Metro stadio Milano, 14/06/2014

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STADIO MILANO SABATO 14 GIUGNO 2014

SPECIALE MONDIALI ITALIA-INGHILTERRA

Stanotte contro la Nazionale di Rooney e Gerrard Prandelli punta tutto su Balotelli

ADESSO TOCCA A ME Mario Balotelli, 24 anni è alla sua quarantaquattresima presenza in maglia azzurra. Stasera partirà titolare.

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Sabato 14 giugno 2014

Prandelli punta Speciale Mondiali

Il tecnico azzurro, dopo l’infortunio di Montolivo, cambia schema e punta sul 4-1-4-1

Italia Inghilterra

14 giugno 2014 Italia - Inghilterra ore locale 18,00 ora italiana 24,00 Arena Amazonia (Manaus) L’arrivo in Brasile del ct della nazionale italiana.

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MANGARATIBA. Ultime ore di fibrillazione prima dell’esordio mondiale. La nazione che può vantare sessanta milioni di commissari tecnici è già pronta a puntare il dito contro di lui, il titolare della panchina più rovente d’Italia. E così, Cesare Prandelli, non può sbagliare. In palio, contro l’Inghilterra a Manaus, tre punti fondamentali per il passaggio del turno e una preziosissima occasione per far crescere l’entusiasmo attorno a una squadra che sinora ha balbettato. E neanche poco. Perché, se si esclude l’amichevole contro la Fluminense (5-3 con tripletta di Immobile e doppietta di Insigne), l’ultima vittoria azzurra risale al 10 settembre 2013: Italia-Repubblica Ceca 2-1, quella vittoria nel girone di qualificazione, la numero 400 della storia,

valse il pass per il Brasile con due turni di anticipo. Dopodiché, sei pareggi e una sconfitta (1-0 contro la Spagna). TRE PUNTI PER SOGNARE Più che giustificato, quindi, il clima di tiepida attesa nei confronti della truppa di Prandelli. Perché non riuscire a battere il Lussemburgo nell’ultima amichevole (1-1), prima di partire per il Brasile, non è esattamente il modo migliore per infiammare i sogni di gloria dei tifosi italiani. Eppure anche i ragazzi del 2014 sanno benissimo che per cambiare il volto di una spedizione azzurra può bastare poco, anche solo una vittoria. Come nel Mundial ’82, o nel 2006, c’è bisogno di una scintilla che inneschi quella strana magia per cui un gruppo su cui nessuno

punterebbe un centesimo si trasforma in un formidabile blocco granitico. E la scintilla giusta dovrà scattare stasera, nella torrida atmosfera dell’Arena Amazonia. Un appuntamento per cui nulla è stato lasciato al caso, come ha spiegato anche Andrea Barzagli: “Il caldo condizionerà noi come gli inglesi, abbiamo creato una ‘specie di Manaus’ a Coverciano proprio per questo motivo. Fisicamente siamo preparati”. E il difensore juventino – assieme a De Rossi, Pirlo e Buffon – è uno dei superstiti della spedizione del 2006: “Dobbiamo credere di poter fare cose straordinarie. Il gruppo del 2006 aveva più esperienza internazionale – ha arringato il centrale campione d’Italia – ma anche questo è buono: puntiamo a fare qualccosa stra-

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tutto su Balo

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Ciro Immobile è il capocannoniere della Serie A (stagione 2013-2014) fresco acquisto del Borussia Dortmund.

Balotelli unica punta mentre tutta Italia invoca Immobie ordinario. E tutti possono dare un contributo, in Germania partivo come quarto centrale e invece sono stato utile”. DE SCIGLIO OUT A complicare i piani di Prandelli ci si è messa anche la sfortuna. Dopo il grave infortunio di Riccardo Montolivo (rottura della tibia), un altro rossonero ha rischiato di non far parte della spedizione italiana in Brasile: Mattia De Sciglio salterà la gara d’esordio contro l’Inghilterra ma resterà comunque a disposizione per il proseguo, la contrattura riportata nell’allenamento di mercoledì è meno grave del previsto. “La risonanza magnetica a cui è stato sottoposto – ha spiegato il medico della Nazionale Castellacci – ha evidenziato un edema a livello del terzo distale del bicipite femorale sinistro”. Nulla di irrecuperabile, nella sostanza. Ma oltre agli acciaccati c’è una condizione fisica che stenta a decollare. Le ultime uscite hanno messo in evidenza una squadra

