STADIO MILANO
DOMENICA 22 DICEMBRE 2013
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DERBY AL BUIO Speciale Inter - Milan
Palacio e Mexes staccano di testa nel derby di un anno fa.
Per i nerazzurri l’opportunità di rimanere aggrappati all’Europa. Per i rossoneri l’occasione di uscire da una lunga crisi. Aspettando il mercato di gennaio
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Prepartita
Inter-Milan
Domenica 22 dicembre 2013
Il derby della rifondazione Lontane dai fasti del passato, stasera si affrontano due squadre alla ricerca della propria identità
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Il numero dei derby vinti dall’Inter in campionato. Il Milan, invece, l’ha spuntata 60 volte (53 i pareggi).
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Le reti messe a segno nella stracittadina da Shevchenko, capocannoniere assoluto del derby della Madonnina.
squadra italiana agli ottavi di Champions League ma tremendamente in difficoltà in campionato (decimo posto con 19 punti come Parma e Cagliari con la vetta della classifica lontana ben 24 lunghezze).
MILANO. Altro che “luci a San Siro”. I tempi in cui Inter e Milan si affrontavano per traguardi ambiziosi sembrano molto lontani. A dirlo è la classifica, che mette l’una contro l’altra due squadre protagoniste, per motivi diversi, di una stagione di transizione ricca di contraddizioni. Da una parte c’è l’Inter che, dopo il disastro dello scorso anno, è tornata a competere per un piazzamento in Europa. Dall’altra il Milan, unica
ERRORI PASSATI Dati che stridono terribilmente se si pensa al blasone delle due società, ma che sono frutto anche di alcune scelte passate. La poltica dell’Instant team perseguita ne-
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Sono i secondi che ha impiegato Sandro Mazzola per andare in rete nella partita del 24 febbraio 1963.
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È il massimo scarto di reti nella storia del derby milanese. L’11 maggio del 2001, infatti, il Milan vinse a casa dell’Inter grazie alle doppiette di Comandini, Shevchenko, Giunti e Serginho. Barbara Berlusconi parla con Adriano Galliani.
Mazzoleni alla seconda stracittadina
gli anni scorsi dai rossoneri ha dato i suoi frutti, riempiedo la bacheca societaria di trofei. A lungo andare, però, l’aggiungere pezzi di usato sicuro senza puntare sui giovani ha reso impossibile il ricambio generazionale. Il MIlan si è trovato così con una squadra vecchia e logora, ma senza i capitali necessari per portare a termine una improrogabile rifondazione. Così, con Silvio Berlusconi che ha diminuito gli investimenti, il mercato dei rossoneri si è limitato a occasioni e parametri zero. Più o meno gli stessi problemi che si sono presentati sul cammino dell’Inter. Dopo l’abbuffata di scudetti del post Calciopoli e dopo il triplete conquistato da Mourinho, i nerazzurri non hanno avuto il coraggio di far cassa vendendo qualche giocatore spremuto (su tutti Maicon), per provare a investire i soldi delle cessioni in giocatori più freschi. E una volta che Moratti, ha deciso di dire basta agli acquisti a caro prezzo per sposare la morigeratezza, l’Inter ha accusato un vistosissimo calo di competitività.
IL NUOVO CHE AVANZA A complicare il quadro, tuttavia, ci hanno pensato anche gli ultimi sviluppi delle vicende societarie. L’affiancamento di Barbara Berlusconi ad Adriano Galliani ha creato una moltiplicazione dei piani decisionali che ha creato fasi di stallo e qualche incertezza (su tutti l’operazione Pato, ceduto da Galliani al Psg praticamente sostituito con Tevez, bloccata proprio da Barbara). Giovedì il cda del Milan ha ufficializzato i nuovi poteri della Berlusconi, ma se lei e Galliani non riusciran-
no a coesistere, il Milan rishia di perdere un treno imporante. Un po’ come è successo all’Inter. Dopo una lunga trattiva, infatti, il magnate indonesiano ha acquistato la società a stagione iniziata. E col calciomercato già chiuso e senza acquisti estivi di primo piano, ora Mazzarri è chiamato a centrare la qualificazione in Europa con una squadra non di primo livello. E mancareanche l’obiettivo minimo dell’Europa League, vorrebbe dire aver perso una stagione.
Probabili formazioni L’Inter schiera un 3-5-1-1
Il Milan si affida al 4-3-1-2 1 HANDANOVIC 14 CAMPAGNARO 23 RANOCCHIA 5 JUAN JESUS 2 JONATHAN 6 TAIDER 19 CAMBIASSO 10 KOVACIC 55 NAGATOMO 13 GUARIN 8 PALACIO ALLENATORE: MAZZARRI
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Mazzoleni.
Mazzoleni fa il bis. Stasera, infatti, il fischietto di Bergamo, arbitrerà il suo secondo derby di Milano. Il suo debutto nella stracittadina è avvenuto l’11 febbraio 2013 e allora Inter e Milan pareggiarono per 11. Mazzoleni ha diretto l’Inter in 9 occasioni (4 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte), l’ultima nella gara conclusiva dell0 scorso anno, finita 2-5 per l’Udinese. La giacchetta nera ha arbitrato il Milan per 14 volte (6 vittorie, 5 pareggi e 3 sconfitte).
