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SETTIMANALE DI GOSSIP Anno 3 - numero 13 - Venerdì 6 aprile 2012 - www.iospio.it
ENRICO SILVESTRIN
Vittoria Schisano
“LA MIA VITA TUTTA NUOVA”
Micol Azzurro
“ECCO PERCHÉ HO DECISO DI FARE UN FILM TRASGRESSIVO”
E L A I SPEC S YOU A D O O G
I COLORI DI MARINA
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Venerdì, 6 aprile 2012
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ALDO E ANTONELLA, UNA COPPIA AL BACIO di Marco Farina Roma – Il matrimonio può attendere, lo shopping no. Aldo Montano e la sua compagna Antonella Mosetti sono stati pizzicati dai fotografi nel bel mezzo di un pomeriggio di compere e coccole lungo le strade del centro storico della Capitale. Una giornata da veri fidanzatini che li ha visti prima concedersi una sosta in un bar per un cappuccino e un the, poi impegnati a curiosare fra le vetrine dei negozi più esclusivi. E se nelle scorse settimane aveva iniziato a circolare la notizia di una presunta crisi fra i due, Aldo e Antonella sono apparsi raggianti, affiatati e uniti più che mai. A dimostrarlo non sono stati solo i baci e le carezze che i due si sono scambiato tanto al tavolino del bar quanto nel bel mezzo della loro passeggiata, quanto gli sguardi di intesa e i piccoli gesti premu-
rosi che si sono rivolti con insistenza. Così, se prima in molti avrebbero scommesso su un addio imminente, ora tutto è cambiato nuovamente e i soliti bene informati giurano che i due avrebbero già pianificato tanto il matrimonio quanto la nascita di un bebè. Sarà vero? Per il momento sembra proprio che Montano e la Mosetti dovranno aspettare un po’. Aldo, infatti, è impegnato duramente negli allenamenti in vista delle Olimpiadi di Londra 2012, dove cercherà
ALTRO CHE COPPIA IN CRISI Aldo Montano e Antonella Mosetti passeggiano lungo le strade della Capitale mostrando un’intesa che non sembra risentire del passare degli anni. di portare a casa un’altra medaglia nella sciabola. In attesa di sapere se riuscirà, per adesso lo schermidore si può godere la sua conquista più grande: l’amore di Antonella.
GIGI D’ALESSIO È GELOSO: RINVIATE LE NOZZE CON LA SUA BELLA ANNA?
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Tutta colpa di quell’incidente sexy. Sì perché dopo quell’uscita di seno a Ballando con le stelle, la storia fra Gigi D’Alessio e Anna Tatangelo si è trasformata da un fotoromanzo rosa a una telenovela. Proprio quando sembrava che fosse tutto pronto per i fiori d’arancio, infatti, il cantante napoletano si sarebbe tirato indietro e avrebbe rimandato le nozze a data da destinarsi. Il motivo? La gelosia di Gigi nei confronti della compagna. Ad aver consigliato a D’Alessio di allontanarsi per un po’, tuttavia, non sarebbe stato l’enorme successo televisivo fatto registrare da Anna nella trasmissione di Milly Carlucci, quanto il suo contorno. Il cantante napoletano è un uomo all’antica e sarebbe andato su tutte le furie sia a causa del presunto feeling scoppiato fra la sua compagna e il suo maestro di danza Stefano Di Filippo, con il quale Anna era stata immortalata durante uno scambio di attenzioni giudicato
“di troppo”, sia a causa dell’incidente sexy avvenuto durante una prova di ballo e che ha mostrato in diretta il seno nudo della bellissima cantante. Un gesto sopra le righe che non ha lasciato tranquillo D’Alessio, che avrebbe dato un colpo di freno alle nozze per andare fino in fondo alla faccenda. A dirla tutta, però,
c’è un altro problema che sembra pesare sulla coppia. Il cantautore, infatti, starebbe ancora aspettando il divorzio dalla ex moglie, senza il quale, ovviamente, non può portare all’altare la sua nuova compagna. Eppure nelle scorse settimane Anna aveva parlato in varie occasioni della sua vita sentimentale, lasciando intendere che tutto era pronto per compiere il grande passo. “Ho lottato per costruire la mia stabilità familiare, ora me la tengo stretta”, e ancora: “Gigi non lo dà a vedere ma è geloso… però mi conosce e sa che non ho grilli per la testa. Abbiamo fiducia l’una nell’altro e il segreto è parlarsi”. E ora Gigi e Anna ne avranno di cose su cui confrontarsi. ARRABBIATO L’incidente sexy occorso ad Anna a “Ballando” avrebbe fatto infuriare Gigi.
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GOSSIP IN PILLOLE
di Luciano Verre
SIGNORA MONTI RESTITUISCA LE CRAVATTE CHE BERLUSCONI HA REGALATO A SUO MARITO MARIO Dal nostro piccolo, ma proprio piccolo giornale (però letto da milioni di italiani, quelli che tutte le mattine si recano al lavoro con la metropolitana), osiamo rivolgerci alla signora Elsa Monti, moglie del Premier Mario Monti, per metterla in guardia su un “trabocchetto” che potrebbe rivelarsi, se non “fatale” (politicamente), certamente “antipatico” (sul piano del prestigio). Lei sa che l’ex Premier Silvio Berlusconi ha inviato a suo marito un pacco contenente diverse cravatte Marinella, le stesse che lui indossa nelle cerimonie ufficiali, che sono celebri in tutto il mondo (le indossano capi di stato, leader politici, amministratori delegati di grandi imprese, manager e dirigenti). Lei stessa ha dichiarato nei giorni scorsi a un settimanale: “Il presidente Berlusconi ha gentilmente fatto omaggio a mio marito di numerose cravatte di Marinella. Vede? Tra Berlusconi e Monti, almeno nelle cravatte, la continuità di governo c’è”. Ecco l’arcano, signora Monti. Le cravatte di Marinella costano, quelle “dedicate”, non meno di 60/70 euro l’una e lei stessa ha detto che, quelle giunte da Berlusconi, erano “numerose”. Secondo noi signora Elsa, quelle cravatte andrebbero restituite al mittente, anche se qualcuna, come dimostrano le foto, il Premier l’ha già indossata (pazienza, una/due può anche trattenerle). E stato infatti suo marito, Presidente del Consiglio dei ministri, a imporre a chi ricopre ruoli istituzionali “il divieto di ricevere regali di valore superiore ai 150 euro”. Siccome calcoliamo che la scatola giunta dal signor Berlusconi, contenesse almeno 10 cravatte Marinella… ecco che “il divieto” è stato infranto: il valore si aggirerebbe sui 1000 euro. E’ d’accordo con noi, signora Elsa? Il pacco andrebbe restituito. Le cravatte per suo marito le scelga lei personalmente, come ha sempre fatto del resto (se non sbagliamo). MORIGERATI Elsa e Mario Monti.
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LE PARODI RIUNITE: CRISTINA VERSO LA7, LA SORELLA BENEDETTA E IL SUO EX (DIRETTORE) MENTANA Sembrerebbe cosa fatta. Negli ambienti televisivi, è “vox populi” il passaggio di Cristina Parodi, conduttrice del TG5, a LA7. Si parla di un programma ritagliato apposta per lei… che a Canale 5 le avrebbero sempre negato. Inoltre a La7 Cristina ritroverà la sorella Benedetta, già accasata con “I menù di Benedetta”, e il suo ex direttore Enrico Mentana (suo maggior sponsor, si dice). In bocca al lupo alla bella, ma soprattutto brava, Crisina. DI NUOVO INSIEME Cristina Parodi ha detto addio a Mediaset e ha raggiunto la sorella Benedetta a La7.
TELEGRAMMI ● Paolo Bonolis cerca disperatamente una fidanzata per Spiderman, il suo pappagallino che con la primavera sente la voglia di amare. “Me viene addosso e se struscia su di me come se volesse di’: ah Pa’, datte da fa, trovame ‘na femmina”, racconta Bonolis. ● Nathalie Dompé, figlia di Sergio Dompé, presidente di Farmindustria, ha trovato l’amore e si è fidanzata. Lui è il ricco armatore napoletano Roy Capasso, salito agli onori della cronaca mondana per un fidanzamento-breve con Caterina Balivo. With compliment. ● Maurizio Aiello, protagonista della soap-opera di Raitre “Un posto al sole” (è Alberto Palladini) è diventato per la prima volta papà. La moglie Ilaria Carloni ha dato alla luce nei giorni scorsi Ludovica. ● Maurizio Costanzo ha smesso di fumare dopo 40 anni di “onorato accanimento”, come diceva lui stesso. E c’è di più: ha anche smesso di divorare bignè alla crema, di cui era ghiottissimo. Che voglia tornare signorinotto? Occhio, Maria! ● Alena Seredova, moglie felice di Gigi Buffon, portiere della Juventus e della Nazionale, si è fatta un regalo: due piccoli pendenti stile Folies Bergère, il più famoso music-hall di Parigi. “Voglio metterli all’ultima partita di campionato”, confida alle amiche Alena: lui tornerà a casa e io lo aspetterò in abbigliamento sexy, così, per ridere e per amore”.
SI DICE IL PECCATO… ● Chi è la diva che, spacciandosi per amica di Belen Rodriguez, alle feste non fa che parlar bene di lei in questi termini: “La più amata dagli italiani? Mah, se usa meno la farfallina e più la testa, forse”. Altro che amica, questa è una pugnalata bella e buona. Aiutino: sarà mica invidia perché anche lei è stata la più amata dagli italiani? ● Chi è l’attore, molto molto popolare, in ques ti giorni al cinema con un bel film comico, che ha in casa un altarino con una statu a della Madonna, tante foto dei propri cari, una lucetta perpetua e un vaso di fiori sempre freschi? Aiutino: cattolico e ipocondriaco. ● Chi è la diva molto amata che, a una festa , alla domanda, impertinente, che cosa farebbe se fosse un uomo, ha risposto così? “Per prima cosa farei la pipì in piedi, eheheheheeh, perché voi uomini avete sempre questo vantaggio, vi basta estrarre l’arnese e zac, fate, mentre noi dobb iamo sempre sollevare tutto il sipario”. Aiutino: la cosa bella, o brutta, è che queste sentenze le emette anche in TV… la domenica sera.