imballata che fatica a far salire i giri del motore. I più in forma sono parsi gli esordienti alla fase finale del Mondiale Insigne, Verratti e Immobile. Sugli scudi anche il laziale Candreva, che in Nazionale ha già disputato la Confederation Cup 2013, e il granata Darmian. CAMBIO DI MODULO E tra le tante incognite che hanno accompagnato la preparazione alla partita di questa sera c’è anche lo schieramento tattico su cui Prandelli ha lavorato. Il k.o. di Montolivo ha privato il ct di un uomo chiave: il milanista sarebbe stato il vertice alto del rombo di centrocampo, il trequartista in grado di dare equilibrio e tempi di gioco alla squadra. Sulla carta è Alberto Aquilani il sostituto naturale del rossonero, eppure il tecnico azzurro sembra fortemente intenzionato a stravolgere lo scacchiere in luogo di un 4-1-4-1, l’assetto già testato contro il Lussemburgo che, almeno nel primo tempo, è

sembrato funzionare. L’idea è chiara: piazzare De Rossi come schermo davanti alla difesa, con il romanista pronto a schiacciarsi come terzo centrale per tamponare gli attacchi inglesi, e affidare ai palleggiatori Pirlo e Verratti la costruzione della manovra. Sull’out di destra Candreva è l’uomo ideale per coprire tutta la fascia, il laziale garantisce quantità e qualità. A sinistra, non avendo un tornante classico (Florenzi non era neanche nella lista dei trenta preconvocati), Prandelli ha provato Marchisio. Lo juventino, che giocando in quella posizione ha segnato contro il Lussemburgo, pur non avendo il passo di un esterno di ruolo è abilissimo negli inserimenti e potrebbe essere letale se innescato dall’imprevedibilità di Pirlo e Verratti. In difesa Chiellini dovrebbe scalare nel ruolo di terzino sinistro lasciato scoperto dall’infortunato De Sciglio, Barzagli farà coppia al centro con uno tra Paletta e Bonucci. A destra Darmian è in vantaggio su Abate. In

attacco, a meno di clamorosi ripensamenti, sarà Mario Balotelli a far reparto da solo. Il numero 9 non segna in maglia azzurra dal 15 ottobre 2013 (Italia-Armenia 2-2), e nelle ultime uscite è parso in ritardo di condizione. Eppure la sua “titolarità” non è mai stata messa in discussione, Balo è uno dei pochi che possono fare la differenza. GLI OUTSIDER Ma alle spalle di SuperMario c’è un gruppetto di attaccanti che scalpita: Cassano, Cerci, Immobile e Insigne sono pronti a prendersi il ruolo di protagonisti a sorpresa, sognando le notti magiche di Totò Schillaci a Italia ’90. Sono loro le frecce nell’arco di Prandelli per cambiare il corso della gara in caso di svantaggio. Sono tutti al loro prim o Mon-

diale. L’ex granata, capocannoniere della Serie A e neoacquisto del Borussia Dortmund, è sembrato il più brillante del gruppo e la sua candidatura per una maglia da titolare sta lievitando a furor di popolo. Cerci e Insigne sono due ali pure, la velocità dell’ex viola e l’estro del napoletano potrebbero tornare molto utili a partita in corso. Cassano, invece, è l’uomo con più esperienza e già a Euro 2012 fece bene in coppia con Balotelli. Flavio Di Stefano


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Il ruggito dei Leoni L’Inghilterra recupera Welbeck e prova a spaventare gli azzurri

Roy Hodgson, ex Inter, ora ct della nazionale inglese.