L’indonesiano Thohir è al suo primo derby.
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Prepartita
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“Voglio un’Inter piacevole e che giochi palla a terra” Squadra propositiva e basta veleni sugli arbitri Così Mazzarri prepara il suo debutto nel derby MILANO. Una squadra capace di esprimere un calcio propositivo e piacevole. È questa l’Inter che Walter Mazzarri sogna di vedere in campo contro il Milan nella partita che segna il suo debutto nella stracittadina milanese. Una gara importante, alla quale il tecnico livornese si avvicina con la consapevolezza di essere obbligato a vincere. “È una sfida dal fascino particolare – ha detto Mazzarri alla vigilia della stracittadina - come allenatore cerco di pensarci il meno possibile, fino a quando non entrerò in campo, lì avrò la percezione di quello che vuol dire davvero il derby di Milano. I ragazzi dovranno entrare preparati a vivere la partita in un certo modo, vorrei vedere la mia squadra esprimere il calcio che a me piace di più: propositivo, piacevole, giocando palla a terra”.
MERCATO Chi si aspettava qualche parola sul calciomercato nerazzurro, però, è rimasto deluso. Il tecnico dell’Inter, infatti, non si è minimamente sbottonato e non ha accennato nemmeno ai possibili nuovi acquisti (il sogno resta sempre Ezequiel Lavezzi) o ai probabili partenti (Guarin e Ranocchia su tutti). “Alla vigilia di una partita come questa ha detto Mazzarri - pensare chi può andare via e chi può arrivare è l'ultimo dei miei pensieri. L'importante è che ci sia chiarezza. Se c'è un allenatore può solo prendere atto. Guarin? L'ho chiamato martedì dopo la gara contro il Napoli – ha svelato l’allenatore livornese - per dirgli che aveva fatto la miglior partita sotto la mia gestione. Ha tutto per fare benissimo e forse le voci di mercato lo hanno stimolato”.
ARBITRI Dopo le polemiche arbitrali delle ultime settimane, Mazzarri ha evitato qualsiasi commento sulla designazione di Mazzoleni, fischietto che in passato (vedi la Supercoppa Italia fra Napoli e Juventus) il tecnico ha criticato pesantemente. “Non voglio nemmeno sapere chi arbitra – ha detto l’allenatore interista - credo da sempre che l'arbitro è garante delle regole. Casomai analizzo la partita dopo e, se l'arbitro ha fatto degli errori, ne parlo con tranquillità. Ma non ho mai fatto discriminazioni prima di una partita”. Eppure, nonostante le parole distensive, c’è un sassolino che Mazzarri non è riuscito a tenersi nella scarpa. Quello sui rigori negati ai nerazzurri. “Mi hanno spiegato qual è la storia di questo club – ha affermato - e sono un po’ sorpreso del fatto
Walter Mazzarri è al suo primo derby sulla panchina dell’Inter.
che non ci abbiano dato un rigore a favore, ma questo per me è uno stimolo in più”. THOHIR SERENO Impossibile, poi, non dedicare un pensiero al neopresidente Thohir. Nelle sue prime partite da numero uno dell’Inter, infatti, l’indonesiano non è mai riuscito a vedere vincere la
sua squadra. Un incantesimo che l’imprenditore spera di veder svanire già da questa sera. “L'incontro con Thohir è stato molto positivo – ha detto Mazzarri l'ho visto sereno, tranquillo. Quando non vinciamo io non riesco a darmi pace mentre lui ha cercato di darci serenità, apprezzando il gioco che abbiamo espresso per esempio a Napoli.
L'ho visto contento e positivo per quello che stiamo facendo - ha aggiunto - e mi ha confermato che la strada intrapresa è quella giusta, dobbiamo cercare di arrivare il più in alto possibile e su questo costruire il futuro l'estate prossima. C’è da cercare di valorizzare questa rosa al massimo e fare punti”.
