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Look clamorosi di Chiara Ferragni per la prima serata
Al via l'attesissima 73esima edizione del Festival di Sanremo, in una prima serata ricca di ospiti che promettono fuochi d'artificio in quanto a stile e glamour. Ma non sono tutti come Ambra Angiolini: promettono promettono, ma non tutti poi mantengono. Eh no, non si fa così.
Altissime le aspettative per Anna Oxa, prima star in gara a esibirsi, da molti anni lontani dal palco dell'Ariston, e che ci ha abituati fin troppo bene nel corso delle sue tante partecipazioni al Festival, con outfit uno più memorabile dell'altro, uno più ragionato e studiato dell'altro. Quello nero e monastico di questa sera, purtroppo, sparirà velocemente dalla memoria.
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Ma resterà, forse, la sua canzone.
Ad effetto l'entrata in scena della padrona di casa Chiara Ferragni, che di spalle offre alle telecamere e al pubblico in sala a teatro e a casa il suo messaggio, affidato alla stola bianca: Pensati Libera. Bello, giusto, poetico. Però l'abito non fa scintille. Bello, ma bello come tanti.
Molto più wow la sorpresa affidata ai capelli, freschi di un taglio radicale, e soprattutto il secondo abito, quello indossato per il monologo. Una creazione per la quale la locuzione «effetto seconda pelle» assume finalmente un significato pieno di senso. Ne seguiranno altri, ma an certo punto, verso l'alba, ammettiamo di perderne il conto.
L'abito "nudo" di Chiara Ferragni sul palco del Festival di Sanremo 2023
L'imprenditrice digitale indossa infa- tti un abito "nudo" in tulle color carne dall'effetto trompe l'oeil che ricrea le sue forme grazie al un sapiente gioco di ricami e applicazioni.
L'abito, come ha riportato Chiara stessa su Instagram, è anche questa volta di Dior e riprende un'idea di un modello realizzato dal Direttore Creativo Maria Grazia Chiuri per la sfilata primavera estate 2018 della maison. Anche questa volta l'abito vuole raccontare una storia particolare, in un determinato momento della serata, quello del monologo di Chiara, una lettera alle se stessa "bambina".
Quel vestito vuole "riportare l’attenzione sui diritti delle donne, del loro corpo e su come il disporre del corpo femminile dalle stesse sia, purtroppo, ancora considerato discusso e discutibile", dice Chiara.
Quell'abito "simboleggia un corpo al naturale e liberato da quella vergogna che hanno sempre imposto a tutte, a partire da Eva, la prima donna della storia indotta a provare vergogna".
"Questa illusione di nudità vuole ricordare a tutte il diritto e l’uguaglianza di genere che hanno nel mostrare, disporre di se stesse senza doversi sentire giudicate o colpevoli. Questa illusione di nudità vuole ricordare che chiunque decida di mostrarsi, o sentirsi sexy non autorizza nessuno a giustificare le violenze degli uomini o ad attenuarne le colpe" continua Chiara nel suo post, concetto che ribadisce più volte nel corso del monologo in cui racconta, tra le altre cose, il peso costante del giudizio altrui durante gli anni della sua carriera nel mondo della moda.
Chiara Ferragni e il terzo abito con i commenti degli haters
Lo stesso giudizio incessante che si ritrova nei commenti degli haters, parole sgradevoli sul suo corpo, sulle sue scelte come donna, madre e nella vita personale e professionale che Chiara "esorcizza" con un terzo abito per la serata, sempre firmato Dior. Un semplicissimo vestito bianco a peplo ma caratterizzato da scritte ricamate in nero che riportano alcuni delle frasi sessiste che le sono state rivolte. "Disgusting", "Perché non ti sei rifatta il seno?" sono solo alcuni di queste
Infine nella parte conclusiva dello show, ultimo cambio d'abito per Chiara: una tuta di jersey ricamata di strass scintillanti, "intrappolata" nella struttura di un'ampia gonna di tulle che prende ispirazione dall’opera di Jana Sterbak. Anche questa volta il vestito, realizzato con Dior porta con sé un messaggio ben chiaro all'interno del "percorso narrativo" che la creatrice digitale ha voluto creare attraverso gli abiti che ha indossato sul palco.
"visiva": quella degli abiti. A voler ribadire che la moda non è solo luccichio e frivolezze, che non si tratta "solo" di vestiti (così come la musica non sono "solo canzonette") ma che, da sempre, può raccontare anche la realtà che ci circonda. E per il pubblico vasto ed eterogeneo che guarda Sanremo questa può essere una novità!
Quella struttura, così rigida, rappresenta la "gabbia" di convezioni e stereotipi all'interno del quale vengono "rinchiuse" le donne ancora oggi. Un tabù radicato da abbattere, come dice Chiara su Instagram, con un pensiero finale dedicato "alle bambine di oggi che saranno le donne di domani".
L'outfit Dior è composto da una tuta aderente coperta di cristalli dorati, sovrastata da una gonna a gabbia con stecche e tulle trasparente. Anche qui l'ispirazione deriva dal mondo dell'arte, il riferimento è a un'opera di Jana Sterbak.
Chiara Ferragni ha scelto di portare sul palco dell'Ariston messaggi ben chiari e istanze sociali ben precise e l'ha fatto attraverso una chiave prettamente