L’AVVERSARIO. Non bastavano Balotelli e Pirlo. Sì perché stanotte l’Inghilterra se la dovrà vedere con un avversario molto più difficile da marcare: la paura. Nonostante le iniezioni di autostima degli ultimi giorni, infatti, gli uomini di Roy Hodgson arrivano alla partita contro gli Azzurri con la consapevolezza che, già nel match d’esordio, anche la minima sbavatura potrebbe costare

A ITALIA ‘90 L’ULTIMO SCONTRO MONDIALE I PRECEDENTI. Un tabù che dura da 37 anni, da tanto i Leoni inglesi non battono l’Italia in gare ufficiali. L’ultima volta fu il 16 novembre 1977 e si giocò a Wembley, ma i gol di Keegan e Brooking non bastarono all’Inghilterra per staccare il pass per il Mondiale di Argentina ’78. Colpa, soprattutto, della gara di andata, quando gli Azzurri, all’Olimpico di Roma, vinsero con lo stesso risultato: 2-0, reti di Antognoni e Bettega. L’arrivo a pari punti nel

girone di qualificazione premiò la nazionale di Bearzot per la migliore differenza reti. Quattro anni più tardi, agli Europei di Italia ’80, il primo confronto diretto in una grande competizione venne risolto a meno di un quarto d’ora dalla fine da una zampata di Marco Tardelli: 1-0 a Torino. Un decennio più tardi la Nazionale di Vicini concludeva le sue notti magiche nella finale per il terzo posto di Bari, un acuto di Baggio e un rigore di Schillaci (di Platt

il gol degli inglesi) valevano il bronzo agli azzurri e il titolo di capocannoniere a Totò. Italia e Inghilterra, vent’anni dopo, ancora nello stesso girone di qualificazione al Mondiale, per Francia ’98: nella gara di andata, a Wembley, un gol di Zola vale il trionfo azzurro; 0-0 al ritorno. Il resto è storia recentissima, Euro 2012: a Kiev gli azzurri vincono ai rigori il quarto di finale, per gli inglesi fatali i rigori di Young e Ashley Cole. F.d.S.

cara. Anzi, carissima. Proprio per questo la nazionale dei tre leoni ha deciso di sbarcare a Manaus un giorno prima dell’Italia. Ventiquattro ore che sono servite a Gerrard e compagni per prendere le misure all’umidità sfiancante dell’Amazzonia che rischia di appesantire tanto le gambe quanto la testa dei giocatori. Perché per portare a casa la vittoria, niente deve essere lasciato al caso. BUONE NOTIZIE A rendere meno complicata la vigilia dell’allenatore inglese, però, ci ha pensato il recupero di Danny Welbeck. Nei giorni scorsi, l’attaccante si era fermato a causa di problema alla coscia destra, costringendo Hodgson a ridisegnare la squadra. Il recupero del giocatore del Manchester United ha sciolto i dubbi che si erano formati nella testa del mister. Tutti tranne uno. L’Inghilterra, infatti, dovrebbe scendere in campo con un 4-2-3-1 con Henderson (che dovrà occuparsi di Pirlo) e Gerrard in mezzo al campo e con

Welbeck, Rooney e uno fra siamo migliorati sotto tutti Lallana e Sterling dietro i punti di vista. Siamo più all’unica punta Sturridge. giovani – ha aggiunto – abbiamo più energie e più entusiasmo. Abbiamo lavoOTTIMISMO ROONEY Osservato speciale (tanto rato bene nelle ultime quatper la difesa italiana quanto tro settimane e non vediaper i tifosi inglesi), è ovvia- mo l’ora di cominciare. Per mente Wayne Rooney. La me è un grande onore rappunta, al suo terzo Mon- presentare il mio Paese e diale, già da questa sera vincere il titolo sarebbe la proverà a sfatare la male- ciliegina sulla torta». Prima dizione che lo vede ancora di poter segnare il Maracaa secco nelle fasi finali del nà, però, bisogna battere torneo. «Nel 2006 e nel 2010 l’Italia. O quanto meno proho avuto problemi fisici – varci. ha ammesso l’asso dello Andrea Romano United – stavolta sto bene. Anzi, sono al cento per cento. Farò tutto il possibile per dare una mano alla squadra, ma segnare non deve essere un’ossessione. Quello che conta è vincere». Anche perché, secondo Rooney, sono gli azzurri a dover avere paura. «L’Italia ha grandi giocatori – ha sottolineato – ma credo che debba preoccuparsi di noi. Dal Danny Welbeck. 2012 ad oggi