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Formazione
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“Loro esperti e arrabbiati sarà un match durissimo” Allegri loda l’Inter e zittisce le voci sul futuro “Inutile parlarne prima del derby, ci sarà tempo” MILANO. Il futuro può attendere. Alla vigilia di un derby fondamentale per le ambizioni di entrambe le squadre, Massimiliano Allegri preferisce concentrarsi sul campo e non commentare le voci che vogliono Clarence Seedorf come suo erede designato al timone dei rossoneri per la prossima stagione. “Parlare del mio futuro alla vigilia di un derby non ha senso – ha detto l’allenatore livornese - in questo momento si deve parlare della partita, per il mio futuro c’è tempo. La prima cosa che ti insegnano a Coverciano è che l’allenatore è un uomo solo con la valigia in mano”. INTER ARRABBIATA E prima di fare i bagagli, il tecnico rossonero spera di sgambettare i cugini nerazzurri. “L'Inter sta facendo un ottimo campionato – ha spiegato - credo che la forza
di Mazzarri sia nel gioco, sia nella fase offensiva che difensiva, l'Inter è la migliore squadra a livello offensivo”. Parole non di circostanza ma sentite, con le quali Allegri ha voluto tessere le lodi del suo collega e avversario. “Mazzarri sta facendo un ottimo lavoro all'Inter, così come ha fatto a Napoli – ha sottolineato il mio rapporto con lui? Non ci sono mai state discussioni, solo qualche battuta per smorzare un po' la tensione. Ci saluteremo, spero che sarà una bella serata, speriamo di fare risultato”. Sì perché nonostante i problemi evidenziati dai nerazzurri nelle ultime partite, l’allenatore del Milan non riesce proprio a fidarsi dei cugini. “Domenica contro i partenopei loro hanno fatto una buona partita – ha detto il mister – l’Inter è sempre stata presente in campo. Per noi sarà dura
perché andremo ad affrontare una formazione molto arrabbiata ed esperta, quindi dovremo essere molto bravi. Stanno giocando un bel calcio – ha concluso hanno giocatori importanti come Palacio, Guarin, Kovacic, sono bene organizzati, sono esperti e molto fisici, sfruttano bene le palle inattive, dobbiamo prepararci al meglio”. MILAN IN CRESCITA In vista della stracittadina Allegri conta di recuperare Emuanelson, non esclude di riproporre Matri al fianco di Balotelli ("Mario ha fatto bene sia da solo che con un giocatore vicino, è chiaro che Matri da prima punta gli apre maggiori spazi, sicuramente per lui è un bel vantaggio averlo a fianco") ma, soprattutto, spera di rivedere il Milan che lunedì sera ha inchiodato la Roma sul pareggio. “Con i giallo-
Massimiliano Allegri potrebbe lasciare il Milan a fine stagione.
rossi abbiamo fatto una buona partita, anche sul piano del gioco abbiamo avuto più coraggio - ammette Venivamo da una partita intensa giocata in 10 contro 11, potevamo pagare quello sforzo ma così non è stato. La Roma e la Juve sono le squadre più forti, noi siamo stati molto bravi. Nel derby
sarà diverso perché la tensione è sempre particolare, dobbiamo creare i presupposti per portare a casa il risultato”. Anche perché, in caso di sconfitta, la classifica del Milan inizierebbe ad essere drammatica. “Siamo molto indietro – ha ammesso l’allenatore – il derby importante per la classifica
e anche per passare un buon Natale. Poi però avremo un girone di ritorno per recuperare e io credo che questa squadra ce la farà. Con la sosta recupereremo un po' di giocatori e quindi la squadra sarà al completo”. Una speranza, questa, condivisa da tutti i tifosi rossoneri
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“Ritmo e gioco di squadra questo derby si vince così” L’ex nerazzurro Riccardo Ferri non ha dubbi: “Il Milan sta meglio di testa, l’Inter è più in forma” E ricorda il suo autogol dell’87: “Zenga non usciva mai, ma quella volta era dietro di me. Volevo sparire” MILANO. La sua bacheca è di quelle che fanno nascere un pizzico di invidia in molti dei suoi colleghi. Nelle 13 stagioni passate in nerazzurro, infatti, Riccardo Ferri ha collezionato uno Scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa e due Coppe Uefa. Un palmares di tutto rispetto che, tuttavia, non gli ha risparmiato an-
Riccardo Ferri.
che qualche delusione. Come nel 1987, quando a quattro minuti dal fischio d’inizio il centrale nerazzurro girò nella propria porta un traversone rossonero provocando un autogol decisivo. Così, a poche ore dall’inizio della stracittadina, Riccardo Ferri racconta il suo derby. Sarebbe stato giusto chiudere la Curva dell’Inter per i cori contro i napoletani? No, si tenta di asciugare per terra quando c’è un rubinetto aperto che nessuno si preoccupa di chiudere. In Italia ci sono delle situazioni che non sono in sintonia con il buon senso. Questa è una partita importante e chiudere la Curva avrebbe fatto male a tutto il nostro sport, alimentando la tensione. Chi arriva meglio alla stracittadina? Con la testa ci arriva meglio il Milan. Nelle ultime gior-
nate ha acquisito equilibro e autostima, ma questa è una partita particolare. Bisogna metterci cuore, testa e gambe. E l’Inter sta meglio di gambe. I nerazzurri non vengono da un momento esaltante, hanno motivazioni forti. Sarà il derby della paura? Sì, potrebbe essere. Però quando l’arbitro fischia pensi solo sulla partita. Sarà fondamentale concentrarsi sull’obiettivo. Solo 3 punti nelle ultime 4 partite e ben 9 gol subiti. L’Inter è in crisi? Io ho visto una squadra che sta bene fisicamente. Il calo è psicologico ed è legato alla disponibilità di tutta la squadra a recuperare il pallone. Questa assomiglia alla peggiore Inter dell’anno scorso, quando uno perde la sfera gli altri sono pigri. C’è una distonia con la fase offensiva dove questo non succede. Mazzarri deve la-
vorare sul modo in cui la squadra si accorcia. È qui che il Milan può colpire? Dipende tutto da come gioca l’Inter. Se decidono di combattere uno contro uno contro Balotelli allora le cose si complicano. Una volta ti può andare bene, ma prima o poi l’occasione riesce a crearla Bisogna lavorare di squadra e stringere Matri nello stretto, dove può andare in difficoltà. Come deve giocare l’Inter? Deve alzare il ritmo, deve cercare di mettere i suoi attaccanti uno contro uno con i difensori. Se Zapata e Bonera sono isolati, allora possono andare in difficoltà perché Palacio non dà riferimenti e l’Inter sa rubare palla e ripartire. Il suo ricordo più bello di un derby? Ne ho parecchi. Noi facevamo parte di un periodo dove c’era grande differenza di
La formazione dell’Inter dei record del 1988/89.
