Tutti per uno...la scuola per TUTTI n°1 (15/16)

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NUMERO 1

FEBBRAIO 2016

TUTTI PER UNO... LA SCUOLA PER TUTTI!

http://www.istcomsnicolo.gov.it/

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INDICE La redazione si presenta pag. 3 Alla scuola dell’infanzia di Gragnano Trebbiense “Si...fa...musica!’’ pag. 4 Scuola dell’infanzia di Santimento progetto “Gioca la Fiaba” pag. 6 ‘’Piccoli contadini in azione” pag. 8 Fiera di primavera 2015 in Piazza della Pace a San Nicolò pag. 10 Pensando agli altri... pag. 13 Scrittori di classe 2: - Prima o poi pag. 15 - Una scelta coraggiosa pag. 16 - Due piccole api e una grande avventura pag. 17 - Vita da api pag. 20 - Il segreto dell’amicizia pag. 24 - La grande avventura di Marco e Juliane pag. 28 Scrittori di classe: l’avventura continua pag. 31 News, News, News... da Calendasco!!! pag. 33 Una seconda... magica!!! pag. 35 Inaugurazione della biblioteca nella S. Prim di Gragnano T.se pag. 37 Intervista al Presidente dell’Associazione Celiachia pag. 38 Visite scolastiche a Milano Expo pag. 39 Expo 2015 pag. 40 La mia avventura ad Expo pag. 42 Expo e l’importanza del cibo pag. 44 Caos climatico pag. 45 La raccolta differenziata pag. 46 Sulle orme di Sigerico... nel segno dell’accoglienza pag. 46 Campestre... cercasi corridori eccellenti!!! pag. 48 Per fortuna esiste la pace pag. 49 Ponte di Legno 2016 pag. 50 L’angolo del brivido pag. 52

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LA REDAZIONE SI PRESENTA... Noi componenti della redazione del giornalino, edizione 2015/2016, ci siamo divertiti a inventare un raccontino utilizzando i nostri cognomi. Provate voi lettori ad abbinare i personaggi immaginari con quelli reali, aiutandovi anche con le foto! C’era una volta, nel fantastico paese di ANBAOUI, nell’arido deserto del BALAN, una ragazza che BEN adorava l’ALBA e per andarla ad ammirare era sempre la più SVELTA. Nella sua famiglia erano tutti GOBBI, tranne lei e le sue tre sorelle, ognuna con difetti diversi: la minore, sebbene stonata, adorava fare canto e ogni notte parlava con un SANTO; la mezzana aveva un caratteraccio e spesso andava al mercato di Roma, nel quartiere BRANCACCIO; e per finire la maggiore pregava ogni sera San CIRILLO. Queste persone erano così strane e fantasiose, che entrarono a far parte della redazione del giornalino dell’Istituto Comprensivo di San Nicolò, riuscendo a raccogliere e a diffondere molte notizie delle scuole che lo compongono. Emili Cirillo, Moad Anbaoui, Balani Daniela, Brancaccio Chiara, Di Santo Adele, Ben Ghalba Firas

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ALLA SCUOLA DELL’INFANZIA DI GRAGNANO TREBBIENSE

“ SI...FA... MUSICA!” “...La musica svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo globale dell’individuo. Agisce sugli stati d’animo più profondi e sulle emozioni, è nutrimento della mente e dello spirito, ma anche divertimento, gioco, strumento per sviluppare le attività espressive e creative della persona...” La scuola dell’infanzia risulta essere un luogo privilegiato per esplorare il mondo dei suoni, poiché l’esperienza musicale può essere sviluppata attraverso attività motorie, d’invenzione, d’interpretazione sonora che sviluppano nel bambino il senso dell’armonia, la sensibilità uditiva, la capacità comunicativa. Il canto corale, inoltre, diventa un momento significativo e altamente socializzante e dà a ciascuno la possibilità di superare differenze e diversità.

La Scuola dell’Infanzia di Gragnano T. se da alcuni anni aderisce al progetto “Si...Fa...Musica!” proposto dall’Associazione Culturale Musicale “Artemusica”. Il progetto coinvolge i bambini delle tre sezioni e prevede incontri settimanali dal mese di febbraio al mese di maggio. I bambini, suddivisi in piccoli gruppi, omogenei per età, vengono seguiti dall’insegnante esterna Takako Kakimoto che, con il suo strumento e la sua voce cristallina, riesce a coinvolgere tutti in 4


esperienze entusiasmanti. Nell’ultimo anno, a lei si è affiancata Simona, esuberante danzatrice di Hip Hop, che ha proposto ai bambini la coreografia di un balletto veramente coinvolgente! La scuola, nel corso degli anni, si è dotata di un discreto numero di strumenti musicali: tamburelli, bongo, campanelle, maracas, triangoli, piatti, xilofoni..., che hanno permesso ai bambini di fare notevoli e divertenti esperienze ritmiche e, addirittura, di esibirsi in concertini con un direttore d’orchestra! La lezione aperta, a conclusione del progetto, è sempre un momento di festa per i bambini che con entusiasmo si improvvisano cantanti, musicisti e ballerini, e per i genitori che ammirano e apprezzano il percorso svolto, consapevoli della sua valenza positiva. Un grazie sincero quindi, a tutti i genitori che ogni anno ci permettono di continuare questa meravigliosa esperienza, a Takako e a Simona che, oltre ai bambini, coinvolgono le insegnanti e sono fonte di continuo aggiornamento e a tutte le persone che hanno collaborato nella sua realizzazione. Le insegnanti della Scuola dell’Infanzia di Gragnano T. se

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SCUOLA DELL’INFANZIA DI SANTIMENTO PROGETTO “GIOCA LA FIABA” “Si può fare teatro ovunque, purché si trovi il luogo in cui viene a trovarsi la condizione fondamentale per il teatro: deve esserci qualcuno che ha individuato qualcosa da dire, e deve esserci qualcuno che ha bisogno di starlo a sentire. Quello che si cerca, dunque, è la relazione. Ogni teatro è pedagogia”. J. Copeau I bambini di 3 e 4 anni delle sezioni E e D hanno partecipato ad un laboratorio di teatro insieme alle insegnanti Anna, Elena, Laura e Sandra da febbraio a maggio 2015. Gli obiettivi di questo percorso: • favorire la comunicazione attraverso vari tipi di linguaggio espressivo; • rafforzare la possibilità espressiva di ciascuno; • sperimentare l’assenza di giudizio e rafforzare l’autostima; • promuovere l’interscambio e la cooperazione per un fine unico; • scoprire e utilizzare il corpo in modo creativo e originale. Il progetto ha avuto come animatrice la signora Graziella Cadore che ha lavorato in televisione nel programma “L’Albero azzurro” dove ha creato e animato il personaggio di Dodò e che oggi porta esperienze di laboratori teatrali nelle scuole. Il progetto si è concluso con una grande rappresentazione teatrale dove i bambini hanno portato in scena la storia della pecora Gigia.

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Il fine dell’attività non è stato, però, lo spettacolo, ma il percorso di scoperta delle proprie personali capacità creative e comunicative. Il far finta di.. si trasforma nel fare spettacolo, dando ad ognuno la possibilità di esprimere le proprie paure, sentimenti e incertezze, di valorizzare le diversità per un reciproco arricchimento, di liberare la fantasia, di avvicinarsi al mondo della musica e del teatro. L’attenzione era centrata più sul processo creativo che sullo scopo, sulla creazione più che sul risultato.

Il percorso di scoperta è stato lungo, ci siamo messi in gioco e abbiamo sperimentato che il corpo può essere... Il corpo assume diverse posizioni ed esprime stati d’animo tramite la gestualità e le espressioni mimico-facciali. Racconto col corpo, con la voce, con le mani, usando pupazzi e burattini, con le ombre, con la musica... Mi metto in gioco e partecipo ad un progetto di gruppo. La storia finale racconta le peripezie di una pecora che si chiama Gigia e che è nata verde, per questo colore si sente diversa e vuole in tutti i modi risolvere questo problema. In un primo tempo si fa aiutare dalle stagioni diventando marrone col fango autunnale e con l’abbronzatura estiva e bianca con la neve in inverno, ma le stagioni cambiano, la neve si scioglie col sole, il fango viene lavato via dalle piogge e lei si ritova sempre verde ed è sempre più triste. Per fortuna le vengono in soccorso il contadino Everardo e sua moglie Marisa che sono molto preoccupati per la Gigia che non mangia niente e non esce più e decidono di provare a colorarla... Adesso la Gigia diventata fucsia è molto contenta, sarà sempre a capo del gregge perchè tutti potranno vederla, anche nei giorni di nebbia. Se passate in un campo e vedete una pecora fucsia, fermatevi a salutarla: è senz’altro la pecora Gigia. Laura Cherchi, insegnante della Scuola dell’Infanzia di Santimento

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“Piccoli contadini in azione!” Ogni giorno i bimbi, divisi in piccoli gruppi, lo vanno ad innaffiare con grande dedizione e hanno già potuto portare a casa gli ortaggi da gustare con tutta la famiglia. Non solo... una mamma ha raccolto alcune foglie di salvia, nell’angolo delle piante aromatiche, per insaporire una pasta che si è rivelata gustosissima, a suo dire. E, a proteggere l’orto, oltre ad una recinzione, i bambini di 4 anni della sezione L hanno messo uno spaventapasseri realizzato con tanto impegno.

“Coltivare un orto a scuola è un modo per imparare, un’attività nella quale i bambini vengono stimolati ad utilizzare i propri sensi per conoscere la natura e sviluppare abilità diverse come l’esplorazione, l’osservazione e la manipolazione. L’attività all’aperto, come la coltivazione di un orto, dà la possibilità al bambino di sperimentare gesti ed operazioni ed osservare cosa accade attraverso l’esperienza diretta, acquisendo le basi del metodo scientifico.” Con questa finalità le insegnanti della sezione dei Leprotti, Paola, Silvia e Tiziana, hanno invitato a scuola il nonno di Gabriel, il signor Mauro, che con entusiasmo ha trasmesso ai bambini la propria esperienza e il proprio sapere. Questo fantastico nonno, dopo aver individuato, insieme alle maestre, il luogo idoneo alla coltivazione, con l’aiuto del signor Marco e con tanta fatica ha dissodato il terreno e predisposto le aiuole. Poi, una mattina del mese di Aprile, il nostro nonno, armato di tanta pazienza, si è presentato a scuola ed insieme alle insegnanti ha accompagnato nell’orto i bambini e qui è iniziata la semina di piselli, fagiolini e prezzemolo, seguita dalla piantagione di insalata, pomodori, fragole, cetrioli. L’orto è al completo...