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Il tifo scende in piazza Da Milano a Roma, ecco come la Penisola si prepara a vivere una festa formato “mundial” APPUNTAMENTI. Nessun dorma, almeno questo sabato. A mezzanotte, infatti, gli azzurri scenderanno in campo a Manaus, per iniziare il loro mondiale. Ma non saranno soltanto i “magnifici 23” di Prandelli a soffrire e lottare sotto un cielo sempre più caldo, perché una marea azzurra è già pronta ad invadere le piazze italiane, da nord a sud, per supportare la sua Nazionale. Da sempre, infatti, i Mondiali non sono soltanto calcio, ma anche, e soprattutto, un’esperienza collettiva. Riti scaramantici,

posti assegnati, maglie non lavate, abbracci con perfetti sconosciuti che, in 90 minuti, diventano fratelli per la vita… Nessuno oserà presentare quella odiosa vuvuzela che porta con sé tanti amari ricordi, ma già risuonano le note di “Un amore così grande” per le strade di ogni città o paesino della penisola, che da nord a sud si prepara a vivere il suo sogno mondiale di fronte ai migliaia di maxischermi che tappezzeranno la Penisola. La Madonnina veglierà dall’alto i suoi tifosi, con schermi già preparati in tutta la

città, da piazza Castello all’Idroscalo, da corso Buenos Aires all’Alzaia Naviglio Grande. E se Milano non smentisce la sua fama di efficienza ed è pronta a partire, Torino non è da meno. Ai piedi delle Alpi saranno la storica piazza Castello e la sabauda piazza Vittorio Veneto ad aprirsi al tifo dei supporters azzurri. E chissà se saranno le note di Lucio Dalla ad accompagnare il tifo dei bolognesi che trascorreranno le loro “notti magiche” a Piazza ciso di installare i megaMaggiore o allo stadio Dal- schermi, o se saranno i ritmi l’Ara, dove il comune ha de- di De Andrè a risuonare in quei vicoli di Genova tanto cari a Faber. La patria dell’indimenticato cantautore, infatti, schiuderà le sue piazze più nascoste per accogliere i tifosi in ogni suo angolo, dal porto alla città vecchia. Almeno dieci, invece, saranno i maxischermi sparsi per Firenze. Il capoluogo toscano, anche se orfano del “suo” Pepito, è già pronto a sostenere con la colorita vivacità che da sempre lo contraddistingue la nazionale. L’Arno sarà la colonna sonora di chi sosterrà gli azzurri a piazza Torquato

Tasso, mentre un po’ di fresco accoglierà chi preferirà immergersi nel parco dell’Anconella, a Villa Demidoff a Pratolino o nel giardino dell’Orticoltura. E Roma? La capitale, come al solito, si distinguerà non solo per il numero di schermi ma anche, e soprattutto, per la concentrazione dei tifosi che si riverseranno per le strade della Città Eterna. E anche se ancora non ci sono dichiarazioni ufficiali, dovrebbero essere confermati i luoghi delle ultime due edizioni dei Mondiali, con schermi a Cinecittà (Subaugusta), piazza Vittorio Emanuele, piazzale Aldo

Moro (di fronte all’Università), via Ostiense (davanti agli ex Mercati Generali), viale dei Gladiatori (di fronte allo Stadio Olimpico) e al Pontile di Ostia Lido. Tutti pronti a cantare, dunque, sperando di ripetere l’effetto di quel popopopopopopo che, da coro romanista, divenne l’inno della nazionale del 2006. Quella nazionale che, partita sotto un cielo nero di scandali e polemiche, lo colorò di un azzurro indelebile. Perché l’Italia è così. Parte male, piano, criticata e snobbata, ma poi, non si sa come trascina, tutti in un enorme vortice tricolore, con le note dell’Inno di Mameli che risuonano in ogni angolo della Penisola, intonate tanto dal bambino che non conosce Paolo Rossi quanto dal nonno che ricorda la “doppietta” del 1934 – 38. La Nazionale è donna, c’è poco da fare. È complicata, problematica e piena di difetti, ma nonostante tutto nessuno è immune al suo fascino. E come ogni donna non puoi capirla, devi solo amarla. Alessandra Goretti


