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copertina
È giunto il momento di pensare da imprenditori
Cosa si può imparare dal cervello, il maestro di tutte le reti
Henning Beck (37) è un neuroscienziato. Tra le altre cose, ha incentivato diverse start-up statunitensi a essere an cora più innovative e a utilizzare i trucchi del cervello per pensare in modo più intel ligente. Nelle sue conferenze concilia vera scienza con la sua capacità coinvolgente di intrattenere offrendo agli utenti un mix davvero interessante. In occasione della Giornata dei prestatori di servizi, che quest’anno si svolgerà virtualmente, Beck parlerà agli associati dell’Unione.
Signor Beck, lei ha partecipato a numerosi “Science slam” e ha scritto molto su biochimica e neuroscienza. Può spiegarci in parole povere di cosa si tratta?
Un science slam è un torneo di conferenze scientifiche in cui lo scienziato deve spiegare la sua ricerca scientifica in dieci minuti facendosi capire da un pubblico non esperto. L’idea di spiegare la scienza non solo in modo comprensibile ma soprattutto riportandola alla pratica è dunque uno degli obiettivi delle mie conferenze.
Cosa intende per “grinta imprenditoriale”?
Pensare da imprenditori non è mai stato tanto importante come in questo periodo, in cui stanno cambiando – e in modo radicale –
molte cose. Sviluppare nuove idee, agire con coraggio, coinvolgere la gente: aspetti che, alla luce della progressiva digitalizzazione, sono fondamentali per produrre prodotti nuovi e creare valore aggiunto. I computer fanno tanti conti, ma le persone prendono decisioni e le mettono in pratica. Ciò diventerà sempre più importante in futuro.
Henning Beck: “Il futuro è completamente aperto e offre sufficienti opportunità per mettersi alla prova”
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Non accontentarsi di sé stessi ed essere sempre alla ricerca di un’idea migliore.
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Stiamo vivendo un periodo particolare che, per tanti imprenditori, comporta molte sfide: il nostro cervello come vive questi tempi?
L’incertezza presenta sempre due aspetti: i cambiamenti intimoriscono e invitano alla cautela. Nel contempo si prospettano nuove opportunità che stimolano la nostra curiosi tà. Il pensiero umano è adatto a questi tempi. Mentre l’“intelligenza artificiale” analizza sempre i dati di ieri, il cervello programma anche il futuro e si chiede “cosa sarebbe se”.
Ciò rafforza la nostra capacità di adattamento. Tornerà il tempo in cui potremo ottimizzare al massimo le procedure ricorrendo agli algoritmi. Ma ora dobbiamo riflettere in modo proattivo in che direzione ci stiamo muovendo. È giunto il momento di pensare da imprenditori.
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Riconoscersi nei centri urbani
Quale ruolo svolgerà il commercio al dettaglio, ma anche altre attività rilevanti come la gastronomia e i servizi per l’evoluzione futura dei nostri paesi e delle nostre città? Attualmente questa domanda se la stanno ponendo in molti. In passato, il commercio svolgeva un ruolo essenziale, in particolare nei centri dei paesi e delle città. In questo periodo il retail sta perdendo terreno in termini di capacità d’attrazione. Nei prossimi anni sarà dunque determinante offrire un mix equilibrato e diversificato di negozi, di proposte gastronomiche diurne e serali nonché di servizi e artigianato in modo da stimolare i consumi. Ciò che tuttavia non va dimenticato è che sarà il cliente a fare la differenza. Se la gente capirà l’importanza di avere dei centri urbani animati e vitali, potremo già essere soddisfatti. In generale sono ottimista per quanto riguarda i nostri paesi e le nostre città, perché la nostra popolazione si distingue per il suo forte senso di appartenenza e si identifica con i centri urbani. Dobbiamo però fare in modo che i paesi e le città rimangano tali e che la gente si possa riconoscere in essi anche in futuro.
Mauro Stoffella, capoarea comunicazione mstoffella@unione-bz.it
Ci sono tanti aiuti e molte misure di sostegno (finanziario) che arrivano da terzi, ovvero dallo Stato, dalla Provincia, dai Comuni e dalle associazioni. Come possiamo attivarci per aiutare noi stessi?
Rispetto agli altri essere viventi (e alle macchine) abbiamo un vantaggio enorme: possiamo porci delle domande. Non serve a nulla il contributo più generoso se non siamo in grado di farne uso in modo intelligente. L’intelligenza artificiale non sa chiedersi come trarre la massima utilità da un cam biamento. Forse dobbiamo rivedere i nostri modelli aziendali e forse anche no. Ma dob biamo comunque porci delle domande. Perché i campioni nascono sempre in tempi di cambiamento come quelli attuali.
Giornata dei prestatori di servizi
Non mollare –la tenacia imprenditoriale
Quando:
giovedì, 9 luglio 2020 dalle 12.15 alle 13.15
Dove:
sulla pagina internet dell’Unione B unione-bz.it
Tutti gli associati all’Unione riceveranno un invito via e-mail!
unione-bz.it/servizi
Il nostro cervello è unico: come possiamo “addestrare” bene questa parte del nostro corpo?
Cerchiamo di non addestrarlo, ma di usarlo regolarmente. Ciò è più facile a dirsi che a farsi. Ricordiamoci che stiamo vivendo in un tempo in cui i grossi gruppi IT stanno guadagnando miliardi sollevandoci dalla fatica di pensare e semplificandoci la vita il più possibile. Cerchiamo di sottrarci a questa comodità, usiamo media diversi, non accontentiamoci mai della prima risposta, non googliamo quando siamo alla ricerca di un’idea, chiediamo alle altre persone. Le persone più intelligenti che conosco (che si ano della Silicon Valley o provengano dalla scienza) leggono tantissimo – veri libri stam pati. In questo modo si riflette a fondo e ci si avvantaggia in termini di sapere e cono scenze.
Cosa consiglia alle imprenditrici e agli imprenditori che quotidianamente devono affrontare diverse sfide a livello professionale?
Di non essere mai soddisfatti di loro stessi, di cercare sempre un’idea migliore. La discesa di una buona impresa inizia sem pre con la vanità: in altri termini, l’atleta all’apice della sua forza è prossimo al suo declino.
Cosa cambierà – speriamo in tempi brevi – al termine di questa situazione eccezionale nella società e nel singolo individuo?
Non lo sappiamo e non sappiamo nemmeno se e in quale misura si affermeranno delle nuove abitudini, se l’igiene diverrà un “bu siness case” o se inizierà una controrivoluzione nei confronti dell’analogico. Il futuro è aperto e offre sufficienti opportunità per mettersi alla prova.
Un’ultima domanda: qual è la sua relazione con l’Alto Adige e cosa apprezza di questa regione?
Come appassionato di ciclismo difficilmente riesco a pensare a una zona più bella. Quan do verrò la prossima volta (spero presto) porterò sicuramente la mia bici. Che bell’angolo della Terra.
Intervista: Mauro Stoffella