qualità fra le due squadre. Loro avevano un gruppo “XL”, noi una “Small”. Eppure, anche se loro erano stellari, nell’anno del campionato dei record non si è visto tutto questo divario. La punta rossonera che più l’ha messa in difficolta? Van Basten. Aveva tecnica, carisma, forza fisica. Come si preparava? Io ero uno di quelli che non aveva bisogno di trovare le giuste motivazioni, anzi, dovevo scaricarmi. Ho iniziato quando avevo 12 anni, ho coronato il sogno che
avevo da bambino. Lei fu autore di un autogol in un derby perso per 1-0 nel 1987. Cosa ha pensato quando ha visto la palla entrare in rete? Quando ho colpito la palla pensavo che Walter fosse dietro di me. Lui non era solito uscire e quella volta era lì al limite dell’area. Non mi aveva chiamato la palla. In quel momento volevo scavare una buca e sparire, ma poi ho preso coraggio e ho fatto una gran partita. Andrea Romano
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L’Intervista
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“Chi perde la stracittadina rischia di buttare un anno” Giovanni Galli, ex portierone rossonero, avverte il Diavolo “Una vittoria riscatterebbe la stagione. Sì al gioco di rimessa” MILANO. Giocare di rimessa senza paura di sembrare una “provinciale”. È questa la ricetta di Giovanni Galli per provare a vincere il derby di stasera. E anche se sono ormai lontani i tempi in cui la stracittadina diMilano valeva un pezzetto di tricolore, l’ex portiere, campione d’Italia e d’Europa con il Milan, è convinto che buona parte del resto
1989: la Champions.
del campionato dipenda dal risultato di questa sera. Galli, sarà davvero così brutto questo derby? Beh, una volta Inter – Milan valeva lo Scudetto mentre ora, invece, la lotta al titolo sembra una prerogativa di altri. Nonostante questo, però, per me resta sempre avvincente perché si lotta per la supremazia cittadina. Insomma, il derby è pur sempre il derby. Inter o Milan, chi sta meglio? Io ho visto l’Inter contro il Napoli e devo dire che ha fatto una buonissima partita. È una squadra grintosa che interpreta il carattere del suo allenatore. I rossoneri si stanno scrollando di dosso alcune ruggini. È vero che hanno passato il turno in Champions, ma fra le due squadre quella con la scritta “lavori in corso” è il Milan. Eppure nelle ultime partite
l’Inter ha frenato bruscamente Nel precampionato nessuno avrebbe mai pensato di vedere l’Inter quinta in classifica. Per questo credo che non si possa buttare sempre tutto. Spesso chi giudica ha la memoria corta. Mazzarri è riuscito a stravolgere una squadra che non ha grandi valori individuali. L’Inter è quella del girone dell’anno scorso più Taider. E se noi proviamo a ricordarci come giocava nella passata stagione, capiamo che è una squadra diversa. I tre punti nelle ultime quattro gare forse sono il frutto delle tante responsabilità che i giocatori si sono caricati addosso. I nerazzurri non valgono il terzo posto, ma Mazzarri è un allenatore che riesce sempre a tirare fuori il meglio dai suoi. Cosa deve fare il Milan per mettere in difficoltà i cugini?
Deve giocare al contrario. Ossia? I rossoneri devono fare una partita come quella di Glasgow oppure come quella contro l’Ajax, quando sono rimasti in 10. Devono posizionarsi 20-30 metri più indietro e giocare di rimessa. Balotelli è meglio come prima punta o libero di svariare dietro Matri? Lui deve giocare lì davanti, deve assumersi responsabilità. È un campione, un giocatore importante che può fare la differenza. È per questo che deve giocare in area di rigore. Chi ha più da perdere in questo derby? Entrambe. Il Milan è talmente distante dalla vetta che una vittoria nel derby potrebbe quantomeno riabilitare la squadra agli occhi dei tifosi. L’Inter non è mai riuscita a vincere da quando Thohir è diventato presidente. Sinceramente, chi
Galli ha difeso la porta del Milan dal 1986 al 1990.
perde esce con le ossa rotte. Il grande assente di questa sera è El Shaarawy. Secondo lei corre il rischio di bruciarsi? L’anno scorso il ragazzo ha bruciato le tappe. Nel girone di andata ha fatto qualcosa di straordinario, in quello di ritorno si è preso un anno sabbatico. Speriamo che questo infortunio allontani le befane che ha addosso e gli consenta di
ricominciare al meglio. Il suo ricordo più bello della stracittadina? Il derby di ritorno dell’anno dello Scudetto. Era l’aprile del 1988 e vincemmo 2-0 con i gol di Gullit e Virdis. Loro non superarono nemmeno il centrocampo. Ai tempi io ero talmente fissato col derby che non avevo bisogno di essere stimolato, mi caricavo da solo. Andrea Romano
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Rose con troppe spine, le m Guarin è pronto a dire sì al Chelsea di Mourinho. Con la sua cessione i nerazzurri sognano Lavezzi.