Grandissimi i piccoli contadini di Gragnano! Le insegnanti e i bambini della sez. L della Scuola dell’Infanzia di Gragnano

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I BAMBINI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA DI GRAGNANO MENTRE COLTIVANO L’ORTO INSIEME A NONNO MAURO

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FIERA DI PRIMAVERA 2015 IN PIAZZA DELLA PACE A SAN NICOLO' Non è importante se non siamo grandi come le montagne, come le montagne, quello che conta è stare insieme,

ragazzi, insegnanti e genitori di diventare per un’intera giornata protagonisti di una cultura nuova: LA CULTURA DEL DARE. Tramite la realizzazione di bancarelle con vari lavori creativi, è stato ricavato un fondo per sostenere borse di studio a favore di chi, nei Paesi più svantaggiati, non ha la possibilità di andare a scuola e per l’acquisto di strumenti e materiali che favoriscano lo studio e lo sviluppo dei progetti “SCHOOLMATES”.

per aiutare chi non ce la fa!!! Per aiutare chi non ce la fa!!! Le significative parole di questo bellissimo canto indicano pienamente le motivazioni per cui è stata organizzata per tanti anni la Fiera Primavera pro-solidarietà a Piacenza, in diverse piazze e luoghi. I progetti educativi solidali sono sostenuti e attuati dalle associazioni AMU e RAGAZZI PER L’UNITA’ del MOVIMENTO DEI FOCOLARI, movimento fondato da CHIARA LUBICH, una maestra di Trento che ricevette nel 1996 il Premio Unesco per la Pace. La giornata Fiera Primavera è stata un’espressione di PACE INTERCULTURALE. Quest’anno, il 19 aprile 2015, per La Piazza della Pace, adornata da la prima volta è stata organizzata tanti cartelloni raffiguranti i popoli anche a San Nicolò in Piazza della dei vari continenti, con relative Pace, luogo veramente indicato per bancarelle, preparate dai bambini delle Scuole dell’Infanzia e della questa bella esperienza. Primaria di Santimento, San Nicolò e L’iniziativa ha proposto a bambini, 10


Rottofreno, hanno attirato l’attenzione degli invitati e dei passanti. Le catene di manine svolazzanti, di carta colorata, appese al palco e alle banchetti, comunicavano un segno di speranza e di ottimismo. Quale speranza? La speranza … che i nostri bambini possano vivere in una società sempre più pacifica, aperta e solidale. La speranza … che la scuola sia un esempio in cui i piccoli sono affiancati dai grandi per un cammino costruttivo in una società migliore. Molteplici sono state le iniziative interculturali della giornata. Tra le più significative ricordiamo: la sfilata di tutti bambini con le bandierine del mondo, il lancio di tanti palloncini uniti insieme con i messaggi di pace, la Banda Ponchielli che ha allietato i presenti con musiche popolari e mondiali, il momento canoro, musicale e danzante di molte classi delle scuole del territorio, i discorsi di apprezzamento e ringraziamento dell’Assessore Graziella Gandolfini, del Parroco Don Pierluigi Dallavalle e della Dirigente Scolastica Adriana Santoro.

La mattinata fredda e ventosa, che ci ha impedito di realizzare lo scenario mondiale desiderato, nel pomeriggio ha lasciato spazio anche al sole, che ci ha regalato i suoi raggi più caldi proprio mentre sul palco le voci bianche dei bambini richiamavano l’attenzione di tante persone. E così la grande Piazza della Pace, come per magia, si è letteralmente riempita di sorrisi e applausi.

Sì, è stata una giornata ricca di convivialità, con la partecipazione di varie etnie culturali e religiose, che alla fine della manifestazione, insieme ai bambini, hanno sfilato con abiti tradizionali, in parte realizzati manualmente da noi insegnanti. Il lungo e variopinto corteo era preceduto da un grande arcobaleno di tulle che voleva esprimere la bellezza di tanti popoli diversi insieme. Una giornata dove tutti hanno manifestato atteggiamenti positivi di apertura e scambio, di accettazione delle diversità, dove i bambini hanno avuto modo di apprezzare il loro lavoro ludico creativo e di essere protagonisti di una VERA ESPERIENZA DI PACE INTERCULTURALE. 11


Al termine dell’iniziativa, al momento di smontare l’impianto scenografico, ci siamo rallegrati per la riuscita della Fiera, che speriamo di poter ripetere anche il prossimo anno e per la quale si ringraziano tutte le persone che in VARIE FORME E MODI, hanno contribuito. Ricordiamoci che insieme abbiamo vissuto la verità della seguente frase: “C’E’ PIU’ GIOIA NEL DARE CHE NEL RICEVERE”.

Le insegnanti delle Sezioni F e G Maggi Maria Assunta, Bernini Rossella, Orsini Raffaella, Brusamonti M.Grazia, Smaldore Gerarda

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NEWS DALLA SCUOLA PRIMARIA PENSANDO AGLI ALTRI... Gli alunni della IV B della scuola Primaria di S. Nicolò – Via Serena durante i giorni che hanno preceduto il Natale hanno VISSUTO alcune ESPERIENZE davvero SIGNIFICATIVE: - con gli ospiti del Centro Serena hanno realizzato delle fantastiche ghirlande natalizie, ritagliando foglie, stelle, fiocchetti; - alle persone della Casa di riposo Fontanella hanno presentato danze folk e suonato, con il flauto, melodie popolari accompagnate da canti e poesie; - insieme alle nonne hanno preparato i TORTELLI CON LA CODA, che poi hanno gustato a tavola con il loro Sindaco Raffaele Veneziani e l’Assessore alla Cultura Graziella Gandolfini durante un festoso PRANZO NATALIZIO! CHE BELLO VIVERE IL NATALE CONDIVIDENDOLO con le persone che ci stanno accanto e avendo nel cuore PENSIERI DI PACE! Le insegnanti Amodeo, Quadrelli, Cancilleri

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Alcune classi delle Scuola Primaria del nostro Istituto si sono cimentate nell’esperienza di piccoli scrittori, partecipando al concorso Scrittori di classe 2, che ha messo alla prova le loro abilità di scrittura e lettura critica dei testi. Gli alunni, dopo aver scelto tra gli incipit proposti dai più importanti autori di libri per ragazzi, dovevavano sviluppare una traccia, dando libero sfogo a tutta la loro fantasia e immaginazione. Di seguito, uno degli incipit, scelto da quattro classi del nostro Istituto

Eli e Bi sembravano vicine, ma il confine del campo di fiori già le separava: di qui il giallo, dall’altra parte i colori verdi e bruni della brughiera. “Che cosa stai facendo, sorella Bi?” chiese Eli in tono allarmato. Bi non rispose; sospesa nell’aria fissava il mondo sotto le sue zampe in uno stato ipnotico. “Non possiamo superare il confine del campo di ranuncoli. Torna subito indietro”. Bi alzò lo sguardo, come se si fosse ripresa dalle vertigini, e guardò l’orizzonte. “Non ti sei mai chiesta che cosa ci sia oltre le colline, Eli?” chiese poi. “Ancora con le tue stupide fantasie... tra poco sarà il tramonto; dobbiamo rientrare subito all’alveare”. Bi sembrò ignorare le parole della sorella e con pochi battiti d’ali si allontanò ancora di un poco. “Fermati!” intimò Eli, volando lei stessa al confine del campo di ranuncoli. “Io vado, Eli” disse Bi senza guardarla. “Sarai bandita per sempre dall’alveare!” “No... tu sei la mia supersorella; non lo dirai alla regina”. Ci fu un lungo silenzio, rotto solo dalla brezza leggera che soffiava tra gli steli e dal ronzio sottile delle loro ali. “Addio, Eli” sussurrò Bi e senza più voltarsi si lasciò prendere dal vento, diventando sempre più piccola. Eli volò avanti e indietro lungo il confine del campo di ranuncoli, sconvolta. Poi si girò e puntò decisa verso l’alveare. “Lo dirò alla regina” si disse mentre il suo cuoricino pulsava così forte che sembrava voler saltar fuori dalla cuticola. “Sarà bandita per sempre! Dovrà mendicare il cibo ai confini dei territori e morirà al primo freddo, come una mosca. Stupida ape ribelle’! Eli si fermò. “Bi...” sussurrò “io non voglio che soffra”. Esitò indecisa, ronzando sospesa sopra un fiore di papavero che iniziava a chiudere i petali al crepuscolo. Infine prese la sua decisione.

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PRIMA O POI Eli si diresse all’alveare decisa a raccontare la fuga di sua sorella Bi, all’ape regina. Era molto triste, perché non avrebbe voluto tradirla; le lacrime le scendevano lungo il viso, senza Bi la vita non sarebbe stata più la stessa. Si sentiva persa. Pensava e ripensava a tutti i momenti belli trascorsi insieme: le risate, gli scherzi fatti agli amici fuchi, le lunghe giornate faticose. Sempre più commossa e assorta nei suoi pensieri Eli si avvicinava all’alveare quando incontrò altre api operaie che erano sui campi intente a succhiare il nettare e raccontò loro ciò che era accaduto. -Sapete amiche, Bi è scappata! -Cosa?- risposero in coro. -E’ così giovane ed inesperta, non potrà andare lontano! -E poi oltre il campo di ranuncoli c’è il malefico ragno “Nerux”, minaccioso e pronto a catturare una di noi. -Forza! Andiamo a cercarla e riportiamola a casa! Tutte unite le api volarono alla ricerca di Bi. Dovevano fare in fretta prima che il sole tramontasse. Le api ronzarono intorno ad ogni fiore scrutandolo per bene ma di Bi nessuna traccia, mentre si avvicinavano sempre di più alla ragnatela di Nerux. Una delle api vide tra le gramigne delle ragnatele e più in là, tesa tra due spighe, ve n’era una enorme. Guardarono bene e videro che lì impigliata c’era Bi, con Nerux pronto a divorarla. Anche Eli vide sua sorella e capì che era in serio pericolo. - All’attacco- urlò con tutto il suo fiato. -Fuori i pungiglioni. Pungiamo Nerux ben bene, e liberiamo Bi. Tutte circondarono il malefico Nerux e dopo aver combattuto molto liberarono Bi che impaurita e confusa si strinse a Eli. Bi aveva capito la lezione. Non era ancora il momento di lasciare l’alveare, era troppo giovane. Insieme ad Eli e alle altre api si diresse verso l’alveare, voltandosi indietro a guardare quelle colline che tanto la incuriosivano e promise a se stessa che prima o poi avrebbe ritentato la fuga! Gli alunni della classe II G della Scuola Primaria di Gragnano 15


UNA SCELTA CORAGGIOSA Eli doveva raccontare tutto all’ape regina, mentre Bi si allontanava sempre di più. Era preoccupatissima, non le era mai capitato niente di simile, e raccontare alla regina che sua sorella era andata via e non sarebbe tornata più all’alveare, la metteva in agitazione. Mentre volava, una lacrima le scendeva sul viso. Pensava a Bi, non poteva tradirla, né lasciarla andare. Si fermò un attimo, prese fiato, ma soprattutto si fece coraggio: sì, il coraggio di seguire sua sorella. Volò veloce verso le colline con il cuore pieno di gioia perché tra un po’ avrebbe raggiunto Bi. Lungo il volo incontrò altre api alle quali raccontò tutto. -Amiche, devo darvi una notizia. -Siamo tutte orecchi!- rispose una. -Dai parla, non farci stare in pena!- disse un’altra. -Bi ha preso la sua strada- cominciò Eli -E’ andata via. Oltre le colline! -Ma no!- risposero in coro. -Non può. Cosa penserà la regina? -Come reagirà? -Lo so, la regina non approverà, ma io ho preso la mia decisione- disse Eli -Io vado da lei! Le amiche api ci pensarono su e poi si unirono a Eli e volarono via veloci per raggiungere Bi. Erano tutte convinte che l’ape regina avrebbe accettato e capito la loro decisione e se un giorno avessero deciso di tornare all’alveare le avrebbe accolte con amore. Gli alunni della classe II H della Scuola Primaria di Gragnano

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DUE PICCOLE API E UNA GRANDE AVVENTURA

Bi osservava la bellezza della brughiera: campi di erica viola come l’uva e dolci colline che infondevano tranquillità; tutto ciò che vedeva sembrava un’opera d’arte. Mentre era distratta dal meraviglioso paesaggio, un vento forte la spinse verso una ragnatela, tesa tra i rami di una grande betulla. L’ape ribelle si ritrovò attaccata alla tela di un grosso ragno malvagio e velenoso, nero come l’ebano, tutto peloso e con un occhio per ogni zampa. Bi era disgustata e talmente impaurita che tremava tutta, perché aveva timore che il ragno la mangiasse a colazione. Così si mise ad urlare a squarciagola:

- Aiuto, aiuto!!! Salvatemi!! Fortunatamente un fuco sentì le sue urla, vide un pungitopo, ne strappò un rametto e con le spine delle foglie liberò la piccola Bi dalla ragnatela e dalle grinfie del ragno. Allora Bi disse all’ape: - Grazie, mi hai salvato la vita. Come posso sdebitarmi?- In nessun modo, mi è venuto d’istinto. Ma sei nuova? Io non ti ho mai vista da queste parti. Cosa ci fai qui? Da dove vieni?- rispose il fuco coraggioso. Bi iniziò a raccontare di essere scappata dal campo di ranuncoli per esplorare il mondo, alla ricerca di nuovi amici speciali e di paesi da scoprire. Nel frattempo Eli decise di tornare verso l’alveare perché ormai era tardi e intorno a lei era tutto buio. 17


La supersorella si sarebbe svegliata all’alba per andare a cercare la piccola ape testarda. Ma tornando verso la sua casa sentì un gran trambusto: un apicoltore tentava di strappare il loro alveare per portarlo nelle arnie della sua fattoria. Le altre api cercavano di scappare dall’alveare per chiedere aiuto. Bi ed Emilio, il nuovo amico, avevano fatto conoscenza e lui le aveva raccontato che abitava a Riccioland, un posto chiamato così perché le api avevano costruito i loro alveari nella Terra dei Ricci. Era giunta la sera, a Bi, che aveva volato tutto il giorno e vissuto tante avventure, borbottava lo stomaco. - Bi hai fame?- chiese Emilio con tono sorpreso. - Sì, sono affamata!- rispose l’ape. - Vieni con me nel mio alveare. Qui troverai pappa reale e diversi tipi di miele, una vera delizia!- le propose Emilio. Una volta arrivati a Riccioland, Emilio offrì a Bi tutto quello che voleva e lei accettò con piacere; poi andarono a fare una passeggiata nel campo di ginestre e giocarono a nascondino, finché non si stancarono ed Emilio invitò la piccola ape a casa sua per dormire. Intanto Eli, impaurita dall’apicoltore, si era avventurata nella brughiera per cercare aiuto, quando all’improvviso si trovò davanti un gruppo di calabroni e venne catturata. Questi insetti maligni volevano sapere dove si trovava l’alveare di Eli per impadronirsi di tutto il miele. A Riccioland, invece, Bi sentiva nostalgia di casa perché era notte e lei non aveva mai dormito senza sua sorella. Voleva tornare a casa, ma aveva oltrepassato la brughiera e non sapeva come fare a tornare indietro anche perché c’erano troppi pericoli. Emilio, vedendola triste, chiamò ricci e lucciole per riportarla a casa. La brughiera era illuminata dalle stelle e dalle lucciole che sembravano piccole lanterne volanti. Bi adesso era contenta perché stava ritornando verso il suo alveare e dalla sua supersorella. Ad un tratto, però, sentì qualcuno che chiedeva aiuto: gli animali seguirono la voce che proveniva da una tana costruita dentro il tronco di un rovere. Bi riconobbe la voce: si trattava proprio di Eli! - Dobbiamo liberarla subito!- disse Bi preoccupata. Le lucciole distrassero i calabroni lasciando le loro scie luminose, attirandoli verso i ricci che li punsero con i loro aculei. Eli intanto era ancora rinchiusa nella tana abbandonata di uno scoiattolo. Sassi e rametti le impedivano di uscire. Così i ricci, con le loro zampine, strapparono i legnetti e tolsero i sassolini. Bi ed Emilio la aiutarono ad uscire sana e salva. 18


Le due sorelle si abbracciarono forte, Eli disse a Bi che le era mancata tanto. Bi le rispose che non si sarebbe mai più allontanata da casa senza di lei. Eli si accorse che c’era un estraneo con la piccola ape: -Chi è questo tizio? - Io sono il fuco Emilio e ho aiutato tua sorella nella brughiera. - rispose serio. - Grazie per aver salvato me e mia sorella. Sei un buon amico e potresti aiutarci a salvare la nostra casa! Eli raccontò a Bi e ad Emilio che l’alveare era in pericolo perché un apicoltore voleva prendere tutto il miele. Emilio e i nuovi amici chiamarono altri animali per spaventare il contadino e farlo fuggire. Cercarono la loro amica volpe, il lupo, i tre castori, gli uccellini che vivevano nella grande betulla e tutti insieme si diressero verso il campo di ranuncoli. L’apicoltore, vedendo arrivare un tale esercito di animali, scappò a gambe levate. La regina ringraziò Bi, Eli, Emilio e tutti gli animali che li avevano aiutati a salvare l’alveare. Non avrebbe bandito le due sorelle dal campo di ranuncoli perché avevano difeso la loro casa. - Da ora in avanti potrete andare nella brughiera ogni volta che volete, ma dovrete rientrare all’alveare prima che tramonti il sole - disse la regina e inoltre proclamò Emilio “guardiano del campo di ranuncoli” e gli chiese se voleva vivere con loro. Emilio accettò con entusiasmo l’invito: avrebbe fatto sentire al sicuro tutte le api e le avrebbe accompagnate a esplorare il mondo. Gli alunni della classe III H

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VITA DA API Eli prese la sua decisione: pensò di cercare Bi perché era preoccupata per sua sorella, non voleva lasciarla da sola perché temeva che si mettesse nei guai o che facesse brutti incontri. Riflettendo su queste cose, intristita, volò a cercarla. Mentre Eli sorvolava la brughiera era talmente concentrata a guardarsi intorno e ammirare il paesaggio che rimase intrappolata in una ragnatela tesa tra i rami di una betulla. Eli era molto agitata perché sapeva che avrebbe potuto trovare ragni affamati e cattivi, a cui piacevano le api, come la regina aveva spiegato loro. Dopo un po’ un ragno nero, grosso e dal corpo peloso, a passi lenti, si avvicinò ad Eli, che iniziò ad urlare: - Aiuto, aiuto!! Salvatemi! Nel frattempo Bi, svolazzando di qua e di là, aveva quasi raggiunto il confine della brughiera. Assetata, si fermò a bere in un acquitrino. Mentre beveva, un piccolo rospo saltò fuori all’improvviso dall’acqua e, per lo spavento, Bi indietreggiò e si scontrò con un’altra ape.

- Ehi! Fai più attenzione!- disse quell’ape. - Scusami, non l’ho fatto apposta! Un rospo mi ha spaventata, pensavo che volesse mangiarmi- rispose Bi. - Non preoccuparti, i rospetti non sono affamati, ma vogliono soltanto giocare! Non lo sapevi? Non passi mai da queste parti? - No, sono nuova, sono appena arrivata dal campo di ranuncoli.- Cosa ci fai qui a quest’ora? Ma allora anche tu sei stata cacciata dalla regina?- No, io ho deciso di partire perché voglio scoprire il mondo!- rispose l’ape ribelle. Bi iniziò a raccontare la sua storia alla nuova amica e lei, a sua volta, si confidò svelandole il suo segreto: Dina, questo era il nome dell’ape, era stata bandita dalla regina perché non aveva rispettato le regole dell’alveare. 20


Mentre si stavano conoscendo sentirono in lontananza delle urla spaventate. Seguirono la voce, che a Bi sembrava familiare, volarono in soccorso e giunsero fino a una grande betulla. Qui videro l’ape ubbidiente, Eli, impigliata nella ragnatela e un enorme ragno che la voleva divorare. L’ape Dina si mise a distrarre il ragno, lo sfidava dicendogli: - Ehi ragnaccio, fatti sotto! Prenditela con quelli della tua taglia!Il ragno, infuriato, corse verso Dina per agguantarla, intanto Bi volò a liberare la sorella dalle trame della tela. Dina allora, con un colpo di pungiglione, fece perdere l’equilibrio al ragno, che cadde goffamente in un rovo di spine.

Le due sorelle si abbracciarono forte ed Eli iniziò a spiegare perché era scappata dall’alveare: era preoccupata per la salute di Bi e non voleva lasciarla sola. Eli guardò Dina con sguardo dubbioso e con curiosità, le chiese: - Ma noi ci conosciamo? Mi sembra di averti già vista nel campo di ranuncoli...Dina rispose: - Sì, io sono l’ape Dina, vivevo nell’alveare quando voi eravate piccole. La regina mi ha cacciata perché ho attraversato il confine del campo di ranuncoli per vedere cosa c’era oltre.Dina raccontò che aveva scoperto molte cose e aggiunse che nella brughiera c’era un polline molto nutriente, quello della melissa. A Bi venne un lampo di genio: aveva un piano per far tornare la nuova amica all’alveare. Ormai però il sole era tramontato, si era fatto buio e le tre api dovevano trovare al più presto un rifugio per la notte. Mentre cercavano un riparo, si mise a piovere, si alzò il vento e alcune foglie di mirtillo che roteavano nell’aria volarono sulla testa delle api. Alle amiche allora venne l’idea di usarle, come se fossero dei cappelli. Durante la notte le sorelle rimpiangevano il tepore dell’alveare e sentivano nostalgia di casa. 21


All’alba un tiepido sole le svegliò e ripresero il cammino verso l’alveare. Lungo la strada si fermarono a raccogliere il polline della melissa. - Con questo polline speciale convinceremo la regina che nella brughiera non ci sono solo pericoli! Se andremo tutte insieme faremo nuove scoperte!- affermò Bi. Volando volando, arrivarono finalmente all’alveare, dove la regina, molto arrabbiata e preoccupata, quando le vide le sgridò. Ma le due api spiegarono che nella brughiera avevano trovato nuovi fiori e nuove piante da impollinare.

Uno starnuto interruppe la conversazione e la regina si accorse che dietro alle sorelle c’era qualcuno: le fece spostare e riconobbe Dina. - Cara regina, devi sapere che senza di lei non saremmo sopravvissute nella brughiera e non avremmo trovato questo polline delizioso - disse Bi mostrando alla regina il dolce nettare di melissa. La regina rimase stupita, lo assaggiò e lo trovò squisito. Ringraziò Dina, dicendole: - Bentornata, da oggi sarai riammessa nell’alveare! Però mi devi promettere che non attraverserai più la brughiera senza di noi! - Ma allora potremo esplorare ancora la brughiera? - domandò Bi emozionata. - Certo! - la rincuorò la regina – Ma voleremo tutte insieme, da vere sorelle, per conoscere fiori e posti mai visti prima -. Le tre amiche si abbracciarono contente e promisero alla regina che non sarebbero più andate da sole nella brughiera. Ora la vita nell’alveare sarebbe tornata serena e da quel giorno, soprattutto, all’insegna dell’avventura. Gli alunni della classe III G della Scuola Primaria di Gragnano 22


Di seguito, uno degli altri incipit sul tema dell’amicizia, scelto da alcune classi quarte del nostro Istituto Juliane e Marco si ritrovarono improvvisamente catapultati dentro alla scena del quadro che stavano osservando. Non sapevano come potesse essere successa una cosa del genere, però sapevano chi era il colpevole di tutto ciò: lo strano custode di quella stanza del museo. “Avete detto che i quadri non vi dicono niente, vi ho sentiti” disse loro il custode, che adesso vedevano piccolo e lontano, quasi un fantasma nel cielo. “Ebbene ora scoprirete che i quadri parlano. Eccome! Se volete uscire dal labirinto in cui vi ho rinchiusi, sarete costretti a parlare coi personaggi dei quadri. Fra loro ci saranno veri amici che vi aiuteranno e falsi amici che cercheranno di mettervi fuori strada. Dovete ascoltare bene tutti e cercare di capire quali sono i veri amici e quali no. Solo così troverete la porta, l’unica porta che vi permetterà di passare di quadro in quadro, fino all’uscita...” “Di quadro in quadro?! Ma che sta dicendo? Ci faccia uscire!” esclamò Juliane. “Ma chi è lei e quanti quadri dovremmo attraversare?” chiese invece Marco. Quella strana e inquietante situazione spaventava un po’ i due bambini, che però cercavano coraggiosamente di controllare la loro paura. “Io sono il custode dei quadri, e anche un mago” rispose l’uomo. “Se saprete riconoscere i veri amici, le porte saranno solo sette. Io vi aspetterò all’uscita del labirinto”. La figura del custode scomparve e i due bambini si ritrovarono soli dentro il quadro. Per la prima volta si guardarono intorno...

