleese del Trinity College di Dublino, ha invece tracciato uno scenario della crisi irlandese e delle misure da attuare in vista di una possibile ripresa; una riflessione sull’andamento dell’economia spagnola dopo la crisi del 2008 ha infine costituito l’oggetto della trattazione di Antonio Vasquez Barquero, dell’Università Autonoma di Madrid. Nella sessione dedicata a qualità del lavoro, capitale umano e assetti demografici, Alberto Quadrio Curzio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha sottolineato l’importanza dell’investigazione di Giorgio Fuà e della sua azione formativa e operativa, vale a dire della capacità di tradurre i contributi scientifici in valutazioni e indicazioni concrete; un’immagine di Fuà dunque promotore di ricerca e al contempo interlocutore di imprenditori e rappresentanti delle istituzioni, combinando scienze economiche e scienze umane con una forte sensibilità storica. Di attualità tutta italiana, i contributi di Massimo Livi Bacci dell’Università degli Studi di Firenze e di Massimo Paci dell’Università La Sapienza di Roma, i quali si sono soffermati sui processi demografici e sulle politiche sociali di promozione delle capacità lavorative, così come l’intervento di Mauro Gallegati della facoltà di Economia G. Fuà, che ha fornito una rappresentazione dell’evoluzione di fondo dell’economia del paese dall’Unità a oggi. Serena Chiucchi della Facoltà di Economia di Ancona ha infine ricordato l’enfasi posta da Fuà sulla soddisfazione del lavoro obiettivo che deve “caratterizzare l’operato dell’imprenditore civilmente e culturalmente impegnato” ed “elemento irrinunciabile del benessere collettivo”, mentre M. Giovanna Vicarelli, proveniente dalla medesima Facoltà, si è concentrata sul ruolo di una crescente presenza femminile nel funzionamento dell’economia. Tra i ritratti di Fuà che sono emersi durante i lavori, spicca quello, molto sentito, tratteggiato da Giacomo Vaciago dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha definito l’economista come un convinto assertore della missione miglioratrice della investigazione scientifica; scopo dell’economia, sosteneva infatti Fuà, è di “contribuire al benessere della popolazione e in questo quadro l’economista è un artigiano capace, che a fini di bene usa gli strumenti a disposizione - pur conoscendone i limiti - nel miglior modo possibile.”
Tutti vogliono essere originali, in pochi ci riescono. Lenny è tra questi “Ciò che fa l’originalità di un uomo è che egli vede una cosa che tutti gli altri non vedono.” Friedrich Nietzsche Cosa significa essere originali? Proprio ciò che diceva il filosofo tedesco, vedere ciò che gli altri non vedono. Una soluzione semplice ad un problema complesso. Qualcosa che tutti avrebbero potuto pensare ma che nessuno ha mai pensato prima. Questo è Lenny. Una t-shirt è solo una t-shirt ma non per Lenny. Una semplice t-shirt può trasformarsi in qualcosa di mai visto prima. Creatività, passione, estro, genialità sono gli ingredienti che permettono a Giovanni Testaguzza e Luca Cirioni, i due giovani titolari dell’azienda, di trasformare un semplice oggetto in qualcosa di unico, di irripetibile, di mai visto, perché da Lenny niente è quello che sembra. Borse e shopper, prodotti per l’ufficio, la scrittura, la casa, l’abbigliamento, la cura personale, cucina e tessili, viaggio, tempo libero, prodotti elettronici e speciali gadget per le festività si trasformano ogni volta in qualcosa di diverso perché per Lenny è fondamentale capire le esigenze del cliente, le sue aspettative ed i suoi desideri e progettare
via Enrico Mattei, 17/18 - 61037 Mondolfo (PU) tel. + 39 0721 930031 - fax 0721 936105 lenny@lenny.it - www.lenny.it
insieme a lui, passo dopo passo il prodotto fino al risultato finale. Da Lenny è possibile inventare, personalizzandolo, qualsiasi oggetto attraverso stampa, ricamo o serigrafia, grazie ad uno staff di grafici specializzati. Ognuno di noi desidera sentirsi unico, particolare, Lenny lo permette ed è per questo che vi si rivolgono sempre più anche le grosse aziende: nautica, grande distribuzione, catene alberghiere, catene di ristoranti, enti pubblici, studi pubblicitari, settore del mobile e dell’abbigliamento, banche, istituzioni finanziare, piccole e medie imprese. Lenny è in grado di realizzare e fornire gadget aziendali di qualsiasi tipo e per ogni occasione, ma anche i privati si rivolgono a Lenny, stanchi dell’omologazione, dei soliti regali tutti uguali e con la voglia di donare un oggetto indimenticabile. Basta entrare nello store di Mondolfo per addentrarsi in una dimensione magica, perché da Lenny ci si diverte. Si divertono i grafici, si divertono i titolari e soprattutto si divertono i clienti: “Il gioco, la dimensione ludica, è fondamentale per lo sviluppo della creatività- affermano Testaguzza e Cirioni- così la nostra fantasia non ha confini così come i nostri prodotti”.
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Frontone, “Nel Castello di Babbo Natale...” Immersi nello splendido scenario del Monte Catria un mercatino unico nel suo genere di Marco Spadola
Nello splendido scenario dominato dal Monte Catria, torna come ogni anno “Nel Castello di Babbo Natale…”, mercatino di Natale nella calda e magica atmosfera del Castello di Frontone, organizzato dalla Pro Loco. La nona edizione si terrà il 28 novembre, 5, 8 e 12 dicembre. Castagne e vin brulé, musica soffusa, laboratori di creatività, Babbi Natali invitati appositamente per i bambini che prenderanno parte all’evento, espositori altamente selezionati per offrire agli ospiti prodotti qualitativamente ineccepibili che si potranno ricercare percorrendo via via le molteplici stanze, riscaldate, del Castello. A partire dal 2002, la manifestazione ha visto un crescente interesse da parte dei visitatori, che hanno premiato l’impegno del comitato organizzatore nello scegliere il meglio in termini di qualità del prodotto e di estetica dell’allestimento. Lo scorso anno, ad esempio, l’evento ha fatto registrare oltre 10.000 persone, provenienti sia da un po’ tutte le parti della Regione che dal resto d’Italia. Un
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appuntamento che si sta attestando sempre più a livello nazionale, data la provenienza, non solo dei turisti, ma anche degli espositori che anno dopo anno da tutta Italia chiedono di prendere parte al mercatino, contribuendo alla promozione del territorio. Le varie piazzette del borgo si accenderanno con attrazioni, musica e spettacoli per tutti i gusti. I visitatori potranno usufruire del comodo servizio di bus navetta (andata e ritorno ogni 10-15 minuti) appositamente istituito da piazza del Municipio, area dotata di ampi parcheggi, che garantisce una continua affluenza anche in caso di avversità atmosferica. Per permettere anche a persone disabili di accedere alle stanze del castello, si può utilizzare l’ascensore (su segnalazione dell’accompagnatore), raggiungibile direttamente con i propri mezzi di trasporto. Per i camperisti che vogliono soggiornare a Frontone, sono previste delle aree delimitate presso via del Mare, segnalate. Dal momento che il mercatino inizia alle ore 11, prima è consigliabile visitare i tantissimi posti stupendi che la zona offre, come l’eremo di Fonte Avellana a Serra Sant’Abbondio, o il Monte Catria dove natura e sport si fondono meravigliosamente. Per maggiori informazioni: www.comune.frontone.pu.it turismofrontone@gmail.com 339.8429426 Eleonora (ore pasti e serali)
Gli impianti del comprensorio sciistico apriranno l’8 dicembre per una stagione che si preannuncia ricchissima di iniziative e sorprese. Il Massiccio del Catria conta uno snowpark, 9 chilometri di piste da discesa servite da tre impianti di risalita (una telecabina biposto, uno skilift, una manovia) e piste per i più piccoli, un anello del Monte Acuto per lo sci di fondo. Si distingue per i tempi di attesa brevi agli impianti di risalita, la preparazione ottimale delle piste, gli ampi parcheggi e l’ottimo rapporto qualità-prezzo grazie ai prezzi diversificati per i biglietti giornalieri e tessere plurigiornaliere, che garantiscono un soggiorno piacevole a chi ama gli sport invernali. E da quest’estate c’è anche la grande novità costituita dal Bike Park, con i due sentieri down hill e free ride, due discipline che sono quanto di più adrenalinico possa offrire la pratica della mountain bike. La possibilità di risalire in quota mediante la funivia rende il comprensorio del Catria unico nel suo genere nella Provincia di Pesaro Urbino, tra i pochi esistenti nel centro Italia e paragonabile ai più blasonati Bike Park d’Italia. Per ulteriori informazioni: www.asmontecatria.com www.montecatria.com.