Guarin potrebbe essere sacrificato per fare cassa.
MILANO. Dopo tanti proclami è arrivato finalmente il momento dei fatti. A pochi giorni dall’apertura del mercato di riparazione, Erick Thohir è chiamato a lanciare un segnale forte circa le ambizioni future della sua Inter. Il terzo posto distante sette punti è un verdetto: o a gennaio arrivano innesti importanti oppure i nerazzurri dovranno accontentarsi di provare a entrare in Europa dalla porta sul retro. Colpa anche degli errori che sono stati
commessi questa estate, quando è stata affidata a Walter Mazzarri, un amante dell’usato sicuro, una squadra con fatta di giovani e di veterani ormai sul viale del tramonto.
incomodo e avrebbe strappato il “sì” del difensore. Un accordo che a Milanello danno ormai per chiuso e che avrebbe mandato su tutte le furie il presidente del Toro Urbano Cairo, che ha già annunciato ALLARME DIFESA che prenderà provvediNon è un caso che questa menti nel caso in cui il Inter abbia ben poco a che trasferimento avvenisse in spartire con le caratteri- modo scorretto. In attesa stiche che rendevano ben che la situazione si sblocriconoscibili le squadre chi, l’Inter continua a reallenate dal tecnico livor- stare alla finestra per Senese. Basti pensare che bastian Jung dell'Einnelle prime 16 giornate i tracht Francoforte. Il preznerazzurri hanno subito zo per il suo cartellino è ben 21 reti (16 in più della di 8 milioni di euro. Tanti, Roma e 11 in più della Ju- forse troppi in questo moventus), 9 delle quali nelle mento per le casse dei neultime 4 giornate (1 dal razzurri. A meno che i diBologna, 1 dalla Samp, 3 rigenti non decidano di dal Parma e 4 dal Napoli). privarsi di un tassello imCosì, in questi giorni, gli portante come Andrea Rauomini mercato dell’Inter nocchia. L’ex difensore si stanno guardando in- del Bari, infatti, è stato torno alla ricerca di qual- protagonista di un avvio che rinforzo a buon mer- di stagione molto delucato. Il nome nuovo per dente e potrebbe essere la retroguardia è quello “sacrificato” per dare una di Danilo D’Ambrosio, boccata d’ossigeno alle esterno del Toro in sca- casse societarie denza di contratto a giu- . gno. La Roma si è mossa RIVOLUZIONE da tempo per averlo già a IN ATTACCO gennaio, arrivando a of- Stesso destino potrebbe frire un paio di milioni toccare anche a Fredy di euro o la comproprietà Guarin. Il colombiano è di Nico Lopez. Ma proprio senza dubbio uno dei punquando la trattativa sem- ti di forza della squadra brava a un passo dalla di Mazzarri e, quindi, anchiusura, l’Inter si è inse- che uno dei pochi ad avere rita offrendo il cartellino mercato. Per lui si è mosso di uno fra Gaby Mudin- il Chelsea, che è arrivato gayi e Zdravko Kuzmano- ad offrire 15 milioni pur vic. Un colpo di scena al di portarlo a Londra già a quale è seguito un altro gennaio. Un argomento colpo di scena. Mentre sufficiente per far entrare giallorossi e nerazzurri si l’Inter nell’ottica di idee contendevano il cartellino di privarsi del giocatore dell’esterno, il Milan si sa- per poter dare la caccia a rebbe inserito come terzo un attaccante. Sì perché
Ezequiel Lavezzi potrebbe lasciare il PSG.
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milanesi corrono ai ripari I rossoneri puntano al colpo di qualità. Il sogno è Hernanes, la pista più calda porta a Marco Parolo con Belfodil che stenta ad inserirsi negli schemi di Mazzarri e con Icardi che non riesce a fare il salto di qualità, i nerazzurri hanno bisogno di qualche innesto capace di fare la differenza. Il sogno resta sempre quello di portare alla Pinetina Ezequiel Lavezzi, ma viste le difficoltà a strappare il talento argentino al PSG, i nerazzurri potrebbero virare sul suo compagno di squadra Jeremy Menez, ex fantasista della Roma col contratto in scadenza a giugno, valutano dai francesi circa 4 milioni di euro. Le alternative restano quelle del romanista Marquinho, che non riesce a trovare grande spazio con Garcia ma che si sposerebbe a meraviglia con i dettami tattici di Mazzarri, e di Konstantinos Mitroglou, attaccante greco dell’Olympiacos seguito da vicino anche da Arsenal, Liverpool e Newcastle. Per assicurarsi il centravanti classe ’88 i nerazzurri dovranno muoversi per primi e staccare un assegno da circa 9 milioni di euro. MOSSE MILAN Ma se l’Inter ha l’assoluta necessità di intervenire sul mercato per puntellare la rosa, le cose per il Milan non vanno molto meglio. Già presi da tempo Rami e Honda, ora i rossoneri devono provare a sfoltire il parco giocatori