STADIO Milano17/09/2011

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MILANO • SABATO 17 SETTEMBRE 2011 • WWW.METRONEWS.IT

L’estate sta finendo e per chi perderà stasera da domani sarà subito inverno. E a Gasperini e Luis Enrique il pareggio potrebbe non bastare

TI ANET Z N A CAPIT

Gian Piero Gasperini e Luis Enrique si fronteggiano

CAPI TAN TOTT I

(AP Photo/Riccardo De Luca)

(AP Photo/Luca Bruno)

Ultima spiaggia


Sabato 17 settembre 2011

FIORELLO IMITA GASPERINI SU TWITTER

2 le formazioni

Twitter è la nuova passione di Fiorello. E il numero uno degli showman italiani, grande tifoso dell’Inter, non ha perso l’occasione per servirsene per una gag sul tecnico nerazzurro Gianpiero Gasperini, all’indomani della sconfitta subita nella prima di campionato. Ha postato il video di un’intervista di Marco Baldini a uno spaesato Gasperini imitato da lui stesso: “Pazzini? non sapevo che giocava con noi”. E su Zarate: “Non l’ho sostituito io, è lui che se ne è andato dopo aver fatto un paio di cavolate”. Il vero Gasperini promette che le cose cambieranno: “Fiorello è un grande tifoso e spero al più presto di dare soddisfazioni anche a lui”.

Inter

Disposizione tattica:

4-3-1-2 Memoria storica

Julio Cesar INDISPONIBILI Viviano (rientro fine aprile), Cordoba (rientro 4ª giornata), Maicon (rientro 5ª giornata), Thiago Motta (rientro 5ª giornata), Chivu (incerto 3ª giornata), Poli (25 giorni) SQUALIFICATI nessuno ALTRI Castellazzi, Caldirola, Crisetig, Muntari, Alibec, Obi, Castaignos DIFFIDATI nessuno

Bianchi alle società: gli allenatori vanno sempre difesi

Jonathan

Lucio Samuel

Nagatomo

Cambiasso

Zanetti

Stankovic Sneijder

Milito

Ottavio Bianchi

Forlan

SFIDA DELICATA quella fra

Roma

Disposizione tattica:

4-3-3

Stekelenburg Rosi

INDISPONIBILI Cicinho (7 giorni), Greco (da verificare), Juan (7 giorni), Lamela (da verificare) SQUALIFICATI Angel ALTRI Okaka, Curci, Caprari, Verre, Viviani, Simplicio DIFFIDATI nessuno

Kjaer

Burdisso heinze

Perrotta De Rossi Pjanic

Borriello Totti Bojan

Arbitra Silvio Mazzoleni Foto: Jonathan Moscrop - LaPresse

Inter e Roma. calciomercatoweb.it ha contattato Ottavio Bianchi che su quelle panchine ha vissuto due importanti esperienze: “Credo che le due squadre arrivino all’appuntamento in condizioni simili. In difficoltà dal punto di vista dei risultati, ma sono due squadre che si sono profondamente rinnovate: la Roma addirittura è nuova anche dal punto di vista societario e bisognerà valutarla nel tempo, mentre l’Inter ha avviato un nuovo progetto tecnico. Bisogna avere pazienza, anche se in Italia questa parola non va molto di moda”. Inevitabile chiedere a Bianchi un parere sulle possibilità di esonero dei due tecnici in caso di sconfitta: “Non ci voglio nemmeno pensare a questa cosa. Se avvenisse sarebbe molto grave, ma non da parte di chi allena, che comunque è sempre destinato a pagare, ma da parte di chi in società ha fatto determinate scelte sotto il profilo della guida tecnica e della campagna acquisiti, scelte fatte da chi l’ambiente lo conosce da molto tempo. Ripeto, sarebbe una cosa grave”. Bianchi è stato il primo allenatore del Presidente Moratti, ma secondo il tecnico non si possono fare paralleli: “È passato troppo tempo. Con Moratti eravamo d’accordo di lavorare insieme per poco tempo. C’era solo da mandare in campo una squadra che non aveva un’identità, per vedere quali fossero i giocatori meritevoli di vestire la maglia dell’Inter. Poi nel tempo hanno avuto la possibilità di acquistare molti campioni e di vincere tutto”. METRO

È PAOLO SILVIO MAZZOLENI, 37 anni, nato a Bergamo, l’arbitro designato per il match Inter-Roma. Con lui Copel-

li, De Luce e Rizzoli quarto uomo. Fratello d’arte - Mario Mazzoleni ha anche lui arbitrato nella serie principale - il suo esordio in A risale al 2005 con la Lazio. Due anni fa, il 19 aprile, incontrò sulla sua strada la Roma per la prima volta in occasione di RomaLecce all’Olimpico. Assegnò un rigore, poi realizzato da Totti. E queto potebbe essere di cattivo auspicio per i supporter interisti. I nerazzurri hanno vissuto l’arbitraggio di Mazzoleni finora quattro volte: fuoricasa con il Cagliari, nel maggio 2006 (pareggio), in casa contro il Catania, nell’ottobre 2006 (vittoria 2-1), nel marzo 2009 contro la Reggina (vittoria 3-0) e nel settembre 2010 contro il Bari (trionfo 4-0). METRO

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Sabato 17 settembre 2011

SEMPRE PIÙ DONNE NEL “PALLONE” Sono in aumento sul web i gruppi di discussione al femminile dedicati al mondo del calcio. Sempre più donne, infatti, seguono attivamente e con competenza le vicende calcistiche, cercando una propria dimensione attiva nel mondo dei tifosi, fino a qualche tempo fa terreno esclusivamente maschile. Su Facebook, per esempio, il gruppo ‘Ragazze che amano il calcio’ conta già oltre 5mila iscritte. Ma gli uomini non sembrano disposti a farsi scippare tanto facilmente questo settore di esclusiva e i pregiudizi sul connubio donne-pallone non mancano. Sempre su Facebook i gruppi scettici verso le competenze calcistiche delle donne sono numerosi.