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Circolo Tennis Fano: un 2010 di successi e un 2011 di grandi appuntamenti Iniziata la campagna tesseramenti per il nuovo anno e programmate le attività stagionali Il 2010 che sta per terminare per il Circolo tennis Fano è stato ricco di soddisfazioni grazie soprattutto all’ottima riuscita del 1° Torneo Internazionale Maschile da 15.000 $ + Hospitality che ha attirato un pubblico numeroso e soprattutto atleti di grande livello. Per non parlare poi del Torneo Open (3.000 euro di montepremi) di singolare maschile che si è svolto a maggio con atleti di livello nazionale o dei vari campionati a squadre conclusi in maniera soddisfacente con piazzamenti di rilievo nella serie C maschile e femminile, i campionati Under 10, 12 e 14, che hanno messo in risalto giovani promettenti del vivaio della scuola diretta dal Maestro Federico Cinotti. Anche l’attività amatoriale ha dato i suoi frutti con tornei di singolare e doppio (maschile e femminile) e con il CT Fano Winter League, campionato invernale riservato a soci e corsisti. Attività amatoriale che è appena ripresa e che si svolgerà durante tutto l’inverno. Ed è appena ripresa anche la campagna tesseramento per diventare soci di uno dei circoli più an-
tichi e prestigiosi della città. La tessera permette di ottenere dei vantaggi economici sul costo delle singole ore ma anche interessanti agevolazioni sui tempi di prenotazione e sulla scuola tennis (sia per ragazzi sia per gli adulti). Circolo Tennis che negli ultimi tempi, grazie agli sforzi del consiglio direttivo e del suo presidente Paolo Lungarini, ha investito molto nelle strutture potenziando e migliorando quelle già presenti e programmando nuovi interventi per il futuro. Ad oggi l’impianto, immerso totalmente nel verde, conta 5 campi da tennis in terra rossa, 2 campi polivalenti in erba sintetica, 2 campi da beach tennis e beach volley (in sabbia bianca del Nilo), 1 campo polivalente coperto con tensostruttura lamellare e fondo in Play-It, che presto avrà una tribuna da 400 posti, oltre a locali adibiti a spogliatoi, docce e servizi. Durante la stagione invernale, tutti i campi sono dotati di copertura pressostatica e impianti di riscaldamento. A breve il centro -che mette a disposizione dei soci e dei ragazzi iscritti alla scuola tennis anche una confortevole Club
Il maestro del Circolo tennis Federico Cinotti
House con bar attrezzato e dotata di tv satellitare per la visione di tutti gli eventi sportivi, una sala intrattenimento- sarà oggetto di nuovi interventi voluti per renderlo ancor più accogliente anche in vista dei numerosi eventi che dovrà ospitare. Uno su tutti la seconda edizione degli Internazionali di Tennis Maschile che avranno sempre un montepremi di 15.000 $ + H ed ovviamente tutte le attività della Scuola Tennis diretta dal Maestro Federico Cinotti oltre ai corsi di psicomotricità inaugurati proprio quest’anno. Tutti coloro che vogliono avvicinarsi a questa disciplina possono farlo contattando il Circolo Tennis dove potranno prenotare i campi o le lezioni con lo staff della Scuola Tennis diretta dal Maestro Federico Cinotti.
Corsi e attività del Circolo Tennis Fano Al Circolo Tennis Fano sono in programma anche corsi di attività motoria di base generale per bambini/e dai 3 ai 5 anni durante i quali i baby, attraverso attività mirate, oltre a prendere coscienza con il proprio corpo potranno approcciarsi nella maniera più adeguata alla disciplina sportiva. Per quanta riguarda l’attività agonista senior del circolo tennis a novembre riprenderanno i campionati invernali e i tornei week-end riservati a soci e corsisti della scuola. PER INFORMAZIONI: Scuola Tennis C.T. Fano Direttore: maestro Federico Cinotti Mini tennis Avviamento Perfezionamento Agonistica Corsi adulti Tel Maestro: 338.7678.518 Per info tesseramento soci e prenotazioni campi: Tel. 0721.86.36.85 orario ufficio ESPERIENZA COMPETENZA PROFESSIONALITÀ Scuola Tennis CT Fano Tutti i corsi e lezioni saranno tenuti da tecnici e maestri della Federazione Italiana Tennis
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Franco Del Moro, il presidente che unisce
Un fanese alla presidenza della Scavolini Siviglia Pesaro di Corrado Moscelli Mai avrebbe pensato che qualcuno un bel giorno gli avrebbe proposto di diventare il presidente della Scavolini Siviglia Pesaro. Lui, che ha visto tanti palazzetti, tra cui quelli di Barcellona, Madrid e Parigi pur di tifare per la sua squadra; lui che nel febbraio del 2000 è stato uno dei due tifosi che l’ha seguita alle final eight di Coppa Italia di Reggio Calabria, oggi ricopre la carica più importante della società. La cosa ancor più strana è che quel lui, Franco Del Moro, è un fanese. Sì avete capito bene, un fanese alla presidenza della Scavolini Siviglia, la società sportiva più importante della nostra provincia e tra le più gloriose in Italia. La cosa bella, in tutta questa storia, è che al di là delle battute che Del Moro ha sempre dovuto simpaticamente subire quando, da tifoso, si sedeva sulle gradinate del palazzetto è che oggi è riuscito in quello che altri non hanno mai saputo fare, né nella politica né nello sport: unire due città. Già perché nessuno ha strabuzzato gli occhi quando Del Moro è stato presentato come nuovo presidente della Scavolini Siviglia anzi, lo hanno accolto a braccia aperte perché se Valter Scavolini lo aveva indicato come l’uomo giusto, doveva significar pur qualcosa. E poi Del Moro ha avuto il merito di portarsi in dote davvero tanti fanesi che pur di seguire la Scavolini Siviglia hanno sottoscritto anche l’abbonamento. “Ricoprire questo ruolo è molto impegnativo per me –racconta Franco Del Moro- anche perché è la prima volta che occupo un ruolo dirigenziale e
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quindi è tutta una scoperta. Però devo dire che gli anni trascorsi come tifoso mi hanno permesso di conoscere giocatori, dirigenti avversari e arbitri. Insomma la gente del basket non è comunque nuova per me”. Il salto da tifoso a presidente per Del Moro è stata un’autentica sorpresa. “Diciamo che sono state un insieme di circostanze. La prima è la fortuna ed il privilegio di aver conosciuto Valter Scavolini, una grande persona ed un grande uomo di sport. L’altra amicizia che ha avuto la sua importanza è stata quella con Sauro Bianchetti, il titolare di Siviglia. Con Sauro sono legato dall’infanzia e quando sono riuscito a fargli capire che un suo ingresso nella Scavolini sarebbe stato non solo un vantaggio a livello commerciale ma anche un arricchimento personale, perché stare a contatto con una persona come Valter Scavolini è il vero valore incalcolabile, lui ha accettato con grande entusiasmo”. La proposta di fare il presidente è arrivata dopo che si sono create queste due situazioni. “Proposta che ho accettato con grande orgoglio, ma che mi da una grande responsabilità soprattutto perché oggi ricopro il ruolo che per tanti anni è appartenuto, tra gli altri, ad un personaggio del calibro di Valter Scavolini”. Una responsabilità che Del Moro fino ad oggi sta portando avanti con ottimi risultati perché quella che si vede sul parquet è una squadra giovane e di talento, che magari non potrà competere con le prime della classe ma che alza bandiera bianca solo dopo che è suonata la sirena. Anche questo viene apprezzato dal tifo biancorosso, quello stesso tifo a cui Del Moro
oggi deve un po’ rinunciare perché si sa, quando si è presidenti, ci vuole giacca, cravatta e fairplay. “Non nascondo che questa è la parte più difficile perché io sono per prima cosa un tifoso e faccio fatica a contenere il mio istinto. Capisco che da me ci si aspetta anche questo e quindi faccio il possibile per non andare sopra le righe”. Noi però siamo convinti che ai tifosi della Scavolini Siviglia questo presidente piaccia anche per questo e quindi gli perdoneranno anche qualche “urlata” di troppo. Una cosa è sicura a Franco Del Moro lo sport della nostra provincia deve già qualcosa, aver unito nel tifo Pesaro e Fano. Altri dovrebbero prendere esempio da lui.
