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RAFFAELE TOVAZZI

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RAFFAELE TOVAZZI

FILOSOFIA DEL VINTAGE: NOSTALGIA O CULTURA?

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La filosofia si basa sulle definizioni e, se davvero vogliamo fare un ragionamento intorno alla filosofia del vintage, siamo chiamati a concordare una comune definizione della parola. Per vintage si intende un oggetto prodotto almeno vent’anni prima del momento attuale. Lo dice la parola stessa, di derivazione francese: vint (venti); age (anni). Da dove nasce questa crescente passione del vintage? A mio avviso da due fattori, uno nostalgico ed un altro sentimentale. Viviamo un’età di responsabilità, di pressioni, di aspettative da soddisfare, di incertezza sul futuro. L’oggetto vintage è il portale di una dolce fuga verso l’altrove, verso un tempo passato, magari spensierato, dove il futuro era un romanzo ancora da scrivere che ci vedeva non solo autori ma anche protagonisti. Ma il vintage è qualcosa di più. È passione, cultura, ricerca dell’universale nell’oceano di relativo che ci circonda. Ci si appassiona di orologi e, prima o poi, si subisce il fascino di un carica manuale o addirittura di pocket watch. E lì si apre un mondo, fatto di ricerca; una ricerca di conoscenza, informazioni, relazioni, scoperte, fregature ed epifanie. Raro (sebbene non impossibile) che il profano di un settore sia da subito attratto dal vintage, spesso si tratta di un percorso che ci porta a studiare gli universali della bellezza per poterla riconoscere e ricreare nel nostro tempo. Perché oggi abbiamo un disperato bisogno di futuro, un disperato bisogno di politici, di manager, di imprenditori con una visione sul futuro. Ma qualsiasi tentativo di formare il futuro è un gigante con i piedi d’argilla se non saremo in grado di proteggere e tramandare il passato. Qualsiasi collezionista in cuor suo lo sa: c’è qualcosa di più del possesso, c’è la costruzione di un lascito. Perché non siamo dei semplici nostalgici. Siamo i custodi del fuoco, siamo gli ultimi dei romantici, siamo depositari di una cultura che non verrà mai scritta sui libri, ma che abita negli infiniti dialoghi intorno ad un tempo che se n’è andato ma che, come un grande amore, non impedisce a nessuno di ricordarlo.

Raffaele Tovazzi (per gli amici TOVA) è il primo Filosofo Esecutivo in Italia, l’equivalente dell’americano Chief Philosophy Officer. Una figura che può rivelarsi strategica in un mondo sempre più tecnologizzato, dove le imprese innovative tornano a riscoprire il loro lato più “umano”. Quando non è impegnato a salvare il mondo facendo finta di essere una persona seria, sta tramando all’oscuro per realizzare il suo sogno più grande: fondare una radio pirata.

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