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IL SEGRETO DELL’AMICIZIA Per la prima volta si guardarono intorno ... e si accorsero che erano finiti nel dipinto di Paul Klee “Via principale, vie secondarie”. Davanti a loro si aprirono un’infinità di strade, tutte uguali e interminabili, e i due ragazzi videro crescere i propri timori e caddero in un enorme stato di confusione. “Marco, cosa facciamo adesso?” chiese Juliane, piuttosto preoccupata. “Proviamo a percorrere la seconda via, a destra, e vediamo dove ci condurrà” rispose l’amico. I due bambini si avviarono lungo la strada scelta e, nel frattempo, cominciarono a porsi delle domande. “Sapremo riconoscere i veri amici dai falsi amici?” si interrogò Marco. “Non sarà facile, di certo, ma insieme potremmo riuscire a superare questa difficile prova” aggiunse Juliane fiduciosa. All’improvviso si aprì una porta e furono scaraventati in un paesaggio di dune che si estendeva vuoto in profondità, dove si trovarono di fronte ad una famiglia di saltimbanchi. Si distingueva un uomo giovane, magro e alto, che indossava il costume di Arlecchino e che teneva la mano di una bimba vestita con un vezzoso abito di seta rosa, trattenuto in vita da una fascia di velluto nero e che reggeva un cestino di vimini ornato di piccole rose scarlatte; di fronte a loro un uomo dai capelli brizzolati, un buffone, più avanti negli anni e dalla corporatura robusta con un sacco gettato su una spalla. Accanto a lui due ragazzi: uno, esile e slanciato, che mostrava, in tutta la sua magrezza, il torace nudo e l’altro, basso e minuto, che ascoltava senza prendere parte alla conversazione. Alla loro destra, in disparte, una donna dalla bellezza elegante e delicata che sedeva stringendo tra le dita uno scialle, affinché non le scivolasse dalle spalle. I due uomini, sorpresi della loro presenza, smisero di parlare e, rivolgendosi ai bimbi, chiesero come mai si trovassero lì e perché. Juliane spiegò loro che erano stati obbligati, da uno strano mago, ad affrontare una complicata prova e che per superarla era indispensabile riuscire a capire quando un vero amico può dirsi tale. L’uomo più anziano suggerì che era facile distinguerlo tra gli altri, perché un vero amico non mente mai.

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I due bambini, ripensando al loro stesso legame, ritennero che avesse ragione e che la sincerità fosse uno dei valori imprescindibili dell’amicizia. A quel punto apparve una porta e piombarono, con un sonoro tonfo, in un grande giardino di bellissime rose. Quello spazio gli sembrò familiare, intimo, quasi segreto: lo spazio ideale dove coltivare i propri sogni, i propri desideri, in cui passeggiare tra i sentieri del ricordo, della riflessione e del pensiero. Un luogo dove essere bambini liberi. Nel giardino le rose irradiavano con i loro colori rosa, fucsia e violetto tutto il contesto, come se fossero dei soli, i cui raggi erano tante spirali. Tra questi fiori regali Juliane e Marco notarono degli spazi in cui si trovavano architetture, tetti, cupole e corti. Mentre ammiravano il fascino e la bellezza del luogo, videro le corolle voltarsi nella loro direzione e sentirono una vocina gentile che chiese: “Come vi chiamate?” I fanciulli, superato il momento d’iniziale stupore e ritenuto che le rose avessero subito, anch’esse, l’incantesimo di quel temibile mago, risposero spiegando anche la situazione inconsueta nella quale si erano venuti a trovare. I boccioli, in coro, esclamarono: “L’amicizia non esiste! Non sapete che non ci si può fidare di nessuno? La vostra è un’impresa persa in partenza!”. Juliane e Marco dapprima si guardarono sgomenti, ma poi, con la stessa convinzione, ribatterono: “L’amicizia vera esiste e noi ne siamo un esempio: ci fidiamo ciecamente l’uno dell’altra”. Le rose tacquero e, in un battibaleno, si sollevò un vento fortissimo che li trasportò roteando, attraverso una porta, in un altro dipinto. Intorno si estendeva una splendida campagna, umida di pioggia, e i loro piedi sprofondarono nella terra fangosa. Si trovarono accanto ad un grosso albero e davanti videro un imponente filare di ulivi. Improvvisamente udirono il fruscio delle foglie e la voce di un uomo che canticchiava allegramente. Era un agricoltore che portava una zappa sulla spalla e che, non appena li ebbe visti, propose loro di accompagnarlo a casa. Così si incamminarono e, durante il percorso, osservarono un altro campo poco distante e poi un muretto che s’innalzava; oltre il muretto c’era un magnifico frutteto con tante chiome colorate. In mezzo agli alberi scorsero una casetta con il tetto spiovente e un comignolo. Sopra il frutteto videro spuntare quattro pioppi, un abete e un campanile appuntito: in mezzo si ergeva un convento con gli abbaini. In lontananza le colline erano brulle e arrotondate e il cielo, dopo il tramonto, parzialmente limpido. Il paesaggio circostante aveva suscitato il loro interesse ma, nonostante ciò, ascoltarono con attenzione i racconti dell’uomo che ricordava, con gratitudine, l’aiuto ricevuto da un altro contadino quando un’alluvione aveva devastato il suo raccolto. Grazie all’intervento prestatogli, non solo era riuscito a risollevarsi da quell’incresciosa situazione che aveva rischiato di minacciare la sua stessa sopravvivenza, ma aveva trovato anche un vero amico.

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La vicenda commosse i ragazzi e fece riaffiorare alla loro mente i momenti in cui non erano stati disponibili nei confronti degli amici, in cui avevano negato, per pigrizia, un aiuto che avrebbe cambiato la situazione. Provarono un grande rimorso al punto che si ripromisero di non ripetere più quell’errore e, una volta terminato il viaggio, di chiedere scusa a chi ne aveva subito le conseguenze. Mentre si asciugava gli occhi, Juliane chiese singhiozzando: “Riusciranno a credere al nostro pentimento e a perdonarci?” Visibilmente provato, Marco rispose annuendo dolcemente con il capo. Poi, con un fil di voce, aggiunse: “Lo spero...” Dopo qualche istante si aprì, sotto i loro piedi, una porta e precipitarono sulla chioma frondosa di un pesco in fiore. Lassù, Juliane esterrefatta urlò: “Dove siamo? Fatemi scendere! Soffro di vertigini...ohhh”. Cominciò ad agitarsi talmente tanto che scivolò rovinosamente verso il basso, terminando la sua discesa, a gambe all’aria, su un prato verdeggiante. E Marco non tardò a seguirla. Appena si furono ripresi dallo spavento, cominciarono a guardarsi intorno: erano ai piedi di un bellissimo pesco che si stagliava maestoso al centro di un campo. I due bimbi, alla loro destra, videro uno steccato di legno marrone che separava il campo in cui si trovavano da quello attiguo e, in lontananza, una serie di peschi fioriti. L’intensa luce solare esaltava i colori pieni e accesi del paesaggio e, prepotente, irrompeva l’emozione scaturita dalla natura in primavera. Furono presi da un’euforia improvvisa e incontrollabile e così iniziarono a rincorrersi e a far capriole sull’erba profumata e soffice; per un attimo dimenticarono il fine del loro lungo viaggio. Poi, di colpo, l’ entusiasmo fu interrotto da un rumore confuso: il pesco oscillava i suoi rami e il tronco, flessibile come un giunco, si piegava da un lato e dall’altro. “Tutto questo è incredibile...!” esclamò Juliane.

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“No! È, ancora una volta, opera del mago che avrà fatto un incantesimo” sentenziò Marco. “Già, quasi dimenticavo che siamo qui a causa sua e che, anche se non possiamo vederlo, non perde occasione per ricordarci che è comunque presente” aggiunse la piccola. “Rivolgiamo qualche domanda all’albero. Vedrai che saprà fornirci una spiegazione.” Così scoprirono che il pesco non solo si muoveva, ma accennava a storie lontane, perse nel tempo, di cui aveva memoria e che, grazie ai poteri conferitigli, poteva finalmente raccontare. In passato, ai suoi piedi, si erano seduti a chiacchierare due bambini che, dopo un po’, avevano cominciato a litigare, perché l’uno era geloso delle vittorie conseguite dall’altro nello sport praticato da entrambi. In realtà non riusciva ad accettare la sconfitta ma, cosa ben più grave, a gioire dei successi riportati dall’amico. Così il pesco aveva assistito impotente alla fine di un’amicizia. Marco non credette alle sue orecchie e, riaprendo un cassetto della memoria, ricordò la gara a cui avevano partecipato tempo addietro e che fu vinta da Juliane; nulla aveva turbato quel momento di grande felicità che festeggiarono insieme ai loro amici. Anzi, a pensarci bene, in quell’occasione le aveva anche detto: “La tua gioia è la mia gioia”. Guardandola negli occhi, capì che l’amica stava pensando la stessa cosa. Improvvisamente furono risucchiati in un vortice d’aria e non ebbero neanche il tempo di salutare il pesco e, oltrepassando l’ennesima porta, si ritrovarono in cima ad una collina. Era notte e un alto cipresso scuro sovrastava dall’alto una piccola valle dov’era situato un paesino, dominato dalla cuspide di un campanile. Sullo sfondo troneggiavano le colline elevate, una falce di luna e un vasto cielo stellato. A Marco e Juliane sembrava di essere un tutt’uno con l’infinito e di poter, in quel luogo, terminare il viaggio intrapreso. I ragazzi, perciò, corsero a perdifiato lungo la collina per raggiungere il paesino che era illuminato dalle luci e, una volta lì, bussarono alla porta della prima casa. Dopo un’attesa che sembrò interminabile, la porta fu aperta da un bambino che li rimproverò per averlo svegliato. Allora gli spiegarono che erano rimasti affascinati dalla bellezza del luogo, al punto che avevano desiderato conoscere almeno uno dei suoi abitanti. Il volto del fanciullo si illuminò in un sorriso che li accoglieva e, festoso, si presentò: “Mi chiamo Vincent.” Poi entrarono e si accomodarono sul divano, davanti al camino scoppiettante. Lì, in allegria, iniziarono a chiacchierare e a sorridere di quel mago che, in fondo, sottoponendoli a quella prova aveva permesso loro di riflettere e di confrontarsi con le persone e gli oggetti incontrati, ma anche di divertirsi. Ed ora avevano un amico in più, sicuri che non avrebbe minato la loro amicizia. .