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Si salvi chi può
L’Alma Juventus Fano attesa da una stagione davvero difficile di Sandro Candelora
Jonathan Swift scriveva che per giudicare un vino non è necessario bere l’intera botte. Parole sante, valide anche qualora le si applichi al calcio. Con un terzo di campionato ormai abbondantemente alle spalle, la situazione in casa granata volge decisamente all’insegna di tonalità crepuscolari. L’Alma si ritrova nella parte bassa della classifica, è riuscita a vincere la prima gara solo alla nona giornata e fa una fatica inaudita sia a perforare le difese avversarie che a chiudere un match senza prendere gol. Al di là dei meri dati statistici, che tuttavia contano parecchio in un torneo che, per quanto di livello più modesto rispetto allo scorso potrebbe rivelarsi fatalmente più insidioso, è lo sconcertante stato delle cose a preoccupare maggiormente. La squadra non ha un’identità precisa e c’è davvero da chiedersi se mai l’avrà, dal momento che Zauli, improvvisatosi sperimentatore chissà se per reale convinzione o stridente necessità, sta andando avanti da mesi all’insegna della più turbinosa rotazione di uomini e schemi, senza altresì riuscire a cavare un ragno dal buco in termini di resa globale. Di sicuro, puntare sin dall’inzio con decisione su un modulo standard ed affinarlo strada facendo alla luce delle evidenze matura-
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te avrebbe contribuito non poco a far prendere convinzione nei propri mezzi ad un organico integralmente rinnovato. E che ora si ritrova invece abbandonato in mezzo ai marosi senza avere uno straccio di idea della rotta da seguire. Già, perché i punti di riferimento affidabili, insostituibili in casi del genere, mancano del tutto. Di leader in campo neanche a parlarne e quegli elementi che dovevano essere dei pilastri su cui edificare un progetto di gioco credibile si stanno rivelando clamorosamente inadatti al compito. Arcolai, ad esempio, finito sin dall’inzio sul banco degli imputati, è palesemente inadeguato alla bisogna in un ruolo di somma importanza e la sua insicurezza sta penalizzando tutto il pacchet-
to arretrato, dove peraltro il suo compare Carboni si sta distinguendo più per le pacchiane amnesie difensive che per qualche pur lodevole puntata in avanti. Se la retroguardia traballante costituisce il problema più evidente non è che dalla cintola in su le cose vadano molto meglio. Si ha la netta sensazione di un continuo improvvisare e non si può sempre sperare che la vivacità di Antonioni, le troppo rare giocate indovinate dell’abulico Iazzetta o le zuccate vincenti di Ferrari, che il suo mestiere bene o male lo fa sempre, giungano a togliere le castagne dal fuoco. Figlia di un mercato condotto senza capo né coda (d’accordo sull’esigenza di contenere i costi, ma qui perbacco si sono sbagliate tutte le scelte fondamentali), la squadra, male assortita come poche volte è accaduto in passato, non ha un minimo di coesione tattica né la capacità di tenere il campo con armi credibili quali avvedutezza, tensione agonistica, aiuto reciproco. Inevitabile allora che, impotente al limite della sopportazione, finisca puntualmente per cadere vittima delle proprie debolezze, prima ancora che della forza reale o presunta degli avversari. Alla luce di ciò, pensare a qualcosa in più della semplice salvezza pare al momento decisamente utopistico. Ammesso e non concesso che si riesca davvero ad evitare quell’ultimo posto che si staglia minaccioso all’orizzonte. Sinonimo del fallimento più totale. Ed imperdonabile.
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Rubriche il Cineasta
Il lungo addio a Hogwarts: ritorno di 25 anni di grande cinema
Mentre Harry Potter e Twilight si preparano a lasciare le scene, Hollywood rispolvera i classici dello schermo di Annalisa Perazzini
Mancano pochi giorni all’inizio del nuovo anno e come ogni anno si spera sempre che il 2011 possa essere un anno più positivo e propositivo dei precedenti o di quello che sta per finire (2010) anche per il cinema e lo spettacolo. Già alcune previsioni sono state lanciate e date sicure, come la conferma ufficiale su tutti i siti italiani dell’uscita delle due parti di “Breaking Dawn”, ultimo capitolo cinematografico sui vampiri di Twilight; non più prevista per il 30 novembre 2010 e giugno 2011 accanto a Harry Potter; bensì rimandata al 16 novembre 2011 la prima parte, il 18 novembre 2012 la seconda e infine il titolo di “Attore più amato e promettente dell’anno”. Anche qui senza tante indiscrezioni, la scelta ricade su Leonardo Di Caprio. L’attore italo-americano, amatissimo dalle donne di quasi tutto il mondo, giovani e meno giovani, per un solo punto si aggiudica la vetta della classifica. Grazie a “Shutter Island” e “Inception”, i due film di successo che lo hanno visto protagonista quest’anno, supera di poco il rivale Viggo Mortensen (Aragorn della trilogia Il Signore degli Anelli) e il suo personaggio di padre di famiglia trasandato e combattivo in “The Road”. Altro pilastro da tenere d’occhio è ovviamente la saga di Harry Potter: il fantasy più acclamato degli anni Zero del XXI esimo secolo. Quando il 6 dicembre del 2001 uscìì al cinema “Harry Potter e la pietra filosofale”, la pellicola fu giudicata dalla critica il semplice e solito film tratto da un romanzo d’esordio per ragazzi e la sua autrice J. K. Rowiling, una sconosciuta insegnante di lettere inglese con la passione per la scrittura. Oggi però la stessa Rowling è diINDIANA JONES E L’ULTIMA CROCIATA di Spielberg
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ventata milionaria grazie alle avventure del suo piccolo apprendista mago. In dieci anni dunque tante cose cambiano, incluso Harry Potter che si è trasformato in un fenomeno senza precedenti; riuscendo là dove tanti suoi predecessori hanno fallito, contaminando anche personaggi e mondi diversi dal fantasy. Ciò ha spinto i produttori cinematografici a guardare al passato e a ricredersi, pensando di riesumare dalla naftalina appunto i cosiddetti “classici del piccolo e grande schermo”, ovvero film e serie tv relativamente ambiziosi ma da botteghino assicurato, o che negli anni ‘80 e ‘90 del Novecento hanno fatto la storia del cinema e della tv. Con l’avvento infatti del 3D, dell’alta definizione e la crisi economica è comparsa a Hollywood anche la mancanza di inventiva che ha reso tutto ad un tratto registi e addetti alle riprese incapaci di creare spettacoli sempre nuovi e stimolanti per gli spettatori. Così per combattere davvero “il blocco dello scrittore” alcune pellicole cinematografiche e storie che sembravano cadute nel dimenticatoio vengono riprogettate e tradotte in alta definizione per il grande schermo e le videoteche, con l’aggiunta di extra e scene inedite in 3D. E… anche noi della rubrica, per celebrare degnamente l’evento abbiamo stilato per voi una piccola classifica di titoli che partono dal 1985 in avanti, nella speranza di regalarvi venticinque anni di emozioni senza tempo. Votato in effetti a furor di popolo, sia su carta che sul web, al primo posto troviamo l’indimenticabile “Ritorno al futuro” di Robert Zemeckis, affiancato dall’avventuroso “Indiana Jones e l’ultima crociata” di Spielberg. E ci si può credere. E’ un po’ difficile in fondo non emozionarsi davanti alle peripezie di uno scienziato pazzo, Doc, inseguito dai terroristi libici… e poi un auto lanciata a 88mph (DeLorean) e un ragazMOULIN ROUGE di Baz Luhrmann
zo, Marty McFly, alla guida con un “giubbotto da salvataggio”… Ancora: un lampo, scie di fuoco, l’auto sparisce e… Ciak! Caffetteria anni ‘50, il ballo della scuola “Incanto sul mare” sulle note di Johnny B. Goode; la torre dell’orologio, un temporale, per finire un fulmine e… Si ritorna al 1985. Oppure scordarsi battute, tipo: “Ci stanno sparando addosso figliolo”, “Lo so papà”, “Be’ per me è un’esperienza nuova”, “A me capita sempre!”. Non dimentichiamoci neppure “Chi ha incastrato Roger Rabbit (1989)” della Disney, lo spassoso primo “Shrek” (1996) della Dreamworks; il commovente “Rain Man - l’uomo della pioggia” (1988) con Dustin Hoffmann e il simpatico “Forrest Gump” di Tom Hanks (1992), o l’undici volte Oscar “Titanic” (1998), il trasgressivo ed eccentrico “Moulin Rouge” (2001) di Baz Luhrmann e… Per chiudere in bellezza gli incantevoli hobbit ed elfi della trilogia “Il Signore degli Anelli” di Peter Jackson (2003). Be’, serve altro per considerarli icone per intere generazioni di fan nati prima e dopo il 1985? RITORNO AL FUTURO di Robert Zemeckis
RAIN MAN - L’UOMO DELLA PIOGGIA di Barry Levinson
Rubriche
gli Sportivi
Asd Sportland: al via i campionati Csi e Uisp
A gennaio la quinta edizione del beach tennis indoor di Matteo Delvecchio as.sportland@libero.it
Per una stagione che va in archivio, eccone un’altra pronta a cominciare. Chiusa la parentesi estiva fatta di tornei di beach volley, beach tennis, pallavolo, bocce e calcio a 5, Sportland si prepara per quella invernale con in cantiere la quinta edizione del campionato di beach tennis indoor a squadre. Scenario dell’evento, che prenderà il via a gennaio 2011, sarà per la prima volta il Lucrezia Beach, splendida struttura sportiva di recente costruzione. Ma Sportland non è solo organizzazione di manifestazioni, ma anche sport… giocato. Cinque, infatti, le compagini bianco rosse che affronteranno nella stagione 2010-2011 i vari campionati di calcio a 5 maschile, calcio a 5 femminile e pallavolo. Tra queste, spicca senza dubbio la formazione femminile che nei due anni precedenti è riuscita a centrare la qualificazione alle fasi nazionali Uisp dopo aver vinto brillantemente la fase provinciale.