per poi investire. Nella lista degli esuberi ci sono: Gabriel, Zaccardo, Vergara, Robinho, Niang, Saponara e Cristante. Chi, invece, è sicuro di restare a Milanello ancora a lungo è Zapata. Nei giorni scorsi il Manchester United, alla ricerca di un erede di Rio Ferdinand, si è fatto avanti con un’offerta vicina agli otto milioni di euro per assicurarsi il difensore. Una proposta che è stata declinata dai vertici del Milan, che considerano il difensore colombiano un punto fermo della squadra. ALLA RICERCA DI QUALITÀ Il vero obiettivo dei rossoneri, però, è un giocatore di qualità da inserire fra il centrocampo e l’attacco. Nelle ultime ore Galliani ha provato a mettere in piedi uno scambio con la Lazio. I lombardi seguono con attenzione Hernanes, fantasista brasiliano che ha rifiutato il rinnovo del contratto, e per accaparrarselo potrebbero offrire ai biancocelesti il cartellino di uno fra Matri e Pazzini. Una
trattativa non impossibile, ma comunque molto difficile. Proprio come è molto difficile da perseguire un’altra pista che aveva preso forma nei giorni scorsi e che portava dritta a Erik Lamela. L’ex giallorosso non riesce a trovare spazio al Tottenham (che in estate l’ha prelevato dalla Roma per quasi 35 milioni di euro) e comincia a essere scontento. L’argentino vorrebbe cambiare aria, ma a bloccarlo, per il momento, è stato l’esonero del tecnico degli Spurs André VillasBoas dopo la sconfitta casalinga per 0-5 rimediata contro il Liverpool domenica scorsa. L’ex giallorosso potrebbe così decidere di restare a Londra fino a fine stagione nella speranza di conquistare la fiducia del nuovo tecnico. Molto più semplice, invece, la strada che porta a Marco Parolo, il centrocampista del Parma che è riuscito a ritagliarsi un posto nella nazionale di Prandelli. Dopo l’infortunio di Juraj Kucka, prima scelta dei rossoneri per il centrocampo, il Milan si sarebbe concentrata sull’ex del Cesena. Per arrivare al suo cartellino Galliani sarebbe pronto a mettere sul piatto uno fra Pazzini e Matri. SGUARDO A GIUGNO Ma non finisce qui. Nonostante la stagione sia ancora lunga, il Milan sta pianificando i primi colpi per giugno. Con Gabriel che, come dimostrato nella sfida con la Roma di lunedì scorso, non offre grandi garanzie e con Abbiati che comincia a sentire il peso degli anni,
Il laziale Hernanes.
Adil Rami è il primo rinforzo di gennaio per il Milan.
la ricerca di un portiere affidabile in chiave futura è diventata una priorità. Soprattutto perché di numeri 1 di livello non ce ne sono molti in circolazione e quei pochi che ci sono costano un occhio della testa. I rossoneri hanno individuato il loro estremo difensore del futuro in Mattia Perin, portiere che nella scorsa stagione non aveva convinto a pieno fra i pali del Pescara ma che ora, dopo un avvio di stagione difficile in la maglia rosso-
blù, si è riscattato alla grande. Secondo le ultime indiscrezioni, Adriano Galliani si sarebbe fatto avanti con l’amico Enrico Preziosi per sondare il terreno in vista del prossimo mercato estivo. E chissà se, nei loro discorsi, non possa tornare prepotentemente anche il nome di Kucka. Prima di finire ko per un brutto infortunio al ginocchio, infatti, il centrocampista era stato a lungo nel mirino dell’ad del Milan.
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Qualcuno aiuti Stephan e Mauro Questa doveva essere la stagione della loro definitiva esplosione Eppure El Shaarawy e Icardi non hanno mantenuto le aspettative MILANO. Giovani dal talento puro. Anzi, purissimo. Eppure Stephan El Shaarawy e Mauro Icardi sono accomunati da uno strano destino. Per entrambi, infatti, il sogno di poter diventare protagonisti della Serie A si è trasformato in un incubo. Colpa di guai fisici e di un pizzico di sfortuna, certo. Ma non solo. Lo scorso anno il Faraone rossonero aveva iniziato il campionato in pompa magna. Gol, assist e prestazioni da voti altissimi in pagella. Un avvio sprint che si era bruscamente in-
terrotto con l’arrivo in rossonero di Mario Balotelli. Con l’ex Manchester City a fare la prima punta, Allegri aveva deciso di dirottare El Shaarawy sull’esterno. Un esperimento che, un po’ per la nuova posizione e un po’ per problemi di personalità, aveva abbassato sensibilmente il rendimento del fantasista azzurro. Questa, dunque, doveva essere la stagione del suo pieno recupero fisico e mentale. Peccato che alle premesse non siano seguiti i fatti. Il Faraone, che ha segnato il suo ultimo
Stephan El Shaarawy tornerà in campo nel 2014.