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Ad un tratto nel camino il fuoco si spense e comparve una porta da cui fuoriuscirono due grosse mani che li afferrarono, trascinandoli via. Qualche attimo dopo arrivarono al cospetto del mago, che si complimentò con loro per aver superato la prova e che aprì la settima porta, che li avrebbe resi finalmente liberi. Gli alunni della classe IV G della Scuola Primaria di Gragnano

LA GRANDE AVVENTURA DI MARCO E JULIANE Per la prima volta si guardarono intorno ... e scoprirono di trovarsi nel dipinto di Paul Klee, in cui c’era un intricato groviglio di vie che accrebbe i loro timori e li confuse estremamente. “Quale strada percorriamo?” chiese Marco, tradendo una certa agitazione. “Seguiamo la prima via a sinistra” rispose Juliane. I due bambini, mentre camminavano, cominciarono a riflettere su come potevano riuscire a superare quella difficile prova e si resero conto che la condizione fondamentale, perché ciò avvenisse, era collaborare e aiutarsi a vicenda. Forti di questa nuova consapevolezza, proseguirono a passo spedito quando, all’improvviso, apparve lungo il percorso una grande porta che si spalancò e i due ragazzi, vincendo lo stupore iniziale, la oltrepassarono e si ritrovarono in aperta campagna di fronte a sei persone sconosciute. Era una famiglia di saltimbanchi e i due uomini discutevano animatamente sullo spettacolo che avrebbero rappresentato l’indomani. Ad un tratto si accorsero di essere osservati da due bambini e chiesero loro chi fossero. Dopo le presentazioni, i fanciulli raccontarono il motivo della loro presenza in quel luogo. Allora l’uomo più anziano li prese in disparte per narrargli degli episodi vissuti durante i numerosi anni di lavoro, dello spirito di sacrificio profuso negli allenamenti impegnativi ed estenuanti, che tutti vivevano con passione e gioia tali da far svanire la fatica. Juliane e Marco, grazie a quelle parole, colsero il valore della condivisione che rende più facile e piacevole ogni impegno e che aiuta a superare le difficoltà con un sorriso. Immediatamente si aprì un’altra porta che li scaraventò in un giardino di rose rosse e profumatissime. Mentre ammiravano la bellezza di quei fiori, ad un tratto, udirono una vocina che chiese: “Chi siete? Come mai vi trovate qui?” “Ma, ma tu, tu pa...parli?” domandò stupita Juliane “Sì, e non solo io, perché tutte noi abbiamo ricevuto il dono della parola da un custode mago” rispose la rosa. “Bene! Noi siamo qui perché lo stesso mago ci ha obbligato ad affrontare una prova durante la quale dovremo saper distinguere i veri amici dai falsi amici.” Seguì un attimo di silenzio e poi una rosa, ai due ragazzini, consigliò: “A volte, è necessario raccontare delle bugie ad un amico, per evitare che soffra.

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Vi dirò di più, cominciate a partire da voi, vedrete che tutto andrà meglio.” Juliane e Marco si scambiarono uno sguardo complice e, al contempo, perplesso e poi esclamarono all’unisono: “Agli amici bisogna sempre dire la verità, perché venirne a conoscenza da altri, li farebbe soffrire ancora di più.” Riuscirono appena a terminare la frase quando, all’improvviso, videro una porta che si aprì e piombarono in un grande frutteto. Lì, i colori dei campi e del fogliame erano quelli tipici dell’autunno inoltrato e, in lontananza, si scorgevano le colline brulle, arrotondate e ondulate, quattro pioppi, un abete, un campanile e un convento. Tra i filari di ulivi notarono un contadino che trasportava una pala sulla spalla e che procedeva lentamente, sfinito dal lavoro appena terminato. Quando li ebbe di fronte, chiese: “Salve bambini, come mai siete qui da soli?” Juliane e Marco, ancora una volta, raccontarono del loro viaggio di quadro in quadro e della stanchezza che cominciavano ad avvertire. Allora l’uomo propose loro di fermarsi ad aiutarlo, per un breve periodo, nel lavoro dei campi. I bambini, ignari delle sue reali intenzioni, accettarono la proposta e furono ospitati nella sua casa. L’indomani, prima che sorgesse il sole, furono svegliati frettolosamente e dopo una colazione a base di pane duro e degli avanzi della cena della sera precedente, indossarono degli abiti da lavoro, piuttosto logori, e si avviarono nei campi. Giunti lì, cominciarono a zappare la terra per smuoverla, ad estirpare le erbacce e a battere con lunghi bastoni i rami degli ulivi per raccogliere le olive nelle reti sottostanti. Lavorarono alacremente per tutta la giornata, senza ricevere né acqua, né cibo dall’agricoltore che, nel frattempo, era rimasto a casa a riposarsi, e al tramonto, sfiniti, percorsero la strada del ritorno, trascinando le lunghe e pesanti reti. A casa i bimbi non poterono cenare perché il contadino, Henri, aveva già mangiato tutto e, in più, aveva chiesto loro di riordinare e pulire la cucina. Juliane, con gli occhi lucidi, guardò a lungo Marco come se il suo sguardo potesse sorreggerla in quel momento così difficile e a lui, che aveva chinato il capo, le guance si bagnarono di lacrime.

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Terminate le pulizie, andarono a riposare sui loro giacigli scomodi e si addormentarono immediatamente. Nel cuore della notte Juliane si sentì strattonare un braccio e con gli occhi semiaperti domandò: “Uhm ...cosa succede? Chi c’è qui?” “Zitta, sono io! Ho in mente un piano per fuggire da questa prigione, però dovrai ascoltarmi e non fare alcun rumore” sussurrò Marco. L’amica gli si gettò al collo e singhiozzando disse: “Siamo stati molto ingenui. Abbiamo creduto alle parole di Henri, considerandolo un nostro amico, ma un vero amico non approfitta della tua disponibilità per il proprio tornaconto personale, riducendoti in schiavitù .” Marco e Juliane si strinsero forte l’uno all’altra, in un abbraccio che sembrava non voler finire più e quasi sospesi, in un’atmosfera rarefatta, varcarono una porta che era apparsa in quel momento nella loro stanza. Quando riaprirono gli occhi, videro un bellissimo pesco in fiore, in un campo illuminato dal caldo sole primaverile. Si stesero sull’erba e lasciarono che i raggi baciassero i loro volti felici quando, ad un tratto, il pesco si chinò per guardarli e gli chiese: “Qual è il motivo di tanta felicità?” I bimbi sobbalzarono e, sebbene fossero un po’ spaventati, risposero: “Stiamo scoprendo qual è la vera amicizia e, anche se il viaggio è lungo e pieno di ostacoli, comincia a piacerci!” Poi si presentarono e confidarono all’albero che, prima di quel momento, ignoravano anche che in ogni dipinto fosse raccontata una storia e che le storie si intrecciavano, si confondevano e a tratti si sovrapponevano le une alle altre, perché in esse si ritrovavano degli elementi comuni. Il pesco, se avesse potuto, avrebbe fatto loro un sonoro applauso, ma si limitò ad avvicinare i suoi rami per simularlo. In quel momento una folata di vento li sospinse al di là di una porta, sulla sommità di un colle da cui si godeva una vista mozzafiato: il cielo riluceva dei bagliori delle stelle e della luna che illuminavano il paesino nella piccola valle. I due bambini, per un attimo, desiderarono che il tempo si fermasse, ma poi si diedero la mano e discesero adagio la collina per contemplare il paesaggio, fin dove l’occhio si perdeva. Arrivati in paese, sentirono la musica della banda che procedeva lungo le vie per la festa patronale: videro giovani, anziani, uomini, donne, bambini che danzavano e cantavano, si abbracciavano ed erano felici. Di una felicità che riempie e completa, perché erano tutti amici. In fondo alla strada notarono una porta e capirono, a malincuore, di essere giunti alla fine del viaggio, perciò lentamente arrivarono dall’altra parte e ad attenderli trovarono il mago. In realtà gli era stato sempre accanto, come una presenza invisibile, e sapeva bene che i ragazzi quella prova avevano saputo superarla con intelligenza e cuore. Così gli lasciò il privilegio di aprire l’ultima porta che li avrebbe riportati, più forti e sicuri, nel mondo. Gli alunni della classe IV H della Scuola Primaria di Gragnano

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Scrittori di classe: l’avventura continua alla Primaria di Calendasco!

Gli alunni della classe 4^I di Calendasco, dando seguito ad una tradizione avviata lo scorso anno scolastico, si sono cimentati nel progetto legato al concorso letterario “Scrittori di classe 2”. Partendo dalla lettura dei quattro incipit dedicati alla scuola primaria, i bambini hanno votato quello che preferivano. La scelta è ricaduta su quello legato al Valore dell’Amicizia, in cui si narra che i due protagonisti, Marco e Juliane, si sono ritrovati imprigionati in un quadro a causa della superficialità con la quale giudicavano le opere d’arte. Dal momento che il mago-custode del museo rivolge loro l’accusa di averli uditi dire che “i quadri non dicono niente”, i ragazzi vengono catapultati in un avventuroso percorso all’ interno delle opere artistiche e soprattutto dovranno rapportarsi con vari personaggi (uomini, animali e cose), che potranno aiutarli o ostacolarli. Dopo questo primo step gli scolari, insieme all’ insegnante di italiano, arte e immagine, hanno ricercato almeno sette quadri che avrebbero potuto ispirare la fantasia collettiva. Attraverso la cooperazione in piccoli gruppi è stata delineata la struttura narrativa: ad ogni gruppo è stato assegnato uno dei quadri precedentemente scelti da tutta la classe: ogni opera pittorica aveva lo scopo di ispirare una sequenza del racconto.

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Ciascun elaborato è stato poi collegato agli altri, facendo in modo che i due protagonisti passino dalla “Nave blu” di Magritte ad essere ripescati da due pescatori che vivono nel “Paesaggio mediterraneo” di Picasso. Attraverso le conversazioni con il mobilio della “Camera di Arles” di Van Gogh, poi, Marco e Juliane si ritrovano a parlare con la frutta e la verdura del quadro “Autunno”, dopo essere passati per l’“Incoronazione di Napoleone” ed aver risolto il problema del “Cavaliere azzurro” di Kandinskij. Il percorso li ha condotti, nel finale, in mezzo alle ballerine di Degas: è forse questo il quadro in cui i bambini hanno fatto risaltare maggiormente il valore dell’amicizia. Attraverso l’aiuto reciproco, la fiducia e l’abbattimento di pregiudizi, i protagonisti riescono a trovare la via per tornare a casa. Vi tornano stanchi, sollevati, ma arricchiti dalle esperienze vissute insieme e con la meraviglia generata dall’incontro con l’Arte.

La classe ha lavorato molto per poter dare coerenza e coesione a tutto il testo: il compito non era per niente semplice, perché il livello di astrazione è portato al massimo. Le vicende dovevano avere carattere fantastico, mantenendo il fil rouge dell’Amicizia. Stendere la parte narrativa non è stato difficile; il compito più complesso, infatti, si è rivelato quello di descrivere al meglio le emozioni dei protagonisti, senza cadere nell’assurdo. Il valore dell’Amicizia viene rimarcato nel ricordo delle esperienze pregresse dei protagonisti, nella fiducia concessa sulla base delle proprie sensazioni, nella gratuità degli aiuti che vengono loro forniti e nello scegliere di affidarsi ai consigli di un personaggio, preferendolo ad un altro. Durante lo sviluppo della narrazione, gli alunni hanno prodotto anche alcune illustrazioni di accompagnamento. La classe è stata contenta di aver potuto provare l’esperienza offerta da “Scrittori di classe” e la parte più divertente è stata sicuramente nei momenti in cui si sono svolti lavori in piccolo gruppo per meglio raccogliere le idee e per aver la possibilità di esprimere la propria opinione ed idee sugli avvenimenti. L’insegnante Cristina Armani

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NEWS NEWS NEWS... DA CALENDASCO !!! Anche quest’anno, non senza problematiche e intoppi, si è avviato il nuovo anno scolastico. La Scuola Primaria di Calendasco è la più piccola del nostro Istituto Comprensivo, ma non per questo l’ultima ruota del carro!!! Tanti bambini, dal capoluogo e dalle sue frazioni, arrivano da noi fiduciosi di poter lavorare e imparare mediante lo studio, l’impegno e tante attività appassionanti e divertenti! Negli anni scorsi, grazie all’ aiuto dei genitori e della Fondazione Cariparma, abbiamo dotato ciascuna aula di una postazione LIM; quest’anno, finalmente, grazie all’intervento dell’amministrazione comunale, si è reso nuovamente disponibile un locale che funge da laboratorio di arte e una nuova aula computer, attrezzata con le macchine dismesse fornite gentilmente dalla A.U.S.L. Quelli che seguono sono solo alcuni esempi di attività che hanno preso il via già da settembre. L’ insegnante coordinatrice di plesso Cristina Armani

CLASSE PRIMA: COMINCIAMO BENE! La prima quest’anno conta 19 iscritti. Sono ragazzini in gamba, che vengono volentieri a scuola.