3 Inter: prepartita

Foto: Jonathan Moscrop - LaPresse

“Una squadra concreta”

NESSUNA BUFERA nei rap-

porti con la squadra né con il club di Milano. Gian Piero Gasperini spazza via subito i dubbi di quanti si domandano se il suo posto sulla panchina dell’Inter sia appeso al filo sottile del risultato che porterà a casa nel match che oggi vede la sua squadra in campo contro la Roma di Luis Enri-

que, altrettanto determinata nel mettere a segno una vittoria che ridia fiducia a giocatori e dirigenza. “Mi regolo sul mio lavoro e sulla mia professionalità – ha dichiarato secco - e su quello che dicono il presidente e la società, non su quello che sostengono altri”. Alla vigilia della partita con la Roma, il mister nerazzurro non

pare affatto preoccupato né per la sua sorte né per quella della squadra. Rispondendo a una provocazione di Roberto Mancini, che in un’intervista ha dichiarato di considerare finito il ciclo nerazzurro, dice: “Se ne apre un altro, siamo competitivi: di certo in Italia, mentre in Europa hai meno margini di recupero. Però ci basta poco per ribaltare il passo falso. Se c’è fiducia in me? – prosegue - Credo di sì, ma deve essere accompagnata dai risultati”. Il tecnico ha anche confermato che per la partita con la Roma non potrà contare su Stankovic e Chivu: quasi impossibile che i due giocatori recuperino in tempo per la sfida con i giallorossi. Il mister punterà su Sneijder. “È un giocatore che può giocare più offensivo, a centrocampo, come trequartista, è un giocatore straordinario. Nell’Inter i giocatori decisivi possono essere tanti, dagli attaccanti, allo stesso Sneijder, ai difensori. È una partita importante ma è la

seconda di campionato”. In ogni caso non è tempo quello che Gasperini chiede al suo pubblico: “Sono convinto che già domani sera vedremo una squadra in campo con i concetti giusti e questo credo che possiamo farlo da subito. Il risultato è difficile prevederlo. Un risultato così bugiardo come quello di mercoledì ti fa dire che nel calcio è possibile di tutto, ma domani sarà una squadra concreta”. Quello che sta cercando di fare, ci tiene a sottolinearlo, è dare un’impronta alla squadra, una professionalità. “Dobbiamo dare un’impronta importante nel contesto di una organizzazione di gioco che deve essere molto vicina. Non abbiamo ancora quella organizzazione del Genoa, non sarà quella, ma sarà diversa, dovrà essere un’organizzazione molto efficace. In squadra ci sono elementi di spiccato valore che dobbiamo supportare bene per dare continuità di attacco alla squadra”. METRO

Gasperini con Moratti ad Appiano. Sotto, Capitan Zanetti


Sabato 17 settembre 2011

4 Roma: prepartita

DEBUTTO PER LE AZZURRE DI PIETRO GHEDIN Esordio europeo per le ragazze della nazionale femminile di calcio che questa sera, allo stadio Asim Fehmatovic-Hase di Sarajevo, sfideranno la Bosnia Erzegovina in un match valido per le qualificazioni europee. La Nazionale torna in campo a circa dieci mesi dall’ultima gara dei play off mondiali, giocata a Chicago contro gli Stati Uniti. Le Azzurre, durante il ritiro a Roma presso il Centro Sportivo La Borghesiana, si sono allenate al ritmo di due sedute quotidiane per essere al meglio della preparazione in vista dell’incontro di oggi. Del girone 1, oltre all’Italia e alla Bosnia Erzegovina, fanno parte Russia, Polonia, Grecia e Macedonia.

“Ci basta fare un gol”

Prima della conferenza stampa IN QUESTA SETTIMANA Luis

Enrique ha lavorato molto sulla squadra che oggi deve affrontare l’Inter in campionato e vuole delle risposte in campo. La filosofia del tecnico asturiano è semplice. “Cosa ci manca? Fare un gol in più dell’avversario, già questo sarebbe sufficiente. I tempi? Speriamo dalla prossima partita”, dice. Poi spiega il suo modo di lavorare con la squadra. “Io

faccio le mie scelte, sempre allo stesso modo. Ho bisogno di vedere la voglia di vincere nei miei giocatori. E poi metto sempre in campo quello che io credo sia l’11 migliore”. Sul difficile incontro con l’Inter ha ammesso semplicemente: “Questa è una partita difficile per tutte e due le squadre. La Roma non ha iniziato il campionato in modo ottimale e la squadra che vince avrà un incremento della

sua fiducia. Spero che la mia squadra faccia il suo dovere – ha aggiunto - andiamo a Milano con fiducia di fare una bella partita e tornare con la vittoria”. Si mostra deciso e combattivo Luis Enrique che a Milano giocherà con le tre punte. “Cerco sempre di giocare con tre attaccanti come minimo, mi piace giocare all’attacco, e dico sempre ai miei giocatori che sono fortunati ad avere un tecnico che vuole schierare giocatori con queste caratteristiche. Roma tira poco? Non è vero – si difende - abbiamo creato diverse occasioni e non le abbiamo sfruttare per il momento, ma l’attaccante si sente preoccupato se non si arriva al tiro, non è il nostro caso”. Anche a centrocampo ci sono molti nodi da sciogliere nella testa del tecnico asturiano. “Pizarro è stato infortunato; si è unito al gruppo e ha lavorato bene, ha dimostrato di sapersi adattare al nostro gioco. Posso avere molte combinazioni, può giocare in due-tre posizioni, si