gol in Serie A lo scorso 23 febbraio, è stato fermo dal 14 settembre al 1° dicembre a causa di una frattura al piede sinistro. E proprio quando tutto sembrava superato, ecco la beffa. Stephan è rientrato in campo nell’ultima giornata di Champions contro l’Ajax, ma la sua avventura è durata solo 25 minuti. L’attaccante è stato sostituito a causa dell’espulsione di Montolivo, ma ha accusato un riacutizzarsi del dolore alla zona del piede precedentemente fratturata. Due settimane
di stop e arrivederci a gennaio. Non è andata meglio a di Icardi. Per assicurarsi le sue prestazioni, l’Inter ha staccato un assegno alla Sampdoria di circa 13 milioni di euro. L’argentino, che è appena rientrato dopo un problema all’inguine, ha ricambiato la fiducia con 2 gol in 7 partite, e qualcosa come 750 tweet all’attivo. Una tendenza “social” esplosa definitivamente con l’inizio della sua storia d’amore con Wanda Nara, ex moglie di Maxi Lopez. I due non solo hanno cinguettato tutti i dettagli della loro relazione, ma hanno voluto informare i propri follower sul numero dei loro rapporti amorosi. Ben 15, assicurano, in un giorno. Una statistica che non ha fatto piacere ai vertici societari. Così, nell’anno dei Mondiali, il destino di Stephan e Mauro potrebbe essere lontano da Milano.
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Senza Montolivo e Ricky il derby perde fantasia MILANO. Il talento si accomoda in tribuna. Ancora prima del calcio di inizio, infatti, la stracittadina di questa sera ha già perso due dei suoi protagonisti. Sì perché Alvarez e Montolivo non potranno neanche allacciarsi gli scarpini. Colpa delle sanzioni disciplinari che i due hanno ricevuto nel corso dell’ultima giornata, con il nerazzurro espulso durante la sconfitta dell’Inter per 4-2 in casa del Napoli e con il rossonero ammonito per proteste nel 2-2
Riccardo Montolivo.
casalingo contro la Roma. Due ingenuità che non solo costringeranno l’argentino e l’azzurro ad assistere al match dagli spalti, ma che obbligheranno anche Mazzarri e Allegri a ridisegnare le proprie squadre. Come se entrambi gli allenatori non avessero già i loro grattacapi. Il tecnico interista, infatti, dovrà rinunciare ai lungodegenti Milito e Chivu, oltre che a Samuel, non in perfette condizioni. Decisamente più complicata, invece, la situazione per il mister rossonero. Allegri, infatti, dovrà rinunciare anche a El Shaarawy (contusione al piede, tornerà nel 2014), Robinho (lussazione alla clavicola), Birsa (problema ai flessori), Silvestre e Amelia (lesione al menisco). Dovrebbero aver recuperato, invece, Abate (vittima di una distorsione alla caviglia), Constant (affaticmento muscolare) ed Emanuelson. L’olandese, messo ko da un’uscita “avventurosa” di Gabriel durante la partita con la Roma di lunedì, ha riportato una forte contusione al gomito. Un infortunio meno grave rispetto a quello che si era temuto in diretta.
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Domenica 22 dicembre 2013
Inter-Milan
Argomenti
Le due panchine sono già roventi Dopo sedici giornate Allegri e Mazzarri sono ancora sotto esame Massimiliano lascerà a fine anno, Walter deve convincere Thohir MILANO. Un derby che potrebbe già essere decisivo. Tanto Mazzarri quanto Allegri si preparano alla partita di stasera con la consapevolezza di avere un solo risultato a disposizione: la
Walter Mazzarri.
vittoria. Uscire sconfitti da San Siro, infatti, vorrebbe dire fare i conti con una classifica complicata e con i malumori della piazza. Ne sa qualcosa il tecnico nerazzurro che, dopo una partenza lanciata, ha visto la sua squadra tirare il freno a mano nelle ultime 4 giornate, dove ha rimediato solo 3 punti (e nove gol subiti) contro Bologna, Samp, Parma e Napoli. Un bottino così magro che ha fatto scivolare l’Inter al quinto posto con 28 punti, 6 in meno rispetto a quelli messi insieme nelle prime 16 giornate della scorsa stagione da Stramaccioni. Per il momento la qualificazione all’Europa non sembra in discussione, visto che le dirette inseguitrici Verona e Torino non sembrano attrezzate per impensierire i nerazzurri, eppure qualcosa pare essere cambiato. Nei giorni scorsi si è parlato di un interessamento da parte
di Thohir, che non ha scelto personalmente Mazzarri, per Frank De Boer. L’allenatore dell’Ajax ha quel profilo internazionale e quella capacità di lavorare con i giovani tanto apprezzata dalla
Massimiliano Allegri.
nuova proprietà. A smentire i contatti, però, i ha pensato lo stesso Thohir, che ha definito il tecnico livornese “l’uomo giusto al momento giusto”. Avanti con Mazzarri, quindi. Almeno fino al termine della stagione. Molto più complicata, invece, è la situazione di Allegri. Il rapporto fra l’allenatore del Milan e il presidente Berlusconi non è mai stato dei migliori, anzi. Il Cavaliere non ha perso occasione per tirare pubblicamente le orecchie al suo mister e tutto faceva presagire a un addio già dalla scorsa estate. Ma nonostante la corte della Roma, Allegri ha preferito rimanere al Milan da separato in casa. Una scelta che ora, con il terzo posto lontano 16 punti, non lascia molti dubbi sul futuro dell’allenatore rossonero. A fine stagione sarà divorzio, con Seedorf e Prandelli pronti a dire “sì” al Diavolo.