VASCO ROSSI AL MILAN: “SPEGNETE LA MIA MUSICA” Forse non ha tutti i torti Vasco Rossi. Un amico interista (sfegatato nerazzurro come lui) gli confida che la domenica a San Siro, quando gioca il Milan, gli altoparlanti fanno suonare la sua canzone-inno “Siamo solo noi” e Blasco ci ride su. Poi, a mente serena, esplode la fede interista, foraggiata dai suoi collaboratori tutti nerazzurri, e il rocker di Zocca decide di avvisare i dirigenti del Milan: “Spegnete la mia musica la domenica allo stadio”. Gesto (risulterebbe) molto apprezzato dal presidente Moratti e dal suo esercito nerazzurro. Grande Vasco.
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GUERRA TRA LE UNIVERSITA’ MILANESI: “IL MIO VIP E’ PIU’ FAMOSO DEL TUO” Tutto è cominciato quando all’Università Statale di Milano si è iscritta a Beni Culturali Marica Pellegrinelli, compagna di Eros Ramazzotti. Alla domanda perché non avesse scelto le Università dei vip, come la Cattolica e la Bocconi, Marica, aveva risposto: “Il miglior corso di Beni Culturali ce l’ha la Statale”. Una coltellata tremenda alle rivali blasonate. Ora davanti alla Statale si ferma il traffico… per ammirare Marica. La Bocconi, leader in fatto di vip, è subito corsa ai ripari. Ha mostrato davanti ai suoi portoni l’attore Alessandro Preziosi (mica bruscolini), lì non per studiare ma per corteggiare una bocconiana, Greta Carandini, figlia di Andrea Carandini, archeologo vip romano. Baci e abbracci davanti ai fotografi. Subito dopo è arrivato il principe monegasco Pierre Casiraghi, fresco di “scazzottata” a New York, ma senza l’occhio nero, tanto che si è malignato fosse tutta “una palla”. E l’Università Cattolica? E’ alle corde. Non ha studenti vip in questo periodo. Può mostrare soltanto un palmares-d’antan con Silvia Toffanin, compagna di Pier Silvio Berlusconi, la signora Elsa Monti, consorte del Premier, che però non si è laureata. Insomma, dal 110 e lode per meriti scolastici, al 110 e lode per meriti vippistici. Chi vincerà? STUDENTI VIP Marica Pellegrinelli, compagna di Eros Ramazzotti, studia “Beni Culturali” alla Statale, mentre Greta, fidanzata di Alessandro Preziosi, frequenta la Bocconi.
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LUCA MARIN, COMPLEANNO TRISTE MENTRE LA SUA EX FEDE POSA SEMINUDA Compleanno triste per Luca Marin, nuotatore specialista dei 400 misti, ma con un futuro pieno di risorse. Lunedì 9 aprile l’ex fidanzato di Federica Pellegrini compie 26 anni e ha un progetto: “Mi piacerebbe fare l’attore, un cameo niente male l’ho già avuto nella fiction “Come un delfino” accanto a Raoul Bova, vedremo, qualcosa bolle in pentola, ma intanto il 9 aprile festeggio da single, un po’ triste un po’ no”. E Federica, la sua ex? Mai vista così splendida, da far perdere la testa. Sarà la protagonista della nuova campagna pubblicitaria della Yamamay e ha già posato con successo per un provino in costume: eccola nella foto del backstage. Che favola, Luca… dai, ritentar non nuoce! OCCHIO CHE NON VEDE... Luca Marin non deve essere stato entusiasta nel vedere queste foto sexy della sua ex fidanzata Federica Pellegrini.
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LUCREZIA ALLO SCOPERTO: “L’AMORE CON DI PASQUAE È SOLO UNA BALLA” Anche stavolta la mamma aveva ragione. Solo poche settimane fa, infatti, Marina Ripa di Meana aveva espresso tutto il suo disappunto per la storia nata fra la figlia Lucrezia Lante della Rovere e il suo insegnante di danza a Ballando con le Stelle. Non che Marina avesse qualcosa contro Simone Di Pasquale, verso il quale aveva speso addirittura delle belle parole, solo che la stilista era profondamente convinta che quella relazione improvvisa fosse solo una bufala creata ad arte per tirare su gli ascolti del programma di RaiUno. “Io mi sarei risparmiata il finto amorazzo con il maestro di ballo – aveva detto – non è roba per Lucrezia. Ma quale futuro genero! Personalmente trovo che l’amorazzo da showgirl iniziato proprio alla vigilia di una finale sia una robetta che davvero non capisco”. Eppure, nonostante tutto questo scetticismo, tanto la Lante della Rovere quanto il suo “compagno” avevano iniziato a comportarsi da veri fidanzatini, con tanto di interviste in cui giuravano di essersi messi insieme dopo che l’amore era sbocciato fra di loro in maniera assolutamente imprevedibile. Almeno fino all’altro giorno quando, dopo aver fatto passare qualche settimana dalla fine della trasmissione Rai, Lucrezia è uscita allo scoperto definendo la liaison come una “balla”. “Faceva bene al programma – ha detto – se ogni uomo che ho baciato fosse diventato una storia ne avrei un carnet pieno. Io e Simone avevamo un buon feeling e, essendo entrambi liberi, non dovevamo rendere conto a nessuno”. Più che a una favola, dunque, la loro storia assomigliava a uno spot. TUTTO UN BLUFF L’ormai famoso bacio in diretta fra Lucrezia e il suo istruttore Simone De Pasquale.
FIORELLO HA SMESSO DI CINGUETTARE L’ADDIO A TWITTER DINVENTA UN GIALLO Se n’è andato senza neanche salutare. L’improvviso addio a Twitter di Fiorello ha lasciato di stucco tanto i suoi Followers, che non potranno più leggere i suoi cinguettii, tanto i media che hanno dedicato uno spazio incredibile all’abbandono del social network da parte dell’attore e conduttore siciliano. Inutile dire che dietro al mistero dell’improvvisa cancellazione del profilo di Fiorello sia nata una vera e propria letteratura di interpretazioni diverse. La più gettonata, tuttavia, è quella che vede nell’impegno dello showman sul social network solo una trovata pubblicitaria per sponsorizzare la sua trasmissione “Il più grande spettacolo dopo il Big Bang”. Sarà, ma intanto, a sole 24 ore dal suo addio a Twitter, Fiorello è ricomparso prima su Youtube, poi su Faceskin, il nuovissimo social network di condivisione di web list creato da Claudio Cecchetto. Il conduttore ha pubblicato la sua classifica di siti preferiti, fra cui spiccano “Agenzia delle Entrate” ("perché prevenire è meglio che curare"), 'Lolliradio' ("non c'entrano niente le Lollipop, è una web radio, anzi la prima web radio italiana. Creata dal regista di W Radio 2 Marco Lolli..."), Ilmeteo.it ("Se lo avessero consultato tutti, a Roma non ci sarebbero stati problemi con la neve. Io infatti avevo le catene sulla Vespa") e Spinoza ("Mi serve per copiare le battute dei miei spettacoli”). Proprio questa coincidenza, però, non ha fatto altro che alimentare le voci su una scomparsa ad “hoc” da Twitter da parte di Fiorello per creare una cassa di risonanza per il nuovo social network creato dall’amico produttore. "Macché – ha commentato Cecchetto sono solo fantasie. Fiorello su Faceskin c'era già da tempo. E se si è cancellato da Twitter sarà per motivi suoi, forse per seguire suoi progetti. Mi ha consegnato la sua weblist nei primi giorni del mese. Certo è curioso non domandarsi se abbia semplicemente deciso di spegnere. Ho immaginato Fiorello che gioca online con la Playstation e ad un certo punto decide di smettere, questo però diventa notizia, quando magari lui ha solo scelto di chiudere senza motivazioni particolari”. Sarà vero? Per scoprirlo dovremo aspettare il prossimo colpo di scena. Sempre tramite social network, ADDIO IMPROVVISO Fiorello ha cancellato il proprio account su Twitter, il social network sul quale era stato semper molto attivo.
DIZALII GIIU VERS
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di Mariano Sabatini
GRAZIE, EMINENZA Confronto molto interessante, per la semplicità e la franchezza dello scambio, nel bel libro-dialogo del cardinale Carlo Maria Martini e il senatore Ignazio Marino, “Credere e conoscere” (Einaudi). Il prelato si è espresso sulle ‘coppie di fatto’, rivelando una posizione come prevedibile rivoluzionaria rispetto a quella preminente nella Chiesa: «Io ritengo che la famiglia vada difesa perché è veramente quella che sostiene la società in maniera stabile e permanente e per il ruolo fondamentale che esercita nell’educazione dei figli. Però non è male, in luogo di rapporti omosessuali occasionali, che due persone abbiano una certa stabilità e quindi in questo senso lo Stato potrebbe anche favorirli. Non condivido le posizioni di chi, nella Chiesa, se la prende con le unioni civili. Io sostengo il matrimonio tradizionale con tutti i suoi valori e sono convinto che non vada messo in discussione. Se poi alcune persone, di sesso diverso oppure anche dello stesso sesso, ambiscono a firmare un patto per dare una certa stabilità alla loro coppia, perché vogliamo assolutamente che non sia? Io penso che la coppia omosessuale, in quanto tale, non potrà mai essere equiparata in tutto al matrimonio…». Chiamale se vuoi… evoluzioni.
CHI BACIA CALEARO? Chissà se l’ex deputato Pd ha gli specchi in casa… Se si rimirasse un po’ di più, in piena luce, magari eviterebbe di fare certe dichiarazioni imbarazzanti: «Due gay che si baciano? Mi fa schifo, lo facciano a casa loro. Mi giro dall'altra parte. Io sono normale e mi piacciono le donne», ha osato dirlo a “La Zanzara” di Radio24. Senza rivelare a quale genere di donne possa piacere uno come lui. «I gay hanno altri gusti – dice ancora Calearo – io ho i miei normali e mi tengo i miei». Normali? Poi dopo aver anche dichiarato che in Parlamento ci va poco e niente ma non si dimette perché ha da pagare il muto, ha replicato: «Da due giorni vengo bersagliato da insulti e false insinuazioni, apostrofato in vari modi, definito addirittura ''persona orrenda', altri ancora incitano al linciaggio, al boicottaggio nei confronti miei e della mia azienda. A questo punto si va a toccare la mia persona, la mia famiglia, il mio lavoro. Non lo ritengo giusto». Pure!? A definirlo ‘persona orrenda’ è stato Walter Veltroni, colui che ebbe la bella idea di candidare questo tizio. E ce lo ricorderemo! Sono un fenomeno quasi (para)normale.