Da non sottovalutare poi, la pallavolo, in costante crescita grazie al lavoro dei consiglieri Pierluigi Chiaravallotti e Luigi Nardini. Novità, invece, per quanto riguarda il calcio a 5 maschile: oltre alle due squadre (Open e Amatori) che affronteranno il campionato Csi Sporting League, quest’anno una delle due formazioni, quella open, sarà impegnata anche nel torneo Villa Marina Sport. Da non sottovalutare poi, la collaborazione con la bocciofila San Cristoforo nel campionato italiano di società di terza categoria e, novità 2011, con l’asd Fano Badminton che parteciperà al campionato nazionale di serie B.
LE ROSE DELLE SQUADRE: PALLAVOLO Luigi Nardini, Giacomo Pitrolo, Giancarlo Bellucci, Massimo Belli, Giovanni Candelora, Pierluigi Chiaravallotti, Danilo Serafini, Debora Guidi, Laura Pagnoni, Francesca Pascucci, Barbara Bartolucci. CALCIO A 5 FEMMINILE Daniela Antonelli, Alice Ciancaglini, Fabiola Bavosi, Margaret Ricci, Maria Giulia Renier, Genny Barzotti, Silvia Vandini, Caterina Magnanini, Francesca Matteucci, Beatrice Pascucci, Sara Terenzi.
CALCIO A 5 MASCHILE (partnership Radio Esmeralda) Giacomo Ambrosini, Federico Neri, Luca Cinotti, Giuliano Lucarelli, Luca Gilebbi, Alessio Cicerchia, Simone Rilli, Mattia Nardini, Davide Rossini, Andrea Ricci, Roberto Marangoni, Daniele Ligustri, Gianluca Ligustri, Umberto Sabatini, Rodolfo Gasparelli, Alessio Falcioni, Marco Giovanelli, Matteo Delvecchio, Mattia Omiccioli, Luca Marini, Giorgio Marcolini, Luca Guidi, Federico Falcioni, Federico Ciavaglia, Luigi Di Sante, Nicola Belli, Diego Signoretti, Alessandro Brescini.
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Rubriche
Psicoterapeuta e Analista Transazionale Certificato
Il “giusto” tempo per sé, cercasi di Silvia Tarsi psicologa@silviatarsi.it - tel. 347 9135489
Quante volte al giorno capita di dire e di sentire le persone pronunciare queste parole: “Non ho tempo”, “Non basta mai il tempo per fare tutto”, “Non ho più tempo per me”, “Sì, mi piacerebbe ma non ho il tempo”, e così via. Se ci pensate sembra che la percezione del tempo sia equiparata a quella di un oggetto animato che non c’è più, che ha fatto qualche torto andandosene, quasi fosse un nemico dell’uomo che va punito e verso il quale occorre riversare tutta la rabbia che si prova. E’ proprio così? Mi chiedo se questo non sia un modo per togliersi la responsabilità rispetto al modo con cui si gestisce il proprio tempo, per molti si tratta di questo. Certamente è un dato di fatto che le esigenze e le priorità delle persone siano cambiate, o meglio, aumentate e che il tempo a disposizione sia rimasto lo stesso: 24 ore al giorno di cui 7/8 per dormire e riposarsi, ma allora davvero si vuol credere che il destino attuale dell’essere umano sia quello di essere “Vittima” del tempo “Persecutore”? Sono certa che la domanda più utile da fare sia “in che modo le persone s’impediscono di gestire il proprio tempo arrivando a minacciare il proprio benessere?”. Quando le persone hanno la percezione di “non avere tempo” sono vittime di se stesse, del proprio “copione di vita” che hanno costruito fin dall’infanzia e che desiderano perpetuare (e che se vogliono possono cambiare!). In relazione a quanto ho scritto, ci sono persone che ad esempio si sentono insoddisfatte perché hanno l’abitudine di riempirsi le giornate di attività (di lavoro e non) fino a scoppiare e senza vedere alternative protettive a se stesse, anzi, per queste persone sembra funzionale arrivare a fine serata distrutti per poter dire “sono quasi morto ma sono riuscito a fare veramente tante cose”. Secondo voi, cosa hanno imparato queste persone nella loro vita? Di certo che sono “OK” solo se lavorano sodo, se si sbrigano, se fanno sacrifici, forse, hanno imparato anche che sono “OK” solo se dimostrano agli altri di aver raggiunto ottimi risultati. Ecco, queste persone che si considerano insoddisfatte e sofferenti, possono percepire di non avere tempo, ma non si concedono il tempo più importante, quello per loro stesse, perché quel tempo hanno imparato a non contemplarlo; parlo del tempo in cui si ascoltano i propri bisogni, in cui ci si ferma un attimo e ci si domanda “cosa è importante per me oggi?”, “cosa desidero veramente? E che significato ha per me oggi questo desiderio”.
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Lavoro ogni giorno in una Unità Operativa di Oncologia, dove il tempo è percepito come tiranno sia dai pazienti, sia dagli operatori (medici e infermieri). Un giorno un’ infermiera mi disse che la percezione del suo tempo durante le ore lavorative era cambiata nel momento in cui si era concessa di fermarsi un istante, di rispettarsi nel momento in cui si sentiva dispiaciuta per la progressione di malattia di un paziente e quando lo confidò alla sua collega: in quel momento ha deciso di concedersi tempo. Ovviamente le parole che sto condividendo con voi lettori hanno l’obiettivo di stimolare una riflessione a chi non è soddisfatto del modo con cui affronta le proprie giornate. Augurandovi di regalarvi il “giusto” tempo, vi lascio con una frase scritta da un paziente che ha scoperto il significato dei suoi preziosi momenti. “La serenità è ascoltare tra piante e cespugli la voce del vento e sentirsi parte dell’universo”.