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Un Mondiale tutto social Da Facebook a Twitter, passando per le più disparate App, la Coppa iridata viaggia sulla rete TENDENZE. Hashtag, tweet, condivisione, like, selfie, post, whatsapp, instangram, tag, pinterest…e l’elenco potrebbe continuare ancora a lungo. I più navigati avranno subito intuito di che si tratta, per qualcun altro invece potrà sembrare una lingua sconosciuta. E in un certo senso, in effetti, un nuovo linguaggio è nato negli ultimi anni: è quello dei social network, delle app e dei selfie. E ovviamente la coppa del mon-

do di calcio, non poteva che essere il mondiale più social di sempre. Un mondiale dove la sfida non riguarderà solo le squadre più forti del pianeta ma anche appassionati e simpatizzanti dello sport più amato al mondo. Una vera e propria competizione a suon di clik e post: il tweet più veloce, il maggior numero di condivisioni, il selfie più originale, la foto esclusiva, il momento debole di un giocatore, il mo-

mento migliore e tanto altro. Tutto, pur di testimoniare che “io c’ero” e immortalare il momento nella memoria del web. LE PARTITE IN TASCA Già diversi giorni prima dell’inizio del mondiale si sono scatenate le iniziative sui social. Ecco una veloce panoramica di suggerimenti e consigli per rimanere sempre aggiornati sul mundial do Brasil: Budweiser, sponsor ufficiale dei Mon- diali di calcio, permetterà al pubblico di votare via twitter l’ “uomo della partita”. Si vota a partire dal secondo tempo di ogni partita con l’hashtag #manofthematch. Facebook invece ha creato l’hub Trending World Cup. L’hub include un feed con i post degli amici che stanno seguendo le partite, gli aggiornamenti di squadre e giocatori e una mappa interattiva che mostra da dove provengono i tifosi dei top player, oltre a segnalare la partita che si sta seguendo. Il social di Zuckerberg ha anche creato la pagina del Ref, l’arbitro ufficiale di tutti i match che posterà commenti du-

rante le partite, dando la sua opinione sui momenti salienti e sugli episodi dubbi. Insostituibile, ovviamente, l'account ufficiale facebook FIFA mentre per chi vorrà seguirlo su twitter l’account è @FIFAcom. Si tratta di pagine in inglese, ma qualche sforzo pur di seguire il primo mondiale mobile di tutti i tempi di sicuro lo si farà. E l’Italia di Prandelli? L’account ufficiale di twitter è @Vivo_Azzurro, quello di facebook si troverà digitando per esteso l’acronimo FIFA, Instngram Vivoazzurro# , Google Plus +FIGCVivoazzurro , YouTube FIGC Vivo Azzurro. Per i più smanettoni poi si apre lo sconfinato mondo delle app. Anche in questo caso, si potrà spaziare tra quella ufficiale della Fifa a quelle più scaricate come Onefootball Brasil, solo per citarne alcune. Ovviamente, gratis. BATTAGLIA TRA COLOSSI Facebook e Twitter si a contendono la palma di regina social di Brasile 2014. Il colosso di Mark Zuckerberg

infatti si sta preparando per una lotta serrata nei confronti di Twitter, che fino ad ora si è rivelato il miglior strumento social per seguire gli eventi dal vivo. Da Facebook fanno sapere di aver già individuato 500 milioni di utenti interessati al calcio, in relazione ai collegamenti o alle pagine che i lettori hanno visitato. Una cifra che rappresenta il doppio degli utenti base di Twitter. La sfida è più che mai aperta. CINGUETTII VERDEORO Ricordiamo, infine, che la top 5 dei calciatori più seguiti, e quindi da non farsi sfuggire per niente al mondo, è capeggiata da Cristiano Ronaldo (@Cristiano), seguito da Neymar (@neymarjr), Wayne Rooney (@WayneRooney), Andrés Iniesta (@andresiniesta8) e Gerard Piqué (@3gerardpique). In Italia, invece, tra i più famosi figurano Balotelli (2.16 milioni), Giorgio Chiellini (1.06 milioni), Gigi Buffon (660mila), Claudio Marchisio (453mila) e Leonardo Bonucci (407mila). Francesca De Matteis


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I 23 di Prandelli

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Sabato 14 giugno 2014


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I 23 di Prandelli

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GLI AZZURRI DEI MONDIALI 2014 PORTIERI Gianluigi Buffon 1 (Juventus) Mattia Perin 13 (Genoa) Salvatore Sirigu 12 (Paris St. Germain) DIFENSORI Ignazio Abate 7 (Milan) Andrea Barzagli 15 (Juventus) Leonardo Bonucci 19 (Juventus) Giorgio Chiellini 3 (Juventus) Matteo Darmian 4 (Torino) Mattia De Sciglio 2 (Milan) Gabriel Paletta 20 (Parma)