STADIO
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Sì della Corte Federale la Nord apre per il derby MILANO. Il derby della Madonnina si giocherà con lo stadio pieno. A stabilirlo è stata la Prima Sezione della Corte Federale, che ha deciso di riaprire la curva interista con un’ordinanza interlocutoria che sospende la sanzione e dispone ulteriori approfondimenti da parte della Procura Federale. La sentenza è arrivata dopo che la società nerazzurra aveva presentato ricorsocontro l’obbligo di disputare una gara con il “Settore Nord Secondo Anello Verde” del Meazza chiuso al pubblico. Tutto era iniziato dopo la partita di domenica a Napoli, quando il giudice sportivo aeva sanzionato l’Inter per “comportamento discriminatorio per origine territoriale” a causa di alcuni coro contro i napoletani. Una decisione che ha fatto
discutere e contro la quale si sono schierati anche i tifosi milanisti. Subito dopo la notizia della chiusura della Nord, infatti, la Curva dei cugini rossoneri si era detta pronta a disertare lo stadio nel caso in cui il settore nerazzurro fosse stato chiuso al pubblico. Venerdì sera, invece, ecco la svolta con il pronunciamento della Corte Federale che ha accolto, anche se in forma parziale, l’appello presentato dall’Inter. “Siamo soddisfatti di questa decisione - ha detto il dg nerazzurro, Marco Fassone - quello che non torna è la sproporzione: in trasferta c’erano 300 persone, mentre è stato chiuso un settore da 8mila spettatori. La Lega deve affrontare il problema e trovare soluzioni che non siano ipocrite ma realistiche”.
La Corte Federale ha riaperto la Curva interista.
STADIO
Domenica 22 dicembre 2013
Inter-Milan
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In casa è avanti l’Inter Per i nerazzurri 27 trionfi, al Milan “solo” 24 L’ultima vittoria rossonera è targata Ibrahimovic MILANO. Un equilibrio lungo ben ottantaquattro anni. Sì perché nelle 79 volte in cui il Milan ha fatto visita ai cugini dell’Inter, il fattore campo non è mai stato un ostacolo così insormontabile, anzi. A dirlo sono i numeri, che tracciano un bilancio di sostanziale parità: 27 sono le vittorie dei nerazzurri, 24 quelle dei rossoneri (28, invece, i pareggi). Ad aggiudicarsi il primo
derby della Madonnina giocato in Serie A in casa dell’Inter, è stata proprio l’allora Ambrosiana. Era il 13 aprile del 1930 e la stracittadina si concluse per 2-0 grazie alla doppietta di Seratoni. Per il primo successo ospite, invece, bisognerà aspettare ben 11 sfide. Il 17 dicembre del 1939, infatti, i rossoneri riuscino finalmente a sconfiggere per 03 i rivali nerazzurri (che
Julio Cesar saluta l’ex compagno Ibrahimovic.
poi, però, vinceranno il campionato) grazie alla rete di Chizzo e alla doppietta di Boffi. NUMERI DA RECORD Ma il vero protagonista del derby di Milano è stato, quasi sempre, lo spettacolo. E non è un caso che nella stracittadina con il maggior numero di gol siano state segnate ben 11 reti. Il 6 novembre del 1949, infatti, il derby finì addirittura 6-5 per l’Inter (grazie alla tripletta di Amadei, alle doppiette di Candiani e Nyers, alle reti di Nordahl, Liedholm, Annovazzi e Lorenzi). Una vera e propria abbuffata di gol, capace di far impallidire addirittura il 54, sempre in favore dell’Inter, fatto registrare nella settima giornata della stagione 1932/19333 (doppiette di Demaria e Magnozzi, reti di Mihalic, Levratto, Arcari, Moretti e Meazza). La vittoria con maggiore scarto di gol in favore dei padroni di casa è andata in scena il 2 aprile del 1967. L’Internazionale di Helenio Herrera si impose per 4-0 sui cugini
I capitani Mazzola e Rivera si stringono la mano prima di uno storico derby.
con le reti di Cappellini, Facchetti, Suarez e Domenghini. Il successo più rotondo per il Milan, invece, risale alla stagione 2000/2001, quando i rossoneri si imposero con uno storico 6-0, frutto delle doppiette di Gianni Comandini, Andrij Ševčenko, Federico Giunti e Serginho . LE RETI Nei 79 confronti fra le due formazioni, sono stati segnati complessivamente 218 gol. La squadra più prolifica
è l’Inter, capace di spedire nel sacco avversario ben 110 reti, appena 2 in più dei rivali del Milan. Statistiche alla mano, i nerazzurri sono andati più a segno nel corso del primo tempo (53 reti segnate contro le 50 degli avversari), mentre i rossoneri sono stati più prolifici nella ripresa (58 gol realizzati contro i 57 dell’Inter). L’ultimo successo milanista risale al 14 novembre 2010. A risolvere la partita in favore del Diavolo, che a fine stagione si sarebbe laureato
campione d’Italia, ci pensò una rete dell’ex interista Zlatan Ibrahimovic, prelevato in estate ad Galliani dal Barcellona dopo una stagione non proprio esaltante, costellata dalla incomprensioni col tecnico Guardiola. L’ultima vittoria dell’Inter, invece, è arrivata durante la trentasettesima giornata della stagione 2011/2012. La partita finì 42 grazie alla tripletta del Principe Diego Milito, alla doppietta di Ibrahimovic e al gol di Maicon.