Rubriche
l’Avvocato
Il giornalismo investigativo di Nicolò Marcello Giammattei & Marcello Studio Legale Associato - Corso Giacomo Matteotti, 122 _ 61032 Fano (PU) n.marcello@studiolegalemarcello.it - tel. +39 0721 823515 - cell. +39 335 6262028 Leggo ogni giorno i quotidiani: spero lo facciate anche voi; spero, inoltre, leggiate diversi quotidiani, sì da farvi una idea critica dei fatti che quelli stessi quotidiani vi narrano. Vi confesso che, nei quotidiani, cerco - molto spesso - gli articoli del cosiddetto “giornalismo d’inchiesta” (o “giornalismo investigativo”, che dir si voglia); quello nel quale - per essere più chiari - il giornalista non si limita a diffondere una notizia in sè ovvero riferisce o commenta una attività investigativa o giurisdizionale, ma pubblica il risultato di una propria inchiesta giornalistica. Vi è anche il giornalista che, magari, pubblica una propria ricostruzione o ipotesi giornalistica su un fatto di cronaca, ipotesi che tenda ad affiancare od a sostituire quella proposta, per esempio, da organi investigativi. Non credo che, al di là dalla attività posta in essere dal giornalista, cambi l’essenza del “giornalismo investigativo”. Fatto sta che, tale alto tipo di giornalismo, ha causato negli anni - ad autori ed editori - non pochi problemi: provate ad impostare su un qualsiasi motore di ricerca del web il nome di qualcuno dei più noti, contemporanei giornalisti d’inchiesta e vedete cose ne esce ! Non posso escludere che tutto ciò possa essere stato causato da un vuoto interpretativo della legge. In una recentissima sentenza (maggio 2010), la Corte di Cassazione - modificando il proprio orientamento - ha finalmente riconosciuto al “giornalismo di inchiesta” (o giornalismo investigativo) un nuovo, autonomo ruolo. Al di là dal caso specifico affrontato dai Giudici Ermellini - che non voglio, nè potrei, commentare - credo sia utile farvi sapere che la Corte di Cassazione definisce oggi il giornalismo di inchiesta “l’espressione più alta e nobile dell’attività di informazione”. Scrive, infatti, la Suprema Corte che “con tale tipologia di giornalismo, maggiormente si realizza il fine di detta attività quale prestazione di lavoro intellettuale volta alla raccolta, al commento e alla elaborazione di notizie destinate a formare oggetto di comunicazione interpersonale attraverso gli organi di informazione, per sollecitare i cittadini ad acquisire conoscenza di tematiche meritevoli, per il rilievo pubblico delle stesse”. Non mi sembra poco, atteso il precedente panorama giurisprudenziale sulla specifica questione; non peraltro, ora il giornalismo investigativo è stato definito come una attività “di primaria importanza”. La sentenza è ancor più interessante in quanto, per la prima volta, viene specificato che l’attività del giornalista d’inchiesta è quella che si concretizza mediante l’acquisizione delle notizie “autonomamente”, “direttamente” e “attivamente” e non attraverso la mediazione di “fonti” esterne attraverso
una ricezione “passiva” delle informazioni. Il giornalismo di inchiesta è definito dal massimo organo della giustizia civile “espressione del diritto insopprimibile e fondamentale della libertà di informazione e di critica, di cui all’art. 21 Cost., secondo cui tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Frenate i facili entusiasmi: se è vero che, per il giornalista d’inchiesta, l’applicazione di quei limiti - previsti dall’ordinamento giuridico - che impongono allo stesso la verifica dell’attendibilità della fonte, deve avvenire in maniera diversa e meno rigorosa rispetto all’attività di informazione generalmente intesa, è anche vero che continuano a rimaner fermi i noti limiti della verifica dell’interesse pubblico alla diffusione della notizia e della correttezza, anche formale, dell’esposizione giornalistica: e se, nel giornalismo di inchiesta, viene meno l’esigenza di valutare l’attendibilità e la veridicità della provenienza della notizia, rimangono sempre fermi gli elementi posti a fondamento del corretto esercizio del diritto di cronaca (veridicità dei fatti e valutazione sull’attendibilità della fonte; interesse pubblico della notizia; continenza espositiva) ampiamente affermati dalla Corte di Cassazione nel corso degli anni. Provate, ora, a riflettere sul fatto che, sin dal 1993, il Consiglio di Europa aveva affermato che “i mezzi di comunicazione sociale assumono, nei confronti dei cittadini e della società, una responsabilità morale che deve essere sottolineata, segnatamente in un momento in cui l’informazione e la comunicazione rivestono una grande importanza sia per lo sviluppo della personalità dei cittadini, sia per l’evoluzione della società e della vita democratica”. E provate anche a riflettere sul fatto che, tra i
principi ispiratori dalla “Carta dei doveri del giornalista”, anch’essa dell’anno 1993, si trova scritto che “il giornalista deve rispettare, coltivare e difendere il diritto all’informazione di tutti i cittadini; per questo ricerca e diffonde ogni notizia o informazione che ritenga di pubblico interesse, nel rispetto della verità e con la maggiore accuratezza possibile. Il giornalista ricerca e diffonde le notizie di pubblico interesse nonostante gli ostacoli che possono essere frapposti al suo lavoro e compie ogni sforzo per garantire al cittadino la conoscenza ed il controllo degli atti pubblici. La responsabilità del giornalista verso i cittadini prevale sempre nei confronti di qualsiasi altra. Il giornalista non può mai subordinarla ad interessi di altri e particolarmente a quelli dell’editore, del governo o di altri organismi dello Stato”. Mi sembra che la recente sentenza della Suprema Corte sia una valida speranza. Per gli amanti del diritto vivente, questa la massima giurisprudenziale dedotta dalla sentenza: “In tema di diritto di cronaca e di critica, quando si tratta del cosiddetto ‘giornalismo di inchiesta’ - il quale provvede ad attingere direttamente l’informazione - gli obblighi del giornalista, connessi al generale limite della verità oggettiva della notizia pubblicata, si sostanziano nel rispetto dei principi etici e deontologici dell’attività professionale, quali risultano dalla relativa legge (art. 2 della legge n. 69 del 1963) e dalla Carta dei doveri del giornalista, ai quali si aggiunge il rispetto della riservatezza, secondo quanto stabilito dalle regole deontologiche in tema di trattamento dei dati personali; fermi restando, comunque, i limiti generali costituti dall’interesse pubblico alla conoscenza del fatto e la correttezza formale dell’esposizione”.
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Rubriche la Spadaccina
La scherma insegna ad affrontare qualunque sfida Intervista al presidente della Fanum Fortunae Scherma Ernesto Langella di Evelina Langella fanoscherma@libero.it_cell. 339 4326575
Oggi abbiamo fatto quattro chiacchiere con il Presidente Ernesto Langella della società “Fanum Fortunae Scherma”. Buongiorno Presidente come va l’avvio della nuova stagione? Molto bene, grazie, ci siamo lasciati alle spalle le difficoltà iniziali, ma al momento stiamo lavorando con molto impegno e precisione. Ci dica quali sono gli obiettivi, la filosofia della vostra società? La filosofia della società non è quella di costruire un atleta automa che possa vincere e stravincere la diverse gare, ma quella di formare non solo fisicamente, ma anche psicologicamente i nostri ragazzi e ragazze a poter gestire i propri sentimenti e le proprie capacità, per poter affrontare al meglio qualunque “sfida” non solo agonistica ma anche quelle che si troveranno per la strada. Infatti nelle diverse gare cerchiamo di non caricare troppo i nostri ragazzi, ma di farli arrivare a comprendere come gestire i diversi assalti e le loro emozioni, di rendere la gara un’esperienza importante per costruire un tassello alla volta la loro personalità. In questo è molto importante anche il supporto dei genitori, che hanno compreso e capito il nostro lavoro e grazie anche al loro entusiasmo, portiamo avanti il nostro lavoro, anche se con molto difficoltà. Quali sono le difficoltà? Come diverse società della nostra città, ci definiamo dei nomadi, in quanto non avendo un luogo dove stanziare, in modo fisso la nostra attività, ci spostiamo da una palestra all’altra, smontando e
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rimontando le nostre attrezzature, ma soprattutto creando un po’ di confusione ai nostri ragazzi, che come succede anche a noi, magari vanno in una palestra ma l’attività per quel giorno è in un’altra. Abbiamo provato a cercare un altro posto ma purtroppo al momento non possiamo sostenere affitti troppo alti. Tutto ciò non smorza il nostro entusiasmo, anche perché vediamo mese dopo mese arrivare bambini/e, ragazzi/e e non solo che vogliono conoscere la nostra disciplina, di questo siamo alquanto soddisfatti. Quali sono i progetti di questo nuovo anno? Uno dei nostri progetti è “A Scuola di Scherma”, un lavoro che riguarda le scuole primarie e secondarie; grazie a questa iniziativa abbiamo allacciato una collaborazione con l’Istituto Comprensivo “Padalino”. Il progetto prevede per la scuola primaria un’attività annuale per l’attività motoria, sono state coinvolte le classi terze e quarte, con le quali svolgiamo attività motoria e conoscenza della scherma, mentre con la scuola secondaria si è istituito un laboratorio di scherma, nel quali i ragazzi una volta alla settimana vengono a provare la nostra disciplina. Inoltre come lo scorso anno vorremmo organizzare una gara di beneficenza, nella quale possono partecipare tutti i nostri atleti e non solo, ma ancora è in fase di progettazione. Come lo sono le due gare che organizzeremo per maggio e giugno 2011 a carattere regionale.