Anche loro, come i compagni della Primaria e della Secondaria di Primo Grado, hanno partecipato alla Festa dello Sport che ogni anno si celebra tradizionalmente durante uno dei primi sabati di settembre in collaborazione con il C.O.N.I. Iniziativa che i nostri piccolini hanno gradito.... 33


Gli sport con i quali gli alunni si sono cimentati sono svariati...

Equitazione

Pattinaggio su rotelle

UnitĂ cinoďŹ la In prima, beh, si sa, i bambini sono molto ma molto impegnati ad imparare a leggere e a scrivere, ma trovano anche il tempo di celebrare Halloween, magari con un bel lavoretto, che dovrebbe fare paura, mentre.... fa un po’ ridere!!!

Quante emozioni da quel fatidico 15 settembre! Ma siamo solo agli inizi, e ...ne vedremo ancora delle belle! Buona scuola a tutti dai bambini e dalle insegnanti della Classe Prima di Calendasco! 34


Una seconda.....MAGICA!!! L’anno scolastico, nella classe 2^ I della scuola primaria di Calendasco, è iniziato con un pizzico di magia! Infatti, sin dal primo giorno, le alunne e gli alunni sono stati accolti da un’allegra streghetta di nome Perfetta (che gli errori toglie in fretta!). Il simpatico personaggio ha proposto loro di trasformarsi in apprendisti maghetti e streghette ed entrare così a far parte della sua scuola di magia, nella quale si impara a evitare gli errori di ortografia!

L’invito è stato subito accolto con entusiasmo da tutti e così è iniziato un percorso multidisciplinare che, grazie ad incantesimi ed esperimenti, guida il gruppo alla scoperta dei segreti della grammatica, coinvolgendolo in tante attività. La strega Perfetta ama molto la lettura, e perciò, grazie anche all’aiuto preziosissimo dell’amico bibliotecario, la classe seconda e tutte le altre stanno compiendo una serie di magiche letture che divertono un mondo, come quella del...... Mostro Peloso!!!

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Spesso, inoltre, la strega scrive misteriose letterine che lascia nei posti più disparati dell’aula, nelle quali chiede ai piccoli allievi di compiere prove da superare o propone attività da svolgere. Ha suggerito, ad esempio, di ricercare notizie sul 12 ottobre, stimolando tutti i bambini a scoprire che quella data ricorda la scoperta dell’America! Su questo argomento la classe si è poi soffermata, leggendo la storia di Cristoforo Colombo. La strega Perfetta si è posta come guida nel percorso di conoscenza delle magiche trasformazioni compiute dall’Autunno nella natura che ci circonda, invogliando i giovani artisti in erba a tingere dei suoi caldi colori anche la loro aula ... Meravigliosamente magico anche il pannello autunnale animato da tanti gufetti e pipistrelli costruiti con semplici materiali di recupero!

Inoltre, gli alunni artisti hanno fabbricato bellissime lanternine di Halloween per illuminare la notte nella quale Perfetta si esibiva in strambe pozioni! Questa streghetta, quindi, sta proprio facendo compagnia alla nostra seconda e sta rendendo le sue lezioni più divertenti... ma a volte è anche seria e fa riflettere su temi molto importanti come quello della Pace, ricordandoci che, come scrive il grande Gianni Rodari: “Ci sono cose da non fare mai, né di giorno, né di notte, né per mare, né per terra: per esempio, la guerra.”

Gli alunni di 2^ I con la loro insegnante di religione hanno ricordato anche la festa dei nonni. Nella foto a destra, riportata sopra, una simpatica testimonianza del lavoro svolto al riguardo. 36


INAUGURAZIONE DELLA BIBLIOTECA NELLA SCUOLA PRIMARIA DI GRAGNANO TREBBIENSE Il giorno 20/05/2015,

a Gragnano T.se, è stata inaugurata la biblioteca. Di seguito alcune interviste degli alunni di VG e VH INTERVISTE CURATE DA ALCUNI ALUNNI DELLE CLASSI V... ...AL SINDACO PATRIZIA CALZA MICHAEL (cl.VH): Buongiorno, le piace la nostra biblioteca? SINDACO: Molto, sì! MICHAEL: Cosa l’ha colpita di più? SINDACO: I disegni e le immagini che la rendono allegra ed accogliente. MICHAEL: A lei piace leggere? Se sì, cosa? SINDACO: Sì, mi piace molto. Leggo di tutto, soprattutto romanzi, anche se principalmente sono costretta dal lavoro a leggere molti più articoli tecnici. ...ALLA MAMMA-PITTRICE CHE HA DECORATO LA BIBLIOTECA MICHAEL (cl.VH): Buongiorno, intanto grazie per il bellissimo lavoro che ha fatto per noi bambini, dipingendo e ispirandosi alle fiabe ed alle favole. A questo proposito le chiedo: qual è la sua fiaba preferita e perché? MAMMA – PITTRICE: La mia preferita è “Alice nel paese delle meraviglie”, perché è a metà tra la vita reale e quella magica. ...AD ALCUNI ALUNNI DELLA SCUOLA MICHAEL: Cosa ti piace leggere ed in quale momento della giornata? ARIANNA: Le favole, nel pomeriggio. LORENZO: Il Vangelo alla sera. FILIPPO: “Topolino” nel pomeriggio. RICCARDO: Libri d’avventura e gialli alla sera. GIADA: “Il giardino segreto” alla sera.

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INTERVISTA AL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE CELIACHIA, SIG. RA PATRIZIA ANSELMI FEDERICO (cl.V H): Lei è celiaco? PRESIDENTE: Sì. FEDERICO: Da quanto tempo lo sa? PRESIDENTE: Da otto anni. FEDERICO: Di cosa si occupa la vostra associazione? PRESIDENTE: La nostra associazione si occupa di far conoscere la celiachia a chi ancora non sa cos’è e anche di analizzare tutti i ristoranti per celiaci. FEDERICO: Qual è il suo piatto senza glutine preferito? PRESIDENTE: Il risotto ai quattro formaggi e le lasagne fatte con la farina senza glutine. FEDERICO: E’ difficile vivere da celiaco? PRESIDENTE: Lo era di più prima, quando era difficile scoprire cosa e dove mangiare, perché la celiachia era poco conosciuta. Gli alunni delle classi V G e V H della Scuola Primaria di Gragnano

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VISITE SCOLASTICHE A MILANO EXPO L’Istituto Comprensivo di San Nicolò (Piacenza), nell’ambito dell’ampliamento dell’offerta formativa, ha proposto agli alunni delle Scuole Secondarie di Primo Grado di San Nicolò, Calendasco e Gragnano, un percorso didattico interdisciplinare con la visita dell’Esposizione Universale di Milano 2015, dal tema Nutrire il pianeta, energia per la vita. Numerosi gli insegnanti, le classi e gli alunni che avevano aderito all’iniziativa. In totale hanno partecipato al progetto 12 classi sulle 23 dell’Istituto, con 246 alunni, 30 docenti e 4 accompagnatori di cui 2 collaboratori scolastici. Quattro delle classi partecipanti (I B, II E, II F e II D) già lo scorso anno scolastico hanno lavorato sul tema dell’alimentazione: la I B iscrivendosi alla piattaforma To ge ther Expo in cui gli alunni si sono misurati con varie missioni alimentari (quiz, esercitazioni, gare...) periodicamente lanciate online; le classi II E e II F con l’iniziativa Food for Thought tramite cui i ragazzi hanno potuto incontrare alcuni esperti che hanno suggerito loro idee per evitare lo spreco di cibo; la II D partecipando al Concorso LA SCUOLA PER EXPO 2015 con l’elaborato Media

Mente For Food sul rapporto cibo e Paese d’origine, e realizzato come sito internet offline. Per quanto riguarda l’aspetto logistico (trasporto e acquisto dei biglietti per l’ingresso a Expo), i docenti delle classi di San Nicolò si sono appoggiati all’Associazione Terre Francigene, che ha provveduto anche al reperimento di guide qualificate; queste hanno accompagnato per buona parte della giornata i gruppi nella visita di un discreto numero di padiglioni espositivi. L’esperienza si è rivelata senz’altro positiva per tutti i partecipanti e in particolare per i ragazzi che, stimolati dalla creatività e dalle tecnologie presenti in ogni stand, hanno saputo cogliere tanti aspetti e messaggi lanciati dall’Esposizione Universale, come il tema della lotta agli sprechi alimentari, l’importanza dell’acqua per la vita dell’uomo e di qualsiasi ecosistema terrestre, le differenze culturali fra i popoli con ripercussioni sull’alimentazione, le diverse forme di energia utilizzate sul pianeta...

Maria Gobbi insegnante Scuola Media di San Nicolò

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EXPO 2015

NUTRIRE IL PIANETA, ENERGIA PER LA VITA Dopo la visita di numerose classi della Scuola Media di San Nicolò a Milano Expo nel mese di ottobre, abbiamo svolto una piccola indagine chiedendo ai ragazzi le loro riflessioni. Ne sono uscite molte risposte interessanti... È una mostra didattica sull’energia e sulla storia passata e attuale, ed è proiettata sul futuro di tanti Paesi (Nicolas Federici) ...un’esposizione in cui sono rappresentati i cibi di ogni nazione, che persone di tutto il mondo visitano per conoscere la storia di altri Paesi oltre al proprio (Andrea Saranga) ...l’esperienza che mi ha fatto capire che il cibo è importante per tutti e dimostra che ogni posto ha la sua cultura e le sue bellezze (Rhieb Elouej) ...una mostra che rappresenta le culture di diversi popoli: cibo, abbigliamento, lavoro. Secondo me alcuni padiglioni di Expo hanno rappresentato poco il tema dell’alimentazione, ma l’esperienza è stata lo stesso fantastica (Vittoria Ferrari) ...un’attrazione dove si può scoprire cosa mangiano e utilizzano gli abitanti di altri stati per nutrirsi (Niccolò Lodi) ...molto più di una mostra, è un modo per vedere come ogni luogo dà il proprio contributo per nutrire la popolazione e per migliorare l’ambiente; è una fonte di energia per il nostro futuro e per il mondo (Sveva Bersani) ...un’esposizione di vari pannelli che raffigurano i cibi tipici di ogni parte del mondo (Rebecca Pagani) ...un modo per approfondire il nostro sapere su Paesi lontani, per cercare di produrre il cibo in modi diversi e perriuscire a sfamare più gente possibile (Alessandro Amore) ....un’esposizione universale il cui tema è il cibo e l’obiettivo è quello di trovare il modo per sfamare la popolazione mondiale nei prossimi anni (Luca Pandelli) 40


