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6-02-2006
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DE
DE GUSTIBUS
Giacomo Oliva, artista ed eclettico manipolatore di suoni e segni, unico firmatario delle opere che compongono il ciclo di “Flush Art”, che traccia anche la storia del locale
FLUSH ART
Island) è un po’ il “braccio” operativo e la fucina organizzativa dove si discutono e si vagliano le proposte da realizzare, dove si mescolano i linguaggi, le forme artistiche e le tensioni avveniristiche della programmazione del circolo. Una delle ultime e più apprezzate “performance” è stata quella messa in cantiere lo scorso anno e ribattezzata “Flush Art”, che tradotto in italiano suonerebbe come “L’arte dello sciacquone”. Un intervento di recupero e riqualificazione del luogo per definizione più bistrattato e negletto di ogni locale pubblico: quello che ospita i servizi igienici, i bagni insomma. Un intervento che è diventato una sorta di “mostra permanente”, e che ha consentito di ri-abitarne gli spazi, di riconnetterne i lembi con il resto del locale, con l’hacklab (il laboratorio digitale) e con il bar, con i tavolini dove si gioca a carte e con la sala prove. Come trasformare,
cioè, un non-luogo in uno spazio artistico e fruibile dal pubblico in maniera meno rozza e banale. Una missione quasi impossibile condotta con grande carica autoironica e anticelebrativa, che merita qualche parola in più e una riflessione ponderata. Ne parliamo con Giacomo Oliva, una delle menti più fervide del P.O.I., artista ed eclettico manipolatore di suoni e segni, conosciuta ed apprezzata presenza della scena perugina da diversi anni, oltre che unico firmatario delle opere che compongono il ciclo di “Flush Art”, che traccia anche la storia del locale. Quando è nato questo posto? Intorno ai primi anni ’90. Noi ci stiamo da tre anni e mezzo. Per un po’ è stato il classico circolo di quartiere con gestioni che lo hanno fatto funzionare a periodi alterni. All’inizio c’erano dei giocatori di freccette, poi gli appassionati di carte, un grup-
GUSTIBUS
uno spazio che si propone come centro di produzione allargato, come punto di riferimento e di ospitalità per un numero impressionante di realtà e gruppi o anche singoli
Quando l’arte è u n flusso (d’acqua) A Perugia c’è un luogo dove si mescolano linguaggi, forme artistiche e tensioni avveniristiche. Nuova Island è un circolo Arci tutto particolare, un’isola di ri-creazione, un’oasi di contemporaneità meticcia e metamorfica. Cosa è? Ce lo spiega Giacomo Oliva Guido Maraspin
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“Nuova Island” è un circolo Arci tutto particolare. Si trova a Perugia, in via Magno Magnini, angolo via Gallenga, sotto la Biblioteca delle Nuvole, e da qualche anno è il crogiolo delle giovani generazioni più libere, indipendenti e creative del capoluogo umbro. Un’oasi di contemporaneità meticcia e metamorfica. Uno spazio che si propone come
centro di produzione allargato e come isola di ri-creazione socializzata, punto di riferimento e di ospitalità per un numero impressionante di realtà e gruppi o anche singoli, che di volta in volta, a seconda di interessi e inclinazioni, propongono stage di tango argentino o corsi di fotografia, cene etniche e selezioni cinematografiche a tema, laboratori informatici e seminari di approfondimento con relatori senza etichette, spettacoli teatrali e concerti di gruppi emergenti, e cento altre iniziative (perfino messe cristiane evangeliche) piccole e grandi, in connessione con eventi internazionali o esigenze su scala locale. Il P.O.I. (Project on GENNAIO 2006 ·
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