UNITI MA NON TROPPO Qui da noi l’onorevole Paola Concia spera giustamente di ottenere in breve almeno il riconoscimento della copertura sanitaria per la compagna, Ricarda Trautmann. Bisogna sapere però che pur essendo il matrimonio gay ormai legale in sette stati americani, i partner stranieri di omosessuali americani non possono ottenere il permesso di soggiorno sposandosi. Il motivo è il Defense of Marriage Act, la famosa legge varata nel 1996 che impedisce al governo federale, che è l'autorità che concede il permesso di soggiorno, di riconoscere i same sex marriage. Se espatri, ti sposo.
SANREMO PROSSIMO VENTURO Condivido la nomination del blogger Lord Lucas, secondo cui Vladimir Luxuria dovrebbe condurre il prossimo Festival di Sanremo in tandem con Geppi Cucciari: «Luxuria ha fatto un’Isola davvero meravigliosa, rappresentando l’erede naturale femminile di Simona Ventura e la partner televisiva ideale di Nicola Savino (per noi di TvBlog lei ha funzionato sin dalla prima puntata, lui ci ha messo un po’ a carburare). L’atipica inviata ha coniugato per la prima volta il professionismo della vecchia televisione e la trasparenza di quella del futuro, che sta a cuore ai telespettatori meno passivi. Vlady ha saputo instaurare un rapporto sincero con il pubblico, riuscendo a raggiungere quel mix di leggerezza e consapevolezza insieme che in pochi conduttori sanno adottare». Speriamo che sia trans.
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GIUSEPPE SCHISANO CI RIVELA COME HA TROVATO LA FORZA DI DIVENTARE PER SEMPRE “VITTORIA”
DOPO IL BUIO, LA MIA RINASCITA di Roberta Beta
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l 16 aprile prossimo, nell’ambito del RIFF, Roma Independent Fiml Festival, verrà proiettato il film “Cane Pazzo”, protagonista maschile è Giuseppe Schisano, attore partenopeo conosciuto al pubblico soprattutto grazie alla fiction “Mio figlio” in cui recita insieme con Lando Buzzanca. Coloro che andranno alla presentazione al Nuovo Cinema Aquila però rimarranno stupiti nel non poter incontrare un bel ragazzo dagli occhi azzurri, perché quel ragazzo non esiste più. Al suo posto c’è Vittoria, la sua rinascita. Dall’anno scorso, infatti, Giuseppe è diventato Vittoria. Dopo un periodo di incer-
tezza, infatti, ha capito che la sua anima non apparteneva al corpo che l’avvolgeva e dopo un lungo percorso fatto di paura e sconcerto ha deciso di ascoltare il suo intimo e di lasciar uscire fuori Vittoria. Con la complicità della sua amica Denny Mendez e dei suoi più cari amici, una sera d’inverno, sfilando sui tacchi vertiginosi dell’ex Miss Italia per gioco, Vittoria è esplosa davanti agli occhi di tutti i presenti lasciandoli esterrefatti. Cosa significa questa esplosione ce la racconta Vittoria stessa in questa intervista. Insomma Vittoria, Giuseppe sale sul tacco 12 di Denny e poi? E poi tutti si accorgono, me compresa, che su quei tac-
chi io ci stavo bene. A parte il piedino da Cenerentola (il 40 per un maschio di un metro e ottanta non è una gran fetta) mi sono mossa con grande naturalezza scoprendo un lato di me che non era mai uscito fuori. Sono stati gli altri a farmi notare la mia femminilità dirompente e proprio in quel momento è cominciata la mia grande crisi. Eri già strutturata come persona, ci racconti il tuo percorso? Innanzitutto quando 28 anni prima era nato, Giuseppe si considerava un maschio al 100%.
Da bambino corteggiavo le CORAGGIOSO mie coetanee e poi crescenNonostante sia nato do ho avuto le mie storielle in un paese dove l’uomo con le compagne di scuola. “è maschio e non si discute” Sentivo dentro di me una Giuseppe è riuscito a trovare spiccata femminilità ma la dentro di sé il coraggio legavo al momento particoper compiere il passo più importante di tutta la sua vita.
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segue da pag. 9 lare, non ho mai voluto dare retta a certi segnali. Molto ha influenzato, di certo, la cultura del paese dove sono nato: Pomigliano d’Arco, dove l’uomo è maschio e non si discute. Hai vissuto un’altra vita insomma. Per un certo periodo si può dire così. Quando percepivo una qualsiasi attrazione nei confronti del mio stesso sesso relegavo il tutto ad una semplice curiosità fisica; ciò è successo fino al momento in cui non ho avuto il mio primo rapporto con un uomo. È stato traumatico, anche quella volta ho provato a girarmi dall’altra parte ma non ci sono riuscito, almeno fino a quando non ho accettato di essere gay. Tuttavia non è stato sufficiente nemmeno il coming out fatto a me stesso. Nel frattempo avevo iniziato a recitare con un discreto successo ma che fatica! Praticamente recitavo due volte, nella vita e sul set. Nonostante le soddisfazioni (mi sono pure comprato un attico con i guadagni del mio lavoro e per una persona che arriva da un paesino del Sud è un grande traguardo), sentivo che qualcosa restava inappagato. La mia vita aveva un retrogusto amaro ma non riuscivo a capirne il motivo. In quel periodo venivo inghiottita da una voragine. Iniziava la fase depressiva che mi ha portato al limite del
www.iospio.it rifiuto della vita stessa. Non ero un uomo, non ero un gay: che cosa ero? E come hai fatto a uscire fuori da questa gabbia? Ce l’ho fatta grazie all’aiuto della mia famiglia. La prima persona con cui mi sono confidata è stata mia sorella. All’improvviso è come se mi fosse stato tutto chiaro: mia sorella era la donna a cui mi ispiravo, lei, più grande, femmina affascinante e mamma. Lei era la donna che volevo essere. A lei confidai la mia presunta omosessualità e sempre lei fu la prima testimone della mia necessità di intraprendere il cammino del cambiamento definitivo. Immagino che lei sia rimasta sconcertata. Un po’ lo sarà stata di sicuro ma non me lo ha fatto notare. La prima frase che mi ha detto è stata: Io voglio la tua felicità, chiunque tu sceglierai di essere. E il resto della tua famiglia come ha reagito? Ti sorprenderà sapere che mio fratello e mio padre mi hanno accettato praticamente subito. Papà pensava che fossi omosessuale, e quando gli ho detto che sentivo la necessità di vestire i panni femminili per sempre lui ha reagito con una grandissima forza d’animo che sono sicura sia scaturita da un amore profondo. Chi ha avuto bisogno di più tempo per adeguarsi è stata mia madre ma la capisco e sono sicura che l’equilibrio con il quale oggi sto vivendo la mia nuova vita farà di me anche una figlia felice. Sul tuo sito ci sono delle foto di te molto belle e sexy mentre prima eri un tipo decisa-
mente mascolino nel fisico come hai fatto a cambiare in così poco tempo? La fatica è stata sembrare mascolino in quelle foto per Cane Pazzo: Giuseppe era delicato nei tratti sia del viso che del corpo. Pensa che quando sono andata a farmi visitare per iniziare le cure ormonali il dottore è rimasto scioccato dalla percentuale di ormoni femminili che già erano nel mio organismo per il 70%. Era Giuseppe l’equivoco, lo stesso equivoco dal quale io stessa mi sento finalmente guarita. Professionalmente parlando Giuseppe era famoso, lavorava e ha pure vinto diversi riconoscimenti, Vittoria come si è collocata? Da quando il mio cambiamento è ufficiale sono diventata un esempio per molte ragazze che mi scrivono e sostengono il mio coraggio complimentandosi soprattutto per la dignità con cui ho affrontato la mia storia anche pubblicamente. Dall’intervista che mi
TI AMO, CHIUNQUE TU DECIDERAI DI ESSERE La prima persona a cui Giuseppe è riuscito a confidare la propria omosessualità è stata sua sorella. Ed è stato proprio grazie al suo aiuto e alla sua comprensione che Giuseppe è riuscito a intraprendere il suo cammino di cambiamento definitivo.
FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA Due immagini diverse che testimoniano il coraggio di Giuseppe. Nella Home page del suo sito si legge: “Se non ti piace la tua vita,cambiala”. hanno fatto ‘Le Iene’ sto valutando nuovi ruoli. Il prossimo mese di maggio sarò nella giuria del festival del Cinema di Torino, nonché madrina della serata finale. Insomma Vittoria esce vincitrice! Certo e lo è anche su Giuseppe perché oggi Vittoria è una donna e soprattutto è libera di esserlo. Mettere alla berlina il mio privato mi costa tantissimo, ma un personaggio pubblico ritengo che abbia il dovere il farsi portavoce anche di messaggi scomodi. Io rinuncio di buon grado al mio privato per condividere i miei successi con tutta l’Italia che è il mio paese e mi ha dato un grande sostegno attraverso le esternazioni di affetto. Riconoscevano per strada più Giuseppe o riconoscono di più Vittoria. Ti rispondo con un aneddoto. Giorni fa una signora che ho incontrato per strada mi ha riconosciuto e mi ha detto: “io la stimo così tanto che non potendo averla come figlia la vorrei almeno come nuora”. Grazie a questa signora io mi sono sentita una vincente e per me è questo ciò che conta! Aggiungo anche che le fans di Giuseppe, che sognavano di sposarlo oggi sognano di diventare come Vittoria. Non solo non ho perso nulla ma ho guadagnato in tutto!