CENTROCAMPISTI Alberto Aquilani 14 (Fiorentina) Antonio Candreva 6 (Lazio) Daniele De Rossi 16 (Roma) Claudio Marchisio 8 (Juventus) Thiago Motta 5 (Paris St. Germain) Marco Parolo 18 (Parma) Andrea Pirlo 21 (Juventus) Marco Verratti 23 (Paris St. Germain) ATTACCANTI Mario Balotelli 9 (Milan) Antonio Cassano 10 (Parma) Alessio Cerci 11 (Torino) Ciro Immobile 17 (Torino) Lorenzo Insigne 22 (Napoli)

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Curiosità

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Trentadue slogan per trentadue Nazioni Composti dal popolo di internet, sono stati scelti dalla Fifa e serigrafati su ogni pullman MOTTI SPECIALI. E’ impresso sul pullman di ogni team lo sforzo di fantasia chiesto agli internauti di tutto il mondo per trovare una frase, un pensiero che potesse rappresentare in poche parole lo spirito patriottico e sportivo di ogni squadra presente ai Mondiali verdeoro. Lavoro questo risultato evidentemente arduo per squadre come il Cile (“Ci, ci, ci, le, le, le. Viva Cile!“), la Russia (“Nessuno può raggiungerci“) e la Corea del Sud (“Buon divertimento, rossi!“, slogan che - ironia della sorte - non troverà affatto divertente il nostro Giuseppe Rossi), ma che ha regalato delle vere perle, svelando un po’ anche l’indole delle magnifiche trentadue. I Conquistadores In testa alla ideale classifica degli agguerriti c’è il Giappone (”Samurai, è arrivato il momento di combattere“), seguito dalla Costa d’Avorio (“Gli elefanti alla conquista del Brasile“), dall’Algeria

(“Guerrieri del deserto in Brasile“), la Bosnia (“Draghi nel cuore. Draghi in campo“) e il Camerun (“Un leone è sempre un leone“). I Patrioti Lo slogan dell’Argentina (“Non siamo una squadra, siamo un Paese“) fa ‘scopa’ con quello della Colombia che sul suo pullman ha fatto scrivere “Qui non viaggia una squadra, viaggia un intero Paese!“. Anche il Costa Rica punta sulla bandiera

“La mia passione è il calcio, la mia forza la gente, il mio orgoglio Costa Rica“, come pure la Croazia (“Con il fuoco nei nostri cuori, tutti uniti per la Croazia“), l’Ecuador (“Un impegno, una passione, un solo cuore: siamo con te, Ecuador!“), la Germania (“Una nazione, una squadra, un sogno“), l’Honduras (“Siamo un popolo, una nazione, cinque stelle sul cuore“), il Messico che difende le proprie origini col suo “Sempre uniti… SEM-

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UN CARTOON DA CAMPIONI

Brillante l’idea della Nike Football che presenta in occasione dei Mondiali “The Last Game”, un divertente corto animato dove alcuni dei più grandi calciatori del mondo sono impegnati nel salvataggio dello sport più bello del mondo. Il perfido The Scientist infatti ha creato dei cloni dei grandi campioni programmandoli per raggiungere il miglior risultato senza rischi o incognite di gioco. Questo ha privato il calcio della fantasia e costretto i fuoriclasse a guadagnarsi da vivere con mestieri di fortuna. Zlatan vende tristemente copie della sua biografia su una bancarella fuori da uno stadio, Cristiano Ronaldo lavora come ‘manichino’ nella vetrina di un negozio di articoli sportivi, Iniesta fa l’agricoltore, Neymar e David Luiz i parrucchieri, Wayne Rooney il pescatore, ecc. Il grande Ronaldo si ribella e convince i campioni forzatamente a riposo a confrontarsi con i cloni per quella che sarà la partita della vita.