Mentre per quanto riguarda le diverse competizioni? Con quelle si è iniziato il 6/7 novembre a Spoleto con la Prima Prova Interregionale Marche-Umbria, dove abbiamo partecipato con sei atleti, di cui tre alla loro prima esperienza. Si sono comportati molto bene, hanno dimostrato di avere grinta e di riuscire, nel loro piccolo, ad affrontare le diverse difficoltà: come trovarsi in svantaggio o oppure di dover gestire un vantaggio; e si molto spesso è più difficile gestire un vantaggio, con la paura di essere raggiunto e infine di perdere l’assalto. Ma sono stati davvero molto bravi e devo fare i miei complimenti a: Albetini J., Vergoni A. (alla loro prima esperienza) nella ctg Ragazzi/Allievi Spada, Bartomioli R. che ha conquistato un buon sesto posto (ctg. Giovanissimi Spada), lo stesso risultato ottenuto da Mattioli R., alla sua prima competizione e un buon quinto posto da Fornaroli A., tutte e due nella ctg Maschietti Spada e infine Donatelli T. (ctg. Bambine Fioretto) che per un soffio non è riuscita a passare nella finale a otto, ottenendo un nono posto di tutto rispetto. Ma ci stiamo preparando anche agli altri impegni agonistici, che ci vedranno girare un po’ tutta la nostra penisola nei in questo mese (nov.) e a dicembre. Andremo ad Ancona, Ravenna, Firenze, Napoli, Milano La Spezia e Bologna, poi il meritato riposo per le vacanze natalizie.” E’ finito il tempo a nostra disposizione, vi auguriamo un buon lavoro per tutti i vostri impegni e un grandissimo in bocca al lupo!!!
Per informazioni e iscrizioni ai corsi: fanoscherma@libero.it www.fanoscherma.it cell: 339. 4326575
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Rubriche l’Erborista
Lo zenzero, un antico “medicinale” di Filippo Carboni filippo@ilnautilus.biz
Per centinaia di anni lo zenzero è stato utilizzato come medicina. Il thè allo zenzero è utilizzato in India e in altri paesi per la tosse.
Lo zenzero è ricco di zenzerina e di potassio ossalato. Lo zenzero fresco ha alcuni olii volatili efficaci non più presenti nello zenzero essiccato. Lo zenzero fibroso ha maggior valore come medicinale. Lo zenzero fresco riduce la secrezione gastrica dello stomaco. Fa bene alla digestione. Per ottenere un sapore migliore, lo zenzero fresco va aggiunto ad una limonata. In poche ore diventa di un bel rosso ed è come una potente pillola digestiva. Assunto dopo un pasto pesante in forma di gomma allo zenzero non è solo delizioso ma funziona anche contro la flatulenza. Lo zenzero fa passare la nausea da movimento se assunto 15-20 minuti prima della partenza. I marinai dell’’Asia del Sud che vanno per alto mare masticano dello zenzero secco. La polvere di zenzero secco mischiato con zucchero scuro estratto dalla linfa di cocco aiuta in caso di itterizia. Lo zenzero secco assunto con dell’’acqua uccide i vermi intestinali. Lo zenzero viene oggi molto usato in cucina. Nei cibi dolci o salati, per renderle piccante il risotto o per dare aroma nei dolci; è buono e fa anche bene. Assumere 2 grammi al giorno aiuta ad avere muscoli più forti e più resistenti. Questa la conclusione di uno studio condotto da alcuni ricercatori statunitensi dell`Università della Georgia pubblicato sul Journal of Pain.
Questi consigli sono frutto di ricerche personali. Contattare sempre il medico personale prima di assumere infusi.
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Rubriche
Vita diocesana
il Farmacista
Azione Cattolica Diocesana: Asma in 735 dal Papa. e auto Giornata storica di Don Giacomo Ruggeri (Direttore Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi)
Tra i 100.000 in Piazza San Pietro vi erano ben 735, tra ragazzi, giovani, educatori, adulti della Diocesi. Il 30 ottobre 2010 rimarrà una giornata storica. L’Azione Cattolica in Diocesi ha scelto, da sempre, di essere compagnia educativa al fianco di ragazzi, giovani, adulti. Presente in molte parrocchie della chiesa locale l’Azione Cattolica opera in modo serio, costante, con passione. L’associazionismo è un punto di forza per la parrocchia; in un rapporto equilibrato e maturo parrocchia e associazione hanno da guadagnarci, non da perderci, puntando sempre sulla formazione umana, spirituale e relazionale dei giovani educatori, chiamati ad essere uomini e donne di comunione là dove vivono e operano. Ragazzi e giovanissimi imparano a crescere grazie alla testimonianza dei loro educatori di Azione Cattolica, sapendo valorizzare tempi e situazioni di crisi educativa specie negli adulti. Di qui il monito del Vescovo Armando nel mandato ai catechisti “nel saper ripartire con gli adulti per camminare con i ragazzi. Un cammino serio per gli adulti, ricominciando nell’abc della fede e della vita cristiana”. È sotto gli occhi di tutti il passaggio
generazionale dove sempre più labili sono i ricordi e più forti le sensazioni emozionali. L’Azione Cattolica, in questo, ha tanto da dare e da ricevere. Va incoraggiata e coltivata una associazione che ha a cuore le diverse fasce d’età, la Chiesa, il territorio. Il Papa in piazza San Pietro ha detto ai 100.000 presenti “Diventate grandi se siete capaci di fare della vostra vita un dono agli altri, non di cercare se stessi, ma di dare se stessi agli altri: questa è la scuola dell’amore. L’Azione Cattolica vi insegna le strade per imparare l’amore autentico: la partecipazione alla vita della Chiesa, della vostra comunità cristiana, il voler bene ai vostri amici del gruppo di ACR, di AC, la disponibilità verso i coetanei che incontrate a scuola, in parrocchia o in altri ambienti”. Con gli Orientamenti Pastorali per il decennio, di recente pubblicati, la scelta dell’Azione Cattolica in sinergia con la Chiesa locale di tradurre passo passo le indicazioni educative, provocando e incoraggiando i giovani a scelte di servizio che segnino la loro vita, proponendo la vocazione quale frutto di ciò che stanno vivendo, servendo. In parrocchia, ma aperti al mondo.