adatta perfettamente e può coesistere con De Rossi e Pjanic”, ha sottolineato. L’allenatore della Roma non ha intenzione di svelare le proprie mosse né di dare vantaggi agli avversari. “Borini e Borriello? Borini ha fatto dieci minuti e alla prima palla ha fatto gol. Borriello ha fatto anche benissimo. Vale lo stesso per Bojan e Osvaldo, hanno tenuto un’altissima intensità. Sono molto soddisfatto. Tutti e quattro hanno fatto una settimana bellissima. Non voglio dire chi giocherà ma tutti e quattro possono scendere in campo”. Insomma la filosofia è chiara anche se Luis Enrique è pronto, se necessario, a porre dei correttivi. “Se vedo che c’é qualche altra occasione per migliorare la squadra, se ci fossero delle varianti, non escludo di metterle in pratica, voglio ottenere dei risultati attraverso il gioco. Insisterò su questo modo di giocare offensivo, ma ritengo che bisogna sempre adattare il modulo alle caratteristiche dei giocatori”. METRO



Sabato 17 settembre 2011

50 ANNI DI STORIA ITALIANA IN MOSTRA CON PANINI

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Non c’è bambino che non l’abbia avuto o almeno desiderato. E per tutti il sogno era riuscire a completarlo. È l’album dei calciatori Panini. Cambiano i volti, i nomi, le maglie, ma rimane immutata la passione per i campioni da incollare. Per vederli tutti, con le storiche copertine, vale la pena visitare la mostra ‘Panini 1961-2011. Una storia italiana’, fino al 23 ottobre presso il Palazzo Incontro di Roma. Oltre all’album dei Calciatori, le figurine Panini coprono mezzo secolo di storia e costume italiano: da Sandokan e Pinocchio alle saghe di Guerre Stellari o Harry Potter; dalle Olimpiadi di Monaco del 72 ai Mondiali di calcio sudafricani.

Inter: le stelle in campo

Saldo e sicuro Forlan le) può emettere già vervolta una partita decisiva. detti, ma l’Inter di GaspeNon ci avremmo scom- rini di fatto è già a un bivio. messo un euro alla stesu- Non è una questione di numeri e moduli, è quera del calendario di stione di prospettive. Serie A, perché Moratti predica difficilmente pazienza, il gruppo la terza giornerazzurro si nata di cammostra dalla parte pionato del nuovo tecnico, (seconda reama di fatto sembra il film già visto un anno fa con Benitez. Per sentirsi ancora nerazzurro il tecnico di Gru-

(AP Photo/Luca Bruno)

INTER-ROMA È ANCORA una

DIEGO FORLAN

gliasco deve vincere e siccome la storia del calcio non è mai banale ecco arrivare la Roma, sempre la Roma. Forse cambieranno molti protagonisti in campo, non certo la delicatezza della sfida. A Roma hanno messo in atto una mezza rivoluzione, ma anche a Milano qualche cambiamento c’è stato, eccome. La cessione di Eto’o è stata tanto dolorosa quanto inevitabile per le casse nerazzurre, la squadra in campo però ha perso non solo un campione, ma un vero leader carismatico. Ecco perché Gasperini dovrà aggrapparsi a Wesley Sneijder. Sembra paradossale ripensando all’esclusione di Palermo, eppure l’olandese in questo momento è l’unico che può prendere per mano un gruppo disorientato. La sua classe, la sua tecnica, il suo carisma, sono indispensabili in questo momento, a prescindere dal ruolo in campo.

Tra i nuovi arrivati in ‘casa Inter’, solo Diego Forlan sembra sicuro di vivere da protagonista la sfida alla Roma. Il riposo forzato in Champions e il suo curriculum rendono salda la candidatura dell’attaccante uruguaiano, arrivato a Milano all’apice della sua carriera. Non far rimpiangere Eto’o non è certo compito agevole, ma nell’estate del 2010 Forlan è stato eletto miglior giocatore del Mondiale sudafricano e sono passati solo due mesi dal trionfo del suo Uruguay in Coppa America. Assegnati già due posti, nel tridente di Gasperini c’è solo un punto interrogativo: Milito o Pazzini? Quesito destinato forse a ripetersi per tutta la stagione. La classe ben conosciuta del ‘Principe’ o la fame di gol del ‘Pazzo’? Per ora i due bomber si sono alternati tra Coppa e Campionato, per la legge dei grandi numeri dovrebbe toccare all’argentino, uno che può farti male in ogni