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di Roberta Beta
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dini che sono esattamente le stesse di tutti gli esseri viventi. Non manca di certo il gay effeminato, colui che si agita come una vedette degli Anni 50. Nel film questo personaggio si chiama Marco. Lui è “la pazza”, grande e grosso con una voce stridula, fa parte di coloro i quali si riconoscono immediatamente ma, come dice il suo interprete Diego Longobardi, che sono anche quelli che si espongono e scendono in campo
quando c’ è da combattere per i propri diritti. C’è Claudio, interpretato da Enrico Silvestrin, il gay compresso che cerca il partner che lo controlli per poterne eludere la sorveglianza. Claudio sta con Adelchi, Lorenzo Balducci, un architetto “control freak” e quindi un tipo geloso all’inverosimile che soffre per i tradimenti del suo amore. Nella commedia troviamo anche il personaggio un po’ rustico, alla Ricki Memphis, con la dif-
DA SEMPRE TRASGRESSIVE Le Kessler, le due gemelle più famose del mondo, hanno accettato un piccolo cammeo in “Good As You”. Nel film le sorelle cantano: “The Lady in the tutti i frutti hat”. ferenza che in questa situazione si tratta di una lesbica irriducibilmente innamorata dell’unica persona eterosessuale del film. Mi riferisco a Mara che è interpretata magistralmente da una grandissima Elisa Di Eusanio. Praticamente è un uomo nel corpo di donna. Sorprende invece Micol Azzurro che interpreta Marina, una Barbie in carne ed ossa che farebbe veni-
re la bava alla bocca di qualsiasi maschio e che invece è presissima da Francesca, il veterinario biondo, sorella di Adelchi, che nella vita si chiama Lucia Mascino. Per i nostri lettori il nome più noto insieme a quello di Silvestrin è sicura-
LE FOTO REALIZZATE IN STUDIO SONO DI MASSIMO SESTINI
i siete mai chiesti il significato della parola GAY? Molti farebbero la traduzione diretta dall’inglese: gaio, invece il termine deriva sì dalla lingua anglosassone ma come acronimo di GOOD AS YOU, e cioè buono come te, praticamente: uguale a te! Sorpresi eh? Anche il titolo di una commedia italiana può insegnarci qualcosa di nuovo e non solo nella terminologia: Good As You è infatti il primo film sui gay visto da una prospettiva omosessuale. Io ho già potuto apprezzarlo e mi sono divertita. Innanzitutto mi devo complimentare con gli attori, quasi tutti eterosessuali e bravissimi, che sono riusciti a dare vita ad una serie di episodi realistici sia nella tragedia umana sia nella commedia. Si perché per la prima volta in Italia gli omosessuali non vengono dipinti come macchiette drammatiche o esilaranti ma vengono visti attraverso le loro vicissitu-
Da sinistra: Micol Azzurro, Lucia Mascino, Elisa Di Eusanio, Daniela Virgilio, Lorenzo Balducci, Enrico Silvestrin, Luca Dorigo e Diego Longobardi.
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IL MARITO DELLO SPOSO Alessandro e Eduardo. Due nomi. Un matrimonio. E un blog, “il marito dello sposo”, attraverso il quale Ale racconta ‘Storie e storielle di Ale e Edu che si sono innamorati, hanno convissuto e alla fine hanno deciso di sposarsi’. Vi consigliamo di leggerlo, perché è talmente emozionante da non poter essere recensito in alcun modo che possa rendergli giustizia. Vi si trovano infatti stralci di vita narrati con un’onestà intellettuale veramente rara: dalle rispettive – e diverse - esperienze del coming out ai famigliari, alle presentazioni ufficiali ai genitori fino al loro matrimonio, passando per i picnic con gli amici etero e non, per le feste di Natale e i racconti di altre persone, di altre vite. Storie d’amore e storie maledette. Tutte scritte con grande sentimento e sensibilità nel blog che è diventato, per molti, un punto importante di riferimento, in una società dove non ci sono molti fari a illuminare un percorso già impervio di suo. IoSpio ha avuto il permesso di pubblicare due passaggi del blog, due momenti importanti dell’esistenza di Ale (Alessandro Bentivegna, costumista romano) e Edu ((Eduardo Barbaro, manager in una multinazionale, pendolare per lavoro tra Roma e Dublino). Per loro una sola parola: garazie.
mente quello di Luca Dorigo, tronista storico di Maria De Filippi ed ex fidanzato della gieffina smutandata Melita Toniolo. Un bel salto di qualità per il veneto palestrato, Luca dopo un bel corso di dizione sarà sicuramente pronto per affrontare la carriera di attore. In effetti per un macho come lui c’è voluto del coraggio
per interpretare un autoironico bisessuale e di questo gliene rendiamo atto. La storia inizia a Capodanno e si snoda per il resto dei 364 giorni fra tradimenti virtuali e incomprensioni. Il mondo omosessuale è perfettamente inserito nella nostra società, che lo si voglia o no, e questa pellicola coraggiosa ne è testimone. Lo spettatore eterosessuale si sentirà magari fuori contesto nell’assistere alle vicende dei protagonisti ma la storia di snoda con garbo e con momenti assolutamente divertenti. Diciamo che le poche effusioni amorose sono quelle che possono turbare gli animi tradizionalisti ma basta chiudere per un istante gli occhi, poi non resta che farsi quattro sane risate o asciugarsi qualche lacrimuccia come di fronte ad un film qualsiasi con la differenza che Good As You può essere l’inizio per molti di cominciare a capire che oggi non è ieri e che l’omosessualità non è una malattia. Non perdetelo!
Il matrimonio a Dublino Eccoci, vestiti di tutto punto, dentro a un macchinone bianco, pronti ad unirci, si spera fino alla morte e spero che a morire sia io per primo. La sera prima, abbiamo scritto lettere ai nostri genitori, sorelle e cognati , nipoti e testimoni; lettere di riconoscenza su carta preziosa e fatta a mano. Ho ringraziato i miei genitori, re e regina di una carovana d'amore, partita moltissimi anni fa quando mio padre ad un chiosco di giornali ha incontrato per la prima volta mia madre. Erano gli anni '50, lei stava acquistando riviste di moda e chiedeva informazioni all'edicolante; così garbata e contenuta pareva una mosca bianca nella borgata povera e in costruzione dove i miei erano stati trasferiti dopo i bombardamenti del '43. "Signorina, mi scusi .. .inzia a piovere, posso ripararmi sotto al suo ombrello? Penso che stiamo andando nella stessa direzione". Ed era vero: sono passati tantissimi anni, ma loro continuano ad andare nella stessa direzione. Si sono sposati, poi è arrivata Marinella, poi Carla e dopo diversi anni arrivai io. Da allora, alla carovana si sono aggiunti, oltre agli amici di sempre, mariti, nipoti e nuovi amici, non sempre in questo ordine. Ritorno al presente dai miei pensieri, Eduardo, il mio Eduardo, stringendomi la mano, dice con tono rassicurante " Amore, siamo arrivati " poco distante dalla nostra auto ferma, i nostri genitori, gli amici di sempre, sorelle, cognati, nipoti e nuovi amici, non sempre in questo ordine, ci vengono incontro accoglienti e commossi per accompagnarci alla prossima tappa. Amore ad alta quota Il nostro viaggio di nozze stava terminando, all’areoporto internazionale Antonio Carlos Jobim, in Brasile, Edu, sfoderando il suo fascino da romano in vacanza, chiede all'hostess del ceek in “Io e il mio compagno, stiamo tornando dal viaggio di nozze. E’ vero che, se ci sono posti in prima classe, uno strappetto alla regola per gli sposi lo potete fare?” . Niente da fare. L’aereo era al completo. Durante la prima ora di volo, però, uno stuart, alto e dinoccolato si avvicina alle nostre poltrone e sorridendo educatamente porge a Edu due pacchetti “con gli auguri di un felice matrimonio, da parte dello staff di volo, le porgiamo un cadot, per lei e per sua moglie”, mentre lo diceva osservava prima me e poi la vecchia ottuagenaria tedesca che sedeva tramortita accanto ad Edu. La sua voce divenne insicura e stridula...io presi il pacchetto dalle sue mani e lo aprii, dentro c'erano delle pantofoline, una camicia da notte e un latte detergente, lo stuart era imbarazzato e io ridendo gli chiesi “Ma è sicuro che sia la mia taglia?” ridemmo di cuore, poi prendendo fiato ci disse “avrei dovuto chiedere più dettagli prima di venire da voi, sono sorpreso positivamente, siete una coppia bella e simpatica, tra due settimane anche io mi unirò civilmente e anche se non è professionale a voi posso dirlo, il mio futuro compagno, è il pilota di questo aereo” All'uscita dell'aereo, lo stuart salutava tutti compostamente, ma a noi no, ci strinse la mano e ci baciò le guance, poi con un gesto della testa ci indicò la cabina aperta. Dentro si intravedeva un uomo sulla quarantina, distinto, con la divisa da pilota, sussurrai allo stuart “But, he's so beautiful” e lui diventando rosso movendo solo le labbra rispose “I know” il nostro viaggio di nozze era finito, da li a poco sarebbe toccato allo stuart e al pilota e mai come per loro “Love is in the air” ps: la compagnia è Lufthansa
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NEL GIORNO DELL’USCITA DI GOOD AS YOU IL NEO PAPÀ ENRICO SILVESTRIN SPIEGA A “IOSPIO” PERCHÉ LA SOCIETÀ DEVE AVERE IL CORAGGIO DI APRIRSI AL CAMBIAMENTO
SORRISI SUL SET Enrico posa prima con la bella Daniela Virgilio, già protagonista di Romanzo Criminale La Serie, poi con il suo “partner” (ma solo sul set di Good As You) Lorenzo Balducci.
I MATRIMONI GAY? NON BASTANO
SERVONO ANCHE LE ADOZIONI di Roberta Beta
L
e vie del Signore sono infinite. Ho conosciuto Enrico Silvestrin quando era un dj e veejay di grande successo e di grande fascino: lavorava a MTV a Londra pri-
ma ancora che venisse inaugurata la sede italiana . La musica era la sua vita e ancora adesso è un elemento fondamentale della sua esistenza al punto tale che sei mesi fa Enrico è diventato papà di Gianmarco avuto
proprio da una dee jay (DJ Blade, alias Emanuela Familiari ndr). Silvestrin è comunque un volto televisivo molto noto anche perché ha preso parte alle fiction più famose della televisione italiana: Distretto di Polizia, sesta edizione, e I Delitti del cuoco, con Bud Spencer ; L’Ispettore Coliandro con Giampaolo Morelli. Con i Manetti Bros., registi di Coliandro, ha lavorato anche al cinema nel film cult Pia-
POKER D’ASSI Diego Longobardi, Luca Dorigo, Enrico Silvestrin e Lorenzo Balducci nella classica foto ricordo di Good As You.