....un’opportunità di lavoro per molta gente, mentre per i visitatori è stata l’occasione di conoscenza della cultura e dell’alimentazione di diversi paesi (Elena Pansini) ...un mondo magico perché non avevo mai visto cose gigantesche come l’albero della vita, che è stupendo. Poi senza andare all’estero abbiamo visitato tanti Paesi del mondo (Michele Verzino) ....un incontro di culture molto differenti tra loro (Melissa Bussandri) ...un viaggio in cui attraversi tutte le culture, è un luogo che ti permette di vedere, sentire, provare tutto ciò che prova la gente di quel territorio. Expo è il mondo della cultura (Beatrice Bosi) ...un’esperienza che mi ha avvicinato alla diversità fra i popoli (Davide Rovelli) ...un posto magnifico dove abbiamo ammirato l’albero della vita, simbolo dell’energia che la natura offre al mondo (Firas Ben Ghalba). 41


LA MIA AVVENTURA AD EXPO Voglio raccontare la bella esperienza che ho vissuto all’Expo il 06 Ottobre 2015, durante la visita all’esposizione organizzata dalla nostra scuola. Quel martedì mio papà mi ha svegliato alle ore 6:15, ma non mi è pesato per niente perché ero molto contento all’idea di visitare Expo. Con i miei compagni di classe, accompagnati dai nostri insegnanti, abbiamo raggiunto Milano in autobus, chiacchierando e immaginando che cosa avremmo potuto vedere. Arrivati a Expo, abbiamo fatto un po’ di fila e poi finalmente siamo entrati con una certa emozione. La prima cosa che ho visto è stato l’Albero della Vita, una struttura maestosa a forma di albero, tratta da un antico progetto di Michelangelo. Dopo aver incontrato la nostra guida a piazzetta Piacenza, ci siamo diretti al padiglione dell’Iran. All’interno c’erano tutte le piante provenienti da quel Paese e abbiamo visto un filmato che spiegava come gli Iraniani sfruttano l’energia del vento. Dopo siamo andati al padiglione degli Stati Uniti d’America e la cosa che mi ha colpito di più è stato “l’orto verticale”; questo metodo di coltura dovrebbe servire a risparmiare l’acqua, la terra e anche l’energia e sarebbe molto importante per poter dar da mangiare a tutto il pianeta. Poi siamo saliti sulla terrazza da dove abbiamo potuto ammirare la maestosità di tutta l’esposizione. In seguito abbiamo visitato il padiglione del Principato di Monaco e la cosa più divertente era un videogioco che serviva a far capire che alcuni pesci sono in pericolo di estinzione e che, visto l’aumento della temperatura dell’acqua del mare, le meduse stanno prendendo il posto di salmoni e tartarughe creando uno squilibrio ecologico. Alcune meduse vere erano anche esposte in una vaschetta. A questo punto la fame cominciava a farsi sentire, così ci siamo fermati per pranzare e anche per giocare e divertirci con compagni e amici. Dopo la pausa abbiamo visitato il padiglione della Francia, che all’esterno aveva un orto bellissimo molto grande, mentre all’interno, per farci conoscere la campagna francese, c’era un’esposizione di utensili e semi.

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Nel padiglione dell’Irlanda ci hanno mostrato solo dei video ed è stato quello che mi è piaciuto di meno. Il padiglione successivo è stato quello del Belgio, dove ci hanno offerto subito dei biscotti e in seguito ci hanno mostrato dei bellissimi pesci ed anche degli insetti. L’ultimo padiglione visitato è stato quello della Malesia, bellissimo; infatti all’interno era riprodotta una piccola foresta pluviale ed alla fine della visita c’è stata anche una parata. Vicino al padiglione Zero c’era quello del Nepal, a forma di pagoda; mi ha colpito il fatto che durante i preparativi per Expo nel Nepal c’è stato un terremoto disastroso, quindi gli operai nepalesi sono tornati al loro paese per aiutare le loro famiglie, Così il padiglione è stato completato dagli operai degli altri Paesi che si sono prestati volontariamente: Expo vuole dire anche solidarietà! Mi è piaciuto tantissimo visitare Expo, vedere tante cose interessanti e pensare che tutto questo potrebbe servire per risolvere il problema della nutrizione del nostro pianeta, in modo che i Paesi più ricchi possano dare una mano ai Paesi più poveri per risolvere il problema della fame. Luca Badavelli, classe II A Scuola Media San Nicolò

Classi IIB e IID 43


EXPO E L’IMPORTANZA DEL CIBO Martedì 6 Ottobre io e la mia classe siamo andati all’Esposizione Universale di Milano. Il tema di quest’anno è stato l’alimentazione con lo scopo di far capire quanto la fame nel mondo sia un argomento importante e delicato; è per questo che è stato deciso di portarci a Expo da parte dei nostri docenti. Così martedì siamo saliti sul pullman alle 7:30 per arrivare entro le 9:00 e dopo neanche un’ora siamo riusciti a entrare. Subito ho provato una forte impressione: era un’immensa città piena di costruzioni enormi e di ornamenti molto decorati; tutto dominato dall’albero della vita, l’animazione principale della manifestazione. Siamo poi andati nella piazza dedicata all’Italia che era divisa in aree regionali, fra cui anche Piacenza aveva un suo posto. Qui abbiamo incontrato la nostra guida che ci ha spiegato che Expo era composto di 70 padiglioni, quelli degli stati partecipanti all’iniziativa. Da quel momento abbiamo iniziato a visitare la mostra. Siamo riusciti a vedere 7 padiglioni: Iran, Stati Uniti, Principato di Monaco, Francia, Irlanda, Belgio e Malesia. Secondo me quest’ultimo aveva qualcosa in più rispetto agli altri; la sua entrata era la simulazione bellissima di una foresta pluviale, con animali e piante tipiche del posto. Un’altra bella cosa di Expo erano dei carretti lungo la via principale, il decumano, su cui erano esposti prodotti alimentari: salumi, formaggi, vini... Sicuramente questa uscita ci è servita per capire quanto sia importante combattere la fame, e questa battaglia sarà possibile solo se ognuno di noi si impegnerà per dare una mano. In conclusione credo che Expo in questi sei mesi abbia ottenuto risultati molto positivi e sia stata anche una buona occasione di divertimento e di incontro per tanti visitatori. Simone Solenghi, classe II A Scuola Media di S. Nicolò

Classi IIA e IIC 44


CAOS CLIMATICO A scuola, in geografia, stiamo trattando un argomento molto importante, i cambiamenti climatici. Abbiamo capito che siamo in uno stato d’emergenza: lo smog continua ad aumentare. Non molto tempo fa i capi di 180 stati hanno tenuto una conferenza a Parigi in merito. Hanno anche discusso dello scioglimento dei ghiacci dovuto all’inquinamento. Infatti lo smog che noi produciamo trattiene i raggi solari e crea un effetto serra, che a sua volta causa il surriscaldamento globale. Lo scioglimento dei ghiacci ha conseguenze catastrofiche in molti paesi. In Bangladesh il fiume Brahmaputra esonda sempre più spesso ed erode i terreni che attraversa facendoli franare. L’innalzamento del mare sta sommergendo alcune isole dell’India e l’Australia combatte da una decina di anni con una grave siccità. In Italia si innescano molte frane devastanti per il territorio perché spesso, soprattutto in collina e in montagna, i campi sono stati abbandonati e non vengono più coltivati e curati. Le piogge eccezionali che si verificano sempre più spesso amplificano questo problema. Vicino alla nostra città c’è un paese che si chiama Farini, dove a settembre è esondato il fiume Nure creando molti danni. Quattro persone sono state travolte dal fiume nella frazione di Recesio, tre non ce l’hanno fatta e una è miracolosamente sopravvissuta. Noi, insieme ai nostri compagni della IE e della IF della Scuola Media di Calendasco, il 21 dicembre siamo andati proprio a Farini. Scesi dal pullman, ci ha accolti la professoressa Monica Cavanna,

referente della scuola di Farini. La prof ci ha spiegato cosa è successo, visto che era presente, quella notte del 16 settembre. Ci ha portati a vedere il sottochiesa, dove l’acqua, il fango e i detriti sono arrivati fino ad una spanna dal soffitto. Poi ci ha raccontato la storia di una famiglia che si è salvata per miracolo appena in tempo e ci ha portati sul ponte a vedere una casa crollata per metà. Alla fine siamo stati ospitati nella scuola e ci hanno accolti regalandoci dei panini con la coppa. Al momento dei saluti anche noi abbiamo offerto loro come dono di ringraziamento dei mandarini. Eravamo davvero molto dispiaciuti per quello che avevamo visto e sentito e abbiamo, così, promesso di contribuire anche noi, nel nostro piccolo, a far sì che episodi del genere non si ripetano ancora. Già da tempo ci stiamo infatti impegnando a mangiare ogni giorno sempre più frutta e verdura e meno carne, perché sappiamo che la produzione di cane inquina tanto e aumenta la probabilità che si generino le bombe d’acqua. Aida Cavanna e Asia Bozzi, classe I F, Scuola Media di Calendasco

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La raccolta differenziata Ridurre, riutilizzare, recuperare e riciclare sono le quattro R dei rifiuti. 1)Ridurre: comprare solo quello che è essenziale, sapendo che tutto, prima o poi, diventa un rifiuto da smaltire 2)Riutilizzare: usare gli oggetti il più possibile 3)Recuperare: dare nuova vita, quando è possibile, ai rifiuti 4)Riciclare: differenziare e riciclare tutto quello che non può essere riutilizzato.

Riciclare fa bene. I vantaggi della raccolta differenziata sono: un’aria sana, meno inquinamento, più risorse a disposizione. Recuperare i materiali conviene perché spesso i rifiuti rappresentano una risorsa preziosa. Pensiamo alla plastica: è ormai essenziale nella nostra vita quotidiana, ma deriva dal petrolio che è una risorsa non rinnovabile. Non è difficile! Con un po’ di impegno, otterremo prestissimo ottimi risultati! Il nostro obiettivo è RIFIUTI 0 (100% dei rifiuti differenziati) entro il 2020!

Per salvare il mondo e noi stessi dobbiamo differenziare e riciclare il più possibile!!

Selma Hyka e Jasmin Komy, classe IF, Scuola Media di Calendasco

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Sulle orme di Sigerico... nel segno dell’accoglienza “Era il sabato della prima settimana di scuola e noi alunni di IG e IH della Scuola Media di Gragnano siamo andati al Guado di Sigerico – storica tappa della Via Francigena - dove abbiamo incontrato gli alunni delle classi IE e IF di Calendasco”. (Gaia IH) “La Via Francigena è parte di un fascio di vie, dette anche Romee, che dall’Europa centrale conducevano a Roma. I primi documenti d’archivio che citano l’esistenza di questa Via risalgono all’XI secolo; invece nel X sec. il vescovo di Sigerico descrisse il percorso del suo pellegrinaggio di ritorno da Roma, dove era andato per essere ricevuto dal Pontefice, mentre era diretto verso Canterbury. Il documento di Sigerico – datato 990 - rappresenta una tra le testimonianze più significative di questa rete di vie di comunicazione europea in epoca medievale, ma non esaurisce le molteplici alternative della fitta rete di collegamenti che il pellegrino percorreva a seconda della stagione, della situazione politica dei territori attraversati, delle credenze religiose legate alle reliquie dei santi”. ( Alessia IG)


“La via Francigena è segnata in carte del 1140 e 1056 ove è citata la strada Romea passante “in eodem loco Kalendasco”. Al porto di Calendasco le imbarcazioni dovevano pagare una gabella (pedaggio) per l’attracco o per il solo transito in direzione di Venezia o Pavia. La località di Soprarivo - oggi attrezzata come piccolo porto a servizio di pellegrini e turisti – permette il guado del Po verso la località Corte Sant’Andrea, in provincia di Lodi, alla confluenza dei fiumi Po e Lambro”. (Laura IG)

“Dopo una breve passeggiata abbiamo incontrato il proprietario che ci ha mostrato alcuni oggetti antichi (di epoca romana, medievale e rinascimentale) ritrovati in quel posto. Finita la spiegazione i nostri professori ci hanno accompagnati in un parco davvero bello! Lì ci hanno diviso in gruppi permettendoci di scegliere il tipo di sport a cui volevamo giocare: pallavolo, calcio e palla prigioniera. Dopo la merenda, abbiamo salutato i nostri compagni di Calendasco e siamo rientrati a Gragnano. E’ stata un’esperienza interessante perché ho scoperto alcune abitudini dei popoli antichi, sono rimasta colpita di come si adattavano a vivere all’aperto, in condizioni poco comode ma, soprattutto, sono rimasta sorpresa che non molto lontano da casa mia siano stati ritrovati oggetti

così antichi!”. ( Gaia IH) “Sulla sponda del Po abbiamo visto una croce e, incuriositi, ci siamo avvicinati per guardare meglio: era stata lasciata da pellegrini in segno di ringraziamento; accanto vi era un cartello con tutte le informazioni sul guado. Successivamente abbiamo incontrato un signore che ci ha spiegato come si facevano i vasi d’argilla nel passato”. (Elena IG) “E’ stata una bella giornata, molto interessante perché abbiamo scoperto un pezzettino di storia del nostro territorio raccontato anche da oggetti risalenti all’epoca romana”. (Alessandra IH) “Trovo che l’uscita di quel giorno sia stato un bellissimo modo per iniziare la scuola stando con i compagni all’aria aperta per imparare e divertirci”. ( Federico IH).