L’ESAME DI GASPERINI Nel recente passato tutte le sfide tra Inter e Roma sono state decisive. In palio scudetti, coppe e supercoppe. Ora lo scenario è decisamente diverso: siamo solamente a settembre, siamo solamente al secondo impegno di campionato, ma InterRoma anche questa volta sarà una prova quasi senza appello. Lo sa bene Gian Piero Gasperini (nella foto), arrivato al quarto impegno ufficiale con la sua Inter e ancora alla ricerca di una vittoria, condizione già indispensabile per continuare la sua avventura a Milano. METRO

momento. Nelle gerarchie attuali sembrano staccati gli altri volti nuovi: forse la loro stella brillerà in futuro, ma Zarate e Alvarez per motivi diversi non hanno convinto. L’ex laziale, a Milano, ha già confermato pregi e difetti ma in un momento così delicato, con Gasperini alla ricerca solamente di gol e concretezza, l’argentino non sembra l’uomo giusto. E non lo

sarà probabilmente nemmeno Ricardo Alvarez, giovane centrocampista offensivo tutto mancino, arrivato dal Velez Sarsfield. Classe e talento non si discutono, ma per ‘Ricky Maravilla’ l’impatto con il calcio italiano non è stato certo facile. In Argentina ne sono sicuri: lui e Lamela faranno la fortuna di Inter e Roma, forse però a partire dalla prossima sfida. METRO



Sabato 17 settembre 2011

ZICO E RONALDO A CACCIA DI CAMPIONI SUL WEB

8 Roma: le stelle in campo

Due dei più grandi idoli della storia del calcio brasiliano, Ronaldo e Zico, hanno creato un sito internet attraverso il quale bambini e ragazzi che sognano di brillare sui campi di calcio, potranno pubblicare online i propri video per mettere in mostra il loro talento. Secondo i due ex calciatori tutti i mesi il portale, battezzato “Pnera”, sceglierà la giocata più bella, il cui autore avrà l’opportunità di essere in prova per una settimana in un club della prima divisione del campionato brasiliano. Per i due fuoriclasse si tratta di un modo per dare un’occasione ai potenziali nuovi fenomeni del calcio brasiliano.

Il faro è sempre Totti LA SCELTA CORAGGIOSA di un uomo

nuovo, tutto di un pezzo: Luis Enrique. La rivoluzione del nuovo Direttore sportivo Walter Sabatini, protagonista indiscusso del mercato estivo. È partita così la Roma con l’arrivo di 11 nuovi giocatori, un mix di potenziali

ERIK LAMELA

campioncini e giocatori di esperienza come Stekelenburg e Heinze. Di fatto una squadra al completo che, se solo Luis Enrique volesse, potrebbe essere schierata per intero a San Siro, con tanto di rispetto dei ruoli. Non sarà così, semplicemente perché a Roma brillano ancora le stelle di Francesco Totti e Daniele De Rossi. Niente mette in dubbio la loro leadership in campo e fuori. La nuova Roma è ripartita comunque dai suoi due simboli, saranno loro a dover prendere per mano i nuovi protagonisti della sfida all’Inter. Difficile immaginare chi sarà capace di prendersi la scena nella ‘Scala del calcio’. Ci proverà Bojan Krkic, bambino prodigio della ‘cantera’ del Barcellona, chiamato a diventare campione maturo lontano dalla Catalogna. Luis Enrique crede ciecamente in questo ragazzo, che ha una voglia immensa di spaccare il mondo e farsi rimpiangere dai blaugrana. Il talento di Bojan Krkic non si discute, a

Roma dovranno avere solamente la pazienza di fargli capire le immense differenze tra il calcio spagnolo e quello italiano. Chi invece sembra già pronto a stupire è Miralem Pjanic, centrocampista tutto tecnica proveniente dal Lione, uno capace, tanto per intendersi, di segnare al Real Madrid negli ottavi di finale di Champions League all’età di venti anni. Nessun timore reverenziale insomma, visti i precedenti; lo stadio ‘Meazza’ può solo esaltarlo. È a caccia di rivincite Daniel Osvaldo, attaccante italo-argentino talmente orgoglioso da tornare in Italia per zittire coloro che lo hanno bocciato dopo le esperienze di Firenze e Bologna. A Roma non vedono l’ora di gioire dopo una sua ‘mitraglia’, esultanza copiata a un certo Gabriel Omar Batistuta. A limitare i danni ci penserà, invece, Marteen Stekelenburg, portiere vicecampione del mondo con l’Olanda, ennesimo prodotto della scuola Ajax. In

molti pensano sia proprio il portierone orange il vero colpo di mercato di Walter Sabatini. Se lo chiedessimo direttamente al direttore sportivo giallorosso, la risposta sarebbe un’altra e porterebbe il nome di Erik Lamela, mancino argenti-

no dal futuro assicurato. A soli 19 anni in patria lo paragonano già a Messi e Pastore. È in rampa di lancio, il suo volo è stato solo ritardato da un infortunio. E se fosse proprio Lamela la stella che non ti aspetti a San Siro? METRO

LA PRIMA VOLTA AMERICANA CONTRO L’INTER Sembra passata un’eternità da quel marzo 2010, quando De Rossi (nella foto) e Toni batterono l’Inter all’Olimpico regalando alla Roma l’illusione di uno scudetto solo sfiorato. Era il tempo dell’infinito duello tra la corazzata di Moratti e la voglia di stupire della Roma dei Sensi. In realtà sono passati solamente 18 mesi; a Trigoria ora sventola alta la bandiera americana, simbolo di una nuova proprietà, ma soprattutto di un progetto, che ha l’ambizioso obiettivo di cambiare il modo di intendere il calcio, non solo nella Capitale. METRO


Sabato 17 settembre 2011

CALCIO TEDESCO CHIEDE PSICOLOGO NELLO STAFF Non basta allenare il corpo, anche la mente deve avere il suo preparatore. Per questo i calciatori tedeschi vogliono lo psicologo nello staff tecnico. La richiesta arriva dal sindacato dei giocatori professionisti dopo il ricovero del portiere dell’Hannover Markus Miller, colpito da sindrome depressiva. Un primo passo è stato compiuto avviando un programma di screening in collaborazione con gli psicologi dell’università di Aquisgrana e con l’Ateneo dello Sport di Colonia. Grazie al programma i giocatori potranno determinare il loro grado di sensibilità ai disagi psicologici ed essere eventualmente indirizzati verso centri specializzati.