di Rodolfo Colarizi rodolfocolarizi@hotmail.it
Quali precauzioni debbono tenere gli asmatici prima di affrontare un lungo viaggio? Le cause scatenanti che possono irritare la mucosa bronchiale sono numerose: le correnti d’aria, il freddo eccessivo, le polveri, le muffe, lo smog, gli allergeni, quindi è bene viaggiare con i finestrini chiusi. Il comportamento di guida deve essere tranquillo perchè anche le emozioni possono scatenare un attacco asmatico. E’ bene fare attenzione anche agli abiti visto che possono promuovere un caldo indesiderato. E’ fondamentale che gli interessati portino sempre con sè i farmaci specifici, alcuni ad azione preventiva altri utili nell’interruzione dell’attacco d’asma, sempre rigorosamente prescritti dal medico, norma che vale soprattutto per il cortisone dotato di un’attività preventiva oltre che curativa. In caso di un attacco acuto i medicamenti ad azione fluidificante, somministrati soprattutto per aerosol, possono essere utilizzati in particolare se le crisi sono accompagnate da secrezioni molto dense. E’ superfluo precisare che il fumo di sigarette da parte dei passeggeri è non solo sconsigliato ma incosciente; è bene fare attenzione anche ai profumi troppo forti dal momento che possono avere ugualmente un’azione negativa. Inoltre, poichè i gas di scarico, l’odore della benzina e altri elementi allergizzanti come la polvere all’interno dell’abitacolo possono disturbare l’asmatico, è opportuno, prima della partenza, ripulire bene l’interno dell’automobile e asportare le polveri che si sono depositate sui sedili e sui cuscini con potenti aspiratori. Per le medesime ragioni è consigliabile accertarsi che non esistano crepe o piccoli pertugi nella lamiera del portabagagli attraverso i quali polveri e gas di scarico possono penetrare nell’abitacolo. Un ultimo avvertimento di notevole importanza: in caso di foratura di un pneumatico è bene essere prudenti. Infatti per l’automobilista asmatico sostituire la ruota non è certo una cura ricostituente. E’ assodato che uno sforzo fisico, connesso all’apprensione, presumibilmente accompagnato da respiro affannoso e anche da freddo intenso, può provocare un “eccesso” asmatico. In consuntivo lasciare ad altri questa incombenza, si raccomandano buonsenso e tranquillità: si arriverà un po’ più tardi, ma si arriva “sani”.
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l’Ortodontista
Mal di testa? Appuntamento dal dentista!! di Laura Grigioni Specialista in ortodonzia e gnatologia - Socio ANDI via Sant’Andrea in Villis, 47 tel. +39 0721/885235 - 885169 laura-grigioni@libero.it
la dott.ssa Laura Grigioni
Cari lettori fino ad oggi abbiamo parlato dell’ importanza di curare la salute del nostro sorriso e di quello dei nostri bambini al fine di ottenere una bocca armonica e funzionale. Quello che molti non sanno è che in alcune situazioni una cattiva posizione dentale può essere la causa di Dolori Orofacciali e cioè di tutti quei dolori del viso, collo e testa che spesso affliggono la vita di molti pazienti rendendone difficili semplici attività quotidiane. Ricordiamo infatti che le Malocclusioni, termine che indica un rapporto non corretto tra l’arcata superiore e inferiore ,sono spesso la causa principale di problemi estetici, problemi dentali o gengivali ma possono anche determinare problematiche maggiori quali disturbi articolari con la comparsa di rumori all’apertura o alla chiusura della bocca e di dolori dell’area testa-collo associati a frequenti mal di testa, a dolori cervicali e a ronzii. Ma come è possibile una correlazione tra la mal occlusione dentale e la comparsa di dolori nella zona testa-collo? Innanzitutto la nostra bocca e i nostri denti sono in stretta dipendenza con il cranio che come sappiamo ospita quattro dei nostri cinque sensi, udito, gusto, vista e olfatto, con i corrispettivi organi che ci permettono di prendere contatto con il mondo esterno. Il cavo orale si trova quindi vicinissimo a strutture di importanza fondamentale per il nostro organismo e quando anche uno solo dei componenti dentali non funziona alla perfezione viene inviato un segnale di allarme a tutti gli organi vicini. Come? attraverso l’articolazione che unisce la mandibola a tutto il cranio. Infatti è proprio tale articolazione, che si trova davanti all’orecchio
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destro e sinistro, che consente alla mandibola di muoversi correttamente e che permette che i movimenti di apertura e chiusura avvengano come in un perfetto ingranaggio senza alcun rischio di incepparsi. E’ chiaro quindi che qualsiasi elemento di disturbo rappresentato da una mal occlusione,dalla mancanza di elementi dentari o da un alterato rapporto tra i denti che non combaciano più bene, sia in grado di indurre una alterata posizione e inclinazione della mandibola impercettibile ad occhio nudo ma che è in grado di generare danni gravissimi a carico del articolazione stessa e dei suoi legamenti fino a irradiarsi con dolori in tutto il cranio. Quali sono i sintomi più frequenti? I sintomi più frequenti di un problema a carico dell’ articolazione mandibolare sono dolori in corrispondenza dei muscoli impegnati nella masticazione che poi si irradiano dalla tempia fino alla zona cervicale. I muscoli che consentono alla mandibola di muoversi iniziano a non lavorare più in modo simmetrico, con conseguente senso di affaticamento durante la masticazione e comparsa di dolore nella zona davanti all’orecchio . Inoltre questa tensione può trasmettersi ai muscoli della porzione cervicale della colonna determinando così cefalee, dolenzie cervicali,capogiri, dolori cervicali, torcicollo, formicolio alle spalle, agli arti superiori, alle mani. Visto poi lo stretto rapporto tra mandibola e orecchio si assiste di frequente alla comparsa di dolori nell’area davanti all’orecchio a cui si accompagnano spesso acufeni, senso di vertigini e abbassamento dell’udito. A tale sintomatologia dolorosa si associano poi alcune disfunzioni quali la diminuzione dell’apertura della bocca, l’insorgenza di rumori a livello dalla articolazione tra mandibola e cranio e la difficoltà a masticare. In alcune situazioni la mandibola può bloccarsi in apertura durante gesti quotidiani quali per esempio un semplice sbadiglio. Infine è importante sottolineare come a causa della mal occlusione la mandibola sia costretta ad assumere a bocca chiusa una posizione alterata che spesso induce l’organismo ad avere atteggiamenti compensatori come l’inclinazione della testa o della colonna vertebrale. E’ quindi chiaro come la postura cioè la posizione della nostra mandibola sia pienamente coinvolta nella postura del nostro corpo. A chi affidarci nel caso di alcuni di questi sintomi? E’ importante rivolgersi a un team di specialisti quali l’ortodontista, l’otorino, il neurologo, il fisioterapista al fine di ottenere una corretta
diagnosi valutando tutte le possibili cause del problema. Infatti va comunque ricordato che non tutte le patologie cranio-cervicali derivino da problemi dentali. Cosa farà l’ortodontista? Nell’approccio ortodontico la terapia è rivolta a ricercare la corretta postura della mandibola. Viene dunque realizzato un disposivo intra-orale in resina trasparente, detto bite, che, grazie alla conformazione decisa caso per caso dal dentista, obbliga il paziente ad atteggiare la propria mandibola nella posizione prescelta e considerata corretta, lasciandola libera di effettuare tutti i movimenti necessari ad una vita normale. Con questo approccio, è quindi possibile testare se effettivamente la malocclusione dentaria del paziente abbia inciso sul disturbo all’ articolazione e sulla sua sintomatologia dolorosa. Una volta scomparsi i dolori il paziente potrà scegliere se avvalersi a vita del dispositivo, oppure se passare ad una seconda fase riabilitativa della propria bocca, attraverso un piano di trattamento specifico per ognuno. Nel caso in cui invece il dolore non tende a scomparire nell’arco di 3-6 mesi l’apparecchio verrà rimosso senza avere modificato assolutamente la situazione di partenza e il paziente sarà in grado di rivolgersi agli altri specialisti. Concludendo è importante saper riconoscere i disturbi legati ad alterazioni dell’articolazione temporo mandibolare e soprattutto non trascurarli poichè pur non essendo di per se una patologia grave sono in grado di ridurre il vostro stato di benessere quotidiano.