PRE Aztechi“ e L’iran che verso la storia“ rimanda al scala la classifica definen- canguro, fino a quello della Svizzera che immagina per dosi “Onore di Persia“. il suo pullman una sperata quanto improbabile “Ultima I Romantici L’Italia non poteva che col- fermata: 13 luglio 2014, Malocarsi qui con lo slogan racanà“, è tutto un susse“Coloriamo d’azzurro il so- guirsi di promesse di pregno della Coppa“, frase com- stazioni eroiche. Così, se il posta dall’avezzanese Stefa- Belgio avverte “Aspettatevi no Meco. Bella anche la tro- l’impossibile“, la Francia rivata del Ghana (“Stelle Nere: sponde con “Impossibile qui per illuminare il Brasi- non è una parola francese“; le“) che vince sulle meno e mentre tra Grecia e Olanda fantasione Inghilterra (“Il si gioca per la virilità (“Gli sogno di una squadra, il bat- eroi giocano come i greci“ tito del cuore di milioni“), e “I veri uomini vestono Spagna (”Nel nostro cuore, arancione“), il Portogallo la passione di un campio- punta a guardare avanti ne“), Uruguay (“Tre milioni sbandierando un “Il passato di sogni, forza Uruguay!“), è storia, il futuro è vittoria“ Nigeria (“Solo insieme si che la dice lunga sulle inpuò vincere“) e Usa (“Uniti tenzioni della squadra. Più dalla squadra, guidati dalla veritiera, almeno a detta dei bookmakers, è la frase passione“) scelta dai padroni di casa che sul pullman hanno voModestia a parte Il gruppo dei team sicuri di luto scrivere un messaggio portare a casa la Coppa iri- che suona come un monito data, invece, riesce a strap- per gli avversari e come una pare più di un sorriso. Dal promessa per i brasiliani: simpatico slogan dell’Au- “Preparatevi! La Sesta sta arstralia che col suo “Saltando rivando“. e.a. e.a.



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Le statistiche

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Ottant’anni d’azzurro

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La Coppa? È made in Italy

Una storia ricca di sfide dall’esordio con gli USA alla disfatta con la Slovacchia In 17 edizioni disputate la nazionale italiana ha segnato ben 125 gol subendone 70 I NUMERI. Quella contro l’Inghilterra a Manaus è la partita numero 80 che gli azzurri giocano nella storia dei mondiali di calcio. Brasile 2014 rappresenta invece la competizione numero 18 a cui la nostra Nazionale partecipa. In principio, nel lontano 1934, il primo match “mundial” fu contro gli Usa, 7-1 a nostro favore, in panchina c’era mister Pozzo, il bolognese Schiavio ne fece tre. L’ultima sfida è roba dei nostri giorni: nel 2010 una doppietta dello slovacco Vittek ci rispedisce prima del previsto a casa dal mondiale sudafricano. In mezzo altre 77 sfide che hanno fatto palpitare cuori e scandito il tempo e i ricordi di diverse generazioni. E quattro titoli, battendo in finale sempre squadre europee: Cecoslovacchia, Ungheria, Germania e Francia. A proposito di sfide eterne, per ben cinque volte abbiamo affrontato nel corso delle varie edizioni le nazionali di Argentina, Brasile, Francia e Germania. Con i tedeschi vantiamo un ruolino di marcia implacabile: nessuna sconfitta, nove gol

I numeri dei gol Tempi regolamentari gol fatti

gol subiti

117

67

8

totale gol fatti 4

rigori autogol all’attivo, quattro subiti, un trionfo in finale targato Bearzot e un capolavoro in semifinale otto anni fa nella bolgia di Dortmund con il doppio sigillo Grosso-Del Piero. Il Brasile, invece, ci ha fatto piangere lacrime ama-

125

Tempi supplementari gol fatti

gol subiti

3

8

totale gol subiti 4

70

re: due volte in finale (nel 1970 con Pelé e nel 1994 ai calci di rigore dopo gli errori di Baresi e Roberto Baggio), una volta anche nella sfida per il terzo posto (2-1 per loro in Argentina, 1978, reti di Causio, Nelinho e Dirceu).