9 Approfondimento

Foto Alfredo Falcone - LaPresse

Borriello tranquillizza lo staff

MARCO BORRIELLO

IL PALERMO PER L’INTER e il Cagliari per la Roma. Le due squadre che, dopo gli scherzi della prima giornata, hanno reso questo faccia a faccia di San Siro quasi uno spareggio. Nonostante sia solo la seconda giornata. La nuova Roma di Luis Enrique non può

permettersi un altro passo falso dopo l’eliminazione dall’Europa League e il ko interno con i sardi. È ovvio che il morale nella Roma non sia altissimo, ci si aspettava una partenza diversa. Ci ha pensato capitan Totti a smuovere un po’

l’ambiente. Come? Con una bistecca e un bicchiere di buon vino. In settimana ha organizzato una cena in un locale sulla Tuscolana per cementare il gruppo e risollevare l’umore della squadra. Pratica, questa, nata qualche anno fa con la Roma di Spalletti. A suo tempo funzionò, eccome. Stavolta basterà per ridare nuova linfa a questa squadra? Il tecnico asturiano in settimana ha provato a cercare correttivi per presentare una Roma più concreta, soprattutto in attacco dove Osvaldo e Bojan hanno convinto a metà. Si è visto provare Borriello e Borini, con Totti punto di riferimento, in attesa del pieno recupero di Lamela, ancora fermo per il problema alla caviglia rimediato in Coppa America. B&B sono stati provati come esterni nel tridente giallorosso e

non è detto che possano essere proprio loro l’arma “nuova” di Luis Enrique per sorprendere San Siro. Anche perché Borriello giorno dopo giorno sta dando risposte importanti allo staff tecnico, vista la sua serietà e professionalità. Così come Borini, protagonista di un buon inizio stagione. E proprio l’attaccante ex Chelsea ha spiegato: «Tutte e due le squadre cercheranno di fare la loro partita. Noi abbiamo le nostre idee e l’Inter ha le sue. Magari i risultati non sono venuti subito, ma le idee ci sono e sono chiare. È una grande sfida, fino a poco tempo

fa potevo vederla solo in tv, adesso potrei anche viverla. In questo momento per il mister non ci sono titolari fissi, non sappiamo mai chi giocherà, ci alleniamo tutti al massimo senza sapere chi scenderà in campo». Ma i cambiamenti non saranno solo in attacco. La difesa, vista la squalifica di Josè Angel e i problemi di Juan (è in dubbio per un problema rimediato

mercoledì in allenamento), va in un certo senso reinventata. Soprattutto sugli esterni. Così come a centrocampo dove, a fianco di De Rossi e Pjanic, c’è un ballottaggio fra Pizarro, Gago e Perrotta per una maglia. Ma se c’è una cosa che non manca nella Roma sono le alternative. Sta solo al tecnico scegliere. METRO

Il momento è delicato. E anche se il nuovo tecnico giallorosso non sembra affatto in discussione, già qualche timido malumore inizia a uscir fuori. Mercoledì però Luis Enrique (nella foto) ha ricevuto i complimenti di Pep Guardiola, tecnico del Barcellona. Una “benedizione” ovvia, visto il suo passato nella cantera blaugrana, che sostiene il lavoro del tecnico asturiano: «È sempre così: quando le cose non vanno bene, il primo a cui si da la colpa è il tecnico. Luis Enrique è un allenatore bravissimo, sono convinto che riuscirà a imporsi». È l’augurio di tutti nella Capitale. METRO


Sabato 17 settembre 2011

10 Approfondimento

DEL PIERO & FRIENDS RACCOLGONO FONDI PER IL GIAPPONE La Croce rossa nipponica riceverà oltre 303mila dollari da devolvere a favore della popolazione giapponese colpita dal terremoto dello scorso marzo. È la somma raccolta grazie al progetto di solidarietà “Ale 10 friends for Japan” promosso dal capitano della Juventus, Alessandro Del Piero. L’iniziativa era partita lo scorso aprile e si è conclusa con la vendita online di oltre 20mila magliette. “Voglio ringraziare tutti quanti hanno acquistato la maglietta, le 20 squadre di serie A e le 22 di B che l’hanno indossata insieme a 126 arbitri”, ha sottolineato Del Piero presentando il bilancio dell’iniziativa.

L’enigma del modulo Il presidente Moratti: decide Gasperini PERSE LE PRIME TRE PARTITE

ufficiali. Supercoppa, Campionato e Champions. Tre su tre come non capitava da quasi 90 anni. Basta questo per far capire il momento che sta attraversando la nuova Inter di Gasperini. Persa fra problemi di formazione, modulo e motivazioni. Solo gli stupidi non cambiano mai idea, recita un antico detto. Non è esattamente questo il caso di Gasperini, tecnico arrivato all’Inter nell’anno della ricostruzione. O ripartenza, fate voi. Il suo compito era difficile, ovvero rimettere in salute una squadra depressa dopo la sborniaMourinho di due anni fa e uno scudetto dei cugini milanisti che non si digerisce mai facilmente. Dopo un’estate passata a fare sondaggi sui vari allenatori è arrivata la sua elezione. Scelto perché abile tatticamente, visto come aveva impressionato con il Genoa. Ma con delle convinzioni precise. Una su tutte il modulo, il 3-4-3. Che ha riproposto a Palermo con risultati non certo positivi. Ecco perché i 4 gol incassati al Renzo Barbera hanno riaperto un dibattito