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l’Otorino
Il bambino con ostruzione nasale cronica del dott. Giuseppe Migliori - Direttore U.O.C. Otorinolaringoiatrica di Fano bvsmig@tin.it - tel. 0721 882267
Nella pratica clinica quotidiana la difficoltà respiratoria nasale è sintomo frequente anche nei piccoli pazienti. Distinguiamo forme ostruttive acute e croniche. Quelle acute che intervengono quindi improvvisamente giungono prevalentemente all’osservazione del pediatra di libera scelta. Solamente le ostruzioni nasali ricorrenti o che perdurano nel tempo per mesi in modo continuativo (forma cronica) non rispondendo ai comuni trattamenti farmacologici, rappresentano motivo per richiedere una consulenza dello specialista otorinolaringoiatra. Le cause di ostruzione nasale cronica nel bambino sono da ricondursi a patologie di natura infiammatoria – infettiva (sinusite etmoido mascellare infettiva persistente o rinite allergica perenne) associate o meno ad ostruzioni di natura meccanica (ipertrofia adenoidea, ipertrofia dei turbinati e/o deviazioni settali, poliposi nasale - fibrosi cistica e più raramente imperforazioni coanali monolaterali o incomplete). Il bambino con ostruzione nasale cronica può presentare una serie di caratteristiche fenotipiche che si riassumono nel quadro della facies adenoidea (faccia allungata, naso affilato, labbro superiore retratto, labbro inferiore cadente, bocca semiaperta, mento sfuggente ed espressione attonita). A questa si associano comportamenti particolari come la respirazione orale obbligata e la voce nasale nonché alcune anomalie del cavo orale e
dell’orofaringe come il palato ogivale, la malocclusione dentaria e l’ipertrofia adeno tonsillare. L’ostruzione cronica delle prime vie aeree sia nei soggetti con facies adenoidea che in quelli con facies normale ma ostruiti, può comportare una serie di disturbi del sonno che vanno dal russamento semplice a quadri di aumentata resistenza delle prime vie respiratorie (uars) sino alla sindrome delle apnee ostruttive del sonno (osas). All’ostruzione respiratoria nasale cronica associata o meno a episodi apnoici, si possono correlare disturbi comportamentali quali sonno agitato e frammentato, assunzione di posizioni anomale nel letto, enuresi e sudorazione notturna. L’ostruzione nasale cronica è inoltre presente in alcuni malattie congenite sindromiche come la S. di Down e sindromi con dismorfismi cranio facciali (Apert, Crouzon, Treacher-Collins, Pierre Robin). Un corretto inquadramento della difficoltà respiratoria nasale cronica non può prescindere, in un moderno studio otorinolaringoiatrico, da un esame videofibroscopico. Un fibroscopio flessibile di piccolo diametro (2,4 – 3 mm), collegato ad un sistema di video registrazione permette in modo rapido e poco fastidioso, senza alcuna anestesia, in bambini di tutte le età minimamente collaboranti, di esplorare le cavità nasali in tutta la loro estensione (circa 10 cm) sino al rinofaringe ove si localizzano anatomicamente le vegetazioni adenoidi. In alcuni secondi riusciamo a visualizzare in modo accurato la presenza o meno di tutte le possibili cause di ostruzione respiratoria nasale
il dott. Giuseppe Migliori
cronica precedentemente elencate ed insieme ai restanti dati obiettivi raccolti con la visita otorinolaringoiatrica possiamo effettuare una accurata diagnosi che ci permette di stabilire la migliore strategia terapeutica possibile che può avvalersi sia di trattamenti farmacologici che di step chirurgici, in tempi e con modalità diverse, dopo adeguati controlli longitudinali.
Nelle foto: 1. Fibroscopico flessibile 2. Facies adenoidea 3. Ipertrofia adenoidea 4. Deviazione setto nasale
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il Promotore finanziario
Prospettive economiche per il quarto trimestre 2010 di Ivan Goretti Banca Network investimenti _ p.zza XX settembre, 44 _ 61032 Fano (PU) tel. +39 0721 800688 fax +39 0721 802434 cell. +39 335 8253834 www.ivangoretti.it igoretti@ ivangoretti.it ivan.goretti@pf.bancanetwork.it Fino a quando la competitività della Germania non sarà messa in discussione, le pressioni rialziste sull’euro dovrebbero perdurare Nel contesto attuale, le pressioni rialziste sull’euro potrebbero permanere, almeno fino a quando la competitività della Germania non sarà messa in discussione o di un cambiamento radicale della politica della Banca centrale europea. Le tensioni deflazionistiche in Europa si trovano relegate in secondo piano, in un contesto in cui la prospettiva di un sensibile aumento della liquidità globale rende gli investitori meno esigenti in materia di qualità del credito e facilita l’accesso dei paesi periferici al mercato per il rifinanziamento dei loro debiti.
Gli Stati Uniti fronteggiano un tasso di disoccupazione che sfiora durevolmente il 10% (toccato solo per breve tempo, nell’era moderna, durante la recessione del 1980-82), il che non consente un consumo sufficiente. Allo stesso tempo, il morale dei titolari di PMI, tradizionalmente i maggiori datori di lavoro, non è riuscito a rialzarsi dopo la crisi del 2008. La debolezza dei redditi delle famiglie, dal canto suo, alimenta il marasma dell’edilizia abitativa, il cui finanziamento dipende comunque dal governo fino al 95%. In questo ambiente deflazionistico attizzato dalla riduzione dell’effetto leva, l’inflazione sottostante si stabilisce al di sotto dell’1%. Eppure, il mandato della Federal Reserve statunitense mira a mantenere i prezzi a livelli compatibili con una crescita sostenibile. In questo contesto, la Fed sembra decisa a dare il via ad un secondo programma a scopo molto dinamico, di politica monetaria non convenzionale che mira ad acquistare sul mercato titoli pubblici e ipotecari. L’obiettivo di questa creazione di dollaro ex-nihilo è quello di ridurre la valutazione del biglietto verde, rilanciare l’inflazione sui beni importati, favorire le esportazioni, stimolando contemporaneamente la rivalutazione del-
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l’insieme degli attivi. L’effetto ricchezza indotto dovrebbe incoraggiare le famiglie statunitensi a consumare di più. Le valute emergenti nel complesso saranno trascinate al rialzo Destinato a combattere il rischio di surriscaldamento al quale hanno dovuto far fronte le loro economie, l’inasprimento monetario in Cina, India e Brasile ha raggiunto buona parte del suo obiettivo con i prezzi che si sono stabilizzati nelle tre principali locomotive del mondo emergente. Anche se intendessero proseguire con una politica monetaria restrittiva, le Banche centrali dei paesi emergenti stenteranno davanti la flessione del dollaro. In questa prospettiva, le valute emergenti saranno spinte al rialzo, in quanto l’aumento di capitale alla ricerca di rendimento ne rafforza l’attrattiva. Si tratta di un fattore positivo importante, tale da spingere i paesi nuovi a rafforzare il proprio consumo interno e a facilitare il riequilibrio economico globale.
La zona euro rimane in una situazione delicata Eppure, a causa dello sfasamento del ciclo economico tra i diversi paesi che la compongono, la zona euro continua ad essere combattuta tra una Germania che approfitta appieno della ripresa del commercio mondiale e alcuni paesi del sud che avrebbero bisogno di un sostegno monetario “all’americana”. In questo contesto, la Banca centrale europea sembra aver deciso da che parte stare: da quella della Germania, e della virtù monetaria e di bilancio. Così facendo la Bce rispetta scrupolosamente il proprio mandato, esclusivamente orientato alla lotta contro l’inflazione. Questa situazione potrebbe intensificare le pressioni deflazionistiche nella zona e rendere ancora più difficile la situazione dei paesi esportatori meno capaci di compensare con guadagni di produttività il rincaro dell’euro. La Francia, l’Italia e la Spagna, finora relativamente risparmiate dai mercati, potrebbero scivolare nel gruppo dei paesi ad alto rischio, nei quali l’attuazione di politiche di austerità coraggiose stenta a riassorbire i deficit pubblici: austerità e pressioni deflazionistiche non vanno d’accordo. Pertanto, il Portogallo e l’Irlanda rischiano di dover fare appello all’Fmi come ha già dovuto fare la Grecia.
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il Commercialista
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• attrezzature, macchinari e impianti nuovi di fabbrica, allacciamenti (50%);
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• hardware e software, licenze, brevetti (50%);
• il 50% sotto forma di contributo a fondo perduto (da non restituire);
REQUISITI La società deve essere di nuova costituzione. Almeno il 50% dei soci deve risultare non occupato al momento della presentazione della domanda di agevolazione.
• ristrutturazione di immobili entro il limite massimo del 10% del valore degli investimenti; • attrezzature e macchinari se usati concorrono al 50%.
SPESE DI GESTIONE PER IL PRIMO ANNO AMMISSIBILI
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