no 17. L’ultima apparizione televisiva l’ha fatta pochi giorni fa, nell’episodio “Sotto protezione” della serie 6 Passi nel Giallo. Enrico è uno dei pochi artisti ad avere ruoli cinematografici di rilievo e forse ha perso la sua grande occasione quando non poté accettare la parte di protagonista ne L’Ultimo Bacio di Gabriele Muccino che, invece, fece la fortuna di Stefano Accorsi. Non è un caso che oggi esca al cinema il nuovo film che lo vede tra i protagonisti. Una commedia originale, la classica commedia all’italiana ma con una particolarità: le vicende sono quelle vissute da un gruppo di omossessuali, quattro ragazzi e quattro ragazze. Non tutti gli attori di Good As You, questo
il titolo del film, sono effettivamente gay, Enrico è uno di questi e ci ha raccontato la sua esperienza recitativa nel primo tentativo ufficiale di sdoganare gli omosessuali con i loro dolori, le loro gioie e le loro nevrosi. Enrico, cosa ti ha spinto ad accettare la parte di un omosessuale in una commedia gay? Innanzitutto la sceneggiatura e poi il ruolo. Il film è molto bello e sono certo che piacerà perché si tratta di una tipica commedia all’italiana ma soprattutto il ruolo che dovevo interpretare è stato determinante. Mi sono subito appassionato al mio personaggio e il fatto che fosse omosessuale, e cioè diametralmente opposto a me, ha solo messo più pepe al mio lavoro. Come ti sei preparato a entrare nei panni di un gay? Il mio personaggio non è uno di quei gay che si vede lontano un miglio bensì una persona normale di cui si intuiscono, in certi momenti, degli atteggiamenti partico-
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lari che fanno pensare ad una sensibilità diversa. Ho frequentato le comunità omosessuali per un certo periodo e con una certa intensità. Ho amici gay perciò non mi sono sentito catapultato in un mondo inesplorato ma chiaramente ho dovuto spingermi un poco più in là del solito. Per ciò che riguarda la mia persona ho lavorato su alcuni miei atteggiamenti tipicamente mascolini cercando di addolcirli un po’. Nell’ambito della coppia cinematografica, comunque, io sono il maschio pertanto mantengo un aspetto più virile rispetto a Lorenzo Balducci. Quanto è stato difficile per te baciare un uomo? Ti dirò la verità, il bacio è stata la parte più facile e Lorenzo mi ha aiutato molto a mettermi a mio agio. In fondo nel film io sono gay, il mestiere dell’attore è entrare nei panni del personaggio. Ecco, forse la parte più difficile è stata proprio quella di centrare il personaggio. Anche il regista mi ha guidato molto bene. I primi giorni di riprese non avevo ancora identificato il mio personaggio, quello cui fare riferimento, dopo qualche tempo però sono riuscito a pizzicarlo e pare che il risultato sia accettabile. Almeno secondo gli amici omosessuali che hanno visto il film: per loro sono credibile, vedremo che dirà il pubblico. A proposito di pubblico: pensi che al cinema ci andranno solo i gay o anche gli eterosessuali? Io spero che ci andranno tutti! E’ una bella commedia che non ha nulla di morboso né di fastidioso. Ci sono più effusioni femminili rispetto a quelle maschili perciò i maschi eterosessuali saranno anche più contenti e meno terrorizzati dai baci tra uomini. Secondo me all’inizio saranno più gli omosessuali ad andare al cinema ma piano piano, una volta sdoganato l’argomento e
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capito che si tratta di vicende quotidiane che capitano a tutti noi, anche i più titubanti romperanno gli indugi. Ricordati che ci sarà da ridere sugli equivoci e i malintesi. Il mondo gay è molto più colorato, per certi versi, del mondo eterosessuale, anche quando ci sono le difficoltà. L’argomento principale in fondo qual è? Il film è uno spaccato dei rapporti di coppia e delle problematiche di tutti, ai giorni nostri. La differenza sta nel punto di vista, ossia quello gay, che secondo me non è poi così diverso da quello degli altri. Insomma, a parte gli orientamenti sessuali, siamo uguali! C’è bisogno che lo dica io? A proposito di uguaglianza, tu sei diventato papà da poco, che ne pensi delle coppie gay che vogliono avere figli? Ne penso tutto il bene possibile e spero che presto tutti possano avere figli senza problemi. Le trafile burocratiche sono un ostacolo enorme soprattutto nel nostro paese. Avere figli è un diritto di ogni essere umano. I figli delle coppie omosessuali non hanno nulla in meno rispetto agli altri bambini. Chi cresce senza mamma non credo che ne senta la mancanza se non l’ha mai avuta. Io per esempio non ho mai avuto un fratello e conosco solo il mio universo di figlio unico, potrebbe essere meglio ma non avendo mai vissuto una certa esperienza non ne soffro e mi sento amato comunque. I bimbi delle coppie gay crescono con una mentalità più aperta, sono più liberi e sono sicuramente molto sereni perché sanno di essere stati voluti, hanno la certezza di non essere nati per caso o, peggio ancora, per sbaglio. Ma come credi che questi bambini possano approcciarsi ad una società basata sulla famiglia classica formata da mamma e papà? La vita procede lentamente per permetterci di adattarci ai cambiamenti e per assorbirli nel modo migliore. L’Italia è un paese molto condizionato anche dalla presenza dello Stato Vaticano perciò questo tipo di cambiamento in particolare avverrà con più fatica ma avverrà. Tutti, però, dobbiamo fare la nostra parte. Evviva i matrimoni gay!
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MICOL AZZURRO: “HO DETTO SÌ PERCHÈ ANCHE IO SONO VITTIMA DEI PREGIUDIZI” Buona parte della sua vita l’ha passata a combattere contro i pregiudizi. Sì perché nonostante fosse una ragazza incantevole, era troppo bella, formosa e alta per poter fare cinema. O almeno questo era quello che le dicevano. Così Micol Azzurro ha preso la recitazione come una sfida tutta personale e, dopo tanta scuola e un po’ di sana gavetta, è riuscita a zittire anche i più scettici. E una volta raggiunto il successo (certificato dalla sua partecipazione a Don Matteo e alla fiction “La Ladra”) , l’attrice romana non ha avuto paura di impegnarsi in ruoli anche politicamente scorretti. Proprio come ha fatto con Good As You dove, con l’interpretazione del personaggio di Marina, spera di poter dare il suo piccolissimo colpo di acceleratore all’approvazione delle unioni omosessuali. Micol ci parli del tuo personaggio? Io sono Marina, che nel film è fidanzata con Francesca. È una ragazza molto colorata, estroversa, che punta la propria lente di ingrandimento sul modo apparire, di ritoccarsi. Lei è una eccentrica che si veste in maniera molto particolare e provocante, ma la fo solo per insicurezza. È continuamente alla ricerca della sua posizione sociale e prova a tirare le redini della sua vita. Purtroppo qualsiasi scelta che farà si ritorcerà contro di lei, anche perché le sue scelte sono un pochino disoneste. Che legame hanno l’insicurezza e la voglia di provocare? Io mi permetto di giudicare Marina ma non dal punto di vista dell’essere omosessuale. In realtà lei non fa che ricalcare le ragazze di oggi che cambiano in continuazione colore dei capelli, che si tatuano, che cercano di apparire diverse. E non sempre questo voler cambiare è un bene. Al di fuori di questo piccolo particolare della sua omosessualità, però, le sue paranoie, le sue ossessioni, i suoi difetti sono identici a quelli che caratterizzano gli eterosessuali. Per non parlare dei veri problemi, che riguardano sempre gli affetti. Elisa Di Eusanio nel film interpreta una “butch”, una lesbica che si sente un maschio ed è attratta dalle vere femmine. La vita di queste persone è complicata perché le “butch” cercano una femmina che, al contrario, sarà sempre attratta da un uomo. Alcune attrici hanno rifiutato di partecipare a questo film. A te, invece, cos’è che ti ha spinto ad accettare? Nella vita si scappa dai fantasmi di se stessi e per questo bisognerebbe chiedere a queste attrici, che non conosco, da cosa sono fuggite. Per me non c’è mai stato neanche il minimo problema: io ho fatto solo il mio lavoro, interpretando qualcosa che è molto distante da me. L’unica paura che ho avuto è stata quella di non riuscire a interpretare al meglio il mio personaggio. Tutto qui. Non ho dovuto affrontare un drago armata di un piccolissimo scudo. Ho visto una parte, una storia, un messaggio e percorso. E sono fiera di aver potuto parteciparvi. A proposito di messaggi, qual è quello che hai voluto lanciare tramite Good As You? Che sul vocabolario degli insulti ci può essere scritto cattivo, infame, subdolo, ma mai omosessuale.
Come ti sei preparata? Ogni attore ha i suoi piccoli meccanismi, non credo che siano sempre gli stessi per tutti i film. Ho cercato di fare un’analisi individuale del personaggio sottolineando i particolari presenti sia nella personalità di Marina che nella mia. L’ho scomposta, ho visto il personaggio come formato da una scarpa destra, una sinistra, una mano destra e una sinistra, un vestito e una gonna. Così, quando ho cominciato a calzare quegli elementi che sentivo vicini a me, anche quelli che sembravano difficili sono diventati facili. E poi ho cercato una vena interessante in tutti gli omosessuali che ho conosciuto e l’ho confrontata con la mia. Un grazie, però, lo devo anche alle altre attrici, ci siamo aiutate tutte, abbiamo cercato le giuste dinamiche fra di noi, ci siamo mescolate. C’è stata qualche scena che ti ha creato un po’ di imbarazzo? L’unico imbarazzo che ho avuto è sorto prima di mettermi a girare. Mi ero chiesta cosa avrei dovuto fare, ma i baci che ci sono stati sono stati tutti molto pudichi. E poi credo che tutti, nella propria vita, hanno provato a baciare una ragazza che non gli piaceva. Io per lavoro lo devo fare spesso, quindi non cambia molto se si tratta di un uomo o una donna. Davanti ai miei occhi c’è solo l’intenzione. Un pregiudizio che avevi prima delle riprese ma che è sparito anche grazie a questo film? Se avessi avuto pregiudizi non avrei potuto interpretare questo personaggio. E poi i pregiudizi hanno caratterizzato tutta la mia vita. Io sono alta, magra, con un seno prosperoso, nessuno avrebbe pensavo che sarei riuscita a fare cinema. Mi dicevano: ‘Sei così bella che puoi fare televisione, non film’ oppure ‘Sei bella, non puoi essere anche intelligente’. Insomma, come posso permettermi di avere dei pregiudizi quando devo lottare continuamente contro di loro? Saresti favorevole alle unioni fra omosessuali? Assolutamente sì. Più che due uomini o due donne che si baciano, mi da fastidio vedere delle coppie terribili, fatte da una bellissima ragazza che sta con un ragazzo solo per i soldi, oppure padri di famiglia che cornificano le mogli a tutto spiano. Nella nostra società ci sono così tante dissonanze che una coppia omosessuale non può certo essere un problema. E poi scusa, ma perché una donna eterosessuale può decidere di avere un figlio con uno che non vedrà mai più mentre una lesbica no? Liberalizzare alcune cose fa venire meno quella libidine che c’è nel fare qualcosa di proibito. Saresti disposta a scendere in campo in prima persona per dare un contributo alla battaglia per la parità dei diritti? Certo, ma se ci pensi è quello che stiamo facendo già. Sono una etero che si mette nei panni di una lesbica per sottolineare quelle che sono le sue difficoltà. Cosa fare più di questo?