Gli alunni di IG e IH della Scuola Media di Gragnano

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Campestre... cercasi corridori eccellenti! Sabato 30 ottobre 2015 si è svolta la corsa campestre fra studenti sportivi, veloci o meno, simpatici e coraggiosi della Scuola M.K Gandhi di San Classe II femminile: Gemma Ghinelli, Nicolò. Vittoria Ferrari, Arianna Albasi, Sara L’evento si è svolto attorno al par- Franchi e Sofia Joy Sperzagni. co-giochi con partenza dalla buca di pattinaggio. Alla fine c’è stata la premiazione dei primi 5 classificati, sponsorizzata dalla locale Sezione Avis, a cui come consuetudine si sono aggiunti tè e biscotti per tutti! Ecco le foto e i nomi dei vincitori

Classe II maschile: Lorenzo Cannea, Roberto Ferrari, Matteo Mutti, Niccolò Lodi, Mirko Albanesi.

Classe I femminile: Chiara Corti, Zorica Petrova, Francesca De Gregorio, Carlotta Pezza, Chiara Cirillo.

Classe I maschile: Matteo Chittofrati, Elia Zaffignani, Simone Maserati, Lorenzo Mazzari, Niccolò Ronda.

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Classe III femminile: Erika Fava, Giulia Bruzzi, Chiara Tavelli, Martina Ongeri, Maya Paperi.

Classe III maschile: Lorenzo Singarella, Michele Verzino, Kevin Prazzoli, Youssef Sabour, Nicholas Malta.


PER FORTUNA ESISTE LA PACE Secondo me la guerra non è giusta. Il mondo è di Dio, non degli uomini. Nessun uomo ha il diritto di togliere la vita ad un altro uomo. Nessun uomo deve sparare. In Bosnia c’è stata la guerra; i soldati continuavano a sparare tutti i giorni e anche le notti. La nonna mi ha raccontato che non c’era acqua né cibo; non c’erano i pulmini per andare a scuola e le persone andavano a piedi. La mamma mi ha detto che anche i negozi erano chiusi e non c’erano ospedali vicini. Adesso la guerra è finita, per fortuna! Ora in Bosnia ci sono molte persone sole, senza marito, figli, fratelli, perché sono morti in guerra. Mia cugina conosceva una persona che è morta in guerra. Tanti hanno perso completamente la casa perché sono state distrutte dalle bombe. Che brutta è la guerra! Ehlimana Bosnjakovic Classe I A Scuola Media San Nicolò

L’ACQUERELLO DI EHLI ESPRIME SENTIMENTI DI GIOIA ATTRAVERSO COLORI VIVACI

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PONTE DI LEGNO 2016

24 gennaio 2016 Caro diario, oggi voglio proprio raccontarti un fatto importante e, visto che è sera (e ho particolarmente sonno), faccio in fretta. Stamane, nonostante fosse domenica, mi sono svegliata presto perché ero troppo contenta di partire per le giornate sulle neve a Pontedilegno, quindi ho preparato la valigia in pochi minuti facendoci stare dentro tutto... In questo assomiglio molto a mio padre (e mi posso proprio definire un maschio), nel senso che lui prende due vestiti a caso e li comprime bene senza farli spiegazzare! Per fortuna non sono come mia cugina che per non dimenticare a casa niente deve iniziare a preparare la valigia come minimo due settimane prima. Finalmente nel primo pomeriggio sono andata in Piazza Della Pace dove ci dovevamo radunare per partire alle 14:10. Ovviamente c’è stato qualche ritardatario, perciò siamo partiti alle 14:40. Io non capisco perché se si dà un orario non bisogna rispettarlo, infatti siamo giunti in hotel tardissimo!!! Appena arrivati i prof ci hanno fatto depositare le valigie in stanza, poi siamo scesi nella hall per le indicazioni sul soggiorno; naturalmente non abbiamo potuto disfare le valigie né sdraiarci un attimo (ed io avevo molto sonno!!!). Stasera, dopo la cena (e devo ammettere che ho mangiato bene!), ho deciso di tenerti aggiornato, ma ora smetto di scrivere perché vado a vedere “Appuntamenti da incubo” su Real Time con Chiara, una mia compagna di classe con cui divido la stanza. Ah, vorrei raccontarti una cosa che è successa oggi e che mi ha turbato molto, ma, essendo tardi, te la racconterò domani. PROMESSO!

BACI! Arianna

25 gennaio 2016, h. 22: 40 Caro diario, so che è tardi per descrivere la mia giornata, infatti sono molto stanca, anche perché la scorsa notte non ho dormito per niente bene!! Avevo troppo freddo, ma soprattutto avevo l’ansia che quella maledettissima porta si aprisse!!!!! Visto che ieri ti avevo promesso che ti avrei raccontato quanto mi era successo, ecco qua: praticamente la mia compagna ed io stavamo entrando in camera, lei ha fatto per aprire la porta ma si è staccato un pezzo di maniglia, quindi non si poteva più chiuderla! Se si provava ad accostarla si spalancava subito, quindi per dormire ci ho messo davanti due sedie e i miei scarponi da sci; so che se uno voleva entrare, spingendo un po’, la porta si sarebbe aperta, ma almeno se avessimo sentito un rumore ci saremmo svegliate. Comunque questa mattina gli istruttori di sci hanno fatto le selezioni per dividerci in gruppi: io sono finita in quello degli esperti con Elena Pansini e Gemma Ghinelli;

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eravamo le uniche femmine di II, mentre di I c’era solo una ragazza di nome Sara e nessuna di III, ma di maschi ce n’erano di ogni classe. Al termine delle selezioni rimaneva solo un’altra ora di tempo per sciare e noi l’abbiamo sfruttata al meglio; nel pomeriggio siamo tornati sulle piste altre due ore fin verso le 16. Al rientro abbiamo assistito alla proiezione del film “Un treno per la vita” del quale io, sinceramente, non ho capito la fine... UN GIGANTESCO SALUTONE ARIANNA 26 gennaio 2016, h. 22.50 Caro diario, so che è tardi, però non vivo senza qualcuno che ascolti tutto quello che devo raccontare! Oggi è stato l’ultimo giorno in cui abbiamo sciato mattina e pomeriggio, ma invece di tornare in hotel per il pranzo abbiamo mangiato al sacco all’aperto. Mi è piaciuto molto! Abbiamo sciato per altre due orette e nel pomeriggio siamo usciti in paese; arrivati nella piazza principale i prof ci hanno fatto andare in giro da soli a patto che alle 19 in punto fossimo di nuovo lì. Dopo cena abbiamo visto un video sulle regole dello sci (fortunatamente nel nostro hotel e non in quello delle terze, perché avremmo dovuto fare un tragitto fuori e faceva un freddo polare!). L’unico problema è che ero spiaccicata contro il termosifone e stavo bollendo viva. Poco fa siamo tornati tutti in stanza, dove io e Chiara abbiamo giocato a carte; ora però guardiamo la televisione. A DOMANI

27 gennaio 2016, h. 20:30

Caro diario, ti scrivo per dirti che purtroppo oggi sono tornata dalla montagna... Stamattina ci siamo svegliati alle 7:15 e subito dopo la colazione, ci siamo infilati gli scarponi e...via sulle piste!! Gli istruttori cii hanno fatto sciare molto e quando abbiamo finito eravamo esausti! Con l’ovovia siamo poi tornati all’hotel dove, dopo aver restituito sci, scarponi e casco al noleggio, noi ragazze abbiamo raggiunto le stanze 205 e 209 e ci siamo cambiate prima di pranzare. Alle 14:00 eravamo tutti nel salone pronti; i prof ci hanno consegnato i telefoni ritirati la sera prima, ci hanno chiesto se avevamo reso gli skipass e, appena abbiamo confermato tutti, siamo partiti verso casa. Il viaggio non è stato lungo, però c’era gente che aveva voglia di parlarmi e non capiva che io divento asociale quando sto sul pullman!!! Dopo averti raccontato questi 4 giorni fra le Alpi, ti lascio perché ho molto, molto

sonno!!!!!!!!!!!!!! Ciao, Arianna

Arianna Albasi, classe II B, Scuola Media di S. Nicolò

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L’ANGOLO DEL BRIVIDO

fermata. Un gelido brivido mi percorse la schiena... Allungai la mano verso l’interruttore e accesi la luce. Cosa faresti se ti capitasse di Sul muro era scritta a caratteri cubitrovare un fantasma nella tua tali una frase: stanza? “TU HAI PREFERITO ALTRA MUSICA E HAI DIMENTICATO LE Era ottobre ed era una notte lunga, MIE CANZONI NEGLI ANGOLI troppo lunga, lunghissima; come PIU REMOTI DELLA TUA MENTE. ORA DEVI PAGARE!” sempre faticavo a prendere sonno. Ad un certo punto sentii un rumore, Cercai di dimenticare tutto e di adche mi ricordava tanto la base di una dormentarmi. canzone di Lady Gaga, che iniziava Ma un grido lacerante mi riportò alla con uno stridio inquietante, e comin- realtà. Una folata di vento chiuse la ciai a sentire la sua voce che intonava porta. Tremavo dalla paura. le prime note di Bad Romance. Poi sentii un grido lacerante, come se Percepii un rumore. Un rumore di diun personaggio del video avesse ten- schi rotti. E una voce...“VIENI!” tato di accoltellare la cantante. Tutt’a Svenni. un tratto comparve un clown piuttosto minaccioso con il viso insan- La mattina sul portatile digitai “Lady guinato ed un martello in mano. Im- Gaga”. Tutto era normale... provvisamente la voce di Lady Gaga A quel punto mi ricordai che la sera scomparve e il clown si trasformò in prima era stato Halloween. un carillon dalla musichetta che faceQuello era il pessimo scherzo che mi va rabbrividire. Pensavo che i due litri di Coca Cola era stato destinato nella notte di Halmi avessero dato alla testa, così chiu- loween. Giulia Gallina, cl. IC si gli occhi. Scuola Secondaria San Nicolò Quando li riaprii vidi il carillon distrutto, per terra, da cui proveniva una musichetta ancora più agghiacciante di quella precedente, perché vi si era aggiunta la base iniziale di Bad Romance, che anziché andare avanti si soffermava sulle note più acute. Decisi di prendere carta e penna e pensai di scrivere qualcosa per intimorire le creature inquietanti, ma fui 52


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