che durava già da qualche mese. Si può, nel calcio moderno, difendere a tre? Gasperini, grande teorico del 3-4-3, lo ha ritenuto un modulo attuabile anche sulla sua Inter. Ma è ovvio che ogni cambiamento, ogni rivoluzione ha bisogno di tempo per essere attuato. Una squadra non cambia faccia con due mesi di allenamento. Ma la batosta rimediata dal Palermo domenica scorsa ha suggerito a Gasperini di cambiare. Anche perché lo stesso presidente Moratti aveva espresso il suo punto di vista: «È il momento di cambiare modulo?

ESTEBAN CAMBIASSO Sarà Gasperini a vedere, comunque penso di si. Ci siamo rimasti male tutti penso per primo l’allenatore, quin-

di credo che sia lui stesso per primo, senza bisogno di nessuna spinta, a cercare i rimedi necessari, se non altro al momento per rimettere la squadra in condizione di aver fiducia». E in effetti contro il Trabzonspor nell’esordio di Champions l’Inter ha avuto un approccio tattico diverso, con una difesa a 4 e piccoli aggiustamenti. Ha creato e sbagliato tanto, subendo nel finale un gol pesantissimo. Non solo per la classifica, soprattutto per il morale. L’impressione generale, comunque, è stata quella di una squadra che fatica a trovarsi. E che, rispetto a qualche

tempo fa, non ha più certezze. È scarica, a prescindere dal modulo. Lo stesso allenatore, dopo il ko coi turchi ha definito «di basso livello» le critiche e i dibattiti sulla difesa a tre o a quattro: «Non ho mai parlato in maniera categorica di 3-4-3: non è professionale dire che con quattro difensori non prendi gol mentre con tre l’imbarcata è garantita». Poi Gasperini ha aggiunto: «Il modulo ha una sua valenza iniziale ma non è così determinante. Non è questione di difesa a tre o a quattro ma di dare supporto alla difesa, con tutta la squadra. Solamente giocando, comunque, si vedono quali sono gli errori su cui lavorare. L’Inter con me deve avere una certa duttilità di gioco. Ho sempre detto che incontrando due attaccanti preferibilmente avremmo giocato con tre difensori, con quattro difensori incontrandone tre. Ma non è questo il punto. Siamo stati troppo esposti alle ripartenze avversarie. La situazione comunque va corretta velocemente, trovando l’equilibrio giusto». In effetti i problemi dell’Inter di oggi vanno oltre, non si limitano alla sola disposizione in campo. Perché la squadra, fatta eccezione negli anni Venti, non aveva mai perso le prime due partite consecutive. Gasperini è addirittura arrivato a tre. I tifosi non sono contenti e vorrebbero la sua testa, ma lui si dichiara tranquillo: «Qui sta diluviando forte, ma ce ne tireremo fuori: so che la fiducia non è illimitata

e che dobbiamo fare in fretta per ottenere risultati. Sicuramente sento la fiducia della società per il rapporto diretto che ho con il presidente e la prestazione col Trabzonspor cementa il mio rapporto con la squadra. I giocatori hanno dato tutto, erano amareggiati e ora hanno voglia di reagire». La partita con la Roma può essere già un’ultima spiaggia. Dovesse andar male non è escluso che in casa Inter si cambi. E già i primi rumor parlano di Capello in preallarme, con Ranieri e Delio Rossi seduti a bordo fiume, in attesa che passi il cadavere. Il presidente Moratti ha provato a rasserenare l’ambiente difendendo l’allenatore, nonostante sia rimasto particolarmente deluso dalla doppia sconfitta in campionato e Champions: «Non ci saranno assolutamente cambi nei prossimi giorni anche perché la squadra non era messa male in campo. Forse non aveva grosso ritmo, forse non aveva quello sprint necessario per vincere, ma non si può dare la colpa all’allenatore. Se con la Roma sarà decisiva per Gasperini? Non possiamo metterla sempre su questo piano, lasciamo il tempo all’allenatore di lavorare». Parole che suonano come una garanzia, ma si sa, dovesse arrivare un ko anche coi Giallorossi la rivoluzione in casa Inter potrebbe essere inevitabile. Insomma, per usare le parole del numero uno Julio Cesar quella con la Roma è già una «partita della vita». METRO

Inter e Roma si ritrovano di fronte in campionato per la 156° volta nella storia. Il bilancio è favorevole ai Nerazzurri che si sono imposti in XAVIER ZANETTI 68 occasioni contro le 43 dei Giallorossi; 44 i pareggi. In casa dell’Inter il bilancio è tutto a favore dei milanesi, con 41 successi dei Nerazzurri, 12 dei Giallorossi e 24 pareggi. L’ultima vittoria della formazione capitolina è datata 18 aprile 2007: 3-1 con reti di Materazzi, Perrotta, Totti e Cassetti. Arbitrerà l’incontro il signor Mazzoleni di Bergamo. METRO



Sabato 17 settembre 2011

GIACINTO FACCHETTI: IL RICORDO DEL FIGLIO IN UN LIBRO

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“Se no che gente saremmo” è il titolo del libro, edito da Longanesi, nel quale Gianfelice Facchetti racconta la storia di suo padre, Giacinto Facchetti: un uomo che la storia l’ha fatta. Sicuramente quella dell’Inter, dapprima come calciatore, poi come dirigente. In 176 pagine Gianfelice Facchetti ripercorre la vita di un uomo che ha lasciato un segno indelebile in tutti quelli che lo hanno conosciuto. Un uomo dai valori antichi, solidi e impossibili da scalfire. Quella del campione, mancato cinque anni fa, è una storia di belle persone, come ha sottolineato il presidente dell’Inter, Massimo Moratti, ricordandolo.