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DIEGO LONGOBARDI, L’UOMO CHE È RIUSCITO A FAR CANTARE LADY GAGA ALL’EUROPRIDE DI ROMA ED EX DIRETTORE ARTISTICO DEL ‘MUCCASSASSINA’ FA IL PUNTO SULLA SITUAZIONE DELLE UNIONI OMOSESSUALI NEL NOSTRO PAESE: “LA SOCIETÀ È PRONTA, NON LO SONO I POLITICI”
QUESTA PELLICOLA È LA MIA VITTORIA di Giuseppe Armati
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on è solo attore, macchiettista e produttore. È anche l’uomo che è riuscito a far diventare quella del Muccassassina una delle feste “gay” più apprezzate d’Europa e che ha compiuto il miracolo in miniatura di far salire Lady Gaga sul palco dell’Euro Pride. Una serie di successi che ha costellato la carriera di Diego Longobardi fino a farlo diventare tanto un attore di successo quanto uno dei più attivi e autorevoli sostenitori della parità dei diritti per le coppie omosessuali. Così, dopo aver fatto sentire la propria voce in tutti i modi, Diego si è lanciato nell’avventura di Good As You, la
pellicola che si è prefissa l’obiettivo ambizioso di raccontare l’universo omosessuale visto dal punto di vista… degli omosessuali. Diego, per capire la tua partecipazione a questo film bisogna andare indietro fino alla tua esperienza al Muccassassina… È stata una tappa fondamentale della mia carriera, non solo perché è durata quasi sei anni, ma soprattutto perché mi ha aiutato ad ampliare i miei orizzonti sia nel campo della recitazione che in quello della promozione. Amo molto anche la parte organizzativa di questo mestiere e penso che quello dell’attore sia un lavoro un po’ limitato. Come spiegare il Mucca a un eterosessuale?
Partiamo dal fatto che il Muccassassina è un club che ha un’offerta artistica molto ampia e questo è un ottimo biglietto da visita al di là dell’orientamento sessuale. Poi il Mucca è stata la prima festa gay che ha aperto le porte agli etero, lasciandoli liberi di divertirsi. L’unica cosa che chiediamo è il rispetto, tutto qui. Tu sei riuscito a dare al locale una fama internazionale, ma sei stato criticato. Qualcuno ha detto che hai trasformato tutto in una macchina mangiasoldi, che ne pensi? È facile: credo che ci sia sempre qualcosa sotto a queste critiche. Forse qualcuno voleva stare al mio posto. Il pubblico non si è mai lamentato. Penso che ci sia
un astio personale nei miei confronti visto che chi mi ha criticato ha attaccato anche il film. Che dire, visto che fino a ora mi ha portato bene spero che continui. Prima di te il ruolo di direttore artistico del Muccassassina era ricoperto da Wladimir Luxuria. Ti è mai pesato il paragone? No, assolutamente. Abbiamo interpretato questo ruolo in maniera diversa: lei era un personaggio e
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POLIEDRICO Attore, produttore, organizzatore di eventi. Sono tanti i “mestieri” che Diego si è trovato a svolgere durante la sua carriera.
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segue da pag. 17 saliva anche sul palco. Io, invece, sono rimasto nell’ombra perché non sono un personaggio. Prima c’era un legame strettissimo fra chi saliva sul palco e chi dirigeva il Mucca. Ora è cambiato. Forse anche grazie a me.
DIVA Wladimir Luxuria, ex direttore artistico del Mucca.
Tu sei stato quello che ha portato a Roma Lady Gaga, una delle star più attive per l’uguaglianza dei diritti… Mamma mia, è stata una cosa davvero lunga. La prima richiesta è partita da me e dal comitato del Pride, poi sono entrate delle altre forze a sostegno
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come l’ambasciata americana. Ci sono voluti 5 mesi e in tutto questo tempo sono stati in pochi a credere che sarebbe andato tutto nel verso sperato. Poi dopo il concerto Lady Gaga mi ha ringraziato. Erano più agitati gli organizzatori italiani che quelli americani. Solo una persona intelligente come la Gaga si sarebbe impegnata in questo progetto. Quanto è stato difficile trovare qualcuno pronto a investire su Good As You? Tantissimo. Tutto è partito da me 56 anni fa. Quando ho detto che volevo realizzare questo film,molti mi dicevano: ‘Ma sei matto? Chi vuoi che lo veda?’. E chi erano queste “persone”? Quelle che io chiamo le cripto-checche. Quelle che se non vedono il dramma ovunque sono tristi. Solo di essere riusciti a portare a termine questo film dovrebbe essere considerato una vittoria. E invece no. Queste cripto-checche vogliono che tutto sia tenuto in segreto, hanno paura di rivedersi. Ma che ci vuoi fare, nessuno è profeta in patria. Quindi qualcuno nel movimento gay e lesbiche non vorrebbe che si parlasse dei gay al cinema? Esatto. Alcuni gay vivono la propria omosessualità come una cosa da tenere nascosta. Quando c’è qualcuno che lo urla si sentono infastiditi. C’è molta competizione all’interno del movimento, se questo film fosse arrivato dalla Spagna sarebbe stato preso come oro colato. Eppure in alcune manifestazione l’omosessualità viene ostentata… Qualcuno dice che questo sia un boomerang, ma io non ci credo. Si tratta di una festa di un’ostentazione volta ad esorcizzare qualcosa. Se il movimento ha ottenuto quel po-
L’ULTIMO BACIO Il cast maschile di Good As You scherza durante la presentazione del film, avvenuta martedì alla Casa del Cinema.
co che ha ottenuto è grazie a queste persone che ostentano e salgono sui tacchi. Non si può fare diversamente perché sono in pochi quelli che si muovono davvero. Qui in Italia se uno vuole essere ascoltato deve creare una polemica. Poi, è ovvio che quando ci sono mezzo milione di persone a una manifestazione non ci sono solo quelli col sedere di fuori, ma ci sono anche gli avvocati. Solo che questi sono in mezzo al corteo e alla stampa fa comodo fotografare solo quelli che sono in mutande. Quante case di produzione hanno scartato il vostro film? Tutte. Ci dicevano “vi facciamo sapere” e poi non ci chiamavano. Come ai colloqui… Esatto. Qualcuno voleva stravolgere anche la sceneggiatura. Volevano metterci le zie, le nonne, le mamme preoccupate. Volevano banalizzare il tutto. Il bello, se così si può dire, è che molte di quelle persone che hanno il potere sono proprio quelle cripto checche che vogliono il mondo gay nascosto in modo da continuare a fare quello che vogliono. Nel film interpreti un personaggio molto comico, un gay palestrato. Che confine c’è fra machismo e omosessualità? Diciamo che non c’è confine. Ed è proprio questo che turba le cripto checche: si vedono rappresentati e non gli piace. Sul set chi era il più impacciato all’inizio? Nessuno, tutti quelli che
hanno accettato il ruolo erano convinti. Qualcuno aveva dubbi sul prodotto finale, ma si sono subito ricreduti. Insomma, si sono tutti molto affezionati a questo film. La banalità che senti più spesso sui gay e ti fa arrabbiare? Che sono tutti sensibili e buoni. Anche i gay sono dei grandi str****. Il movimento gay e lesbiche è anche politico, quindi ci sono gli stessi problemi. Pensi che la società sia pronta per i matrimoni omosessuali? Questo dipende molto dai gay e dalle lesbiche. Se avranno la volontà di ottenere questi diritti ce la faranno. Il problema è che non c’è più gente che ha voglia di metterci
la faccia, serve più unione e più coesione. E l’impegno da parte degli eterosessuali? Quello può essere importante, ma non è che voi etero scendete a manifestare. Non bastano le dichiarazioni, servono i fatti. Nel nostro Paese c’è una situazione di non leggi. Sono convinto che se non si chiamassero “matrimoni gay” ma “unioni” si riuscirebbe a compiere questo passo. La società è pronta, non sono pronti i politici. Quindi è solo un problema di politica? Più o meno. Prendi la Spagna: lì hanno avuto una lunga dittatura e, nonostante questo, hanno deciso di cambiare le cose. Le istituzioni hanno visto in questo anche un ottimo affare economico. A Madrid e Barcellona il turismo “omosessuale” porta milioni di euro. Qui, invece, la nostra classe politica è miope. Questo film può aiutare in qualche modo questo processo? Credo di sì. In teoria non dovrebbe essere un film a svolgere questo compito, ma siamo in Italia…
IMPEGNATA Diego è riuscito nell’impresa di far suonare Lady Gaga all’Europride di Roma. La cantante, infatti, è fra e più attive sostenitrici della parità dei diritti per le coppie omosessuali.
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IL REGISTA MARIANO LAMBERTI RACCONTA A “IOSPIO” LE DIFFICOLTÀ CONTRO LE QUALI SI È DOVUTO BATTERE PER RIUSCIRE A PORTARE A TERMINE LA SUA PELLICOLA. DAI PROBLEMI CON LE CASE DI PRODUZIONE FINO ALLE DEFEZIONI DEGLI ATTORI. E SUL NOSTRO CINEMA DICE: “SE NON FAI LA SOLITA MINESTRA SEI FUORI”
UN FILM SCORRETTO PER BATTERE I PREGIUDIZI U
na piccola commedia capace di portare a termine una grande rivoluzione. Quella che vuole l’universo degli omosessuali come vero protagonista di una pellicola. È questo il successo di Good As You, la commedia diretta da Mariano Lamberti con l’obiettivo di lanciare uno sguardo non tanto sul mondo gay, quanto “dal” mondo dei gay. Basta vittimismi, paure di non sentirsi accettati e drammi familiari che dominano le figure omosessuali nel cinema italiano. Quella uscita dalla telecamera di Lamberti è una commedia con personaggi “sporchi” e politicamente scorretti che oltre a una risata, vuole strappare allo spettatore anche una riflessione: che più che dal coming out, spesso i veri problemi vengono dai sentimenti. Mariano, come nasce Good As You? L’ispirazione è arrivata direttamente dallo spettacolo di Roberto Biondi, una commedia capace di riempire i teatri di Roma e Milano. Il soggetto funzionava e, visto che con tante scene diverse il palco rischiava di essere un po’ claustrofobico, abbiamo deciso di provare a portarlo sul grande schermo. Abbiamo dovuto lavorare molto sull’im-
pianto narrativo e su quello scenografico. Insomma, il film è partito come ispirato alla commedia, ma ha finito per distanziarsene moltissimo. Nel suo piccolo, però, il tuo è soprattutto un film coraggioso… Molto coraggioso, direi. Per la prima volta i gay e le lesbiche sono i veri protagonisti di un film, cosa che non è mai successa nelle espressioni ufficiali della nostra società, della nostra letteratura e del nostro cinema. Questo non è un film sui gay, ma un film che fa parlare i gay. È molto diverso. Se ci pensi ogni volta che c’è un film che parla di omosessualità il copione è sempre lo stesso. Ossia? I produttori vogliono un gancio narrativo particolare per parlare di queste cose. Vogliono mostrare una madre preoccupata oppure un ragazzo che vive in una situazione in cui è rifiutato dal mondo. Insomma, il punto di vista è sempre quello di uno “normale” che entra in questo mondo di marziani. Proprio per questo abbiamo voluto spiazzare chi vede questo film, anche se sono sicuro che in molti avranno da ridire. E per quale motivo?
