Assessorato all'Ambiente e allo Sviluppo sostenibile
Anno I, numero 6
IN RILIEVO
ACQUE MINERALI E TERMALI. LA GIUNTA REGIONALE PREADOTTA NUOVO DISEGNO DI LEGGE
• ACQUE MINERALI • TRASIMENO / PIEDILUCO • WWAP • EU: KNOLEUM, PAGUS e INNOREF • RIFIUTI • FESTE ECOSOSTENIBILI • QUESTION TIME •
CARTA DELL’ACQUA
• CINEMA e AMBIENTE • SORELLA ACQUA • ECOMUSEI • CENTRALCOM
Sommario Il Programma de l’Unesco
2
I LAGHI
4
UMBRIAMBIENTE CINEMA
6
Progetti Europei
8
RIFIUTI
10
La CARTA DELL’ACQUA
17
CENTRALCOM
23
FESTE sostenibili
24
ECOMUSEI
25
Perugia, 1 dic. 07 - “Con il nuovo disegno di legge in materia di acque minerali e termali in Umbria intendiamo imprimere una svolta significativa nella gestione di queste importanti risorse naturali, inquadrandole in una complessiva azione di tutela e valorizzazione delle acque e di sviluppo sostenibile del territorio”. Lo ha detto l’assessore all’Ambiente della Regione Umbria, Lamberto Bottini, commentando la recente preadozione da parte della Giunta regionale dell’Umbria del provvedimento che ridisegna il complesso delle norme in materia di “ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali naturali, di sorgente e termali”. La proposta di legge, sulla quale si è aperta la fase di partecipazione, contiene alcune innovazioni riguardanti il pagamento dei diritti annuali (incrementati sulla base del totale delle acque utilizzate per l’imbottigliamento) e le modalità per il rilascio delle concessioni e dei permessi di ricerca. “Nel definire i 35 articoli che compongono la proposta – ha sottolineato Bottini – abbiamo tenuto conto della necessità di tutelare e valorizzare le risorse idriche e di salvaguardare la competitività del comparto nell’economia regionale. Pure nella limitatezza dei volumi utilizzati per l’imbottigliamento (circa 42 litri/secondo) rispetto a quelli per altri usi (7142 litri/secondo i prelievi autorizzati da corpi idrici sotterranei per uso potabile, industriale o irriguo) – ha aggiunto l’assessore - l’utilizzo dell’acqua minerale non è stata considerata in maniera avulsa rispetto al corretto e complessivo utilizzo della risorsa e degli aspetti naturali, storici, culturali ed economici del territorio. La nuova legge, che abroga tutte le norme regionali vigenti – ha concluso l’assessore - produrrà
un notevole snellimento delle procedure e degli adempienti”. Accanto ai diritti legati all’estensione dell’area di superficie, per quanto riguarda l’importo dei diritti annuali c’è da registrare l’incremento del canone applicato alla quantità di acqua effettivamente utilizzata per le attività di imbottigliamento, in base alla misurazione effettuata da contatori volumetrici appositamente installati. “Da tempo l’Umbria applica canoni sulle quantità realmente consumate e comprensive anche del volume d’acqua utilizzato per il lavaggio e risciacquo dei contenitori oltre che per l’imbottigliamento. Il disegno di legge – prosegue Bottini - riconferma per il 2008 il costo di 50 euro per ogni ettaro o frazione di ettaro di area accordata in concessione, mentre raddoppia, da 50 centesimi ad un euro a metro cubo o frazione di metro cubo, il diritto sull’acqua minerale o di sorgente effettivamente utilizzata. Tenendo conto dei dati 2006, il prossimo anno – spiega ancora l’assessore l’introito derivante dai diritti è stato stimato in circa 1milione e mezzo di euro”. Rispetto alle precedenti disposizioni cresce inoltre la riduzione a favore dei titolari di concessione che utilizzano contenitori di vetro. La quota di acqua imbottigliata in vetro (31 milioni di litri) è pari al 2,8% di quella imbottigliata in contenitori di plastica (mille 100 milioni di litri) e corrisponde a circa il 2,4 per cento del totale dell’acqua utilizzata. Relativamente alle concessioni per la coltivazione dei giacimenti la durata, proporzionata all’entità degli investimenti, dovrà essere esercitata su un’area possibilmente inferiore ai 200 ettari e dovrà configurarsi in maniera funzio-
nale alla coltivazione e tutela del giacimento. Nel provvedimento di concessione sarà indicata la tipologia della risorsa, l’area e la durata della concessione, la quantità massima estraibile e, ove necessario, il regime dei prelievi su base annuale stagionale o mensile, l’individuazione, delimitazione ed estensione, delle aree di salvaguardia, l’ammontare dei diritti annuali per la superficie e per la quantità di acqua utilizzata e del deposito cauzionale, accanto a eventuali prescrizioni e limitazioni cui si intende subordinare il rilascio della concessione. È inoltre previsto che il titolare della concessione versi in favore della Regione Umbria, a garanzia degli impegni assunti attraverso la concessione ed una specifica convenzione, un deposito cauzionale pari al 10 per cento degli investimenti che intende realizzare, con un tetto massimo di 500mila euro. La possibilità di effettuare le ricerche è ammessa soltanto nel rispetto delle previsioni del Piano regolatore regionale degli acquedotti e del Piano di tutela delle acque, in fase di approvazione.
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