Inter: l’allenatore

Gian Piero sulla graticola ma piace agli inglesi UNA PARTENZA CON IL freno a mano quella di Gian Piero Gasperini sulla panchina dell’Inter. La debacle di Palermo, sommata a quella nel derby di Supercoppa, fa scricchiolare gli entusiasmi della prima ora dell’allenatore nerazzurro. “L’Inter è già molto forte e crescerà. Qui vincere è determinante. La pressione? Non sono preoccupato”. Con queste parole Gasperini cominciava l’avventura sulla panchina dell’Inter solo un paio di

mesi fa. E ora che la vittoria stenta ad arrivare c’è già chi vede a rischio la sua prima panchina conquistata nella serie maggiore. C’era già stata, per la verità, la Primavera della Juventus nel 1994 per l’allenatore Gian Piero Gasperini, piemontese, classe 1958, considerato uno dei migliori tecnici del nostro calcio. Un merito guadagnato grazie a una lunga gavetta che lo ha portato anche a vincere la Panchina d’Argento nel 2008 per il campionato di serie B vinto nel 2007 al termine del suo primo anno alla guida del Genoa. La prima occasione per una esperienza in prima squadra Gasperini l’ha avuta con il Crotone, con cui ha ottenuto una promozione in serie B nel 2003/2004. In Calabria è rimasto per due stagioni, riuscendo a farsi apprez-

zare per il suo calcio offensivo e innovativo. Nell’estate del 2006 passa in rossoblù, prendendo la squadra nella serie cadetta. Alla guida del Genoa diventa il primo allenatore della storia rossoblù a vincere tre derby consecutivi. Prima dell’esonero subito al Genoa, il tecnico vantava un primato quasi unico in Italia: non era mai stato cacciato da un presidente. Nell’estate 2009 era fra i candidati alla panchina della Juventus che poi finì a Ciro Ferrara. Da lì in poi l’allenatore ha mantenuto un basso profilo, aspettando un’occasione importante per cambiare l’etichetta di allenatore promettente con quella di allenatore da grande squadra. La chance è arrivata. Non si è lasciato scappare l’occasione di allenare l’Inter di Moratti, anche se non era esattamente la prima scel-

Foto Davide Anastasi/LaPresse

ta della dirigenza nerazzurra, chiudendo un contratto biennale da 1,5 milioni a stagione. Del resto, nel suo ricco curriculum Gasperini portava anche questo: la rivista inglese World Soccer nel 2009, dopo la promozione in serie A, lo ha inserito fra

i sei più promettenti allenatori al mondo, motivando così: “Non ha nessun problema tattico a schierare la squadra con il 3-4-3. Mentre altri allenatori del campionato italiano più autorevoli di lui, hanno fallito nel tentativo”. Al momento di presentarsi al pubblico interista Gasperini aveva sottolineato: “Il mio calcio è sempre stato offensivo, è vero, e vorrei portare la mia idea anche all’Inter visto che mi ha sempre dato risultati. È chiaro che difesa a tre o quattro è un luogo comune, giochiamo a tre quando gli avversari hanno due punte e a quattro quando gli avversari ne avranno tre”. Per l’incontro di oggi con la Roma Gasperini è già sulla graticola. Se vuole insistere sulla difesa a tre e il tridente deve trovare al più presto il modo di fare funzionare questo sistema. Altrimenti dovrà cambiare. METRO


Sabato 17 settembre 2011

LIPPI VUOLE TORNARE IN PANCHINA

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Marcello Lippi, l’allenatore dell’Italia campione del mondo nel 2006, confessa: “Ho voglia di tornare ad allenare quanto prima” e annuncia: “Lo farò da ottobre in poi se capiterà una squadra che mi piace. Ho sempre detto di voler lavorare non più in Italia, a parte per pochissime eccezioni”. Vedremo chi sarà la fortunata squadra che riuscirà ad accaparrarselo. Per quanto riguarda il campionato appena partito, invece, Lippi pronostica una lotta a due. “Ho sempre detto che a mio parere Milan e Napoli hanno qualcosa in più rispetto alle altre squadre - afferma -. Hanno il vantaggio di avere la stessa guida tecnica della scorsa stagione”. Il tempo ci dirà se ha ragione.

Roma: l’allenatore

Luis punta alla felicità dei giocatori LUIS ENRIQUE, CLASSE 1970, arriva sulla panchina della Roma con un contratto biennale da circa 3 milioni di euro l’anno e un progetto in cui la nuova proprietà ha creduto e della cui bontà deve convincere, coi fatti, pubblico e tifosi. Ma anche l’intera squadra a cominciare da Capitan Totti. Nato a Gijon, Luis Enrique ha iniziato la carriera di calciatore nelle giovanili dello Sporting Gijon, arrivando a debuttare nella Liga nel 1989. Acquistato dal Real Madrid vi resta fino al 1996 per poi passare al Barcellona dove rimarrà fino a fine carriera, nel 2004. Nel 2008 assume l’incarico di allenatore della formazione B del Barcellona, prendendo il posto di Pep Guardiola che passa alla squadra principale. Proprio grazie a questo