Perché questo è un film che può far storcere il naso a qualcuno. I gay sono rappresentati in maniera normale, come sono tutte le persone su questa terra: gelosi, bisognosi di affetto e che non vivono tutto come un dramma. Sono allegri, spensierati o con i loro problemi. Quello che spero che si capisca è che il vero problema di chi è omosessuale non è tanto il coming out, ma i problemi d’amore, quelli che ti fanno dire ma
“quest’altra persona mi vuole bene o no?”. Credi che questo non sia ancora chiaro? Sì, la situazione dei gay e delle lesbiche al cinema è rimasta ancora allo sguardo di Margherita Buy in “Le Fate ignoranti”. Fortunatamente, però, nella realtà si sono fatti tanti passi avanti e gli adolescenti di oggi non sono quelli di ieri, sanno affrontare anche problemi che prima per un ragazzo sembravano insormontabili. Certo, se vai nella provincia cambia tutto, ma questo discorso vale anche per le CORAGGIOSO Mariano Lamberti ha deciso di andare avanti per la sua strada nonostante le difficoltà incontrate nella realizzazione del film. Ora, però, Mariano sembra aver vinto la sua scommessa.
donne o per gli extracomunitari. Ecco, per fortuna nelle metropoli è diverso e la vita di questi ragazzi non è distrutta. Quanto è stato difficile trovare qualcuno che sostenesse anche economicamente un film come questo? Moltissimo. Dopo tanto tempo, però, abbiamo trovato gente molto lungimirante e, soprattutto, ricca. Questo, infatti, è un film che è stato girato solo con fondi privati. Le gradi produzioni dicevano che questo tipo di film non gli interessava, che non avrebbe fatto una lira. Vedremo… Qual è lo stereotipo che hai voluto evitare nel girare Good As You? Ah, sono tantissimi. Ho cercato di non “condannare” l’omosessuale tratteggiandolo come quello troppo buono, amico di tutti, quasi asessuato. Ecco, in questo film il gay è un po’“sporco”, proprio come sono tutti gli esseri umani. Come è stato lavorare in un film sul mondo omosessuale con attori che, nella maggior parte, sono eterosessuali? Sono stati tutti eccezionali, devo ammetterlo. Anche Enrico
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Venerdì, 6 aprile 2012
segue da pag. 19 Silvestrin che ha lavorato con una generosità davvero incredibile. Si è buttato e molte cose è riuscito a capirle in corsa. Anche nelle scene dei baci è stato molto generoso, qualche volta l’ho dovuto tenere a freno. Sicuro che nessun attore si è vergognato per qualche scena? Assolutamente no. Per loro normale, se riesci a metterli a proprio agio dopo un po’ si sciolgono. Sono attori, mica carpentieri. Un attore che ti ha sorpreso? Luca Dorigo. Ha fatto un lavoro bellissimo e ha dei grandi tempi comici. Nessuno avrebbe scommesso su di lui e invece ha fatto vedere di avere del gran talento. Devo dire, però, che tutto il cast è stato fantastico, sono stati otto angeli. Nessuno è mai stato banale. Ci racconti il dietro le quinte del film? Abbiamo avuto pochissimo tempo anche per i fuoriprogramma visto che abbiamo dovuto girare tutto in quattro mesi. Io sono dimagrito tre o quattro chili. Sarà stata l’estate o il grande lavoro, non lo so. Comunque le cose più divertenti sono avvenute nelle scene di sesso o di baci fra gli attori. È stato bello vederli prima in imbarazzo e poi sciogliersi piano piano. Anche la scelta del cast è stata molto travagliata. Qualche attore ha addirittura abbandonato la parte… In realtà si sono un po’ spaventati quando hanno visto che la commedia non usava toni molto edulcorati ma era schietta e diretta. Qualcuno doveva interpretare un personaggio sboccato e ha chiesto che venisse tagliato. Meno male che, alla fine, è stato tagliato lui. Ma c’è anche chi se ne’è andato via a riprese iniziate. Non ci siamo fatti mancare niente. Pensi che qualcuno abbia abbandonato il progetto perché aveva paura per la propria immagine?
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Alcuni attori hanno rifiutato la parte perché avevano paura per la loro figura da macho. Altre attrici, invece, si sono tirate indietro a riprese iniziate perché dicevano che la loro parte era troppo volgare. Ma le attrici italiane sono così. All'apparenza sono tutte borghesi, pulitine, se devono dire una parolaccia scappano dal set. Poi, nella vita privata, ne combinano di cotte e di crude. La banalità che ti dà più fastidio sui gay? Oddio, ora c’è lo stereotipo positivo. Ora non si fa che dire: “Ah, i gay, sono così simpatici, carini”. È qualcosa di insopportabile che, paradossalmente, è fastidioso come lo stereotipo del gay in negativo. Voglio dire, ognuno ha la sua identità che si costruisce in base alle scelte che compie. Sono le decisioni che ti rendono diverso. All’estero le commedie sui gay hanno avuto enorme successo, in Italia no. A cosa pensi che sia dovuto? È una questione meramente commerciale. I produttori vogliono sempre la stessa minestra perché dicono che un film sui gay non lo va a vedere nessuno. Purtroppo non capiscono che se un film è bello la gente lo va a vedere indipendentemente dall’argomento. Manca un po’ di lungimiranza. Le unioni gay in Italia sono scoraggiate. Pensi che questo possa essere un problema della società? Credo che non sia solo un problema della gente, ma sia soprattutto un problema degli omosessuali. La causa interna è fortissima. Credo che molti gay non si sentano all’altezza di assumere una piena dignità sociale e familiare. Indubbiamente la Chiesa e lo Stato hanno le proprie responsabilità, ma buona parte del problema è legato al fatto che la comunità gay è forte, ma è disunita. CAMBIO DI PROSPETTIVA Good As You è il primo film italiano in cui tutti i protagonisti sono omosessuali. Uno dei suoi punti di forza è stato quello di operare un cambio di prospettiva, facendo in modo che questo fosse non tanto un film sul mondo omosessuale ma una pellicola capace di analizzare il punto di vista degli omosessuali.
Belfagor
E
h si, par di capire che questo numero di IoSpio sia davvero qualcosa di “Diverso”, dato Il filo conduttore suggerito dalla simpatica commedia “Good As You”, da oggi nelle sale cinematografiche, che crea svariati stimoli a disquisire su varie diversità, per l'appunto. “Diverso”, “Normale”, aggettivi che applicati alla natura umana e alle sue molteplici sfaccettature assumono una valenza orribile, tanto da sembrare coniati appositamente da chi, questa umana natura, voglia più agevolmente comandare e incasellare. La normalità di per se stessa omologa, quindi annoia, la diversità rende unici e per questo stimolanti e degni di curiosità: il più è capirlo, laddove far finta di non capire è attitudine che fa davvero comodo a molti. Va da sé, quindi, che nella sfera del “Diversamente Normale”, specialmente nella sua quota più estrema, gli opposti e i contrari siano parte integrante di un sistema: saltando di pellicola in pellicola due fulgidi esempi agli antipodi tra loro hanno incrociato il rispettivo cammino, regalando due Camei all’ultimo lavoro di Ferzan Ozpetek, opera vagamente opaca di cui è già stato detto tutto, anche troppo. Viceversa di Mauro e Gianluca tutto si può dire, tranne che si somiglino. L’opulenza fisica dell’uno a contrastare l’esilità dell’altro è solo la prima, esteriore evidenza che li separa, tutto il resto và letto nella costruzione del loro personaggio. Una lunga gavetta da coraggiosa pioniera contraddistingue l’evoluzione artistica di Platinette, dagli esordi in certi localini parmensi fino al grande pubblico che la segue da anni tra radio e televisione, con incursioni teatrali e, appunto, cinematografiche. Ridondante, eccessiva, spesso splendidamente scomoda, questa sagace e ingombrante biondona lascia esplodere da sontuosi parrucconi e paramenti improbabili tutta la sua arguzia senza nascondere una ruspante e terrena sensibilità, riuscendo a miscelare il difficile connubio tra l’intelligenza del proporsi con tutti i clichè e gli stereotipi del travestitismo tout court. Duole dover dire che la sua apparizione in “Magnifica Presenza” abbia lasciato solo una malsana inquietudine, per personalissima opinione. Inoltre di recente si insinua la sensazione che buona parte dell’incanto costruito si sia in qualche modo incrinato: l’abbandono dei consueti abiti di scena, più di tutto, stimola alcuni interrogativi: il cambio di immagine è da attribuire a una libera scelta dettata da un naturale stato di evoluzione o, magari, l’ha costretta a un impatto più “rassicurante” causa la forte esposizione mediatica, che mai quanto negli ultimi tempi è incanalata nei meandri dell’opinionismo da reality e che