1 rigori autogol Ma la storia degli azzurri ai mondiali di calcio è fatta anche di statistiche meno note. Quelle sue reti, per esempio. L’Italia nel corso di 17 edizioni ha realizzato 125 gol (esclusi i calci di rigore dopo i tempi supple-

mentari), subendone 70. Il 30% dei gol i nostri calciatori li hanno fatti nel corso dell’ultimo quarto di gara (dal minuto 68 allo scadere). Nella stessa fase del match abbiamo subito il 39% delle reti complessivamente incassate (ben 27). Il minuto di gioco in assoluto più propizio è il numero 18 del primo tempo: 5 realizzazioni (Bruno Conti, Schiavio, Vieri per due volte e l’autogol dell’olandese Brandts). Nel secondo tempo portano bene i minuti 63 (a segno De Rossi, Ferrari, Pandolfini e Riva), 69 (Dino Baggio, Orsi, Tardelli e Toni) e 78 (Roberto Baggio, Lorenzi, Muccinelli e Schillaci). Al contrario, invece, sarebbe meglio eliminare l’83esimo (5 centri subiti: da Breitner nella finale di Madrid, Brustad, Diaz, Huh Jungmoo e Passarella). L’esultanza più veloce? Per due volte a 120 secondi dal fischio di inizio (Ferraris in Francia nel 1938, Mora in Cile nel 1962). Trentasei anni fa, invece, a Mar del Plata il francese Lacombe trafisse di testa Zoff dopo appena un minuto di gioco. Massimiliano Franceschetti

Dal 1974, in ogni finale della competizione mondiale di calcio c’è un po’ di Italia. Si perchè la coppa è nata proprio da noi, per la precisione a Paderno Dugnano, nel milanese, nelle officine della Gde Bertoni (una piccola azienda che oggi conta 12 dipendenti) da un’idea dello scultore Silvio Gazzaniga. E, ogni quattro anni, l’ambitissima coppa in oro massiccio (che pesa 6 chili e 175 grammi e è alta 36, 8 centimetri) è qui che torna dopo aver fatto mostra di sè sui campi più prestigiosi del mondo. Alla squadra vincitrice del torneo viene di fatto consegnata una copia della coppa in ottone dorato mentre l’originale (di proprietà della Fifa) viene portato di nuovo alla Bertoni per un piccolo restauro e per inserire il nome della nazione vincitrice sul disco d’oro sotto il basamento in malachite della coppa dove, appunto, sono riportati tutti i vincitori del trofeo. e.a.



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Sotto il segno dei Mondiali

Le stelle del pallone

Italia-Inghilterra

che un’altra cosa: il segno zodiacale. Bilancia i primi due, Leone gli altri. Insomma le stelle del cielo marciano con quelle sul campo. E, chissà, determinano fortune e sconfitte dei nostri azzurri. Prandelli è avvertito. Il segno più presente

Convocati azzurri nella storia dei mondiali di calcio (1934-2014) distribuzione per segno zodiacale (valori assoluti)

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25

30

ai mondiali di calcio è quello dei Pesci. Tra i 286 convocati azzurri di sempre (18 edizioni, Brasile compreso), 30 sono nati sotto questo segno. Poi, a ruota, seguono Ariete (29), Cancro (28), Leone e Sagittario (26 a testa), Bilancia e Acquario

29

26 18

25

286

14

20

22

28

26

FUOCO

ACQUA

ARIA

TERRA

(ariete, leone, sagittario)

(pesci, cancro, scorpione)

(gemelli, bilancia, acquario)

(vergine, toro, capricorno)

81

Gianluigi Buffon è nato sotto il segno dell’Ariete.

15

Gli Azzurri e le stelle

Cancro in attacco, leoni in difesa e un ariete tra i pali. Ecco l’imbattibile formazione zodiacale QUESTIONE DI ASTRI. Cosa hanno in comune Francesco Totti e Silvio Piola? E José Altafini e Filippo Inzaghi? Certamente il ruolo, tutti bomber di razza, e il fatto di aver vestito la maglia della Nazionale di calcio in un mondiale. Ma an-

STADIO

28%

76

(entrambi 25), in ultima posizione la Vergine (14). In generale i segni di Fuoco (Ariete, Leone e Sagittario) e di Acqua (Pesci, Cancro e Scorpione) sono i più rap-

27%

72

25%

presentati (28% e 27%). Occhio, poi, ai ruoli. Il portiere azzurro è soprattutto Ariete, il difensore è animato dallo spirito del Leone (Materazzi, Ferri, Chiellini, Rosato) tra

57

20%

i centrocampisti brillano i Gemelli (Capello, Massaro, Di Biagio), mentre l’attacco è targato Cancro (Vialli, Vieri, Cassano, Gilardino). Massimiliano Franceschetti



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