curriculum il giovane tecnico asturiano, formato nella scuola di pensiero del Barcellona, viene scelto dalla nuova Roma del presidente Thomas Di Benedetto; Enrique dovrebbe essere la soluzione americana ai problemi giallorossi. Ma Luis Enrique di paragoni con Guardiola non vuole sentir parlare; è in cerca della propria strada e spera di trovarla con la Roma. “Quando la Roma ha deciso di prendermi come allenatore lo ha fatto non solo per un modello di gioco o per le idee, ma anche perché è alla ricerca di altri valori” aveva spiegato durante il ritiro estivo della squadra. E infatti aveva messo subito le mani avanti: “Non vengo qui per impiantare il gioco del Barca sottolineava -, ma per insegnare il mio modo di fare calcio, che gli somiglia. Il sistema poi dipende sempre dai gioca-

tori a disposizione, dalle loro qualità. Con lo staff tecnico decideremo quello più giusto”. “Sono un allenatore offensivo – spiegava ancora - mi piace attaccare, proporre un gioco attraente per la gente, è l’unico modo che ho di vedere il calcio. Andremo sempre in campo per vincere, questo è sicuro”. Riguardo alla precarietà della panchina Luis Enrique non ha fatto mai mistero di essere consapevole delle regole del gioco. Sin dall’inizio della sua avventura in giallorosso ha messo in chiaro che farà le valigie se il suo modo di intendere il calcio non verrà metabolizzato da tutta la squadra. “Il nostro obiettivo è convincere i giocatori della bontà del progetto – diceva dal riti-

ro della Roma a Riscone di Brunico solo qualche settimana fa - ci proveremo con tutte le nostre forze e il massimo dell’impegno e se non ce la faremo andremo a casa e verremo sostituiti. Voglio costruire una squadra compatta, in sintonia, in modo che la coesione del gruppo permetta di superare le difficoltà quando queste arriveranno. Dobbiamo metterci alle spalle i problemi dell’anno passato. Per noi è fondamentale che i giocatori si sentano felici”. Tutto sta ora a vedere se dalle parole si passerà ai fatti. Per ora il modello Luis Enrique, oltre ad aver fallito al debutto in campionato, ha già fatto registrare l’eliminazione dall’Europa League. L’esame con l’Inter si fa perciò fonda-

mentale per il giovane mister. Sulla carta la squadra è con lui, almeno così fanno pensare le belle parole spese da uno dei senatori, Daniele De Rossi: “È un tecnico giovane, leale e innovativo. Si è sempre comportato correttamente con noi. Dice le cose in faccia, lo apprezzo per questo”. METRO


Sabato 17 settembre 2011

ALL’OLIMPICO ANCHE SENZA TESSERA DEL TIFOSO

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Ha suscitato diverse perplessità l’iniziativa della As Roma di mettere in vendita un carnet elettronico, valido per le partite interne dei Giallorossi. La speciale card permette di acquistare, senza la ‘tessera del tifoso’, l’ingresso a 16 partite allo stadio Olimpico. Lo strumento introdotto dal club non ha ancora ricevuto il placet dell’Osservatorio sulle Manifestazioni Sportive, e in attesa che il Viminale si pronunci in proposito, la società sportiva ha emesso proprio ieri un comunicato nel quale smentisce che la card sia un tentativo per attrarre tifosi dopo l’inizio deludente di stagione e precisa che essa è in pieno accordo con i principi della tessera del tifoso.

TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE CON IL CUORE IN CAMPO One World, One Home, One Heart, il nostro cuore sempre: stasera, durante la partita, tifosi, dirigenti e calciatori dell’Inter onoreranno la Giornata Mondiale per il Cuore 2011, un appuntamento contro i nemici da battere: tabacco, alimentazione scorretta, sedentarietà abuso di alcol. L’iniziativa è come al solito organizzata con la Fondazione Italiana per il Cuore e il Centro Cardiologico Monzino. Sandro Mazzola e Gianni Rivera, glorie del calcio milanese e italiano, sono stati i primi World Heart Champions premiati nel 2006 dalla Fondazione Italiana per il Cuore. Ma il premio più amato è stato proprio quello all’Inter, con la motivazione: “Come testimone del messaggio prenditi cura del tuo cuore, sempre, in ogni luogo, in ogni momento. Il Club da anni, utilizzando la grande attrattiva del gioco del calcio, sta portando avanti un progetto dedicato ai giovani per facilitare fin da quella età la costruzione di una disciplina non solo per lo sport ma per la propria salute”. METRO

POCHI IN TRASFERTA AL MEAZZA LE RESTRIZIONI FRENANO I GIALLOROSSI Al Meazza i supporter romanisti in trasferta saranno davvero pochi: poco più di un centinaio, quelli che hanno accettato di presentare la Tessera del tifoso per comprare i biglietti. Purtroppo. Le teste giallorosse si potranno quasi contare sulle gradinate del Meazza. E dire che il settore ospiti dello stadio milanese può contenere fino a 4000 spettatori. Non sarà un belvedere, rimbalza il tam tam sui siti dei tifosi dal cuore giallorosso. Le restrizioni, è il lamento, fanno della trasferta ormai un privilegio per pochi. Le menti degli ultrà sono attraversate da un incubo, il ricordo del 5-3 incassato dalla Roma a San Siro la passata stagione. Anche quella volta, per colpa delle restrizioni imposte alle tifoserie, gli appassionati al seguito della squadra furono veramente pochi, circa 200. METRO




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