davvero mal le si addice, oltre a limitarne le potenzialità di comunicazione? La trasgressione qualificata è al servizio dell’audience, è messa in ginocchio dal successo? Oltre che un peccato sarebbe una menzogna, Mauro non lo merita. Gianluca è un uomo bellissimo, un Fiorentino benedetto da quella raffinatezza unita al fascino nell’aspetto e nei modi, appannaggio di un tempo che non è più al punto da solleticare l’impressione di un sottile snobismo, subito vanificata dalla scoperta di un’anima grande: e ha gli occhi di Frank Sinatra, il che non è poco. Artista talentuoso su svariate discipline un giorno, per caso o per divertimento, inventa e dà alla luce, rendendo il creatore praticamente irriconoscibile, Drusilla Foer. Ed è subito rivoluzione nel mito. La Signora Foer, che detesta sentirsi chiamare Nobildonna ma è nobile in ogni suo gesto ed espressione, sbriciola tutti gli schemi e le consuetudini che vestono Platinette. Drusilla è elegante, raffinata, frequenta i Grandi, quelli veri, espone un eloquio colto e misurato quanto spassosamente pungente, si muove con immutata grazia e disinvoltura tra i lussi dei Palazzi e i ritmi ipnotici e assordanti delle discoteche, è impegnata nel sociale ma enciclopedicamente efferata sull’universo fashion quanto Diana Vreeland, la mitica Sacerdotessa di Vogue. Il suo trampolino di lancio è la Rete, che in un lampo le rende beniamina ed icona assoluta di migliaia di Internauti, creando così un fitto passaparola che in breve tempo attira l’attenzione prima delle Social Onlus, poi dello Show Business. La vuole la redazione di Repubblica presso la quale, sempre tramite video, delizia le menti con diverse opinioni, gemme da una penna d’oro intinta in un cocktail di ambrosia e cianuro. La chiede nel suo nuovo show Serena Dandini, che si lascia amabilmente maltrattare dalla Signora tra un commento d’attualità e l’altro. E se ne innamora infine Ozpetek al quale dona una breve, doppia interpretazione in alter-ego che da sola rivaluta l’intero film. La speranza che tanto innovativo talento possa perseverare su questo scintillante cammino è l’augurio che ci facciamo, che le facciamo, che gli facciamo. Gianluca se lo merita. Qualcuno, di fronte a tanti elogi tutti meritati, penserà che la perfidia di Belfagor sia sfumata di fronte alla finzione applicata all’umano essere. Errore grossolano, in tal caso. Specie all’idea che a qualcuno, magari un po’ ottuso, o troppo facilmente benpensante possa pure infastidire, tanto quanto “Good As You”: nella certezza di essere a cospetto di una triste minoranza è divertente pensare che, talvolta, il dispetto è priceless……
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Venerdì, 6 aprile 2012
L’OROSCOPO da venerdì 6 aprile a giovedì 12 aprile Ariete: La settimana vi regalerà momenti di allegria e qualche avventura. Ci sarà anche un miglioramento per il lavoro anche se le difficoltà non sono del tutto superate. Consiglio: Un impegno costante darà dei buoni risultati! ELLE MCPHERSON
(KILLARA, 29 MARZO 1964)
Toro: Chi è ancora senza partner avrà desiderio di qualcosa di intrigante e meno monotono. Le coppie dovranno chiarire qualcosa. Sul lavoro sarete più che decisi a lottare per affermarvi. Consiglio: Sfruttate ogni occasione! HALSTON SAGE
(LOS ANGELES, 10 MAGGIO 1993)
Gemelli: Questa settimana vi sentirete particolarmente seducenti e saprete tessere una trama d’amore intorno all’oggetto dei vostri desideri. Si chiuderà una collaborazione di lavoro. Consiglio: Non basate i rapporti solo sull’attrazione fisica! LIAM NEESON
(BALLYMENA, 7 GIUGNO 1952)
Cancro: Gli astri renderanno ogni cosa più pesante ma anche voi sforzatevi di essere meno diffidenti e pessimisti. Nel lavoro nuove proposte da valutare. Consiglio: Godetevela e non pensate più a un ex! SELENA GOMEZ
(GRAND PRAIRIE, 22 LUGLIO 1992)
Leone: Non vi sta bene nessuno in questo momento, siete molto critici e volete imporvi su tutti. Nel lavoro ci sono in vista dei cambiamenti, potreste dover ricominciare di nuovo tutto. Consiglio: Cercate un di incrementare i guadagni lavorativi! SAM WORTHINGTON
(GODALMING, 2 AGOSTO 1976)
Vergine: Favoriti tutti i nuovi incontri che porteranno leggerezza e allegria, prendetevi meno sul serio e non sognate troppo il principe azzurro se non volete una delusione. Consiglio: Guardatevi intorno ed intrecciate nuove relazioni! ADAM SANDLER
(NEW YORK, 9 SETTEMBRE 1966)
Bilancia: Possibile incontro durante un occasione mondana che vi metterà in luce. Nel lavoro chi ha un’attività in proprio è in difficoltà. Consiglio: Non rimandate più una richiesta, fatela e basta! CATHERINE DENEUVE
(PARIGI, 22 OTTOBRE 1943)
Scorpione: I problemi legati al quotidiano e ai soldi rischiano di riversarsi sul rapporto con il partner compromettendo la tranquillità di cui avete bisogno.. Consiglio: Cercate di mantenere un pensiero positivo! EMMA STONE
(SCOTTSDALE, 6 NOVEMBRE 1988)
Sagittario: Possibili nuovi incontri con cui potrete iniziare una storia d’amore. Nel lavoro avvierete nuovi contatti e farete nuovi progetti. Consiglio: Evitate i parenti pettegoli o rispondete per le rime! KIEFER SUTHERLAND
(LONDRA, 21 DICEMBRE 1966)
Capricorno: Il vostro primo pensiero sarà il lavoro che non vi deluderà facendovi sperare in un futuro più prospero. Chi vive l’amore con leggerezza, non avrà di che preoccuparsi. Consiglio: In amore non concedetevi troppo! JUDE LAW
(LONDRA, 29 DICEMBRE 1972)
Acquario: Nel lavoro successi per chi è in proprio e cerca nuovi contatti e collaborazioni ma ci sarà da faticare. Emozioni e amore in crescita, incontri interessanti per i single. Consiglio: Affidatevi al vostro fascino perché sarà in crescita! MENA SUVARI
(NEWPORT, 13 FEBBRAIO 1979)
Pesci: Le occupazioni di casa e i problemi della famiglia vi irriteranno. Sul lavoro avvertirete un po’ di fiacca e i soldi che vi aspettavate non arriveranno. Consiglio: Usate un po’ diplomazia nel lavoro! LILY COLLINS
(GUILDFORD, 18 MARZO 1989)
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MARTY FELDMAN “IGOR” di Joe Denti “Non mangerei nulla che avesse intelligenza, ma sarei lieto di mangiarmi un produttore televisivo o un uomo politico”. (Marty Feldman)
L’
8 luglio 1934, in una modesta casa nell’East End di Londra, nasce Martin Alan Feldman. Da piccolo preferisce andare al cinema piuttosto che giocare con i suoi coetanei, attratto dai film comici americani. A 15 anni, lascia gli studi per inseguire il sogno di diventare un trombettista di jazz. Ben presto scopre la sua vocazione per la recitazione e comincia a lavorare partecipando ad alcune commedie in teatri minori. Calcando i palcoscenici sviluppa una propria comicità, seguendo l’esempio dei suoi idoli, Buster Keaton e i fratelli Marx. Con due amici, forma il “Morris, Marty & Ritch”, un trio estremamente influenzato dalla scatenata comicità di Groucho, Harpo, Chico e Zeppo Marx. Nel 1954, incontra Barry Took, un altro umorista di talento. L’uno rimane colpito, in un singolare gioco incrociato, dal pazzo umorismo dell’altro. Entrambi decidono di creare un sodalizio professionale, scrivendo soggetti di tutti i generi, per programmi radiofonici e sit-com televisive. Lo Show “Bootsie and Snudge”, conferma la loro vulcanica creatività e i due diventano gli ideatori dei programmi più visti della televisione inglese. Nel 1961, Marty feldman, scopre di essere affetto da una grave forma degenerativa di natura ipertiroidea. Gli effetti della malattia si ripercuotono sull’apparato oculare che subisce gravi modificazioni. Il “difetto”, che inizialmente sembrava una tragica sfortuna, si trasformerà in uno dei motivi iconografici per
cui oggi è ricordato. Marty non si lascia abbattere e la sua carriera non subisce rallentamenti, grazie al suo grande spirito reattivo e alla presenza dell’unico grande amore della sua vita, Lauretta Sullivan, sposata nel 1959. Nonostante l’enorme successo in patria, Feldman, resta poco più che uno sconosciuto negli Stati Uniti. Sarà Dean Martin a farlo entrare nelle case degli americani, scritturandolo nel famoso “Dean Martin
CAPOLAVORO La pellicola Frankenstein Junior, girata nel 1974 e ancora oggi il titolo più venduto al mondo in Dvd, è considerata il capolavoro assoluto dell’attore inglese Marty Feldman. Show”, dove si esibisce in alcune delle sue migliori gag. Un trionfo è tale da divenire ospite fisso in molte trasmissioni e la crescente notorietà lo porterà a realizzare uno show personale il “Marty Feldman’s Comedy Machine”. “Lupo Ululà…Castello Ululì”. Con questa frase Feldman entra nella storia del cinema. L’idea di portare sullo schermo “Frankenstein Junior”, 1974, parodia del capolavoro horror diretto da James Whale nel 1931, nasce da Gene Wilder, che dopo aver visto il comico in-
FACCIA TOSTA La degenerazione di un problema alla tiroide rese strabico Marty. Fu proprio questa particolarità, però, a renderlo unico e amato dal pubblico. glese, in tv, viene immediatamente ispirato ad assegnarli il ruolo dell’imprevedibile gobbo Igor, assistente del folle dottor Frederick Frankenstein, interpretato dallo stesso Wilder. Dopo aver scritto un canovaccio di due pagine, Wilder e Feldman lo presentano a Mel Brooks il quale, pur dubbioso e reduce da due flop teatrali, accetta la regia. Il film sarà un successo mondiale e attualmente è il titolo più venduto al mondo in DVD. Durante la lavorazione tra Wilder e Feldman si consolida un rapporto d’amicizia che darà vita al demenziale, “Il fratello più furbo di Sherlock Holmes”, 1975. Dopo “L’ultima follia di Mel Brooks”, esordisce alla regia dirigendo se stesso in “Io, Beau Geste e la Legione Straniera”, parodia del classico del 1939. Nel 1982, durante le riprese di “Barbagialla, il terrore dei sette mari e mezzo”, il quarantottenne attore, viene colto da un attacco di cuore. Pochi giorni dopo, il 2 dicembre, si spegne nella camera di un albergo a Città del Messico. Una settimana prima aveva dichiarato a un reporter: “Sono troppo vecchio per morire giovane e troppo giovane per crescere”. Marty Feldman, riposa nel cimitero di Forest Lawn Memorial Park di Los Angeles, accanto alla tomba del suo idolo, Buster Keaton.
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